Nuovo vocabolario siciliano-italiano/CE
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Cecciu. V. checcu.
Cecità e Cecitati. s. f. Astratto di cieco: cecità, cecitade, cecitate. || fig. Inconsiderazione: abbagliamento.
Cecu. add. Privo del vedere: cieco. || Preso da eccessivo affetto: cieco. || littra ceca, dicesi lettera che sia senza soscrizione: lettera cieca. || Aggiunto d’ubbidienza perfetta: cieca. || – natu, non accecato da morbo o da disgrazia: cieco nato. || fari lu cecu natu pri ’na cosa, maniera familiare per esprimere ogni possibile sforzo: far ogni sforzo, ogni prova. || a la ceca, modo prov., ciecamente: alla cieca. || lu cecu nun giudica di li culura, e’ non puossi giudicar di cose ignote: il cieco non giudica dei colori.
Cedda. V. cella.
Ceddàra. s. f. Sorta di giuoco de’ fanciulli. || fari li ceddari, romper la fede coniugale: far le fusa torte.
Cedimentu. s. m. Il cedere: cedimento.
Cèdiri. v. intr. Non potere resistere, ritirarsi: cedere. || Sottomettersi al volere o altro: cedere. || Variazione d’eguaglianza o d’equilibrio di una superficie: cedere. || a. Concedere, rilasciare: cedere. P. pass. cidutu: ceduto.
Cèdula. s. f. Scritta privata che obbliga: cedola.
Cedulari. v. a. Avvisare giuridicamente con cedola.
Ceduluni. s. m. accr. di cedula: cedolone.
Cefàlica. s. f. T. anat. Nome di una vena del braccio creduta procedere dal capo: cefalica. || Sorta di tabacco supposto utile al capo: cefalico.
Cefàlicu. add. Appartenente al capo: cefalico (Mort.).
Cèfalu. V. mulettu.
Celari. V. ammucciari.
Celebbranti. add. Preso assolutamente, il sacerdote che dice la messa: celebrante.
Celebbrari. v. a. Far celebre: celebrare. || celebrari sponzali, nozzi ecc. farle colle debite formalità: celebrare sponsali, nozze ecc. || Dir la messa: celebrare. || – li festi, astenersi in quei dì dagli esercizi meccanici: celebrar le feste. P. pass. celebbratu: celebrato.
Celebbrazioni. s. f. Il celebrare: celebrazione.
Cèlebbri. add. Che ha celebrità: celebre. Sup. celebberrimu: celeberrimo.
Celebbrità. s. f. Fama divulgata in più o men grande spazio, più o meno meritata e splendida, s’acquista per meriti o demeriti: celebrità.
Cèleri. s. f. Veloce: celere (Mort.).
Celerità. s. f. Prestezza: celerità.
Celesti. add. Appartenente al cielo: celeste. || Colore simile a quello del cielo: celeste, cilestro.
Celestiali. add. Celeste: celestiale.
Celestinu, Celestrinu. add. Color celeste: celestino, celestrino.
Cèlia. s. f. Motteggio, scherzo: celia (Mort.).
Celibbatu. s. m. Stato di celibe: celibato.
Cèlibbi. s. m. Senza moglie: celibe.
Celidonia maggiuri. s. f. T. bot. Pianta che ha i gambetti formanti ombrella, le foglie composte: celidonia. Chelidonium majus L. || – minuri. Erba campestre che nasce nel principio di primavera, il fiore di cui è giallo: favagello. Ranunculus ficaria.
Cella. s. f. Stanzuccia: cella.
Celu. s. m. Cielo. || Per l’aria: cielo. || Pel paradiso: cielo. || Potenza sovrumana: cielo. || Per sim. la parte superiore di molte cose: cielo. || a celu apertu, dirottamente, e dicesi della pioggia: a secchie, a bigonce, a ciel messo o rotto. || apririsi lu celu: balenare. || Prov. aviri la testa celu celorum o nun essiri nè ’n celu nè ’n terra, dicesi di chi non sappia uscir da un inviluppo, non sappia condurre a fine checchessia, chi non sappia che si fare, specialmente in passione violenta: non dare o non essere nè in cielo nè in terra. || pigghiari lu celu a pugna, trattar dell’impossibile: dar un pugno in cielo. || lu celu lu jittau, la terra l’apparau, dicesi di chi sia solo al mondo, o sciocco e buon a nulla: fatto e messo là. || contra lu celu nun vali difisa: contro Dio non è consiglio. || tuccari lu celu cu lu jiditu, essere lietissimo di un successo grande conseguito, o insuperbirsi grandemente: toccar il cielo col dito. || – di lu curtinaggiu: cielo del cortinaggio. || – di la carrozza, la parte superiore: cielo della carrozza. || lu celu a fari friddu ed io a trimari, quando uno è deliberato a patire senza cedere.
