Trattato completo di agricoltura/Volume I/Chimica agricola
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CHIMICA AGRICOLA
- Introduzione
- Elementi costitutivi delle piante, e necessità delle sostanze inorganiche pel loro completo sviluppo
- Composizione delle varie sostanze vegetali
- Degli acidi vegetali
- Azione degli acidi vegetali sulla cellulosa e sull’amido
- Sostanze azotate dei vegetali
- Materie grasse vegetali
- Materie coloranti
- Decomposizione delle sostanze vegetali
§ 58. Ora che sapete di quali parti sia formata una pianta, e che conoscete il modo col quale esse nascono, si nutrono, crescono e muojono, vi resta a sapere che cosa assorbano le radici dal terreno, cioè quale sia l’effetto del terreno sulla vegetazione. Vi ho poi anche detto che le piante abbisognano d’aria, d’umidità, di luce e d’un certo grado di calore perchè la vegetazione abbia luogo. Ma per ben intendere gli effetti del terreno sulle radici e delle radici sul terreno, non che quello esercitato sulla vita vegetale dall’aria, dall’acqua, dalla luce e dal calore, riesce indispensabile che vi faccia conoscere, quantunque brevemente, quali siano le materie terrestri ed atmosferiche che hanno maggior importanza pel nostro intento, vale a dire che vi faccia conoscere la loro composizione, le loro proprietà, non che le utili combinazioni che fra loro succedono a pro della vegetazione. Queste cognizioni spettano alla chimica, e questa parte di chimica si chiama Chimica agricola.
Forse alcuno dirà essere la chimica una cosa estranea, difficile, inutile ad insegnarsi per l’agricoltore. Ma io risponderò a questi che tutte le arti e le scienze al giorno d’oggi progrediscono per i perfezionamenti della chimica, e per la diffusione delle cognizioni che essa ci presta. Chi infatti ci diede il gas illuminante, la dagherotipia, il miglioramento nell’arte del tingere, ed in molte altre arti, non escluse quelle della fabbricazione del pane, del vino, della birra, dell’olio, dei saponi, delle cere, ecc. se non la Chimica? Chi potrà migliorare molte pratiche assurde nell’Agricoltura? Chi migliorerà la concimazione, la coltivazione dei prodotti, e la loro conservazione? Chi introdurrà nuove pratiche in tutto, se non la Chimica? Rispettate adunque questa scienza, ed invece di spaventarvi al solo nominarla, procurate, per quanto potete, di studiarla almeno per quella parte che vi riguarda.
La Chimica dunque è quella scienza che c’insegna a conoscerete proprietà e la composizione dei corpi, la loro reciproca azione, e la causa ed il risultato di questa azione; e la Chimica agricola è quella parte che ci mostra le condizioni chimiche necessarie allo sviluppo delle piante, i principj che le costituiscono e che convengono per la loro nutrizione.
Prima però d’entrare nel campo della Chimica agricola, sarà bene che vi dia la nomenclatura usata in questa scienza per distinguere o definire i vari corpi e le loro varie azioni, importando assai in questa parte essere precisi, ed adoperare il linguaggio comunemente usato nella scienza.
§ 59. Tutti i corpi che rivestono o che costituiscono la terra furono distinti in organici ed inorganici; intendendosi per corpi organici quelli che sono dotati di vita particolare, quali sono gli animali e le piante, ed inorganici quelli privi di vita, come la terra, i metalli, ecc. Perciò, distrutta la vita, i corpi organici si scompongono e quasi scompajono, laddove gli inorganici restano costantemente; poichè i corpi organici sono sempre il risultato di più corpi uniti assieme per mezzo della vita, mentre gli inorganici possono essere anche semplici.
Per corpi semplici s’intendono quelli che resistono ai mezzi decomponenti che finora possiede la Chimica, presentando sempre la stessa sostanza colle medesime qualità. Corpi composti poi sono quelli che per chimiche operazioni possono scomporsi in due o più corpi semplici.
Diconsi corpi imponderabili quelli che sono privi di peso, e che non occupano uno spazio determinabile. Questi si conoscono soltanto dai loro effetti, e sono la luce, il calore, e l’elettrico o magnetico; se pure non sono effetti diversi d’una sol causa, giacchè non vanno quasi mai disgiunti fra loro.
Tutti i corpi semplici e composti hanno proprietà fisiche e chimiche. Sono proprietà fisiche il peso, l'estensione, la coesione, la divisibilità, il sapore, l’odore, il colore, la figura, ecc.; Chimiche quelle che spiegano, poste in contatto d’altri corpi, quale sarebbe l’affinità o forza per la quale si riuniscono le particelle di corpi diversi, formando un nuovo corpo composto, detto combinazione chimica.
