Prediche volgari/Predica II
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II.
Angelis suis mandavit de te, ut custodiant te in omnibus viis tuis (Psalmus Davidis nonagesimo). Dilettissimi cittadini miei, le preallegate parole so’ di David profeta a 90 salmi, in volgare dicendo: — Idio ha comandato agli angeli suoi, che guardino te in tutte le tue vie. — Doh! elli mi pareva nella notte precedente vedere quasi in sulla aurora quello che è scritto nell’Apocalisse al settimo capitolo, dove dice così: Vidi quatuor angelos stantes super quatuor angulos terrae, tenentes quatuor ventos terrae, ne flarent super terram, neque super mare, neque in ullam arborem. Dico che elli mi parve vedere Siena, la quale aveva quatro porti1 in quatro parti. E parevami vedere la gloriosa Vergine Maria madre di Jesu Cristo, la quale gli stava dinanzi, e pregava il suo Figliuolo con umili prieghi, e diceva: — o Figliuolo mio, io ti domando questa grazia, la quale voglio che tu me la conceda: io voglio che tu guardi la città di Siena, la quale mi tiene per advocata, da ogni pericolo e da ogni adversità. — E così stando dinanzi al suo Figliuolo, fu subito comandato a petizione di Maria, che la città di Siena fosse guardata da ogni pericolo, e fu mandato chi la guardasse in quattro parti della città, cioè dalla parte del levante, dalla parte del ponente, dalla parte del mezodì, e dalla parte del settentrione. E che questo sia vero, vede David come cel discrive nel sopradetto parlare, che Idio mandò gli angioli suoi: Angelis suis mandavit de te, ut custodiant te in omnibus viis tuis. — Siena, Idio ha mandati gli angeli suoi, perchè tu sia guardata in tutte le tue vie.— Là dove di questo sacro parlare noi faremo tre contemplazioni:
Prima, angelica missione; Angelis suis.
Siconda, di angelica2 rifrenazione; mandavit de te.
Terza, di mirifica salvazione3; ut custodiant te in omnibus viis tuis.
Vediamo la prima, d’angelica missione: Angelis suis.
O Siena, quanto hai da ringraziare Idio, che Maria sua Madre, la quale ha pregato, e lui a petizione di lei ha mandato quattro angioli, perchè tu sia guardata da tutti e’ pericoli e da tutte le persecuzioni e da tutti li scandoli che ti potrebbero venire, e che tu sia conservata in tutti i tuoi beni e onori e utili! Ma vediamo più distesamente il modo e l’ordine che Idio ha comandato che sia guardato. E se noi voliamo considerare e comprèndare come questo sia vero, vediamo prima quattro notabili, belli, utili e gentili inverso coloro che hanno alcuna gentile intelligenzia. E parlaremo contro coloro i quali credono nel destinato delle costellazioni; chè sònno assai che dicono e credono e tengono una grande eresia; stamane cognosciaranno la verità, e l’errore dove so’ stati. So’ di quelli che dicono: — io so’ nato in una costellazione, che non posso fare se none quello che da la natura io fui inchinato. — Chi dice: — io non mi posso ritenere dall’usura. — Chi dice: — et io so’ costretto di furare, e non posso fare altro. — L’altro dice: — io so’ nato sotto una costellazione, che sempre sarò superbo. — L’altro dice: — e io so’ nato sotto uno pianeta, che io sempre sarò accidioso. — L’altro dice: — chi nasce sotto il tale pianeta, sarà bello del suo corpo. — E chi dice una cosa, e chi ne dice un’altra. Io ti voglio mostrare apertamente e chiaramente, tutto questo essere eresia e peccato a crédarlo e tenerlo; e anco ti mostrerò che tu potrai fare il contrario di quello che tu dici che tu se’ inchinato, al tuo detto. E perchè tu stia in sul saldo, dico che Idio ha mandati gli angioli suoi che t’aitino e ti guardino in tutte le tue vie: Angelis suis mandavit de te, ut custodiant te in omnibus viis tuis.
Considera prima Idio essere Signore e imperadore universale di tutte le cose che mai furono, o che mai saranno in cielo et in terra. Domini est terra et plenitudo eius orbis, terrarum et universi qui habitant in eis. — Del Signore è la terra ed ogni cosa ch’è dentro in essa, et anco tutti coloro che v’abitano dentro. — E questo imperadore fa’ questa ragione che elli abbi due reami, l’uno corporale, l’altro spirituale. Il corporale debbi entèndare, come parte già detto, la terra, l’acqua, l’aria e ’l fuoco, con tutte quelle cose che in essi elimenti sono appartenenti. L’altro reame è quello dell’anima e delle cose superne del cielo impireo e di tutte quelle cose che so’ spirituali; ma parliamo più chiaro. El reame corporale intende tutta la terra, l’acqua, l’aria e ’l fuoco, con ciò che è in esse. E in esse s’intende tutti i pianeti; il pianeta della Luna con ciò che s’apartiene in esso; el pianeto di Mercurio, el pianeto di Venus, e quello del Sole, e quello di Marte, quello di Giove, quello di Saturno; e intendecisi i pianeti, i quali ci so’ in essi con tutti i loro segni. Aries, Tauro, Gemini, Cancer, Leo, Virgo, Libra, Scorpio, Sagittario, Capricornio, Aquario, Pisces. Ed anco s’intende fra essi 72 costellazioni; li quali cieli sempre si muovono ne’ corsi loro, dando la governazione a’ corpi nostri, e non hanno possanza niuna sopra l’anime, solo a’ corpi. E che così sia, guarda quello che per me medesimo fa l’acqua, che quatro volte il dì d’ogni sei ore cresce e scema. Chi è uso a Vinegia? Ècci niuno che vi sia stato? Lui sa s’io dico vero o no. Se dell’aria vuoi vedere, quando tu vuoi tagliare un arbolo, se tu il vuoi buono, non cerchi tu di tagliarlo a luna piena? E chi non vi procura4, talvolta taglierà il legname a gattiva luna, e non sarà buono. E però il medesimo legname, tagliato più a uno tempo che a uno altro, solo per la luna egli ha il legno buono o gattivo. Se vuoi vedere la pruova nei corpi nostri, anci il puoi vedere. Vedi che quando si vuole dare la medicina a uno infermo, el medico dice: — elli è buono a darla il tal dì, e non è buona il tal dì.— E dandola al dì che non è di dubio, li può fare utile; e dandola in altro dì, e non faciendo la guardia che dìe fare, lì può fare danno. E questo perchè interviene di questo governo che ci fanno? Sai perchè? perchè essi so’ corpi più gentili che non siamo noi; però Idio ce gli ha posti di sopra, a ciò che noi siamo governati da loro, acciò che ’l più gentile governi il meno gentile. E questo è in quanto al reame corporale. Vediamo ora del reame spirituale.
