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Dichiarazione del Timeo

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Platone - Timeo
Traduzione di Francesco Acri
Dichiarazione del Timeo
Nota del Martin
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DICHIARAZIONE DEL TIMEO.


INTRODUZIONE.

I. Si ridicono brevemente le cose dette intorno alla repubblica, la quale è manifestazione del Bene nello stato |||
 pag. 1
II. Poi si tocca dell’Atlantide, come di esempio di cotale manifestazione |||
 7
III. In ultimo si propone di ragionar della manifestazione del Bene nella natura: e in questo ragionamento è la sostanza del Timeo. |||
 17

PRIMA PARTE.

la causa prima.

Fatture dov' ella appare massimamente.


I. Si pongono questi principii: L’essere non è il generarsi, e la facoltà che riguarda all’uno, non è quella che riguarda all’altro; ciò che si genera ha alcuna causa; e se si genera secondo un esempio che è, è bello |||
 18
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II. E però il mondo, il quale è generato, ha una causa, la quale è la Mente. Il Bene muove la Mente a generare il mondo, e secondo un esempio che è. Il Bene, al quale s'ingradano le idee e al quale è volta la Mente, è ilfine del mondo |||
 18
III. La natura del mondo sensibile è quella di simulacro d'un esempio il quale è ente intelligibile; e perciò l'essere medesimo delle cose sensate è nella relazione loro alle idee. Si mostrano le idee per la differenza che è tra opinione e scienza |||
 18
IV. L'assimiglianza del mondo alle idee si fa in un cotal modo maraviglioso; ma è chiaro che ella ha la ragione sua nella divina Mente. |||
 19
V. Onde i ragionamenti intorno al mondo, ch'è simulacro, sono verosimili; veri quelli intorno all' esempio: imperocchè l'essere è al generarsi, come la verità è alla fede |||
 19

del mondo in universale.

I. Dalla bontà di Dio si deduce che il mondo dee essere bonissimo quanto può e bellissimo; e che dee avere, non pure corpo, ma anco intelletto, e anco anima, la quale è come un medio tra corpo e intelletto |||
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II. Dalla natura perfetta della causa esemplare ricavasi che il mondo dee essere perfetto animale. Ciò posto, segue la unità e totalità del mondo come animale; e la unità e totalità del corpo suo, e la unità e totalità di sua figura e suo moto |||
 21
III. L’anima costrigne e aduna entro sè il mondo, e lo affigura e muove; e però ella principia e compie la unitotalità del mondo |||
 24
IV. Il mondo è un Iddio sensibile, ed è immagine dell’Iddio intelligibile; e però ha in sè intelletto, amore, beatitudine |||
 26

dell' anima del mondo in particolare.

I. L’anima è un medio tra le idee e le parvenze sensibili. Ella comprende in sè, come in unità, tutte le relazioni mattematiche delle quali è fatto l’invisibile schema del visibile mondo |||
 26
II. Ella è fatta della contemperanza dell’essenza indivisibile, nella quale maggioreggia la medesimezza; della essenza divisibile, nella quale maggioreggia l’alterità; e della così detta essenza propriamente, nella quale la divisibilità e la indivisibilità, l’alterità e la medesimezza sono pari |||
 26


III. Questi suoi elementi si mostrano nell’operazione sua del conoscere: imperciocchè ella per l’elemento indivisibile intende le idee; per l’elemento divisibile sente e opina il sensibile; e per la medesimezza e l’alterità che sono in diverso grado ne’ due detti elementi intende le relazioni di alterità e di medesimezza le quali, in diverso grado, sono sì nelle idee come nelle cose; e da ultimo, per la essenza media par ch’ella abbia a intendere la relazione che è tra le cose e le idee |||
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IV. Si mostrano ancora questi elementi nel suo moto: perocchè ella per l’elemento indivisibile muove il cerchio del medesimo, o vero l ’ equatore; e per l’elemento divisibile muove il cerchio dell’altro, o vero l’ecclittica: i quali moti, immantinenti che son formati i corpi celesti, si fanno parventi. Nel moto e nel giro dell’ecclittica sono predisegnati gl’intervalli e i moti e i giri e le orbite dei pianeti |||
 23
V. L’anima che comprende in sè tutte le relazioni aritmetiche e geometriche, fa numeroso e armonioso l’universo |||
 27
VI. È rispondenza fra il moto interiore, cioè quello del logo, e il moto esteriore. Alla ragione propriamente e alla scienza, risponde il cerchio del medesimo, ovvero dell’equatore; alla opinione, quello dell’altro, ovvero della ecclittica |||
 29
VII. Nell’anima del mondo riluce più vivamente il simulacro del Bene |||
 29
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del tempo.

