Dizionario - Vocabolario del dialetto triestino/V
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V
V lettera ventunesima’ dell’alfabeto. Si pronuncia vu è usasi, per lo più al genere maschile. Vaca, sf. armenta, giovenca, vacca; met. lascivo; meretrice; sudicione; vaca spagnola, met: vacca trentina; carne de vaca, vaccina:.— ~ Vende la vaccina per. bove scelto;“ andar in vaca, m. avv.. andare a’ cani, — diventare un reciticcio, — diventare uno sfasciume; dare in cenci, o dare in ciampanelle; far la vacca; e dei bachi da seta: invacchire lingua de vaca, v. lingua. Vacada, sf. v. bassa, abiettezza, vigliaccheria; lordume, lordura, sporcizia; disonestà, nefandità, oscenità. . Vacante, agg. vacante; esser vacante, vacare: — „Appena vaca un posticcino saltano fuori cento postulanti.“ Vacanza, sf. vacanza,, vacanzia; cessamento, intermissione, riposo. Vacarla, sf. lo stesso, ma meno usato che vacada.
Vachetà, sf*. vaccarella, vaccherella, vacchetta vaccuccia; t. de’ calzolai: vacchetta: — „Un par di stivali di vacchetta col suolo’ben forte;“ met. sgualdrinella. Vacinar, vn. vaccinare, innestare, o inoculare il vainolo. Vacinazion, sf. vaccina, vaccinazione. Vagabondar, va. vagabondare, fare il vagabondo; met andare a zonzo, o a sparabicco; srn. vagabondaggine: — „ Stanco della sua vagabondaggine mise ’1 cervello a partito.“ . 1 Vagabondazo, sm. vagabondaci ciò; perdigiorni, scioperone. Vagabondo, sm. vagabondo, vagabundo; met. disutilaccio, panper-- duto, perdigiorni, scioperato, scioperone; birba, capestro, paltone; biante, giuntatore. Vagar, vn. distrarre, svagare, svagolare, trascorrere, vagolare, vagare. Vaghegiar, va. vagheggiare; met. agognare. Vagoli, sm. carrozzone, vagone, vettura; vagonata: — „Stabilisce il legname a vagonate;“ vagon dei bagai, bagagliaio; vagon del carbon per la machina, ne le strade ferale, tender — neologismo,.-v, inglese. Valer, vn, francare; valere; no caler, m. de’ giuocatori — e che, per estensione, dicesi pure di altre cose, quando si ricominciano da capo: non valere: — „ bl ga fato mazoch, no vai, che i torni missiar. = Ha accozzato le carte, non vale, clie rimescoli valer assai, valere un mondo, valere un Perù; no valer un aca, o no valer un corno, met. non valere un bottone, o una buccia di porro, o un corno, o un lupino, o un pistacchio — e simili; che no vali ne la mia ne la tua, diamgli nel mezzo: — „Tu ne vuoi venti, io te ne offro dieci, sai che ? diamgli nel mezzo e pigliane quindici.“ Valeta, sf. valletta, vallettina, vallicella. . Valia, sf. vaglia. Vallèa, s/. valigia; chi che fa valise, valigiaio; met. gobba. Valìsaza, sf. valigiaccia Valiseta, sf. valigina, valigietta, valigiotto. Valison, sm. valigione. Valon, sm. vallone. Valor, sm. prodezza, valentia, valore; prezzo, valsente, valuta; che no ga valor,. leg. irrito; valor . nominai, valore nominale; valor redi, valore intrinseco, o valore reale.Valoroso, agg. ,prò, prode, strenuo, valoroso. Valutar, va stimare, valutare. Vampa, sf. fiamma, vampa; Vampa del sol, v, sol, Vampada, sf.. fiammata. Vanagloria, sf. iattanza, millanteria, vanagloria. Vanagloriarse, vnp. vanagloriarsi. Vanegiada, sf. vaneggiamento. Vanegiar, vn. farneticare, vagellare, vaneggiare. Vanesa, vaneza, sf aiuola.; vane sa in piover contro ’l sol, brode; stradela fra le vanese, cavagno.
Vanilia, sf.’ bot. vaniglia, vainiglia, eliotropio — e con più proprietà: vaniglia e vainiglia indicano tanr to il frutice odoroso che cresce nelle Indie occidentali (Hehotropium peruvianum) quanto la pianta di tal nome che si coltiva tra noi (Epidendrum vanilia), ed eliotropio serve ad indicare soltanto quest’ultima; met. aglio Vantagiar, va. accrescere, aumentare, avvantaggiare; vantagiarse, vnp. acquistare, approfittarsi, approvecciarsi, avvantaggiarsi. Vantagio, sm. avvantaggio, vantaggio; t. di giuoco: partito; t. de’ tipografi: vantaggio. Vantar, va. gloriare, millantare, vantare; vnp. vantarsi, — darsi vanto.1 Vantator, sm. millantatore, ostentatore, vantatore. Vanti,, avv. avante,. -avanti, dinanzi, innanzi; e vanti, m. avv. e via: — Rate loro un bicchierino, e •via.“ Vanto, sm, millanteria; vantazione, vanteria, vanto; gloria, lode, palma; portar el vanto, met. portare.la palma, o portare il vanto, o la vittoria. Vanzar, va. e vn. avanzare; civanzare, risparmiare; andpr creditore, — avere a avere, — avere avere, essere creditore; vanzar. i pii fora del leto, mei. avanzare i piedi fuori del letto, o avanzare i piedi fuori delle scarpe. Vanzume, sm. avanzaticelo, avanzo, avanzuglio, biasciaticcio, resto, rimasuglio, rosume; abbeverato, culaccino. Vapor, sm. battello a vapore, piroscafo, vaporiera; vapore; vapore caldo che esala dal corpo umano: aasmo; vapori del vin, met. vapori, e più comunemente: fumi del vino: — „ Quando gli salgon al capo i fumi del vino non sa più quello che si fa;“ xe meio esser paron de barca che capitanio de vapor, v. barca. Vaporazo, sm. vaporacelo Varar, va. varare. Vardada, sf. guardata, sbirciata; bruta guardada, guardatacela. Vardadura, sf. guardatura, occhio. Vardar, va. guardare, mirare, osservare. I modi e le locuzioni che formansi con questo verbo sono gli stessi che quelli formati col verbo guardar, e in questo vedi Varèa, sf. mar. avarèa; met. scangèo: — „I facchini han fatto de’ mobili uno scangèo maledetto. “ Variar, va. cambiare, cangiare, mutare, variare, vaneggiare. Variazion, sf. variazione; differenza, mutazione.. Variola, sf. pustola; pi. vainolo. Variolado, agg. butterato. Vario!OSO, agg. e sin. vaioloso. Vasel, sm. vascello Vaseto, sm. vasellettino, vaselletto, vasellino, vasello, vasino, vasuccio; vaseto de vetro, o de tera, alberello; vaseto de tera, invernisado, vettina. , Vaso, sm. tazza vaso; vaso per tignir conserve, o quei de le farmazie, barattolo; — de fiori, vaso da fiori, e più comunemente: testo; vaso del sorbeto, cantimplora; chi che fa rasi, vasaio, vasellaio, vasellaro. Vason, sm. vasone; vasetto Vata, sf ovatta. Vea, sf. veglia; esser tra la veci e el sono, sonnovegliare; tra la vea e el sono, sonnacchione, sonnovegliando. Vear, vn. vegghiare, veggiare, vegliare. Veceto, sm. vecchiarello, vecchietto, vecchiccio, vecehicciuolo, vecchierello, vecchiniccio, vecchino, veccliiuccio, vecchiuzzo. Vecia, agg. e sf. vecchia; pi. met. madre; moglie; veda carampana, o vecia marantega. ancroia, scanfarda; vecia mata, met. vecchiaccia matta: — „Vecchiaccia matta o non si. pensa di sposare quel monello di commediante;“ vecia, o vecia con tanto de. barba, mèt. antica quanto il brodetto, 0 il Dies irae, o il Tantum ergo, — sapevamcela, disser que’ da Capraia, — mal fritta e rifritta; piova e sol le vece va in amor, prov. quando piove e luce il sole tutte le vecchie fanno all’amore; bandiera vecia onor de capitanio, v. capitano; basar„ el cui a la vecia, v. cui; a le bele pute un bel bombin, a le brute vece un scovolin, v-, puta.