L’altro reame è lo spirituale, il quale è l’anima; la quale anima è sopra tutte le cose corporali, e più gentile che niuna altra cosa corporale. Questa anima è in alteza e virtù sopra tutta la terra, sopra l’acqua, sopra il fuoco, sopra l’aria, sopra a ogni cosa, che s’apartiene a’ detti elementi. L’anima è sopra il cielo della Luna e di Mercurio e di Venus, del Sole, di Marte, di Giove, di Saturno, di tutti e’ segni che so’ in essi: ella è sopra alle 72 costellazioni. Ma sopra dell’anima sono gli angioli; li quali angioli c’inducono e sospingono e ci inluminano in tutte quelle cose che noi doviamo fare. E’ quali angioli v’hanno condotti qui ad udire in questo campo 5, e tutto questo Campo è pieno d’angioli, e’ quali vi fanno stare attenti a udire le parole, le quali a loda di Dio vi so’ dette da me; che state a udire tanto attenti che a pena se fusse santo Pavolo che predicasse, non credo che steste più atenti. E questo donde viene? Non già da me, ma dalli angioli, imperò che noi non aviamo autorità da noi di potere méttare in operazione niuna virtù, se non per mezzo degli angioli, li quali ci governano. Solo è in noi la buona volontà di volere operare; e venuta la buona volontà, noi siamo sospènti a méttarla in operazione. Inde dice David: Nisi Dominus aedificaverit domum, in vanum laboraverunt qui aedificant eam. — Non è se none el Signore che edificarà la casa, e invano lavoreranno coloro che la fanno. — Già mi puoi presso che intèndare, come i pianeti governano i nostri corpi, e che li spiriti beati so’ quelli che governano l’anima. O quanto andarebbe male, se andasse a contrario la cosa, cioè che ’l corpo avesse a governare l’anima, o che l’uomo avesse a governare l’angiolo! Se andasse a questo modo, l’asino governarebbe el signore. O elli sarebbe il ben governato! Chi è colui che crede nelle costellazioni? S’ècci anco colui che aduopera le sorti che gli dicono — colui sarà bello; quello sarà gagliardo; colui sarà lussurioso, e colui farà gattiva fine; — non crédare a tali openioni, nè a tali scritture; imperò come l’anima non può èssare constretta a niuna cosa corporale, nè a costellazioni, nè a pianeti, nè a elementi; così simili le costellazioni non hanno potenzia sopra i corpi umani, cioè che essi non sieno col libero arbitrio di potere fare e non fare, come sarà di suo piacere.6 Doh! io ti voglio dimostrare chiaramente per modo che tu crederai la verità e non la falsità. Vede e considera, Idio avere fatte tutte le cose, e tutte l’ha poste a ordine, e a cischeuna cosa ha dato el suo affizio. La terra ha a fare l’ordine suo di dare e’ frutti per sostentare l’uomo principalmente: simile il fuoco, simile l’acqua e simile i cieli; e ogni cosa che esso fece, fece per amore dell’uomo. E se questo è vero, che ogni cosa Idio abbi fatto per lo uomo e per suo aiuto, come credi dunque che elli sia costretto a non potere fare altro che quello che tu dici, che il pianeto o la costellazione lo induce? Vedi prima come Idio ha fatto ogni cosa per l’uomo: omnia fecit Deus propter hominem, et hominem propter se. — Ha fatto Idio ogni cosa per aiuto dell’uomo, e l’uomo l’ha fatto per sè.— E se tu volesse pure dire e crédare a tuo modo, vediamo ora questo ch’io ti dirò, e rispondemi a ragione. Se i pianeti hanno potenzia a farti fare il male, e tu il fai, Idio non sarebbe giusto a fartene patire pena e dannarti. Volta mano: se la costellazione o ’l pianeto ti fa operare alcuna cosa di bene, anco Idio non sarebbe giusto se ti meritasse; imperò che tu non lo facesti tu; anco ti sarebbe fatto fare per forza del pianeto o della costellazione. Non tenere se non quello che tiene la santa Chiesa, e che tengono i Dottori, e che tu vedrai te stesso, cioè che l’uomo abbi il libero arbitrio di potere fare bene e male, come piace a lui. E per questa libertà d’arbitrio viene che poi Idio punisce e merita secondo l’opere che noi facciamo. Doh! va’, vede nel Genesi al primo capitolo: poichè elli ebbe fatto e creato il cielo, e poi la terra aparse secca, e partite l’acque dall’acque, fatto il sole, fatto i pesci del mare, e gli uccelli dell’aria, e di poi fatto l’uomo di terra, e fatte tutte queste