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246 | appendice prima |
ma non sap(e)rai dove fermar le piante
o dove sia la fin del tuo viagio,
ch’a tanti modi a Dio hai fatto oltragio,
che una boglia per te non è bastante.
Donque, il continuo errar pel cieco regno,
né mai poter fermar in alcun lato,
sera tormento alle tue colpe degno.
Se inanzi del buon Dante fusti stato,
quando scese lá giú col so ingegno,
t’aria per ogni boglia ritrovato.
O spirito mal nato,
pasto da cani e da corbi carogna,
che fai ad Antenor tanta vergogna!
VI
Primo tra i poeti? Si contenti d’essere primo tra gli scellerati.
Perché vòi che di te si faci stima
infra gli omeni dotti, ignorantello?
Di’ me: non se conosce il tuo cervello
per l’opre sue com’el salisce in cima?
I toi soneti e la tua terza rima
impressa mostra il stil ligiadro e bello,
e se non fussen le boze e ’l fornello
certo la Musa tua seria la prima.
I’ dico prima nella Cosmicana,
che dal tuo nome ancor è nominata
e in Padoa fu academia a gente strana,
anzi a una setta iniqua e scelerata,
anzi fu d’animal brutti una tana,
fra i quali il primo andavi a testa alzata.
La tua mente affanata
al meglio che tu pòi. Cosmico, acquieta,
da poi ch’esser non pòi primo poeta.
Bastate che alla meta
de’ vicii agiongi, e non è picciol stato
aver tra’ scelerati il principato.