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II 17235 «Disse il medico che», II 17327 «alcuno altro che beffato fosse», II 21825 «avvenne una notte... che», II 28616 «conoscendo che», II 30624 «nelle mie contrade s’usa... che», II 32322 «dico che», II 32418 «conoscere che»;

e, edI 4413 «e per ciò», I ivi16 «ed a narrarvi quella»1, I 831 «e dopo la cena», I 10115 «e cosí compostamente», I 25635 «e quegli», I 35331 «e di romore», I 39524 «ed era usato», II 3621 «ed in lá», II 2108 «e quivi», II 16916 «e quando», II 19321 «e tutti», II 2108 «e quando», II 29317 «e per ciò», II 30132 «e dopo molti»2.


Mutamenti. — I mutamenti introdottisi in B rispetto alla certa o probabile lezione originaria sono numerosissimi e dipendono un po’ da tutte quelle cause di alterazione e di perturbamento che sogliono notoriamente produrre nella tradizione manoscritta i passaggi da una copia ad un’altra. Vi hanno parte per conseguenza gli scambi tra due lettere, la caduta o la trascuranza di elementi grafici, l’errata interpretazione dei segni di richiamo o di compendio, la replica di suoni o di parole, i trascorsi provocati dall’occhio o dall’orecchio, l’arbitrio o la sbadataggine nei riguardi delle particelle (e, in genere, delle parole monosillabiche, con le quali si trattava piú confidenzialmente), l’intenzione piú o meno deliberata di modificare quel che non si capisce o non piace. Queste, le principali cause delle mutazioni; l’effetto può essere di due sorta, che il guasto s’avverta immediatamente, con la forza dell’evidenza, oppure che richieda attenzione, meditazione, riscontro per essere individuato: e la correzione sará, naturalmente, anch’essa certissima o certa o meno certa caso per caso. Ma degli errori piú crassi ed insieme meno maligni, come quelli dei quali l’emendamento è ovvio ed intuitivo, non accade intrattenerci qui3, dovendosi rivolgere l’attenzione a quegli altri,

  1. Nel passo presente il testo parve difettivo al Fanf. (I, p. 49, n. 2), che intravvide il rimedio ma non osò adottarlo. Si avverta che «quella» va riferito al concetto novella implicito nel «narrarvi», ed è inoltre sorretto dal ricordo, persistente nell’orecchio, delle parole «novella da Neifile detta» che stanno quattro righe prima; un caso analogo di sillessi appoggiata ad un richiamo di vocabolo si riscontra in I 6014 «La precedente novella.... m’induce a voler dire come.... la quale ecc.».
  2. La mancanza di questo e non s’avverte nella vulg., per avere L mutato il precedente «venne da lui» in «venuto da lui».
  3. Basterá indicare i principali: I 1116 scrivirlo, 5032 rei («reina»), 8318 stasere, 898 se cortine («le c.»), 931 chi («che»), 1237 adomarono («addomandarono»), 13134 prenza, 1354 vacando («vogando»), 19213 tondalo, 20131 abbiasimo («abbia