Nuovo vocabolario siciliano-italiano/TO
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To’. pron. Tuo. Anco a Firenze s’ode to’ per tuo. E nell’alta Italia, più spesso. || lu to’, la tua roba: il tuo. || li to’, i tuoi parenti: i tuoi. || di li to’ rimproverando alcuno, vale delle tue solite: delle tue. || nè mè nè tò, esser uguali, o in gran confidenza; star in perfetta comunione. || Prov. cu’ pri lu to’ s’incagna prestu s’accorda, quando la cosa non ci pugne da vicino, non ce ne cale po’ poi tanto: del mal d’altri l’uomo guarisce, e del proprio muore. || li to’ si t’arrustinu nun ti mancianu, i parenti non possono fare del male come gli estranei: legami mani e piei e gettami fra’ miei.
Toatu. V. togatu.
Tobba. s. f. Ognuna delle carte su cui si punta, nel gioco detto da noi zicchinetta, e in Toscana: toppa. || iri a tobba, puntare sopra una delle dette cartine (G. Taranto).
Tocca. s. f. Fazzoletto bianco (Scob.). || Fascia, lenza. || Per toccu V. al § 6. || Toga da dottore: bàtolo.
Toccalapis. s. m. Sorta di matitatoio che serve a disegnare o scrivere, per mezzo d’una punta di lapis: toccalapis.
Toccamuru. s. m. Giuoco fanciullesco, dove alcuni ragazzi si pongon appoggiati a un muro, ad alberi ecc., attorno; indi debbano cambiar di posto, senza farsi afferrare da quello che è in mezzo: a toccapoma.
Toccu. s. m. Tatto: tocco. || Colpo che dà il battaglio nella campana: tocco. || Pezzo: tocco. || Moltitudine di animali della stessa specie riuniti: branco. E se di volatili: folata. || Luogo coperto con archi su pilastri per lo più dinanzi a chiesa, come una loggia: pòrtico. || Sorta di berretto: tocco. || Giuoco plebeo che consiste nel disporre e bere del vino messo in giuoco, con inviti e diritti secondo regole: il fattore. Forse detto toccu perchè si comincia infatti col fare a tocco per vedere chi deve essere arbitro. || fari ô toccu, vedere a chi tocchi in sorte una cosa, che si fa alzando tutti delle dita, poi si contano, e si fa cader la sorte su quello in cui termina la contazione: far al tocco. || un toccu d’omu, uomo robusto, tarchiato: un tocco d’uomo. || toccu di birbanti, modo di aggrandire la qualità cattiva di chicchessia. || toccu e toccu, posto avv. vale contemporaneamente, ed usasi quando si dà un oggetto manesco, mentre se ne riceve un altro. || toccu d’oru, quel saggio che l’orefice fa fregando il metallo alla pietra di paragone: saggio al tocco (o chiuso).
Todanellu, Tòdanu. s. m. Sorta di seppia, forse il tòtano.
Tòdaru. s. m. È un nome proprio Teodoro, ma si usa in alcuna dizione: guardari a todaru: far silenzio. || adurari a todaru a lu pedi di la scala, fermarsi lungamente in un luogo: appillottarsi.
Tòddari. s. m. pl. In astratto significa ricchezze. O da tòllero moneta toscana antica d’argento o da tàllero moneta d’argento alemanna. || aviri li toddari, essere ricco.
Toddaru. s. m. Pezzo di pasta non ben cotta, V. maddoccu. || met. Sciocco, soro: baccellone. || essiri toddari toddari, di superficie ronchiosa: bitorzoluto. || Per zoddaru V.
Toffu. V. toccu, e si dice meglio di pezzo di pane, carne e simile: tocco di pane ecc.
Toga. s. f. Abito lungo usato dagli antichi Romani, oggi l’indossano i giudici del Tribunale, ed altri dignitari: toga. || aviri la toga, dicesi degli uccelli che quando son presso a morire rabbuffano le loro penne.
Togali. add. Di o da toga: legale.
Togatu. add. Vestito di toga: togato. || Eccellente, cospicuo, ragguardevole (Fanf. nelle note al Lori ha: togo, add. per bello, eccellente, e dice essere un accorciativo di togato nel medesimo senso).
Tògghiri. v. a. Levare: togliere (Santangelo).
Toi. Per tuo. a Patti.
Toletta. V. tuletta.
