Progetto:Bibbia/Diodati/Atti


1

 

IO ho fatto il primo trattato, o Teofilo, intorno a tutte le cose che Gesù prese a fare, e ad insegnare, 

2  infino al giorno ch’egli fu accolto in alto, dopo aver dati mandamenti per lo Spirito Santo agli apostoli, i quali egli avea eletti.

3  A’ quali ancora, dopo aver sofferto, si presentò vivente, con molte certe prove, essendo da loro veduto per quaranta giorni, e ragionando delle cose appartenenti al regno di Dio.

4  E, ritrovandosi con loro, ordinò loro che non si dipartissero di Gerusalemme; ma che aspettassero la promessa del Padre, la quale, diss’egli, voi avete udita da me.

5  Perciocchè Giovanni battezzò con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo, fra qui e non molti giorni.

6  Essi adunque, essendo raunati, lo domandarono, dicendo: Signore, sarà egli in questo tempo, che tu restituirai il regno ad Israele?

7  Ma egli disse loro: Egli non istà a voi di sapere i tempi, e le stagioni, le quali il Padre ha messe nella sua propria podestà.

8  Ma voi riceverete la virtù dello Spirito Santo, il qual verrà sopra voi; e mi sarete testimoni, e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea, e in Samaria, infino all’estremità della terra.

9  E, dette queste cose, fu elevato, essi veggendolo; ed una nuvola lo ricevette, e lo tolse d’innanzi agli occhi loro.

10  E come essi aveano gli occhi fissi in cielo, mentre egli se ne andava, ecco, due uomini si presentarono loro in vestimenti bianchi.

11  I quali ancora dissero: Uomini Galilei, perchè vi fermate riguardando verso il cielo? Questo Gesù, il quale è stato accolto in cielo d’appresso voi, verrà nella medesima maniera che voi l’avete veduto andare in cielo.


12  Allora essi ritornarono in Gerusalemme, dal monte chiamato dell’Uliveto, il quale è presso di Gerusalemme la lunghezza del cammin del sabato.

13  E come furono entrati nella casa, salirono nell’alto solaio, dove dimoravano Pietro, e Giacomo, e Giovanni, ed Andrea, e Filippo, e Toma, e Bartolomeo, e Matteo, e Giacomo d’Alfeo, e Simone il Zelote, e Giuda di Giacomo.

14  Tutti costoro perseveravano di pari consentimento in orazione, e in preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù, e co’ fratelli di esso.

15  ED in que’ giorni, Pietro, levatosi in mezzo de’ discepoli, disse (or la moltitudine delle persone tutte insieme era d’intorno a centoventi persone):

16  Uomini fratelli, ei conveniva che questa scrittura si adempiesse, la qual lo Spirito Santo predisse per la bocca di Davide, intorno a Giuda, che fu la guida di coloro che presero Gesù.

17  Perciocchè egli era stato assunto nel nostro numero, ed avea ottenuta la sorte di questo ministerio.

18  Egli adunque acquistò un campo del premio d’ingiustizia; ed essendosi precipitato, crepò per lo mezzo, e tutte le sue interiora si sparsero.

19  E ciò è venuto a notizia a tutti gli abitanti di Gerusalemme; talchè quel campo, nel lor proprio linguaggio, è stato chiamato Acheldama, che vuol dire: Campo di sangue.

20  Perciocchè egli è scritto nel libro de’ Salmi: Divenga la sua stanza deserta, e non vi sia chi abiti in essa; e: Un altro prenda il suo ufficio.

21  Egli si conviene adunque, che d’infra gli uomini che sono stati nella nostra compagnia,


(Mat. 28. 19, ecc. Mar. 16. 15, ecc. [[Luca (Diodati 1821)/capitolo 24#capitolo24versetto

51|Luc. 24.

51]], ecc.)

Luc. 1. 3. ftGiov. 20. 19, 26; 21. 1, 14. 1 Cor. 15. 5. Luc. 24. 49. Giov. 14. 16, e rif.

Mat. 3. 11. Fat. 2. 4. « Dan. 7. 27. Am. 9. 11. /Mar. 13. 32. 1 Tess. 5. 1, ecc. Mat. 24. 30.

Giov. 14. 3. 1 Tess. 4. 16. Luc. 23. 49; 24. 10. « Mat. 13. ;;5. Sal. 41. 9. Mat. 27- 5, ecc.

Sal. 69. 25; 109.8.

in tutto il tempo che il Signor Gesù è andato e venuto fra noi,

22 

cominciando dal battesimo di Giovanni, fino al giorno ch’egli fu accolto in alto d’appresso noi, un d’essi sia fatto testimonio con noi della risurrezione d’esso. 

23  E ne furono presentati due: Giuseppe, detto Barsaba, il quale era soprannominato Giusto, e Mattia.

24  Ed orando, dissero: Tu, Signore, che conosci i cuori di tutti, mostra qual di questi due tu hai eletto,

25  per ricever la sorte di questo ministerio ed apostolato, dal quale Giuda si è sviato, per andare al suo luogo.

26  E trassero le sorti loro, e la sorte cadde sopra Mattia, ed egli fu per comuni voti aggiunto agli undici apostoli.

2

  E COME il giorno della Pentecosta fu giunto, tutti erano insieme di pari consentimento.

2  E di subito si fece dal cielo un suono, come di vento impetuoso che soffia, ed esso riempiè tutta la casa, dove essi sedevano.

3  Ed apparvero loro delle lingue spartite, come di fuoco; e ciascuna d’esse si posò sopra ciascun di loro.

4  E tutti furono ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlar lingue straniere, secondo che lo Spirito dava loro a ragionare.

5  Or in Gerusalemme dimoravano dei Giudei, uomini religiosi, d’ogni nazione di sotto il cielo.

6  Ora, essendosi fatto quel suono, la moltitudine si radunò, e fu confusa; perciocchè ciascun di loro li udiva parlar nel suo proprio linguaggio.

7  E tutti stupivano, e si maravigliavano, dicendo gli uni agli altri: Ecco, tutti costoro che parlano non son eglino Galilei?

8  Come adunque li udiam noi parlare ciascuno nel nostro proprio natio linguaggio?

9  Noi Parti, e Medi, ed Elamiti, e quelli che abitiamo in Mesopotamia, in Giudea, ed in Cappadocia, in Ponto, e nell’Asia;

10  nella Frigia, e nella Panfilia; nell’Egitto, e nelle parti della Libia ch’è di rincontro a Cirene; e noi avveniticci Romani;

11  e Giudei, e proseliti; Cretesi, ed Arabi; li udiamo ragionar le cose grandi di Dio ne’ nostri linguaggi.

12  E tutti stupivano, e ne stavan sospesi, dicendo l’uno all’altro: Che vuol esser questo?

13  Ma altri, cavillando, dicevano: Son pieni di vin dolce.

14  MA Pietro, levatosi in piè, con gli undici, alzò la sua voce, e ragionò loro, dicendo: Uomini Giudei, e voi tutti che abitate in Gerusalemme, siavi noto questo, e ricevete le mie parole ne’ vostri orecchi.


15  Perciocchè costoro non son ebbri, come voi stimate, poichè non sono più che le tre ore del giorno.

16  Ma quest’è quello che fu detto dal profeta Gioele:

17  Ed avverrà negli ultimi giorni, dice Iddio, che io spanderò del mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figliuoli, e le vostre figliuole profetizzeranno; e i vostri giovani vedranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno de’ sogni.

18  E in quei giorni io spanderò dello Spirito mio sopra i miei servitori, e sopra le mie serventi; e profetizzeranno.

19  E farò prodigi di sopra nel cielo, e segni di sotto in terra, sangue, e fuoco, e vapor di fumo.

20  Il sole sarà mutato in tenebre, e la luna in sangue; innanzi che quel grande ed illustre giorno del Signore venga.

21  Ed avverrà, che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvo.

22  Uomini Israeliti, udite queste parole: Gesù il Nazareo, uomo di cui Iddio vi ha date delle prove certe con potenti operazioni, e prodigi, e segni, i quali Iddio fece per lui fra voi, come ancora voi sapete;

23  esso, dico, per lo determinato consiglio, e la provvidenza di Dio, vi fu dato nelle mani, e voi lo pigliaste, e per mani d’iniqui lo conficcaste in croce, e l’uccideste.

24  Il quale Iddio ha suscitato, avendo sciolte le doglie della morte; poichè non era possibile ch’egli fosse da essa ritenuto.

25  Perciocchè Davide dice di lui: Io ho avuto del continuo il Signore davanti agli occhi; perciocchè egli è alla mia destra, acciocchè io non sia smosso.

26  Perciò si è rallegrato il cuor mio, ed ha giubilato la lingua mia, ed anche la mia carne abiterà in isperanza.

27  Perciocchè tu non lascerai l’anima mia ne’ luoghi sotterra, e non permetterai che il tuo Santo vegga corruzione.

28  Tu mi hai fatte conoscer le vie della vita, tu mi riempirai di letizia colla tua presenza.

29  Uomini fratelli, ben può liberamente dirvisi intorno al patriarca Davide, che egli è morto, ed è stato seppellito; e il suo monumento è presso


Giov. 15. 27. Fat. l.f

19.6. lCor.lt. 2, ecc.

Giov. 3. 2. Eb. 2. 4.

17. 31. Sal. IG. 8.

4. 33. Lev. 23. 15, ecc.

Gioele2. 28, ecc, erif.

i Luc. 24. 44. Fat. 4. 27, 28.

Fat. 1. 5. Mar. 16. 17. Fat. 10. 46;

/ Fat. 21. 4, 9, 10. Rom. 10. 13.

I Fat. 3. 15; 4. 10; 10. 40; 13. 30, 34;

noi infino a questo giorno.

30 

Egli adunque, essendo profeta, e sapendo che Iddio gli avea con giuramento promesso, che del frutto dei suoi lombi, secondo la carne, susciterebbe il Cristo, per farlo seder sopra il suo trono; 

31  antivedendo le cose avvenire, parlò della risurrezion di Cristo, dicendo che l’anima sua non è stata lasciata ne’ luoghi sotterra, e che la sua carne non ha veduta corruzione.

32  Esso Gesù ha Iddio suscitato, di che noi tutti siam testimoni.

33  Egli adunque, essendo stato innalzato dalla destra di Dio, ed avendo ricevuta dal Padre la promessa dello Spirito Santo, ha sparso quello che ora voi vedete, ed udite.

34  Poichè Davide non è salito in cielo; anzi egli stesso dice: Il Signore ha detto al mio Signore:

35  Siedi alla mia destra, finchè io abbia posti i tuoi nemici per iscannello de’ tuoi piedi.

36  Sappia adunque sicuramente tutta la casa d’Israele, che quel Gesù, che voi avete crocifisso, Iddio l’ha fatto Signore, e Cristo.

37  OR essi, avendo udite queste cose, furon compunti nel cuore, e dissero a Pietro, ed agli altri apostoli: Fratelli, che dobbiam fare?

38  E Pietro disse loro: Ravvedetevi, e ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, in remission de’ peccati; e voi riceverete il dono dello Spirito Santo.

39  Perciocchè a voi è fatta la promessa, ed a’ vostri figliuoli, ed a coloro che verranno per molto tempo appresso; a quanti il Signore Iddio nostro ne chiamerà.

40  E con molte parole protestava loro, e li confortava, dicendo: Salvatevi da questa perversa generazione.

41  Coloro adunque, i quali volonterosamente ricevettero la sua parola, furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte intorno a tremila persone.

42  Or erano perseveranti nella dottrina degli apostoli, e nella comunione, e nel rompere il pane, e nelle orazioni.

43  Ed ogni persona avea timore; e molti segni e miracoli si facevano dagli apostoli.

44  E tutti coloro che credevano erano insieme, ed aveano ogni cosa comune;

45  e vendevano le possessioni, ed i beni; e li distribuivano a tutti, secondo che ciascuno ne avea bisogno.

46  E perseveravano di pari consentimento ad esser tutti i giorni nel tempio; e rompendo il pane di casa in casa, prendevano il cibo insieme, con letizia, e semplicità di cuore,


47  lodando Iddio, ed avendo grazia presso tutto il popolo. E il Signore aggiungeva alla chiesa ogni giorno coloro che erano salvati.

3

  OR Pietro e Giovanni salivano insieme al tempio, in su l’ora nona, che è l’ora dell’orazione.

2  E si portava un certo uomo, zoppo dal seno di sua madre, il quale ogni giorno era posto alla porta del tempio detta Bella, per chieder limosina a coloro che entravano nel tempio.

3  Costui, avendo veduto Pietro e Giovanni, che erano per entrar nel tempio, domandò loro la limosina.

4  E Pietro, con Giovanni, affissati in lui gli occhi, disse: Riguarda a noi.

5  Ed egli li riguardava intentamente, aspettando di ricever qualche cosa da loro.

6  Ma Pietro disse: Io non ho nè argento, nè oro; ma quel ch’io ho io tel dono: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareo, levati, e cammina.

7  E presolo per la man destra, lo levò; ed in quello stante, le sue piante e caviglie si raffermarono.

8  Ed egli d’un salto si rizzò in piè, e camminava; ed entrò con loro nel tempio, camminando, e saltando, e lodando Iddio.

9  E tutto il popolo lo vide camminare, e lodare Iddio.

10  E lo riconoscevano, che egli era quel che sedeva in su la Bella porta del tempio, per chieder limosina; e furono ripieni di sbigottimento, e di stupore, per ciò che gli era avvenuto.

11  E mentre quello zoppo ch’era stato sanato teneva abbracciato Pietro e Giovanni; tutto il popolo attonito concorse a loro al portico detto di Salomone.

12  E Pietro, veduto ciò, parlò al popolo, dicendo: Uomini Israeliti, perchè vi maravigliate di questo? ovvero, che fissate in noi gli occhi, come se per la nostra propria virtù, o santità, avessimo fatto che costui cammini?

13  L’Iddio di Abrahamo, e d’Isacco, e di Giacobbe, l’Iddio dei nostri padri, ha glorificato il suo Figliuol Gesù, il qual voi metteste in man di Pilato, e rinnegaste davanti a lui, benchè egli giudicasse ch’egli dovesse esser liberato.

14  Ma voi rinnegaste il Santo, e il Giusto, e chiedeste che vi fosse donato un micidiale.


2 Sam. 7. 12, 13. & Fat. 1. 8. Giov. 14. 16, e rif. < Sal. 110. 1. Mat. 22. 44. Fat. 5. .-Jl.

/ Zae. 12. 10. Fat. 9. G ; Ki. : 0. Luc. 24. 47. Gioele 2. 28. Fat. 3. 25. Fat. 1. 14.

Ef. 6. 18. Eb. 10. 25. Fat. 4. 32, .]4. « Fat. 4. 10. Mat. 27. 2. 20. Luc. 23. 18, 20, iU.

Giov. 19. 15.

873 28-5

15 

Ed uccideste il Principe della vita, il quale Iddio ha suscitato da’ morti; di che noi siam testimoni. 

16  E per la fede nel nome d’esso, il nome suo ha raffermato costui il qual voi vedete, e conoscete; e la fede ch’è per esso gli ha data questa intiera disposizion di membra, in presenza di tutti voi.

17  Ma ora, fratelli, io so che lo faceste per ignoranza, come anche i vostri rettori.

18  Ma Iddio ha adempiute in questa maniera le cose ch’egli avea innanzi annunziate per la bocca di tutti i suoi profeti, cioè: che il suo Cristo sofferirebbe.

19  Ravvedetevi adunque, e convertitevi; acciocchè i vostri peccati sien cancellati, e tempi di refrigerio vengano dalla presenza del Signore,

20  ed egli vi mandi Gesù Cristo, che vi è stato destinato;

21  il qual conviene che il cielo tenga accolto, fino a’ tempi del ristoramento di tutte le cose; de’ quali Iddio ha parlato per la bocca di tutti i suoi santi profeti, fin dal principio del mondo.

22  Perciocchè Mosè stesso disse a’ padri: Il Signore Iddio vostro vi susciterà un profeta, d’infra i vostri fratelli, come me; ascoltatelo in tutte le cose ch’egli vi dirà.

23  Ed avverrà che ogni anima, che non avrà ascoltato quel profeta, sarà distrutta d’infra il popolo.

24  Ed anche tutti i profeti, fin da Samuele, e ne’ tempi seguenti, quanti hanno parlato hanno eziandio annunziati questi giorni.

25  Voi siete i figliuoli de’ profeti, e del patto che Iddio fece co’ nostri padri, dicendo ad Abrahamo: E nella tua progenie tutte le nazioni della terra saranno benedette.

26  A voi per i primi, Iddio, dopo aver suscitato Gesù suo Servitore, l’ha mandato per benedirvi, convertendo ciascuno di voi dalle sue malvagità.

4

  ORA, mentre essi parlavano al popolo, i sacerdoti, e il capo del tempio, e i Sadducei, sopraggiunsero loro;

2  essendo molto crucciosi, perchè ammaestravano il popolo, ed annunziavano in Gesù la risurrezione de’ morti.

3  E misero loro le mani addosso, e li posero in prigione, fino al giorno seguente, perciocchè già era sera.

4  Or molti di coloro che aveano udita la parola credettero; e il numero degli uomini divenne intorno a cinquemila.


5  E il dì seguente, i rettori, anziani, e Scribi, si raunarono in Gerusalemme;

6  insieme con Anna, sommo sacerdote; e Caiafa, e Giovanni, ed Alessandro, e tutti quelli che erano del legnaggio sacerdotale.

7  E fatti comparir quivi in mezzo Pietro e Giovanni, domandaron loro: Con qual podestà, o in nome di chi avete voi fatto questo?

8  Allora Pietro, ripieno dello Spirito Santo, disse loro: Rettori del popolo, ed anziani d’Israele;

9  poichè oggi noi siamo esaminati intorno ad un beneficio fatto ad un uomo infermo, per saper come egli è stato sanato;

10  sia noto a tutti voi, ed a tutto il popolo d’Israele, che ciò è stato fatto nel nome di Gesù Cristo il Nazareo, che voi avete crocifisso, e il quale Iddio ha suscitato da’ morti; in virtù d’esso comparisce quest’uomo in piena sanità in presenza vostra.

11  Esso è quella pietra, che è stata da voi edificatori sprezzata, la quale è divenuta il capo del cantone.

12  E in niun altro è la salute; poichè non vi è alcun altro nome sotto il cielo, che sia dato agli uomini, per lo quale ci convenga esser salvati.

13  Or essi, veduta la franchezza di Pietro e di Giovanni; ed avendo inteso ch’erano uomini senza lettere, e idioti, si maravigliavano, e riconoscevan bene che erano stati con Gesù.

14  E veggendo quell’uomo ch’era stato guarito quivi presente con loro, non potevano dir nulla incontro.

15  Ed avendo lor comandato di uscire dal concistoro, conferivan fra loro, dicendo:

16  Che faremo a questi uomini? poichè egli è noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che un evidente miracolo è da loro stato fatto; e noi nol possiamo negare.

17  Ma, acciocchè questo non si spanda maggiormente fra il popolo, divietiam loro con severe minacce, che non parlino più ad alcun uomo in questo nome.

18  Ed avendoli chiamati, ingiunser loro che del tutto non parlassero, e non insegnassero nel nome di Gesù.

19  Ma Pietro, e Giovanni, rispondendo, dissero loro: Giudicate voi, s’egli è giusto nel cospetto di Dio, di ubbidire a voi, anzi che a Dio.

20  Poichè, quant’è a noi, non possiam non parlare le cose che abbiam vedute, ed udite.


Eb. 2. 10. i Mat. 9. 22. Luc. 23. .34. << Sal. 22. Is. 50. 6; 53. 5, ecc. Fat. 2. ;J8.

/ Deut. 18. 15, 18, 19. « Rom. 9. 4. A Gen. 22. 18. < Luc. 24. 47. Mat. 22. 23. Fat. 2:?. 8.

Mat. 21. 23. Luc. 12. 11, 12. Fat. 3. 6, 16. P Sal. 118. 22. 1 1 Tim. 2. 5, 6.

Mat. 11. 25. 1 Cor, 1. 27. Fat. 5. 40. Fat. 5. 29.

S74

21 

Ed essi, minacciatili di nuovo, li lasciarono andare, non trovando nulla da poterli castigare, per cagion del popolo; poichè tutti glorificavano Iddio di ciò ch’era stato fatto. 

22  Perciocchè l’uomo, in cui era stato fatto quel miracolo della guarigione, era d’età di più di quarant’anni.

23  Or essi, essendo stati rimandati, vennero a’ loro, e rapportaron loro tutte le cose che i principali sacerdoti, e gli anziani avean lor dette.

24  Ed essi, uditele, alzaron di pari consentimento la voce a Dio, e dissero: Signore, tu sei l’Iddio che hai fatto il cielo, e la terra, e il mare, e tutte le cose che sono in essi;

25  che hai, per lo Spirito Santo, detto per la bocca di Davide, tuo servitore: Perchè hanno fremuto le genti, ed hanno i popoli divisate cose vane?