Tutti i corpi tanto semplici quanto composti possono in natura trovarsi in tre diversi stati. Solido quando tendono a conservare la loro figura, ferro, oro, pietre, ecc; liquido quando sono scorrevoli come l’acqua, il mercurio, il latte, ecc. Aeriformi o gasosi quando si spandono per ogni senso nell’aria, come il vapore, il fumo, le esalazioni, ecc. È da notarsi però che questo stato si cambia per effetto della temperatura e della pressione atmosferica. Il calore ed una bassa pressione, favoriscono il passaggio dallo stato solido al liquido, e dal liquido all’aeriforme, diminuendo la coesione fra le particelle dei corpi, per cui la denominazione di solido, liquido ed aeriforme che noi diamo ai varj corpi, non è che relativa al grado di temperatura in cui li troviamo, poichè non tutti i corpi esigono lo stesso grado di calore e di pressione per assumere questi diversi stati. L’acqua per esempio è liquida a 0°, lo zolfo a 108°, il mercurio a — 40°.
Dicesi cristallizzazione il passaggio del corpo liquido o gasoso allo stato solido; e cristalli diconsi quei corpi regolari e particolari a ciascun corpo, che risultano dal processo della cristallizzazione, potendo per esso le particelle o molecole, estremamente divise e mobili, obbedire nel riunirsi alla speciale loro forza di coesione.
In quanto poi ai risultati della forza d’affinità o di combinazione con altri corpi, diconsi ossidi le combinazioni dell’ossigeno coi metalli; come l’allumina, la potassa, la soda, la calce. Acidi quelli che mostrano un gusto acido, acerbo e che cangiano in rosso le tinte azzurre vegetali e la tinta turchina del siroppo di viole. Basi sono gli ossidi metallici che ristabiliscono i colori alterati dagli acidi, che arrossano la tintura gialla di curcuma ed inverdiscono la tintura di viole e che tendono i a combinarsi cogli acidi; tali sono la calce, la magnesia, il ferro ossidato (ruggine), ecc. Diconsi poi alcali quelle basi che hanno più distinte le proprietà ora accennate, che hanno un sapore acre, urinoso e che cogli olj formano dei saponi: quali sono la potassa, la soda e l’ammoniaca. Sali le combinazioni degli acidi colle basi, come sono il carbonato di calce, il solfato di calce, il solfato di magnesia, ecc.
Una volta credevasi che i corpi si potessero combinare fra di loro in quantità diverse senza lasciare un residuo libero. Ora invece pei progressi della Chimica si conobbe che queste i combinazioni fra i varj corpi possono bensì farsi in diverse proporzioni, ma sempre per aggiunta di quantità invariabili e determinate fra loro, variabili e determinate per ciascun corpo cui appartengono.
Queste proporzioni o quantità relative in peso, secondo le quali ogni corpo indecomposto entra in combinazione coi coversi altri corpi indecomposti, si dicono equivalenti; e, per convenzione, vengono espresse in relazione all’equivalente dell’idrogeno, che è preso per unità.
Molte volte però un dato corpo si unisce con altri corpi in una quantità doppia, tripla, in generale multipla di quella espressa dal suo equivalente, ed allora si dice che nei corpi composti risultanti da così fatte combinazioni entrano due, tre, quattro, ecc., equivalenti di tal corpo. Pertanto si suol dire che i corpi indecomposti si combinano fra loro in proporzioni determinate, oppur multiple le une della altre. Questo fatto generale ci presenta il vantaggio di poter esprimere i varj corpi composti col mezzo degli equivalenti e dei loro multipli.
Eccovi intanto un prospetto degli equivalenti di quei corpi indecomposti che predominano nella composizione dell’aria, dell’acqua, delle terre e degli esseri organizzati, vegetali ed animali, che stanno sulla superficie del globo. Al nome d’ogni corpo aggiungerò quelle lettere o notazioni colle quali ognun d’essi viene indicato nelle così dette formole chimiche che si adoperano per esprimere più brevemente la costituzione dei corpi composti.
