Istoria del Concilio tridentino/Indice del primo volume

Indice del primo volume

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Libro secondo - Capitolo X

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INDICE DEL PRIMO VOLUME

LIBRO PRIMO

Capitolo I (1502-1521) |||
 p. 3

[Disegno dell’autore. — Uso antico di convocare concili. — Condizioni della Chiesa nel secolo XVI. — Leone X e le indulgenze. — Protesta di Martin Lutero. — Viene citato a Roma: suo incontro ad Augusta col cardinale Gaetano. — Bolla di Leone X in favore delle indulgenze. — Ripercussioni nella Svizzera. — Bolla di Leone X contro Lutero, che si appella al concilio. — Lutero fa bruciare la bolla e le decretali. — Si presenta alla dieta di Worms ed è messo al bando dell’ Impero. — La sua dottrina è condannata dall’universitá di Parigi e riprovata da Enrico VIII d’Inghilterra. — Nuovi torbidi in Svizzera. — Conferenza di Zurigo. — Generale desiderio di un concilio.]

Capitolo II (1522 - settembre 1523) |||
 p. 31

[Morte di Leone X ed elezione di Adriano VI. — Sua intenzione di emanare una nuova bolla sulle indulgenze, contrastata dal cardinale Gaetano. — Il cardinale Puccio lo dissuade dal ristabilire l’uso delle penitenze canoniche e il cardinale Soderini dall’agire contro gli abusi, consigliandolo a valersi della forza contro i luterani. — Il cardinale Chieregato è inviato nunzio della dieta di Norimberga: sua azione. — I Ccntum gravamina della dieta trasmessi a Roma. — Giudizi sulla condotta di Adriano VI; sua morte.]

Capitolo III (ottobre 1523-1529) |||
 p. 49

[Elezione di Clemente VII. — Invio del cardinale Campegio alla dieta di Norimberga. — A Ratisbona fa ratificare da alcuni principi e vescovi la sua proposta di riforme, dagli altri non accettate. — L’Imperatore disapprova il decreto della dieta. — Nuova dieta di [p. 434 modifica]Spira: decisione di nulla mutare, in attesa di un concilio. — Lega santa di Cognac: Clemente VII invia due brevi a Carlo V. — Ri sposte dell’imperatore, sue lagnanze, appello al concilio e lettera al collegio dei cardinali. — I colonnesi contro il papa: saccheggio del Vaticano: scomunica di essi, che si appellano al concilio. — Sacco di Roma da parte degl’imperiali e cacciata dei Medici da Firenze: prigionia e liberazione del papa. — La riforma si afferma in Svizzera: tentativi anche in Italia. — Clemente VII si riconcilia con Carlo V. Dieta di Spira e suo decreto: protesta di alcuni principi: dal che il nome di «protestanti». — Lutero e Zuinglio: vano tentativo di conciliazione a Marburgo. — Carlo V e Clemente VII a Bologna: il papa distoglie l’imperatore dall’idea d’un concilio. — Incoronazione dell’imperatore e convocazione d’una dieta in Augusta.]

Capitolo IV (1530 - settembre 1534). |||
 p. 83
[Inizio della dieta d’Augusta, presenti l’imperatore e il legato Campegio. — I protestanti presentano la loro professione di fede (confessione augustana). Impressioni e discussioni suscitate da essa. — Vano tentativo d’accordo. — Recesso imperiale del 19 novembre, sostanzialmente contrario ai protestanti. — Malcontento del papa per l’ingerenza di Carlo V nelle cose di religione. — Sua lettera ai principi, con promessa di concilio. — Lettera di difesa dei protestanti. — I re di Francia e d’Inghilterra dichiaransi favorevoli al concilio. — Resistenza dei protestanti al recesso imperiale: Carlo V indice una dieta a Ratisbona. — Lotte fra i cantoni svizzeri: morte di Zuinglio. — Insistenze dell’imperatore presso il papa per il concilio. — Esigendo il papa che si faccia in Italia, e generale, le trattative s’interrompono. — Carlo V, necessitandogli la pace interna, concede libertá di religione fino al concilio (transazione di Norimberga). — Nuovo incontro del papa e dell’imperatore a Bologna. — Invio del legato Rangoni in Germania per trattare del concilio: i protestanti convocati a Smalcalda rigettano le sue proposte. — Il papa s’accorda col re di Francia, che si sforza invano di far accettare ai protestanti un concilio secondo i desideri papali. — Enrico VIII e lo scisma d’Inghilterra. — Nuove trattative di concilio, interrotte dalla morte di Clemente VII.]
Capitolo V (ottobre 1534-1538). |||
 p. 114

