Autore:Vincenzo da Filicaja
Vincenzo da Filicaja (Firenze, 30 dicembre 1642greg.123 – Firenze, 24 settembre 1707greg.123), noto anche come Vincenzio da Filicaia, Vincenzo Filicaja e Vincenzo da Filicaia, noto anche con lo pseudonimo di Polibo Emonio, poeta italiano.
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Opere
modificaPoesie
modifica- Dalle Rime dell'avvocato Gio. Batt. Felice Zappi e di Faustina Maratti, sua consorte
- Tirsi, qui appunto, ove in quest'urna incisa (1723)
- Piangesti, Roma: e in te si vide espressa
- Sono, Italia, per te discordia e morte
- Così parlommi, e per l'afflitte vene
- Dal cuore agli occhi, e poi dagli occhi al cuore
- Dov'è Italia il tuo braccio? E a che ti servi
- E ben potrà mia Musa entro le morte
- Era già il tempo, che del vin la neve
- Fuoco, cui spegner de' miei pianti l'acque
- Giunto quel Grande, ove l'altrui gran torto
- Grande fui mentre io vissi, e scettro tenne
- Italia, Italia, o tu, cui feo la Sorte
- Morte, che tanta di me parte prendi
- Nate e cresciute sotto fier Pianeta
- Nè fera tigre, che dagli occhi spire
- Oh quante volte con pietoso affetto
- Or chi fia che i men noti e i più sospetti
- Qual madre i figli con pietoso affetto
- Questa, che scossa di sue regie fronde
- Redi, se un guardo a voi talor volgeste
- Se grazia il Vinto al Vincitor veruna
- Signor, fu mia ventura, e tuo gran dono
- Sul Tebro io l'ebbi, e poi che gli occhi al Vero
- Sull'altere di Buda empie ruine
- Vidila in sogno più gentil che pria
- Dalle Poesie toscane del Senatore Vincenzo da Filicaja