26  I re della terra son compariti, e i principi si son raunati insieme contro al Signore, e contro al suo Cristo.

27  Poichè veramente, contro al tuo santo Figliuolo, il quale tu hai unto, si sono raunati Erode, e Ponzio Pilato, insiem co’ Gentili, e co’ popoli d’Israele;

28  per far tutte le cose, che la tua mano, e il tuo consiglio aveano innanzi determinato che fosser fatte.

29  Or al presente, Signore, riguarda alle lor minacce, e concedi ai tuoi servitori di parlar la tua parola con ogni franchezza;

30  porgendo la tua mano, acciocchè si faccian guarigioni, e segni, e prodigi, per lo nome del tuo santo Figliuolo Gesù.

31  E dopo ch’ebbero orato, il luogo ove erano raunati tremò; e furon tutti ripieni dello Spirito Santo, e parlavano la parola di Dio con franchezza.

32  E LA moltitudine di coloro che aveano creduto avea uno stesso cuore, ed una stessa anima; e niuno diceva alcuna cosa, di ciò ch’egli avea, esser sua; ma tutte le cose erano loro comuni.

33  E gli apostoli con gran forza rendevan testimonianza della risurrezion del Signor Gesù; e gran grazia era sopra tutti loro.

34  Poichè non vi era alcun bisognoso fra loro; perciocchè tutti coloro che possedevan poderi, o case, vendendole, portavano il prezzo delle cose vendute,

35  e lo mettevano a’ piedi degli apostoli; e poi era distribuito a ciascuno, secondo ch’egli avea bisogno.

36  Or Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba (il che, interpretato, vuol dire: Figliuol di consolazione), Levita, Cipriota di nazione,


37  avendo un campo, lo vendè, e portò i danari, e li pose a’ piedi degli apostoli.

5

  Ma un certo uomo, chiamato per nome Anania, con Saffira, sua moglie, vendè una possessione;

2  e frodò del prezzo, con saputa della sua moglie; e, portatane una parte, la pose a’ piedi degli apostoli.

3  Ma Pietro disse: Anania, perchè ha Satana riempito il cuor tuo, per mentire allo Spirito Santo, e frodar del prezzo della possessione?

4  S’ella restava, non restava ella a te? ed essendo venduta, non era ella in tuo potere? perchè ti sei messo in cuore questa cosa? tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio.

5  Ed Anania, udendo queste parole, cadde, e spirò. E gran paura venne a tutti coloro che udirono queste cose.

6  E i giovani, levatisi, lo tolsero via; e, portatolo fuori, lo seppellirono.

7  Or avvenne intorno a tre ore appresso, che la moglie d’esso, non sapendo ciò che era avvenuto, entrò.

8  E Pietro le fece motto, dicendo: Dimmi, avete voi cotanto venduta la possessione? Ed ella rispose: Sì, cotanto.

9  E Pietro le disse: Perchè vi siete convenuti insieme di tentar lo Spirito del Signore? ecco, i piedi di coloro che hanno seppellito il tuo marito sono all’uscio, ed essi ti porteranno via.

10  Ed ella in quello stante cadde ai piedi d’esso e spirò. E i giovani, entrati, la trovarono morta; e, portatala via, la seppellirono presso al suo marito.

11  E gran paura ne venne alla chiesa, e a tutti coloro che udivano queste cose.

12  E molti segni e prodigi eran fatti fra il popolo per le mani degli apostoli; ed essi tutti di pari consentimento si ritrovavano nel portico di Salomone.

13  E niuno degli altri ardiva aggiungersi con loro; ma il popolo li magnificava.

14  E di più in più si aggiungevano persone che credevano al Signore, uomini e donne, in gran numero.

15  Talchè portavan gl’infermi per le piazze, e li mettevano sopra letti, e letticelli; acciocchè, quando Pietro venisse, l’ombra sua almeno adombrasse alcun di loro.

16  La moltitudine ancora delle città circonvicine accorreva in Gerusalemme, portando i malati, e coloro ch’erano tormentati dagli spiriti immondi; i quali tutti erano sanati.


Sal. 2. 1. 6 Ef. 6. 19.

/Num. 30. 2. Eccl. 5. 4.

Fat. 5. 12. « Rom. l.-j. .5. 6. ril. 2. 1,2. 1 Pict. 3. 8. Fat. 2. 44.

Giov. 9, 22. A Mat. 9. 21; 14. 3G. Fat. ID. 12.

875 28-0

17 

OR il sommo sacerdote si levò, insieme con tutti coloro ch’erano con lui, ch’era la setta de’ Sadducei, essendo ripieni d’invidia; 

18  e misero le mani sopra gli apostoli, e li posero nella prigion pubblica.

19  Ma un angelo del Signore di notte aperse le porte della prigione; e, condottili fuori, disse loro:

20  Andate, e presentatevi nel tempio, e ragionate al popolo tutte le parole di questa vita.

21  Ed essi, avendo ciò udito, entrarono in su lo schiarir del dì nel tempio, ed insegnavano. Or il sommo sacerdote, e coloro che erano con lui, vennero e raunarono il concistoro, e tutti gli anziani de’ figliuoli d’Israele, e mandarono nella prigione, per far menar davanti a loro gli apostoli.

22  Ma i sergenti, giunti alla prigione, non ve li trovarono; laonde ritornarono, e fecero il lor rapporto, dicendo:

23  Noi abbiam ben trovata la prigione serrata con ogni diligenza, e le guardie in piè avanti le porte; ma, avendole aperte, non vi abbiamo trovato alcuno dentro.

24  Ora, come il sommo sacerdote, e il capo del tempio, e i principali sacerdoti ebbero udite queste cose, erano in dubbio di loro, che cosa ciò potesse essere.

25  Ma un certo uomo sopraggiunse, il qual rapportò, e disse loro: Ecco, quegli uomini che voi metteste in prigione, son nel tempio, e stanno quivi, ammaestrando il popolo.

26  Allora il capo del tempio, co’ sergenti, andò , e li menò, non però con violenza; perciocchè temevano il popolo, che non fossero lapidati.

27  E, avendoli menati, li presentarono al concistoro; e il sommo sacerdote li domandò, dicendo:

28  Non vi abbiam noi del tutto vietato d’insegnare in cotesto nome? e pure ecco, voi avete ripiena Gerusalemme della vostra dottrina, e volete trarci addosso il sangue di cotesto uomo.

29  Ma Pietro, e gli altri apostoli, rispondendo, dissero: Conviene ubbidire anzi a Dio che agli uomini.

30  L’Iddio de’ padri nostri ha suscitato Gesù, il qual voi uccideste, avendolo appiccato al legno.

31  Ma Iddio l’ha esaltato con la sua destra, e l’ha fatto Principe e Salvatore, per dar ravvedimento ad Israele, e remission de’ peccati.

32  E noi gli siam testimoni di queste cose che diciamo; ed anche lo Spirito Santo, il quale Iddio ha dato a coloro che gli ubbidiscono.


33  Ma essi, avendo udite queste cose, scoppiavano d’ira, e consultavano d’ucciderli.

34  Ma un certo Fariseo, chiamato per nome Gamaliele, dottor della legge, onorato presso tutto il popolo, levatosi in piè nel concistoro, comandò che gli apostoli fosser un poco messi fuori.

35  Poi disse a que’ del concistoro: Uomini Israeliti, prendete guardia intorno a questi uomini, che cosa voi farete.

36  Perciocchè, avanti questo tempo sorse Teuda, dicendosi esser qualche gran cosa, presso al quale si accolsero intorno a quattrocento uomini; ed egli fu ucciso, e tutti coloro che gli aveano prestata fede furon dissipati, e ridotti a nulla.

37  Dopo lui sorse Giuda il Galileo, a’ dì della rassegna, il quale sviò dietro a sè molto popolo; ed egli ancora perì, e tutti coloro che gli aveano prestata fede furon dispersi.

38  Ora dunque, io vi dico, non vi occupate più di questi uomini, e lasciateli; perciocchè, se questo consiglio, o quest’opera è dagli uomini, sarà dissipata;

39  ma, se pure è da Dio, voi non la potete dissipare; e guardatevi che talora non siate ritrovati combattere eziandio con Dio.

40  Ed essi gli acconsentirono. E, chiamati gli apostoli, li batterono, ed ingiunsero loro che non parlassero nel nome di Gesù; poi li lasciarono andare.

41  Ed essi se ne andarono dalla presenza del concistoro, rallegrandosi d’essere stati reputati degni d’esser vituperati per lo nome di Gesù.

42  Ed ogni giorno, nel tempio, e per le case, non restavano d’insegnare, e d’evangelizzar Gesù Cristo.

6

  OR in que’ giorni, moltiplicando i discepoli, avvenne un mormorio de’ Greci contro agli Ebrei, perciocchè le lor vedove erano sprezzate nel ministerio cotidiano.

2  E i dodici, raunata la moltitudine de’ discepoli, dissero: Egli non è convenevole che noi, lasciata la parola di Dio, ministriamo alle mense.

3  Perciò, fratelli, avvisate di trovar fra voi sette uomini, de’ quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito Santo, e di sapienza, i quali noi costituiamo sopra quest’affare.


Fat. 12. 7; 16. 26. > Giov. 17. 3. Fat. 4. 18. Fat. 2. .36 ; 3. i: . Fat. 4. 1.).

/Fil. 2. 9. Eb. 2. 10. Ef. 1. 7. Giov. 1. 5. 26, 27. Fat. 22. .3. Prov. 21. 30. 1 Cor. 1. 25.

Mat. 10. 17. Mat. 5. 12. Kom. 5. 3, ecc. Giac. 1. 2. 1 Piet. 4. 13-16. Deut. 1, 13.

1 Tim. 3. 7.

E quant’è a noi, noi persevereremo nelle orazioni, e nel ministerio della parola. 

5  E questo ragionamento piacque a tutta la moltitudine; ed elessero: Stefano, uomo pieno di fede, e di Spirito Santo, e Filippo, e Procoro, e Nicanor, e Timon, e Parmena, e Nicolao, proselito Antiocheno.

6  I quali presentarono davanti agli apostoli; ed essi, dopo avere orato, imposero lor le mani.

7  E la parola di Dio cresceva, e il numero de’ discepoli moltiplicava grandemente in Gerusalemme; gran moltitudine eziandio de’ sacerdoti ubbidiva alla fede.

8  OR Stefano, pieno di fede, e di potenza, faceva gran prodigi, e segni, fra il popolo.

9  Ed alcuni di que’ della sinagoga, detta de’ Liberti, e de’ Cirenei, e degli Alessandrini, e di que’ di Cilicia, e d’Asia, si levarono, disputando con Stefano.

10  E non potevano resistere alla sapienza, ed allo Spirito, per lo quale egli parlava.

11  Allora suscitarono degli uomini che dicessero: Noi l’abbiamo udito tener ragionamenti di bestemmia, contro a Mosè, e contro a Dio.

12  E commossero il popolo, e gli anziani, e gli Scribi; e venutigli addosso, lo rapirono, e lo menarono al concistoro.

13  E presentarono de’ falsi testimoni, che dicevano: Quest’uomo non resta di tener ragionamenti di bestemmia contro a questo santo luogo, e la legge.

14  Perciocchè noi abbiamo udito ch’egli diceva, che questo Gesù il Nazareo distruggerà questo luogo, e muterà i riti che Mosè ci ha dati.

15  E tutti coloro che sedevano nel concistoro, avendo affissati in lui gli occhi, videro la sua faccia simile alla faccia di un angelo.

7

  E il sommo sacerdote gli disse: Stanno queste cose in questa maniera?

2  Ed egli disse: Uomini fratelli, e padri, ascoltate: L’Iddio della gloria apparve ad Abrahamo, nostro padre, mentre egli era in Mesopotamia, innanzi che abitasse in Carran;

3  e gli disse: Esci dal tuo paese, e dal tuo parentado, e vieni in un paese il quale io ti mostrerò.

4  Allora egli uscì dal paese de’ Caldei, ed abitò in Carran; e di là, dopo che suo padre fu morto, Iddio gli fece mutare stanza, e venire in questo paese, nel quale ora voi abitate.

5  E non gli diede alcuna eredità in esso, non pure un piè di terra. Or gli avea promesso di darlo in possessione a lui, ed alla sua progenie dopo lui, allora ch’egli non avea ancora alcun figliuolo.


6  Ma Iddio parlò così, che la sua progenie dimorerebbe come forestiera in paese strano; e che quivi sarebbe tenuta in servitù, e maltrattata quattrocent’anni.

7  Ma, disse Iddio, io farò giudicio della nazione alla quale avranno servito; e poi appresso usciranno, e mi serviranno in questo luogo.

8  E gli diede il patto della circoncisione; e così Abrahamo generò Isacco; e lo circoncise nell’ottavo giorno; ed Isacco generò Giacobbe, e Giacobbe i dodici patriarchi.

9  E i patriarchi, portando invidia a Giuseppe, lo venderono per esser menato in Egitto; e Iddio era con lui.

10  E lo liberò di tutte le sue afflizioni, e gli diede grazia, e sapienza davanti a Faraone, re di Egitto, il qual lo costituì governatore sopra l’Egitto, e sopra tutta la sua casa.

11  Or sopravvenne una fame, e gran distretta a tutto il paese d’Egitto, e di Canaan; e i nostri padri non trovavano vittuaglia.

12  E Giacobbe, avendo udito che in Egitto v’era del grano, vi mandò la prima volta i nostri padri.

13  E nella seconda, Giuseppe fu riconosciuto da’ suoi fratelli, e il legnaggio di Giuseppe fu fatto manifesto a Faraone.

14  E Giuseppe mandò a chiamar Giacobbe, suo padre, e tutto il suo parentado, ch’era di settantacinque anime.

15  E Giacobbe scese in Egitto, e morì egli, e i padri nostri.

16  E furono trasportati in Sichem, e posti nel sepolcro, il quale Abrahamo avea per prezzo di danari comperato da’ figliuoli d’Emmor, padre di Sichem.

17  Ora, come si avvicinava il tempo della promessa, la quale Iddio avea giurata ad Abrahamo, il popolo crebbe, e moltiplicò in Egitto.

18  Finchè sorse un altro re in Egitto, il qual non avea conosciuto Giuseppe.

19  Costui, procedendo cautamente contro al nostro legnaggio, trattò male i nostri padri, facendo loro esporre i lor piccoli fanciulli, acciocchè non allignassero.

20  In quel tempo nacque Mosè ed era divinamente bello; e fu nudrito tre mesi in casa di suo padre.

21  Poi appresso, essendo stato esposto, la figliuola di Faraone lo raccolse, e se l’allevò per figliuolo.

22  E Mosè fu ammaestrato in tutta la sapienza degli Egizi; ed era potente ne’ suoi detti e fatti.


Fat. 8. 5, 26; 21. 8. Fat. 13. 3. 1 Tim, 4. 14; 5. 22. Luc. 21. 15. Mat. 26. 59, GO.

Gen. 12. 1, ecc. / Gen. 15. 13, 16. Es. 12. 40. Es. 3. 12. > Geu. 17. U- U. « Gen. 37. 4, 28.

Gen. 41. 54, ece. Es. 1. 7- 9. Es. 2. 2, ecc. Eb. 11. 23.

S77

23 

E, quando egli fu pervenuto all’età di quarant’anni, gli montò nel cuore d’andare a visitare i suoi fratelli, i figliuoli d’Israele. 

24  E, vedutone uno a cui era fatto torto, egli lo soccorse; e fece la vendetta dell’oppressato, uccidendo l’Egizio.

25  Or egli stimava che i suoi fratelli intendessero che Iddio era per dar loro salute per man sua; ma essi non l’intesero.

26  E il giorno seguente egli comparve fra loro, mentre contendevano; ed egli li incitò a pace, dicendo: O uomini, voi siete fratelli, perchè fate torto gli uni agli altri?

27  Ma colui che faceva torto al suo prossimo lo ributtò, dicendo: Chi ti ha costituito principe, e giudice sopra noi?

28  Vuoi uccidere me, come ieri uccidesti l’Egizio?

29  E a questa parola Mosè fuggì, e dimorò come forestiere nel paese di Madian, ove generò due figliuoli.

30  E in capo a quarant’anni, l’angelo del Signore gli apparve nel deserto del monte Sina in una fiamma di fuoco d’un pruno.

31  E Mosè, avendola veduta, si maravigliò di quella visione; e come egli si accostava per considerar che cosa fosse, la voce del Signore gli fu indirizzata, dicendo:

32  Io son l’Iddio de’ tuoi padri, l’Iddio d’Abrahamo, e l’Iddio d’Isacco, e l’Iddio di Giacobbe. E Mosè, divenuto tutto tremante, non ardiva por mente che cosa fosse.

33  E il Signore gli disse: Sciogli il calzamento de’ tuoi piedi, perciocchè il luogo nel qual tu stai è terra santa.

34  Certo, io ho veduta l’afflizion del mio popolo ch’è in Egitto, ed ho uditi i lor sospiri, e son disceso per liberarli; or dunque, vieni, io ti manderò in Egitto.

35  Quel Mosè, il quale aveano rinnegato, dicendo: Chi ti ha costituito principe, e giudice? esso mandò loro Iddio per rettore, e liberatore, per la man dell’angelo, che gli era apparito nel pruno.

36  Esso li condusse fuori, avendo fatti segni, e prodigi nel paese di Egitto, e nel mar Rosso, e nel deserto, lo spazio di quarant’anni.

37  Quel Mosè, il qual disse a’ figliuoli d’Israele: Il Signore Iddio vostro vi susciterà un Profeta d’infra i vostri fratelli, come me; ascoltatelo;

38  esso è quel che nella raunanza nel deserto, fu con l’angelo che parlava a lui nel monte Sina, e co’ padri nostri; e ricevette le parole viventi, per darcele.

39  Al quale i padri nostri non vollero essere ubbidienti; anzi lo ributtarono, e si rivoltarono co’ lor cuori all’Egitto;


40  dicendo ad Aaronne: Facci degl’iddii, che vadano davanti a noi; perciocchè quant’è a questo Mosè, che ci ha condotti fuor del paese di Egitto, noi non sappiamo quel che gli sia avvenuto.

41  E in que’ giorni fecero un vitello, ed offersero sacrificio all’idolo, e si rallegrarono nelle opere delle lor mani.

42  E Iddio si rivoltò indietro, e li diede a servire all’esercito del cielo; come egli è scritto nel libro de’ profeti: Casa d’Israele, mi offeriste voi sacrificii, ed offerte, lo spazio di quarant’anni nel deserto?

43  Anzi, voi portaste il tabernacolo di Moloc, e la stella del vostro dio Refan; le figure, le quali voi avevate fatte per adorarle; perciò, io vi trasporterò di là da Babilonia.

44  Il tabernacolo della testimonianza fu appresso i nostri padri nel deserto, come avea comandato colui che avea detto a Mosè, che lo facesse secondo la forma ch’egli avea veduta.

45  Il quale ancora i padri nostri ricevettero, e lo portarono con Giosuè, nel paese ch’era stato posseduto da’ Gentili, i quali Iddio scacciò d’innanzi a’ padri nostri; e quivi dimorò fino a’ giorni di Davide.

46  Il qual trovò grazia nel cospetto di Dio, e chiese di trovare una stanza all’Iddio di Giacobbe.

47  Ma Salomone fu quello che gli edificò una casa.

48  Ma l’Altissimo non abita in templi fatti per opera di mani; siccome dice il profeta:

49  Il cielo è il mio trono, e la terra lo scannello de’ miei piedi; qual casa mi edifichereste voi? dice il Signore; o qual sarebbe il luogo del mio riposo?

50  Non ha la mia mano fatte tutte queste cose?

51  Uomini di collo duro, ed incirconcisi di cuore e di orecchi, voi contrastate sempre allo Spirito Santo; come fecero i padri vostri, così fate ancora voi.

52  Qual de’ profeti non perseguitarono i padri vostri? Uccisero eziandio coloro che innanzi annunziavano la venuta del Giusto, del qual voi al presente siete stati traditori, ed ucciditori.

53  Voi, che avete ricevuta la legge, facendone gli angeli le pubblicazioni, e non l’avete osservata.

54  Or essi, udendo queste cose, scoppiavano ne’ lor cuori, e digrignavano i denti contro a lui.

55  Ma egli, essendo pieno dello Spirito Santo, affissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio, e Gesù che stava alla destra di Dio.


Es. 3. 1, ecc. f> Es. cap. 7-11. Es. 14. 21, ecc. < Es. 16. 1, 35. Deut. 18. 15- is.

Mat. 17. 5. /Es. 19. 3, 17; 21. 1, ecc. Gal. 3. 19. Es. 32. 1, ecc. ft Am. 5. 25, 26. 2[[errore/capitolo

7#capitolo

7versetto1|Sam.

7. 1]], ecc. «lKe6. 1, ecc. 1 Re 8. 27. « Is. (56. 1 . 2. Deut. 10. 16. Ger. 4. 4.

P 2 Cron. 36. 10. Mat. 23. 34. 37« . .

.878

56 

E disse: Ecco, io veggo i cieli aperti, ed il Figliuol dell’uomo che sta alla destra di Dio. 

