Signor, fu mia ventura, e tuo gran dono

Vincenzo da Filicaja

Indice:Zappi, Maratti - Rime I.pdf Sonetti Letteratura Signor, fu mia ventura, e tuo gran dono Intestazione 14 marzo 2022 100% Da definire


Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Vincenzo da Filicaja


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XXII


Signor, fu mia ventura, e tuo gran dono
     L’amar Costei, che ad amar te mi trasse:
     Costei, che in me la sua bontà ritrasse,
     Per farmi a te simil più ch’io non sono.
5Onde in pensar, quanto sei giusto e buono,
     Convien che gli occhi riverenti abbasse;

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     E ch’altro duol più saggio il cor mi passe,
     Chiedendo a te del primo duol perdono.
Ch’io so ben, ch’a mio prò di lei son privo,
     10Perch’io la segua, e miri a fronte a fronte
     Quanto è il suo Bello in te più bello e vivo.
Più allor mie voglie a ben amar fian pronte:
     Chè se in quella t’amai qual forte in rivo,
     Amerò quella in te qual rivo in fonte.