Veciat, veciazo, sm. vecchiaccio, vecchiardo. Vecio, agg e sm. anile, vecchiardo, vecchio, vegliardo, grave d’età, grave d’anni: — „E grave d’anni il poveretto e non può più come una volta.“ — . Quel vecchiardo puzzolente mi stomaca;“ poet. veglio: — «Lo vedremo, veglio audace;“ annoso, vetusto: — „AhnosL pioppi.“ — „01mo vetusto;“ stantìo: — „Pesce stantìo.“ „Q non mi serve delle uova stantìe ?;“ raffermo; — «Chifelli raffermi.“ „Il pane raffermo si vende più a buon mercato del fresco;“ met. padre; marito; pi. genitori; vecio insempiado, vecchio barbogio; vecio mato.,-met. vecchio cucco, o vecchio matto; vedo sporcacion, met. vecchio satiro, o vecchio impudico; vecio haloner, vecchio chioccia; vedo vecissimo„ vecchio quanto l’alleluia, o quanto il Tantum ergo; cominziar “a diventar vecio, invecchiuzzire;. no esser po tanto vecio, non essere l’antichità di Brescia; i nostri veci, met. gli abavi, gli avi, gli antenati,, i bisavoli, e poet. 1 maggiori: Dante: Inf. X. Mi domandò: Chi fur gli maggior tui?; r/speta i veci, m. prov. rispetta i vecchi, - chi non rispetta le canizie, il ciel lo maledice, e il mondo; el vin xe el late dei veci, m. prov. il vino è la poppa de’ vecchi;“ i giovini poi i veci devi morir, m. prov, de’ giovani ne muor qualcuno, de’ vecchi non ne campa niuno, — si muore giovani per disgrazia e vecchi per dovere; giovine ozioso vedo pedoeioso, prov. giovane ozioso, vecchio bisognoso, — chi ride in gioventù piange in vecchiaia, — ehi mangia la midolla co’ denti rode la crosta colle gengive; chi impara de giovine no dismentiga de vedo, prov. in gioventù convien acquistare ciò che in vecchiezza ha da giovare; i veci inamoradì xe pezo dei giovini, prov. non e’ è mal peggiore che in vecchie membra il pizzicor d’amore, — l’arcolaio quanto è più vecchio e più gira. Dice al proposito . Metastasio: ’ L’ arido legno facilmente s’accende, e più che i verdi rami, avvampa e splende. Veciòn, sm. vecchione. Vècioto, sm. vecchiotto. Vedel, sm. vitello; vedel dopo ’l primo ano, biracchio; vedela apena slatada, asseecaticcia; mazar, o vender el vedel che lata, svitellare: — „La vacca andava deperendo e si è dovuto syitellare; ’ al mazelo va più vedei che manzi, prov. al macello va più capretti gióvani che vecchi, Vedelin, sm. vitellino. ’ Veder, vn. scorgere, vedere; avvertire, considerare; guardare, osservare; ingegnarsi, tentare; sm. spettacolo, vedere, veduta;.met. avere: — vNo go visto in tuta la partida che el do. de lbriscola. = Non ho avuto in tutta la partita che il due di briscola;“ che vedi tùto, onnivedente,. onniveggente: — „Dio solo è onniveggente;“ veder in scuro, essere nittalopi; chi ghe vedi in scuro, nittalope; el veder in scuro, nittalopia; veder ben de lontan e confusamente de vizin,. essere . presbiti; veder ben de vizin e confusamente de lontan, esser e miopi; andarse far veder — dieesi per lo più di persone di servizio: andare a mostra; tanto per veder — nel significato di avvicinarsi soltanto alla verità di ciò che si ricerca: per approssimazione^; veder un bel giorno, met. succhiellare una bella carta; no. veder V ora, met. saperti mill’anni: — «Mi sa. mill’anni di essere fra le sue braccia;“ no. veder che, met. non vedere nè più in qua nè più in là di, non vedere oltre di, non veder più avanti di; voria veder mi — per significare che le cose ardite, o brutte, che fa uno non le farebbe se fosse dipendente da noi, o se fosse sotto la nostra giurisdizione: alle mie mani no ’1 farebbe; far veder, far vedere-, — insegnare, mostrare; far veduto, e met. daread intendere, dare a vedere, far parere; farse veder, lasciarsi vedere, o lasciarsi rivedere; e farse veder — un balordo, uno scimunito, uno zuccone, ecc: farsi scorgere un balordo, o farsi scorgere uno scimunito, ecc.; esser -una roba che vedaria anca un orbo, met. essere una cosa che la vedrebbe un cieco, o che la vedrebbe Cimabue che aveva gli occhiali di ,panno, o che le vedrebbe Cimabue che conosceva l’ortica al tasto; ti voi veder,, vale a che,: — „,7i voi veder che te molo una sberla ? = Yale a che ti lascio andare un ceffone ?;“ chi se ga visto se ga visto, ci siam ’ visti: — „Se ghe torna la febre chi se ga visto se ga visto. Se gli rientra addosso la fèbbre, ci siam visti;“ veder dei nuroli per aria, met. vedere il eie turbato, veder torba la marina ffarghela veder a qualchedun, mei. farla vedere altrui, — farla vedere altrui in candela, — “rintuzzargli la baldanza, l’orgoglio — e simili; bisogna. veder, met. alla prova si scortica l’asino; far un bel veder, far un bruto veder cossa che sia, fare un bel vedere, fare un brutto vedere, — avere bella, o brutta apparenza; veder, o no veder ciaro, - met, vedere, o non veder chiaro; veder sai de lontan, met. aver l’arcò lungo, — essere un corbacchione di campanile, o un forr micone di sorbo, — sapere a quanti dì è S. Biagio; veder de sbris, vedere alla sfuggita, vedere fuggiascamente, vedere per ispicchio; far veder la lunain pozo, met. far vedere la luna in pozzo, — mostrare lucciole per lanterne, o picchi per papagalli; no vederghe dal naso a la boca, essere più grosso dell’acqua de’ maccheroni, — non vedere più là del naso, — non .sapere quante paia . fanno tre buoi; no veder l’ora, met.. sembrare un’ora {{FineColonna} } mille, — voler che pur fosse; star veder, stare a vedere: — „Sta a vedere ohe dovrò anche rifargli le perdite;“ vedaremo, o la vedaremo — forinola di minaccia: si vedrà, — vedremo, o la vedremo; esser ben, o mal visto, essere bene, o mal veduto, — esser ben, o mal visto; veder e no veder, met. essere, o stare sul tavolello, — essere in sul crollo della bilancia. — vedere e non vedere; aver la bocca sulla bara; veder, o far veder le stele. met. vedere le lucciole, o veder le stelle, e come intensivo: vedere, o far vedere le stelle a meriggio, o a mezzodì;, far veder Venezia, met,. far veder Pisa; dal veder o no veder, m. avv. a vedere e non vedere, che è che non è, dal vedere al non vedere, in un batter d’occhio, in un bacchio baleno, in un tratto, da un momento all’altro, impensatamente, vattiveggendo; vederse cussi, o culi, vedersi in tale, o tal condizione; quel che se senti creder niente, quel che se vedi creder la metà, prov. quel che vedi, poco credi; quel che si sente, non creder niente; vedi più quatro oci che due, m. prov. vedon più quattr’occhi che due. Vedovo, sm. vedovo; de vedovo, vedovile: — ,.Lutto vedovile.“ — „Stato vedovile.“ Vegetal, agg. vegetabile, vegetale, vegetativo. Vegetar, vn. vegetare — e così pure al metaforico. Vegetazion, sf. vegetazione. Veiar, vn. vegghiare, veggiare, vegliare. Vela, sf. vela; bagnar le vele perchè le tegni meio ’l vento, inamidare le vele; sfiorir le vele, mar. aghindare le vele; far vela, commettere, o dare le vele al vento, o ai venti; a vele sgionfe, met. a vele gonfie, o a piene vele, o a tutta vela: — „Gli affari non gli vanno a piene vele.“ — „Azienda che va a tutta vela.“ Velada, sf. falda, giubba con le falde, giubba lunga, velata: — „E chi non lo conosce il verso famoso: Rispose trionfante: E la velata.“ Veladin, sm, v. met. abituzzo, bat ticulo: — «Gramaccio lo fanno uscire; con quel batticulo.“ Velado, agg. velato; met. nascoso, occulto.
Veladura, sf. velatura. Velar, vn. corruscare, met. cela- re, coprire, nascondere; velar Vocio,: met. velar l’occhio. ’ Velegiar, va. mar. veleggiare, ve lifìcare. Velen, sm. tosco, veleno, veneI no; poet. aconito; met. livore, rabbia, rovello, stizza; assenzio: — „ Questo xe tanto velen per quel povero vecio. = Quest’ è tanto assenzio per quel povero vecchio;“ magnar velen, met, prendere veleno: — „ Graziosa, prende veleno e tenta sorridere; “ spudar velen, met. sputar fuoco: — «Sputa fuoco contro il Consiglio, il cialtrone;“ aver la boca come ’l velen, met. aver la bocca amaricata; ogni bissa ga el su \ velen, prov. non c’ è tizzone che non abbia il suo fumo — anche la mo- sca ha la sua collera, — ogni serpe i ha il suo veleno, — non c’ è pelo j per piccolo ch’ei sia che non abbia l’ombra sua; el velen sta ne la coda, \ prov. la coda è la più diffìcile a scorticare, — il veleno sta nella coda. Velenada, s/’. avvelenamento, tossicatura. Velenar, va. avvelenare, attosca- re, velenare. ’ Velenoso agg. velenoso, venefìj co, venenifero, venenoso, veninoso; met. dannoso, micidiale, pestifero. I Veler, sm. mar. velaio, velettaio. Veleta, sf. tendina. Velion, sm. veglione. Velo, sm. velo; tirar un velo, o tirarghe sora un velo, met. metterci una pietra, — porci un pietrone, — stender un velo: — „Il passato è passato, poniamci un pietrone e torniamo amici come prima.“ Velozipede, sm. velocipede. Velozipedista, smf. velocipedista. Veludo, sm. velluto; esser, o parer un veludo, met. essere, parere, o E. Kosovitz. — Dizionario ecc. 32 sembrare una seta, — essere, o parere, o sembrare un velluto; zogar sul veludo, met. ballare sul velluto: — „Posso perdere senza che me ne dolga finché ballo sul velluto.“ Veluta,do, agg. vellutato: — .Pelle vellutata.“ — „ Fi ori vellutati.“ Vemenza, sf. veemenza. Vena,, sf. vena — pi. vene e veni; arteria; disposizione, ingegno, vena; infiamazion de le vene, flebite, flebitide; bot. avena, biada, vena — avena sativa; vena de le miniere, filone; — de aqua viva, polla; molar la vena, chir. allentare la vena; esser, o no esser, in vena>, de dir, de far, essere, o non essere in vena di dire,, o di fare, — sentirsi, o sentirsi di questo o quello; aver una vena de dolze — detto più specialmente del vino: avere una vena di dolce, o, semplicemente: avere la vena: — „Non mi piace che il vino da pasto abbia la vena aver una vena de sempio, de mato, met. avere una vena di dolce, avere una vena di pazzo, aver dato un tuffo nello scimunito, o aver dato un tuffo nel pazzo-; boier el sangue ne le vene, met. accendersi, o bollire il sangue nelle vene; no restar una ioza de sangue ne le vene, met. non rimanere sangue addosso, rimanere senza sangue. Venado, agg. venato Venadura, sf. venamento, venatura. Venal, agg. venale. Vencada, sf. viminata Venco, venpher, sm. bot. giunco, vinco — salìx viminalis; vimine; venco per ligar, salciuolo . — ..A piccola vigna bastan pochi salciuoli; “ fato de venchi, vimìneo: — ,,Cestello vimineo.“ — ,I panieri sono perlopiù viminei.“ Vendema, sf. vendemmia; de vendemia, vendemmiale. Vendemada, sf..vendemmia, vendemmiamento. Vendemador, sm. vendemmiatore. Vendemar, va. vendemmiare. Vender, va. vendere; trafficare; tornar vender, rivendere: .— - „ Acquista le biade per rivenderle con profitto;“ vender a la minuda, vendere a minuto, o vendere a ritaglio; vender al ingroso, vendere in grosso, o vendere in di grosso; vender a ocio, vendere a mano; vender bon marca, far gran mercato; vender per cassa, vendere per contanti; vender a respiro, vendere a crai, o vendere ’pe’ tempi;• vender col fior in recia, met. stare sul. tirato; vender per un toco de pan, met. abbacchiare; vender brusà, met. vendere a bocca baciata, — • andar via a ruba; vender co le ciacole, met. appaltare colle parole; aver de vender — così al proprio come al figurato: avere da vendere, — averne abbondanza, averne soprabbondantemente, averne in buon dato: - „ Quanto a maldicenza ed a ipocrisia il signor X ne ha da vendere;“ che xe fazile de vender, vendereccio: — „Le primizie son vendereccie“ — „Un buon libro è cosa vendereccia;“ venderla come che se la. ga comprada, met. venderla come s’ è comperata.