57  Ma essi, gettando di gran gridi, si turarono gli orecchi, e tutti insieme di pari consentimento si avventarono sopra lui.

58  E cacciatolo fuor della città, lo lapidavano; ed i testimoni miser giù le lor veste a’ piedi d’un giovane, chiamato Saulo.

59  E lapidavano Stefano, che invocava Gesù, e diceva: Signor Gesù, ricevi il mio spirito.

60  Poi, postosi in ginocchioni, gridò ad alta voce: Signore, non imputar loro questo peccato. E detto questo, si addormentò.

8

  OR Saulo era consenziente alla morte d’esso. Ed in quel tempo vi fu gran persecuzione contro alla chiesa ch’era in Gerusalemme; e tutti furono dispersi per le contrade della Giudea, e della Samaria, salvo gli apostoli.

2  Ed alcuni uomini religiosi portarono a seppellire Stefano, e fecero gran cordoglio di lui.

3  Ma Saulo disertava la chiesa, entrando di casa in casa; e trattine uomini e donne, li metteva in prigione.

4  Coloro adunque che furono dispersi andavano attorno, evangelizzando la parola.

5  E Filippo discese nella città di Samaria, e predicò loro Cristo.

6  E le turbe di pari consentimento attendevano alle cose dette da Filippo, udendo, e veggendo i miracoli ch’egli faceva.

7  Poichè gli spiriti immondi uscivano di molti che li aveano, gridando con gran voce; molti paralitici ancora, e zoppi, erano sanati.

8  E vi fu grande allegrezza in quella città.

9  Or in quella città era prima stato un uomo, chiamato per nome Simone, che esercitava le arti magiche, e seduceva la gente di Samaria, dicendosi esser qualche grand’uomo.

10  E tutti, dal maggiore al minore, attendevano a lui, dicendo: Costui è la gran potenza di Dio.

11  Ora attendevano a lui, perciocchè già da lungo tempo li avea dimentati con le sue arti magiche.

12  Ma, quando ebbero creduto a Filippo, il quale evangelizzava le cose appartenenti al regno di Dio, ed al nome di Gesù Cristo, furono battezzati tutti, uomini e donne.

13  E Simone credette anch’egli; ed essendo stato battezzato, si riteneva del continuo con Filippo; e, veggendo le potenti operazioni, ed i segni ch’erano fatti, stupiva.


14  Ora, gli apostoli ch’erano in Gerusalemme, avendo inteso che Samaria avea ricevuta la parola di Dio, mandarono loro Pietro e Giovanni.

15  I quali, essendo discesi , orarono per loro, acciocchè ricevessero lo Spirito Santo.

16  (Perciocchè esso non era ancor caduto sopra alcun di loro; ma solamente erano stati battezzati nel nome del Signor Gesù).

17  Allora imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo.

18  Or Simone, veggendo che per l’imposizion delle mani degli apostoli, lo Spirito Santo era dato, proferse lor danari, dicendo:

19  Date ancora a me questa podestà, che colui al quale io imporrò le mani riceva lo Spirito Santo.

20  Ma Pietro gli disse: Vadano i tuoi danari teco in perdizione, poichè tu hai stimato che il dono di Dio si acquisti con danari.

21  Tu non hai parte, nè sorte alcuna in questa parola; perciocchè il tuo cuore non è diritto davanti a Dio.

22  Ravvediti adunque di questa tua malvagità; e prega Iddio, se forse ti sarà rimesso il pensier del tuo cuore.

23  Perciocchè io ti veggo essere in fiele d’amaritudine, e in legami d’iniquità.

24  E Simone, rispondendo, disse: Fate voi per me orazione al Signore, che nulla di ciò che avete detto venga sopra me.

25  Essi adunque, dopo aver testificata, ed annunziata la parola del Signore, se ne ritornarono in Gerusalemme; ed evangelizzarono a molte castella de’ Samaritani.

26  OR un angelo del Signore parlò a Filippo, dicendo: Levati, e vattene verso il mezzodì, alla via che scende di Gerusalemme in Gaza, la quale è deserta.

27  Ed egli, levatosi, vi andò; ed ecco un uomo Etiopo, eunuco, barone di Candace, regina degli Etiopi, ch’era soprantendente di tutti i tesori d’essa, il quale era venuto in Gerusalemme per adorare.

28  Or egli se ne tornava; e, sedendo sopra il suo carro, leggeva il profeta Isaia.

29  E lo Spirito disse a Filippo: Accostati, e giungi questo carro.

30  E Filippo accorse, ed udì ch’egli leggeva il profeta Isaia, e gli disse: Intendi tu le cose che tu leggi?

31  Ed egli disse: E come potrei io intenderle, se non che alcuno mi guidi? E pregò


Dan. 7. 13. Lev. 21. 16. Deut, 17. 5- 7. Fat. 8. 1; 22. 20. - Sal. 31. 5. Luc. 2. 3. 4,.

Luc. 6. 27, 28 ; 23. 34. / Fat. 9, 1, 2 ; 26, 10. 11. Gal. 1. 13. 1 Tim. 1. 13. Mat. 10. 23.

Fat, 6. 5, e rif. i Mar. 16., 17. Fat. 2. 38. Mat. 10. 8. Giac. 5. 16. Sof. 3. 10.

879.

Filippo che montasse, e sedesse con lui.

32 

Or il luogo della scrittura ch’egli leggeva era questo: Egli è stato menato all’uccisione, come una pecora; ed a guisa d’agnello che è mutolo dinanzi a colui che lo tosa, così egli non ha aperta la sua bocca. 

33  Per lo suo abbassamento la sua condannazione è stata tolta; ma chi racconterà la sua età? poichè la sua vita è stata tolta dalla terra.

34  E l’eunuco fece motto a Filippo, e disse: Di cui, ti prego, dice questo il profeta? lo dice di sè stesso, o pur d’un altro?

35  E Filippo, avendo aperta la bocca, e cominciando da questa scrittura, gli evangelizzò Gesù.

36  E, mentre andavano al lor cammino, giunsero ad una cert’acqua. E l’eunuco disse: Ecco dell’acqua, che impedisce che io non sia battezzato?

37  E Filippo disse: Se tu credi con tutto il cuore, egli è lecito. Ed egli, rispondendo, disse: Io credo che Gesù Cristo è il Figliuol di Dio.

38  E comandò che il carro si fermasse; ed amendue, Filippo e l’eunuco, disceser nell’acqua; e Filippo lo battezzò.

39  E quando furono saliti fuori dell’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo, e l’eunuco nol vide più; perciocchè egli andò a suo cammino tutto allegro.

40  E Filippo si ritrovò in Azot; e, passando, evangelizzò a tutte le città, finchè venne in Cesarea.

9

  OR Saulo, sbuffando ancora minacce ed uccisione contro a’ discepoli del Signore, venne al sommo sacerdote;

2  e gli chiese lettere alle sinagoghe in Damasco, acciocchè, se pur ne trovava alcuni di questa setta, uomini, o donne, li menasse legati in Gerusalemme.

3  Ora, mentre era in cammino, avvenne che, avvicinandosi a Damasco, di subito una luce dal cielo gli folgorò d’intorno.

4  Ed essendo caduto in terra, udì una voce che gli diceva: Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti?

5  Ed egli disse: Chi sei, Signore? E il Signore disse: Io son Gesù, il qual tu perseguiti; egli ti è duro di ricalcitrar contro agli stimoli.

6  Ed egli, tutto tremante, e spaventato, disse: Signore, che vuoi tu ch’io faccia? E il Signore gli disse: Levati, ed entra nella città, e ti sarà detto ciò che ti convien fare.

7  Or gli uomini che facevano il viaggio con lui ristettero attoniti, udendo ben la voce, ma non veggendo alcuno.


8  E Saulo si levò da terra; ed aprendo gli occhi, non vedeva alcuno; e coloro, menandolo per la mano, lo condussero in Damasco.

9  E fu tre giorni senza vedere, ne’ quali non mangiò, e non bevve.

10  Or in Damasco v’era un certo discepolo, chiamato per nome Anania, al quale il Signore disse in visione: Anania. Ed egli disse: Eccomi, Signore.

11  E il Signore gli disse: Levati, e vattene nella strada detta Diritta; e cerca, in casa di Giuda, un uomo chiamato per nome Saulo, da Tarso; perciocchè, ecco, egli fa orazione.

12  (Or egli avea veduto in visione un uomo, chiamato per nome Anania, entrare, ed imporgli la mano, acciocchè ricoverasse la vista.)

13  Ed Anania rispose: Signore, io ho udito da molti di quest’uomo, quanti mali egli ha fatti a’ tuoi santi in Gerusalemme.

14  E qui eziandio ha podestà da’ principali sacerdoti di far prigioni tutti coloro che invocano il tuo nome.

15  Ma il Signore gli disse: Va’, perciocchè costui mi è un vaso eletto, da portare il mio nome davanti alle genti, ed ai re, ed a’ figliuoli d’Israele.

16  Perciocchè io gli mostrerò quante cose gli convien patire per lo mio nome.

17  Anania adunque se ne andò, ed entrò in quella casa; ed avendogli imposte le mani, disse: Fratello Saulo, il Signore Gesù, che ti è apparito per lo cammino, per lo qual tu venivi, mi ha mandato, acciocchè tu ricoveri la vista, e sii ripieno dello Spirito Santo.

18  E in quello stante gli cadder dagli occhi come delle scaglie; e subito ricoverò la vista; poi si levò, e fu battezzato.

19  Ed avendo preso cibo, si riconfortò.
E SAULO stette alcuni giorni co’ discepoli ch’erano in Damasco.

20  E subito si mise a predicar Cristo nelle sinagoghe, insegnando ch’egli è il Figliuol di Dio.

21  E tutti coloro che l’udivano, stupivano, e dicevano: Non è costui quel che ha distrutti in Gerusalemme quelli che invocano questo nome? e per questo è egli eziandio venuto qua, per menarli prigioni a’ principali sacerdoti.

22  Ma Saulo vie più si rinforzava, e confondeva i Giudei che abitavano in Damasco, dimostrando che questo Gesù è il Cristo.


Conversione di Saulo sulla via di Damasco,

(Fatti 22. 1-16; 2G. 9-18.)

Is. 53. 7, 8. 6 Luc. 24. 27. Fat. 10. 47. Mat. 16. 16; 28. 19. Fat. 8. 3. Gal. 1. 13.

1 Tim. 1. 13. /Mat. 25. 40, ecc. Fat. 2. 37; 16. :iO. Dan. 10. 7. < Fat. 13. 2. Rom. 1. 1.

1 Tim. 2. 7. 2Tim. 1. 11. 2 Cor. 11. 23, ecc. Fat. 9. 1, e rif. « Fat. 18. 28.

23 

Ora, passati molti giorni, i Giudei presero insieme consiglio di ucciderlo. 

24  Ma le loro insidie vennero a notizia a Saulo. Or essi facevan la guardia alle porte, giorno e notte, acciocchè lo potessero uccidere.

25  Ma i discepoli, presolo di notte, lo calarono a basso per il muro in una sporta.

26  E Saulo, quando fu giunto in Gerusalemme, tentava d’aggiungersi co’ discepoli; ma tutti lo temevano, non potendo credere ch’egli fosse discepolo.

27  Ma Barnaba lo prese, e lo menò agli apostoli, e raccontò loro come per cammino egli avea veduto il Signore, e come egli gli avea parlato, e come in Damasco avea francamente parlato nel nome di Gesù.

28  Ed egli fu con loro in Gerusalemme, andando, e venendo, e parlando francamente nel nome del Signor Gesù.

29  Egli parlava eziandio, e disputava coi Greci; ed essi cercavano d’ucciderlo.

30  Ma i fratelli, avendolo saputo, lo condussero in Cesarea, e di là lo mandarono in Tarso.

31  Così la chiesa, per tutta la Giudea, Galilea, e Samaria, avea pace, essendo edificata; e, camminando nel timor del Signore, e nella consolazion dello Spirito Santo, moltiplicava.

32  Or avvenne che Pietro, andando attorno da tutti, venne eziandio a’ santi, che abitavano in Lidda.

33  E quivi trovò un uomo, chiamato per nome Enea, il qual già da otto anni giacea in un letticello, essendo paralitico.

34  E Pietro gli disse: Enea, Gesù, che è il Cristo, ti sana; levati, e rifatti il letticello. Ed egli in quello stante si levò.

35  E tutti gli abitanti di Lidda, e di Saron, lo videro, e si convertirono al Signore.

36  Or in Ioppe v’era una certa discepola, chiamata Tabita; il qual nome, interpretato, vuol dire Cavriuola; costei era piena di buone opere, e di limosine, le quali ella faceva.

37  Ed in que’ giorni avvenne ch’ella infermò, e morì. E dopo che fu stata lavata, fu posta in una sala.

38  E, perciocchè Lidda era vicin di Ioppe, i discepoli, udito che Pietro vi era, gli mandarono due uomini, per pregarlo che senza indugio venisse fino a loro.

39  Pietro adunque si levò, e se ne venne con loro. E, come egli fu giunto, lo menarono nella sala; e tutte le vedove si presentarono a lui, piangendo, e mostrandogli tutte le robe, e le veste, che la Cavriuola faceva, mentre era con loro.


40  E Pietro, messi tutti fuori, si pose inginocchioni, e fece orazione. Poi, rivoltosi al corpo, disse: Tabita, levati. Ed ella aperse gli occhi; e, veduto Pietro, si levò a sedere.

41  Ed egli le diè la mano, e la sollevò; e, chiamati i santi e le vedove, la presentò loro in vita.

42  E ciò fu saputo per tutta Ioppe, e molti credettero nel Signore.

43  E Pietro dimorò molti giorni in Ioppe, in casa d’un certo Simone coiaio.

10

  OR v’era in Cesarea un certo uomo chiamato per nome Cornelio, centurione della schiera detta Italica.

2  Esso, essendo uomo pio e temente Iddio, con tutta la sua casa, e facendo molte limosine al popolo, e pregando Iddio del continuo,

3  vide chiaramente in visione, intorno l’ora nona del giorno, un angelo di Dio, che entrò a lui, e gli disse: Cornelio.

4  Ed egli, riguardatolo fiso, e tutto spaventato, disse: Che v’è, Signore? E l’angelo gli disse: Le tue orazioni, e le tue limosine, son salite davanti a Dio per una ricordanza.

5  Or dunque, manda uomini in Ioppe, e fa’ chiamare Simone, il quale è soprannominato Pietro.

6  Egli alberga appo un certo Simone coiaio, che ha la casa presso del mare; esso ti dirà ciò ch’ei ti convien fare.

7  Ora, come l’angelo che parlava a Cornelio se ne fu partito, egli, chiamati due de’ suoi famigli, ed un soldato di que’ che si ritenevano del continuo appresso di lui, uomo pio,

8  e raccontata loro ogni cosa, li mandò in Ioppe.

9  E il giorno seguente, procedendo essi al lor cammino, ed avvicinandosi alla città, Pietro salì in sul tetto della casa, intorno l’ora sesta, per fare orazione.

10  Or avvenne ch’egli ebbe gran fame, e desiderava prender cibo; e come que’ di casa gliene apparecchiavano, gli venne un ratto di mente.

11  E vide il cielo aperto, ed una vela simile ad un gran lenzuolo, che scendeva sopra lui, legato per li quattro capi, e calato in terra;

12  nella quale vi erano degli animali terrestri a quattro piedi, e delle fiere, e de’ rettili, e degli uccelli del cielo d’ogni maniera.

13  Ed una voce gli fu indirizzata, dicendo: Levati, Pietro, ammazza, e mangia.


2 Cor. 11. 32.

Fat. 8. 6, 19; 4.10.

Fat. 11. 5, ecc.

Gios. 2. 15. 1 Sam. 19. 12.

/ 1 Tim. 2. 9, 10. Tit. 3. 8.

Gal. 1. 17, ei-o. << Fat. 4. 36; 13. 2.

3 Mat. 9. 25, ecc-. Mar. 5. 41, 42. Giov. 11. 13.

14 

Ma Pietro disse: In niun modo, Signore, poichè io non ho giammai mangiato nulla d’immondo, nè di contaminato. 

15  E la voce gli disse la seconda volta: Le cose che Iddio ha purificate, non farle tu immonde.

16  Or questo avvenne fino a tre volte; e poi la vela fu ritratta in cielo.

17  E come Pietro era in dubbio in sè stesso che cosa potesse esser quella visione ch’egli avea veduta, ecco, gli uomini mandati da Cornelio, avendo domandato della casa di Simone, furono alla porta.

18  E chiamato alcuno, domandarono se Simone, soprannominato Pietro, albergava ivi entro.

19  E come Pietro era pensoso intorno alla visione, lo Spirito gli disse: Ecco, tre uomini ti cercano.

20  Levati adunque, e scendi, e va’ con loro, senza farne difficoltà, perciocchè io li ho mandati.

21  E Pietro, sceso agli uomini che gli erano stati mandati da Cornelio, disse loro: Ecco, io son quello che voi cercate; quale è la cagione per la qual siete qui?

22  Ed essi dissero: Cornelio, centurione, uomo giusto e temente Iddio, e del quale rende buona testimonianza tutta la nazion de’ Giudei, è stato divinamente avvisato da un santo angelo di farti chiamare in casa sua, e d’udir ragionamenti da te.

23  Pietro adunque, avendoli convitati d’entrare in casa, li albergò; poi, il giorno seguente, andò con loro; ed alcuni de’ fratelli di que’ di Ioppe l’accompagnarono.

24  E il giorno appresso entrarono in Cesarea. Or Cornelio li aspettava, avendo chiamati i suoi parenti ed i suoi intimi amici.

25  E come Pietro entrava, Cornelio, fattoglisi incontro, gli si gittò a’ piedi, e l’adorò.

26  Ma Pietro lo sollevò, dicendo: Levati, io ancora sono uomo.

27  E ragionando con lui, entrò, e trovò molti, che si erano quivi raunati.

28  Ed egli disse loro: Voi sapete come non è lecito ad un uomo Giudeo aggiungersi con uno strano, od entrare in casa sua; ma Iddio mi ha mostrato di non chiamare alcun uomo immondo, o contaminato.

29  Perciò ancora, essendo stato mandato a chiamare, io son venuto senza contradire. Io vi domando adunque: Per qual cagione mi avete mandato a chiamare?

30  E Cornelio disse: Quattro giorni sono, che io fino a quest’ora era digiuno, ed alle nove ore io faceva orazione in casa mia; ed ecco, un uomo si presentò davanti a me, in vestimento risplendente, e disse:


31  Cornelio, la tua orazione è stata esaudita, e le tue limosine sono state ricordate nel cospetto di Dio.

32  Manda adunque in Ioppe, e chiama di là Simone, soprannominato Pietro; egli alberga in casa di Simone coiaio, presso del mare; quando egli sarà venuto, egli ti parlerà.

33  Perciò, in quello stante io mandai a te, e tu hai fatto bene di venire; ed ora noi siamo tutti qui presenti davanti a Dio, per udir tutte le cose che ti sono da Dio state ordinate.

34  Allora Pietro, aperta la bocca, disse: In verità io comprendo, che Iddio non ha riguardo alla qualità delle persone;

35  anzi che in qualunque nazione, chi lo teme, ed opera giustamente, gli è accettevole;

36  secondo la parola ch’egli ha mandata a’ figliuoli d’Israele, evangelizzando pace per Gesù Cristo, ch’è il Signor di tutti.

37  Voi sapete ciò che è avvenuto per tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo che Giovanni predicò:

38  come Iddio ha unto di Spirito Santo, e di potenza, Gesù di Nazaret, il quale andò attorno facendo beneficii, e sanando tutti coloro che erano posseduti dal diavolo, perciocchè Iddio era con lui.

39  E noi siamo testimoni, di tutte le cose ch’egli ha fatte nel paese de’ Giudei, e in Gerusalemme; il quale ancora essi hanno ucciso, appiccandolo al legno.

40  Esso ha Iddio risuscitato nel terzo giorno, ed ha fatto che egli è stato manifestato.

41  Non già a tutto il popolo, ma a’ testimoni prima da Dio ordinati, cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui, dopo ch’egli fu risuscitato da’ morti.

42  Ed egli ci ha comandato di predicare al popolo, e di testimoniare ch’egli è quello che da Dio è stato costituito Giudice de’ vivi e de’ morti.

43  A lui rendono testimonianza tutti i profeti: che chiunque crede in lui, riceve remission de’ peccati per lo nome suo.

44  Mentre Pietro teneva ancora questi ragionamenti, lo Spirito Santo cadde sopra tutti coloro che udivano la parola.

45  E tutti i fedeli della circoncisione, i quali eran venuti con Pietro, stupirono che il dono dello Spirito Santo fosse stato sparso eziandio sopra i Gentili.

46  Poichè


Lev. 11. 4; 20. 25. Mat. 15. 11. Rom. 14. 14, 1 Cor. 10. 25. 1 Tim. 4. 4. Fat. 14. 14, 15.

Apoc. 19. 10; 22. 9. Kom. 2. 11. Gal. 2. 6. Gal. 3. 28. Ef. 2. 13, 18. / Is. 57. 19.