CORPI NON METALLICI | CORPI METALLICI | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Da questo prospetto si rileva che, per esempio, l’ossigeno unendosi col metallo calcio, lo farà in proporzione di 8 parti in peso con 20 di calcio, la calce dunque risulterà di un equivalente per ciascun corpo, e si scriverà Ca O. — Unendosi invece l’ossigeno col sodio, lo farà con 8 parti ancora, ma con 23 del metallo, e la soda s’indicherà con Na O.— Combinandosi poi l’ossigeno col ferro, sempre in proporzione di 8 parti, prenderà 28 parti di metallo, come avviene nell’ossido nero di ferro espresso Fe O.; l’ossido rosso di ferro consta di 56 parti di ferro e 24 di ossigeno, cioè di due equivalenti di metallo e 3re d’ossigeno, è si scriverà F2 O3. L’acido carbonico risulta da 6 parti di carbonio e 16 d’ossigeno, cioè di 1 equivalente del primo e 2 del secondo, ed avrà la formola C O2. Collo solfo l’ossigeno si unisce in proporzione di 2 equivalenti cioè di 16 parti per formare l’acido solforoso, espresso S O2 ed anche in proporzione di 3 equivalenti S O3, che è l’acido solforico. L’acqua consta d’una parte d’idrogeno con 8 d’ossigeno, ossia d’un equivalente per ciascun corpo e quindi si scrive H O.
Vedete dunque che i corpi non si combinano fra loro in qualunque proporzione, che cioè l’ossigeno non si unisce mai ad altro corpo in porzione minore di 8, nè minore o maggiore di qualche suo multiplo, come sarebbe di 7, di 15, di 18, ecc.; lo solfo si unirà sempre per 16 parti, ecc.; per modo che in una mescolanza artificiale di due o più corpi le quantità minori o maggiori degli equivalenti, pei quali ciascun corpo entra in combinazione con altri, verranno lasciate in libertà e non faranno parte del nuovo corpo composto ottenuto.
Dicesi poi soluzione la combinazione di un corpo liquido, con un altro solido od aeriforme, senza alterare la trasparenza, come l’acqua scioglie lo zuccaro, il sal da cucina, l’acido carbonico e tant’altre sostanze; come l’acido azotico scioglie il mercurio, il rame. Quando da una soluzione, coll’aggiunta d’un altro corpo che abbia affinità soltanto per uno dei due componenti di essa, l’altro di questi venga ad essere posto in libertà; oppure che l’aggiunto combinandosi a qualcuno, dia per risultato un corpo insolubile e si formi un sedimento, questo sedimento dicesi precipitato.
Analisi è quell’operazione per la quale il chimico separa i componenti d’un corpo composto. Sintesi la loro ricomposizione.
Cominciamo pertanto ad esaminare la natura chimica, e le proprietà dei corpi che specialmente interessano l’Agricoltura.
§ 60. L’aria, che ritenevasi un corpo semplice, un elemento non pesante, oggidì fu trovata essere un miscuglio di due gas, l’uno detto ossigeno l’altro azoto. Sopra 100 parti in volume di aria l’ossigeno vi entra per 20,80 parti, l’azoto per 79,20, cioè circa 1/5 del volume totale è occupato dall’ossigeno e 4/5 dall’azoto. In peso invece si ha 23 di ossigeno e 76,9 di azoto. Oltre a questi due gas nel miscuglio se ne trova anche da 3 a 4 diecimillesimi di un altro detto gas acido carbonico, e presso terra è spesso mista ad altri effluvj gasosi che emanano dalla sua superficie. L’aria pura non ha odore, ma non è affatto trasparente, per cui assorbe e riflette la luce ed il calore solare, mantiene la respirazione negli animali ed anche quella dei vegetali, colla differenza che i primi coi polmoni si appropriano l’ossigeno ed emettono l’azoto e l’acido carbonico, ed i secondi, per mezzo delle foglie, s’appropriano il gas acido carbonico, e pochissima parte d’azoto, lasciando in libertà l’ossigeno.
Gli effetti che esercita l’aria sugli animali e sui vegetali possono variare, variando le proprietà dell’aria secondo l’altezza dal livello del mare. Infatti a questo livello il peso che esercita l’aria su di un centimetro quadrato di superficie sarebbe poco maggiore d’un chilogrammo; e questo peso è quello che mantiene elevato a 76 centimetri il mercurio nel barometro. A questa pressione i vegetali e gli animali resistono colla forza espansiva dei gas che stanno chiusi ne’ tessuti del loro corpo. L’altezza dell’aria intorno alla terra, ossia l’altezza dell’atmosfera dev’essere almeno di 100 chilometri. Portandoci in alto diminuisce il peso e la densità dell’aria, il che ci vien indicato dall’abbassarsi del mercurio nel barometro; e col diminuire di peso e di densità diminuiscono pure i suoi effetti, per cui assorbe e riflette meno la luce ed il calore, rende difficile la respirazione e gli animali e vegetali intristiscono. Tutte le piante poi private d’aria morirebbero.