[Elezione di Paolo III. — Suoi propositi circa il concilio. — Critiche destate dalla nomina di due nipoti a cardinali. — Invio di nunzi ai principi. — Il Vergerio in Germania: inutili trattative coi protestanti e con Lutero. — Insistenza della dieta di Smalcalda per un concilio in Germania. —- Di ritorno a Roma il Vergerio persuade il papa che solo una guerra può debellare l’eresia. — Carlo V a Roma; il papa insiste per la guerra, egli pel concilio. — Bolla di convocazione del concilio a Mantova. — Propositi di riforme nella curia [p. 435 modifica]romana. — Inutili tentativi di Carlo V perché i protestanti partecipino all’indetto concilio. — Difficoltá messe innanzi dal duca di Mantova: bolla di dilazione del concilio. — Protesta di Enrico VIII contro la convocazione. — Le riforme della curia discusse in concistoro e differite. — Nuova convocazione del concilio a Vicenza e nuova protesta di Enrico VIII. — Infruttuoso convegno a Nizza del papa con Carlo V e col re di Francia. — Bolla di scomunica contro Enrico VIII.]

Capitolo VI (1539 -agosto 1544). |||
 p. 140
[«Interim di Francoforte»: vien decisa una conferenza religiosa a Norimberga. — 11 papa corre ai ripari inviando un nunzio all’imperatore. — Enrico VIII condanna le dottrine luterane. — Il papa sospende a beneplacito il concilio giá intimato. — Presso Carlo V, propenso a trattar l’accordo coi protestanti nella dieta, il cardinale Farnese insiste per il concilio e lo esorta ad una lega contro quelli. — Convegno di Hagenau. — Conferenza religiosa di Worms, ostacolata dal papa, sospesa da Carlo V. — Dieta di Ratisbona. — Il cardinale legato Contarmi. — L’imperatore deferisce l’esame delle dottrine ai rappresentanti delle due parti. — Il «libro di Ratisbona». — Il legato propone che i punti rimasti controversi vengano discussi nel prossimo concilio: l’imperatore che gli articoli concordati si accettino per validi. — Consentono i principi secolari, s’oppongono i vescovi, volendo sottoporre al concilio anche i punti giá concordati. — Il legato si oppone al concilio nazionale reclamato dalla dieta. — Carlo V la scioglie: incontratosi a Lucca col papa, s’accorda con lui per il concilio a Vicenza. — Venezia contraria a questa sede. — Nella dieta di Spira il nunzio Morone propone concilio a Trento: opposizione dei protestanti. — Bolla di convocazione. — Riarde la guerra tra Carlo V e Francesco I, che combatte in Francia l’eresia per ingraziarsi il papa. — Tentativi papali di pacificazione. — Dieta di Norimberga. — Nuovo rinvio del concilio. — Convegno di Busseto fra il papa e l’imperatore. — Carlo V si unisce a Enrico VIII, e il papa a Francesco I. — Nella dieta di Spira si riparla di concilio: Carlo V decreta la tregua religiosa. — Lettera papale di protesta all’imperatore.]