VIII. L’anima è principio di moto incessabile, e perciò il mondo nel quale ella inabita, è perpetuo; e la perpetuità sua rende simiglianza dell’eternità del Bene |||
 29-42
IX. Il tempo è moto secondo numero, moto del diventare o del generarsi |||
 30
X. L’era e il sarà sono modi del generarsi, e sono forme del tempo; l’è, è proprio dell’Essere |||
 31
XI. Iddio per entro ai cerchi dell’anima e ai suoi moti costringe la materia affigurata nelle matematiche figure dei quattro elementi; e fa i pianeti nel cerchio dell’altro, e le stelle nel cerchio del medesimo |||
 32
I pianeti giovano alla custodia e distinzione del tempo: cioè il sole a farlo parvente, e tutti a far apprendere dal volgimento del medesimo il numero, nel quale rivelasi l’invisibile numero, cioè l’anima mondana |||
 32

le stelle.

I. L’ideale vita si specifica nelle singole vite delle idee: e il mondo, in quantochè animato e vivo, dee specificarsi simigliantemente |||
 35
II. Si specifica in quattro specie, alle quali rispondono i quattro corpi primarii |||
 35
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III. Le stelle sono la prima e più perfetta spezie di animali, siccome quella che per la forma e per il moto loro stanno più presso all ’ anima mondana |||
 35
IV. Elle hanno due movimenti, quello del medesimo, e quello dell’altro; de ’ quali l’uno signoreggia, e l’altro è suggetto. Nei detti movimenti si fanno parventi i movimenti interiori, cioè la ragione, il senso, e la opinione verace |||
 35
V. Dall’idea del Bene si deduce ch’elle sono animali immortali; immortali sì, ma non assolutamente |||
 37

l'uomo.

I. Dopo le anime delle stelle quella dell’uomo s’approssima più all’anima del mondo. Ella è fatta de’medesimi elementi di quelle, e ne differisce come ciò ch’è derivato da ciò ch’è primigenio, come ciò ch’è singolare da ciò ch’è generale |||
 37
II. L’anima intellettiva è fatta senza mezzo dalla Mente |||
 38
III. Ella ha similmente due moti di conoscimento, quello del medesimo e quello dell’altro, cioè ragione e scienza, opinione e sensazione; ma non essendo il secondo moto soggetto perfettamente al primo, essi moti sono conturbabili e non sereni come quelli degli astri |||
 41


IV. Le umane anime fecero da prima vita negli astri, dove rivelati furono loro da Dio le leggi naturali e morali |||
 pag. 38
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V. Elle discesero poi nei corpi, e cotesta discenzione apparisce come per effetto di fatale e generale legge |||
 39
VI. L’anima irascibile, e l’anima concupiscibile, e il corpo son fatti anche dalla Mente, ma per mezzo degli Iddii, cioè per mezzo di cagioni seconde» VII. Non si tosto l’anima entra nel corpo, per lo sregolato moto del nutrimento e della crescenza diviene dimentica. Il tempo e gli ammaestramenti ricompongono le circulazioni della mente |||
 41
VIII. Come all’anima del mondo così a quella dell’uomo fu dato un corpo sferale, ed è il capo. IX. L’altro corpo è fatto in servigio del capo. X. Le braccia e le gambe sono strumenti delle sei specie di movimento, le quali son meno pregevoli di quello circolare |||
 48
XI. Il capo è ornato della faccia, la quale è duce del cammino, e degli organi sensorii, per le provvidenze dell’anima |||
 43
XII. Vista e udito sono sensi dati per speculare il vero e operare il bene: e dicendo la medesima cosa in altra forma, fine della vista, della parola e voce musicale, è di farci intendere e imitare l’universale armonia |||
 47
Si ragiona della visione, del sonno, delle immagini ne’ sogni e delle immagini negli specchi |||
 44-45
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SECONDA PARTE.