Ef. 2. 14, ecc. Col. 1. 20. Luc. 4. 18. « Fat. 2. 32. i Luc. 24. 30, 43. Giov. 21. 13.

Giov. 5. 22. 27. 2 Cor. 5. 10. Is. 53. 11. Zac. 13. 1. Mai. 4. 2. Fat; 4. 31 j 8. 15 ; 11. 15.

li udivano parlar diverse lingue, e magnificare Iddio.

47 

Allora Pietro prese a dire: Può alcuno vietar l’acqua, che non sieno battezzati costoro che hanno ricevuto lo Spirito Santo, come ancora noi? 

48  Ed egli comandò che fossero battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora essi lo pregarono che dimorasse quivi alquanti giorni.

11

  OR gli apostoli, ed i fratelli ch’erano per la Giudea, intesero che i Gentili aveano anch’essi ricevuta la parola di Dio.

2  E quando Pietro fu salito in Gerusalemme, que’ della circoncisione quistionavano con lui, dicendo:

3  Tu sei entrato in casa d’uomini incirconcisi, ed hai mangiato con loro.

4  Ma Pietro, cominciato da capo, dichiarò loro per ordine tutto il fatto, dicendo:

5  Io era nella città di Ioppe, orando; ed in ratto di mente vidi una visione, cioè una certa vela, simile ad un gran lenzuolo, il quale scendeva, essendo per li quattro capi calato giù dal cielo; ed esso venne fino a me.

6  Ed io, riguardando fiso in esso, scorsi, e vidi degli animali terrestri a quattro piedi, delle fiere, dei rettili, e degli uccelli del cielo.

7  E udii una voce che mi diceva: Pietro, levati, ammazza e mangia.

8  Ma io dissi: Non già, Signore; poichè nulla d’immondo, o di contaminato, mi è giammai entrato in bocca.

9  E la voce mi rispose la seconda volta dal cielo: Le cose che Iddio ha purificate, tu non farle immonde.

10  E ciò avvenne per tre volte; poi ogni cosa fu di nuovo ritratta in cielo.

11  Ed ecco, in quello stante tre uomini furono alla casa ove io era, mandati a me da Cesarea.

12  E lo Spirito mi disse che io andassi con loro, senza farne alcuna difficoltà. Or vennero ancora meco questi sei fratelli, e noi entrammo nella casa di quell’uomo.

13  Ed egli ci raccontò come egli avea veduto in casa sua un angelo, che si era presentato a lui, e gli avea detto: Manda uomini in Ioppe, e fa’ chiamare Simone, che è soprannominato Pietro;

14  il quale ti ragionerà delle cose, per le quali sarai salvato tu, e tutta la casa tua.

15  Ora, come io avea cominciato a parlare, lo Spirito Santo cadde sopra loro, come era caduto ancora sopra noi dal principio.

16  Ed io mi ricordai della parola del Signore, come egli diceva: Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo.


17  Dunque, poichè Iddio ha loro dato il dono pari come a noi ancora, che abbiam creduto nel Signor Gesù Cristo, chi era io da potere impedire Iddio?

18  Allora essi, udite queste cose, si acquetarono, e glorificarono Iddio, dicendo: Iddio adunque ha dato il ravvedimento eziandio a’ Gentili, per ottener vita?

19  OR coloro ch’erano stati dispersi per la tribolazione avvenuta per Stefano, passarono fino in Fenicia, in Cipri, e in Antiochia, non annunziando ad alcuno la parola, se non a’ Giudei soli.

20  Or di loro ve n’erano alcuni Ciprioti, e Cirenei, i quali, entrati in Antiochia, parlavano a’ Greci, evangelizzando il Signore Gesù.

21  E la mano del Signore era con loro; e gran numero di gente, avendo creduto, si convertì al Signore.

22  E la fama di loro venne agli orecchi della chiesa ch’era in Gerusalemme; laonde mandarono Barnaba, acciocchè passasse fino in Antiochia.

23  Ed esso, essendovi giunto, e veduta la grazia del Signore, si rallegrò; e confortava tutti di attenersi al Signore, con fermo proponimento di cuore.

24  Perciocchè egli era uomo da bene, e pieno di Spirito Santo, e di fede. E gran moltitudine fu aggiunta al Signore.

25  Poi Barnaba si partì, per andare in Tarso, a ricercar Saulo; ed avendolo trovato, lo menò in Antiochia.

26  Ed avvenne che per lo spazio di un anno intiero, essi si raunarono nella chiesa, ed ammaestrarono un gran popolo; e i discepoli primieramente in Antiochia furono nominati Cristiani.

27  Or in que’ giorni certi profeti scesero di Gerusalemme in Antiochia.

28  E un di loro, chiamato per nome Agabo, levatosi, significò per lo Spirito che una gran fame sarebbe in tutto il mondo; la quale ancora avvenne sotto Claudio Cesare.

29  Laonde i discepoli, ciascuno secondo le sue facoltà, determinarono di mandar a fare una sovvenzione a’ fratelli che abitavano nella Giudea;

30  il che ancora fecero, mandando quella agli anziani per le mani di Barnaba e di Saulo.

12

  OR


Fat. 11. 17; 15. 8, 9. 1 Cor. 1. 17. Fat. 10. 9, ecc. < Fat. 2. 4. Mat. 3. 11. Fat. 1. 5.

/ Fat. 10. 47, e rif. Fat. 8. 1. Fat. 9. 27, e rif. i Fat. 26. 28. 1 Piet. 4. 10. 1 Cor. 12, 28.

Ef. 4, 11. Fat. 21. 10. Ronu 15. 20. 1 Cor. IG. 1, 2 Cor. i). 1. Fat. 12. 25.

intorno a quel tempo il re Erode mise le mani a straziare alcuni di que’ della chiesa.

E fece morir con la spada Giacomo, fratel di Giovanni. 

3  E veggendo che ciò era grato a’ Giudei, aggiunse di pigliare ancora Pietro (or erano i giorni degli azzimi).

4  E presolo, lo mise in prigione, dandolo a guardare a quattro mute di soldati di quattro l’una; volendone, dopo la Pasqua, dare uno spettacolo al popolo.

5  Pietro adunque era guardato nella prigione; ma continue orazioni erano fatte dalla chiesa per lui a Dio.

6  Or la notte avanti che Erode ne facesse un pubblico spettacolo, Pietro dormiva in mezzo di due soldati, legato di due catene; e le guardie davanti alla porta guardavano la prigione.

7  Ed ecco, un angelo del Signore sopraggiunse, ed una luce risplendè nella casa; e l’angelo, percosso il fianco a Pietro, lo svegliò, dicendo: Levati prestamente. E le catene gli caddero dalle mani.

8  E l’angelo gli disse: Cingiti, e legati le scarpe. Ed egli fece così. Poi gli disse: Mettiti la tua veste attorno, e seguitami.

Pietro adunque, essendo uscito, lo seguitava, e non sapeva che fosse vero quel che si faceva dall’angelo; anzi pensava vedere una visione.

10  Ora, com’ebbero passata la prima e la seconda guardia, vennero alla porta di ferro che conduce alla città, la qual da sè stessa si aperse loro; ed essendo usciti, passarono una strada, e in quello stante l’angelo si dipartì da lui.

11  E Pietro, ritornato in sè, disse: Ora per certo conosco, che il Signore ha mandato il suo angelo, e mi ha liberato di man d’Erode, e di tutta l’aspettazion del popolo de’ Giudei.

12  E considerando la cosa, venne in casa di Maria, madre di Giovanni, soprannominato Marco, ove molti fratelli erano raunati, ed oravano.

13  Ed avendo Pietro picchiato all’uscio dell’antiporto, una fanticella, chiamata per nome Rode, si accostò chetamente per sottascoltare.

14  E, riconosciuta la voce di Pietro, per l’allegrezza non aperse la porta; anzi, corse dentro, e rapportò che Pietro stava davanti all’antiporto.

15  Ma essi le dissero: Tu farnetichi. Ed ella pure affermava che così era. Ed essi dicevano: Egli è il suo angelo.

16  Or Pietro continuava a picchiare. Ed essi, avendogli aperto, lo videro, e sbigottirono.


17  Ma egli, fatto lor cenno con la mano che tacessero, raccontò loro come il Signore l’avea tratto fuor di prigione. Poi disse: Rapportate queste cose a Giacomo, ed ai fratelli. Ed essendo uscito, andò in un altro luogo.

18  Ora, fattosi giorno, vi fu non piccol turbamento fra i soldati, che cosa Pietro fosse divenuto.

19  Ed Erode, ricercatolo, e non avendolo trovato, dopo avere esaminate le guardie, comandò che fosser menate al supplicio. Poi discese di Giudea in Cesarea, e quivi dimorò alcun tempo.

20  Or Erode era indegnato contro a’ Tirii, e Sidonii, ed avea nell’animo di far lor guerra; ma essi di pari consentimento si presentarono a lui; e, persuaso Blasto, cameriere del re, chiedevano pace; perciocchè il lor paese era nudrito di quel del re.

21  E in un certo giorno assegnato, Erode, vestito d’una vesta reale, e sedendo sopra il tribunale, arringava loro.

22  E il popolo gli fece delle acclamazioni, dicendo: Voce di Dio, e non d’uomo.

23  E in quello stante un angelo del Signore lo percosse, perciocchè non avea data gloria a Dio; e morì, roso da’ vermini.

24  Ora la parola di Dio cresceva, e moltiplicava.

25  E Barnaba, e Saulo, compiuto il servigio, ritornarono di Gerusalemme in Antiochia, avendo preso ancora seco Giovanni soprannominato Marco.

13

  OR in Antiochia, nella chiesa che vi era, v’eran certi profeti, e dottori, cioè: Barnaba, e Simeone, chiamato Niger, e Lucio Cireneo, e Manaen, figliuol della nutrice di Erode il tetrarca, e Saulo.

2  E mentre facevano il pubblico servigio del Signore, e digiunavano, lo Spirito Santo disse: Appartatemi Barnaba e Saulo, per l’opera, alla quale io li ho chiamati.

3  Allora, dopo aver digiunato, e fatte orazioni, imposer loro le mani, e li accommiatarono.

4  Essi adunque, mandati dallo Spirito Santo, scesero in Seleucia, e di là navigarono in Cipri.

5  E giunti in Salamina, annunziarono la parola di Dio nelle sinagoghe de’ Giudei; or aveano ancora Giovanni per ministro.


Mat. 4. 21 5 20. 23. Giov. 21. 18.

Mat. 18. 10, /Rom. 10. 13. Eb. 5. 4.

Fat. 5. 19 1 16. 26. <? Sal . 84. 7. Eb.

bS4

1. It.

Poi, traversata l’isola fino in Pafo, trovarono quivi un certo mago, falso profeta Giudeo, che avea nome Bar-Gesù. 

7  Il quale era col proconsolo Sergio Paolo, uomo prudente. Costui, chiamati a sè Barnaba e Saulo, richiese d’udir la parola di Dio.

8  Ma Elima, il mago (perciocchè così s’interpreta il suo nome), resisteva loro, cercando di stornare il proconsolo dalla fede.

9  E Saulo, il quale ancora fu nominato Paolo, essendo ripieno dello Spirito Santo, ed avendo affissati in lui gli occhi, disse:

10  O pieno d’ogni frode, e d’ogni malizia, figliuol del diavolo, nemico di ogni giustizia! non resterai tu mai di pervertir le diritte vie del Signore?

11  Ora dunque, ecco, la mano del Signore sarà sopra te, e sarai cieco, senza vedere il sole, fino ad un certo tempo. E in quello stante caligine e tenebre caddero sopra lui; e andando attorno, cercava chi lo menasse per la mano.

12  Allora il proconsolo, veduto ciò ch’era stato fatto, credette, essendo sbigottito della dottrina del Signore.

13  OR Paolo, e i suoi compagni si partiron di Pafo, ed arrivaron per mare in Perga di Panfilia; e Giovanni, dipartitosi da loro, ritornò in Gerusalemme.

14  Ed essi, partitisi da Perga, giunsero in Antiochia di Pisidia; ed entrati nella sinagoga nel giorno del sabato, si posero a sedere.

15  E dopo la lettura della legge e de’ profeti, i capi della sinagoga mandarono loro a dire: Fratelli, se voi avete alcun ragionamento d’esortazione a fare al popolo, ditelo.

16  Allora Paolo, rizzatosi, e fatto cenno con la mano, disse: Uomini Israeliti, e voi che temete Iddio, ascoltate.

17  L’Iddio di questo popolo Israele elesse i nostri padri, ed innalzò il popolo nella sua dimora nel paese di Egitto; e poi con braccio elevato lo trasse fuor di quello.

18  E per lo spazio d’intorno a quarant’anni, comportò i modi loro nel deserto.

19  Poi, avendo distrutte sette nazioni nel paese di Canaan, distribuì loro a sorte il paese di quelle.

20  E poi appresso, per lo spazio d’intorno a quattrocencinquant’anni, diede loro de’ Giudici, fino al profeta Samuele.

21  E da quell’ora domandarono un re; e Iddio diede loro Saulle, figliuol di Chis, uomo della tribù di Beniamino; e così passarono quarant’anni.


22  Poi Iddio, rimossolo, suscitò loro Davide per re; al quale eziandio egli rendette testimonianza, e disse: Io ho trovato Davide, il figliuolo di Iesse, uomo secondo il mio cuore, il qual farà tutte le mie volontà.

23  Della progenie di esso ha Iddio, secondo la sua promessa, suscitato ad Israele il Salvatore Gesù;

24  avendo Giovanni, avanti la venuta di lui, predicato il battesimo del ravvedimento a tutto il popolo d’Israele.

25  E come Giovanni compieva il suo corso, disse: Chi pensate voi che io sia? io non son desso; ma ecco, dietro a me viene uno, di cui io non son degno di sciogliere i calzari de’ piedi.

26  Uomini fratelli, figliuoli della progenie d’Abrahamo, e que’ d’infra voi che temete Iddio, a voi è stata mandata la parola di questa salute.

27  Perciocchè gli abitanti di Gerusalemme, e i lor rettori, non avendo riconosciuto questo Gesù, condannandolo, hanno adempiuti i detti de’ profeti, che si leggono ogni sabato.

28  E benchè non trovassero in lui alcuna cagion di morte, richiesero Pilato che fosse fatto morire.

29  E, dopo ch’ebbero compiute tutte le cose che sono scritte di lui, egli fu tratto giù dal legno, e fu posto in un sepolcro.

30  Ma Iddio lo suscitò da’ morti.

31  Ed egli fu veduto per molti giorni da coloro ch’erano con lui saliti di Galilea in Gerusalemme, i quali sono i suoi testimoni presso il popolo.

32  E noi ancora vi evangelizziamo la promessa fatta a’ padri;

33  dicendovi, che Iddio l’ha adempiuta inverso noi, lor figliuoli, avendo risuscitato Gesù, siccome ancora è scritto nel salmo secondo: Tu sei il mio Figliuolo, oggi ti ho generato.

34  E perciocchè egli l’ha suscitato da’ morti, per non tornar più nella corruzione, egli ha detto così: Io vi darò le fedeli benignità promesse a Davide.

35  Perciò ancora egli dice in un altro luogo: Tu non permetterai che il tuo Santo vegga corruzione.

36  Poichè veramente Davide, avendo servito al consiglio di Dio nella sua età, si è addormentato, ed è stato aggiunto a’ suoi padri, ed ha veduta corruzione.


<• Fat. 8. 9. n Giov. 3. 8. Fat. 15. .S8. <i Fat. IC. 1. 3; 17. 2 ; 18. 4. Luc. 4. K!.

/ Deut. 7. 6, ecc. Num. 14. 33, .34. a Deut. 7. 1. Giud. 2. 16. 1 Sam. 8. 5, ecc.

1 Sam. 13. 14. Is. 11. 1. Mat. 3. 1, ecc. Mat. 3. 11. Giov. 1. 20, 27. Mat. 10. 6.

Fat. 3. 20. Lnc. 24. 20, 44. « Mar. 15. 12-14. Mat. 28. (!. « 1 Cor. 15. 5-7,

Gen. 3. 15; 12. 3 ; 22. 18. Sal. 2. 7. Is. 5.i. 3. Sal. 16. 10. Fat. 2. 29, ecc.

37 

Ma colui che Iddio ha risuscitato non ha veduta corruzione. 

38  Siavi adunque noto, fratelli, che per costui vi è annunziata remission de’ peccati.

39  E che di tutte le cose, onde per la legge di Mosè non siete potuti esser giustificati, chiunque crede è giustificato per mezzo di lui.

40  Guardatevi adunque, che non venga sopra voi ciò che è detto ne’ profeti:

41  Vedete, o sprezzatori, e maravigliatevi; e riguardate, e siate smarriti; perciocchè io fo un’opera a’ dì vostri, la quale voi non crederete, quando alcuno ve la racconterà.

42  Ora, quando furono usciti dalla sinagoga de’ Giudei, i Gentili li pregarono che infra la settimana le medesime cose fosser loro proposte.

43  E dopo che la raunanza si fu dipartita, molti d’infra i Giudei, e i proseliti religiosi, seguitarono Paolo e Barnaba; i quali, ragionando loro, persuasero loro di perseverar nella grazia di Dio.

44  E il sabato seguente, quasi tutta la città si raunò per udir la parola di Dio.

45  Ma i Giudei, veggendo la moltitudine, furono ripieni d’invidia, e contradicevano alle cose dette da Paolo, contradicendo e bestemmiando.

46  E Paolo, e Barnaba, usando franchezza nel lor parlare, dissero: Egli era necessario che a voi prima si annunziasse, la parola di Dio; ma, poichè la ributtate, e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco, noi ci volgiamo a’ Gentili.

47  Perciocchè così ci ha il Signore ingiunto, dicendo: Io ti ho posto per esser luce delle Genti, acciocchè tu sii in salute fino all’estremità della terra.

48  E i Gentili, udendo queste cose, si rallegrarono, e glorificavano la parola di Dio; e tutti coloro ch’erano ordinati a vita eterna credettero.

49  E la parola del Signore si spandeva per tutto il paese.

50  Ma i Giudei instigarono le donne religiose ed onorate, e i principali della città, e commossero persecuzione contro a Paolo, e contro a Barnaba, e li scacciarono da’ lor confini.

51  Ed essi, scossa la polvere de’ lor piedi contro a loro, se ne vennero in Iconio.

52  E i discepoli eran ripieni di allegrezza, e di Spirito Santo.

14

  OR avvenne che in Iconio entrarono parimente nella sinagoga de’ Giudei, e parlarono in maniera, che una gran moltitudine di Giudei e di Greci, credette.


2  Ma i Giudei increduli commossero, ed inasprirono gli animi de’ Gentili contro a’ fratelli.

3  Essi adunque dimorarono quivi molto tempo, parlando francamente nel Signore, il qual rendeva testimonianza alla parola della sua grazia, concedendo che per le lor mani si facesser segni e prodigi.

4  E la moltitudine della città fu divisa; e gli uni tenevano co’ Giudei, e gli altri con gli apostoli.

5  Ma, fattosi uno sforzo de’ Gentili, e de’ Giudei, coi lor rettori, per fare ingiuria agli apostoli, e per lapidarli,

6  essi, intesa la cosa, se ne fuggirono nelle città di Licaonia, Listra, e Derba, e nel paese d’intorno.

7  E quivi evangelizzavano.

8  Or in Listra vi era un uomo impotente de’ piedi, il quale sempre sedeva, essendo zoppo dal seno di sua madre, e non aveva giammai camminato.

9  Costui udì parlar Paolo; il quale affissati in lui gli occhi, e veggendo ch’egli avea fede d’esser sanato,

10  disse ad alta voce: Io ti dico, nel nome del Signor Gesù Cristo, levati ritto in piè. Ed egli saltò su, e camminava.

11  E le turbe, avendo veduto ciò che Paolo avea fatto, alzarono la lor voce, dicendo in lingua licaonica: Gl’iddii, fattisi simili agli uomini, son discesi a noi.

12  E chiamavano Barnaba, Giove; e Paolo, Mercurio; perciocchè egli era il primo a parlare.

13  E il sacerdote di Giove, il cui tempio era davanti alla lor città, menò all’antiporto de’ tori, con ghirlande, e voleva sacrificare con le turbe.

14  Ma gli apostoli, Barnaba e Paolo, udito ciò, si stracciarono i vestimenti, e saltarono per mezzo la moltitudine, sclamando, e dicendo:

15  Uomini, perché fate queste cose? ancora noi siamo uomini sottoposti a medesime passioni come voi; e vi evangelizziamo che da queste cose vane vi convertiate all’Iddio vivente, il quale ha fatto il cielo, e la terra, e il mare, e tutte le cose che sono in essi.

16  Il quale nell’età addietro ha lasciato camminar nelle lor vie tutte le nazioni.

17  Benchè egli non si sia lasciato senza testimonianza, facendo del bene, dandoci dal cielo pioggie, e stagioni fruttifere; ed empiendo i cuori nostri di cibo e di letizia.