Cementu. s. m. Miscuglio di sabbia, calce ed altro ridotto a pasta, che si rassoda asciugando: cemento.
Cena. s. f. Il mangiare che si fa la sera: cena. || Per antonomasia la cena del venerdì santo: coena Domini. || Quel dono che si distribuisce in esso giorno. E siccome tali doni sovente sono cose di zucchero chiarito, quindi cena chiamiamo certa pasta di zucchero chiarito.
Cenàculu. s. m. Luogo dove si cena, e precisamente ove si rappresenta la cena degli apostoli sia dipinto che altro: cenacolo.
Cenari. v. intr. Mangiar la sera: cenare. || In senso a. come pure usò Boccaccio: cenò poche ulive.
Cenetta. s. f. dim. di cena nel primo senso: cenetta.
Cennu. V. signali.
Cenòbbiu. s. m. Abitazione e vita religiosa in comune: cenobio (Mort.). Onde cenobita chi vive in comune.
Censimentu. s. m. Allibramento di beni stabili al catasto: censimento.
Censìri. v. a. Metter a censo: censire. P. pass. censitu: censito.
Censu. s. m. Annua prestazione solita pagarsi da coloro che tengono a livello case o poderi, al loro diritto padrone: canone, censo. || dari o pigghiari a censu V. censiri.
Censualista. s. m. Colui che riceve l’enfiteusi: enfiteuta, enfiteuticario.
Censuària. V. ’ncinzalora.
Censuàriu. s. m. Chi paga il censo: censuario.
Censuazioni. s. f. Il sottoporre la cosa al censo: censuazione.
Censura. s. f. Sorta di pena imposta da’ canoni o dal papa: censura. || Riprensione ponderata di proposizione o d’azione che offende la dottrina, la credenza, l’atto morale, la legge: censura.
Censurari. v. a. Dare, sottoporre a censura: censurare. P. pass. censuratu: censurato.
Censuri. s. m. Chi è preposto a censurare, riprenditore: censore.
Centannali e Centannàriu. add. Del periodo di cento anni: centenario. || Cerimonia o solennità pel ricorrimento del centesimo anno di un fatto, d’un avvenimento: centenario.
Centarmu. V. gentarmu.
Centaurea. s. f. T. bot. Pianta amarissima che ha le squame ovate, le foglie pennate, le foglioline scorrenti, co’ denti a sega: centaurea, biondella, fiele di terra. Centaurea centaurium L.
Centàuru. s. m. Mostro favoloso mezzo uomo e mezzo cavallo: centauro. || T. astr. Una costellazione: centauro.
Centennàriu e Centennali. V. centannali.
Centèsimu. s. m. e add. La centesima parte di checchessia: centesimo. || Numero ordinativo di cento: centesimo. || Per centuplicato: centesimo. || Nuova moneta, la centesima parte di una lira: centesimo.
Centìmulu. V. cintimulu.
Centòcchiu. s. m. T. bot. Erba che suol darsi per cibo agli uccelli: centocchio.
Centona. s. f. Schiamazzio, confusione di voci di più persone: chiucchiurlaja, badanai, centone. Ant. centona era raccolta di pezzi di poesia o prosa di varî autori onde fig. noi l’usiamo per accozzaglia di voci, schiamazzi.
Centrali. add. Da centru: centrale.
Centrìfugu. add. T. fis. Che tende ad allontanarsi dal centro, detto di forza: centrifugo.
Centrìpetu. add. T. fis. Che tende al centro, si dice di forza: centripeto (Mort.).
Centru. s. m. Il punto ugualmente distante da ogni punto della circonferenza o dall’estremità: centro. || La parte più intima di checchessia: centro. || essiri ntra lu so centru, ove altri si piace maggiormente: essere nel suo centro. || Per lo meglio d’un’azione: il centro di...
