Prediche volgari/Predica III
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III.
Nella quale tratta delle parti vuole avere il predicatore e l'uditore.
Declaratio sermonum tuorum illuminat, et intellectum dat parvulis (Salmo Davidis centesimo ottavo). Le parole preallegate, dilettissimi, so’ di Davit profeta al salmo 118, parlando inverso Idio, dicendo così: — La dichiarazione de’ tuoi sermoni illumina, e lo intelletto dà a’ parvoli. — E tutto questo che esso ha detto, ha detto a nostra utilità per dirizare le menti sì del predicatore, il quale parla il sermone di Dio, e sì di coloro che vogliono stare a udire e intèndare e operare. E chi andasse cercando quante cose si richiedarebbe a volere dichiarare la parola di Dio, assai se ne trovarrebbero; ma piglianne1 solamente tre.
Primo, il dicitore.
Sicondo, la materia.
Terzo, l’uditore.
Primo, il dicitore; e qui dico che colui che dice, si conviene che abbi l’ofizio del potere o dovere dire.
Secondo, anco díe avere il dicitore la materia del suo dire, e debala tanto ben dichiarare, che ella sia atta a dichiarare la mente, e none a turbarla o oscurarla.
Terzo, anco bisogna l’uditore; e che tale uditore sia atto a potere intèndare, e anco sia disposto a volere imparare. De’ quali tre ofizi nascono le intelligenzie delanima. Prima dico che bisogna che ’l dicitore abbi l’ofizio come del predicatore:declaratio sermonum tuorum. Anco bisogna l’ofizio del dichiarare, el quale apartiene pure al dicitore: illuminat. Anco bisogna il terzo ofizio, cioè chi oda; per lo quale udire la mente s’amplia, e viene in altezza d’intelletto: là dove non cognosceva, viene a l’intèndare; e però dice: et intellectum dat parvulis.
Adunque, di questi tre ofizi parleremo: istamane de’ due, e dell’altro parleremo domane. O donne, domani vi voglio fare tutte predicatrici. E questo perchè addiverrà? Perchè stamane udirete da me la dichiarazione, e da questo arete la mente illuminata, e poi potrete veramente èssare predicatori e predicatrici. Prima vediamo il dicitore: declaratio sermonum tuorum; vediamo quello che dìe fare il predicatore. Dico che questo so’ tre parole, e ogni parola vorrebbe una predica; considerato che noi predicatori aviamo ammaestrare giovani e vechi, fanciulli grassi e magri; che è involto in una ragione di peccati, chi in un’altra; chi in molte ragioni. Elli ci conviene dire con modi, con ordini, con gesti, sì che la dottrina abbi quello effetto per lo quale ella è detta; recandoci alla memoria quello che disse Cristo a santo Pietro quando elli pescava: Volo vos facere piscatores hominum. — Io voglio voi fare piscatori d’uomini. — Questo non significa niuna cosa, altro che colui che predica la parola di Dio2. Chi meno intende la predica, talvolta più loda il predicatore; chè quando sarà domandato uno che non intenda molto, el quale abbi udita la predica, — che disse il predicatore? — la sua risposta sarà che dirà: — elli ha detto di buone e bellissime cose3. Buono per noi se non il faremo come intervenne a uno frate di nostro Ordine. Elli4 fu un frate di nostro Ordine, il quale fu valentissimo in predicazione, e diceva tanto sottile, tanto sottile, che era una maraviglia; più sottile che il filato delle vostre figliuole. E questo frate aveva uno fratello opposto a lui; tanto grosso, di quelli grossolani, che era una confusione, tanto era grosso; el quale andava a udire le prediche di questo suo fratello. Advenne che, una volta fra l’altre, avendo udita la predica di questo suo fratello, elli si misse un dì in un cerchio di altri frati, e disse: — o voi, fuste voi stamane alla predica di mio fratello, che disse così nobile cosa? — Costoro li dissero: — o che disse? — O! elli