la necessità.

Fatture dov' ella domina principalmente.

I. Il mondo è generato dall’accordo della Necessità e della Mente; imperocchè, oltre all ’ esempio intelligibile , e oltre alla similitudine, è una terza specie, la quale è recettacolo della generazione, e nella quale inabita la Necessitá. A dir brevemente, ci è il generato, quello dove il generato si genera, e quello a simiglianza del quale si genera: ovvero ci è padre, madre e figliuolo. |||
 pag. 48
II. Codesta specie, considerata in sè, è l’indefinito preso nel sentimento di subbietto. Considerata in rispetto alle cose, ella è recettacolo, madre, nutrice della generazione; ella è il Questo immutabile, dove nascono e periscono le parvenze, le quali non si possono dire questo o quello, ma soltanto cotale, imperciocchè mutano continuamente; ella è l’altro, cioè il principio di alterità o mutabilità, dove si genera il simulacro dell’Idee. Considerata in rispetto all’Idee, ella è partecipe delle Idee, ma in una cotal guisa, dubbiosissimamente; perocchè non è il non ente, ma confina con quello. Considerata in rispetto al nostro conoscimento, ella è percepire si può senza il senso, per mezzo di una cotal ragione bastarda |||
 pag. 50-58
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III. Ella è intesa quando come contenitiva solamente, e quando come contenenza non per anco idealeggiata, e quando come una cosa e l’altra.
Come contenitiva, ella è spazio, è il così detto l’uno fuori l’altro, considerato in sè; ed è tempo, cioè il così detto l’un dopo l’altro, tempo non numeroso, ma scomposto.
Come contenenza, ella è quel che s’intende comunemente, cioè materia pastosa e informe.
|||

mondo corporale — le forme.

I. Le forme, i numeri, gli ordinati moti della materia par che siano l’anima medesima, ovvero operazione sua; e par che essi si spartiscano in altre forme e numeri e moti più singolari; e tutti cotesti par che siano ancora l’anima o l’operazione sua specificata |||
 59
II. Le prime forme o figure seminali nelle quali si costringono quasi gli atomi della materia, son triangoli: l’uno rettangolo isoscele, e l’altro rettangolo scaleno, ma tale che due di esso facciano un triangolo equilatero |||
 59
III. Le seconde forme, nelle quali si costringono quasi le molecole della materia, son fatte delle prime forme composte insieme con definiti numeri: e sono il cubo, il tetaedro regolare, l’ottaedro regolare, l’icosaedro regolare, e sono le dette forme paragonabili a sillabe. Il cubo è figura della terra; l’icosaedro è dell’acqua, l’ottaedro è dell’aria, il tetaedro è del fuoco |||
 pag. 60
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IV. Le terze forme son fatte delle seconde poste insieme in moltitudini non definite, e sono il fuoco, l’aria, l’acqua e la terra; le quali sono da paragonare a parole fatte di sillabe simili, cioè a corpi fatti di simili molecole |||
  
V. Le quarte forme sono sfere, nelle quali la materia, già informata nelle forme dette dinanzi, sè costringe, gittata ch’ella è per entro ai cerchi dell’anima mondana e per entro ai numeri e moti loro |||
 32
VI. E le sfere si spartiscono in tre regioni: cioè, la terra; i pianeti che si rivolgono attorno alla terra, nella ecclittica; e le stelle, attorno per l’equatore |||
 32

de' corpi primarii.