Tollamatolla. s. m. Un piglia piglia in confuso, uno scompiglio: arruffìo, buscherìo.
Tòllaru. V. toddari.
Tollerabbili. add. Comportabile: tollerabile.
Tollerabbilmenti. avv. In modo tollerabile: tollerabilmente.
Tolleranti. add. Che tollera: tollerante. Sup. tollerantissimu: tollerantissimo.
Tollerantìsimu, Tolleranza. s. f. Il tollerare: tolleranza. || Virtù per quale altri comporta le opinioni diverse dalle sue, compatisce, i difetti altrui; virtù che feliciterebbe il viver civile d’un paese, se non vi s’opponessero i fanatici in religione o in politica: tolleranza.
Tollerari. v. a. Comportare con pazienza e franchezza: tollerare. || Reggere, sostenere: tollerare. P. pass. tolleratu: tollerato.
Tolleraturi. verb. m. Chi tollera: tolleratore,
Toma. Nella frase promettiri roma e toma, promettere immense cose: promettere roma e toma.
Tomettu. dim. di tomu (Mort.).
Tòmita. V. munzeddu.
Tompussu. s. m. Si dice ad uomo nano. Da un nano detto Tom-Pouce, che venne una volta in Palermo.
Tomu. s. m. Una delle parti in cui si dividon alcune opere: tomo. || fig. e add. Detto ad uomo astuto ma riservato: susornione, abbottonato. O semplicemente: segreto (add.). || – ’n fogghiu, tomo di grande dimensione; quindi anche susornione in alto grado. || essiri lu secunnu tomu, essere uguale.
Tònaca. s. f. Veste usata dagli antichi, oggi rimasta a soli frati e monache: tònaca, tonica. || cacari la tonaca, uscire di religione: sfratarsi. || V. in cricchia un prov.
Toni. Paragoge di to.
Tònica. V tonaca.
Tònicu. add. De’ rimedi che eccitino l’azione vitale: tònico. || T. met. Dell’accento che indica in qual sillaba debba farsi la posa: tònico.
Tonsilli. V. tunzilli.
Tonsura. V. tonzura.
Tonti, Tontigghiu, Tontu. V. circu: crinolino. || aviri lu tontu, dicesi a chi vuol fatto largo in parte sufficientemente comoda.
Tontu. add. Sciocco: soro (Sp. tonto; in Italia però, oltre noi l’usano anche i Sardi, e i Sienesi).
Tonu. s. m. T. med. Stato di tensione o di fermezza naturale di ciascuna parte del corpo: tono. || T. mus. Intervallo che qualifica il sistema o il genere diatonico: è grado di elevazione delle voci: tono. || Il modo di modulazione della voce: tono di voce. || Intensità di un colore o d’un effetto di chiaroscuro: tono. || Una forma di cantilene nei componimenti musicali, che ancora si osserva per uso ecclesiastico: tuono. || Vigore, robustezza, energia: tuono. || Alterigia, fasto: aria, spocchia. || darisi tonu, dar segno di orgoglio, e di vanità, star in sull’onorevole: darsi aria. || mettiri ’n tonu, met. rimettere uno per la buona strada: rimetter in tuono. || stari a tonu, star in cervello, ragionare, non uscir dei termini: star in tuono. || teniri ad unu a tonu, non lasciarlo uscire dal convenevole, non farlo errare: tener in tuono. || rispunniri a tonu, a proposito ed adequatamente: rispondere a tuono. || nesciri di tonu, stonare. E fig. non risponder a proposito: uscir di tuono. || omu di tonu, circospetto, prudente: assentito. || tonu riali, canto non solenne, usato pe’ dì feriali. || fari lu tonu, ronzare, rombare: fare rombo.
Tonzura. s. f. Tosatura, e propriamente il tonder i capelli che fa il prelato a’ cherici che passan agli ordini sacri: tonsura. || Chèrica: tonsura.
Tonzurari. v. a. Dare la prima tonsura: tonsurare.
Tonzuratu. add. Che ha ricevuto la prima tonsura: tonsurato.
Topàzziu. s. m. Pietra gialla preziosa: topazio.
Tòpicu. add. Di rimedi esterni che si applicano sulle parti malate: tòpico. || locu topicu, il luogo preciso, noto e agevole a rinvenirsi.
Topografìa. s. f. Descrizione esatta di un luogo particolare: topografìa.