disse le più nobili cose che voi udiste mai. — Ma dici di quello che elli disse. — E elli: — disse le più nobili cose di cielo, più che tu l’udisti. Elli disse.......doh, perchè non vi veniste voi? che mai non credo che elli dicesse le più nobili cose! — Doh, dicci di quello che elli disse. — E costui pure: Doh, voi avete perduta la più bella predica che voi poteste mai udire! — Infine, avendo costui detto molte volte in questo modo, pure e’ disse: — Elli parlò pure le più alte cose e le più nobili cose che io mai udisse! Elli parlò tanto alto, che io none intesi nulla. — Or costui era di quelli, tu mi intendi! Io dico che a voi bisogna dire e predicare la dottrina di Cristo per modo che ognuno la intenda: e però dico: Declaratio sermonum tuorum. Elli bisogna che il nostro dire sia inteso. Sai come? Dirlo chiarozo chiarozo,5 acciò che chi ode, ne vada contento e illuminato, e none imbarbagliato.6 Come avete quando santo Pietro era in sulla nave e pescava; che, perchè esso mettesse le reti in mare, non pigliava però nulla. E Cristo disse: duc in altum, et lassate retia vestra in captura. Et respondens Simon, dixit illi: praeceptor, per totam noctem laborantes nihili cepimus: in verbo autem tuo lassabo rete. Et cum hoc fecissent, concluserunt piscium moltitudinem copiosam; rumpebatur autem rete eorum (Luca, cap. V.). — Duce7 dove l’acqua è alta, e lassate le reti vostre nella pescagione. Rispuose Pietro e disse: tutta notte abiamo pescato, e nulla aviamo preso. Ma poi che tu mel dici, io manderò giù la rete. E come ebbero fatto questo, presero de’ pesci grande quantità; tanti che rompevano la rete loro per la gravezza de’ pesci. — Simile voglio dirti, che vuol essere il pescatore atto a pescare, e tenga modi da pigliare; che se avesse la rete e facessene uno viluppo e mettessela nell’acqua, non pigliarebbe mai nulla. Se tu la distendi molto bene, tu pigliarai de’ pesci, e tanto quanto più la distendarai, più pesci pigliarai.
So’ dimolti che diranno: — El difetto è suo, però che elli non ne sa pigliare. — E di questi cotali fu santo Pietro, al quale disse Dio, come hai in Matteo al quarto capitolo: Venite post me, et faciam vos fieri piscatoreshominum. At illi continuo, relictis retibus in mari, secuti sunt eum. — Venite doppo me, e faròvi diventare pescatori d’uomini. E subito essi lassarono le reti loro nel mare, e seguitaro Gesù, e così lassarono il mondo. — E però fa’ che tu vada dirietro a Cristo, tu che vuoi essere predicatore. E questo è detto a tutti noi predicatori, che noi andiamo in alto col nostro operare, cioè sicondo Idio. E siamo obbligati a tre cose:
Primo, alteza di vita.
Siconda, chiareza di dottrina.
Terza, onore di Dio.
Prima, alteza di vita; cioè che la tua nave tu la meni in alto, acciò che nel tuo predicare tu vada dalla lònga, e che non sia compreso che tu il dica a persona propia, se none in genere8, e che la vita tua sia anco buona. E così essendo in alto, e tu gitta la rete giù nel mare dei peccati de’ populi, e vieni poi nella siconda.
La siconda poi è chiareza di dottrina, cioè lassare la eresia e tenere quello che tiene la Santa Chiesa e i santi dottori, e non dare mai contra a quello che è stato ordinato. E però disse Cristo che seguitassero lui, e ellino lassaro le reti e seguitarlo.
Terza, onore di Dio con salute dell’anima sua9, e con dichiaramento e salute della anima delli auditori; sempre stare in sul saldo10, non andare dietro a calunnie, nè a chi raporta male; ma sempre dire quello che sia onore di Dio; e in quel modo piglierà l’anima degli auditori col buon ammaestramento. E questo basterà in quanto alla prima di quello che si richiede al dicitore: Declaratio sermonum tuorum.
