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140 | il cortegiano |
LXVIII. E quivi essendosi riso alquanto, soggiunse messer BernarDo: È ancora da fuggire che ’l motteggiar non sia impio; chè la cosa passa poi al voler esser arguto nel biastemare, e studiare di trovar in ciò nuovi modi: onde di quello che.l’uomo merita non solamente biasimo ma grave castigo, par che ne cerchi gloria; il che è cosa abominevole: e però questi tali, che voglion mostrar di esser faceti con poca reverenza di Dio, meritano esser cacciati dal consorzio d’ogni gentiluomo. Nè meno quelli che son osceni e sporchi nel parlare, e che in presenza di donne non hanno rispetto alcuno, e pare che non piglino altro piacer che di farle arossire di vergogna, e sopra di questo vanno cercando motti ed arguzie. Come quest’anno in Ferrara ad un convito in presenza di molte gentildonne ritrovandosi un Fiorentino ed un Sanese, i quali per lo più, come sapete, sono nemici; disse il Sanese per mordere il Fiorentino: Noi abbiam maritato Siena allo imperatore, ed avemogli dato Fiorenza in dota; e questo disse, perchè di que’ di s’era ragionato che Sanesi avean dato una certa quantità di danari allo imperatore, ed esso aveva tolto la lor protezione. Rispose subito il Fiorentino: Siena sarà la prima cavalcata (alla franzese, ma disse il vocabolo italiano); poi la dote si litigherà a bell’agio. — Vedete che il motto fu ingenioso, ma, per esser in presenza di donne, diventò osceno e non conveniente.
LXIX. Allora il signor Gaspar Pallavicino, Le donne, disse, non hanno piacere di sentir ragionar d’altro; e voi volete levargliele. Ed io per me sonomi trovato ad arossirmi di vergogna per parole dettemi da donne, molto56 più spesso che da uomini. — Di queste tai donne non parlo io, disse messer Bernardo; ma di quelle virtuose, che meritano reverenza ed onore da ogni gentiluomo. — Disse il signor Gasparo: Bisogneria ritrovare una sottil regola per conoscerle, perchè il più delle volte quelle che sono in apparenza le migliori, in effetto sono il contrario. — Allor messer Bernardo ridendo disse: Se qui presente non fosse il signor Magnifico nostro, il quale in ogni loco è allegato per protettor delle donne, io pigliarei l’impresa di rispondervi; ma non voglio far ingiuria a lui. — Quivi la signora Emilia, pur ridendo, dis-