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II
IN COSMICUM PATAVINUM CARMINA MALEDICA
I. — Il laccio, il ceppo, il fuoco si contendono la vita del Cosmico |||
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II. — Morrá impiccato perchè è un ladro |||
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III. — Invecchia, ma i vizi non scemano. Che festa al suo arrivo fará Caronte! |||
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IV. — Lasci stare Dante, che non ne capisce niente! |||
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V. — Una bolgia infernale per lui non è bastante |||
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VI. — Primo tra i poeti? Si contenti d’essere primo tra gli scellerati |||
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VII. — Altro che corona di lauro! Avrá una mitra |||
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Vili. — Lo difende? Passa per uno scellerato?— Sta zitto? L’offende |||
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IX. — Badi bene, ché non potrá piú uscire né di giorno né di notte |||
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X. — Dove fugge? Tutti sanno i suoi vizi |||
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XI. — Pensa di farsi un nome nuovo? Ma non vede che sta per morire? |||
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XII. — Attenti, sacrestani; ché c’è un ladro che ruba perfino Cristo |||
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XIII. — Ercole, libera Ferrara da tal mostro di natura! |||
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XIV. — È pronta la giostra. Ma «tu sei bestia da pigliar col lazzo |||
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XV. — Se la mia poesia non è perfetta, è solo perchè «canta d’un uom troppo vile» |||
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XVI. — Ha cambiato nome per celare tutti i suoi malefici |||
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XVII. —Sa chi scrive, nonostante che scriva senza nome |||
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XVIII. — Non creda che abbia finito di dire tutte le sue magagne |||
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XIX. —Vuole impiccarsi per disperazione? Ebbene, stará zitto |||
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XX. — Ti manderò una copia a stampa dei miei sonetti |||
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XXI. — Gli spiace, lo so, che parli male di lui, ma piace a tanti! |||
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XXII. — Per farlo vergognare descrivo le sue magagne; ma lui invece se ne compiace |||
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XXIII. — Smette di scrivere contro di lui perché è troppo lunga impresa |||
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II
SONETTI VARII
I. — Conviene che io perda il mio tempo in un amore cosí infruttuoso? |||
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