Centu. s. m. Numero: cento. || Per centinajo: cento. || – voti, avv.: cento volte. || Prov. – vistuti nun pottiru spugghiari un nudu, nulla si può togliere a chi non ha nulla: gli è un cattivo levar sangue dalla rapa. || megghiu un mortu ca centu firuti, il male di uno è minore del pericolo di cento. || – per unu cu’ duna un dinaru, le rimunerazioni del cielo sono centuplicatamente, ond’è che i fedeli per interesse fanno il bene, impiegando una buon’azione al tanto per cento sul paradiso! non per amore. || a centu a centu, numero distribuitivo: a cento a cento. || cu’ fa centu e nun fa l’unu, perdi lu centu pri causa di l’unu, chi non finisce non vale l’aver fatto tanto.
Centumila e Centumìlia. s. f. Mille volte cento: centomila, centomilia. || Quantità grandissima indeterminata: centomila.
Centunervi. s. f. T. bot. Pianta che ha le foglie ovate, nervose, lisce, lo scapo e la spina gracili. Fiorisce in maggio ed è medicinale: pelacciuolo, piantaggine. Plantago major L.
Centuni. s. m. Poesia o prosa composta di brani di varî autori: centone.
Centunòdia. s. f. T. bot. Sorta d’erba, che fa molli tralci sparsi per terra, di sapore astringente: correggiuola, centonodi.
Centupeddi. s. m. Il secondo ventricolo degli animali, detto così dalla moltiplicità delle piegature che ha nella pelle: lo sfogliato.
Centupedi. s. m. T. zool. Insetto che ha il corpo lungo; due paja di piedi a ciascun articolo; le mascelle dentate e fesse; quattro zanne e le antenne filiformi: centogambe, millepiedi, centupede. Julus L.
Centuplicatamenti. avv. In modo centuplicato: centuplicatamente.
Centuplicatu. add. Moltiplicato per cento: centuplicato.
Cèntuplu. s. m. Cento volte tanto: centuplo.
Cèntuplu. add. Maggiore cento volte: centuplo.
Centùria. s. f. Complesso di uomini o cose in numero di cento: centuria. || Parte di storia che narra i fatti di cento anni: centuria.
Centuriuni. s. m. Capitano di cento uomini: centurione.
Cera. s. f. L’aspetto esterno della faccia allegra o mesta, sana o inferma: cera, lùchera. || fari bona o mala cera a unu, accoglierlo bene o male: far buona o mala cera a uno. || fammi ’na bona cera e pagatilla, bisogna sempre esser cortese, che si può anco guadagnarvi. || mustrari cera, far buona cera: far cera.
Cerbu. s. m. T. zool. Sorta d’uccello.
Cerca. s. f. Il cercare: cerca. || fari la cerca, chieder l’elemosina e specialmente quella che cercavan i frati zoccolanti, tanto per ammaestrar il popolo a vivere d’accatto: far la cerca. || jiri ’n cerca d’una cosa, andarla cercando: andar in cerca di una cosa.
Cereali. add. Di pianta che dà granello da ridurre in farina e far pane: cereale.
Cerebbrali. add. Di cervello: cerebrale.
Cèrebbru. V. ciriveddu.
Cerefogghiu. V. cirifogghia.
Cèreu. add. Da cera, simil a cera: cereo. || – peruvianu T. bot. Cereo o torcia del Perù. Cactus peruvianus L.
Cerfidu e Cèrfitu. V. muffutu.
Cèriu. s. m. Candela grossa di cera, e propriamente quella che si benedice il sabato santo: cero, cereo.
Cerniari. V. ciarmari.
Cèrnia. s. f. T. zool. Pesce noto: lucerna. Anco i Toscani avrebbero cernia, ma il Buscaino crede che sia differente dalla cernia nostra. Sparus orphus L., Perca cernua.
Cèrniri. v. a. Scerre, distinguere collo strumento apposito la crusca dalla farina: abburattare, stacciare, cernere. || Separare col vaglio il frumento dalla terra o mal seme: vagliare. P. pass. cirnutu: abburattato. || Vagliato.
Cerniventu. (Mal.) add. Che non ha scopo: vano.