Finalmente l’aria non solo è necessaria alla vegetazione per gli effetti ch’esercita direttamente sulle piante, ma eziandio per quelli ch’esercita sul terreno. Il terreno privato del contatto dell’aria, o poco ad essa penetrabile, come sono le paludi, e le terre troppo argillose rimangono quasi sterili od affatto sterili. Le stesse piante acquatiche vivono per l’aria che sempre si trova mescolata all’acqua. L’aria, introducendosi nella terra, rende atte alla nutrizione molte sostanze, e la fa più soffice e permeabile anche all’acqua.
§ 61. L’ossigeno (O) è un corpo semplice gasiforme, ed il più importante componente dell’aria. Esso mantiene la respirazione, la combustione, e serve alla massima parte delle combinazioni fra i varj corpi. La germinazione non è possibile senza l’ossigeno, i fiori ed i frutti assorbono di preferenza questo gas per colorarsi e per acquistare il loro sapore particolare.
§ 62. L’azoto (Az) è pur esso un corpo semplice gasiforme. Non serve nè alla respirazione, nè alla combustione. Unito chimicamente all’ossigeno forma l’acido azotico. L’azoto è importantissimo per le piante formando le combinazioni utili per la costituzione dei semi e dei frutti. Negli animali abbonda nel sangue e nelle carni.
§ 63. L’acido azotico, o nitrico, quando è ben privo d’acqua, colla quale di solito è commisto, è composto di 74 parti di ossigeno e 26 d’azoto sopra 100 parti in peso di acido: ossia è costituito da 1 equivalente d’azoto unito con 5 equivalenti d’ossigeno (Az O5). Però d’ordinario è unito con un equivalente, ossia con 40 per 100 d’acqua, pur quando dicesi concentrato, ed anche allora mostrasi avido di altr’acqua. Quest’acido è intensamente caustico e corrosivo. Tinge in giallo i tessuti animali; col cotone forma un composto fulminante, analogo alla polvere da fucile. In natura l’arido azotico si riscontra combinato con alcune basi alcaline; come vedremo avanti, quali sono la calce, la potassa, la soda, e la magnesia; in questo stato può somministrare ai vegetali l’azoto, e le basi alcaline indicate.
§ 64. L’acqua era anch’essa dagli antichi ritenuta un elemento, ma ora si riconobbe non essere altro che la chimica combinazione di 88,9 parti di ossigeno ed 11,1 di un altro gas detto idrogeno, ossia sopra 100 parti in peso d’acqua è composta di 1 equivalente d’ossigeno e di 1 d’idrogeno (H O). L’acqua pura è insipida, inodora e senza colore, ad una temperatura minore di 0° si solidifica e divien ghiaccio; a temperature superiori a questa essa è liquida ed evapora alla sua superficie libera, formando il così detto vapor acqueo assai diffuso nell’aria; a 100° si vaporizza, cioè si mette a bollire e si trasforma in vapore in tutta la sua massa. Un decimetro cubo d’acqua alla temperatura di 4° pesa un chilogrammo. L’acqua gelata è inerte o nociva alla vegetazione; liquida serve qual solvente a molte sostanze utili alla pianta, che trova nel terreno e serve all’irrigazione; allo stato di vapor acqueo nell’atmosfera pel freddo della stagione, o per quello che risente portandosi in alto, o pel raffreddamento notturno, si condensa e dà luogo alle rugiade, alle prine, alla pioggia, alla neve ed alla grandine.
L’acqua adunque è indispensabile, perchè somministra l’umidità necessaria alla germinazione e serve a sciogliere le sostanze nutrienti; se ne volete una prova basta che osserviate gli effetti della siccità.
§ 65. L’idrogeno (H) è un corpo semplice gasiforme che in natura non si trova mai libero; la sua combinazione più comune è quella coll’ossigeno costituendo l’acqua, indi quella coll’azoto formando l’ammoniaca, poi quella collo zolfo, col fosforo e col carbonio, col qual ultimo forma il gas delle paludi. Questo gas è inodoro, trasparente, ed è 14 volte e mezza più leggero dell’aria, per cui serve a riempire i palloni aereostatici. Non serve per sè solo nè alla respirazione nè alla combustione, ma è infiammabile, ed unito al carbonio vien adoperato oggidì all’illuminazione. Concorre alla nutrizione delle piante, che se lo appropriano scomponendo l’acqua od i suoi vapori. Trovasi l’idrogeno abbondante nelle cere, nelle resine, nelle gomme e negli olj.