Vendicada, sf. vendicamento, vendicazione. Vendicado, agg. vendicato, e poet. ulto; no vendicado, invendicato, e poet. inulto. Vendicator, agg. vindice; agg. e sm. vendicatore. Vendicar, va. vendicare; vnp. ricattarsi; vendicarsi. Vendita, sf. vendita; vendita a vii prezzo per bisogno di denaro: abbàcchio. Venditor, sm. venditore; venditor de limonada, acquacedrataio; — de peverini, berricuocolaio; — de zi vola, cipollaio; — de roba de legno, mestolaio; — de verigole, succhielinaio. Venduda, sf. vendimento, vendizione. Venerar, va, venerare, — avere, in venerazione. Venerazion, sf. venerazione. Veneta, sf. venetta, venettina, venolina, Venezia, v. usata nel modo metaforico:: far veder Venezia, far veder Pisa. Venezian, agg. e sm. veneziano. Ventada, sf. nodo di- vento; rifolo. Ventilada, sf. .ventilamento, ventilatura. Ventilado, agg. ventilato. Ventalio, sm. ventaglio; ehi che fa, o che vendi ventali, ventagliaio, ventagliaro. Ventazo, sm. ventaccio. Ventilador, sm. ventilatore. Ventilar, va. ventilare; considerare, discutere, esaminare. Ventilazion, sf. ventilamento, ventilazione. Ventisel, sm. aere, aura arietta, auretta, brezza, venterello, venticello, ventuccio, zeffiro; poet ora. Vento, sm. vento; met. vanità; venti che spirano fra i tropici e l’ecquatore in direzione quasi costante: alisei; mezo vento — intendono i marinai i venti collaterali a’ primari: nordest; nordovest;- sudest; sudovest; quarto de vento — che sono gì’ intermedi ai principali e collaterali: nordestnord; estnordest; estsudest; sudestsud; sudovestsud; ovestsudovest; ovestnordovest; nord -ovestnord-; vento e piova, acquivento; tempesta de vento, aeremoto, aerimoto; vento forte, vento impetuoso; — che porta via, met. vento sferratolo; — de tramontana, aquilone; — de tera, vento terreno; — de mar, vento marino; — che no lassa nanca tirar ’l fià, vento che mozza il fiato; ciapar el vento, mar. intaccare il vento: — «Aspettano d’intaccare il vento per partire; “ descrizion dei venti, anemografia; esser sora vento, essere sopra vènto, o avere l’avvantaggio del vento; esser soto vento, essere sotto, vento, avere il vento sfavorevole; aver el vento in pupa, andare col vento in poppa, avere ’il vento in poppa, o averlo in fil di ruota, — avere il vento in sua via, e met. avere il vento in fil di ruota, a averlo in poppa, — avere tre pani per coppia, essere in fortuna, — avere la congiuntura propizia; restar co le man piene de vento, met. restare con un pugno di mosche, — restare colle mani piene di vento; andar in vento, o risolverle in vento, met. andare al vento, andare invano; bandiera de ogni vento, met. banderuola da campanile, — bandiera di ogni vento; esser una bandiera de ogni vento, met. essere bandiera di ogni vento, — far l’agnolo di Badia; andar contro un mulin de vento, met. cozzare, o fare a’ cozzi co’ muri, o , co’ muricciuoli, o co’ cespugli, — combattere contro i mulini a vento; girar la testa’ come un mulin de vento, me;1, girare la testa come un molino a vento; che passa ’l vento de tute le parte, aperto al vento da cento parti: — ..Catapecchie, veri antriumani, aperti al vento da cento parti corer come el vento, correre come l’ape al bacino, — correre a più potere, o a rompicollo, o a scavezzacollo; correre a spron battuto; bisogna navigar secondo ’l vento, m, prov. bisogna navigare secondo il vento, — bisogna volgersi ad ogni vento, — bisogna volger la vela secondo il vento; col bon vento ognidun sa navigar, prov. assai ben balla a chi fortuna suona, — ognuno sa navigare col buon tempo, — al buon tempo ognun sa ire, — a chi ha ventura poco senno gli basta; chi pissa contro ’/ vento se bagna le braghe, m. prov. chi piscia contro il vento si bagna la camicia, — chi fa alle capate co’ muri i corni sono suoi.
Venuda, sf. venuta. Ver, vn. lostesso che aver, e in questo vedi. •• Vera, sf. anello: — „Ha dita coperte d’anelli ? è una beccaia, o una trippaiuola campanella:’ — „Due dozzine di campanelle per le cortine;“ vera de matrimonio, anello nuziale; vera del pozo, margine, o spalletta del pozzo. Verdaza, sf. — specie di prugna: verdacchia. Verdazo, agg. verdaccio. Verde, agg. e sm. verde; livido.: — „È livido dal freddo quel povero piccino;“ fresco; verdura, verzura; fruto verde, frutto acerbo, o immaturo; esser verde, met. essere nero, — essere verde come un ramarro; esser al verde, met; essere al verde, o essere condotto al verde — tolta la metafora dalle candele che si tenevano accese nei pubblici incanti, che in fondo erano tinte di verde, — aver perduto il barchetto ed essere rimasta la stanga, — essere all’ultimo suolo; restar al verde, met, restare, o rimanere all’asciutto, — restare sull’ammattonato, — ridursi come santo Noferi; ridirne al verde, met. far ambassi in fondo, — far del resto; verde ogni bel viso perde, m. prov. che a’ toscani vuol dir ben altra cosa perchè e’ dicono che: chi vuol vedere un bel visino, lo guardi nel verde e nel turchino, — il verde e il turchino vuole un bel visino, — la donna dev’essere bruttacela, che sul verde non si rifaccia — E inutile de gustibus. Verdeciaro, sm. verdechiaro. Verdegiar, vn. verdeggiare, verdicare. Verdettiar, sm. verdemare Verdescuro, sm, verdebruno, verdecupo, verdescuro. Verdezalo, sm. verdegiallo. Verdizo, agg. verdiccio, verdigno, verdoccio. Verdolin, agg. verdognolo. Verdorv, agg. verdone. Verdoto, agg. verderognolo. Verdura, sf. verdura, verzura: — „Sulla silente verzusa de’ molli prati;“ erbaggio, ortaggi: — ,,1n primavera fa buono un po’ d’erbaggio “ Verete, sfp. campanelline — la pasta da minestra; campanelle — gli anelletti di metallo; t. degli orologiai: virola.
Verginela (far la), far la donzellerà: — „E davvero un ridere. Ea la donzelletta dopo esser stata m un meretricio.“’ Vergogna, sf. erubescenza; rossore; biasimo, disonore, vituperio; candore, modestia, verecondia, verecundia; peritanza, rispetto; vergogna; vergogna accompagnata da insulto: onta; vergogna marza, met. vergogna marcia; esser una vergogna, e con enfasi maggiore: esser una bela vergogna, essere una vergogna, o essere un vitupero, e con maniera più grave: essere un’abominazione: — percuotere un vecchio impossente è una abominazione;“ meter de parte la vergogna,. met. tirar giù buffa,, — far fronte incallita, o far fronte invetriata; a far i fati sui no xe vergogna, m. prov. ciò che è utile non è vergogna, — vergogna è far male, — a far i fatti suoi non ci s’imbratta le mani. Vergognar, vn. vergognare, — avere, o sentir vergogna; peritarsi: — „Avrebbe voluto dirlo, ma si peritava,“ Vergognoso, agg. verecondo; vergognoso; ignominioso, infame, vituperevole: lascivo, libertino, libidinoso, licenzioso; sudicione. Vergola, agg. gelosa: — Rancia gelosa che con ogni po’ di mare c’ è pericolo di capovolgersi.“ Vergon, sm. brevicello, panione, vergone. Verificador, sm. verificatore. Verificar, va, e vn. accertare, certificare, verificare; attuare, effettuare. Verigola, sf. foratoio, succhiello, succhio, trivella; doccia; ehi che fa, o che vendi verigole, succhiellinaio; verigola per impiantar le vide, cruccia, gruccia, trivellone. Verigolada, sf. succhiellamento: — „Lascia ch’io dia un succhiellamento, e vedremo;“ succhiellata: — „ Infame o non gli ha dato una succhiellata in. un occhio.“ Verigolar, va. succhiellare, succhiellinare. Verigoleta, sf. succhielletto, succhiellino. Verità, sf. verità, veritade, veritate; dir la verità, dire la verità, dire il vero, dire il vangelo di San Giovanni, o semplicemente: dire il vangelo; no se poi saver una verità de qua in piaza, met. non si può sapere il vero dal naso alla bocca; la verità xe una sola, rn. prov. la verità è una sola; la verità xe come l’oio che sta sempre per sora, prov. la verità è come l’olio che viene sempre a galla; chi disi la verità vien impicado, m. prov. la verità è madre dell’odio, — ’ del vero s’adira l’uomo, — di’ il vero ad uno ed è tuo nemico, — chi dice la verità è impiccato — e con Terenzio: Obsequium amicos, verilas odium parit; la boca voi dir la verità, m. prov. la bocca vuol dire il vero, — tal si burla che si confessa; tute le verità no se poi dirle, m. prov. un bel tacer non fu mai scritto, — ogni vero non è ben detto. Veritier, aqg. verace, veridico, veritevole, veritiere, veritiero. Vermena, sf. t. degli uccellatori: vergelle». Vermeto, sm. vermetto, vermiccioluccio, vermi ccioluzzo, vermiccinolo, vermicello. Vermilio, agg. e sm. vermiglio Verminoso, agg. bacato, vermicoloso, verminoso. Vermo, sm. zi. baco, verme, vermine, vermo; verino solitario, tenia — di gerì. fem.: — ,.Antelmintico per espellere la tenia “ — Bambino martoriato dalla tenia;“ — nei budei — varie specie di vermi intestinali fra le quali le più comuni: l’ascaride lombricoide — ascaris lumbricoides, e l’ossiuro — oxyrus vermicularis; medizina per far andar via i vermi dei budei, antelmintico, vermifugo; vermo de tera, lombrico — lombricus agricula; — che rosiga i alberi de fruto, dormiglione; — che rosiga i pali in aqua, bruma, teredine; vermi che i mosconi fa su la carne, sul pesse, ecc. cacchioni; vermi che rosiga i bisi, el for mento — e simili: tonchi; vermi che rosiga la carne seca, marmeggie; pien de vermi, bacato, vermicoloso, vérminato, verminoso; logo dove che se fa vignir i vermi, verminaria: — «Nel pollaio hanno la verminaria e i polli vi si pascolano.“
Vernisadura, sf. verniciatura. Vernisar, va. inverniciare, vernicare, verniciare. Vernise, sf. vernice: — „.Due chilogrammi di vernice;“ inverniciatura, verniciatura: — Pessima inverniciatura cotesta che già screpola;“ met. apparenza, illusione, orpello; vernise de le pignate, de le scodele — e simili: marciacotto. Vero, agg. acconcio, adatto, atto, idoneo, vero; verace, veridico, veritiero; sm. verità, vero; vetro; che no par nanca vero, met. inaudito: •— „Nefandità inaudite.“ — inaudita spudaratezza;“ carta de vero, art. e mest. asprella; per vero, m. av. da vero, di vero, in vero; no parer nanca vero, parere assai, — non parer vero; no sarà mai dito vero, no.n sarà giammai; no xe vero? n’è vero? — non è vero? xe ben vero, è ben vero; vero come che xe Dio, vero com’è vera la verità, vero come il padrenostro, o vero come l’evangelo Versa, sf cercone: — „I)a cattivo pagator vino o cercope.“ Versado, agg. esperto, pratico, versato. Versar, va. e vn. versare; traboccare. Versazo, sm. versaccio. Versegiar, va. verseggiare, versificare, mettere, o porre in versi. Verseto, sm verserello, versetto, versicciuolo, versucciaccio, versuzzo. Version, sf. rivolgimento, ver sione, traduzione: — „Rivolgimento dal latino.“ — „Pessima traduzione del Schiller;“ versione: — «Secondo una versione più probabile egli ha il torto marcio.“ Verso, prep. e sm. circa, intorno; direzione, indirizzamento; modo, via; banda, lato, parte; verso; far versi, mettere, o porre in verso, — verseggiare; verso che no ga le silabe giuste, verso zoppo; verso di una sillaba: verso monosillabo. Versi monosillabi italiani non so se ne possono essere, io non ne ho letto alcuno; conosco però un sonetto monosillabo francese, che trascrivo a titolo di curiosità: Forte Belle, Elle Dort. Sorte Fréle, Quel Mort. Rose. Close, La Brise La Prise; verso di due sillabe: bisillabo; — di tre: trisillabo; — di quattro: quadernario; — di cinque; quinario; — di sei: senario; — di sette: settenario; — di otto: ottonario; — di nove: novenario; — di dieci: decasillabo; — di undici: endecasillabo; verso che termina colla metà d’una parola, l’altra metà di cui’portasi al principio del verso susseguente: verso comiziale; andar, o no andar a verso, met.. andare, o non andare a pelo, — andare, o non anelare a’ versi; far per ~el suo verso, fare pel verso; ciapar per el suo verso, pigliare che che sia per il suo verso, — pigliare il verso di una cosa, o pigliare il verso in una cosa; ciapar el verso de una roba, o in una roba, pigliare ih verso di una cosa, o in una cosa; andar per el suo verso, andare pe’ suoi piedi, o andar pel’suo verso; trovar el verso, met, trovare il bandolo, — trovare il capo e le congiunture, — pigliare il panno pel verso,----trovare la stiva, — trovare modo, o, verso; no esser verso, met. non esser vero. Vertical, agg. perpendicolare; verticale. Vertidura, sf. apertura; vertidura de le camise de omo, sparato; — de le camise de dona, scollo; — che ga i grami su la panza, scarsella. Verza, sf. bot. verza — brassica oloracea; piantina de verza, che se traspianta, brasca.
