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256 appendice prima

XXI

Gli spiace, lo so, che parli male di lui, ma piace a tanti!

     A me di te parlando intravien quello
che intravenir all’idropico sòle,
che quanto beve piú, piú bever vole,
ricercando ogni fonte, ogni roscello.
     Quanto, Cosmico, piú di te favello
piú il disio cresce, e se te spiace e dole
ch’io spenda in dir di te tante parole,
a tutto il popul piace, ed io sieguo ello.
     Or non serei ben io poco prudente
e pazzo al tutto s’io mi disponesse
piú tosto a un sol piacer, che a tanta gente?
     Tacerei se fost’un che mi potesse
giovar; ma trar di te si pò niente,
eccepto che de’ vicii non volesse,
                    dei qual(i) se ’l se invendesse,
tu seresti il piú ricco merendante
de tutti quei che vengon de Levante.

XXII

Per farlo vergognare descrivo le sue magagne;
ma lui invece se ne compiace.

     Io pur descrivo ogni tuo mal costume
per farti vergognar; ma se al tuo aspetto
pongo ben mente, tu n’hai piú diletto
che l’uccel di Iunon de le sue piume.
     Unde ho pensato aprirti il gran volume
de le virtú de chi tu hai mal detto,
cosí il vicio a fugir sera constretto
come tenebra suol denanzi al lume.
     E voglio ancor, che cum la sacra vesta
ne venga il prete di San Zemegnano,
che certo qualche mal spirto te infesta.