S 66. Il carbonio (C) è il residuo delle combustioni lente delle legna; esso è un corpo solido nero, opaco, senza odore nè sapore. Il carbone comune è carbonio misto a dei sali che ci danno le ceneri coll’abbruciarlo; il diamante è carbonio purissimo. Il carbon fossile è l’avanzo di grandi ammassi di sostanze vegetali, che seppellite sotto terra nelle antiche rivoluzioni del globo, lentamente si carbonizzarono. Il carbone serve di combustibile, ed abbruciando sviluppa il gas acido carbonico; assorbe avidamente l’acqua e varj gas, fra i quali di preferenza gli ammoniacali, per la qual proprietà serve come disinfettante. Per la sua proprietà di unirsi facilmente alle materie coloranti di quasi tutti i liquidi animali e vegetali, viene adoperato nelle arti e nelle raffinerie dello zuccaro allo scopo di scolorire.
Il carbonio combinato all’acqua è il principale elemento de’ vegetali, della loro parte polposa, legnosa, resine, gomme, ecc.
§ 67. L’acido carbonico è il prodotto della combustione del carbonio, ossia della sua unione coll’ossigeno, e consta di 27,3 parti del primo e 72,7 del secondo, cioè d’un equivalente di carbonio e di 2 equivalenti d’ossigeno (C O2). Libero è sempre allo stato di gas che pesa mezza volta più dell’aria, è inetto alla respirazione ed alla combustione. Questo suo maggior peso è causa dei tristi accidenti che succedono nei locali chiusi o profondi ove siavi sviluppo di questo gas, come sono certe miniere, le stanze chiuse ove si abbruci carbone, e le cantine nelle quali siavi a fermentare vino o birra. È un acido debole ed assai sparso in natura; trovasi commisto nell’aria, sciolto nelle acque di pioggia o di sorgenti, emana dal terreno, specialmente ove sianvi materie organiche in via di scomposizione; trovasi unito alla soda, alla potassa, alla magnesia e specialmente alla calce, formando il carbonato di calce che costituisce gran parte delle nostre montagne.
L’acido carbonico, qualunque sia la sua origine, è il mezzo più diretto pel quale i vegetali s’appropriano il carbonio. Questa operazione abbiamo veduto esercitarsi dalle foglie e da tutte le parti verdi nell’aria (§ 18); dalle radici viene assorbito coll’acqua. L’acido carbonico è la prima base di tutti gli acidi vegetali, somministrando l’ossigeno nella sua scomposizione.
§ 68. L’ammoniaca è un composto di 82,4 parti di azoto e 17,6 d’idrogeno sopra 100 parti in peso d’ammoniaca, cioè è formata da 1 equivalente di azoto e 3 d’idrogeno (Az H3): alla temperatura ordinaria è gasiforme, d’odor forte piccante (l’odore delle latrine), incapace a mantenere la respirazione e la combustione; è avidissima dell’acqua colla quale forma l’ammoniaca liquida. Naturalmente si trova l’ammoniaca in piccola quantità nell’aria e nell’acqua piovana, ma più abbondantemente ove sianvi materie organiche in decomposizione, soprattutto se animali; si unisce facilmente all’acido carbonico, formando il carbonato d’ammoniaca, assai volatile, che spande nell’aria l’odore particolare dei letamai in fermentazione, e che vien disperso durante le troppo frequenti ed inopportune loro rimescolature.
L’ammoniaca è d’una grandissima importanza nell’Agricoltura essendo la combinazione più naturale e più frequente per la quale vien fornito ai vegetali l’azoto necessario alla formazione del glutine. Favorisce poi la formazione dei fosfati e dei solfati tanto indispensabili per l’intima costituzione della parte glutinosa dei semi.
§ 69. Il solfo (S) è un corpo semplice di color giallo, solido, senza sapore nè odore, insolubile nell’acqua, solubile invece negli olii essenziali e grassi. Si fonde a 108° e s’infiamma a 150°. Il solfo in Italia è conosciuto già da molto tempo, perchè l’Etna ed il Vesuvio ne emettono continuamente; nei vegetali, combinato ad altri corpi, entra nella composizione dei semi, specialmente delle leguminose, quali sono il trifoglio e la medica. Nelle sostanze animali si trova nelle uova, nella lana, nei peli.
§ 70. L’acido solforico risulta dall’unione di 60 parti d’ossigeno e 40 di solfo, ossia di 1 equivalente di solfo con 3 equivalenti di ossigeno (S 03). Ordinariamente è combinato con 1 equivalente, contenendo cioè il 18,4 per cento di acqua anche quando gli si dà il nome di concentrato, per la quale si mostra ancora avidissimo. Comunemente è detto olio di vitriolo; esso è causticissimo.
Nei terreni è costantemente unito ad altri corpi e specialmente alle terre alcaline, quali sono la calce, la potassa, la soda, la magnesia, ed anche all’ammoniaca, formandone i rispettivi solfati.
