Sul Tebro io l'ebbi, e poi che gli occhi al Vero
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Vincenzo da Filicaja
XIII
Sul Tebro io l’ebbi, e poi che gli occhi al Vero
Aprii, del Verbo all’apparir disparve
Quel tessuto splendor d’ombre e di larve,
Che l’Alme abbaglia, e qui s’appella Impero.
5Stupio Natura, ed inarcò l’altero
Suo ciglio Roma nel gran dì che apparve
Il real fasto conculcato, e parve
Quasi agli occhi negar fede il pensiero.
Ma fatto appena l’immortal rifiuto,
10Me sull’eccelse mie ruine alzai,
Nè a me Regno mancò mai, nè tributo.
E me tant’alto sovra me levai,
Che non ha mai col Regno altri saputo
Regnar, quant’io senza regnar regnai.