18  E, dicendo queste cose, appena fecero restar le turbe, che non sacrificasser loro.


Luc. 2t. 47. 1 Giov. 2. 12. b js. 53. 11.

< Fat. 18. 6. • vcr. 2G. e rif. / Is. 55.

2Tim. 8. 11. iMar. 6. 11. ? Mat. .x 12.

i Is. 33. 6. J Fat. 10. 20, e rif. • 1 Cor. 8. 4.

Rom. 3. 28. Eb. 7. 19. Is. 20. It. Abac. 1. 5.

5. Rom. 10. 19. Is. 42. G ; 49. 6. Luc. 2. .S2.

Mat. 10. 23. Fat. 3. 2. wc. Mat. 9. 28. 29.

MTess.l.g. « Sal. as. 6. Fat. 17. 27. Rem. 1. 20.

S86

19 

Ora, facendo essi quivi qualche dimora, ed insegnando, sopraggiunsero certi Giudei d’Antiochia, e d’Iconio i quali persuasero le turbe, e lapidarono Paolo, e lo trascinarono fuor della città, pensando ch’egli fosse morto. 

20  Ma, essendosi i discepoli raunati d’intorno a lui, egli si levò, ed entrò nella città. E il giorno seguente egli partì con Barnaba, per andare in Derba.

21  Ed avendo evangelizzato a quella città, e fatti molti discepoli, se ne ritornarono in Listra, in Iconio, e in Antiochia,

22  confermando gli animi de’ discepoli, e confortandoli di perseverar nella fede, ed ammonendoli che per molte afflizioni ci conviene entrare nel regno di Dio.

23  E dopo che ebbero loro per ciascuna chiesa ordinati per voti comuni degli anziani, avendo orato con digiuni, li raccomandarono al Signore, nel quale aveano creduto.

24  E, traversata la Pisidia, vennero in Panfilia.

25  E dopo avere annunziata la parola in Perga, discesero in Attalia.

26  E di là navigarono in Antiochia, onde erano stati raccomandati alla grazia di Dio, per l’opera che aveano compiuta.

27  Ed essendovi giunti, raunarono la chiesa, e rapportarono quanto gran cose Iddio avea fatte con loro, e come egli avea aperta a’ Gentili la porta della fede.

28  E dimorarono quivi non poco tempo co’ discepoli.

15

  OR alcuni, discesi di Giudea, insegnavano i fratelli: Se voi non siete circoncisi, secondo il rito di Mosè, voi non potete esser salvati.

2  Onde essendo nato turbamento e quistione non piccola di Paolo e di Barnaba contro a loro, fu ordinato che Paolo, e Barnaba, ed alcuni altri di loro, salissero in Gerusalemme agli apostoli, ed anziani, per questa quistione.

3  Essi adunque, accompagnati dalla chiesa fuor della città, traversarono la Fenicia, e la Samaria, raccontando la conversion dei Gentili; e portarono grande allegrezza a tutti i fratelli.

4  Ed essendo giunti in Gerusalemme, furono accolti dalla chiesa, e dagli apostoli, e dagli anziani; e rapportarono quanto gran cose Iddio avea fatte con loro.

5  Ma, dicevano, alcuni della setta de’ Farisei, i quali hanno creduto, si son levati, dicendo che convien circoncidere i Gentili, e comandar loro d’osservar la legge di Mosè.


6  Allora gli apostoli e gli anziani si raunarono, per provvedere a questo fatto.

7  Ed essendosi mossa una gran disputazione, Pietro si levò in piè, e disse loro: Fratelli, voi sapete che già da’ primi tempi Iddio elesse fra noi me, acciocchè per la mia bocca i Gentili udissero la parola dell’evangelo, e credessero.

8  E Iddio, che conosce i cuori, ha reso loro testimonianza, dando loro lo Spirito Santo, come ancora a noi.

9  E non ha fatta alcuna differenza tra noi e loro; avendo purificati i cuori loro per la fede.

10  Ora dunque, perchè tentate Iddio, mettendo un giogo sopra il collo de’ discepoli, il qual nè i padri nostri, nè noi, non abbiam potuto portare?

11  Ma crediamo di esser salvati per la grazia del Signor Gesù Cristo, come essi ancora.

12  E tutta la moltitudine si tacque, e stavano ad ascoltar Barnaba e Paolo, che narravano quanti segni e prodigi Iddio avea fatti per loro fra i Gentili.

13  E dopo ch’essi si furon taciuti, Giacomo prese a dire:

14  Fratelli, ascoltatemi. Simeone ha narrato come Iddio ha primieramente visitati i Gentili, per di quelli prendere un popolo nel suo nome.

15  Ed a questo si accordano le parole de’ profeti, siccome egli è scritto:

16  Dopo queste cose, io edificherò di nuovo il tabernacolo di Davide, che è caduto; e ristorerò le sue ruine, e lo ridirizzerò.

17  Acciocchè il rimanente degli uomini, e tutte le genti che si chiamano del mio nome, ricerchino il Signore, dice il Signore, che fa tutte queste cose.

18  A Dio son note ab eterno tutte le opere sue.

19  Per la qual cosa io giudico che non si dia molestia a coloro che d’infra i Gentili si convertono a Dio.

20  Ma, che si mandi loro che si astengano dalle cose contaminate per gl’idoli, dalla fornicazione, dalle cose soffogate, e dal sangue.

21  Perciocchè, quant’è a Mosè, già dalle età antiche egli ha persone che lo predicano per ogni città, essendo ogni sabato letto nelle sinagoghe.

22  Allora parve bene agli apostoli, ed agli anziani, con tutta la chiesa, di mandare in Antiochia, con Paolo e Barnaba, certi uomini eletti d’infra loro, cioè: Giuda, soprannominato Barsaba, e Sila, uomini principali tra i fratelli;

23  scrivendo


2 Cor. 11. 2.5. Rom. 8. 17. 2 Tim. 2. 11, 12; 3. 12. Tit. 1 . .5, 6. <« Gal. 5. 2. Col. 2. 11.

Gen. 17. 10. / Gal. 2. 1. Fat. 10. 20; 11. 12. Fat. 10. 44. < Fat. 10. 15, iS. Rom. 3. 21.

Ilf. 2. 8. Am. 9. 11, 12. 1 Cor. 8. 1; 10. 20. Apoc. 2. U, 20. I Cor. 6. 9, 18. Gal. 5. 19.

Kf. 5. 3. lPiet. 4. 3. ?Gen. 9. 4. Deut. 12. 1«, 2.s, 21. J Fat. 1. 23.

887

per lor mani queste cose: Gli apostoli, e gli anziani, e i fratelli, a’ fratelli d’infra i Gentili, che sono in Antiochia, in Siria, ed in Cilicia, salute.

24 

Perciocchè abbiamo inteso che alcuni, partiti d’infra noi, vi hanno turbati con parole, sovvertendo le anime vostre, dicendo che conviene che siate circoncisi, ed osserviate la legge; a’ quali però non ne avevamo data alcuna commissione; 

25  essendoci raunati, siamo di pari consentimento convenuti in questo parere, di mandarvi certi uomini eletti, insieme co’ cari nostri Barnaba, e Paolo;

26  uomini, che hanno esposte le vite loro per lo nome del Signor nostro Gesù Cristo.

27  Abbiamo adunque mandati Giuda, e Sila, i quali ancora a bocca vi faranno intendere le medesime cose.

28  Perciocchè è parso allo Spirito Santo, ed a noi, di non imporvi alcuno altro peso, se non quel ch’è necessario; che è di queste cose:

29  Che vi asteniate dalle cose sacrificate agl’idoli, dal sangue, dalle cose soffogate, e dalla fornicazione; dalle quali cose farete ben di guardarvi. State sani.

30  Essi adunque, essendo stati accommiatati, vennero in Antiochia; e, raunata la moltitudine, renderono la lettera.

31  E quando que’ di Antiochia l’ebber letta, si rallegrarono della consolazione.

32  E Giuda, e Sila, essendo anch’essi profeti, con molte parole confortarono i fratelli, e li confermarono.

33  E dopo che furono dimorati quivi alquanto tempo, furono da’ fratelli rimandati in pace agli apostoli.

34  Ma parve bene a Sila di dimorar quivi.

35  OR Paolo e Barnaba rimasero qualche tempo in Antiochia, insegnando, ed evangelizzando, con molti altri, la parola del Signore.

36  Ed alcuni giorni appresso, Paolo disse a Barnaba: Torniamo ora, e visitiamo i nostri fratelli in ogni città, dove abbiamo annunziata la parola del Signore, per veder come stanno.

37  Or Barnaba consigliava di prender con loro Giovanni detto Marco.

38  Ma Paolo giudicava che non dovessero prender con loro colui che si era dipartito da loro da Panfilia e non era andato con loro all’opera.

39  Laonde vi fu dell’acerbità, talchè si dipartirono l’un dall’altro; e Barnaba, preso Marco, navigò in Cipri.


40  MA Paolo, eletto per suo compagno Sila, se ne andò, raccomandato da’ fratelli alla grazia di Dio.

41  E andava attorno per la Siria, e Cilicia, confermando le chiese.

16

  Or egli giunse in Derba, ed in Listra; ed ecco, quivi era un certo discepolo, chiamato per nome Timoteo, figliuol d’una donna Giudea fedele, ma di padre Greco;

2  del quale i fratelli, ch’erano in Listra, ed in Iconio, rendevan buona testimonianza.

3  Costui volle Paolo che andasse seco; e presolo, lo circoncise, per cagion de’ Giudei ch’erano in quei luoghi; perciocchè tutti sapevano che il padre d’esso era Greco.

4  E passando essi per le città, ordinavano loro d’osservar gli statuti determinati dagli apostoli, e dagli anziani, ch’erano in Gerusalemme.

5  Le chiese adunque erano confermate nella fede, e di giorno in giorno crescevano in numero.

6  Poi, avendo traversata la Frigia, e il paese della Galazia, essendo divietati dallo Spirito Santo d’annunziar la parola in Asia,

7  vennero in Misia, e tentavano d’andare in Bitinia; ma lo Spirito di Gesù nol permise loro.

8  E passata la Misia, discesero in Troas.

9  ED una visione apparve di notte a Paolo. Un uomo Macedone gli si presentò, pregandolo, e dicendo: Passa in Macedonia, e soccorrici.

10  E quando egli ebbe veduta quella visione, presto noi procacciammo di passare in Macedonia, tenendo per certo che il Signore ci avea chiamati là, per evangelizzare a que’ popoli.

11  E perciò, partendo di Troas, arrivammo per diritto corso in Samotracia, e il giorno seguente a Napoli;

12  e di là a Filippi, ch’è la prima città di quella parte di Macedonia, ed è colonia; e dimorammo in quella città alquanti giorni.

13  E nel giorno del sabato andammo fuor della città, presso del fiume, dove era il luogo ordinario dell’orazione; e postici a sedere, parlavamo alle donne ch’erano quivi raunate.

14  Ed


Gal. 2. 4.

/2Tim, 1. 5,

6 Fat. 1,S. 50 ; 14. 19. ver. 20, e rif. Fat. 21. 25. < Fat. 13. 1.

1 Cor. 9. 20. Gal. 2. 3; 5. 2. Fat. 15. 28, 29. i Fat. 10. 30.

Fat. 13. 13.

una certa donna, chiamata per nome Lidia, mercatante di porpora, della città di Tiatiri, la qual serviva a Dio, stava ad ascoltare. E il Signore aperse il suo cuore, per attendere alle cose dette da Paolo.

15 

E, dopo che fu battezzata ella e la sua famiglia, ci pregò dicendo: Se voi mi avete giudicata esser fedele al Signore, entrate in casa mia, e dimoratevi. E ci fece forza.

16  Or avvenne, come noi andavamo all’orazione, che noi incontrammo una fanticella, che avea uno spirito di Pitone, la quale con indovinare facea gran profitto a’ suoi padroni.

17  Costei, messasi a seguitar Paolo e noi, gridava, dicendo: Questi uomini son servitori dell’Iddio altissimo, e vi annunziano la via della salute.

18  E fece questo per molti giorni; ma, essendone Paolo annoiato, si rivoltò, e disse allo spirito: Io ti comando, nel nome di Gesù Cristo, che tu esca fuor di lei. Ed egli uscì in quello stante.

19  Or i padroni d’essa, veggendo che la speranza del lor guadagno era svanita, presero Paolo, e Sila, e li trassero alla corte a’ rettori.

20  E presentatili a’ pretori, dissero: Questi uomini turbano la nostra città; perciocchè son Giudei;

21  ed annunziano dei riti, i quali non è lecito a noi, che siam Romani, di ricevere, nè di osservare.

22  La moltitudine ancora si levò tutta insieme contro a loro; e i pretori, stracciate loro le vesti, comandarono che fosser frustati.

23  E dopo aver loro data una gran battitura, li misero in prigione, comandando al carceriere di guardarli sicuramente.

24  Il quale, ricevuto un tal comandamento, li mise nella prigione più addentro, e serrò loro i piedi ne’ ceppi.

25  Or in su la mezzanotte, Paolo e Sila, facendo orazione, cantavano inni a Dio; e i prigioni li udivano.

26  E di subito si fece un gran tremoto, talchè i fondamenti della prigione furono scrollati; e in quello stante tutte le porte si apersero, e i legami di tutti si sciolsero.

27  E il carceriere, destatosi, e vedute le porte della prigione aperte, trasse fuori la spada, ed era per uccidersi, pensando che i prigioni se ne fosser fuggiti.

28  Ma Paolo gridò ad alta voce, dicendo: Non farti male alcuno; perciocchè noi siam tutti qui.

29  Ed egli, chiesto un lume, saltò dentro; e tutto tremante, si gettò a’ piedi di Paolo e di Sila.

30  E menatili fuori, disse: Signori, che mi conviene egli fare per esser salvato?


31  Ed essi dissero: Credi nel Signor Gesù Cristo, e sarai salvato tu, e la casa tua.

32  Ed essi annunziarono la parola del Signore a lui, ed a tutti coloro ch’erano in casa sua.

33  Ed egli, presili in quell’istessa ora della notte, lavò loro le piaghe. Poi in quell’istante fu battezzato egli, e tutti i suoi.

34  Poi, menatili in casa sua, mise loro la tavola; e giubilava d’avere, con tutta la sua casa, creduto a Dio.

35  Ora, come fu giorno, i pretori mandarono i sergenti a dire al carceriere: Lascia andar quegli uomini.

36  E il carceriere rapportò a Paolo queste parole, dicendo: I pretori hanno mandato a dire che siate liberati; ora dunque uscite, e andatevene in pace.

37  Ma Paolo disse loro: Dopo averci pubblicamente battuti, senza essere stati condannati in giudicio, noi che siam Romani, ci hanno messi in prigione; ed ora celatamente ci mandano fuori! La cosa non andrà così; anzi, vengano eglino stessi, e ci menino fuori.

38  E i sergenti rapportarono queste parole a’ pretori; ed essi temettero, avendo inteso ch’erano Romani.

39  E vennero, e li pregarono di perdonar loro; e menatili fuori, li richiesero d’uscir della città.

40  Ed essi, usciti di prigione, entrarono in casa di Lidia; e, veduti i fratelli, li consolarono, e poi si dipartirono.

17

  ED essendo passati per Anfipoli, e per Apollonia, vennero in Tessalonica, dove era la sinagoga de’ Giudei;

2  e Paolo, secondo la sua usanza, entrò da loro; e per tre sabati tenne loro ragionamenti tratti dalle scritture,

3  dichiarando, e proponendo loro, ch’era convenuto che il Cristo sofferisse, e risuscitasse da’ morti; e ch’esso (il quale, disse egli, io vi annunzio) era Gesù il Cristo.

4  Ed alcuni di loro credettero, e si aggiunsero con Paolo e Sila; come anche gran numero di Greci religiosi, e delle donne principali non poche.

5  Ma i Giudei, ch’erano increduli, mossi d’invidia, preser con loro certi uomini malvagi della gente di piazza; e, raccolta una turba, commossero a tumulto la città; ed avendo assalita la casa di Giasone, cercavano di trarli fuori al popolo.


Luc. 24. 45. 1 Sam. 28. 7. Mar. 16. 17.

2 Cor. 11. 23, 25. 1 Tess. 2. 2. Fat. 5. 19: 12. 7, 10.

6.47. IGiov. 5. 10. Luc. 5. 29: 19. 6. Fat. 22. 25.

« Rom. 16. 21.

Fat. 19. 25, 2G. Mat. 10, 18. / 1 Re 18. 17.

i Fat. 2. 37; 9. 6. Giov. 3. 1(5, 36:

« Fat. 13. 14, e rif. P Luc. 24. 20, 46.

Ma, non avendoli trovati, trassero Giasone, ed alcuni de’ fratelli, a’ rettori della città, gridando: Costoro che hanno messo sottosopra il mondo sono eziandio venuti qua. 

7  E Giasone li ha raccolti; ed essi tutti fanno contro agli statuti di Cesare, dicendo esservi un altro re, cioè Gesù.

8  E commossero il popolo, e i rettori della città, che udivano queste cose.

9  Ma pure essi, ricevuta cauzione da Giasone e dagli altri, li lasciarono andare.

10  E i fratelli subito di notte mandarono via Paolo e Sila, in Berrea; ed essi, essendovi giunti, andarono nella sinagoga de’ Giudei.

11  Or costoro furon più generosi che gli altri ch’erano in Tessalonica; e con ogni prontezza ricevettero la parola, esaminando tuttodì le scritture, per vedere se queste cose stavano così.

12  Molti adunque di loro credettero, e non piccol numero di donne Greche onorate, e d’uomini.

13  Ma, quando i Giudei di Tessalonica ebbero inteso che la parola di Dio era da Paolo stata annunziata eziandio in Berrea, vennero anche là, commovendo le turbe.

14  Ma allora i fratelli mandarono prontamente fuori Paolo, acciocchè se ne andasse, facendo vista di andare al mare; e Sila, e Timoteo rimasero quivi.

15  E COLORO che aveano la cura di por Paolo in salvo, lo condussero sino in Atene; e, ricevuta da lui commission di dire a Sila, ed a Timoteo, che quanto prima venissero a lui, si partirono.

16  Ora, mentre Paolo li aspettava in Atene, lo spirito suo s’inacerbiva in lui, veggendo la città piena d’idoli.

17  Egli adunque ragionava nella sinagoga coi Giudei, e con le persone religiose, ed ogni dì in su la piazza con coloro che si scontravano.

18  Ed alcuni de’ filosofi Epicurei, e Stoici, conferivan con lui. Ed alcuni dicevano: Che vuol dire questo cianciatore? E gli altri: Egli pare essere annunziatore di dii stranieri; perciocchè egli evangelizzava loro Gesù, e la risurrezione.

19  E lo presero, e lo menarono nell’Areopago, dicendo: Potrem noi sapere qual sia questa nuova dottrina, la qual tu proponi?

20  Perciocchè tu ci rechi agli orecchi cose strane; noi vogliamo dunque sapere che cosa si vogliano coteste cose.

21  Or tutti gli Ateniesi, e i forestieri che dimoravano in quella città, non passavano il tempo ad altro, che a dire, o ad udire alcuna cosa di nuovo.


22  E Paolo, stando in piè in mezzo dell’Areopago, disse: Uomini Ateniesi, io vi veggo quasi troppo religiosi in ogni cosa.

23  Perciocchè, passando, e considerando le vostre deità, ho trovato eziandio un altare, sopra il quale era scritto: ALL’IDDIO SCONOSCIUTO. Quello adunque il qual voi servite, senza conoscerlo, io ve l’annunzio.

24  L’Iddio che ha fatto il mondo, e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in tempii fatti d’opera di mani.

25  E non è servito per mani d’uomini, come avendo bisogno d’alcuna cosa; egli che dà a tutti e la vita, e il fiato, ed ogni cosa.

26  Ed ha fatto d’un medesimo sangue tutta la generazion degli uomini, per abitar sopra tutta la faccia della terra, avendo determinati i tempi prefissi, ed i confini della loro abitazione;

27  acciocchè cerchino il Signore, se pur talora potessero, come a tastone, trovarlo: benchè egli non sia lungi da ciascun di noi.

28  Poichè in lui viviamo, e ci moviamo, e siamo; siccome ancora alcuni de’ vostri poeti hanno detto: Perciocchè noi siamo eziandio sua progenie.

29  Essendo noi adunque progenie di Dio, non dobbiamo stimar che la Deità sia simigliante ad oro, o ad argento, od a pietra; a scoltura d’arte, e d’invenzione umana.

30  Avendo Iddio adunque dissimulati i tempi dell’ignoranza, al presente dinunzia per tutto a tutti gli uomini che si ravveggano.

31  Perciocchè egli ha ordinato un giorno, nel quale egli giudicherà il mondo in giustizia, per quell’uomo, il quale egli ha stabilito; di che ha fatta fede a tutti, avendolo suscitato da’ morti.

32  Quando udirono mentovar la risurrezion de’ morti, altri se ne facevano beffe, altri dicevano: Noi ti udiremo un’altra volta intorno a ciò.