LIBRO SECONDO

Capitolo I (settembre 1544 - novembre 1545). |||
 p. 173

[Pace di Crespy tra Francesco I e Carlo V. — Il papa indice il concilio per prevenire la dieta imperiale. — Malcontento di Carlo V, che però consiglia ai religiosi di recarsi a Trento, come anche il re di Francia. — I tre legati papali. — Il cardinale Farnese è inviato a trattare con Carlo V, che deve recarsi alla dieta. — Bolle dei poteri [p. 436 modifica]concessi ai legati nel concilio. — Arrivo a Trento degli oratori di Carlo V e di re Ferdinando I. — Questi annuncia il concilio alla dieta di Worms. — Opposizione dei protestanti. — Norme da Roma sull’apertura del concilio. — Questioni di precedenza. — Difficoltá sulla rappresentanza del regno di Napoli. — Divieto papale che i prelati si facciano rappresentare. — Preparativi del concilio. — Persecuzione dei valdesi. — Il cardinale Farnese insiste presso Carlo V perché faciliti l’opera del concilio e s’opponga anche con la forza ai protestanti. — Giungono in Trento i procuratori dell’elettore di Magonza. — Risorgono le difficoltá della procura. — Aiuti pecuniari ai vescovi in Trento, in attesa che il concilio inizi i lavori. — L’elettore arcivescovo di Colonia è citato dall’ imperatore a Worms: malcontento a Roma ed a Trento per simile intromissione in materia religiosa. — Vani sforzi di Carlo V per attrarre i protestanti al concilio. — Sciolta la dieta di Worms, egli ne preannunzia un’altra a Ratisbona per trattare di religione. — Malumore a Roma e a Trento: molti prelati partono. — Il papa pensa ad una traslazione del concilio. — Il ducato di Parma e Piacenza a Pier Luigi Farnese. — Proposta di sospensione del concilio durante la dieta, purché questa non tratti di religione. — Incerto contegno dell’ imperatore. — Si fissa pel dicembre l’inizio dei lavori in concilio.]