Vedi la siconda, e promettoti che la róca si lagnarà di te, però che tu la lassarai stare du’ ore in là 11. Tu hai veduti tre offizi nel mio fondamento: primo, predicare; sicondo, dichiarare; terzo, inluminare. Come ha il sole tre cose, così ha la predicazione del Vangelo. Ella illumina la mente per modo che essa ci cognosce quello che poi essa mette in opera, cioè la sua salute a loda di Dio. Indi disse Iddio per lo evangelista Giovanni: Ego sum lux mundi: — io so’ la luce del mondo. — Per similitudine pigliaremo il sole, il quale è la più splendida cosa che noi possiamo dire. Il quale sole ha in sè tre cose, cioè: elli ha in sè lo splendore, e ha il calore, e ha il vigore;12 simile alla parola di Dio, la quale è predicata a voi13. Ella ha lo splendore, ella ha il calore, e ha il vigore. E se tu starai atento a volere udire e intèndare quelle cose che fa la parola di Dio nelle menti nostre, tu vedrai quatro splendori14. O tu che non udisti mai predica, sècci venuto? — Sì — O pon mente a questi quatro splendori, acciò che tu sia illuminato e dichiarato per li tempi a venire, e perchè ti venga voglia d’andare a udire la predica e parola di Dio da ora inanzi.
Primo splendore si chiama illuminante.
Sicondo, dimostrante.
Terzo, dichiarante.
Quarto, decorante. Vedili tutti a uno a uno.
Primo splendore è illuminante. Piglia per essemplo del sole. Che fa in noi il sole? La prima cosa vedi che prima dà il lume suo a noi, e dacci chiareza di quelle cose che prima noi15 non vedevamo, e questo sole ha opera alle cose corporee. Ma dimmi: quale è il lume dell’anima? — A chi dico io? Io vego dormire due donne allato, allato, e l’una fa capezzale all’altra. Non posso soffrire che voi facciate così; imperò che io so’ di schiatta d’avaro, il quale vede versare il vino che corre, dicendo: oh, oimè questo si perde! imperò che di questo non ne beccano le galline. Così vo’ dire io: questa non è una cosa da dirla a chi dorme. — A casa.
Dimmi: che cosa è il lume dell’anima? Sai che è? È la fede la quale consiste in crédare in quello che tu non vedi, cioè crédare la parola la quale t’è predicata e dichiarata; la quale è del vangelio di Cristo e delle profezie dei profeti, i quali di lui hanno parlato. E questo fu l’offizio delli Apostoli, i quali per tutto il mondo andarono predicando e dichiarando. Inde Paulo ad Romanos, x cap.: Hoc est verbum fidei, quod predicamus. Quia si confitearis in ore tuo Dominum Iesum, et in corde tuo credideris, quod Deus illum suscitavit a mortuis, salvus eris. Corde enim creditur ad iustitiam: ore autem confessio fit ad salutem. — Questa è la fede, la parola la quale si predica; la quale per lo udire subito entra dentro per l’orechia e passa al cuore, e riposasi Gesù Cristo nel cuor tuo per la fede che tu hai a crédare. Che se credarai che elli risuscitasse da morte a vita, sarai salvo; però che col cuore si crede la giustizia, e la salute è16 in confessione. — Hai veduto che per l’udire dell’orechia andò al cuore, e confessilo colla boca; e poi vai predicando per lo mondo, sì che per l’udire delle boce all’orechia e poi con fede andò al cuore17, e per questo si salva l’anima. E com’è nel corpo l’udire, el vedere, el tocare, el gustare e l’odorare; così ha l’anima similmente, ma halli più perfetti. Ergo fides ex auditu; auditus autem verbum Christi. — Adunque, la fede è l’udire; e quello che è da udire, è la parola di Cristo. — Odi David se egli lo ’ntese lui a 118 salmi: Lucerna pedibus meis verbum tuum, et lumen semitis meis. — La tua parola è mia lucerna, e m’illuminami e’ piei miei nelle mie vie; — cioè, la tua parola mi fa vedere lume in tutte l’operazioni mie.