Cerru. s. m. Ciocca di capelli: cerro, ciocca. || Quella pendente dalla tempia alle orecchie: cernecchio. || Piccola particella di lana spiccata dal vello: biòccolo. || aviri unu ntra li cerri: tenerlo pe’ capelli. || Per sorta di vestimento V. bustu (Dallo Sp. cerro: lombi). || T. bot. Albero simile alla quercia: cerro. Quercus cerris L.
Cersa. s. f. T. bot. Albero grande, di foglie ovato-bislunghe, di un verde non molto cupo; i frutti o ghiande grossi corti, sessili, solitari: quercia, querce. Quercus robur L. || l’antica cersa cu tanti colpi veni a cadiri, o li tanti corpi fannu cascari l’antica cersa, colla costanza s’arriva a tutto: a goccia a goccia s’incava la pietra, o la gocciola buca la pietra.
Cersavoi. V. càrtamu.
Certa. s. f. Quella scrittura che si fa da’ preti in testimonianza, di messe celebrate: certificato.
Certamenti. avv. Con certezza: certamente.
Certeruni. V. certuni.
Certificamentu. s. m. Certificamento.
Certificari. v. a. Far certo: certificare. || Mostrar certo e vero: certificare.
Certificatu. add. Certificato. || In forza di s., testimonianza prova per iscritto: certificato.
Certificazioni. s. f. Il certificare: certificazione.
Certissimamenti. avv. sup. Certissimamente.
Certitùtini. V. certizza: certitudine.
Certizza. s. f. Astratto di certu: certezza.
Certu. s. m. La cosa certa: certo. || Certezza: certo.
Certu. add. Che è secondo verità, non dubbio: certo. Sup. certissimu: certissimo.
Certu. pron. Che unito all’art. indeterminato o seguito da un nome proprio accenna a persona indeterminata: certo.
Certu. avv. Certamente: certo. || Detto ironicamente vale negazione. || di certu: di certo.
Certuni. s. m. pl. Voce usata invece del pronome alcuni, taluni: certuni.
Cerùleu. V. turchinu.
Cerussa. V. bianchettu.
Cervu. s. m. T. zool. Animale quadrupede boschereccio, che ha corna ramose ed è velocissimo al corso: cervio, cervo. Cervus L. Il cervo comune, Cervus elaphus L., è bajo oscuro nella faccia e sul dorso, bianchiccio al ventre.
Cervuni. s. m. (D. B.) Legno segato per lo lungo: asse.
Cessari. V. cissari.
Cessavoi. V. càrtamu.
Cessioni. s. f. Il cedere: cessione.
Cessu. add. Da cediri: cesso. || Per cessato, rovinato o presso a rovinare: diruto o pericolante.
Cetracca. s. f. T. bot. Erba buona pe’ mali della milza: splenio.
Cetu. s. m. Malaugurata divisione sociale degli uomini: ceto.
Cèusa. s. f. Frutto del ceusu. || – bianca: gelsa blanca. || – niura, gelsa mora. || Per ceusu V.
Ceusu. s. m. T. bot. Albero noto, di cui le foglie si danno a’ bachi da seta: gelso, moro. || – biancu: gelso bianco. Morus alba L. || – niuru: moro. Morus nigra L. || – di li Filippini: gelso delle Filippine. Morus multicaule Perr. || Prov. ceusi e ficu, siacci nnimicu, pella pota bisogna tagliar al vivo: del celso e del fico, siategli nemico. || fari la ceusa, burlare facendo vedere di dare una cosa e poi non la dando: far la cilecca. || T. vet. Rilevanze o cordoni più o meno grossi, sulle unghia del cavallo, che li circondano da un calcagno all’altro: cerchione.
Supplemento
Cèculu. add. Fantastico, cattivello: cervellino (In Modica).
Cefalaru. s. m. T. zool. Sorta di falco: falco pescatore (Caglià).
Centugruppidda. V. ciunciulu.
Cermu. V. ciarmu.
Cerniventu. V. tistaredda (In Castrogiovanni).
Cessu. Esclamazione, V. cce! || Per eccu.
Cestedda (A li. Giuoco fanciullesco, in cui si fan castellini di noci e simili e vi si tira contro.
Ceusa. – di ruvettu, V. amuredda (In Licata).