Capitolo II (dicembre 1545-gennaio 1546) |||
 p. 206
[Cerimonia di apertura del concilio. — Lettura delle bolle e del decreto di sessione. — Esortazione dei legati e discorso del vescovo di Bitonto. — I legati chiedono istruzioni varie a Roma. — Sguardo retrospettivo all’origine e procedura dei concili. — Il papa esenta i prelati del concilio dal pagamento delle decime. — Il cardinale del Monte propone la procedura del concilio lateranense. — Contrasti sul titolo da darsi al concilio. — Sessione seconda: ancora la questione del titolo. — Opinioni varie sull’ordine da seguirsi nella trattazione: il papa per la precedenza ai dogmi, l’imperatore alla riforma. — Si decide la contemporanea trattazione dei dogmi e della riforma.]
Capitolo III (febbraio-marzo 1546). |||
 p. 232
[Terza sessione: lettura del simbolo niceno-costantinopolitano. — Conferenza religiosa e dieta di Ratisbona: riaffermato contrasto fra luterani e cattolici. — Lavori del concilio: congregazioni sul canone della sacra Scrittura. — Critica delle dottrine luterane. — Dell’autoritá della sacra Scrittura e della tradizione. — Dell’autenticitá dei libri sacri. — Lagnanze di vescovi in concilio pel pagamento delle pensioni. — Breve soggiorno del Vergerio a Trento: sua apostasia. — Dell’autoritá della Volgata in relazione col testo e con le altre traduzioni. — Della moderna interpretazione della Scrittura. — Si approva la Volgata, proponendone la correzione. — Se ne condanna ogni interpretazione contraria alla dottrina della Chiesa e dei Padri. — Si condanna l’abuso dei testi sacri in azioni profane o superstiziose. — Dell’ insegnamento religioso e della predicazione.]
[p. 437 modifica]
Capitolo IV (aprile-giugno 1546). |||
 p. 257
[Quarta sessione: i due decreti dogmatici sulle Scritture canoniche e sull’edizione, interpretazione, uso dei libri sacri. — Lettura delle lettere di credenza degli oratori cesarei. — Critiche mosse in Germania ai lavori del concilio. — Istruzioni da Roma ai legati conciliari. — Il papa insiste per l’intervento dei prelati svizzeri al concilio. — Scomunica dell’elettore arcivescovo di Colonia. — In Germania si insiste per un concilio nazionale. — Tentativi della parte imperiale al concilio per rinviare la trattazione e decisione di materie dogmatiche. — Si fissa per la sessione successiva l’articolo del peccato originale. — Modifiche per sollecitare i lavori del concilio. — Riprendesi a trattare delle cattedre religiose e della predicazione. — Contrasto fra i vescovi e gli ecclesiastici regolari sui privilegi monacali nell’ insegnamento religioso e nella predicazione. — Il papa mostrasi favorevole a conservarli, per limitare il potere vescovile. — Articoli luterani sul peccato originale. — Discussioni sulla natura, la trasmissione, le conseguenze, la cancellazione, la pena del medesimo. — Opinioni del Catarino, del Soto, del Marinari. — Difficoltá nella formazione del decreto. — Disputa tra domenicani e francescani sull’ Immacolata Concezione: processo storico della questione.]
Capitolo V (giugno-luglio 1546). |||
 p. 291
[Fallita la conferenza religiosa di Ratisbona, in quella dieta Carlo V tenta invano un accordo coi protestanti, che insistono per un concilio nazionale. — Segreti accordi e preparativi di guerra. — Quinta sessione: decreti sul peccato originale e sull’ insegnamento scritturale e la predicazione. — Giungono al concilio gli inviati del re di Francia: discorso del Danès. — Critiche mosse in Germania ai decreti della sessione. — Lega papaie-imperiale contro gli smalcaldici. — Breve di Paolo III agli svizzeri. — I protestanti scoprono il fine religioso della guerra, mascherato dall’ imperatore con fini politici. — Il concilio decide di trattare la dottrina della giustificazione e il dovere della residenza episcopale. — Il vescovo di Vaison prospetta la necessitá di ristabilire l’autoritá vescovile abolendo i privilegi monacali. — Articoli luterani sulla giustificazione. — Importanza e difficoltá della materia. — Lunghe e sottili dispute (Soto, Vega, Catarino, francescani, domenicani) sulla fede giustificante, sulle opere precedenti, concorrenti e susseguenti alla grazia, sull’essenza della medesima, sulla « imputazione » della giustizia di Cristo.]
Capitolo VI (luglio-agosto 1546). |||
 p. 319

[Bolla di Paolo III, che indice un giubileo per la guerra contro i protestanti. — Malcontento di Carlo V, che vuole mascherare il fine religioso della guerra col fine politico. — Bando imperiale contro l’elettore di Sassonia e il langravio d’Assia. — Timori di Carlo V per [p. 438 modifica]la politica papale e per uno scioglimento del concilio; sua insistenza perché questo si limiti a trattare di riforma. — Discesa delle milizie luterane nel Tirolo. — Turbamento del concilio e dei suoi lavori. — Arrivo delle truppe papali e imperiali dall’ Italia. — Primi dissapori fra gli alleati. — Tattica temporeggiatrice dell’ imperatore e poco accordo negli smalcaldici. — I lavori del concilio: ampia trattazione della giustificazione. — La certezza della grazia oppugnata dal Seripando, dal Vega, dal Soto, difesa dal Catarino e dal Marinari. — Trattazione del libero arbitrio (Marinari, Catarino, Luigi da Catania, Soto) e della predestinazione. — Il concilio decide di distinguere i decreti della dottrina dagli anatematismi o canoni. — Nella determinazione dei decreti opera lo spirito conciliativo del legato cardinale Cervini. — Dispute sulla residenza e sugli impedimenti di essa. — Origine comune dei gradi ecclesiastici e dei benefici; come sorgessero poi gli abusi di residenza. — La reazione luterana. — Accesa disputa se il dovere di residenza sia de iure divino o canonico. — Gli spagnoli propugnano il de iure divino. — Origine e sviluppo dell’autoritá vescovile: danni causati ad essa ed alla residenza dalle esenzioni concesse a monasteri, capitoli, ecc. — I vescovi insistono per l’abolizione totale delle esenzioni, ma vengono solo parzialmente accontentati.]