cose; vidit Deus cuncta quae fecerat, et erant valde bona: — vidde Iddio che tutte le cose che elli avea fatte, tutte erano molto buone. — E però leva via l’opinione, se ella è stata per altro modo, e sta’ in quello che tu debbi stare. Ma dimmi io ti voglio fare questo argomento, e che tu mi risponda a ragione. Credi tu che Idio sia buono? Dici di sì: oltre. O mi dì: credi tu che queste costellazioni abino più forza che il tuo arbitrio? Se tu consenti e fai quello che esse ti fanno fare, e tu dici che se’ isforzato e non puoi fare altro. Oltre, rispondimi: chi è peggiore o tu che fai questo male, o il pianeto che ti costringe a farlo? Risponde tu, se egli è più gattivo lui che ti costrigne; e io ti dico, e Idio è pegiore che non se’ nè tu, nè il pianeto; imperò che elli ha fatto il pianeto che ti sforza a far male. Sì che Iddio essendo la prima cagione, egli è peggio di tutti; sì che vede a ordine: se tu fai il male, tu se’ gattivo; se tu dici — io so’ costretto a farlo, — quello che ti costrigne è anco più gattivo, e chi fece quello, dìe èssare pessimo. E qui puoi vedere: se hai tenuta quella oppenione, che ella è gattiva, non la tenere più, ma crede l’uomo avere il libero arbitrio di poter fare bene e male, senza èssare costretto a fare contra al suo volere. O pazaroni, a voler crédare quello che non avete niuno atacco di ragione! Sappiate che questo è atacco del diavolo7. Ma io ti voglio mostrare per isperienza chiara che non potrai dire l’oposito per niuno modo, come elli si può fare contra i pianeti e alle costellazioni. E' medici i quali cognoscono i pianeti, e’ segni e le costellazioni, da’ quali noi aviamo il governo nostro, avendo a dare una medicina allo infermo, la danno per modo con picola cosa, o erbe o aque o altre speziarie, che quella picola cosa fa tòllare la forza al pianeto che corre, e questa è cosa chiarissima, che una piccolissima cosa tolle la forza dalla parte che è di sopra. Or pensa tu quanta forza ha più il libero arbitrio di potere fare contro a quello che essi ci inchinassero. Doh! ode il detto de’ pagani, se è vero: Sapiens dominabitur astra:— el savio inchinarà le stelle. — Vedi che è possibile a resistare a le forze che hanno sopra di noi: non che esse ci sforzino, ma picola cosa può sforzare loro, che non abino potenzia sopra dell’uomo. Sappi che questo l’ha insegnato il diavolo alle malizie delli uomini per fare pericolare loro e anco chi gli ode. Adunque, abbi la fede a quello che con ragioni vedi assai chiaro. Chi credi tu che possa più, o Idio o l’angiolo? — Più Idio — Chi più, o l’angiolo o l’anima? — Più l’angiolo. — Chi più o l’anima o le costellazioni? — Più l’anima? — Chi più, o le costellazioni o ’l corpo? — Più il corpo. — Chi più o la ragione o la sensualità? — Più la ragione. — Chi più, o la santa Chiesa co’ Dottori o la tua opinione? — Più la santa Chiesa. — E però a quello che dice e crede e tiene la santa Chiesa t’atacca, e lassa quello che la openione tua ha tenuto. Imperò che all’uomo fu dato il libero arbitrio, nè mai gli fu tolto, nè mai li sarà, mentre che sarà nella carne mortale. Hai veduto che può più lo spirituale, che non può il temporale; e questo basti quanto al primo notabile. Come tu hai veduto queste cose temporali divise in quatro tempi dell’anno, cioè primavera, state, autunno e verno; così il corpo composto di quatro elementi ha in sè caldo, secco, umido e freddo. E come tu vedi avere il mondo queste qualità, così ha anco l’anima altre parti, come ti dimostrarò per ordine.
Sicondo notabile si è lo spirituale, il quale è composto simile con ordine in tutte le cose; e questo è l’anima, la quale ha in sè godere, dolere, sperare e temere; e queste cose sempre l’anima le possiede, e non può vivare senz’esse. Prima godere, cioè godere o bene o male; dolere o di bene o di male; sperare o bene o male; temere o di bene o di male. Inde disse Daniel profeta al 7.° capitolo: Videbam in visione mea nocte, et ecce quatuor venti coeli pugnabant in mari magno; et quator bestiae grandes ascendebant de mari diversae inter se.
Quatro venti escon dal mare — Che la mente fan turbare:
El dolore e ’l gaudiare — El temere e lo sperare.