Oh! quanti saranno stamane che diranno: io non sapevo quello che io mi facevo; io mi credevo far bene, et io facevo male; — e ricordandosi di questa predica, dirà in sè: — Oh! io so’ ora dichiarato di quello che io debbo fare, — riferendo a Dio queste parole: Verbum tuum lucerna mea est. — La tua parola è la mia dichiarazione. — E quando tu anderai a fare uno contratto, tu vi penserai prima dicendo: — Che disse frate Bernardino? Elli mi disse e così e così: questo è male, non si conviene fare: questo è bene, questo vo’ fare. — E questo t’averrà solo per la parola che tu odi nella predica. Ma ditemi: che sarebbe elli il mondo, cioè la fede cristiana, se elli non si predicasse? In poco tempo la fede nostra sarebbe venuta meno, chè non credaremo a nulla di quello che noi crediamo. E per questo ha ordinato la santa Chiesa che ogni domenica si predichi, o poco o assai, pure che si predichi. E a te ha comandato che tu vada a udire la messa. E se di queste due cose tu non potessi fare altro che l’una o udire la messa o udire la predica, tu debbi piuttosto lassare la messa che la predica; imperò chè la ragione ci è espressa, che non è tanto pericolo dell’anima tua a non udire la messa, quanto è a non udire la predica. Nol puoi tu vedere e cognòsciare senza altra ragione. Ma dimmi: che crederesti tu nel santo Sacramento dell’altare, se non fusse stata la santa predicazione che tu hai udita? Tu averesti la fede della Messa solo per la predicazione. Più: che sapresti tu che cosa fusse peccato, se non per mezzo della predicazione? Che sapresti tu d’inferno, se non fusse la predica? Che sapresti tu di niuna buona operazione, che tu la debbi fare, se non per mezzo della predica? Che sapresti tu della gloria18, se non per la predica? Tutte le cose che tu sai, vengono dalla parola udita dall’orecchia tua; e inde vieni dalla cognizione alla fede. E ciò che tu hai e sai, tutto è dalla parola di Dio; e questa si è regola generale, che ciò che si tiene della fede di Gesù Cristo, è solo per la predicazione; nè mai questa fede verrà meno, mentre che sarà predicata. Che volse dire Giovanni nel suo Apocalisse nell’8.vo capitolo? Cum aperuisset sigillum septimum, factum est silentium in coelo, quasi media hora. Dice che -Quando aperse il settimo sigillo, fu fatto silenzio in cielo, quasi ora di mezzo. — Non dice, fu fatto silenzio mezza ora, ma ora di mezzo. E questo significa, quando non si parlerà più della fede di Cristo, nel tempo che Anticristo andarà per lo mondo predicando, e facendo occultare la fede di Cristo, e allora sarà che questo silenzio si farà.Et factum est silentium in coelo, quasi media hora. Puoi considerare che il silenzio sta in mezzo di due stremità:
Prima, innanzi al tempo presente: factum est.
Siconda, amezante: silentium.19
Terzo, la falsità della dottrina: in fine, quasi media ora.
Prima, factum est, e questo tempo il quale era, è ora in questa fede.
Sicondo, sarà quando Anticristo mettarà inanzi20 la fede sua, e allora sarà il silenzio.
Terzo, infine per la falsità della sua fede e dottrina, che poi per la venuta di Enoch e d’Elia sarà la chiarezza della verità. El quale Anticristo, amaestrato da Lucifero, darà la legge sua, e mandarà per tutto il mondo che sia predicata e messa inanzi. E così fece Cristo, che in prima illuminò e’ discepoli suoi, e confermolli nella dottrina santa; e poi li mandò per lo mondo predicando la sua santa fede. E questo profetò David a salmo xviij: In omnem terram exivit sonus eorum, et in fines orbis terrae verba eorum. — In ogni parte della terra è sentito il suo nome: per insino alla stremità della terra è stata la fede sua santissima. — E che questo sia vero, odi pure di Pavolo quello che fece pur lui. Tu sai ch’elli convertì li Romani; elli convertì quelli di Galazia; elli convertì delli Ebrei, e a quello tempo per le predicazioni le quali si facevano da tanti apostoli e discepoli di Iesu Cristo, i quali erano tanto fermi nella fede e illuminati, che non si sentiva quasi altro per lo mondo, se non che — il tale è battezato; el tale signore è convertito con tutta la sua provincia, e anco il tale re e la tale reina.21 — E questo perchè era? Solo per le predicazioni, e tanto crebbe che quasi tutto il mondo era a romore; e allora non era silenzio, ma tutte grida; e l’oposito sarà quando Anticristo mettarà la fede sua innanzi: allora sarà silenzio, e la fede cristiana sarà venuta meno. Così puoi vedere come Cristo ampliava la fede a poco a poco, e facevala grande, e al tempo dei grandi predicatori era maggiore che mai fusse. Or vien mancando a poco a poco, e tanto mancarà in questo modo, che sarà quello grande silenzio della sua parola, che nulla di lui si predicarà. E questo sarà per una ora dall’un lato, e una da un altro, e una di mezzo; e questo s’intende per l’ora. E dove s’intende ora di mezo, sì sarà sei mesi, cioè per quaranta mesi, mentre che esso e i suoi predicatori convertiranno la gente del mondo. E questo puoi vedere chiarissimamente, che mai Anticristo non verrà, se non quando il silenzio sarà nella fede nostra. Doh! elli accade a dire questo. Tu sai che molte volte è stato detto, insino quando era fanciullo udii che Anticristo era nato. Ma che dico io? Insino al tempo delli Apostoli si disse che elli era nato, e anco al tempo di santo Bernardo. E così anco oggi si dice; e poco tempo è che si diceva fermamente. Doh, che pazzia è questa di coloro che vogliono sapere più che Iddio non vuole che si sappia? Chi è colui che il sa? Non è creatura al mondo che il possa sapere, imperò che Iddio Cristo Gesù non volse dire alli discepoli, nè Cristo, in quanto uomo, nol seppe mai. E però dico che sarà silenzio a quel tempo per ora di mezzo, e in fine mostrando di salire al cielo, sarà cacciato a terra per forza e virtù di Dio. E però al viij capitolo dello Apocalisse: Et vidi stellam de coelo cecidisse in terram, et data est illi clavis putei abyssi.— E cadde in terra una stella, e fulli data la chiave del pozo dell’abisso22. — E questo basti in quanto al primo lume.
Sicondo lume è dimostrante, cioè che ti dichiara per modo la mente che tu cognosci apertamente la cosa, come cogli ochi e col lume tu cognosci quello che è rosso da quello che è nero, e quello che è bianco da quello che è verde; e questo dimostra il lume del sole al corpo nostro. Ma il lume dell’anima fa cognoscere il bene dal male, il vero dal falso, il buono dal gattivo; e fra tutti gli altri vizi ti fa cognòsciare quelli peccati i quali so’ più in odio a Dio che niuno altro peccato, cioè superbia, avarizia e lussuria. Non è niuna cosa che dia più lume all’anima, che la parola di Dio. Ode David quello che dice all’xj salmo: Eloquia Domini, eloquia casta: argentum igne examinatum, probatum terrae, purgatum septuplum. E qui parlava di coloro che sono inamorati di Dio, e dice23 il segno a quello che si cognoscono con sette pruove che si possono fare. Ma piglia questi modi delle pruove, come ci dice David, che so’ cinque:
Prima, eloquia Domini.
Siconda, eloquia casta.
Terza, argentum, soavità.
Quarto, examinatum, carità.
Quinto, probatum terrae, purità.
Eloquia Domini declaratio sermonum tuorum. — La dichiarazione delle tue parole; — non dice la dichiarazione di Platone, nè di Aristotile,24 nè di molti altri filosofi, che non la biasimo, no; però non la voglio lodare come quest’altra si dee lodare lei. Imperò che come una medesima aqua si può condùciare per uno canale di pietra lavorato e pulito, e un altro la può condùciare per una forma di terra, che sarà uno loto al pari di quella; così dico, è altra dottrina quella che parla della salute dell’anima, che non è quella che parla della salute del corpo. L’uno parla de’ naturali; l’altro delli spirituali beni; e qui vedi quanto è meglio eloquia Domini, che niuno altro parlare.
Sicondo dice eloquia casta. Doh, vuoi udire una bella parola? Mai non trovarai niuno buono, che sia dato a rabbia di lussuria. Per quale cagione dispiace tanto a Dio questo vizio? Sai perchè? Perchè lassa ogni buono pensiero di Dio, e attacasi a contentare il corpo e la sensualità. Volta mano: mai non troverai niuno che sia gattivo, se elli s’astiene da lussuria. La cagione si è che elli s’astiene per l’amore di Dio, e non si cura de’ diletti sensuali. E qui eloquia casta a l’effetto.