§ 71. L’acido solforoso è il vapore che manda il solfo mentre abbrucia; contiene 1 equivalente d’ossigeno meno dell’acido solforico, per cui esprimesi colla formola S O2. Nei terreni non fa combinazioni; nelle arti serve ad imbiancare la lana e ad impedire l’acidificazione del vino e della birra.
§ 72. Il fosforo (Ph) è quel corpo semplice che ha la proprietà di essere luminoso nell’oscurità. Esso è quasi trasparente, molle, e si fonde a 43°; alla temperatura ordinaria ed in contatto dell’aria, spande fumi d’odore d’aglio, effetto della sua combustione ed unione coll’ossigeno, ad impedire la quale bisogna conservarlo immerso nell’acqua.
Il fosforo è un principio importantissimo per le piante, e specialmente per lo sviluppo dei semi, poichè, al pari dello zolfo, favorisce l’assimilazione dell’azoto. Negli animali il fosforo abbonda nei nervi, nel cervello e sopra tutto nelle ossa.
§ 73. L’acido fosforico è l’unione del fosforo coll’ossigeno in proporzione di 1 equivalente di fosforo e 5 equivalenti di ossigeno (Ph O5), contenente 11,2 per cento d’acqua, ossia 1 equivalente. Nei terreni trovasi, come il solforico, unito alla magnesia, alla calce, alla potassa ed alla soda, formando con essi altrettanti fosfati, utilissimi alla vegetazione, essendo quasi i principali costituenti dei semi, poichè l’acido fosforico soltanto può produrre la caseina e la fibrina vegetale. Per entrare nelle combinazioni vegetali i fosfati abbisognano, come il solfo, del concorso dell’azoto o dell’ammoniaca.
§ 74. Fosfati adunque chiamatisi i sali formati dall’acido fosforico. Nell’Agricoltura i più importanti sono il fosfato di calce, quello di magnesia, quello di potassa e quello di soda. Le ossa, il cervello ed il latte degli erbivori evidentemente non possono trarre i molti fosfati che contengono se non dai vegetali; e l’effetto delle ossa polverizzate sulle praterie e sui campi a frumento ne serve di prova. Il fosfato di calce passa nei vegetali sciolto nell’acqua carica d’acido carbonico, di sal marino o d’un sal ammoniacale; quello di magnesia si scioglie in 15 volte il suo peso d’acqua.
§ 75. Il cloro (Cl) è un corpo semplice, che alla temperatura ordinaria forma dei vapori e si gasifica, mandando un odore forte, penetrante e disaggradevole. Esso si unisce più facilmente all’idrogeno che all’ossigeno formando l’acido cloridrico. Il cloro ha la proprietà di distruggere i colori vegetali, per cui si usa sciolto nell’acqua per imbiancare i tessuti, per togliere le macchie d’inchiostro, e per pulire le carte vecchie. Distrugge anche gli odori mefitici e le muffe, servendo a disinfettare abiti, biancherie e locali.
§ 76. L’acido cloroidrico, od acido muriatico, è, come si disse, è unione del cloro coll’idrogeno in proporzione di 2,7 con 97,3 sopra cento parti in peso, ossia di 1 equivalente di cloro con 1 equivalente d’idrogeno (Cl H). Anch’esso alla temperatura ordinaria è gasoso, d’odor piccante acidissimo. È avidissimo dell’acqua; serve a sciogliere le ossa frantumate; e nei terreni si riscontra ordinariamente unito alla calce, alla potassa ed alla soda.
§ 77. L’acido silicico, o silice pura, è quell’ossido che costituisce il cristallo di rocca; risulta da 47 di silicio, e 53 d’ossigeno, ovvero da 1 equivalente di silicio con 3 di ossigeno (Si O3). La silice non si scioglie, e non si fonde che a temperatura elevatissima, ed in allora cogli ossidi metallici e cogli alcali forma i vetri, che sono silicati insolubili nell’acqua e negli acidi, fuorchè nell’acido fluorico. La silice è assai sparsa in natura, costituendo quasi tutte le pietre e le sabbie: unita alla calce, all’allumina, alla potassa od alla soda divien solubile, come pure lo diviene nelle acque cariche d’acido carbonico, quali sono quelle di pioggia e più ancora di certe sorgenti: sciolta in tal modo può essere assimilata dalle piante. I fusti del frumento, della segale, dell’orzo, e del melgone devono la loro lucentezza e la loro forza alla silice che si sono assimilata.