De’ quali dice Daniello: — Io vedevo nella mia visione di notte, e ecco quatro venti del cielo battagliavano nel grande mare, e quatro bestie grandi uscivano del mare, l’una di qua e l’altra di là. —
Terzo notabile. Sappi che ogni volta che i pianeti non andassero con quella ragione e con quello modo che Idio ab eterno lo’ diè che facessero, e’ quali sempre hanno ubidito; ma poniamo che o elementi o cieli o corsi che per niuno8 modo facesero contra l’ordine dato a loro, subito tornerebbe ogni cosa come era prima, cioè uno brodetto, cioè mescolato ogni cosa insieme; sarebbe uno caos.9 E, come odi, avendo Iddio solo per la governazione dell’uomo posto ogni cosa a ordine, così simile ha posto all’anima l’ordine suo; e ogni volta che l’anima non tiene l’ordine che debba, simile sarebbe uno caos, e ogni cosa andarebbe a brodetto. Tu vedi che chi levasse e’ pianeti, non arebbe niuno governamento, e l’uomo non potrebbe vivare. Elli non nascerebbero i frutti della terra; se sempre fusse verno, mai non nasciarebbe nulla. Simile se fusse sempre state; simile se fusse sempre primavera, e così se fusse sempre autunno. Così adiverrebbe all’anima: se le mancassero li ordini che essa debba avere, ogni perfezione le mancherebbe. Vede l’altro.
Quarto notabile. Fa’ ragione che l’anima sia come una città, la quale sia recata in quadro come questo pulpito; la quale abbi quattro porte da ogni parte, una porta dal levante, una dal ponente, una dal mezodì, una dal setentrione; e che non si può entrare per niuno modo in questa città, se non per queste quatro porte. Le quali porti io ti pongo che sieno quatro effetti, i quali sempre ha l’anima, senza li quali niuna non può éssare. A regola: prima dalla porta del levante. Che significa il godere? Che niuna anima non goda niuna cosa sicondo il mondo, ma ogni cosa che essa ha, che di letizia sia, sempre riferita in Dio. Siconda porta si è dal ponente, la quale significa il dolore; ed intrando per questa porta del dolore, non si doglia mai l’anima di niuna cosa che l’avenga, se non sicondo Idio e non sicondo il mondo; e se non ha questa regola, la cosa va male. La terza porta si è al mezodì, per la quale non entra se non la speranza; per la qual porta se l’anima ha niuna speranza di niuna cosa di mondo, se non per rispetto della volontà di Dio, ella sta male; imperò che di tutte le cose che l’anima díe sperare, si è in Dio e per Dio; e facendo in altro modo, ella va a brodetto. La quarta porta si è dal setentrione, per la quale entra il timore, et ogni volta che nell’anima entra il timore per altro che per amore di Dio, ogni sua operazione va male. Chè, come io t’ho dimostrato de’ pianeti e delli elimenti, se ellino non andassero a ordine, ogni cosa va male. Così simile dell’anima: quando non manda a ordine quello che debba, ogni cosa va male. E qui puoi avere assai ben compreso per questi quatro notabili la regola sì del corpo e sì dell’anima. E però tiene quello che tiene la santa Chiesa, e così vedi come gli angioli governano l’anima vostra.
Simile diciamo di Siena: Angelis suis mandavit de te, ut custodiant te in omnibus viis tuis. Hai tu veduta Siena quadrata come io t’ho detto? — Sì — Or pensa che il dimonio sta di fuori della città, ingegnandosi di fare, se potesse, pericolare tutta la città, e anco chi l’abita dentro. Tu puoi comprèndare èssare vero. Pensa un poco che è quello che abbi migliore tempo di noi. Noi siamo qui pacifici con tanta consolazione, senza sospetto e senza paura: noi in divizia, noi con pace d’animo in su questa piaza con tanto ordine, stando a udire la parola di Dio tutti con buona volontà10. Chi è quello che non si rallegri nel suo cuore? Questo è un mezo paradiso; questa è una parte, è una arca11 di gloria, a la quale ci hanno condotti li angioli nostri superiori, colla volontà dell’arbitrio nostro; chè prima ci è mandata la spirazione, e in noi sta il volere fare e non fare; e così diliberato, noi siamo indotti al ben fare. E così per opposito, et è regola generale. Ogni tentazione che ci viene, prima incomincia dalla carne, dalla parte più debile, e poi saglie e conducesi all’anima. E, per oposito, ogni buona spirazione viene dalla parte di sopra, e viene all’anima mandata dagli angioli; e sicondo il partito preso, si merita e si dismerita per lo confermamento dello arbitrio nostro. E però la mala volontà viene dalla carne, e entra per la porta del corpo, e va all’anima. Se l’anima consente alla volontà del corpo con peccato, subito è macolata; e se non consente, ella merita; ma il pericolo dell’anima sta nel consentire al peccato o avere dilettazione in esso, bene che non venisse in operazione solo al consentire. El diletto fa il peccato e la macola nell’anima; e quando l’anima ha la buona ispirazione, la quale viene da Dio, se ella l’accetta, sempre merita. E se la carne pure s’ingegna di trarre l’anima da tale buona operazione, quanto più resiste, più merita. Inde dice: Caro concupiscit adversus spiritum, et spiritus adversus carnem. — La carne sempre fa guerra all’anima, e l’anima fa sempre resistenzia contro al corpo. — Imperò che l’anima sempre vuole tenere dalla parte di sopra, però che di lassù è venuta, e ’l corpo sempre dalle cose di qua giù, più ratto a la inquinazione di quello che ci dimostra il diavolo. L’una vuole digiunare, e l’altro vuole mangiare; l’anima veghiare, e ’l corpo dormire; l’anima orare, e ’l corpo godere; l’anima dar limosine, e ’l corpo volersele per sè; l’anima andare in peregrinaggio, e il corpo in agio; e sempre hanno diferenzia l’uno coll’altro. Tal è che dice: — O, io arei già filato uno fuso, — però che non pensa se non al corpo, non fa la ragione dell’anima. Ma verrai domane a udire, ch’io ti prometto che io ti dirò cose che ti faranno venir voglia di scagliare la rócca in sul fuoco, perchè non te ne venga più voglia di filare. E però viene alla predica domane e posdomane. Io vi voglio fare tutti predicatori, e voi, donne, predicatrici.