I. Dalla composizione mattematica dei quattro corpi primarii si deducono le proprietà loro naturali |||
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II. Si deduce che tre d’essi sono trasmutabili l’uno nell’altro, per virtù del principio dell’attrazione de’ simili |||
 60
II. Si deducono le leggi di loro trasformazione |||
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IV. Si deduce la differenza delle specie nelli quali si specificano i quattro generi primarii di corpi |||
 pag. 65
V. E si deduce la distribuzione loro nello spazio, la quale è per virtù del principio dell’attrazion dei simili; e si mostra la relatività d’alcune idee, come del su e giù, del leggiero e grave. |||
 74
VI. La distribuzione perfetta de’ quattro corpi primarii non avvien mai, imperocchè il moto di rivolgimento dell’universo li costrigne entro di sè, e li preme, non lasciando alcuno spazio vuoto |||
 67
VII. Onde segue il mischiarsi de’ corpi, il loro congregarsi e disgregare, cioè tutto il loro movimento |||
 67

del moto.

XI. Il moto è nella non uniformità, le quale ha la ragione sua nella disugguaglianza |||
 66
XII. La perpetuità del rivolgimento del mondo fa durare sempre la disugguaglianza |||
 67
XIII. Onde perpetuo è 11 moto di tramutazione di forma e di luogo dei corpi primarii |||
 67

delle specie dei quattro generi di corpi.

I. Delle specie di fuoco |||
 67
II. Delle specie di aria |||
 68
III. Delle specie di acqua |||
 68
IV. Delle specie di terra |||
 70
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dei corpi in rispetto a noi.

I. Affezioni comuni a tutto il corpo |||
 72
II. Cagione che le fa sensibili, o vero insensibili |||
 77
III. Cagione che le fa piacevoli, o vero dolorose. Del piacere e dolore corporale |||
 78

affezioni delle parti speciali del corpo.

IV. Sensazione del gusto, dell’olfatto dell’udito, della vista |||
 79
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TERZA PARTE.

l'uomo

Nell'uomo è palese la sommissione della necessità
alla Mente, e la loro concordia
.

I. La Mente giovossi delle cause necessarie o fatali, come di ausiliarie, per la manifestazione del Bene; cioè ella, ad esse che operano senza fine, assegna il fine |||
 pag. 84

delle parti dell'anima e delle relazioni loro con il corpo.

I. Da poi che l’anima intellettiva non è essenzialmente legata al corpo, la sensibilità corporale può esser considerata come accidente, e come effetto della sua entrata nel corpo. Da ciò vien la distinzione d’anima immortale e mortale |||
 86
II. L’anima intellettiva congiunge a sè la parte concupiscibile dell’anima mortale per mezzo dell’altra parte più gentile di essa, cioè della irascibile: conformemente alla Idea che fa simile a sè il sensibile, per mezzo di un medio, che è l’anima del mondo |||
 86
III. Il corpo è fatto sì che risponda all’anima; perciocchè quella ha tre parti, e così in questo sono anco tre abitacoli, cioè il capo, il petto, e quello ch’è tra il diaframma e l’ombelico. Della mente sono gli organi sensorii; organi dell’anima irascibile sono il cuore e il polmone; e organi dell’anima concupiscibile sono il fegato e la milza. Il fegato è ancora organo per il quale la mente opera su l’anima concupiscibile; ed esso è altresì strumento di divinazione |||
 86
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delle singolari parti del corpo.