§ 78. L’allumina è un ossido risultante dalla combinazione di 53 di un metallo detto alluminio e di 47 di ossigeno, ovvero da 2 equivalenti di alluminio con 3 equivalenti di ossigeno (Al2 O3); essa è bianca, insolubile ed infusibile. L’allumina pura è rarissima e forma quella pietra preziosa assai dura che dicesi corindone; dicesi poi rubino se è colorata in rosso, topazzo se gialla, zafiro se bléu, ed ametista se porpora o violacea. L’allumina è la base di quelle terre dette argille, colle quali, a norma della maggior o minor quantità che ne contengono, si fanno porcellane, terraglie, majoliche, stoviglie e mattoni.
L’allumina non entra che in minime dosi nell’organismo vegetale, ma vi influisce indirettamente coll’assorbire, trattenere e somministrare alla pianta l’umidità ed i gas ammoniacali, e col presentare alle radici un solido punto d’appoggio.
§ 79. L’argilla è un composto di 52 parti di silice, 33 di allumina e 15 d’acqua. Aggiungendovi altr’acqua forma una pasta tenace, usata nelle arti come sopra si disse. Nella coltura questa sua proprietà la rende di difficile lavoro, e di tardo riscaldamento. Anche l’argilla trattiene i gas ammoniacali, per cui le terre che ne abbondano danno più tardi ma più lunghi effetti quando vengono concimate. Devesi pure a questa proprietà che ha l’argilla di assorbire i gas ammoniacali l’odore ed il sapore particolare che emanano alcune terre quando vengano bagnate, per cui alcuni ne fecero un criterio per giudicare della loro bontà o fertilità. L’argilla cotta od abbruciata e poi polverizzata perde la sua tenacità e permette meglio alla silice di farsi solubile.
§ 80. La calce è un ossido o base alcalina composta da 72 parti di calce e 28 di ossigeno, oppure da 1 equivalente di calcio ed 1 di ossigeno (CaO); non trovasi in natura che combinata a diversi acidi, e specialmente al carbonico, al solforico ed al silicico. La calce pura è acre, abbrunante; distrugge i tessuti organici; è avidissima dell’acqua, che assorbe con rapidità, riscaldandosi, fendendosi e polverizzandosi, prendendo allora il nome di calce estinta; serve nelle arti a far cemento.
La calce sciolta viene assimilata dai vegetali, e trovasi abbondante nelle viti, nel gelso, ecc. Negli animali è uno dei principali costituenti delle ossa.
§ 81. Il carbonato di calce è un sale risultante da 56 parti di calce e 44 di acido carbonico, ossia da 1 equivalente dell’uno con 1 equivalente dell’altro (CaO, CO2). Ordinariamente in natura trovasi misto ad argilla, a silice, ad ossidi di ferro; è insolubile nell’acqua, ma vi si scioglie quando vi sia un eccesso d’acido carbonico, come per effetto di certe acque di sorgente, di pioggia, ecc.
Il carbonato di calce è assai sparso in natura formando gran parte della composizione dei nostri monti. Il marmo è carbonato di calce puro.
§ 82. Il solfato di calce, gesso, è un sale composto di 42 parti di calce e 58 di acido solforico, cioè di 1 equivalente di calce ed 1 d’acido solforico (CaO, SO3). Esso è bianco, in parte solubile, si distingue dal carbonato perchè non fa effervescenza cogli acidi, ed è pure abbondante in natura, costituendo intieri colli, e riscontrandosi in quasi tutte le acque di sorgente. Di solito contiene il 20 per % d’acqua; ma facendolo cuocere la perde, ed allora, nuovamente impastato con acqua, subito dopo s’indura assai, ed è in questo stato che viene usato nelle arti e come cemento.
Nell’Agricoltura il gesso occupa da poco tempo un posto eminente per la sua proprietà d’assorbire l’azoto e l’ammoniaca dall’aria o dall’acqua, che in seguito somministra alle piante. Utilissimo si è ritrovato per le praterie e per le piante leguminose, quali sono il trefoglio e la medica.
§ 83. La marna è una terra più o meno compatta, composta di proporzioni variabili d’argilla, calce e silice. Perciò, esposta all’aria, la calce e l’argilla assorbono l’umidità atmosferica, e la massa si gonfia, si rompe, cade in frantumi e finalmente in polvere. Quanto maggiore è la quantità di silice, forma ciottoli più grossi e più duri, e per conseguenza si polverizza più tardi. La calce vi può essere nella proporzione del 20 fino al 80 per cento; e la maggior o minor quantità di calce costituisce il suo maggior o minor pregio in agricoltura.