Verzer, va. allargare, aprire, dilatare, schiudere, sciorre: — „Farete sciorre tutti que’ sacchi;“ sparare: — „Appena ucciso il maiale bisogna spararlo subito;“ verzer botega, aprire, o rizzar bottega; verzer i oci, met. aprire gli occhi; verzeghe le finestre e le porte — detto altrui scherzevolmente quando racconta cose incredibili e strampalate: ammanna eh’ i’ lego; verzer co le ciave, dischiavare; chi ben sera ben verzi, m. prov. la buona cura caccia la mala ventura, — chi ben serra ben apre. Verzota, sf, bot. verzotto..-. Vescovil, agg. vescovile. Vespèr, sm. vespaio, vespeto. Vespon, sm. zi. calabrone — vespa crabro. Vessiga, sf. vescica, vessica; che partien a la vessiga, vescicolare; che ga vessighe, vescicoso; che servi per le malarie de la vessiga, vescicario, vessicario; vessiga del pisso, vescica orinaria; — delfici, cistiffelea; — de . una back etada, scigrigna; — de becada de musson — e simili: Goccinola; — del polame, cipolla, gozzo, ingluve; — de una scotadura, vescica; lassar le vessighe sul cui, o lassar le vessighe su le spale, fare le stringhe sul culo, o fare le stringhe sulle spalle. Vestàlia, sf. panciona. Vestir, va» abbigliare, indossare, vestire, e nel senso di mutar panni per uscire, od altro: rivestire: „Andatevi a rivestire, han da venire le signore;“ sm. vestimento: — „ (Jhe curioso vestiri = Che vestimento curioso;“ vestito: — solo vestir ghe costa un .ocio de la testa. == li solo vestito gli costa un occhio della testa;“ vestir de luto, andare in gramaglia, —; vestire a bruno, o vestire a lutto; vestir de mezo luto, vestire di bruno leggero, o vestire di mezzo bruno; chi che se vesti co la roba dei altri presto se dispoia, prov. chi dell’altrui si veste, ben gli sta, ma tosto- gli esce, — chi de’ panni altrui si veste, presto si spoglia; magnar a modo suo e vestir a modo dei altri, prov. mangiare a modo suo, vestire al modo degli altri, — nessun vede il budello, tutti vedono il mantello. Vestitazo, sm. vestitacelo. Vèstitin, sm. abituccio, vestitino, vestituccio. Vestito, sm: abbigliamento, abito, indumento, vestito, vestimento — pi. i vestimenti e le vestimenta; poet. amanto; vestito scolado, vestito scollacciato, o scollato; — serà, vestito accollato; — de mèza stagion, abito da mezzi tempi; — de istà, abito d’estate; — de inverno, abito invernale; — de festa, abito da festa, abito festivo, abito solenne; — de strapazo. abito usuale; — de casa, vestito da casa; — rico, vestito agiato, o vantaggiato; — tuto de un toco, abito inconsutile; — de mascara, vestito da maschera; — de prete, abito lungo, o abito talare; — che va in tochi, vestito che casca a brani, o vestito che non tiene brano; — che par piturà adosso. vestito che torna bene, o che torna una pittura; aver el vestito zuzà, met. parer preso alla pania. Veta, sf. agata, agugliata, gugliata. Veteran, sm. veterano, e così pure al metaforico: — „E il veterano della scuola u — „ Veterani della scienza.“ Veterinario, sm. veterinario, zo•iàtro. Vetrazo, sm. vetraccio. Vetrer, sm. vetraio. Vetrina, sf, invetriata, vetrata, vetriata: — «Vetrata della scansia.“ — „Ha rotto un cristallo “ dell’invetriata in sala;“ vetrina: — „Le vetrine del Corso sono ammirabili.“ — «Vetrina da orefice, da cartolaio, da calzolaio.“ Vetrificar, va. e vn. vetrificare Vetrificazion, sf. vetrificazione. Vetro, sm. vetro; fabrica de vetri, vetraia; de vetro, vetrario: — „Arte vetraria “ — „Commércio vetrario;“ come ’l vetro, vetrino, vitreo: — „ Sguardo vitreo; trasparenza vitrea.“ — „Consistenza vetrina; fragilità vetrina;“ vetro del lume, cilindro, scartoccio; — ’ scopio, lente, microscopio.; — del specio, bambola; — de specio picolo, bamb eruolo; — de orloio e de le finestre, cristallo; roba de vetro, mét. cosa di vetro.
Vezè(farle), far le veci, prendere, o tenere la vece, — prendere, o tenere le veci; in veze, m. avv. a vece, in cambio, in luogo, in nome, invece, in vece,, in quella vece. Via, sf. via,; e quale particella esortativa: animo, orsù, su; e quale particella remissiva: via: — „Se avesse portato qualche denaro a conto, via; ma nulla è troppo poco;“ via vai, via va: — «C’è un via va di gente che dà il capogiro;“ a la maledeta via, m. avv. alla carlona, alla sbracata, — abborracciatamente; per via de causa di; butar via, buttare, o gettare via, e met. dilapidare, dissipare, fondere, scialacquare, sperperare, — spendere in cacio bacato; meterla via, met. attaccare che che si sia all’arpione, o alla campanella dell’uscio. Viagiada, sf. viaggio. Viagiar, va. viaggiare, — far viaggio viagiar cambiando cavai a ogni posta, viaggiare a cambiatura; viagiar come un baul, met. viaggiare come i bauli; chi che xe mato per el viagiar, andarino. Viagiator, sm. viaggiatore; comeso viagiator, commesso viaggiatore. Viagio, sm. viaggio; bon viagio, met. a buon viaggio: — „E partito ? a buon viaggio così non ritornasse;“ far un bon viagio, andare a buon viaggio; dar el bon viagio, dare il buon viaggio; far un viagio e .do servizi, mef, fare una via, o fare un viaggio e due servigi, — battere due chiodi a una calda — imbiancare due muri con un medesimo alberello. Vial, sm. viale. Vibrar, va. e vn. vibrare, e quale frequentativo: vibreggiare. Vibrazion, sf. vibrazione. Vico, nome proprio di persona: Lodovico. Vida, sf. art. e mest. vite; nottolino; vida femina, chiocciola; /. degli intagliatori: sergente; — specie d’orecchino: bulletta; tai de la vida, impanature,, pani; bot. vite; vitigno; vida de pergola, escaria, pergolana; vida salvadiga, bot. abrostine, abrostino, abrostulo, ambrostolo, lambrusca, e vite di Candia, quella che impropriamente si chiama vite, che non dà frutto commestibile e che serve solo a far ombra ne’ coperti, ecc.; piantar vide, avvitire; netar le vide, potarle; sfogliarle: spollonarle; taiar le vide la prima volta, agric. soccidere, o succidere le viti; vengola per impiantar le vide, cruccia, gruccia, trivellone; te de vida, o sugo de vida, met, siroppo di cantina. Vidal, nome proprio di persona: Yitale. Videi, sm. lo stesso che vedel. Vidimada, sf. autenticazione. Vidimar, va. autenticare. Vidon, sm. culatta. Vigilar, va. invigilare, vegghiare, vigilare. Vigna, sf. vigna, vignazzo, vigneto; chi che cura la vigna, vignaio, vignaiuolo, vignarolo; coltivar a vigna, vignare; coltwado a vigna, vignato: — „ Terreno vignato e olivato “ Vignir, va. e vn. arrivare, giungere, venire: — „Arrivare col vapore.“ — „Esser giunto troppo tardi;“ derivare: — „Male derivato unicamente dall’abuso de’ liquori;“ ricorrere: — „Il suo onomastico ricorre il diciannove marzo; “ cogliere, sopraggiungere: — „Era sulle mosse per l’America quando fu colto dalla febbre; “ convenire, essere dovuto, spettare, essere di spettanza: — ,Dov’è la parte che spetta a lui?“ — „I manoscritti sono di sua spettanza;“ arrivare, giungere, pervenire: — , Notizia pervenutagli da un amico;“ comparire mostrarsi; riuscire: — ^Pasticcio riuscito stupendamente;“ vignir dentro, entrare; — fora, uscire; sorgere; — su, salire; prosperare; — zo, scendere; venir giù, venire di sotto: — ..Racconciando il tetto lo colse un capogiro e venne di sotto;“ vignir in orecia, met. venire ,ad .orecchie, o venire agli orecchi; vignir in testa, met. ricorrere nel pensiero, venire ad animo, venire alla mente; vignir al fin, consumarsi, rifinirsi, venire alla fine; vignir a la conclusion, venire alle brevi, o alle brevissime, o alla conclusione, o alle corte; vignir a cavo, sbuzzare: — „ Volevano fargli l’operazione, quando grazie al cielo, il tumore si sbuzzò;“ met. venire a capo: — „Come si fa venire a capo in cotesto ginepraio;“ vignir zo sul cui, scendere a scorticaculo: — „Dirupi che chi non li volesse scendere a scorticaculo, addio fave ;“ vignir in sena, met. venire in iscena; vignir del “mondo de la luna, met. cader dalle nuvole; venir dal mondo della luna; vignir la pele de oca, met. granirsi la pelle, venire la pelle di oca, — far la pelle anserina; vignir a parole, venire a parole, — far parole; — vignir a le man, venire alle mani, o venire alle prese; vignirghene fora, compartire il refe colle pezze: — „Una buona massaia mette suo talento nel compartire il refe colle pezze;“ met. sbarbarsela: — „S’ è messo in cattivo di scrivere una tragedia; ma non ce la sbarba;“ za che ’i xe che ’l staghi, ma che no ghe ne vegni altri, met. fatto e messo là; senti come che la vien zo — dicesi quanda piove dirottamente: senti come stroscia.