Topogràficu. add. Appartenente alla topografia: topogràfico.
Toppa. s. f. Serratura fatta d’una piastra con ingegni corrispondenti a quelli della chiave, che si pone nelle imposte per serrarle ecc.: toppa. || – a scoppu: serratura a colpo. || – a una o du’ vutati: serratura a una o due mandate. || – cu lu segretu: toppa segreta o a segreti.
Toppu. s. m. Mucchietto di cose ammontate: massa. || Qualunque parte che si elevi per una superficie: rilievo. || toppi toppi, di luogo o cosa dove siano ineguaglianze, si dice anco di colore non ben disteso. || – d’arvulu, V. faidduni.
Tòppulu. V. toffu.
Topu. V. surci.
Toraci. s. m. Parte del corpo che racchiude i principali organi della respirazione, e della circolazione: torace.
Torbidizza. s. f. Qualità e stato di ciò che è torbido: torbidezza. || met. Spiacevole, cattivo modo di procedere: maloticherìa. || V. tustizza.
Tòrbidu, Tòrbitu. add. Non chiaro, non limpido: tòrbido. || Per aspro, brusco: torbido. || V. tostu.
Tòrchiu. s. m. Strumento da stampare e da premere: tòrchio. || Strettojo, e gli arnesi simili, allo stesso uso: torchio. || mettiri ’n torchiu: metter in torchio. || Quella de’ rilegatori: strettojo. || – a la genuisa, a la calabrisa, sono varietà di conformazione degli strettoi.
Tòrcia. s. f. Candela grande o più candele avvolte insieme: tòrchio, tòrcia. || – a ventu, un composto di stoppa, bitume o altro per accendere resistendo al vento: torcia a vento. || essiri in torcia, esser in tormenti.
Torcifezza. s. m. Strumento di panno con cui si preme la feccia: torcifeccio.
Tòrciri. v. a. Piegare, cavar checchessia dalla sua dirittura, contrario di dirizzare: tòrcere. || Volgere, rivolgere, o far volgere: torcere. || Tagliar i testicoli al maschio delle bestie: castrare. || Quello avvolger i panni ristrignendoli su di loro, per farne sgocciolare l’acqua o altro di cui sono inzuppati: strizzare, torcere. Onde Giusti ha: chi ben non torce i panni ecc. || Deviare: tòrcere, tortire. || intr. Volgere verso una delle parti: piegare, voltare. || Avvolgersi per vie torte: torticchiare. || Detto del legno che, per effetto di calore o altro, si piega in arco: rimbarcare || rifl. a. turcirisi, voltarsi: torcersi. || Scontorcersi: torcersi. || torciri la sita, avvolgere le fila addoppiate: torcere la seta. || – lu coddu, tirar il collo a uno; vale anche ammalarsi gravemente. || – la punta di lu chiovu, torcere la punta del chiodo conficcato, ribattendola verso la capocchia: ribadire il chiodo. || – lu mussu, far atti di schifo, di sdegno: torcere il muso, il grifo, il viso, far boccuccia a una cosa; ovvero ass. stòrcere, p. e. tutti gl’italiani gioivano alla proclamazione di Roma capitale, i soli reazionari storcevano. || – l’occhi: stralunare gli occhi. || iri a torciri, andar a ritroso, a rovina, contro la voglia: andar a ritrècine. || putirisi torciri ’na cammisa, si dice quando uno è tutto molle di sudore, da potersi strizzare la camicia.
Tormentilla. s. f. T. bot. Pianta che ha la radice lunga, fibrosa, alquanto nera, lo stelo sottile, rampicante, ramoso, le foglie quinate a 5 foglioline dentate, pelose; i fiori gialli, solitari: tormentilla. || Tormentilla erecta L.
Tormentu. V. turmentu.
Tórmini. s. m. pl. T. med. Dolori violenti nel ventre, accompagnati spesso di flusso sanguinolento: tòrmini.
Torna. V. virsura. || T. arch. Il girare di alcuni strumenti, il movimento retrogrado necessario nel lavorare.
Tornacuntu. s. m. Vantaggio, guadagno: tornaconto, p. e. a far il pane in casa, c’è il suo tornaconto.
Tornagustu. s. m. Cosa che faccia tornare il gusto e la voglia di mangiare: tornagusto.
Tornialettu. s. m. Parte di cortinaggio con che da piede si fascia e adorna il letto: tornaletto.