Capitolo VII (settembre 1546-gennaio 1547). |||
 p. 353
[Richiamo da Ratisbona del cardinale Farnese. — Vittoriosa campagna sul Danubio contro la lega smalcaldica. — La Germania meridionale si sottomette a Carlo V, che largheggia con essa in concessioni religiose. — Si riaccende il dissidio fra il papa e T imperatore: rifiuto di rinnovare la lega e ritiro delle truppe papali. — Sesta sessione del concilio: decreto dogmatico sulla giustificazione, e di riforma sulla residenza. — Consensi e critiche suscitati da questi decreti. — Ambiguitá di linguaggio usata in concilio e sue conseguenze; ancora del contrasto fra il Soto e il Catarino sulla certezza della grazia. — Per la sessione seguente si fa oggetto di trattazione dogmatica la dottrina dei sacramenti; per la riforma, gli abusi nel ministero di essi, ancora la residenza e la pluralitá dei benefici. — Il cardinale del Monte s’oppone agli spagnoli, che vorrebbero dichiarato il dovere di residenza de iure divino.]
Capitolo VIII (gennaio-febbraio 1547). |||
 p. 372
[Trattazione dei sacramenti. — Fissazione ed esame degli errori su di essi in generale, sul battesimo e sulla confermazione. — Particolari dispute sul numero e necessitá dei sacramenti, sul modo come operano, sull’ intenzione di chi li amministra. — Del battesimo e della confermazione. — La congregazione per la riforma fissa il decreto sugli abusi nel ministero dei sacramenti. — Dispute sulla gratuitá dell’amministrarli. — Si fissano i canoni.]
[p. 439 modifica]
Capitolo IX (gennaio-febbraio 1547). |||
 p. 399
[Delle qualitá e condizioni dei vescovi. — Dispute sulla pluralitá dei benefici. — Sguardo all’origine e progressi di questo abuso. — Rimedi proposti. — I legati, per istruzioni avute da Roma, cercano di limitare l’azione riformativa del concilio, a difesa della supremazia papale. — Malcontento dei prelati spagnoli per la limitata libertá conciliare. — Essi presentano undici articoli di riforma sui benefici.— I legati, preoccupati, referiscono a Roma, dove vengono esaminati e corretti i suddetti articoli. — Istruzioni ai legati per la sessione. — Preoccupato del contegno indipendente del concilio, pericoloso all’autoritá papale, e della potenza e ostilitá dell’imperatore, Paolo III pensa alla traslazione di quello a Bologna, e dá segrete disposizioni ai legati.]
Capitolo X (febbraio-marzo 1547). |||
 p. 417
[L’imperatore depone l’arcivescovo elettore di Colonia. — Morte di Enrico VIII. — Il decreto di riforma viene discusso in congregazione. — Obbiezioni alla clausola: «salva in tutto l’autoritá apostolica». — Dispute sulle qualitá dei vescovi e curati, sulla residenza, sull’includere nel decreto i cardinali. — Sessione settima: canoni dei sacramenti, del battesimo e della confermazione. — Decreto di riforma degli abusi. — Ricevute segrete istruzioni da Roma per la traslazione, i legati, approfittando di un’epidemia scoppiata a Trento, propongono al concilio che si deliberi il trasferimento. — Vivace opposizione dei prelati imperiali, disposti soltanto ad una sospensione. — Sessione ottava: si vota la traslazione a Bologna. — I dissidenti rimangono a Trento. — Morte di Francesco I.]