Tutte le singolari parti del corpo hanno il principio loro nella midolla; nella quale è il vincolo del congiugnimento dell’anima col corpo |||
 92
La midolla senza mezzo accoglie in sè l’anima; e però essa è composta de’ triangoli più gentili |||
 92
L’anima secondo le sue tre parti affigura la midolla; ed essa fa alla volta sua l’interno schema del corpo |||
 92
L’ossa, i legamenti, i tendini e le aponeurosi e la carne, il primo senza mezzo, gli altri no, servono alla custodia della midolla. Le parti che sono deputate al ministerio della mente e del moto, son rivestite di poca carne; salvochè la lingua |||
 95
L’accordanza della Necessità e del Bene è manifesta nella bocca: la entrata è per ministerio del nutrimento del corpo, l’uscita è per ministerio dell’anima intellettiva |||
 pag. 96
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I. Le cuciture del cranio procedono dal moto dei giri della mente, e anco dal moto del nutrimento |||
 97
II. I capelli venner su, per esser coprimento al cervello |||
 97
III. La pelle e le unghie sono fatte principalmente però che gli uomini aveano a tramutarsi in femmine ed in altri animali |||
 98

nutrizione del corpo.

I. La materia d’essa è apprestata dalle piante |||
 97

piante.

Questo ministerio, cioè apprestar il nutrimento al corpo, è il loro fine. Esse sono animali, e hanno quella terza spezie d’anima che abita tra il diaframma e l’ombelico; perciò sono recettive di piaceri e dolori, e desiderii1 |||
 99
II. La natura non concedette ad essi il conoscimento, e neanco di potersi muovere da luogo a luogo |||
 99

le vene.

III. Le vene sono i canali per l’irrigamento che fa il sangue; e hanno anco ufficio di trasmettere le sensazioni |||
 99
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IV. La respirazione in rispetto alla digestione e al sangue irrigante |||
 103
V. Cagioni della respirazione |||
 103-106

cangiamenti naturali del corpo.

I. I cangiamenti naturali del corpo avvengono per il procedimento della nutrizione, e sono infanzia, giovinezza, vecchiezza, morte. E avvengono per la moltissima o molta o uguale o poca o niuna gagliardia dei triangoli della midolla nella battaglia loro con quelli dei quali fatto è il nutrimento |||
 107

Cangiamenti Del Corpo Per Morbi.

I. I morbi sono di tre specie, secondo che procedono da cagioni che si ritrovano nei corpi primarii, terra, acqua, aria, fuoco; o vero nelle composizioni organiche fatte da essi corpi primarii; o vero nella viziata respirazione, o nella flemma, o nella bile |||
 109

dei morbi dell'anima.

I. Il morbo dell’anima è uno, l’amenza; la quale si diparte in insania e ignoranza |||
 117
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II. E l’amenza è cagionata dal mal abito del corpo e dai mali avviamenti |||
 pag. 117
III. Ond’essa non procede da volontà nostra |||
 117-118

cura dell'anima e del corpo.

I. Si pone questo principio: Il buono è bello; e il bello è misurato; dunque l’animale dee aver commisuranza, per esser buono. La più gentile delle commisuranze è quella fra anima e corpo |||
 119
II. Consegue al detto principio, che si dee far che anima e corpo si muovano commisuratamente: cioè si dee fare che l’anima imiti il logo dell’anima del mondo, per mezzo della musica o della filosofia; e il corpo nostro per mezzo della ginnastica imiti il corpo mondano, il quale si muove da sè e in sè |||
 120
III. Onde a ciascuna parte dell’anima si ha a dare convenevole movimento, e similmente a ciascuna parte del corpo |||
 120
IV. Movimento proprio dell’anima è d’imitare l’Idea; e imita l’Idea con imitar l’anima monda. na, la quale si appalesa nell ’ armonia dei rivolgimenti delle sfere |||
 121
V. A quelli che non imitano l’anima mondana consegue mortalità e tristezza; a quelli che la imitano, immortalità e beatitudine |||
 123-124
[p. 154 modifica]

generazione e snaturamento.

I. L’amore di congiugnimento è conseguente di peccato |||
 124
II. Esso è l'incominciamento della pena del peccato, la quale pena è snaturamento |||
 124
III. Lo snaturamento segue quanto a forma all’invilimento dell'anima |||
 125
IV. Il modo di rivenire nella prima natura segue, quanto a grado, al modo di ringentilimento dell'anima |||
 126-127
V. Onde tale è il corpo, quale se lo fa l'anima |||
 127