33  E così Paolo uscì del mezzo di loro.

34  Ed alcuni si aggiunsero con lui, e credettero; fra i quali fu anche Dionigio l’Areopagita, ed una donna chiamata per nome Damaris, ed altri con loro.

18

  ORA, dopo queste cose, Paolo si partì d’Atene, e venne in Corinto.

2  E, trovato un certo Giudeo, chiamato per nome


Fat. 16. 20, i Giov. 10. 12. 1 Piet. 2. 13. - Is. 84. 16, Luc, 16. 20. Giov. 5. .?<).

Fat. 7. 48, ecc. Gen. 2. 7. Giob. 12. 10, / Deut. .?2, 8. Fat. 14, 17. Rom. 1. 20.

fe Is. 40. 18, ecc. i Fat, 14. 10. Luc. 2 1 . 47. 1 Piet. 4. :;, Fat, 10. 42,

890,

Aquila, di nazione Pontico, nuovamente venuto d’Italia, insieme con Priscilla, sua moglie (perciocchè Claudio avea comandato che tutti i Giudei si partissero di Roma), si accostò a loro.

E perciocchè egli era della medesima arte, dimorava in casa loro, e lavorava; perciocchè l’arte loro era di far padiglioni. 

4  Ed ogni sabato faceva un sermone nella sinagoga, e induceva alla fede Giudei e Greci.

5  Ora, quando Sila e Timoteo furon venuti di Macedonia, Paolo era sospinto dallo Spirito, testificando a’ Giudei che Gesù è il Cristo.

6  Ma, contrastando eglino, e bestemmiando, egli scosse i suoi vestimenti, e disse loro: Il sangue vostro sia sopra il vostro capo, io ne son netto; da ora innanzi io andrò a’ Gentili.

7  E partitosi di là, entrò in casa d’un certo chiamato per nome Giusto, il qual serviva a Dio; la cui casa era contigua alla sinagoga.

8  Or Crispo, capo della sinagoga, credette al Signore, con tutta la sua famiglia; molti ancora de’ Corinti, udendo Paolo, credevano, ed erano battezzati.

9  E il Signore disse di notte in visione a Paolo: Non temere; ma parla, e non tacere.

10  Perciocchè io son teco, e niuno metterà le mani sopra te, per offenderti; poichè io ho un gran popolo in questa città.

11  Egli adunque dimorò quivi un anno, e sei mesi, insegnando fra loro la parola di Dio.

12  Poi, quando Gallione fu proconsolo d’Acaia, i Giudei di pari consentimento si levarono contro a Paolo, e lo menarono al tribunale, dicendo:

13  Costui persuade agli uomini di servire a Dio contro alla legge.

14  E come Paolo era per aprir la bocca, Gallione disse a’ Giudei: Se si trattasse di alcuna ingiustizia o misfatto, o Giudei, io vi udirei pazientemente, secondo la ragione.

15  Ma, se la quistione è intorno a parole, e a nomi, e alla vostra legge, provvedeteci voi; perciocchè io non voglio esser giudice di coteste cose.

16  E li scacciò dal tribunale.

17  E tutti i Greci presero Sostene, capo della sinagoga, e lo battevano davanti al tribunale; e Gallione niente si curava di queste cose.

18  Ora, quando Paolo fu dimorato quivi ancora molti giorni, prese commiato dai fratelli, e navigò in Siria, con Priscilla, ed Aquila; essendosi fatto tondere il capo in Cencrea, perciocchè avea voto.


19  Ed essendo giunto in Efeso, li lasciò quivi. Or egli entrò nella sinagoga, e fece un sermone a’ Giudei.

20  Ed essi lo pregavano di dimorare appresso di loro più lungo tempo; ma egli non acconsentì;

21  anzi prese commiato da loro, dicendo: Del tutto mi conviene far la festa prossima in Gerusalemme; ma io ritornerò ancora a voi, se piace a Dio. Così si partì per mare da Efeso.

22  Ed essendo disceso in Cesarea, salì in Gerusalemme; poi, dopo aver salutata la chiesa, scese in Antiochia.

23  Ed essendo quivi dimorato alquanto tempo, si partì, andando attorno di luogo in luogo per lo paese di Galazia, e di Frigia, confermando tutti i discepoli.

24  OR un certo Giudeo, il cui nome era Apollo, di nazione Alessandrino, uomo eloquente, e potente nelle scritture, arrivò in Efeso.

25  Costui era ammaestrato ne’ principii della via del Signore; e, fervente di spirito, parlava, ed insegnava diligentemente le cose del Signore, avendo sol conoscenza del battesimo di Giovanni.

26  E prese a parlar francamente nella sinagoga. Ed Aquila, e Priscilla, uditolo, lo presero con loro, e gli esposero più appieno la via di Dio.

27  Poi, volendo egli passare in Acaia, i fratelli vel confortarono, e scrissero ai discepoli che l’accogliessero. Ed egli, essendo giunto là, conferì molto a coloro che avean creduto per la grazia.

28  Perciocchè con grande sforzo convinceva pubblicamente i Giudei, dimostrando per le scritture che Gesù è il Cristo.

19

  OR avvenne, mentre Apollo era in Corinto, che Paolo, avendo traversate le provincie alte, venne in Efeso; e trovati quivi alcuni discepoli, disse loro:

2  Avete voi ricevuto lo Spirito Santo, dopo che avete creduto? Ed essi gli dissero: Anzi non pure abbiamo udito se vi è uno Spirito Santo.

3  E Paolo disse loro: In che dunque siete stati battezzati? Ed essi dissero: Nel battesimo di Giovanni.

4  E Paolo disse: Certo, Giovanni battezzò


Rom. 16. 3. 1 Cor. 16. 19.

Ezec. 3. 18. 19. / 1 Cor

J Num. 6. 18. Fat. 21. 24.

« Fat. 8. 16. Fat. IS. 25,

iFat. 20. .%. ITess. 2. 9. Fat. 13. 14, crif. Fat. 1:5. 45, 46, e [[errore/capitolo

1#capitolo

1versetto14|rif.

1. 14]]. Fat. 2:?. 11. ft Fat. 2:;. 29 ; 2.5. 19. i 1 Cor. 1. 1.

Fat. 20. 16. Giac. 4. 15. Fat. 19. 3. P 1 Cor. 3. 5, ecc.

del battesimo del ravvedimento, dicendo al popolo che credessero in colui che veniva dopo lui, cioè in Cristo Gesù.

E, udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù. 

6  E, dopo che Paolo ebbe loro imposte le mani, lo Spirito Santo venne sopra loro, e parlavano lingue strane, e profetizzavano.

7  Or tutti questi uomini erano intorno di dodici.

8  Poi egli entrò nella sinagoga, e parlava francamente, ragionando per lo spazio di tre mesi, e persuadendo le cose appartenenti al regno di Dio.

9  Ma, come alcuni s’induravano, ed erano increduli, dicendo male di quella professione, in presenza della moltitudine, egli, dipartitosi da loro, separò i discepoli, facendo ogni dì sermone nella scuola d’un certo Tiranno.

10  E questo continuò lo spazio di due anni; talchè tutti coloro che abitavano nell’Asia, Giudei e Greci, udirono la parola del Signor Gesù.

11  E Iddio faceva delle non volgari potenti operazioni per le mani di Paolo.

12  Talchè eziandio d’in sul suo corpo si portavano sopra gl’infermi degli sciugatoi, e de’ grembiuli; e le infermità si partivano da loro, e gli spiriti maligni uscivan di loro.

13  Or alcuni degli esorcisti Giudei, che andavano attorno, tentarono d’invocare il nome del Signor Gesù sopra coloro che aveano gli spiriti maligni, dicendo: Noi vi scongiuriamo per Gesù, il quale Paolo predica.

14  E coloro che facevano questo eran certi figliuoli di Sceva, Giudeo, principal sacerdote, in numero di sette.

15  Ma lo spirito maligno, rispondendo, disse: Io conosco Gesù, e so chi è Paolo; ma voi chi siete?

16  E l’uomo che avea lo spirito maligno si avventò a loro; e sopraffattili, fece loro forza; talchè se ne fuggiron di quella casa, nudi e feriti.

17  E questo venne a notizia a tutti i Giudei e Greci che abitavano in Efeso; e timore cadde sopra tutti loro, e il nome del Signor Gesù era magnificato.

18  E molti di coloro che aveano creduto venivano, confessando e dichiarando le cose che aveano fatte.

19  Molti ancora di coloro che aveano esercitate le arti curiose, portarono insieme i libri, e li arsero in presenza di tutti; e fatta ragion del prezzo di quelli, si trovò che ascendeva a cinquantamila denari d’argento.

20  Così la parola di Dio cresceva potentemente, e si rinforzava.

21  Ora, dopo che queste cose furono compiute, Paolo si mise nell’animo di andare in Gerusalemme, passando per la Macedonia, e per l’Acaia, dicendo: Dopo che io sarò stato quivi, mi conviene ancora veder Roma.


22  E mandati in Macedonia due di coloro che gli ministravano, cioè Timoteo ed Erasto, egli dimorò ancora alquanto tempo in Asia.

23  Or in quel tempo nacque non piccol turbamento a proposito della via del Signore.

24  Perciocchè un certo chiamato per nome Demetrio, intagliator d’argento, che faceva de’ piccoli tempii di Diana d’argento, portava gran profitto agli artefici.

25  Costui, raunati quelli, e tutti gli altri che lavoravano di cotali cose, disse: Uomini, voi sapete che dall’esercizio di quest’arte viene il nostro guadagno.

26  Or voi vedete ed udite, che questo Paolo, con le sue persuasioni, ha sviata gran moltitudine, non solo in Efeso, ma quasi in tutta l’Asia, dicendo che quelli non son dii, che son fatti di lavoro di mani.

27  E non vi è solo pericolo per noi, che quest’arte particolare sia discreditata; ma ancora che il tempio della gran dea Diana sia reputato per nulla; e che la maestà d’essa, la qual tutta l’Asia, anzi tutto il mondo adora, non sia abbattuta.

28  Ed essi, udite queste cose, ed essendo ripieni d’ira, gridarono, dicendo: Grande è la Diana degli Efesi.

29  E tutta la città fu ripiena di confusione; e tratti a forza Gaio, ed Aristarco, Macedoni, compagni del viaggio di Paolo, corsero di pari consentimento a furore nel teatro.

30  Or Paolo voleva presentarsi al popolo; ma i discepoli non gliel permisero.

31  Alcuni eziandio degli Asiarchi, che gli erano amici, mandarono a lui, pregandolo che non si presentasse nel teatro.

32  Gli uni adunque gridavano una cosa, gli altri un’altra; perciocchè la raunanza era confusa; ed i più non sapevano per qual cagione fosser raunati.

33  Ora, d’infra la moltitudine fu prodotto Alessandro, spingendolo i Giudei innanzi. Ed Alessandro, fatto cenno con la mano, voleva arringare al popolo a lor difesa.

34  Ma, quando ebber riconosciuto ch’egli era Giudeo, si fece un grido da tutti, che gridarono lo spazio d’intorno a due ore: Grande è la Diana degli Efesi.

35  Ma il cancelliere, avendo acquetata la turba, disse: Uomini Efesi, chi è pur l’uomo, che non sappia che la città degli Efesi è la sagrestana della gran dea Diana, e dell’immagine caduta da Giove?


Mat. . . 11. b Fat. 2. 4; 10. 46. Fat. 18. 14, e rif. Mar. 16. 20. Fat. 5. l.i.

/Fat. 2;. 11. Rom. 15. 24-28. i> 2 Cor. 1. 8. Fat. 16. 16, 19. Sal. 115. 4. Is. 44. 10-20.

36 

Essendo adunque queste cose fuor di contradizione, conviene che voi vi acquetiate, e non facciate nulla di precipitato. 

37  Poichè avete menati qua questi uomini, i quali non sono nè sacrileghi, nè bestemmiatori della vostra dea.

38  Se dunque Demetrio, e gli artefici che son con lui, hanno alcuna cosa contro ad alcuno, si tengono le corti, e vi sono i proconsoli; facciansi eglino citar gli uni gli altri.

39  E se richiedete alcuna cosa intorno ad altri affari, ciò si risolverà nella raunanza legittima.

40  Perciocchè noi siamo in pericolo d’essere accusati di sedizione per lo giorno d’oggi; non essendovi ragione alcuna, per la quale noi possiamo render conto di questo concorso. E, dette queste cose, licenziò la raunanza.

20

  ORA, dopo che fu cessato il tumulto, Paolo, chiamati a sè i discepoli, ed abbracciatili, si partì per andare in Macedonia.

2  E, dopo esser passato per quelle parti, ed averli con molte parole confortati, venne in Grecia.

Dove quando fu dimorato tre mesi, essendogli poste insidie da’ Giudei, se fosse navigato in Siria, il parer fu che ritornasse per la Macedonia.

4  Or Sopatro Berreese l’accompagnò fino in Asia; e de’ Tessalonicesi, Aristarco, e Secondo, e Gaio Derbese, e Timoteo; e di que’ d’Asia, Tichico, e Trofimo.

5  Costoro, andati innanzi, ci aspettarono in Troas.

6  E noi, dopo i giorni degli azzimi, partimmo da Filippi, e in capo di cinque giorni arrivammo a loro in Troas, dove dimorammo sette giorni.

7  E nel primo giorno della settimana, essendo i discepoli raunati per rompere il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, fece loro un sermone, e distese il ragionamento sino a mezzanotte.

8  Or nella sala, ove eravamo raunati, vi erano molte lampane.

9  Ed un certo giovanetto, chiamato per nome Eutico, sedendo sopra la finestra, sopraffatto da profondo sonno, mentre Paolo tirava il suo ragionamento in lungo, traboccato dal sonno, cadde giù dal terzo solaio, e fu levato morto.

10  Ma Paolo, sceso a basso, si gettò sopra lui, e l’abbracciò, e disse: Non tumultuate; perciocchè l’anima sua è in lui.

11  Poi, essendo risalito, ed avendo rotto il pane, e preso cibo, dopo avere ancora lungamente ragionato sino all’alba, si dipartì così.


12  Or menarono quivi il fanciullo vivente, onde furono fuor di modo consolati.

13  E noi, andati alla nave, navigammo in Asso, con intenzione di levar di là Paolo; perciocchè egli avea così determinato, volendo egli far quel cammino per terra.

14  Ed avendolo scontrato in Asso, lo levammo, e venimmo a Mitilene.

15  E, navigando di là, arrivammo il giorno seguente di rincontro a Chio; e il giorno appresso ammainammo verso Samo; e fermatici in Trogillio, il giorno seguente giungemmo a Mileto.

16  Perciocchè Paolo avea deliberato di navigare oltre ad Efeso, per non avere a consumar tempo in Asia; poichè egli si affrettava per essere, se gli era possibile, al giorno della Pentecosta in Gerusalemme.

17  E DA Mileto mandò in Efeso, a far chiamare gli anziani della chiesa.

18  E quando furono venuti a lui, egli disse loro: Voi sapete in qual maniera, dal primo giorno che io entrai nell’Asia, io sono stato con voi in tutto quel tempo;

19  servendo al Signore, con ogni umiltà e con molte lagrime, e prove, le quali mi sono avvenute nelle insidie de’ Giudei.

20  Come io non mi son ritratto d’annunziarvi, ed insegnarvi, in pubblico, e per le case, cosa alcuna di quelle che son giovevoli;

21  testificando a’ Giudei, ed a’ Greci, la conversione a Dio, e la fede nel Signor nostro Gesù Cristo.

22  Ed ora, ecco, io, cattivato dallo Spirito, vo in Gerusalemme, non sapendo le cose che mi avverranno in essa.

23  Se non che lo Spirito Santo mi testifica per ogni città, dicendo che legami e tribolazioni mi aspettano.

24  Ma io non fo conto di nulla; e la mia propria vita non mi è cara, purchè io adempia con allegrezza il mio corso, e il ministerio il quale ho ricevuto dal Signor Gesù, che è di testificar l’evangelo della grazia di Dio.

25  Ed ora, ecco, io so che voi tutti, fra i quali io sono andato e venuto, predicando il regno di Dio, non vedrete più la mia faccia.

26  Perciò ancora, io vi protesto oggi, che io son netto del sangue di tutti.

27  Perciocchè io non mi son tratto indietro da annunziarvi tutto il consiglio di Dio.

28  Attendete dunque a voi stessi, ed a tutta la greggia, nella quale lo Spirito Santo


l Cor. 16. 2. Apoc. 1. 10. ftlRel?. 21. 2 Re 4. .SI. Mat. 9. 24. J Fat. 18. 19; 19. 1, ecc.

Fat, 21. 4, 11. / Fat. 21. l.l. Rom. 8. 35. 2 Tim. 4. 7, Gal. 1. 1. i Fat. IS. C, e ri

vi ha costituiti vescovi, per pascer la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue.

29 

Perciocchè io so questo: che dopo la mia partita, entreranno fra voi de’ lupi rapaci, i quali non risparmieranno la greggia. 

30  E che d’infra voi stessi sorgeranno degli uomini che proporranno cose perverse, per trarsi dietro i discepoli.

31  Perciò, vegliate, ricordandovi che per lo spazio di tre anni, giorno e notte, non son restato d’ammonir ciascuno con lagrime.

32  Ed al presente, fratelli, io vi raccomando a Dio, e alla parola della grazia di lui, il quale è potente da continuar d’edificarvi, e da darvi l’eredità con tutti i santificati.

33  Io non ho appetito l’argento, nè l’oro, nè il vestimento di alcuno.

34  E voi stessi sapete che queste mani hanno sovvenuto a’ bisogni miei, e di coloro ch’erano meco.

35  In ogni cosa vi ho mostrato che affaticandosi, si convengono così sopportar gl’infermi; e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il qual disse che più felice cosa è il dare che il ricevere.

36  E quando ebbe dette queste cose, si pose in ginocchioni, ed orò con tutti loro.

37  E si fece da tutti un gran pianto; e gettatisi al collo di Paolo, lo baciavano;

38  dolenti principalmente per la parola ch’egli avea detta, che non vedrebbero più la sua faccia. E l’accompagnarono alla nave.

21

  ORA, dopo che ci fummo con gran pena separati da loro, navigammo, e per diritto corso arrivammo a Coo, e il giorno seguente a Rodi, e di là a Patara.

2  E trovata una nave che passava in Fenicia, vi montammo su, e facemmo vela.

3  E, scoperto Cipri, e lasciatolo a man sinistra, navigammo in Siria, ed arrivammo a Tiro; perciocchè quivi si dovea scaricar la nave.

4  E, trovati i discepoli, dimorammo quivi sette giorni; ed essi, per lo Spirito, dicevano a Paolo, che non salisse in Gerusalemme.

5  Ora, dopo che avemmo passati quivi que’ giorni, partimmo, e ci mettemmo in cammino, accompagnati da tutti loro, con le mogli, e figliuoli, fin fuor della città; e postici in ginocchioni in sul lito, facemmo orazione.

6  Poi, abbracciatici gli uni gli altri, montammo in su la nave; e quelli se ne tornarono alle case loro.

7  E noi, compiendo la navigazione, da Tiro arrivammo a Ptolemaida; e, salutati i fratelli, dimorammo un giorno appresso di loro.


8  E il giorno seguente, essendo partiti, arrivammo a Cesarea; ed entrati in casa di Filippo l’evangelista, ch’era l’uno de’ sette, dimorammo appresso di lui.

9  Or egli avea quattro figliuole vergini, le quali profetizzavano.

10  E, dimorando noi quivi molti giorni, un certo profeta, chiamato per nome Agabo, discese di Giudea.

11  Ed egli, essendo venuto a noi, e presa la cintura di Paolo, se ne legò le mani ed i piedi, e disse: Questo dice lo Spirito Santo: Così legheranno i Giudei in Gerusalemme l’uomo di cui è questa cintura, e lo metteranno nelle mani de’ Gentili.

12  Ora, quando udimmo queste cose, e noi, e que’ del luogo, lo pregavamo che non salisse in Gerusalemme.

13  Ma Paolo rispose: Che fate voi, piangendo, e macerandomi il cuore? poichè io sia tutto pronto, non solo ad esser legato, ma eziandio a morire in Gerusalemme, per lo nome del Signor Gesù.

14  E, non potendo egli esser persuaso, noi ci acquetammo, dicendo: La volontà del Signore sia fatta.

15  E, dopo que’ giorni, ci mettemmo in ordine, e salimmo in Gerusalemme.

16  E con noi vennero eziandio alcuni de’ discepoli di Cesarea, menando con loro un certo Mnason Cipriota, antico discepolo, presso il quale dovevamo albergare.

17  Ora, come fummo giunti in Gerusalemme, i fratelli ci accolsero lietamente.

18  E il giorno seguente, Paolo entrò con noi da Giacomo; e tutti gli anziani vi si trovarono.

19  E Paolo, salutatili, raccontò loro ad una ad una le cose che il Signore avea fatte fra i Gentili, per lo suo ministerio.

20  Ed essi, uditele, glorificavano Iddio; poi dissero a Paolo: Fratello, tu vedi quante migliaia vi sono de’ Giudei che hanno creduto; e tutti son zelanti della legge.

