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novella decima 173

ne disse il messo nostro che voi tremavate come verga e non sapevate dove voi vi foste. Or voi ce l’avete ben fatta, ma mai piú persona non la ci fará: ed a voi ne faremo ancora quello onore che vi se ne conviene.— Il medico cominciò a chieder perdono ed a pregargli per Dio che nol dovesser vituperare, e con le migliori parole che egli poté s’ingegnò di paceficargli: e per paura che essi questo suo vitupèro non palesassero, se da indi addietro onorati gli avea, molto piú gli onorò e careggiò con conviti ed altre cose da indi innanzi. Cosí adunque, come udito avete, senno s’insegna a chi tanto non n’apparò a Bologna.

[X]

Una ciciliana maestrevolmente toglie ad un mercatante ciò che in Palermo ha portato; il quale, sembianti faccendo d’esservi tornato con molta piú mercatantía che prima, da lei accattati denari, le lascia acqua e capecchio.


Quanto la novella della reina in diversi luoghi facesse le donne ridere, non è da domandare: niuna ve n’era a cui per soperchio riso non fossero dodici volte le lagrime venute in su gli occhi. Ma poi che ella ebbe fine, Dioneo, che sapeva che a lui toccava la volta, disse:

Graziose donne, manifesta cosa è, tanto piú l’arti piacere quanto piú sottile artefice è per quelle artificiosamente beffato. E per ciò, quantunque bellissime cose tutte raccontate abbiate, io intendo di raccontarne una tanto piú che alcuna altra déttane da dovervi aggradire, quanto colei che beffata fu era maggior maestra di beffare altrui che alcuno altro che beffato fosse di quegli o di quelle che avete contate.

Soleva essere, e forse che ancora oggi è, una usanza in tutte le terre marine che hanno porto, cosí fatta, che tutti i mercatanti che in quelle con mercatantíe capitano, faccendole scaricare, tutte in un fondaco, il quale in molti luoghi è chiamato