Trattato completo di agricoltura/Volume I/Chimica agricola/6
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materie grasse vegetali.
§ 118. Si dicono materie grasse vegetali quelle sostanze liquide o solide, facilmente fusibili, ed anche fluide alla temperatura ordinaria, e che si condensano col freddo, la loro liquidità non essendo completa che ad una alta temperatura; tali sarebbero i grassi, gli olii, le cere. Di queste sostanze se ne trovano anche negli animali; nelle piante stanno specialmente nei grani (lino, arachide, noce, colzat, ecc.) e nel pericarpo del frutto (ulivo, ecc.), ove formano alcune goccioline che riempiono particolari cellette. Si ottengono le materie grasse spremendo o comprimendo queste parti, col soccorso anche del calore che ne aumenta la fluidità.
Le piante che danno una maggior quantità di queste materie sono l’ulivo, il ravizzone, il lino, il ricino, il noce, il mandorlo, il girasole, la canape, la camellina, il nocciuolo, la senape, il limone e gli acini dell’uva. Tali sostanze sono insolubili nell’acqua, solubili nell’alcool e negli eteri. Quei grassi che distillano a forte temperatura senza decomporsi diconsi olii fissi. Gli olii assorbono chi più chi meno l’ossigeno atmosferico; alcuni che ne assorbono poco, prendono un odore disaggradevole e rancidiscono, e diconsi grassi, come quello d’ulivo, di mandorle dolci e di ravizzone; quelli che ne assorbono di più e prontamente, solidificandosi e prendendo un aspetto resinoso, diconsi essiccanti, quale sarebbe l’olio di noce, di lino e di ricino.
§ 119. Quasi tutte le materie grasse col caldo si possono unire alle soluzioni alcaline, specialmente a quelle di soda, potassa ed ammoniaca. Questa unione dicesi saponificazione, come già vedemmo parlando della soda e della potassa. Scomponendo queste saponificazioni, e separando la materia grassa che era combinata agli alcali, trovasi che questa non è più identica a quella di prima, poichè si scioglie nell’alcool bollente, e col raffreddamento lascia depositare dei cristalli d’un bianco madre perla, i quali costituiscono un corpo grasso con proprietà acide. Questo corpo grasso acido non è identico in tutte le sostanze grasse vegetali trovandosene tre principali varietà, dette: acido stearico, acido margarico ed acido oleico. La composizione di tali acidi è la seguente:
Acido | Stearico | C68H66O5, 2HO |
« | margarico | C68H66O6, 2HO |
« | oleico | C36H33O3, HO |
Nell’acqua residua della soluzione alcalina che servì alla saponificazione trovasi una sostanza solubile nell’acqua, che venne separata dalla materia grassa per questa operazione, e che dicesi glicerina. Essa si separa meglio saponificando i grassi col protossido di piombo o litargirio. La glicerina sembra quella che serve di base ai grassi, coll’unirsi ai diversi acidi nominati, formando la stearina, la margarina, e l’oleina; la glicerina è liquida, trasparente, incolora e di sapor dolce. La sua composizione è la seguente: C6 H7 O5, HO.
Le materie grasse quanto più contengono di glicerina, e di acido oleico sono più fluide. I grassi fluidi, comunemente olii, sono quelli che meglio sciolgono le materie grasse più consistenti, detti grassi.
La stearina (acido stearico e glicerina) si ottiene facilmente col fondere il sego con essenza di trementina. L’acido stearico serve a formare candele, saponificando il sego di bue o di montone colla calce; questo sapone è poi trattato con acido solforico allungato, il quale s’impadronisce della calce, per formare il solfato di calce, che si deposita, lasciando liberi gli acidi grassi alla superficie. Questa massa di acidi poscia si comprime per liberarla dall’acido oleico che è il più fluido, e che, riscaldato a 30° o 40°, trascina con sè quasi tutto l’acido margarico, restando in tal modo isolato lo stearico.
L’acido stearico puro, ottenuto facendo cristallizzare ripetutamente una soluzione alcoolica, si fonde a 75°; a 300° si decompone.
L’acido margarico si ottiene meglio saponificando il grasso umano, o l’olio d’ulivo, con acetato di piombo (estratto di saturno).
L’acido oleico si ottiene saponificando colla potassa l’olio di mandorle dolci, o l’olio d’ulivo. Quest’acido è il più debole, è liquido sopra i 14°, ed assorbe facilmente l’ossigeno.
