Giunto quel Grande, ove l'altrui gran torto
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XXIV
Giunto quel Grande, ove l’altrui gran torto,
E ’l suo duolo il guidò ramingo e vago,
Spettacolo infelice, aspro conforto
Cartago a Mario fù, Mario a Cartago;
5A lui quella dicea: Chi qua ti ha scorto
Ne’ miei scempi a mirar de’ Tuoi l’immago?
Ed egli a lei: Ne’ tuoi naufragi il porto
Trovo a’ propri naufragi, e in te m’appago:
Così un dì nel mio volto al dolor mio
10Mostrai ’l suo volto, ed egli in se i mie’ guai
Coll’energia d’un guardò a me scoprio.
E disse: ascolta il tuo destin. Sarai
Sempre misero e in pene; allor diss’io:
In pene sì, ma in servitù non mai.