Vigor, sm. forza, gagliardia, robustezza, vigore. Vigorir, va. innanimare, invigorire, ingagliardire, ringagliardire, vigoreggiare. vigorire, — far animo, — ripigliar vigore. Vigoroso, agg. forte, gagliardo, robusto, vigoroso; e detto più specialmente delle piante: rigoglioso. Vil, agg. codardo, imbelle, vile; pauroso, timido; abietto oscurissimo. Vilan, sin. villano; met. increato, rozzo, scortese, tarpano, tarpanone, zoticone; vilan resta vilan, m. prov. chi è stato battezzato coli’ acqua del fosso puzza sempre di umido, — il villano porta scritto sulla pancia, villan senza creanza, — il villano si conosce sempre, — taglia la coda al cane, e’ riman cane; al vilan mostrighe ’l dedo el ciapa la man, m. prov. al villano mostragli il dito, si piglia la mano; carta canta e vilan dormi, prov. chi ben istrumenta ben s’addormenta, — lo scritto non si manda in bucato, — carta canta e villan dorme; can e vilan no sera mai la porta, prov. cani e villani lascian sempre l’uscio aperto; scherzo de man scherzo de vilan, prov. giuoco di mano giuoco di villano, — tasto di mano, sta lontano. Vilanada, sf. asineria, inciviltà, rozzezza, rustichezza, villania, zoticaggine, zotichezza. Vilanazo, agg. e sm. villanaccio; villanzone; met. croio, rozzo,, tarpano, tarpanone, zoticone. Vilegiar, vn. villeggiare. Viliaco, agg. codardo, pusillanime, pusillanime, pusillo, timido, vigliacco, vile. Viliacaria, viliacheria, sf. poltroneria, vigliaccheria, viltà; abiettezza, bassezza d’animo. Viliacon, agg. vigliaccaccio, vigliaccone. Vilipender, va. avvilire, dispregiare, sprezzare, vilificare, vilipendere, — tenere a vile. Vilin, sm. casinetto, villina, villino. Viltà, sf. viltà, viltade, viltate, — abiezione d’animo; viltà d’animo: ignavia. Vin, sm. vino, — liquore di Bacco; e per antonomasia: fumi del vino, vapori del vino: — nEl vin ghe xe andà in testa. = I fumi del vino gli sono saliti al capo.“ •— .Parla sotto l’influenza de’ vapori del vino;“ de vin, vinario: — «Commercio vinario.“ — Recipienti vinari;“ che produsi vin, vinifero: — „L’Istria è un paese vinifero per eccellenza;“ l’arte che insegna a far el vin, a conservarlo, ecc. enologia; chi che conossi l’enologia, enologo; vin che riva per mar, vino navicato: — „Il dalmàto, a cagion d’esempio, è vino navicato;“ vin de pasto, vino da pasto; — de botilia, vino da bottiglia; — de famea, vino da famiglia; — puro, vino pretto; — slongà, vino annacquato; — svampido, vappa, vino svanito; — mezo vin, mezzone; vin dolze, vino abboccato; — che ga una vena de dolze, vino che ha una vena di dolce, o vino che ha la vena; — che ga corpo, vino polputo; — svodo, vino leno, o vino mollaccio; — che ga da la volta, o vin guasto, cercone; — che passa, vino sottile; — che ga de bota, vino che sa di secco; - de durada, vino serbe vole; — de tordo, stretto, o torchiatico, — vino del torchio, o vino stretto: — „Lo stretto è sempre aspro.“ — „ Mescola il torchiatico coll’acquerello; “ — che ga fior, vino appanato; — che se poi slongar, o che porta aqua; vino adacquabile; — che copa, met. vino che abbatte: — «Vinacce artefatti che abbattono;“ — che ponta, vino collo spunto, o vino che ha lo spunto; — vecio misià col novoj vino raccappellato; — travasò senza strucar la trapa, crovello; — fato fermentar con de le droghe dentro, ippocrasto; vin che se poi taiar col cortei, met. vino calcagnino; — co la scossa, met. cerboneca, cerbonella: — Rosta -ventiquattro soldi al litro, è vero, ma è vero altresì ch’è una cerbonella;“ — de lecarse i dedi, met. ambrosia, nettare; secondo vin, acquerello, vinello; meter sul neto el vin, mutare il vino; comprar, o vender el vin soto la trapa, comprare, o vendere al tino: — „Non ha recipienti e gli convien vendere il vino al tino.“ — «Compera il vino al tino per conservargli la vena;“ el vin •palesa, prov. dove può il vino non può il silenzio, — . vino e sdegno fan palese ogni disegno, — la verità è nel vino — ch’è l’adagio de’ latini: in vinum veritas; al ion vin no glie ocori frasco, prov. la buona mercanzia trova presto recapito, — il buon vino non vuole frasca; la bota la da el vin che la ga, prov. la botte dà del vino che ha, — ogni campanile suona le sue campane, — l’uccello dal becco grosso non può cantar fino. — la quercia non fa limoni, — il lupo non caca agnelli; el vin xe. el late dei veci, prov. il vino è il latte, o il vino è la poppa de’ vecchi; late e vin tossigo fin, prov. latte e vino ammazza- il bambino; bisogna bever el vin e no el giudizio, m. prov. non bisogna bere la memoria, — vino dentro e senno fuori; per S. Martin tuto ’l mosto xe vin, prov. a S. Martino ogni mosto è vino, o è vecchio ogni vino, — col giorno di S. Martino ogni mosto è vino. Vinaza sf. vinaccia— quella spremuta sotto al torchio; grassa — quella ancora non ispremuta; met. cerboneca, cerbonella, — vino pessimo; vino: — „No se poi star ben impinindose ogni sera de vinaza. = Non si può star bene empiendosi ogni sera di vino.“ Vincolar, va. legare, obbligare, vincolare. Vineto, sm. vinetto: — „S’è bevuto un vinetto grazioso che non vi dico; * vinuccio: — „Fummo trattati con un vinuccio che a dirgli sbroscia gli si fa un complimento;“ vinarello: — „Generalmente parlando le valli producono vinarelli.“ Vinon, sm, vino calcagnino, vino polputo, vino scelto. Vinti, agg. venti. Vintina, sf. ventina. Vintizinque, agg. venticinque; la vintizinque — t. di’ giuoco: il venticinque: — „La seconda volta che ’J .se frega la vintizinque de cope. = La seconda volta che si gode il venticinque a coppe.“ Vinto, agg. debellato, vinto; darla vinta, - darla vinta, o darla per vinta; darse vinto, arrendersi, confessarsi vinto, — darsi vinto, o darsi per vinto. Vinzer, va. e vn. vincere; debellare; vinzerse, met. domare le proprie passioni, vincere sè medesimo; no vinzer ne perder, levarla del pari; ne vinzer ne imputar, nè vincere nè impattare; vinzerghe al zogo a qualchedun con imbroio, fare altrui il collo; darse vinto, darsi vinto, o darsi per vinto; chi la dura la vinzi, m. prov. chi dura vale e indura, — chi la dura la vince; chi no zoga vinzi sicuro, prov. assaivince chi non giuoca.
Vinzita,. sf. vincimento, vincita. Vinzitor,.sm. vincitore. “ Viola, agg. violaceo, violetto; sf. mus. viola; hot. violo — la pianta che produce le viole, e: viola — il fiore prodotto dai violi; logo piantado a viole, violaio: — „Annaffiare il violalo.“ — „Scìupa tutto il suo tempo curando il violaio; •’ viola cioca, viola acciocca, o viola a ciocche; violaeciocco, violo acciocco; — zotd, o viola de odor, viola mammola; — de veludo, o viola del pensier, viola vellutata, — viola del pensiero, — erba della trinità, — minuti pensieri, — suocera e nuora; andar de viola, met. andare in dolcezza, o andare in visibilio, — andare, in sollucchero, o in broda di succiole, — trovarsi nella sua beva, o nella sua piscina, — andare di niccherà. Violar, va. violare; contaminare, corrompere. Violentar, va. forzare, sforzare, violentare. Violin, sm. violino; met. prosciutto; sonar el violin, suonare il violino; gratar el violin, strimpellare il violino, e met. affettare il prosciutto; pesse violin, zi. lima, rina, squadro, -squatina — rh ina squatina; andar de violin, lo stesso che andar de viola, v, viola. Violon, sm, contrabbassista: — „ Contrabbassista del comunale;“ contrabbasso: — „Smarrire l’arco del contrabbasso.“ Vipara, vipera, sf. zi. vipera — vipera berus; de vipera, vipèreo, viperiI no; diventar una vipera, met. inviperirsi: — „ Suocere che s’inviperano al contatto delle nuore; “ la vipera ga morsigà el zarlatan, m. prov. il pulcino saltò in capo alla chioccia, — l’ingannatore è rimasto appiè, dell’ingannato, — l’uccellatore è rimasto preso alla ragna, — la vipera ha morsicato il. ’ ciarlatano. Virar, va. mar. virare; virar de bordo, met. girar largo. Virgola, sf. coma, virgola; meter le. virgole, o meter fra le virgole, virgolare, virgoleggiare: — «Virgola un po’ i tuoi scritti, c’è sempre del buio così.“ — «Gli esempi in quest’opera sono virgoleggiati in punto e virgola, v. punto. Virgoleta, sf. virgoletta; segnare con due virgolette ciò che si sia nelle scritture: virgolettare. Virtù, sf. virtù, virtude, virtute; far de nezesità virtù, ni. prov. far di necessità virtù, — cedere al tempo; la pazienza xe la virtù del asino, in. prov. la pazienza è de’ frati e delle donne che han gli uomini matti, — la pazienza è una buon’erba, ma non cresce iu tutti gli orti, — della pazienza non ne vendono gli speziali Visazo, sm. ceffautti, ceffautto, visaccio. Visciada, sf. (visciada) paniuzza, paniuzzo, paniuzzola. Viscio, sm. (viscio•), pania, veschio, vischio, visco. Visciosità, sf. (visciositd) viscidità, viscosità. Viscioso, agg. (viscioso) panioso, vischioso, viscoso; tenace, viscido. Viseri, smp. viscera e viscere — pi. i visceri e le viscere; che partien ai viseri, viscerale; cavar i viseri, sviscerare, viscerare. Visdemela, sm. babbeo, bietolone, citrullo, minchione, moccolone, pastricciano, semplicione, stolidaccio, zugo. Viseto, sm. visetto, visino, visuccio; far un zerto viseto, met. ghignare, sogghignare. Visibilio (andar in), m. avv.. strabiliarsi, strasecolarsi, — andare in visibilio, o andare in estasi. Visiera, sf. buffa, visiera; butar zo la visiera, met, gettar giù buffa. — cavarsi la maschera, — levarsi la visiera, — mostrarsi tal quale.