§ 120. Diconsi cere alcune sostanze, consimili alla cera delle api, che trovansi in diverse piante. Per la loro composizione e proprietà s'avvicinano ai corpi grassi; poichè sono insolubili nell’acqua, ma si sciolgono nell’alcool, negli olii e negli eteri; e si fondono facilmente. Si riscontrano le cere nella fecola verde d’alcuni vegetali, per esempio in quella che sta nell’interno delle foglie. Nei nostri climi si riscontra sulla superficie di molte foglie, come nelle varie specie di cavoli, e sopra alcuni frutti, come sulle prugne, sugli acini dell’uva; nella palma e nella canna da zuccaro ne esiste una discreta quantità. Nelle piante dei climi caldi la cera che riveste la scorza e le foglie sembra essere destinata ad impedire la soverchia evaporazione dell’umidità; e nelle piante acquatiche e marine a difenderle dall’azione solvente dell’acqua.
Le cere non sono tutte identiche; contengono vere materie saponificabili, ed altre consimili alle resine. La cerina che ne forma la base si esprime colla formola C54H54O4.
§ 121. Dai vegetali si ottengono naturalmente o coll’arte alcune altre sostanze volatili, quasi sempre d’odor forte, spesso aggradevole, dette Essenze; che per la massima parte hanno la formola C5H4.
Le essenze generalmente sono liquide alla temperatura ordinaria; alcune però sono solide. Si ottengono coll’arte dai sughi vegetali distillandoli coll'acqua, come dai fiori di rose, d’arancio; altre colla pressione, come colla scorza di limone e di bergamotto; altre trasudano liberamente da alcune piante, come la trementina e la canfora.
La composizione delle essenze varia assai: per esempio alcune sono composte da solo carbonio ed idrogeno; come quella di trementina, di limone, arancio, ginepro, sabina, cedro. Alcune contengono anche l’ossigeno, come quelle di mandorle amare, cannella, garofano, anici, finocchio, menta, lavanda, rosmarino, rosa. Altre contengono dello zolfo come la canfora; ed altre anche l’azoto oltre lo zolfo, come quella di senape.
L’essenza di trementina, è la più importante, poichè serve alla preparazione delle vernici. La trementina è una resina viscosa trasudata dai pini, e specialmente dal marittimo. L’essenza di trementina, liquida e volatile scioglie lo zolfo, il fosforo e molti composti organici.
Le essenze diconsi anche olii essenziali poichè per molte proprietà si avvicinano a quelle delle materie grasse. Nel vino esiste un olio essenziale, detto etere enantico, che è quello che dà l’abboccato particolare a ciascuna qualità. Esso è incoloro, d’odor vinoso, insolubile nell’acqua, solubile nell’alcool e nell’etere. Nel mosto recente delle uve non fu dato finora di rinvenirlo, e sembra probabile che sia un prodotto della fermentazione.
§ 122. Le resine si trovano quasi sempre unite alle essenze, dalle quali si separano facendo volatilizzare quest’ultime. Le resine sono più consistenti, fusibili, e combustibili; allo stato di purezza sono inodore, quasi insolubili nell’acqua, e si sciolgono facilmente nell’alcool e nell’etere. Trasudate, all’aria si solidificano.
La resina colofonia si estrae dai pini; la resina copale si ottiene da un albero del Madagascar.
§ 123. La gomma elastica, o Caout-chouc, che esiste nel sugo d’alcuni alberi dell’America del Sud e dell’Isola di Java, si avvicina alle resine. Sciolta a caldo negli olii essenziali, serve a rendere impermeabili i tessuti. Si estrae per mezzo di incisioni profonde fatte al basso della pianta.
La gutta-percha è consimile alla gomma elastica, e forma un assieme assai resistente ed elastico. Proviene dai sugo di alcune piante dell’India e della China. Si scioglie soltanto nelle essenze e nell’etere.
§ 124. È poi da notarsi che tutti i composti in cui entra principalmente il carbonio, ed ove l’idrogeno si trova in quantità maggiore di quella che vuoisi per formar l’acqua, quali sono le fecule ossia l’amido, lo zuccaro, le gomme, le resine, le cere, le materie grasse e le essenze, provengono generalmente da piante di climi caldi, o relativamente maggior dose se ne ottiene da quelle coltivate nei climi caldi e dalle piante sempre verdi.