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CEL — 185 — CEN

lore simile a quello del cielo: celeste, cilestro.

Celestiali. add. Celeste: celestiale.

Celestinu, Celestrinu. add. Color celeste: celestino, celestrino.

Cèlia. s. f. Motteggio, scherzo: celia (Mort.).

Celibbatu. s. m. Stato di celibe: celibato.

Cèlibbi. s. m. Senza moglie: celibe.

Celidonia maggiuri. s. f. T. bot. Pianta che ha i gambetti formanti ombrella, le foglie composte: celidonia. Chelidonium majus L. || – minuri. Erba campestre che nasce nel principio di primavera, il fiore di cui è giallo: favagello. Ranunculus ficaria.

Cella. s. f. Stanzuccia: cella.

Celu. s. m. Cielo. || Per l’aria: cielo. || Pel paradiso: cielo. || Potenza sovrumana: cielo. || Per sim. la parte superiore di molte cose: cielo. || a celu apertu, dirottamente, e dicesi della pioggia: a secchie, a bigonce, a ciel messo o rotto. || apririsi lu celu: balenare. || Prov. aviri la testa celu celorum o nun essiri nè ’n celu nè ’n terra, dicesi di chi non sappia uscir da un inviluppo, non sappia condurre a fine checchessia, chi non sappia che si fare, specialmente in passione violenta: non dare o non essere nè in cielo nè in terra. || pigghiari lu celu a pugna, trattar dell’impossibile: dar un pugno in cielo. || lu celu lu jittau, la terra l’apparau, dicesi di chi sia solo al mondo, o sciocco e buon a nulla: fatto e messo là. || contra lu celu nun vali difisa: contro Dio non è consiglio. || tuccari lu celu cu lu jiditu, essere lietissimo di un successo grande conseguito, o insuperbirsi grandemente: toccar il cielo col dito. || – di lu curtinaggiu: cielo del cortinaggio. || – di la carrozza, la parte superiore: cielo della carrozza. || lu celu a fari friddu ed io a trimari, quando uno è deliberato a patire senza cedere.

Cementu. s. m. Miscuglio di sabbia, calce ed altro ridotto a pasta, che si rassoda asciugando: cemento.

Cena. s. f. Il mangiare che si fa la sera: cena. || Per antonomasia la cena del venerdì santo: coena Domini. || Quel dono che si distribuisce in esso giorno. E siccome tali doni sovente sono cose di zucchero chiarito, quindi cena chiamiamo certa pasta di zucchero chiarito.

Cenàculu. s. m. Luogo dove si cena, e precisamente ove si rappresenta la cena degli apostoli sia dipinto che altro: cenacolo.

Cenari. v. intr. Mangiar la sera: cenare. || In senso a. come pure usò Boccaccio: cenò poche ulive.

Cenetta. s. f. dim. di cena nel primo senso: cenetta.

Cennu. V. signali.

Cenòbbiu. s. m. Abitazione e vita religiosa in comune: cenobio (Mort.). Onde cenobita chi vive in comune.

Censimentu. s. m. Allibramento di beni stabili al catasto: censimento.

Censìri. v. a. Metter a censo: censire. P. pass. censitu: censito.

Censu. s. m. Annua prestazione solita pagarsi da coloro che tengono a livello case o poderi, al loro diritto padrone: canone, censo. || dari o pigghiari a censu V. censiri.

Censualista. s. m. Colui che riceve l’enfiteusi: enfiteuta, enfiteuticario.

Censuària. V. ’ncinzalora.

Censuàriu. s. m. Chi paga il censo: censuario.

Censuazioni. s. f. Il sottoporre la cosa al censo: censuazione.

Censura. s. f. Sorta di pena imposta da’ canoni o dal papa: censura. || Riprensione ponderata di proposizione o d’azione che offende la dottrina, la credenza, l’atto morale, la legge: censura.

Censurari. v. a. Dare, sottoporre a censura: censurare. P. pass. censuratu: censurato.

Censuri. s. m. Chi è preposto a censurare, riprenditore: censore.

Centannali e Centannàriu. add. Del periodo di cento anni: centenario. || Cerimonia o solennità pel ricorrimento del centesimo anno di un fatto, d’un avvenimento: centenario.

Centarmu. V. gentarmu.

Centaurea. s. f. T. bot. Pianta amarissima che ha le squame ovate, le foglie pennate, le foglioline scorrenti, co’ denti a sega: centaurea, biondella, fiele di terra. Centaurea centaurium L.

Centàuru. s. m. Mostro favoloso mezzo uomo e mezzo cavallo: centauro. || T. astr. Una costellazione: centauro.

Centennàriu e Centennali. V. centannali.

Centèsimu. s. m. e add. La centesima parte di checchessia: centesimo. || Numero ordinativo di cento: centesimo. || Per centuplicato: centesimo. || Nuova moneta, la centesima parte di una lira: centesimo.

Centìmulu. V. cintimulu.

Centòcchiu. s. m. T. bot. Erba che suol darsi per cibo agli uccelli: centocchio.

Centona. s. f. Schiamazzio, confusione di voci di più persone: chiucchiurlaja, badanai, centone. Ant. centona era raccolta di pezzi di poesia o prosa di varî autori onde fig. noi l’usiamo per accozzaglia di voci, schiamazzi.

Centrali. add. Da centru: centrale.

Centrìfugu. add. T. fis. Che tende ad allontanarsi dal centro, detto di forza: centrifugo.

Centrìpetu. add. T. fis. Che tende al centro, si dice di forza: centripeto (Mort.).

Centru. s. m. Il punto ugualmente distante da ogni punto della circonferenza o dall’estremità: centro. || La parte più intima di checchessia: centro. || essiri ntra lu so centru, ove altri si piace maggiormente: essere nel suo centro. || Per lo meglio d’un’azione: il centro di...

Centu. s. m. Numero: cento. || Per centinajo: cento. || – voti, avv.: cento volte. || Prov. – vistuti nun pottiru spugghiari un nudu, nulla si può togliere a chi non ha nulla: gli è un cattivo levar sangue dalla rapa. || megghiu un mortu ca centu firuti, il male di uno è minore del pericolo di cento. || – per unu cu’ duna un dinaru, le rimunerazioni del cielo sono centuplicatamente, ond’è che i fedeli per interesse fanno il bene, impiegando una buon’azione al tanto per cento sul paradiso! non per amore. || a centu a centu, numero distribuitivo: a cento a cento. || cu’ fa centu e nun fa l’unu, perdi lu centu pri causa di l’unu, chi non finisce non vale l’aver fatto tanto.

Centumila e Centumìlia. s. f. Mille volte cento: