Aiace (Sofocle - Romagnoli)/Secondo stasimo

Secondo stasimo

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Sofocle - Aiace (445 a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1926)
Secondo stasimo
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SECONDO CANTO INTORNO ALL’ARA



coro
Strofe I
Flagellata dai flutti,
beata sorgi, o Salamina, o celebre1,
fra lo stupor di tutti.
Ma lungo tempo volse già ch’io scesi
sui campi d’Ida, e state e verno, o misero,
giaccio, senza far novero di mesi.
Mi strugge il tempo, e lugubre
in cuor nutro il presagio
ch’io scenderò dell’Ade
le buie orride strade.

Antistrofe I
E, nuovo male, giace
presso a me, da follia còlto, né farmaco
v’è che lo sani, Aiace.
Ché un tempo fu negl’impeti di guerra
celebre, ed agli amici ora gran cruccio

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reca, e dal senno suo ben lontano erra.
E vicino agl immemori
figli d’Atrèo, le massime
gesta, che di sua mano
compié, caddero invano.

Strofe II
La madre sua, compagna ai canuti anni,
bianca per tarda età, quando il delirio
demente udrà del figlio, udrà gli affanni,
ahimè, ahi, non i gemiti
di flebile usignolo,
misera, leverà,
anzi le melodie d’acuto duolo:
e di mani un piombar sul seno stanco
udrai, le chiome svellere
vedrai del crine bianco.

Antistrofe II
Se lo avvolge follia, meglio conviene
che giú nell’Ade egli sparisca. Origine
ebbe pur dagli Achivi, usi alle pene;
ma saldo negl’ingeniti
costumi or piú non resta;
ma per lontani tramiti
erra sbandato. Oh qual nuova funesta,
misero padre, del tuo figlio udrai,
quale niun degli Eàcidi
ebbe a soffrir piú mai!

Note

  1. [p. 244 modifica]Qui fu avvertito una specie di anacronismo, poiché Salamina fu veramente celebre dopo la disfatta di Serse.