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II. E l’amenza è cagionata dal mal abito del corpo e dai mali avviamenti |||
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III. Ond’essa non procede da volontà nostra |||
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cura dell'anima e del corpo.

I. Si pone questo principio: Il buono è bello; e il bello è misurato; dunque l’animale dee aver commisuranza, per esser buono. La più gentile delle commisuranze è quella fra anima e corpo |||
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II. Consegue al detto principio, che si dee far che anima e corpo si muovano commisuratamente: cioè si dee fare che l’anima imiti il logo dell’anima del mondo, per mezzo della musica o della filosofia; e il corpo nostro per mezzo della ginnastica imiti il corpo mondano, il quale si muove da sè e in sè |||
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III. Onde a ciascuna parte dell’anima si ha a dare convenevole movimento, e similmente a ciascuna parte del corpo |||
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IV. Movimento proprio dell’anima è d’imitare l’Idea; e imita l’Idea con imitar l’anima monda. na, la quale si appalesa nell ’ armonia dei rivolgimenti delle sfere |||
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V. A quelli che non imitano l’anima mondana consegue mortalità e tristezza; a quelli che la imitano, immortalità e beatitudine |||
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