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indice | 459 |
gentildonna ad un suo amante, che teneva alquanto dello scemo |
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Novella XLVIII. Piacevol beffa d’un religioso conventuale, giacendosi nel monastero con una meretrice |
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— XLIX. Clemenza d’un lione verso una giovanetta, che gli levò un cane fuor degli unghioni, senza ricever nocumento alcuno |
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— L. Arnaldo trombetta perde quanto ha a primiera, ed al correr dell’anello guadagna assai più, e si rimette in arnese |
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— LI. Isabella da Luna spagnuola fa una solenne burla a chi pensava di burlare lei |
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— LII. Maomet africano signore di Dubdù vuol rubare a Saich re di Fez una città, e il re l’assedia in Dubdù, e gli usa una grandissima liberalità |
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— LIII. Giacomo Bellini senza cagione diventa geloso della moglie, e spesso le dà delle busse; onde ella lo manda a Corneto |
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— LIV. Lione Aquilino con astuzia tanto fa, che possiede la donna amata: ove intervengono diversi accidenti |
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— LV. Seleuco re dell’Asia dona la moglie sua al figliuolo, che n’era innamorato, e fu scoperto dal Fisico gentile con ingegnosa invenzione |
» | 318 |
— LVI. Infelicissimo amore di due dame reali, e di due giovini cavalieri, che miseramente furono morti |
» | 327 |
— LVII. Uno si giace con la propria moglie, non conosciuto da lei, ed insegna altrui a far il medesimo assai scioccamente |
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— LVIII. Niccolò senese, dalla sua innamorata disprezzato, per disperazione, da se medesimo si impicca |
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— LIX. Sciocca semplicità d’un Tedesco, che avendo mandato il padrone a Corneto, glielo manifesta con sue sciocche parole |
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