Visitada, sf. visitamento, visitazione. Visitador, sm. visitatore. Viso, sm. faccia, sembiante, viso, volto; viso rifila, viso affilato; far bon viso, met. mostrarsi di buon’aria, — veder di buon occhio, — fare buon viso, o mostrare buon viso; far un zerto viso, met. ghignare, sogghignare: — „Alla proposta si diè a sogghignare;“ fare il viso dell’arme, o fare il viso brusco: — „Sta bene fare tratto tratto il viso. brusco, a’ bimbi.“ — „Faccia pure iP viso dell’arme a me non mi spaventa;“ bufar in viso, mei. rinfacciare, — gettar sul viso; diventar rosso in viso — per isdegno o per verecondia, ecc.: accendere il viso; far viso de cior via, aver l’aria di canzonella;/»)“ un viso come de aver iniutì sorboli garbi, far una faccia da biascia sorbe acerbe; aver el viso come una gratacasa, met. avere il viso che pare mangiato dalle marmeggie, o avere il viso come una grattugia; spudime in viso se, modo condizionale, basso: dimmi nino: — „Vengo di ritorno, se non ci venissi, dimmi nino; “ sul viso, m. avv. a viso, o sul viso: — „Gliele spifferò a viso;“ una man lava l’altra e tute do el viso, v. man; la morte no guarda in viso nissun, v. morte. Vissiga, sf. lo stesso che vessi ga. Vissigante, sm. vescicante, viscicatòio, vessicante, vessicatorio. Vissigheta, sf. vescichetta, vescichina, vescicolina Vissigon, sm. vescicone. Vissola, sf. visciola. Vissoler, sm. bot. visciolo — prunus cerasus agriotta; vissoler selvadigo, ciliegio di monte, o visciola selvatica — prunus avium. Vista, sf. vista; — nel senso di colpo d’occhio: guardare, veduta; ap s prezzamento; vista assai buona: acutezza di vista, — sottilità d’occhio; oscuramento momentaneo della vista prodotto da improvviso splendore: bagliore; diminuzione o perdita della vista: amaurosi; difetto della vista per cui i colori sembrano aver colore diverso dal naturale: crupsìa; scurirse la vista, annebbiarsi la vista: — „Senza le barelle non posso leggere perchè mi s’annebbia subito la vista;“ rivar — e simili — in vista, giungere — e simili — a vista: — „Siam giunti a vista del villaggio;“ conosser de vista, conoscere di veduta, o conoscere per veduta; far vista, fingere, simulare, far veduta — far vista, o fare le viste; perder, o no perder de vista, tanto al proprio quanto al figurato: perdere, o non perdere di vista; meter in cativa vista, met. mettere in cattiva luce; de vista — lo dicono gli uccellatori per distinguerlo dall’uccello accecato: alluminato; 'a prima vista', 'a prima vista', di prima vista; de prima vista, in un'a prima vista'. Vistir, e derivati lo stesso che vestir e derivati. Visual, sf. prospettiva, veduta, visuale. Vita, sf. vita; busto, tronco; met. energia, forza; biografia: — „Biografia degli illustri triestini.“ — Raccolta di biografie; “ la vita umana: il secolo mortale; la vita eterna: il secolo immortale; prolungamento della vita il più durevole che possa sperarsi secondo l’ordine di natura: longevità; vita che uno scrive di sè: autobiografia: — „Autobiografia dell’Alfieri - — „Cellinì dettò sopra lavoro la sua autobiografìa; “ vita sudila, vita snella; far bona vita, 'far buona vita': — „Non è un santo, ma fa buona vita;“ 'far buona vita', far gran vita, far vita magna, •— vivere lautamente: — „Ha vinto non so quanto al lotto e fa gran vita “ — „Per far vita magna ci voglion prima di tutto denari;“ far cativa vita, o far una de quele vite,, avere un piede in bordello e l’altroall’ospedale; far mala vita far vita stretta, — vivere meschinamente; e far una de quele vite — nel senso di sbraitare, o tormentare altrui: mangiare ad alcuno il cuore e gli occhi; voler un ben de vita, amare tenerissimamente, — voler un ben dell’anima, voler tutto il suo bene; esser vita sola, essere scapolo, celibe, nubile; andar de vita, met. compiacersi, smammolarsi, sollucherare; andare a sangue, o a genio, — essere, o trovarsi nella sua beva, o nel suo elemento, o nella sua piscina; esser una vita, met. essere un ammattimento, o essere una disperazione: — „Coi bimbi in oggi è un ammattimento,“ star a la vita, met. stare alle costole, stare a’ fianchi; saver vita morte e miracoli, met. sapere vita, morte e miracoli; vignir a la vita, venire alla vita, investire chi che si sia; dar la Vita, met. dar vita, vivificare: — „Vinello che vivifica.“ — ,,Le vostre parole mi danno vita;“ passar la vita, met. condurre, o passare la vita; in vita, a vita: — },Fu condannato alla reclusione a vita;“ chi guarda la sua vita guarda un bel castel, prov. un buon castello guarda chi il suo corpo guarda.
Vitalizio, sm. vitalizio; far vitalizio, vitaliziare; chi che godi el vitalizio, vitaliziante; chi che ghe toca pagar la rendita del vitalizio, costituente. Vitaza, sf. vitaccia Vitina, vitisina, sf. vitina, vitino. Viton, sm. vitona. Vitoria, sf. trionfo, vittoria; prospero successo; cantar vitoria, met. cantar vittoria; no cantar vitoria m. prov. odi prima il salmo, e poi ti segna, — ride bene chi ride l’ultimo. Vitriol, sm, vetriolo, vitriolo, — solfato di ferro; vitriol blu, solfato di rame; met. cerboneca cerbonella: — „Vino a ventiquattro ? sarà cerboneca.“ Vivaciar, vn. campacchiare,, campucchiare, vivacchiare, — vivere stentamente, — tirare innanzi per lo stralcio. Vivandier, sm. vivandiere. Viver, vn. campare; vivere; poet, e per sim. abitare nella vita. — bere con gli occhi la luce; sm. vivere; cibarie, vettovaglia; el viver, met. il bisognevole, la tornata di casa; viver malamente, condurre pessima vita: — E morto ? sfid’io colla pessima vita che conduceva;“ vivacchiare: — „Si vive forse colla meschina paga? si vivacchia;“ viver ben, o viver de papa, stare come un paper’otto, stare in barba di miccio, — stare in panciolle; viver giorno per giorno, vivere come lo sparviere, dì per dì, vivere giorno per giorno; viver con tuta la , speculazion, vivere di limatura; viver per no morir, met. tirare innanzi per lo stralcio; viver de aria, met. campare, o vivere di spirito santo: — .Come s’impingua a quel modo, domand’io, se campa di spirito santo;“ viver de la disonestà de la molie, campare, vivere, e simili di fusa torte; viver come un selvadigo, met. far vita da cenobita, o da certosino; viver co la testa in saco, met. vivere con la testa nel sacco: — „Quando s’ha famiglia non si può vivere colla testa nel sacco; “ xe vivo quel che la conta, met. ammanna eh’ io lego; più se vivi più se ghe ne senti, m. prov. più si vive e più se ne sente; bisogna viver e lassar viver, m. prov. vivi e lascia vivere, — bisogna leccare e non mordere, — bisogna vivere, e lasciar vivere; chi vivi- sperando mori cagando, loc. prov. chi vive sperando muore cacando, o muore cantando, o muore di fame, o muore a stento, — chi uccella a speranza prende nebbia. -chi vive a speranza fa la fresca danza; più se vivi e più se impara, m. prov. vivendo s’impara, — fino alla bara sempre se ne impara, — s’impara a vivere sino alla morte; chi ben vivi ben mori, tn. prov. chi ben vive, ben muore; bisogna magnar per viver e no viver per magnar, m. prov. si deve mangiare per vivere, e non vivere per mangiare. Vivo, agg. vivo.; met. forte, gagliardo; frugolino, gaio, irrequieto, vivace; pretto e marnato, — similis-~ simo, — vivo e vero; calzina viva, calce viva; piera viva, piètra viva; farse vivo, met. farsi vivo; tocar sul vivo, met. toccare sul vivo, — toccare uno dove proprio gli duole; no esser, no incontrar, no trovar, no veder, ecc. un anima viva., met. non esserci, non incontrare, ecc anima nata; patir per i vivi e per i morti, patire, o soffrire le pene dell’inferno; 'a viva forza', m. avv. 'a viva forza', di viva forza, per viva forza, sforzatissimamente; a marcia forza, a marcio dispetto; a viva vose, tn. avv. a viva voce, di viva voce; fin che se xe vivi no se sa quel che poi tocar, m. prov. fin che s’ha denti in bocca non si sa quel che tocca.