§ 84. La potassa è un ossido alcalino, e risulta dall’unione di 83 parti d’un metallo detto potassio e 17 di ossigeno, ovvero da 1 equivalente di potassa ed 1 di ossigeno (KO). Tutte le terre ne contengono combinata all’acido carbonico, silicico, solforico, ecc. Essa ha la facoltà di sciogliere le materie grasse e coloranti, per cui viene impiegata nell’imbiancamento della tela e nella fabbricazione del sapone. Tutti i vegetali ne contengono, poichè la potassa del commercio, più o meno pura, si trae dalle loro ceneri, sciolte nell’acqua, dette liscivio. La potassa pura dicesi potassa caustica.
§ 85. Il carbonato di potassa, composto di 1 equivalente di potassa e di 1 di acido carbonico (KO, CO2), è la combinazione più frequente che si trova in natura, specialmente nel tessuto delle piante; è un sale solubilissimo, ed entra come principale costituente nei frutti, o nelle parti vegetali ricche d’amido o di zuccaro. L’acido carbonico e la potassa favoriscono a vicenda la loro assimilazione nelle piante.
§ 86. La soda è pur essa un ossido alcalino proveniente dalla combinazione di 74 parti dei metallo sodio e di 26 di ossigeno, ossia di 1 equivalente per ciascuno (NaO). Essa, per le sue proprietà, è molto analoga alla potassa, e nelle piante presso il mare ne sostituisce le combinazioni; la si estrae dal sal marino, che è una composizione di acido cloridrico e soda. La soda però forma dei saponi duri, mentre la potassa dà saponi molli.
§ 87. La magnesia è un altro ossido alcalino, composto di 61 parti del metallo magnesio e 39 d’ossigeno, vale a dire di 1 equivalente per ciascuno (MgO). Nelle terre è sempre combinata all’acido carbonico, fosforico, solforico, silicico, ecc. Pura è bianca, polverulenta, leggierissima, solubile negli acidi. Ordinariamente nelle sue combinazioni accompagna la calce, ed è sostituita da questa in caso di mancanza nel terreno.
Il fosfato di magnesia è importante nella costituzione dei semi delle graminacee, come sono quelli del frumento, della segale, melgone, ecc. Una volta era considerata come nociva.
§ 88. Gli ossidi di ferro, comunemente detti ruggine, risultanti dall’unione del ferro con varie proporzioni d’ossigeno (FeO; Fe2O3; FeO3) sono assai sparsi nelle terre, e sono quelli che loro danno il color giallo, rosso, o nero, a seconda del minore o maggiore grado d’ossidazione. Questi ossidi hanno la proprietà di assorbire i gas ammoniacali, e quindi favoriscono la nutrizione delle piante, nella costituzione delle quali il ferro talvolta si riscontra in piccolissime dosi. Pel loro colore oscuro favoriscono nelle terre anche l’assorbimento del calore.
§ 89. L’ossido di manganese, composto dal metallo manganese e da ossigeno nella proporzione di 1 equivalente del metallo con due di ossigeno (MnO2), è pure di color bruno, ed insolubile nell’acqua; quest’ossido è molto meno abbondante, e pare che non eserciti una decisa influenza sulla vegetazione.
§ 90. L’humus, ossia terriccio è una sostanza bruna o nerastra, che si forma per mezzo della lenta combustione o fermentazione che subiscono le foglie, gli steli, le radici, i rami, insomma ogni parte vegetale che venga abbandonata sul suolo in contatto dell’aria, e sotto l’influenza dell’acqua e del calore.
L’humus adunque contiene tutti gli elementi delle sostanze da cui proviene; ma può variare nella sua composizione per la diversa qualità di piante che lo formarono, e pel tempo in cui sta in fermentazione. Infatti quanto più sarà vecchio, tanto meno conterrà di parti gasose, solubili ed evaporabili, chè, col durare della decomposizione e per mezzo dell’umidità, si saranno sparse nell’aria lasciandovi soltanto i sali insolubili, poco utili alla vegetazione senza il concorso d’altre sostanze. Quando invece il terriccio sarà di recente formazione, potrà contenere ancora una certa porzione d’azoto che era nelle piante e quasi tutti i sali solubili.
Una volta credevasi che l’humus servisse direttamente alla nutrizione vegetale, ma le accurate osservazioni del giorno d’oggi ridussero gli effetti benefici dell’humus ai seguenti. Fornisce azoto e sali solubili, se è di formazione recente; somministra l’acido carbonico che si sviluppa durante la sua fermentazione; l’acido carbonico sviluppatosi, sciolto nell’acqua, agisce sui composti di silice che rende solubili, e forma altre combinazioni utili alle piante; come corpo poroso l’humus, oltre all’assorbire e trattenere l’umidità, assorbe e trattiene i gas ammoniacali. L’humus che si forma nei luoghi paludosi (torba), e che restano asciutti di quando in quando, contiene pochi sali alcalini, e quindi ha pochissima azione, sulla nutrizione vegetale.