Voi avete veduto stamane in questa parte come gli angioli ci aitano a dispetto dei diavoli: Angelis suis mandavit de te. Tu hai veduto di quelli quatro venti, cioè dolere, godere, sperare e temere. Così dall’angiolo buono all’anima tutti questi. Come fa il diavolo? El diavolo entra talvolta a la porta del levante all’anima col godere, cioè dando delle prosperità. Viene l’angiolo, e sta dall’altra porta riscontra12 a questa col dolere, dicendo: — Guarda quello che tu fai, dimostrando godere quello che è da godere, e lassa l’avanzo; non cascare per l’abondanza de’ beni. — El diavolo sta pure dalla porta del levante, dicendo: — O gode di questi beni della terra: tu li puoi tenere tutti: so’ creati perchè l’uomo li possegga. Lassa dire chi dice il contrario: mangia, beie, dorme, vesteti e sta’ splendidamente, e piglia di questi beni, mentre che tu ne puoi avere. — E l’angiolo buono dell’altra porta fa resìstare a ciò che questo pensiero non entri dentro.— Sta’ fuore, chè tu non ci entrarai; — aitando l’anima, e dandole le buone ispirazioni, e ritenendo il dimonio; e in questo modo l’angiolo aiuta l’anima. Simile, non potendo entrare il diavolo da questa porta, et elli vuole entrare dalla porta dell’occidente, la quale significa el dolere, e dà delle persecuzioni. Elli dà infirmità al corpo; elli uccide i figliuoli; elli manda grandine sopra i suoi beni; elli ne va in preda delle sue bestie, e dàlli delle fortune in molti modi per farlo cascare in disperazione. E l’angiolo del levante subito corre all’anima, confortandola che sostenga per l’amore di Dio, dimostrando la passione del Signore, il quale patì tanta pena per l’anima sua, e mettele nel cuore che abbia pazienzia e che non si lamenti di Dio, nè di niuna cosa che gli avenga, dicendo e dimostrando che queste cose so’ transitorie, e che speri d’avere ristoramento nella gloria per la pazienzia sua; e così sostiene la tentazione. — Va’ via, chè anco non intrarai per questa porta. — E come questa tentazione è passata, e elli vuole intrare anco il diavolo nell’anima di costui per la porta del mezodì, la quale significa la speranza de’ beni di questo mondo, nelle superbie, nelli stati e nelle grandezze di farsi alto e magno. E subito l’angiolo buono corre dalla porta del setentrione, il quale significa il timore, e comincia a dimostrare i pericoli, nei quali sta chi ha di questi stati, e gli odi che lo’ so’ portati, dice: — Non fare, non fare; lassa stare queste cose; non sperare nelle cose di questo mondo, però che niuna cosa ci è stabile. Spera in Deo, et fac bonitatem. — Spera nel Signore, e fa’ l’operazione buone. — E così dice all’altro avversario: — Va’ adrieto, va’ alla malora, chè tu non se’ atto a entrare qui. In questo modo l’angiolo aita l’anima che non caschi per niuno modo in peccato, per lo quale essa possa o venga a pèrdare Idio.
Tu hai veduto questi quatro venti contrari, i quali sempre tempestano l’anima con diverse tentazioni, et hai veduto come li angioli l’aitano, a ciò che essa non caschi, dimostrandole i pericoli che sono a amare o temere o sperare o godere delle cose di questo mondo. E questo basti quanto alla prima parte principale dell’angelica missione.
Vediamo la siconda, la quale è di angelica rifrenazione13: mandavit de te. E questa parte si riferisce inverso quelli i quali sono nelle delizie di questo mondo, i quali stanno in delicatezza di cibi, di vestiti, nel diletto di canti, di suoni in diverse maniere: simili in lussurie, andando con famègli dietro, in agio di dormire, e in altezza di stati, e in simili cose; le quali ricchezze e cose splendide vengono pella porta dello oriente nell’anima. E l’agnolo che è dato in aiuto dell’anima, subito dimostra come essa debbi tenere queste cose con timore di Dio. Sai, come è colassù a santo Agostino in Capitolo quelle dipènture con quelli quatro venti da quatro parti, e’ quali so’ questi quatro venti ch’io ti dico.14 E quelli che tengono queste ricchezze in modo che non è sicondo Idio, di loro dice Giovanni nello Apocalisse a xiiij capitolo: Cecidit, cecidit Babylon illa magna, quae a vino irae fornicationis suae potavit omnes gentes. — Cadde, cadde Babilonia, quella città grande, la quale s’intende piena di fornicazioni, che inebria ogni gente. — Questa Babilonia è interpretata fornicazione, la quale sta volta col capo sotto, mostrando i piei a Dio; e a lei è detto tre volte cecidit, contra a tre peccati15 che so’ nel mondo tanto contrari a Dio. Cecidit, contro alla superbia; cioè a chi sta in altezza di stato e signoria, e in tirannia; i quali sempre vogliono soprastare ognuno. Cecidit, contra all’avarizia di coloro che sempre ragunano robba e in contratti inleciti, usura, rapina e robbarie. Cecidit, contra alla lussuria di coloro i quali non tengono fede al matrimonio. Simile anco alli sciolti, li quali non hanno donna; i quali cascano per ogni modo16 in peccato di carne. A terra, a terra, a terra tutti questi vizi. E come l’angiolo vede niuno, il quale vuole accettare l’aiuto che esso vuol fare, subito corre là due costui è cascato, e aitalo a rizare e a trarlo del peccato; e così levato il conduce in istato di perfezione, faciendolo vivare nel timor di Dio. O giovani, sappiate che io fui già giovano, e ora mi ritruovo vecchio, e so di quelle cose che facevano i giovani al mio tempo; che quando penso, in uno stante io ero giovane e ora mi ritruovo vecchio, che a pena ho volto l’ochio; e così pensando al poco tempo che ci si può vivare, a me mi pare già d’èssare in sulla fossa. E so in quante maniere di peccati casca chi in un modo chi in un altro. O vecchio avaro, che non truovi luogo a’ tuoi danari, che li vai sotterrando ora qua ora là, tiene a mente che tu li perderai e morrai e lassarali; e se tu gli hai mal guadagnati, verranno alle mani d’altri, e tu te ne andarai a casa del diavolo. Piglia esemplo, dico, che ti bisognerà.
