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novella prima 353

fatta segretamente apprestare, ne meneremo, uccidendo chiunque ciò contrastar presummesse. — Piacque l’ordine a Cimone, e tacito infino al tempo posto si stette in prigione. Venuto il giorno delle nozze, la pompa fu grande e magnifica, ed ogni parte della casa de’ due fratelli fu di lieta festa ripiena. Lisimaco, ogni cosa opportuna avendo apprestata, Cimone ed i suoi compagni e similmente i suoi amici, tutti sotto i vestimenti armati, quando tempo gli parve, avendogli prima con molte parole al suo proponimento accesi, in tre parti divise, delle quali cautamente l’una mandò al porto, acciò che niun potesse impedire il salire sopra la nave quando bisognasse: e con l’altre due alle case di Pasimunda venuti, una ne lasciò alla porta, acciò che alcun dentro non gli potesse rinchiudere o a loro l’uscita vietare, e col rimanente insieme con Cimone montò su per le scale. E pervenuti nella sala dove le nuove spose con molte altre donne giá a tavola erano per mangiare assettate ordinatamente, fattisi innanzi e gittate le tavole in terra, ciascun prese la sua e nelle braccia de’ compagni messala, comandarono che alla nave apprestata le menassero di presente. Le novelle spose cominciarono a piagnere ed a gridare, ed il simigliante l’altre donne ed i servidori: e subitamente fu ogni cosa di romore e di pianto ripieno. Ma Cimone e Lisimaco ed i lor compagni, tirate le spade fuori, senza alcun contrasto data loro da tutti la via, verso le scale se ne vennero: e quelle scendendo, occorse lor Pasimunda, il quale con un gran bastone in mano al romor traeva, cui animosamente Cimone sopra la testa fedí e ricisegliele ben mezza, e morto sel fece cadere a’ piedi; all’aiuto del quale correndo il misero Ormisda, similmente da un de’ colpi di Cimone fu ucciso, ed alcuni altri che appressarsi vollero, da’ compagni di Lisimaco e di Cimone fediti e ributtati indietro furono. Essi, lasciata piena la casa di sangue e di romore e di pianto e di tristizia, senza alcuno impedimento, stretti insieme con la loro rapina alla nave pervennero; sopra la quale messe le donne e saliti essi e tutti i lor compagni, essendo giá il lito pieno di gente armata che alla riscossa delle donne venia, dato de’ remi in acqua, lieti andaron pe’ fatti loro. E pervenuti in Creti, quivi