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e dice: - Non fare, non fare; lassa stare queste cose; non sperare nelle cose di questo mondo, però che niuna cosa ci è stabile.

Spera in Deo, et fac bonitatem. - Spera nel Signore, e fa' l'operazione buone. - E così dice all'altro avversario: - Va' adrieto, va' alla malora, ché tu non se' atto a entrare qui. -

In questo modo l'angiolo aita l'anima che non caschi per niuno modo in peccato, per lo quale essa possa o venga a pèrdare Idio.

Tu hai veduto questi quatro venti contrari, i quali sempre tempestano l'anima con diverse tentazioni, et hai veduto come li angioli l'aitano, a ciò che essa non caschi, dimostrandole i pericoli che sono a amare o temere o sperare o godere delle cose di questo mondo.

E questo basti quanto alla prima parte principale dell'angelica missione.

Vediamo la siconda, la quale è di angelica rifrenazione: mandavit de te. E questa parte si riferisce inverso quelli i quali sono nelle delizie di questo mondo, i quali stanno in delicatezza di cibi, di vestiti, nel diletto di canti, di suoni in diverse maniere: simili in lussurie, andando con famègli dietro, in agio di dormire, e in altezza di stati, e in simili cose; le quali ricchezze e cose aplendide vengono pella porta dello oriente nell'anima.

E l'agnolo che è dato in aiuto dell'anima, subito dimostra come essa debbi tenere queste cose con timore di Dio. Sai, come è colassù a santo Agostino in Capitolo quelle dipenture con quelli quatro venti da quatro parti, e' quali so' questi quatro venti ch'io ti dico. 1.

  1. Il convento di S. Agostino, già dei principali della città, fu fabbricato nel 1258; la chiesa, rammodernata con disegno dell'architetto Vanvitelli, è ricca di tele e tavole pregiatissime. Ma delle pitture, a cui qui si allude, oggi interamente perdute, sappiamo quel tanto che ne lasciò scritto Giorgio Vasari nella vita di Ambrogio Lorenzetti, lodato autore di quelle. Scrive adunque il Vasari che Ambrogio fece in fresco "ne' frati di S. Agostino di detta città il Capitolo, dove nella volta si veggiono figurati gli Apostoli con carte in mano, ove è scritto quella parte del Credo che ciascheduno di loro fece; ed appiè una istorietta contenente con la pittura quel medesimo che è di sopra con la scrittura significato". E' da credere che il santo accenni specialmente a queste istoriette, delle quali il Vasari tacque l'argomento, forse allegoriche, secondo che portava l'ingegno e l'indole del Lorenzetti, dato insieme al culto dell'arte e della filosofia ( Bianchi)