Anco viene all’anima un altro vento dell’occidente, che significa il dolore, e dimostra il contrario di questo di sopra. Elli mostra tradimenti, divisioni, omicidi, inganni, minacce, tirannie e odio l’uno contra all’altro. E come l’angiolo vede costui volersi aitare e tirarsi a dietro da questi pericoli, subito corre nel pensiero di costui, il quale vede queste cose a lui contrarie, e tura la boca a questo vento. E così turata la bocca, e costui è aiutato; chè di quello che aveva dolore, e elli il fa godere; e dove elli temeva del mondo, e elli spera in Dio; dove era l’odio, e elli v’è l’amore; dove era guerra, e elli vi mette pace; dove era paura, e elli vi mette sicurtà, e come ogni cosa era in disordine sicondo il mondo, et egli mette a ordine ogni cosa sicondo Idio17. Adunque, volendo godere, leva via l’odio del cuore, e in luogo suo mettivi la concordia e la pace, e ogni cosa mette per via che tu sia nel mondo e sia in Dio18. E questo è quello angiolo il quale è di Cristo nello Apocalisse a X capitolo: Et vidi alium Angelum fortem discendentem de coelo, amictum nube, et iris in capite eius, et facies eius erat ut sol, et pedes eius tamquam columnae ignis; et habebat in manu sua libellum apertum. — E vidi uno altro angiolo forte descendente del cielo, vestito di nuvila, e l’arco celestiale19 sopra al capo suo, e la faccia sua era come sole, e’ piedi suoi come colonna di fuoco; e aveva nella sua mano uno libro aperto. — Là dove tu vedi in queste parole20 sette proprietà di coloro che vogliono vivare bene.21
Prima proprietà è stabiliente, la quale è contra alle fortune del mondo; e però dice: Vidi angelum fortem.
Seconda, aumiliante, il quale è contra a tutte le cose superbe di questo mondo; e però dice: discendentem de coelo.
Terza, lacrimante, il quale è contro alle crudeltà, le quali si fanno nel mondo; e però dice: amictum nube.
Quarta, timorante, lagrimando per contrizione; e però dice: iris in capite eius: — aveva l’arco in capo; — chè come tu sai che aviamo di Noè, che Idio per testimonio che mai più non manderebbe diluvio nel mondo, pose l’arco nel cielo; dimostrando e significando che mai non voleva che morissero in diluvio d’acqua; così non muoia mai niuno, il quale ha la concordia e la pace.
Quinta, serenante, et facies eius erat ut sol: — la faccia sua era come sole splendiente, e chiara e allegra. — Doh! non vedi tu quanto uno vuole bene a un altro, che gli mostra uno viso piacevole, che è una allegreza, sempre ridendo con quello atto tutto inamorato? E se egli gli vuole male, quando el mira, el mira con una faccia scura e acidiosa, che pare la mala ventura?22
Sesta, affezionante: et pedes eius tamquam columnae ignis: — e’ pie’ suoi come colonna di fuoco.— E questo significa l’operazioni che si fanno con fervore e con carità in verso di Dio et in verso del prossimo.
Septimo, rivelante: et habebat in manu sua libellum apertum: — et aveva nella mano sua un libro aperto: — dove ti dimostra che ciò che ella aveva nel cuore, tel mostrava, non tenendo nascoso nulla. Doh, quanto è grande consolazione, quando l’uno dimostra all’altro la verità senza tenere nissuna cosa nascosa, dove possa nàsciare o inganno o sospetto! E qui hai veduto el dritto e ’l rovescio dello odiente, che so’ le prosperità; e del ponente, che so’ l’avversità.