21  Or sono stati informati intorno a te, che tu insegni tutti i Giudei, che son fra i Gentili, di rivoltarsi da Mosè, dicendo che non circoncidano i figliuoli, e non camminino secondo i riti.

22  Che devesi adunque fare? del tutto conviene che la moltitudine si raduni, perciocchè udiranno che tu sei venuto.

23  Fa’ dunque questo che ti diciamo. Noi


1 Tim. 4. IG. Tit. 1. 7. 1 Piet. 5. 2. Mat. 7. 15. 2 Piet. 2. 1. <-• 1 Giov. 2. 19.

< 1 Piet. 1. 3, 4. 1 Sam. 12. 3. 1 Cor. 9. 12. 2 Cor. 11. 9. / Fat. 18. S, e rif. Ef. 4. 28.

h Fat. 20. 23. i Fal. 6. 5. Gioele 2. 28. • Fat. 11. 28. « Fat. 20. 23. 24. Rom. lo. 18, 19.

abbiamo quattro uomini, che hanno un voto sopra loro.

24 

Prendili teco, e purificati con loro, e fa’ la spesa con loro; acciocchè si tondano il capo, e tutti conoscano che non è nulla di quelle cose delle quali sono stati informati intorno a te; ma che tu ancora procedi osservando la legge. 

25  Ma, quant’è a’ Gentili che hanno creduto, noi ne abbiamo scritto, avendo statuito che non osservino alcuna cosa tale; ma solo che si guardino dalle cose sacrificate agl’idoli, e dal sangue, e dalle cose soffocate, e dalla fornicazione.

26  Allora Paolo, presi seco quegli uomini, il giorno seguente, dopo essersi con loro purificato, entrò con loro nel tempio, pubblicando i giorni della purificazione esser compiuti, infino a tanto che l’offerta fu presentata per ciascun di loro.

27  Ora, come i sette giorni erano presso che compiuti, i Giudei dell’Asia, vedutolo nel tempio, commossero tutta la moltitudine, e gli misero le mani addosso,

28  gridando: Uomini Israeliti, venite al soccorso; costui è quell’uomo, che insegna per tutto a tutti una dottrina che è contro al popolo, e contro alla legge, e contro a questo luogo; ed oltre a ciò, ha eziandio menati de’ Greci dentro al tempio, ed ha contaminato questo santo luogo.

29  (Perciocchè dinanzi avean veduto Trofimo Efesio nella città con Paolo, e pensavano ch’egli l’avesse menato dentro al tempio.)

30  E tutta la città fu commossa, e si fece un concorso di popolo; e, preso Paolo, lo trassero fuor del tempio; e subito le porte furon serrate.

31  Ora, com’essi cercavano d’ucciderlo, il grido salì al capitano della schiera, che tutta Gerusalemme era sottosopra.

32  Ed egli in quello stante prese de’ soldati, e de’ centurioni, e corse a’ Giudei. Ed essi, veduto il capitano, e i soldati, restarono di batter Paolo.

33  E il capitano, accostatosi, lo prese, e comandò che fosse legato di due catene; poi domandò chi egli era, e che cosa avea fatto.

34  E gli uni gridavano una cosa, e gli altri un’altra, nella moltitudine; laonde, non potendone egli saper la certezza, per lo tumulto, comandò ch’egli fosse menato nella rocca.

35  Ed avvenne, quando egli fu sopra i gradi, ch’egli fu portato da’ soldati, per lo sforzo della moltitudine.

36  Poichè la moltitudine del popolo lo seguitava, gridando: Toglilo.

37  OR Paolo, come egli era per esser menato dentro alla rocca, disse al capitano: Emmi egli lecito di dirti qualche cosa? Ed egli disse: Sai tu Greco?


38  Non sei tu quell’Egizio, il quale a’ dì passati suscitò, e menò nel deserto que’ quattromila ladroni?

39  E Paolo disse: Quant’è a me, io son uomo Giudeo, da Tarso, cittadino di quella non ignobile città di Cilicia; or io ti prego che tu mi permetta di parlare al popolo.

40  Ed avendoglielo egli permesso, Paolo, stando in piè sopra i gradi, fece cenno con la mano al popolo. E, fattosi gran silenzio, parlò loro in lingua ebrea, dicendo:

22

  Uomini fratelli, e padri, ascoltate ciò che ora vi dico a mia difesa.

2  Ora, quando ebbero udito ch’egli parlava loro in lingua ebrea, tanto più fecero silenzio. Poi disse:

3  Io certo son uomo Giudeo, nato in Tarso di Cilicia, ed allevato in questa città a’ piedi di Gamaliele, ammaestrato secondo l’isquisita maniera della legge de’ padri, zelatore di Dio, come voi tutti siete oggi.

4  Ed ho perseguitata questa professione sino alla morte, mettendo ne’ legami, ed in prigione uomini e donne.

5  Come mi son testimoni il sommo sacerdote, e tutto il concistoro degli anziani; da cui eziandio avendo ricevute lettere a’ fratelli, io andava in Damasco, per menar prigioni in Gerusalemme quegli ancora ch’erano quivi, acciocchè fosser puniti.

6  Or avvenne che, mentre io era in cammino, e mi avvicinava a Damasco, in sul mezzodì, di subito una gran luce mi folgorò d’intorno dal cielo.

7  Ed io caddi in terra, ed udii una voce che mi disse: Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti?

8  Ed io risposi: Chi sei, Signore? Ed egli mi disse: Io son Gesù il Nazareo, il qual tu perseguiti.

9  Or coloro che eran meco videro ben la luce, e furono spaventati; ma non udiron la voce di colui che parlava meco.

10  Ed io dissi: Signore, che debbo io fare? E il Signor mi disse: Levati, e va’ in Damasco; e quivi ti sarà parlato di tutte le cose che ti sono ordinate di fare.

11  Ora, perciocchè io non vedeva nulla, per la gloria di quella luce, fui menato per la mano da coloro ch’erano meco; e così entrai in Damasco.

12  Or un certo Anania, uomo pio secondo la legge, al quale tutti i Giudei che


« Num. 6. 2, 13, 18. Fat. 18. 18. Fat. 15. 20, 29. Fat. 24. 18. <« Fat. 20. 23. Luc. 23. 18.

Giov. 19. 15. / 2 Cor. 11. 22. Fil. 8. 5. Fat. 5. U. A Gal. 1. 11. i Fat. 8. 3, e rif.

abitavano in Damasco rendevano buona testimonianza, venne a me,

13 

ed essendo appresso a me, disse: Fratello Saulo, ricovera la vista. E in quello stante io ricoverai la vista, e lo riguardai. 

14  Ed egli mi disse: L’Iddio de’ nostri padri ti ha preordinato a conoscer la sua volontà, ed a vedere il Giusto, e ad udire una voce dalla sua bocca.

15  Perciocchè tu gli devi essere presso tutti gli uomini testimonio delle cose che tu hai vedute, ed udite.

16  Ed ora, che indugi? levati, e sii battezzato, e lavato de’ tuoi peccati, invocando il nome del Signore.

17  Or avvenne che, dopo che io fui ritornato in Gerusalemme, orando nel tempio, mi venne un ratto di mente.

18  E vidi esso Signore che mi diceva: Affrettati, ed esci prestamente di Gerusalemme; perciocchè essi non riceveranno la tua testimonianza intorno a me.

19  Ed io dissi: Signore, eglino stessi sanno che io incarcerava, e batteva per le raunanze coloro che credono in te.

20  E quando si spandeva il sangue di Stefano, tuo martire, io ancora era presente, e acconsentiva alla sua morte, e guardava i vestimenti di coloro che l’uccidevano.

21  Ed egli mi disse: Vattene, perciocchè io ti manderò lungi a’ Gentili.

22  Or essi l’ascoltarono fino a questa parola; ma poi alzarono la lor voce, dicendo: Togli via di terra un tal uomo; perciocchè ei non conviene ch’egli viva.

23  E, come essi gridavano, e gettavano i lor vestimenti, e mandavano la polvere in aria,

24  il capitano comandò che Paolo fosse menato dentro alla rocca, ordinando che si facesse inquisizion di lui per flagelli, per sapere per qual cagione gridavano così contro a lui.

25  Ma, come l’ebbero disteso con le coregge, Paolo disse al centurione ch’era quivi presente: Evvi egli lecito di flagellare un uomo Romano, e non condannato?

26  E il centurione, udito ciò, venne, e lo rapportò al capitano, dicendo: Guarda ciò che tu farai, perciocchè quest’uomo è Romano.

27  E il capitano venne a Paolo, e gli disse: Dimmi, sei tu Romano?

28  Ed egli disse: Sì, certo. E il capitano rispose: Io ho acquistata questa cittadinanza per gran somma di danari. E Paolo disse: Ma io l’ho anche di nascita.

29  Laonde coloro che doveano far l’inquisizion di lui si ritrassero subito da lui; e il capitano stesso ebbe paura, avendo saputo ch’egli era Romano; perciocchè egli l’avea legato.


30  E IL giorno seguente, volendo saper la certezza di ciò onde egli era accusato da’ Giudei, lo sciolse da’ legami, e comandò a’ principali sacerdoti, ed a tutto il lor concistoro, di venire. E, menato Paolo a basso, lo presentò davanti a loro.

23

  E Paolo, affissati gli occhi nel concistoro, disse: Fratelli, io, fino a questo giorno, ho conversato presso Iddio con ogni buona coscienza.

2  E il sommo sacerdote Anania comandò a coloro ch’eran presso di lui di percuoterlo in su la bocca.

3  Allora Paolo gli disse: Iddio ti percoterà, parete scialbata; tu siedi per giudicarmi secondo la legge, e trapassando la legge, comandi ch’io sia percosso!

4  E coloro ch’erano quivi presenti dissero: Ingiurii tu il sommo sacerdote di Dio?

5  E Paolo disse: Fratelli, io non sapeva ch’egli fosse sommo sacerdote; perciocchè egli è scritto: Tu non dirai male del principe del tuo popolo.

6  Or Paolo, sapendo che l’una parte era di Sadducei, e l’altra di Farisei, sclamò nel concistoro: Uomini fratelli, io son Fariseo, figliuol di Fariseo; io son giudicato per la speranza, e per la risurrezione de’ morti.

7  E, come egli ebbe detto questo, nacque dissensione tra i Farisei, e i Sadducei; e la moltitudine si divise.

8  Perciocchè i Sadducei dicono che non vi è risurrezione, nè angelo, nè spirito; ma i Farisei confessano e l’uno e l’altro.

9  E si fece un gridar grande. E gli Scribi della parte de’ Farisei, levatisi, contendevano, dicendo: Noi non troviamo male alcuno in quest’uomo; che se uno spirito, o un angelo, ha parlato a lui, non combattiamo contro a Dio.

10  Ora, facendosi grande la dissensione, il capitano, temendo che Paolo non fosse da loro messo a pezzi, comandò a’ soldati che scendessero giù, e lo rapissero del mezzo di loro, e lo menassero nella rocca.

11  E la notte seguente, il Signore si presentò a lui, e gli disse: Paolo, sta’ di buon cuore, perciocchè, come tu hai resa testimonianza di me in Gerusalemme, così convienti renderla ancora a Roma.

12  E, QUANDO


1 Cor. 9. 1; 15. 8. i 1 Cor. 11. 23. Gal. 1. 12.

/ Fat. 7. .58, ecc. Gal. 2. 7, 8. Ef. «. 7, 8.

i Giov. 18. 22. Giov. 7. 51. Fat. U. 17.

1 Mat. 22. 2;?. Fjit. 26. 31. Fat. 22. 7. 17.

- Fat. 23. 11. d Rom. 10. 13. 2 Cor. 12. 2.

A Fat. 16. :}7. i 2 Tim. 1. 3. Eb. 13. 18.

Es. 22. 28. 2 Piet. 2. 10. p Fil. 3. o.

18. t Fat. 5. 39. Fat. 18. 9; 27. 2 5. 21.

fu giorno, certi Giudei fecero raunata, e sotto esecrazione si votarono, promettendo di non mangiare, nè bere, finchè non avessero ucciso Paolo.

13 

E coloro che avean fatta questa congiura erano più di quaranta; 

14  i quali vennero a’ principali sacerdoti, ed agli anziani, e dissero: Noi ci siamo sotto esecrazione votati di non assaggiar cosa alcuna, finchè non abbiamo ucciso Paolo.

15  Or dunque, voi comparite davanti al capitano col concistoro, pregandolo che domani vel meni, come per conoscer più appieno del fatto suo; e noi, innanzi ch’egli giunga, siam pronti per ucciderlo.

16  Ma il figliuolo della sorella di Paolo, udite queste insidie, venne; ed entrato nella rocca, rapportò il fatto a Paolo.

17  E Paolo, chiamato a sè uno de’ centurioni, disse: Mena questo giovane al capitano, perciocchè egli ha alcuna cosa da rapportargli.

18  Egli adunque, presolo, lo menò al capitano, e disse: Paolo, quel prigione, mi ha chiamato, e mi ha pregato ch’io ti meni questo giovane, il quale ha alcuna cosa da dirti.

19  E il capitano, presolo per la mano, e ritrattosi in disparte, lo domandò: Che cosa hai da rapportarmi?

20  Ed egli disse: I Giudei si son convenuti insieme di pregarti che domani tu meni giù Paolo nel concistoro, come per informarsi più appieno del fatto suo.

21  Ma tu non prestar loro fede, perciocchè più di quarant’uomini di loro gli hanno poste insidie, essendosi sotto esecrazione votati di non mangiare, nè bere, finchè non l’abbiano ucciso; ed ora son presti, aspettando che tu lo prometta loro.

22  Il capitano adunque licenziò il giovane, ordinandogli di non palesare ad alcuno che gli avesse fatte assaper queste cose.

23  Poi, chiamati due de’ centurioni, disse loro: Tenete presti fin dalle tre ore della notte dugento soldati, e settanta cavalieri, e dugento sergenti, per andar fino in Cesarea.

24  Disse loro ancora che avessero delle cavalcature pronte, per farvi montar su Paolo, e condurlo salvamente al governatore Felice.

25  Al quale egli scrisse una lettera dell’infrascritto tenore:

26  Claudio Lisia, all’eccellente governatore Felice: salute.

27  Quest’uomo, essendo stato preso dai Giudei, ed essendo in sul punto d’esser da loro ucciso io son sopraggiunto coi soldati, e l’ho riscosso, avendo inteso ch’egli era Romano.


28  E, volendo sapere il maleficio del quale l’accusavano, l’ho menato nel lor concistoro.

29  Ed ho trovato ch’egli era accusato intorno alle quistioni della lor legge; e che non vi era in lui maleficio alcuno degno di morte, nè di prigione.

30  Ora, essendomi state significate le insidie, che sarebbero da’ Giudei poste a quest’uomo, in quello stante l’ho mandato a te, ordinando eziandio a’ suoi accusatori di dir davanti a te le cose che hanno contro a lui. Sta’ sano.

31  I soldati adunque, secondo ch’era loro stato ordinato, presero con loro Paolo, e lo condussero di notte in Antipatrida.

32  E il giorno seguente, lasciati i cavalieri per andar con lui, ritornarono alla rocca.

33  E quelli, giunti in Cesarea, e consegnata la lettera al governatore, gli presentarono ancora Paolo.

34  E il governatore, avendo letta la lettera, e domandato a Paolo di qual provincia egli era, e inteso ch’egli era di Cilicia, gli disse:

35  Io ti udirò, quando i tuoi accusatori saranno venuti anch’essi. E comandò che fosse guardato nel palazzo di Erode.

24

  ORA, cinque giorni appresso, il sommo sacerdote Anania discese, insieme con gli anziani, e con un certo Tertullo, oratore; e comparvero davanti al governatore contro a Paolo.

2  Ed esso essendo stato chiamato, Tertullo cominciò ad accusarlo, dicendo:

3  Godendo per te di molta pace, ed essendo molti buoni ordini stati fatti da te a questa nazione, per lo tuo provvedimento, noi in tutto e per tutto lo riconosciamo con ogni ringraziamento, eccellentissimo Felice.

4  Or acciocchè io non ti dia più lungamente impaccio, io ti prego che secondo la tua equità, tu ascolti quello che abbiamo a dirti in breve.

Che è, che noi abbiam trovato quest’uomo essere una peste, e commuover sedizione fra tutti i Giudei che son per lo mondo, ed essere il capo della setta de’ Nazarei.

6  Il quale ha eziandio tentato di profanare il tempio; onde noi, presolo, lo volevam giudicare secondo la nostra legge.

7  Ma il capitano Lisia sopraggiunto, con grande sforzo, ce l’ha tratto delle mani, e l’ha mandato a te;

8  comandando eziandio


Fat. 18. 15; 25. 10.

Luc. 23. 2. Fat. IC. 20 ; 17. C.

che gli accusatori d’esso venissero a te; da lui potrai tu stesso, per l’esaminazione che tu ne farai, saper la verità di tutte le cose delle quali noi l’accusiamo.

E i Giudei acconsentirono anch’essi a queste cose, dicendo che stavan così.

10  E Paolo, dopo che il governatore gli ebbe fatto cenno che parlasse, rispose: Sapendo che tu già da molti anni sei stato giudice di questa nazione, più animosamente parlo a mia difesa.

11  Poichè tu puoi venire in notizia che non vi son più di dodici giorni, che io salii in Gerusalemme per adorare.

12  Ed essi non mi hanno trovato nel tempio disputando con alcuno, nè facendo raunata di popolo nelle sinagoghe, nè per la città.

13  Nè anche possono provare le cose, delle quali ora mi accusano.

14  Ora, ben ti confesso io questo, che, secondo la professione, la quale essi chiamano setta, così servo all’Iddio de’ padri, credendo a tutte le cose che sono scritte nella legge, e ne’ profeti;

15  avendo speranza in Dio, che la risurrezione de’ morti, così giusti come ingiusti, la quale essi ancora aspettano, avverrà.

16  E intanto, io esercito me stesso in aver del continuo la coscienza senza offesa inverso Iddio, e inverso gli uomini.

17  Ora, in capo di molti anni, io son venuto per far limosine, ed offerte alla mia nazione.

18  Le quali facendo, alcuni Giudei dell’Asia mi hanno trovato purificato nel tempio, senza turba, e senza tumulto.

19  A loro conveniva di comparire davanti a te, e d’accusarmi, se aveano cosa alcuna contro a me.

20  Ovvero, dicano questi stessi, se hanno trovato alcun misfatto in me, quando io mi son presentato davanti al concistoro.

21  Se non è di questa sola parola, che io gridai, essendo in piè fra loro: Io sono oggi giudicato da voi intorno alla risurrezione de’ morti.

22  Or Felice, udite queste cose, li rimise ad un altro tempo, dicendo: Dopo che io sarò più appieno informato di questa professione, quando il capitano Lisia sarà venuto, io prenderò conoscenza dei fatti vostri.

23  E ordinò al centurione che Paolo fosse guardato, ma che fosse largheggiato, e ch’egli non divietasse ad alcun de’ suoi di servirlo, o di venire a lui.

24  Or alcuni giorni appresso, Felice, venuto con Drusilla, sua moglie, la quale era Giudea, mandò a chiamar Paolo, e l’ascoltò intorno alla fede in Cristo Gesù.

25  E, ragionando egli della giustizia, e della temperanza, e del giudizio a venire, Felice, tutto spaventato, rispose: Al presente vattene; ma un’altra volta, quando io avrò opportunità, io ti manderò a chiamare.


26  Sperando insieme ancora che gli sarebber dati danari da Paolo, acciocchè lo liberasse; per la qual cosa ancora, mandandolo spesso a chiamare, ragionava con lui.

27  ORA, in capo di due anni, Felice ebbe per successore Porcio Festo; e Felice volendo far cosa grata ai Giudei, lasciò Paolo prigione.

25

  Festo adunque, essendo entrato nella provincia, tre giorni appresso salì di Cesarea in Gerusalemme.

2  E il sommo sacerdote, ed i principali de’ Giudei, comparvero dinanzi a lui, contro a Paolo.

3  E lo pregavano, chiedendo una grazia contro a lui, che egli lo facesse venire in Gerusalemme, ponendo insidie, per ucciderlo per lo cammino.

4  Ma Festo rispose, che Paolo era guardato in Cesarea; e che egli tosto vi andrebbe.

5  Quegli adunque di voi, disse egli, che potranno, scendano meco; e se vi è in quest’uomo alcun misfatto, accusinlo.

6  Ed essendo dimorato appresso di loro non più di otto o di dieci giorni discese in Cesarea; e il giorno seguente, postosi a sedere in sul tribunale, comandò che Paolo gli fosse menato davanti.

7  E, quando egli fu giunto, i Giudei che erano discesi di Gerusalemme, gli furono d’intorno, portando contro a Paolo molte e gravi accuse, le quali però essi non potevano provare. Dicendo lui a sua difesa:

8  Io non ho peccato nè contro alla legge de’ Giudei, nè contro al tempio, nè contro a Cesare.

9  Ma Festo, volendo far cosa grata ai Giudei, rispose a Paolo, e disse: Vuoi tu salire in Gerusalemme, ed ivi esser giudicato davanti a me intorno a queste cose?

