Filottete (Sofocle - Romagnoli)/NOTE

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Sofocle - Filottete (409 a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1926)
NOTE
Esodo
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AIACE


Pag. 17, v. 9. - I cani di Sparta sono spesso ricordati dagli autori antichi per la squisitezza del fiuto.

Pag. 19, v. 46. - L’armi di Achille, come è noto, erano state fraudolentemente assegnate, invece che ad Aiace, a Ulisse.

Pag. 30, v. 184. - Artemide la Tauropolia fu portata in Grecia dalla Tauride ed era placata col sangue.

Pag. 30, v. 191. - Enialo era una divinità confusa spesso, anche dagli antichi, con Marte; aveva un tempio nell’isola di Salamina, patria di Aiace.

Pag. 31, v. 202. - Il germe del ribaldo Sisifo è Ulisse, il quale, secondo una tradizione postomerica, sarebbe figlio di Sisifo e di Anticlea, che l’avrebbe partorito dopo sposato Laerte.

Pag. 37, v. 315. - Fuor della tenda; cfr. addietro pagg. 23 sgg.

Pag. 39, v. 361. - Teucro, fratellastro di Aiace, era gran cacciatore e valentissimo arciere.

Pag. 42, v. 402. - Giove è detto da Aiace antichissimo padre, perché Aiace era figlio di Telamone, Telamone di Eaco, Eaco di Giove e di Egina.

Pag. 51, v. 585. - Il vigile custode che Aiace lascia al figlio Eurisace è Teucro.

Pag. 54, v. 623. - Qui fu avvertito una specie di anacronismo, poiché Salamina fu veramente celebre dopo la disfatta di Serse.

Pag. 57, v. 684 - Cfr. Menandro, Sent. 166: ἐχθροῦ παρ᾽ἀνδρὸς οὐδέν ἐστι χρήσιμον. [p. 218 modifica]

Pag. 59, v. 721. - Artefice di balli: è noto che Pane era immaginato circondato da Ninfe e amante dei canti e delle danze.

Pag. 59, v. 727. - Ares era considerato autore di tutti quanti i mali, non solo di quelli della guerra.

Pag. 65, v. 824. - Il figlio di Testore è Calcante.

Pag. 80, v. 1035. - Telamone non era benevolo a Teucro, fratellastro di Aiace, natogli da Esione figlia di Laomedonte.

Pag. 83, v. 1131. - Un uom di bassa origine, con allusione ironica a quanto è detto addietro, pag. 80, vv. 1035 sgg.

Pag. 85, v. 1163. - L’arciere è Teucro, rappresentato da Omero come abilissimo nel trar d’arco.

Pag. 86, v. 1178. - I suffragi, quelli per l’aggiudicazione delle armi d’Achille.

Pag. 90, v. 1239. - L’uom che i fraterni lutti ecc. è persona indefinita; colui che primo portò la guerra fra i Greci.

Pag. 93, v. 1309. - Dei barbari, allude al non essere Teucro greco, ma figlio di Esione. Cfr. piú avanti pag. 94, vv. 1337 sgg.

FILOTTETE

Pag. 119, v. 6. - Il Melio figlio di Peante è Filottete.

Pag. 123, v. 83. - L’arco e le freccie che, secondo una tradizione postomerica, Filottete aveva ereditato da Ercole, e che non mancavano mai il segno.

Pag. 127, v. 146. - La Polìade Atena era Atena difenditrice della città; aveva un tempio, τὸ Ἐρέχθειον, il piú antico e venerato santuario dell’Acropoli, a settentrione del Partenone.

Pag. 131, v. 205. - Crisa era una Ninfa, dalla quale derivava il nome all’isola; ed essendosi Filottete accostato troppo all’ara di lei, fu morso dal serpente che la custodiva.

Pag. 134, v. 257. - Pollon del vecchio Licomede, perché Licomede, re di Sciro, era padre di Deidamia, madre di Neottolemo.

Pag. 135, v. 278. - Il re dei Cefalleni è Ulisse.

Pag. 138, v. 344. - Micene, cioè Agamennone; Sparta, cioè Menelao. [p. 219 modifica]

Pag. 138, v. 345. - Nell’isola di Sciro era nato Neottolemo.

Pag. 138, v. 354. - Febo Apollo, che diresse la saetta di Paride.

Pag. 139, v. 363. - L’aio di mio padre, cioè Fenice.

Pag. 143, v. 434. - Il grande Aiace è il Telamonio.

Pag. 143, v. 441. - Quei che Laerte comperò da Sisifo è Ulisse, che secondo una tradizione postomerica, non sarebbe figlio di Laerte, ma di Sisifo e di Anticlea, la quale lo avrebbe partorito dopo sposato Laerte; cfr. Aiace, pag. 31, v. 202.

Pag. 147, v. 517. - Calcodonte fu re d’Eubea.

Pag. 159, v. 719. - L’uom che s’appressò di Giove al talamo è Issione, re dei Lapiti, il quale, in pena dei suoi illeciti amori con Giunone, fu nell’Averno legato ad una ruota in continuo e rapido movimento.

Pag. 164, v. 801. - Se giungon quelli annunciati dal mercante (cfr. pagg. 150 sgg.), cioè Fenice in cerca di Neottolemo e Ulisse di Filottete.

Pag. 176, v. 960. - O fuoco ecc. Per gli antichi il fuoco era anche simbolo di temerarietà.

Pag. 182, v. 1075. - Con la forza e la frode; allude al tranello col quale Ulisse, che si fingeva pazzo, fu smascherato e costretto a prender parte alla guerra di Troia.

Pag. 204, v. 1403. - I due figli d’Asclepio o Esculapio sono Macaone e Podalirio, ricordati da Omero, Il. II, 731.

Pag. 211, v. 1515. - Una seconda volta; come è noto Ercole aveva preso, essendo ancor vivo, una prima volta Troia per vendicarsi di Laomedonte.

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