Vizeamiralio, sm. viceammiraglio Vizebibliotecario, sm. vicebibliotecario. Vizecanzelier, sm. vececancelliere, vicecancelliere. Vizeconsolo, sm, viceconsole. Vizenda, sf. accidente, caso, combinazione, vicenda Vizendevole, agg. reciproco, scambievole, vicendevole Vizendevolmente, avv. vicendevolmente, a vicenda, con vicenda; reciprocamente, scambievolmente. Vizerò, sm. vecerè, viceré. Vizereal, agg. vicereale. Vizenzo, nome proprio di persona, Vincenzo. Vizeversa, avv. per contrario, per l’opposto, viceversa. Viziado, agg. viziato; t. degli uccellatori: accivettato. Viziar, vn. contaminare, corrompere, depravare, guastare) infettare, viziare; viziar i usei, met. accivettare gli uccelli. Vizieto, sm. mal vezzo, vizietto; ciapar el vizieto, met. pigliare il dirizzone: — „Ha finito col pigliare il: dirizzone di andare ogni sera all’osteria.“ Vizilia, sf. vigilia; far vizilia, met. far delle crocette; restare a bocca asciutta, o restare a denti secchi. Vizin, agg. avv. e prep. a canto, accanto, accosto, adiacente, a lato, allato, a .petto, appetto, appresso, attiguo, circostante, contiguo, limitrofo, presso, prope, propinquo, prossimo, vicinante, vicino; sm. vicino; de vizin, m. ave. da presso, dappresso, da vicino; meter tiìin, accostare,; ravvicinare. Vizinamentó, sm. accostamento, appressamento, approssimazione, avvicinamento. Vicinante, smf, vicinante; limitrofo; vicino. Vizinanza, sf.. propinquità, prossimità, vicinanza vicinità; la vizinanza xe meza parenlà, prov. la vicinanza è mezza parentela. Vizinar, va. accostare, appressare, approcciare, approssimare, avvicinare, vicinare,; tornar vizinar, riaccostare, riavvicinare. Vizinato, sm. vicinato. Vizio, sm. vizio; i piceli vizi, met: le male spese, i vizi: — „Hà in casa tutto mantenimento e venti ’fiorini il mese per i vizi.“ — .Le male spese gli sciupano mezzo l’entrata;“ la volpe perdi el pel ma el vizio mai, prov: chi è d’una natura fino alla fossa dura, — chi nasce lupo non muore agnello, il lupo perde il pelo il vezzo mai; — ivizio de natura se lo porla in sepoltura, prov. chi è d’una natura fino alla fossa dura, — vizio di natura fino alla tomba dura; l’ozio xe el pare de tuti i vizi, prov. l’ozio è il padre di tutti i vizi, — l’ozio è la sepoltura d’un uomo vivo. Vizioso, agg. disonesto, d’ssoluto, licenzioso, perdigiorni, scioperone, vizioso. Vocal, agg. vocale, di voce; sf. vocale. Vocalizar, va. vocalizzare Vocazion, sf. vocazione; ver, o no ver vocazion, avere, o non avere attitudine, o disposizione, o genio, o inclinazione, o vocazione Vodo, agg. vuoto; disabitato; sm. lacuna; cavità, vacuo, vano; vuoto; dar nel vodo, dar nelle lonze: -„Con da’ garantoli nelle lonze l’ha messo fuor di combattimento;“ testa voda, met. capo scarico.
Vogador, sm. vogatore; poet. vemige. Vogar, va. remare, remigare, vogare. Voia,- sf. appetito, baco brama, desiderio, desio, desire, desiro, disio, disire, disiro. pizzicore, prurito, voglia; voglia: — ,.Ha sul petto una voglia di caffè.“ — „ GÌ’ignoranti ammettono che delle voglie de’ bimbi n’ è colpa .a madre;“ voglia intensa ma un poco capricciosa: uzzolo: — „Ha da venirgli l’uzzolo di comprare quella villa senza saper che farne;“ contro voia, a cera trista, — a mal grado, — di mala voglia; aver voia de qualcossa, affamare quella tal cosa, — struggersi dal desìo d’averla; voia grandissima per qualche singolo magnar, malacia; voia continua de comprar, emacità; farse passar la voia, attaccare la voglia all’arpione, o attaccarla alla campanella dell’uscio; restar con quela voia, mei;., sputar la voglia: — ^Sperava di udir,e Maurel. ma ho sputato la voglia;“ far vignir una voia mata, me’, mettere in succhio chi si sia; contentar, o saziarl una voia, solvere un desìo; morir de voia, morire, o trambasciare di desiderio, o di voglia; chi sa de cossa che ’l se farà voia ancora — nel senso eh’ altri ha delle voglie strane, o pazzesche: aver, o venir voglia de’ fichi fiori: — „Lo han contentato fin c’ha voluto or gli verrà la voglia de’fichi fiori;u de voia, m. avv. bramosamente, di buona voglia, di voglia, volentieri; ecrntro voia, ’m. avv. contro voglia, for voglia, o fuor voglia, malvolentieri; no aver voia de gnente, m. prov. a gusto guasto non è buon , nessun pasto, allo svogliato il male sa d’amaro. Voialtri, agg. voi; con voialtri, con voi, e poet. vosco. Voieta, sf. vogliolina; vignir zerte voiete, lo stesso che chi sa de cossa che el se farà voia ancora, v, voia. Voioso, agg. bramoso, desideroso, disposto, voglioso. Volatilizar, vn. volatilizzare. Volatilizazion, sf. volatilizzazione. Volarederivati, ]q stesso che svolar e derivati. Volentieri, agg. volentieri, volentiera, volontieri; mal volentieri, a disgrado, contro voglia Voler, vn. volere; comandare, esigere, imporre: — Esigo che lo faciate;“ convenire, richiedersi, essere necessario: — , E necessario che l’ammalato stia in quiete assoluta.“ — ,.La facciata richiede una rinfrescatina;“ bramare, desiderare: - „Bramerei saperla felice.“ —.. „Mi farò un dovere di fare tutto quello che desiderate;“ consentire, permettere: — ,11 maestro non lo consente;“ chiedere, pretendere: — „Pretende du’ cento fiorini d’un canaccio che non ne vai trenta .“ che vuole, che ha facoltà e virtù di volere: volitivo;. sf. volere, volontà; volere imperfetto e inefficace: velleità: — „Gente che ha. talvolta guizzi di velleità progressista; ma la greppia lor preme di più;“ voler per forza, .met, volere per assedio, — serrare il basto, i basti, o i panni addosso: — „Mi serrava i basti addosso acciocch’ i’ firmassi per mille fiorini;“ volerghe entrar per tuto, essere come il matto ne’ tarocchi, — mettere le mani in ogni intriso, — mettere della propria erba in ogni insalata; volerghe del bel e del- bon, met, volerci del buono e del bello; ghe voi, esser di mestieri, esser duopo, far d’uopo, far di mestieri: — „tìhe voi andar ’ subito. = Fa di mestiere andarci subito;“ ghe ne voi — lo dice il popolo per significare che c’ è gran divario da una cosa all’altra, o che c’ è grande spazio di luogo per giungere dove che sia: c’ è che ire; e per significare che c’è grande spazio di tempo per giungere a che che sia: esserci de’ giornarelli, — essere, questo o quello, più lontano che gennaio dalle more; qua te voio — accennasi a cosa che abbia come siasi delle difficoltà: qui ti voglio; voio che — modo di ammettere che si sia: voglio che: — „Voglio che abbia la sfrontatezza di chiederlo ma e poi?;“ volè altro ? — formola interrogativa di maraviglia: volete altro?.: — «Falsario, e ladro per giunta; volete al-’tro ?;“ se volemo — modo condizionale: per quanto sembra, — se vuoisi, — a dir vero: — „Se vuoisi, tutti i torti non gli ha certo;“ aver fato quel che se ga voleslo, met. aver fatto toppe da scarpe: — „Non parlarmi della virtù di colei, eh’ io. n’ho fatto toppe da scarpe;“ no voler ver de far con qualchedun, non volercene con quel tale: — „Con quell’ipocritone non ce ne voglio; vuole, disvuole e rivuole;“ no voi dir gnente, met, non fa niente, non vuol dire, non rileva: — ,Mi rincresce doverglielo comunicare, è fuggito il suo merlo.“ — „Non vuol dire.“ — E crepato ? non rileva, tanto meglio;“ voler a tuti i pati, volere a tutti i patti, volere a tutti i patti del mondo, volere per assedio: — „Yoleva per assedio gli mostrassi i tuoi versi.“ — «Voler farsi amare“ per assedio;“ no voler per nissun pato, non voler a patto niuno, non volere per alcun patto, “— non volere in modo alcuno, o non volere in nessun modo; no volerghene saver, non voler sapere di chi o che che sia, una buccicata, — non voler saperne, o non voler saper nulla, — non voler udire trattato di questo o quello; volerghe el ben de Dio, met. volerci del bello e del buono: — „C’ è voluto del bello e del buono a risolverlo;“ ghe voria altro, inter. cascherebbe nulla, — non cascherebbe, o non ci mancherebbe altro; anca questa ghe voleva, inter. ci s’aveva a aggiungere anche questa; quanti che se ghe ne voi,, m. avv. a barche, a bizzeffe. a cestoni, a esuberanza, in ridondanza, in copia, in massa, — per il manico e per il mestolo,— da dare e da serbare; che Dio volessi — formula desiderativa: piaccia a Dio: — «Piacesse a“ Dio che risanasse;“ — che Dio no volessi — fcrmulà deprecativa: non piaccia a Dio, — sià-mi discosto: — «Partire ? ora ? siami {{FineColonna} } discosta tanta sciagura.“ — „Non piaccia a Dio mandarmelo tra’ piedi;“ tuti la voi e nissun no la cidi — ribobolo popolare usato quasi esclusivamente in modo scherzevole: è la ragazza dalle belle ciglia, tutti la vogliono. e nessuno la piglia; voler un ben de vita, amare tenerissimamente, amare svisceratamente, — voler tutto il suo bene, — volere un bene dell’anima: — „Voler tutto il suo bene alla famiglia“ — „Ama svisceratamente la suocera ? ella minchiona; “ no voler una roba nanca se i la regala, non pigliare, non volere — e simili — che che si sia, nemmen per cacio bacato; qua te volevo, m. prov costi mi cadde l’ago; ti ga volesto ? godi de questo, prov. chi è colpa del suo male pianga sè stesso; chi tropo voi gnente ga, prov. chi troppo abbraccia nulla stringe, — chi non si contenta dell’onesto perde il manico ed il cesto, — chi troppo tira a sè il fiato s’empie il corpo di vento; basta voler se fa tuto, o tuto sta nel voler, m. prov. a chi vuol non manca modi, — la volontà è tutto, — potere è volere, — quando c’è volontà c’ è tutto; chi voi vadi e chi no voi mandi, m. prov. chi ha bisogno si scomodi, — chi fa per sè, fa per tre, — non v’è più bel messo che sè stesso, — chi va lecca, e chi sta si secca, — chi per man d’altri s’imbocca, tardi si satolla, — quel che tu stesso puoi dire e fare, che altri il faccia mai non aspettare, — chi vuol vada e chi non vuol mandi. Yolgar, sm. , volgare: — nTraduce di grecp in volgare;“ agg. abietto, basso, triviale, volgare: — „Gentame triviale.“ — „ Sentireabietto.“ — „ Volgare progenie.“ Volgarizar, va. volgareggiare, volgarizzare;. Volo, sm. volo; ciapar el volo, met pigliare il volo: — „Alla vista della forza armata pigliarono il volo,“ dar el volo, dare il volo, e met. porre il lembo, o porre il lembuccio in mano a chi si sia, — dargli le pere, o dargli il tabacco * del nonno, o dargli l’erba cassia; — pigliare la granata; de volo, m. avv. a volo: — «Gli tirò a volo ma non lo colse;“ a volo, di volo: — „Puledro col quale si va di volo.“ — , Per raggiungerlo andrò a volo.“