10  Ma Paolo disse: Io comparisco davanti al tribunal di Cesare, ove mi conviene esser giudicato; io non ho fatto torto alcuno a’ Giudei, come tu stesso lo riconosci molto bene.

11  Perciocchè se pure ho misfatto, o commessa cosa alcuna degna di morte, non ricuso di morire; ma, se non è nulla di quelle cose, delle quali costoro mi accusano, niuno può donarmi loro nelle mani; io mi richiamo a Cesare.

12  Allora Festo, tenuto parlamento col consiglio, rispose: Tu ti sei richiamato a Cesare? a Cesare andrai.


Fat. 21. 26, ecc. 6 Fat. 26. 22, 23. Fat. 23. 1, e rif. <« Fat. 11. 29, 30. Rom. 15. 25.

Fat. 12. a J 25. 9. /Fat. 28. 12, 15. . Fat. 24. 27, e rif.

13 

E DOPO alquanti giorni, il re Agrippa, e Bernice, arrivarono in Cesarea, per salutar Festo. 

14  E, facendo quivi dimora per molti giorni, Festo raccontò al re l’affare di Paolo, dicendo: Un certo uomo è stato lasciato prigione da Felice.

15  Per lo quale, quando io fui in Gerusalemme, comparvero davanti a me i principali sacerdoti, e gli anziani de’ Giudei, chiedendo sentenza di condannazione contro a lui.

16  A’ quali risposi che non è l’usanza de’ Romani di donare alcuno, per farlo morire, avanti che l’accusato abbia gli accusatori in faccia e gli sia stato dato luogo di purgarsi dell’accusa.

17  Essendo eglino adunque venuti qua, io, senza indugio, il giorno seguente, sedendo in sul tribunale, comandai che quell’uomo mi fosse menato davanti.

18  Contro al quale gli accusatori, essendo compariti, non proposero alcuna accusa delle cose che io sospettava.

19  Ma aveano contro a lui certe quistioni intorno alla lor superstizione, ed intorno ad un certo Gesù morto, il qual Paolo dicea esser vivente.

20  Ora, stando io in dubbio come io procederei nell’inquisizion di questo fatto, gli dissi se voleva andare in Gerusalemme, e quivi esser giudicato intorno a queste cose.

21  Ma, essendosi Paolo richiamato ad Augusto, per esser riserbato al giudicio d’esso, io comandai ch’egli fosse guardato, finchè io lo mandassi a Cesare.

22  Ed Agrippa disse a Festo: Ben vorrei ancor io udir cotest’uomo. Ed egli disse: Domani l’udirai.

23  Il giorno seguente adunque, essendo venuti Agrippa e Bernice, con molta pompa, ed entrati nella sala dell’udienza, co’ capitani, e co’ principali della città, per comandamento di Festo, Paolo fu menato quivi.

24  E Festo disse: Re Agrippa, e voi tutti che siete qui presenti con noi, voi vedete costui, al quale tutta la moltitudine de’ Giudei ha dato querela davanti a me, ed in Gerusalemme, e qui, gridando che non convien che egli viva più.

25  Ma io, avendo trovato ch’egli non ha fatta cosa alcuna degna di morte, ed egli stesso essendosi richiamato ad Augusto, io son deliberato di mandarglielo.

26  E, perciocchè io non ho nulla di certo da scriverne al mio signore, l’ho menato qui davanti a voi, e principalmente davanti a te, o re Agrippa, acciocchè, fattane l’inquisizione, io abbia che scrivere.

27  Perciocchè mi par cosa fuor di ragione di mandare un prigione, e non significar le accuse che son contro a lui.


26

  Ed Agrippa disse a Paolo: Ei ti si permette di parlar per te medesimo. Allora Paolo, distesa la mano, parlò a sua difesa in questa maniera:

2  Re Agrippa, io mi reputo felice di dover oggi purgarmi davanti a te di tutte le cose, delle quali sono accusato da’ Giudei.

3  Principalmente, sapendo che tu hai conoscenza di tutti i riti, e quistioni, che son fra i Giudei; perciò ti prego che mi ascolti pazientemente.

4  Quale adunque sia stata, dalla mia giovanezza, la mia maniera di vivere, fin dal principio, per mezzo la mia nazione in Gerusalemme, tutti i Giudei lo sanno.

5  Poichè mi hanno innanzi conosciuto fin dalla mia prima età, e sanno (se voglion renderne testimonianza), che secondo la più squisita setta della nostra religione, son vissuto Fariseo.

6  Ed ora, io sto a giudicio per la speranza della promessa fatta da Dio a’ padri.

7  Alla quale le nostre dodici tribù, servendo del continuo a Dio, giorno e notte, sperano di pervenire; per quella speranza sono io, o re Agrippa, accusato da’ Giudei.

8  Che? è egli da voi giudicato incredibile che Iddio risusciti i morti?

9  Ora dunque, quant’è a me, ben avea pensato che mi conveniva far molte cose contro al nome di Gesù il Nazareo.

10  Il che eziandio feci in Gerusalemme; ed avendone ricevuta la podestà da’ principali sacerdoti, io serrai nelle prigioni molti de’ santi; e, quando erano fatti morire, io vi diedi la mia voce.

11  E spesse volte, per tutte le sinagoghe, con pene li costrinsi a bestemmiare; ed infuriato oltre modo contro a loro, li perseguitai fin nelle città straniere.

12  Il che facendo, come io andava eziandio in Damasco, con la podestà, e commissione da parte de’ principali sacerdoti, io vidi, o re, per lo cammino, di mezzo giorno,

13  una luce maggiore dello splendor del sole, la quale dal cielo lampeggiò intorno a me, ed a coloro che facevano il viaggio meco.

14  Ed essendo noi tutti caduti in terra, io udii una voce che mi parlò, e disse in lingua ebrea: Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti? ei ti è duro di ricalcitrar contro agli stimoli.

15  Ed io dissi: Chi sei tu, Signore? Ed egli disse: Io son Gesù, il qual tu perseguiti.

16  Ma levati, e sta’ in piedi; perciocchè per questo ti sono apparito, per ordinarti ministro,


Luc. 24. 27, e rif.

Giov. IG. 2. 1 Tim. 1. 1:;,

««Fat. 8. 3, e rif.

29-2

e testimonio delle cose, le quali tu hai vedute; e di quelle ancora, per le quali io ti apparirò,

17 

riscotendoti dal popolo, e dai Gentili, a’ quali ora ti mando; 

18  per aprir loro gli occhi, e convertirli dalle tenebre alla luce, e dalla podestà di Satana a Dio; acciocchè ricevano, per la fede in me, remission de’ peccati, e sorte fra i santificati.

19  Perciò, o re Agrippa, io non sono stato disubbidiente alla celeste apparizione.

20  Anzi, prima a que’ di Damasco, e poi in Gerusalemme, e per tutto il paese della Giudea, ed a’ Gentili, ho annunziato che si ravveggano, e si convertano a Dio, facendo opere convenevoli al ravvedimento.

21  Per queste cose i Giudei, avendomi preso nel tempio, tentarono d’uccidermi.

22  Ma, per l’aiuto di Dio, son durato fino a questo giorno, testificando a piccoli ed a grandi; non dicendo nulla, dalle cose infuori che i profeti e Mosè hanno dette dovere avvenire.

23  Cioè: che il Cristo sofferirebbe; e ch’egli, ch’è il primo della risurrezion de’ morti, annunzierebbe luce al popolo, ed a’ Gentili.

24  Ora, mentre Paolo diceva queste cose a sua difesa, Festo disse ad alta voce: Paolo, tu farnetichi; le molte lettere ti mettono fuor del senno.

25  Ma egli disse: Io non farnetico, eccellentissimo Festo; anzi ragiono parole di verità, e di senno ben composto.

26  Perciocchè il re, al quale ancora parlo francamente, sa bene la verità di queste cose; imperocchè io non posso credere che alcuna di queste cose gli sia occulta; poichè questo non è stato fatto in un cantone.

27  O re Agrippa, credi tu a’ profeti? io so che tu ci credi.

28  Ed Agrippa disse a Paolo: Per poco che tu mi persuadi di divenir Cristiano.

29  E Paolo disse: Piacesse a Dio che, e per poco, ed affatto, non solamente tu, ma ancora tutti coloro che oggi mi ascoltano, divenissero tali quali son io, da questi legami infuori.

30  E dopo ch’egli ebbe dette queste cose, il re si levò, e insieme il governatore, e Bernice, e quelli che sedevano con loro.

31  E ritrattisi in disparte, parlavano gli uni agli altri, dicendo: Quest’uomo non ha fatto nulla che meriti morte, o prigione.

32  Ed Agrippa disse a Festo: Quest’uomo poteva esser liberato, se non si fosse richiamato a Cesare.


27

  ORA, dopo che fu determinato che noi navigheremmo in Italia, Paolo, e certi altri prigioni, furono consegnati ad un centurione, chiamato per nome Giulio, della schiera Augusta.

2  E, montati sopra una nave Adramittina, noi partimmo, con intenzion di costeggiare i luoghi dell’Asia, avendo con noi Aristarco Macedone Tessalonicese.

3  E il giorno seguente arrivammo a Sidon; e Giulio, usando umanità inverso Paolo, gli permise di andare a’ suoi amici, perchè avesser cura di lui.

4  Poi, essendo partiti di là, navigammo sotto Cipri; perciocchè i venti erano contrari.

5  E, passato il mar di Cilicia, e di Panfilia, arrivammo a Mira di Licia.

6  E il centurione, trovata qui una nave Alessandrina che faceva vela in Italia, ci fece montar sopra.

7  E, navigando per molti giorni lentamente, ed appena pervenuti di rincontro a Gnido, per l’impedimento che ci dava il vento, navigammo sotto Creti, di rincontro a Salmona.

8  E, costeggiando quella con gran difficoltà, venimmo in un certo luogo, detto Belli porti, vicin del quale era la città di Lasea.

9  Ora, essendo già passato molto tempo, ed essendo la navigazione omai pericolosa; poichè anche il digiuno era già passato, Paolo ammonì que’ della nave, dicendo loro:

10  Uomini, io veggo che la navigazione sarà con offesa, e grave danno, non solo del carico, e della nave, ma anche delle nostre proprie persone.

11  Ma il centurione prestava più fede al padron della nave, ed al nocchiero, che alle cose dette da Paolo.

12  E, perchè il porto non era ben posto da vernare, i più furono di parere di partirsi di là, per vernare in Fenice, porto di Creti, che riguarda verso il vento Libeccio, e Maestro; se pure in alcun modo potevano arrivarvi.

13  Ora, messosi a soffiar l’Austro, pensando esser venuti a capo del lor proponimento, levate le ancore, costeggiavano Creti più da presso.

14  Ma, poco stante, un vento turbinoso, che si domanda Euroclidone percosse l’isola.

15  Ed essendo la nave portata via, e non potendo reggere al vento, noi la lasciammo in abbandono; e così eravamo portati.

16  E scorsi sotto una isoletta, chiamata Clauda, appena potemmo avere in nostro potere lo schifo.

17  Il


Is. 35. 5; 42. 7. Luc. 1. 79. Giov. 8. 12. lTes8.5.5. 1 Piet. 2. 9. Mat. 3. 8. « Luc. 24. 27, 44.

«< 1 Cor. 15. 20. 1 Cor. 1. 23; 2. 14. / Fat. 25. U. Fat. 24. 23; 28. 16. Lev. 23. 27, 2ii.

quale avendo pur tratto sopra la nave, i marinari usavano tutti i ripari, cingendo la nave di sotto; e, temendo di percuoter nella secca, calarono le vele, ed erano così portati.

18 

Ed essendo noi fieramente travagliati dalla tempesta, il giorno seguente fecero il getto. 

19  E tre giorni appresso, con le nostre proprie mani gettammo in mare gli arredi della nave.

20  E non apparendo nè sole, nè stelle, già per molti giorni, e soprastando non piccola tempesta, omai era tolta ogni speranza di scampare.

21  Ora, dopo che furono stati lungamente senza prender pasto, Paolo si levò in mezzo di loro, e disse: Uomini, ben conveniva credermi, e non partir di Creti; e risparmiar quest’offesa, e questa perdita.

22  Ma pure, al presente vi conforto a star di buon cuore, perciocchè non vi sarà perdita della vita d’alcun di voi, ma sol della nave.

23  Perciocchè un angelo dell’Iddio, di cui sono, ed al qual servo, mi è apparito questa notte, dicendo:

24  Paolo, non temere; ei ti conviene comparir davanti a Cesare; ed ecco, Iddio ti ha donati tutti coloro che navigan teco.

25  Perciò, o uomini, state di buon cuore, perciocchè io ho fede in Dio che così avverrà, come mi è stato detto.

26  Or ci bisogna percuotere in un’isola.

27  E la quartadecima notte essendo venuta, mentre eravamo portati qua e là nel mare Adriatico, in su la mezzanotte i marinari ebbero opinione ch’erano vicini di qualche terra.

28  E, calato lo scandaglio, trovarono venti braccia; ed essendo passati un poco più oltre, ed avendo scandagliato di nuovo, trovarono quindici braccia.

29  E temendo di percuotere in luoghi scogliosi, gettarono dalla poppa quattro ancore, aspettando con desiderio che si facesse giorno.

30  Ora, cercando i marinari di fuggir dalla nave, ed avendo calato lo schifo in mare, sotto specie di voler calare le ancore dalla proda.

31  Paolo disse al centurione, ed a’ soldati: Se costoro non restano nella nave, voi non potete scampare.

32  Allora i soldati tagliarono le funi dello schifo, e lo lasciarono cadere.

33  Ed aspettando che si facesse giorno, Paolo confortava tutti a prender cibo, dicendo: Oggi sono quattordici giorni che voi dimorate digiuni, aspettando, senza prender nulla.

34  Perciò, io vi esorto di prender cibo: perciocchè, questo farà la vostra salute; imperocchè non caderà pur un capello dal capo d’alcun di voi.


35  E, dette queste cose, prese del pane, e rendè grazie a Dio, in presenza di tutti; poi rottolo, cominciò a mangiare.

36  E tutti, fatto buon animo, presero anch’essi cibo.

37  Or noi eravamo in su la nave fra tutti dugensettantasei persone.

38  E quando furono saziati di cibo, alleviarono la nave, gittando il frumento in mare.

39  E, quando fu giorno, non riconoscevano il paese; ma scorsero un certo seno che avea lito, nel qual presero consiglio di spinger la nave, se potevano.

40  Ed avendo ritratte le ancore, ed insieme sciolti i legami de’ timoni, si rimisero alla mercè del mare; ed alzata la vela maestra al vento, traevano al lito.

41  Ma, incorsi in una piaggia, che avea il mare da amendue i lati, vi percossero la nave; e la proda, ficcatasi in quella, dimorava immobile; ma la poppa si sdruciva per lo sforzo delle onde.

42  Or il parer de’ soldati era d’uccidere i prigioni, acciocchè niuno se ne fuggisse a nuoto.

43  Ma il centurione, volendo salvar Paolo, li stolse da quel consiglio, e comandò che coloro che potevano nuotare si gettassero i primi, e scampassero in terra.

44  E gli altri, chi sopra tavole, chi sopra alcuni pezzi della nave; e così avvenne che tutti si salvarono in terra.

28

  E, DOPO che furono scampati, allora conobbero che l’isola si chiamava Malta.

2  E i Barbari usarono inverso noi non volgare umanità; perciocchè, acceso un gran fuoco, ci accolsero tutti, per la pioggia che faceva, e per lo freddo.

3  Or Paolo, avendo adunata una quantità di sermenti, e postala in sul fuoco, una vipera uscì fuori per lo caldo, e gli si avventò alla mano.

4  E, quando i Barbari videro la bestia che gli pendeva dalla mano, dissero gli uni agli altri: Quest’uomo del tutto è micidiale, poichè essendo scampato dal mare, pur la vendetta divina non lo lascia vivere.

5  Ma Paolo, scossa la bestia nel fuoco, non ne sofferse male alcuno.

6  Or essi aspettavano ch’egli enfierebbe, o caderebbe di subito morto; ma, poichè ebbero lungamente aspettato, ed ebber veduto che non gliene avveniva alcuno inconveniente, mutarono parere, e dissero ch’egli era un dio.


Fat. 23. 11. 2Tim. 1. 12. Mat. 10. 80. « Mat. 15. 36. 1 Tim. 4. 3. 4.

/ Mar. 16. 18. Luc. 10. 19. Fat. 14. 11.

2 Cor. 11. 2;-).

Or il principale dell’isola, chiamato per nome Publio, avea le sue possessioni in que’ contorni; ed esso ci accolse, e ci albergò tre giorni amichevolmente. 

8  E s’imbattè che il padre di Publio giacea in letto, malato di febbre, e di dissenteria; e Paolo andò a trovarlo; ed avendo fatta l’orazione, ed impostegli le mani, lo guarì.

9  Essendo adunque avvenuto questo, ancora gli altri che aveano delle infermità nell’isola venivano, ed eran guariti.

10  I quali ancora ci fecero grandi onori; e, quando ci partimmo, ci fornirono delle cose necessarie.

11  E, TRE mesi appresso, noi ci partimmo sopra una nave Alessandrina, che avea per insegna Castore e Polluce, la quale era vernata nell’isola.

12  Ed arrivati a Siracusa, vi dimorammo tre giorni.

13  E di là girammo, ed arrivammo a Reggio. Ed un giorno appresso, levatosi l’Austro, in due giorni arrivammo a Pozzuoli.

14  Ed avendo quivi trovati de’ fratelli, fummo pregati di dimorare presso a loro sette giorni. E così venimmo a Roma.

15  Or i fratelli di là, avendo udite le novelle di noi, ci vennero incontro fino al Foro Appio, ed alle Tre Taverne; e Paolo, quando li ebbe veduti, rendè grazie a Dio, e prese animo.

16  E, quando fummo giunti a Roma, il centurione mise i prigioni in man del capitan maggiore della guardia; ma a Paolo fu conceduto d’abitar da sè, col soldato che lo guardava.

17  E, tre giorni appresso, Paolo chiamò i principali de’ Giudei; e, quando furono raunati, disse loro: Uomini fratelli, senza che io abbia fatta cosa alcuna contro al popolo, nè contro a’ riti de’ padri, sono stato da Gerusalemme fatto prigione, e dato in man de’ Romani.

18  I quali avendomi esaminato, volevano liberarmi; perciocchè non vi era in me alcuna colpa degna di morte.

19  Ma, opponendosi i Giudei, io fui costretto di richiamarmi a Cesare; non già come se io avessi da accusar la mia nazione d’alcuna cosa.


20  Per questa cagione adunque vi ho chiamati, per vedervi, e per parlarvi; perciocchè per la speranza d’Israele son circondato di questa catena.

21  Ma essi gli dissero: Noi non abbiam ricevute alcune lettere di Giudea intorno a te; nè pure è venuto alcun de’ fratelli, che abbia rapportato, o detto alcun male di te.

22  Ben chiediamo intender da te ciò che tu senti, perciocchè, quant’è a cotesta setta, ci è noto che per tutto è contradetta.

23  Ed avendogli dato un giorno, vennero a lui nell’albergo in gran numero; ed egli esponeva, e testificava loro il regno di Dio; e per la legge di Mosè, e per li profeti, dalla mattina fino alla sera, persuadeva loro le cose di Gesù.

24  Ed alcuni credettero alle cose da lui dette, ma gli altri non credevano.

25  Ed essendo in discordia gli uni con gli altri, si dipartirono, avendo loro Paolo detta questa unica parola: Ben parlò lo Spirito Santo a’ nostri padri per lo profeta Isaia, dicendo:

26  Va’ a questo popolo, e digli: Voi udirete bene, ma non intenderete; voi riguarderete bene, ma non vedrete.

27  Perciocchè il cuor di questo popolo è ingrassato, ed odono gravemente con gli orecchi, e chiudono gli occhi; che talora non veggano con gli occhi, e non odano con gli orecchi, e non intendano col cuore, e non si convertano, ed io li sani.

28  Sappiate adunque che questa salute di Dio è mandata a’ Gentili, i quali ancora l’ascolteranno.

29  E, quando egli ebbe dette queste cose, i Giudei se ne andarono, avendo gran quistione fra loro stessi.

30  E Paolo dimorò due anni intieri in una sua casa tolta a fitto, ed accoglieva tutti coloro che venivano a lui;

31  predicando il regno di Dio, ed insegnando le cose di Gesù Cristo, con ogni franchezza, senza divieto.


« Mar. 16. 18. Giac. h. 14, 15. > Pat. 24. 213; 27. 3, e rif. Fat. 26. 6. 7. Luc. 2. 34.

Luc. 24. 27, e rif. / Is. 6. 9. Mat. i: . 14, l.i. Mat. 21. 4.?. Fat. 13. 46, 47 ; 18. 6 ;. 22. 21.

liom. 11. 11. AEf. 6. 19. iFat.y. 15, 2 Tim. 1. 11, ecc. Uiom. 3. 21. Gal. 3. 8. Tit. 1. 2.

IH}2