Dal mezodì ti vengono l’altre tentazioni, le quali sònno la speranza di questo mondo. Viene la tentazione nell’anima di queste cose, di stati, di farti grande e alto, e di farti forte più che gli altri. E l’angiolo del timore ti soccorre, et esce fuore dimostrandoti quello che tu speri, non è sicondo Idio: anco è contro a Dio. E questo Angiolo ti dice come hai nell’Apocalisse al Xiiij capitolo: Timete Deum, timete Deum: — Temete Idio, temete Idio; — non sperate di queste alteze nè di queste superbie e stati; imperò che poche volte è che non capitino male. Tu hai nel vangelo di sancto Luca: Qui se humiliat, exaltabitur; qui se exaltat, humiliabitur. — Colui che s’umilia, sarà esaltato; chi si esalta in alteza e in superbia, sarà umiliato. —
Quarta tentazione entra nell’anima per la porta del setentrione, significata pello timore; et esso viene cor una tentazione di pusillanimità; e questo interviene molto a’ vechi. O vecchio avaro e pusillanimo, che ti trovi ricco, piena la casa di grano, di vino, d’olio, di carne e d’ogni cosa, e credi morire nelle miserie, e ogni assai ti pare poco, e sempre stai in affanno de’ denari, sotterrandoli quando in sala e quando in camera, quando in uno cantone e quando nella stalla; credemi che tu te ne anderai, et ellino rimarranno, che credi che il mondo ti venga meno! Io t’avviso di questo, che in poco tempo provarai che io ti dico il vero. Anco hai l’aiuto dello angiolo: accepta l’aiuto suo; e se tu vorrai èssare aiutato, e l’angiolo del mezodì, cioè la speranza, subito corre in aiuto dell’anima tua, dicendoti: Spera in Deo, et fac bonitatem. Spera nel Signore, e fa’ questo tempo che ci hai a vivere, mettelo in operazioni buone, e non temere di nulla, chè Iddio t’aitarà. E così in ogni modo et in ogni stato e d’ogni tempo tu puoi èssare aiutato dall’angiolo, se tu vuoi. Però, aitati e Idio t’aitarà.23 E però nel medesimo capitolo dello Apocalisse, cioè el 7° capitolo, siegue più in giù: Et vidi alterum angelum ascendentem ab ortu solis, habentem signum Dei vivi, et clamavit voce magna quator Angelis, quibus datum est nocere terrae et mari, dicens: Nolite nocere terrae et mari, neque arboribus, quoad usque signemus servos Dei nostri in frontibus eorum. — E viddi un altro Angiolo discendente dal levante del sole, e aveva il segno di Dio vivo, e gridò con grande voce a’ quatro angioli, a’ quali è dato potenzia di nuociare alla terra e al mare e disse: Non vogliate nuociare alla terra nè al mare nè a niuno arbore, insino che noi segniamo i servi di Dio nelle fronti loro. — E però vi dico: sperate in Dio e non in altri, imperò che niuna cosa è stabile in questo mondo. Doh! talvolta io considero in me medesimo, e dico: — Frate Bernardino, in brevissimo tempo tu ti ritrovi èssare stato giovane, e ora vecchio. Che aspetti tu, se non la morte? Poco ogiumai ci puoi vivare. — A casa.
Noi aviamo veduti quatro angioli guardare la città di Siena quadrata, i quali tengono24 ogni mala tentazione e ogni mala spirazione diabolica; le quali ci vengono25 o per godere o per temere o per isperare o per dolere le cose di questo mondo contro alla regola e contro alla volontà di Dio. Et hai veduto come gli angioli ci aitano a campare da tutte quelle tentazioni, le quali ci so’ fatte; e come ogni cosa ci faranno dirizzare in Dio e per Dio; e come si dìe lassare i modi del mondo e del dimonio, e seguitare quelli di Dio; dove26 hai compresa la seconda parte di angelica rifrenazione: ut custodiant te.
Vediamo la terza parte principale, dove dissi di mirifica salvazione: ut custodiant te in omnibus viis tuis: — che tu sia guardato in tutte le tue vie. — Là dove noi vedremo èssare guardate tre ragioni di creature, come nel mondo ne so’ di tre stati; cioè lo stato delli incipienti, lo stato dei proficienti e lo stato dei perfetti. Comanda Idio che costoro non siano tochi per niuno modo. Ne flarent super terram, neque super mare, neque in ullam arborem. — Non soffiare, sta’ saldo, non far danno nè sopra alla terra, nè sopra al mare, nè sopra a niuno arbolo.— Significa il mare lo stato dell’incipienti; il quale stato sempre ha temenzia di Dio, sempre triema e sempre ondeggia. — Doh! io non vorrei fare contra al volere di Dio, come io ho fatto per lo tempo passato; — e l’angiolo subito dice al vento: — Sta’ saldo. — E questo è in quanto alli incipienti.
La terra significa, perchè ella è stabile, lo stato dei proficienti, i quali stanno saldi a fare quello che Dio ha comandato, e quello che comanda la sua santa Chiesa, e quello che tengono i dottori santi; e se essi hanno delle avversità e delle tentazioni, ellino s’aitano collo arbitrio di non volere cascare; e gli angioli corrono subito da quello luogo donde viene la tentazione: — Va’ adrieto, non soffiare, non fare danno sopra alla terra; — e così so’ aitati.
L’altro si è li arbori i quali stanno in aire, significa lo stato dei perfetti, i quali sempre stanno in contemplazione delle cose superne; che, bene che vengano a loro e’ tentatori, non si curano di nulla, sempre avendo il rispetto all’altissimo Idio loro creatore. E come li angioli veggono questi tali tentatori27, corrono là. — Sta’ saldo, non toccare costoro, non far danno in niuno arboro; imperò che questi son coloro che so’ segnati col segno di Dio vivo nelle fronti loro. Va, indrieto, chè voi non avete a fare nulla di questa brigata. — E così so’ aitati tutti questi incipienti, proficienti e perfetti.
