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novella terza 201

novella ella avesse. La donna rispose: — Padre mio, le novelle che io ho non sono altre che di quel maladetto da Dio vostro amico, di cui io mi vi ramaricai l’altrieri, per ciò che io credo che egli sia nato per mio grandissimo stimolo e per farmi far cosa, che io non sarò mai lieta né mai ardirò poi di piú pormivi a’ piedi. — Come!— disse il frate — non s’è egli rimaso di darti piú noia? — Certo no, — disse la donna — anzi, poi che io mi ve ne dolfi, quasi come per un dispetto, avendo forse avuto per male che io mi ve ne sia doluta, per ogni volta che passarvi solea, credo poscia vi sia passato sette. Ed or volesse Iddio che il passarvi ed il guatarmi gli fosse bastato: ma egli è stato sí ardito e sí sfacciato, che pure ieri mi mandò una femina in casa con sue novelle e con sue frasche, e quasi come se io non avessi delle borse e delle cintole, mi mandò una borsa ed una cintola; il che io ho avuto ed ho sí forte per male, che io credo, se io non avessi guardato al peccato, e poscia per vostro amore, io avrei fatto il diavolo: ma pure mi son rattemperata, né ho voluto fare né dire cosa alcuna che io non vel faccia prima assapere. Ed oltre a questo, avendo io giá renduto indietro la borsa e la cintola alla feminetta che recata l’avea, ché gliele riportasse, e brutto commiato datole, temendo che essa per sé non la tenesse ed a lui dicesse che io l’avessi ricevuta, sí come io intendo che elle fanno alcuna volta, la richiamai indietro e piena di stizza gliele tolsi di mano ed holla recata a voi, acciò che voi gliele rendiate e gli diciate che io non ho bisogno di sue cose, per ciò che, la mercé di Dio e del marito mio, io ho tante borse e tante cintole, che io ve l’affogherei entro. Ed appresso questo, sí come a padre mi vi scuso che, se egli di questo non si rimane, io il dirò al marito mio ed a’ fratei miei, ed avvengane che può: ché io ho molto piú caro che egli riceva villania, se ricevere ne la dée, che io abbia biasimo per lui; frate, bene sta! — E detto questo, tuttavia piagnendo forte, si trasse di sotto alla guarnacca una bellissima e ricca borsa con una leggiadra e cara cinturetta, e gittolle in grembo al frate; il quale, pienamente credendo ciò che la donna dicea, turbato oltre misura le prese, e disse: — Figliuola,