Volpe, sf. zi. volpe — canis vulpes; met. astuto, scaltrito, volpaccia, volponaccio; simulato; pesse volpe, alopia codalunga — alopecias vulpes; esser una volpe veda, met. essere una volpaccia vecchia; co la volpe bisogna far de volpe, prov. colla volpe convien volpeggiare; anca de le volpe se ghe ne ciapa, prov. anche delle volpi se ne pigliano; tute le volpe se incontrarà del pelizer, prov. in pellicceria vanno più pelli di volpe che di asino, — tutte le volpi si riveggono in pellicceria; la volpe perdi el pel ma el vizio mai, prov. chi è d’una natura fino alla fossa dura, — chi nasce lupo non muore agnello, — il lupo cangia il pelo, il vizio mai, — la volpe perde il pelo, ma non.il vezzo; l’ua garba de la volpe, prov.\^ la volpe quando non può giunger l’uve dice che sono acerbe, — quando la gatta non può arrivare il lardo dice che sa di rancido. Volpisina, sf. volpicella, volpicina volpicino, volpino. Volpina, sf. zi. muggine cefalo — mugli cephalus. Volpon, sm. zi. volpone; met. astutaccio, volpe vecchia, volpone, — bambino da Ravenna. Volta, sf. fiata, volta: — „Una fiata e poi non più. — «Tutte le volte che viene le porta de’ fiori;“ ripresa: — „Bevette la medicina in due riprese.“ — „Salite rapide chi van fatte a più riprese-;“ a*sai volte, spesse fiate; a le volte, o qualche volta, alle volte, a volte, talora, talvolta; quAe bele volte, quelle belle volte, quelle non poche volte, quelle poche volte quelle po’ di volte, — sovente, spesso; la volta che vien, la prossima volta, la volta susseguente; fante volte che, ogni volta che, tante volte quante — che di cesi pure comunemente con modo latino: tòties quoties; per una volta — nel senso di quel tanto di legumi che si ^cuocéf in una volta: un cotto: — “E venuto il tale e mi ha portato la tal cosa: in contraccambio gli ho dato un cotto di fagiuoli “ — „Il tale mi ha domandato se gli facevo un po’ di carità; poveretto gli ho dato un cotto di ceci;“ essergliene ancora per una volta — legumi, farina, ecc: esserci ancora una’cotta; zento volte più. met. a cento, o a mille doppi: — „L’amico Y è a cento, o è a mille doppi più astutodi te;“ dar la volta, dar volta, o dar la volta; dar la volta ’l zcvel, dar la balta al cervello, — darti la balta il cervello: — „Se non mi dà la balta il cervello è un miracolo.“ — „Urlacci che fan dar la balta al cervello; • esser de quei de una volta, met, essere di quelli dell’antica stampa; la torni, o torna un altra volta. — modo di non rispondere a proposito ad una risposta che non ci piace: albanese messere, sto co’ frati, — sto co’ frati, e zappo l’orto, — tagllaronsi di maggio; per sta volta che la passi — nel senso di lasciar passare alcunché di spiacevole fattoci, e sottintendendo che per un’altra volta non si lascierebbe passare in pace: per una volta messo mi sia, che dicesi comunemente alla latina: vulpis iterimi non capitur laqueo.ì col nome de ’ Dio e de la prima voVa — detto quando si ottiene che si sia da chi mai se l’avrebbe sperato nonché aspettato: nome di Dio e della prima volta; un a la volta, m. prov. una volta per uno tocca a tutti, — tutti siam nati per morire; xe meio una volta sola che mai, m. prov. chi gode una volta non istenta sempre; tuto in V una volta, lo stesso che tufo in t’un scosso, v. scosso. Voltada, sf. rivolgimento, voltamento, voltata; cangiamento, mutazione; voltada de ciave ne la seradura, mandata: — „Ha chiuso l’uscio a due mandate “ — „Dà una mandata che non ci vengano disturbare.“
Voltar, va. avertere, rivolgere, svoltare*,, volgere, voltare; convertire, mutare; invèrtere, invertire; voltarla, met. rimpolpettarla: — „Usolle una sgarbatezza, e poi cercava di rimpolpettarla;“ voltar qualchidun,, met. volgere quel tale; — i stramazi sul leto, abballinare le materasse; — su le braghe co xe fango, ecc. accincignare i calzoni; — bandiera, met. voltar casacca, — far l’agnolo di Badia; — canton, scantonare: — „ Scantonava scantonava, e l’azzuffino dietro senza perderlo di vista;“ — la brisiola, met. scambiar le carte in mano; voltarse del vin, dar la balta il vino; no voltarse nanca indrio, met. non si muovere da qua a là per checchesia, — non farsi nè in qua nè in là, o nè in là nè in qua; no saverse nanca voltar, met. non saper mettere neanche l’acqua in molle: — «Sposa una superbaccia che non sa mettere neanche l’acqua,in molle;“ voltila e girila, met. gira gira: — «Ye lo dico io, gira gira, si è sempre a quella;“ apena volta, met.. voltati in là: — „El fa mile promesse, ma apena voltà, adio baraca. = E’ -fa mille promesse, e, voltati in là, addio fave;“ un poco a la volta Catina se volta — aforismo famigliare usato proverbiando: — non si scalza un albero con un colpo solo, — col tempo e colla paglia si maturan le nespole, e la canaglia, — col tempo una foglia di gelso divien seta — e simili. Voltisin, sm. mascheretta: — «Acquistami, ti prego una mascheretta d’arlecchino;“ volticella: — E. Kosovitz. — Dizionario ecc 33 ,,Si passa per una volticella e si entra in corte.“ Volto, sm. arco, arco tondo, — arco acuto, o a sesto acuto; volta: — „ Sotto le volte acute, nell’ombra e nel -silenzio sorgemi un pio dolor;“ larva, maschera; volto che coversi tuta la testa, capone: — „Capone d’asino per essere tal quale anche in maschera;l’mezo volto, morettina, mezza morettina, traviso. Voltolada, sf. voltolamento. Voltolar, va. rivoltare, rotolare, voltolare. Volton, sm. voltata. Volume, sm, tomo, volume; grandezza, mole. Vosaza, sf. vociaccia: — „Tenoretto con una vociaccia di vitella da latte.“ Vose, sf. voce; privazione della voce causata da qualche malore: afonia; vose bela, voce bella; vose bruta, voce ingrata; vose fata, voce affinata, o voce matura; vose forte, voce gagliarda, forte, piena, sonora, — voce stentorea; vose debole, voce sommessa, voce bassa, o sottile; vose che taia le rece, met. voce stridula, o voce strillante; vose bassa, o gnanfa, o sgnanfa, voce chioccia; vose umile,- voce sommessa: — „Domandò con voce sommessa un misero presticciuolo;“ aver, o no aver vose in capitolo, met. aver, o non aver voce in capitolo; corer, o esser la vose, essere il ditaggio, — andar voce, — essere fama, — esser voce, o correr voce, o nascer voce: — „Fa la spia ? — Così è il ditaggio.“ — „ Corre voce che la Lucia discorre collo speziale;“ alzar la vose, alzare la voce, gridare, strepitare; a vose, m. avv. a bocca, a voce, a viva voce, di viva voce, in parlando, in voce, vocalmente; soto vose, a voce sommessa con tacita -voce, sottovoce; a vose alta, ad alta voce, a gran voce, a tutta voce; sento la vose — detto per lo più quando uno rimprovera ad altri quello ond’ è riprensibile egli stesso: tira a te il flato; vose che fa vignir i grizoli, met. voce di canna fessa: — «Sta zitto un po’ con quella voce di canna fessa.“ — „La voce sarebbe buona se non fosse di canna fessa;“ vose de peto, voce di petto; vose de gola, voce di gola; vose de popolo vose de Dio, m. prov. voce di popolo voce di Dio; vose de asino no va in ziel, m. prov. raglio d’asino non entra in cielo, priego di ladro non passa le forche; aver la vose e i altri le nose, m. prov. aver le voci e gli altri le noci; mandar fuori la voce degli animali, v. mandar, e aggiungasi: della tigre: brontolare; raccare; della pantera e del leopardo: caurire; dell’orso; fremire; oncare; del camello: ragliare; della zebra: nitrire; della scimia: gridare; urlare; dell’istrice: grugnire; del capretto e della lepre: vagire; del coniglio: schiattire; del porcellino d’India: grugnire; stridire; del ratto: squittire; del sorcio: ciuire; dell’aquila: trombettare; garrire; stridere; dell’avoltoio: pipare; del falco: rombare; del cigno: cantare; gracchiare; dell’oca: crocitare; gracchiare; gracidare; strepitare; dell’anitra: anatrare; crocitare; schiamazzare; del pavone: pipillare; pullulare; strillare; del tacchino: crocidare; gorgogliare; gtìrgugliare; del gallo: chicchiriare; cucurriaré; del pappagallo: ciaramellare; schiattire; strillare; della pernice: fischiare; zifolare; della quaglia: carcaliare; carcallare; del colombo: mormorare; plausitare; trionfare; della civetta: gridare; ululare; del rigogolo: ciarlare; fischiare; interrogare; del merlo: cinguettare; squittire; tinnitare; dello stornello: pisitare; trutilare; zifolare; zirlare; zufolare;. del canarino: gorgheggiare; trillare; zifolare; della capinera: cicirire, far ciricì; gorgheggiare; della rondine: zinzilulare; del passero: pispillare.
Voson, sm. vocionaccio, vocione. Voto, sm. voto: — „Fare un voto.“ — „IJn buon cristiano quan- do ha fatto un voto lo adempie;“ tavoletta votiva: — „Appese una tavoletta votiva sull’altare della madonna.“ Voziferar, va. buccinare, vociferare, — disseminar voce, — sparger voce: — „Han disseminato voce ad arte che verrà -licenziato senza altro.“
Vualtri, agg. voi: — „Siete tutti tante bestie con voi non si può ragionare.“ |