Tu hai veduto la prima parte d’angelica missione, Angelis suis; dove vedesti due reami dell’altissimo Idio con quatro notabili. Vedesti la siconda, la quale fu di angelica rifrenazione28, dove vedesti l’anima èssare aitata dalli angioli contro alle tentazioni. La terza hai veduta di mirifica salvazione; dove so’ aitati dalli angioli lo stato delli incipienti, lo stato dei proficienti e lo stato de’ perfetti. Et hai veduta la città di Siena èssare aiutata e guardata; le quali cose priego l’altissimo Idio che vi conceda di fare a sua laude in questo mondo, acciò che poi possediate il reame della gloria di vita eterna. Amen.
Note
- ↑ Sempre in luogo di porte. Ma certe forme e certe uscite di parole proprie, come questa, della pronunzia senese, non giudichiamo meritevoli di annotazione, essendo oramai ben note alla generalità dei lettori.
- ↑ Così il Cod. Sen. 4; ma quello Palermitano e l’altro Cod. Sen. 6 leggono, diabolica; lezione che ci parve da ripudiare.
- ↑ Ma il Cod. Pal. e il Cod. Sen. 6 errano di nuovo legggendo, salutazione.
- ↑ Vale a dire, chi non vi pone attenzione, chi non vi guarda.
- ↑ La celebre Piazza del Campo, ricordata audio nei Prologo, oggi Piazza Vittorio Emanuele, nella quale siede il bellissimo palazzo del Comune, presso una cui porta soleva il Santo fare queste sue prediche al popolo.
- ↑ Cod. pal., arbitrio.
- ↑ Cod. Pal., trovato dal diavolo.
- ↑ In senso di, alcuno, come l’usa spessissimo l’Autore.
- ↑ Così in tutti e tre i Codd.; e se il costrutto non è regolare, notevole è certo la efficacia della dizione.
- ↑ Rammenta il noto verso dell’Alighieri: Tu ricca, tu con pace, tu con senno (Purg. VI). Comentano poi questo passo le seguenti parole dello storico di Siena Orlando Malavolti. «Trovandosi i Sanesi in quel tempo senza guerra, e per le prediche che con molto affetto spirituale e devotione haveva fatte il medesimo fra Bernardino dimenticatisi delle loro partialità e divisioni, stavano in una tranquilla pace, dalla quale prese molto vigore e buona speranza di quietare gli animi per qualche anno la Città e Dominio di Siena» (Ist. San., Par. III, Lib. I, c. 17).
- ↑ I Cod. Sen. 4 legge, arra; il Cod. Pal. invece, aria. Qui abbiam seguito il Cod. Sen. 6.
- ↑ Senesismo, in cambio di riscontro.
- ↑ In questo luogo, e dove questa locuzione ricorre, il Cod. Pal. ha costantemente, diabolica afrenazione o pure rifrenazione.
- ↑ Il convento di S. Agostino, già dei principali della città, fu fabbricato nel 1258: la chiesa, rammodernata con disegno dell’architetto telli, è ricca di tele e tavole pregiatissime. Ma delle pittare, a cui qui si allude, oggi interamente perdute, sappiamo quel tanto che ne lasciò scritto Giorgio Vasari nella vita di Ambrogio Lorenzetti, lodato autore di quelle. Scrive adunque il Vasari che Ambrogio fece in fresco «ne’ frati di S. Agostino di detta città il Capitolo, dove nella volta si veggiono figurati gli Apostoli con carte in mano, ove è scritto quella parte del Credo che ciascheduno di loro fece; ed appiè una istorietta contenente con la pittura quel medesimo che è di sopra con la scrittura significato.» E da credere che il Santo accenni specialmente a queste istoriette, delle quali il Vasari tacque l’argomento, forse allegoriche, secondo che portava l’ingegno e l’indole del Lorenzetti, dato insieme al culto dell’arte e della filosofìa.
- ↑ Intendasi, relativamente a tre peccati, o sivvero in rapporto a tre peccati
- ↑ Cod. Pal., per niuno modo.
- ↑ Cod. Pal. e omgni cosa mette a ordine, sicondo a Dio.
- ↑ Cioè, metti nei cuor tuo ogni cosa che possa, pur restando nel mondo, farti vivere in Ido.
- ↑ Tutti i Codd., meno il Cod. Sen. 4, leggono, e l’arco sopra al capo suo.
- ↑ Così il Cod. Sen. 4; gli altri, in questo parlare.
- ↑ Il Cod. Pal. ha, viver buoni.
- ↑ Il Cod. Pal. ha, una mala ventura. E il chiariss. ab. Di Giovanni postillò: — Questo pare una mala ventura è modo vivo nel popolo siciliano, per voler dire di aver vista trista, immiserita, e anche dispregievole, — cattiva. — Noi possiamo aggiungere che tal locuzione è siciliana e italiana ad un tempo.
- ↑ È l’antico proverbio: Aiutati, dice il Signore, chè io aiuto Nel Cod. Pal., in luogo di aitare, è sempre aiutare, e così la procedenza tutta.
- ↑ Vale a dire, impediscono.
- ↑ Il Cod. Pal., le quali avvengono.
- ↑ Il Cod. Sen. 6 ha costantemente due per dove, che è modo tuttora usato dal nostro volgo.
- ↑ Nel Cod. Sen. 4 queste tali tentazioni.
- ↑ Ancor qui il Cod. Pal. e il Cod. Sen. 6 leggono invece, diabolica affrenazione.