parenti a casa di lei portarmi debbano: io debbo credere che essi il corpo di Scannadio non vogliono per doverlosi tenere in braccio o metterlo in braccio a lei; anzi si dée credere che essi ne voglian far qualche strazio, sí come di colui che forse giá d’alcuna cosa gli diserví. Costei dice che di cosa che io senta io non faccia motto. O se essi mi cacciasser gli occhi o mi traessero i denti o mozzassermi le mani o facessermi alcuno altro cosí fatto giuoco, a che sarei io? Come potrei io star cheto? E se io favello, e mi conosceranno e per avventura mi faranno male: ma come che essi non me ne facciano, io non avrò fatto nulla, ché essi non mi lasceranno con la donna; e la donna dirá poi che io abbia rotto il suo comandamento e non fará mai cosa che mi piaccia. — E cosí dicendo, fu tutto che tornato a casa: ma pure il grande amore il sospinse innanzi con argomenti contrari a questi e di tanta forza, che all’avello il condussero; il quale egli aperse, ed entratovi dentro e spogliato Scannadio e sé rivestito e l’avello sopra sé richiuso e nel luogo di Scannadio postosi, gl’incominciò a tornare a mente chi costui era stato, e le cose che giá aveva udite dire che di notte erano intervenute, non che nelle sepolture de’ morti, ma ancora altrove: e tutti i peli gli s’incominciarono ad arricciare addosso, e parevagli tratto tratto che Scannadio si dovesse levar ritto e quivi scannar lui. Ma da fervente amore aiutato, questi e gli altri paurosi pensier vincendo, stando come se egli il morto fosse, cominciò ad aspettare che di lui dovesse intervenire. Rinuccio, appressandosi la mezzanotte, uscí di casa sua per far quello che dalla sua donna gli era stato mandato a dire: ed andando, in molti e vari pensieri entrò delle cose possibili ad intervenirgli, sí come di poter col corpo, sopra le spalle, di Scannadio venire alle mani della signoria ed esser come malioso condannato al fuoco, o di dovere, se egli si risapesse, venire in odio de’ suoi parenti, e d’altri simili, da’ quali tutto che rattenuto fu. Ma poi, rivolto, disse: — Deh! dirò io di no della prima cosa che questa gentil donna, la quale io ho cotanto amata ed amo, m’ha richesto, e spezialmente dovendone la sua grazia acquistare? Non ne dovessi io di certo