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liriche dubbie | 259 |
III
SONETTI VARI
I
Conviene che io perda il mio tempo in un amore cosí infruttuoso?
O infastidito giá col cantar mio,
arbori, animali, aure, erbe e fronde,
boschi, antri, onde spesso a me risponde
quella al cui stato simil son fatt’io;
colli, fior, piagge, mar, corrente rio,
vaghi augelletti, pesci e tremole onde,
lieti spirti invisibili ch’asconde
il bel luoco, u’ pria nacque il bel disio;
sol, luna, stelle, tronchi, sterpi e rami,
terra, aer, nube, venti, poggi e sassi,
valle, palude, amena e verde riva,
ditemi: pur convien ch’io tema ed ami
e perda invano ognor la voce e i passi
e lacrimando ognor piangendo i’ scriva?
II
«Contento son che’ l cor m’abbiate tolto».
O delicie d’amor lustro e bel crine,
fronte, sol senza menda, chiaro e lieto,
occhi da far il mar a un sguardo queto
e rallegrar nel ciel l’alme divine;