Tornu. s. m. Ordigno nel quale si fanno lavori rotondi o simili, di legno o d’altro: tòrnio, torno. || – a punta, quello in cui il pezzo che si tornisce gira orizzontalmente stretto e sostenuto da due punte: tornio a punta. || – in aria, quello in cui al rocchetto è sostituita la coppia, e su questa son fermati i pezzi da tornire: tornio a coppaja. || Torniamento per addestrar i cavalli: tornèo, maneggio.
Torpèdini. s. m. T. zool. Pesce che ha la facoltà di dare a chi lo tocca una scossa elettrica: torpedine. Baja torpedo L.
Torpidizza. s. f. Torpore: torpidezza.
Tòrpidu. add. Torpente, torpescente: tòrpido. || fig. Pigro, lento: torpido.
Torpuri. s. m. Intirizzamento, impedimento di moto: torpore. || met. Tardità, pigrizia: torpore.
Torrenti. s. m. Fiume che subitamente cresce o scema, prodotto dalle pioggie: torrente.
Torta. s. f. Vermena o altro che serve per legare fastella di legne o cose simili: ritorta, ritòrtota. || Corda, legame: ritorta. || Torcimento, strada non diritta: torta. || Brodo ove siansi disfatte carni peste per mangia sostanza.
Tortu. s. m. Ingiustizia, ingiuria: torto. || aviri tortu, non aver ragione, operare contro al dovere: avere il torto. || dari tortu, giudicar in disfavore: dar il torto. || a tortu, posto avv., contro ragione, ingiustamente: a torto.
Tortu. add. Piegato, contrario di dritto: torto. met. Cattivo, perverso: stolto, tristo. || Detto di cosa illecita. || Detto di occhio, storto: bieco. || Detto di animale: castrato. || Di senso o spiegazione non chiara, stravolta: torto. || Irragionevole, sregolato: torto. || – e minortu, tortissimo: torto sbilenco. || pri tortu, avv., tortamente: per torto. || taliari cu l’occhi torti: guardar in torto. || tortu, in forza d’avv. tortamente: torto.
Tòrtula. V. strummula. Più vicino all’italiano trottola.
Toru. V. tauru. Più vicino all’italiano.
Toscanamenti. avv. In maniera toscana: toscanamente.
Toscaneggiari. v. intr. Affettare il toscanesimo: toscaneggiare.
Toscanìsimu. s. m. Il parlare o scrivere toscano: toscanesimo.
Tòscanu. add. Di Toscana: toscano. || Si dice ad uno degli ordini d’architettura: toscano.
Tòssicu. s. m. Veleno amaro, minerale o vegetabile solo, il veleno può esser anco animale: tossico. || Per iperbole, cibo amarissimo, o come che sia disgustoso: tòssico. || fari tossicu, convertirsi in tossico un cibo mangiato, e si dice così per imprecazione, ti pozza fari tossicu!
Tostamenti. avv. In modo arrogante, sfrontato: arrogantemente, sfrontatamente.
Tostu. add. Ostinato, sfrontato, ardito: tosto, sfacciato. || Intrepido. || Duro, sodo: tosto. || facci tosta, sfacciato, ardito: faccia tosta. || Prov. li facci tosti campanu, è chiaro, e di esperienza. || tostu, avv. in forza di prestamente: tosto.
Totali. s. m. e add. Il tutto, l’intero: totale.
Totalità. s. f. L’integrità di una cosa: totalità.
Totalmenti. avv. Interamente affatto: totalmente.
Tòtanu, Tòturu. s. m. T. zool. Sorta di pesce calamaio: totano.
Tou. V. to’.
Tozzu. s. m. Pezzo per lo più di pane: tozzo. || Per ciottolo. || iri a li tozzi di chistu e di chiddu, mendicare: tozzolare.
Tozzu. add. Di cosa o persona che abbia larghezza o grossezza sproporzionata: tozzo.
Tòzzula. Nella frase fari tozzula, capitar male. E anco appiccare zuffa. || essiricci tozzula, esservi confusione, arruffìo.
Tozzuliari. V. tuppuliari.
Supplemento
Toccaferru. V. toccamuru. Colla differenza che bisogna toccar ferro invece di muro.
Toccu. Apoplessia (Caglià).
Tollu. s. m. Gioco al sussi, in cui il sussi è un coccio ritto (In Licata).