Terzo, argentum, suavità. Hai l’argento?, Or pruovalo: se elli è buono, tu ’l provarai col suono. O, o, simile è la parola di Dio: non è niuno suono più dolce che la parola di Dio. Dicano i populi a loro modo, che mai non troveranno più dolce parola che il parlare di Dio. Ma perchè il cercare è uno pèrdare di tempo, il quale tempo mai non ritorna, vi do per consiglio che voi non cerchiate miglior pane, che di grano non esce. Niuna cosa non è che in su la Scrittura santa non sia, o vuoi battaglie, o vuoi belli parlari, vuoi di dubbi, vuoi dei peccati. Elli v’è scritto ogni peccato che voi fate o con boca, mani, ochi: d’ogni cosa parla chiaramente, là dove leggendo tu cavarai ogni suavità. E però dice argentum. Vuoi vedere come il debbi cercare? Ode David a xviij salmi: Desiderabilia super aurum et lapidem pretiosum multum, et dulciora super mel et favum. — È da desiderarla sopra oro, sopra ariento e sopra ogni pietra preziosa, e è dolce più che non è il fiadone del mèle. — Tiene per fermo e per costante, che niuno cosa è più dolce e più soave che la parola di Dio, sì all’anima e sì al corpo.
Quarta, igne examinatum. Elli si cerca la verità del perfetto tesoro nel fuoco. Questo che ti dimostra? È provata la parola di Dio al fuoco — Sì? O come? — sappi che niuno mai non scrisse in carta delle cose di Dio, mai niuno non parlò delle cose di Dio, che non ardesse dentro di carità. E che è aguagliare il fuoco di questo mondo alla carità di Dio? Va’, dimandane Lorenzo quello che diceva per la grande carità che aveva in Dio.
Quinta, purità: probatum terrae. O orafo, come pruovi tu l’oro? A che il cognosci? — Al barragone:25 — probatum terrae. Elli ti dice il barragone, o elli è oro fino, o elli è oro di metà. Simile anco l’argento si pruova col barragone, che subito dimostra se egli è mescolato con altro metallo, e se egli è puro.26 E però dico che egli bisogna questo barragone. Non c’è meglio a voler sapere se uno nostro frate27 è buono, che pruovarlo col barragone, se elli è oro, o se elli è mescolato con altro metallo.28 Se tu vedi che un nostro pari va dietro a oro o a ariento, non può èssare buono, imperò chè elli va contro a quello che elli ha già promesso. Elli giurò d’osservare perpetua povertà e castità e obedienza. Se elli fa contra, elli non è buono, e però fa’ che il pruovi: probatum terrae. E però io ho tanto in odio molti uomini ipocriti; doh, io non so come io me li chiami! Io dico questo, perchè io so’ molto andato a torno, e anco so’ andati molti dei miei compagni, et è stata fatta pruova di loro, però che ellino hanno detto: — io so’ di quelli di frate Bernardino. — E tagli so’ stati che si so’ fatti miei nipoti. Io ho trovato poi che essi vanno ragunando anella e ariento rotto, dicendo che vogliono fare calici e croci per le chiese. E assai so’ di questi che vanno facendo in questo modo. Fate che quando ve ne viene niuno alle mani, che non lo crediate; imperò che elli ce n’è a divizia. Provateli se ellino sònno de’ miei, e la pruova fate che sia col barragone: al fatto del denaiuolo29 il cognosciarete se sònno de’ miei o no. Io ho bene de’ compagni che so’ buoni, e so’ di tali i quali so’ di tanta buona vita, e fanno tanto frutto, che è una maraviglia. Fra’ quali è uno frate Matteo di Cecilia, il quale ha ridotto un re30 alla fede cristiana con tutto quello paese; che se non l’avesse convertito, egli ci sarebbe altro schiamazzo che elli non c’è. E grandissimi fatti si sònno fatti per lui: fra l’altre cose sapete che fece? Elli fece fare in sei dì uno luogo di frati per li nostri frati31, ed è una divota e bella cosa. Anco fece uno altro grande fatto, che duomilia settecento tavolieri arse in uno dì a Barzalona, che v’erano di molti che erano d’avorio, e anco molti scachieri, e convertì tante anime, che io non saprei dire; tanta fu la quantetà. Anco fece levare via le code per tutto quello paese. O donna, che porti la coda, io pure tel voglio dire: se tu la portarai, tu farai pur danno a te. In mal punto ti metti indosso tale vestito, imperò che elli sarà cagione di molta pena nell’altro mondo all’anima tua, e anco forse in questo. Anco ho un altro de’ miei compagni, il quale ha nome frate Giovanni di Puglia, il quale fa anco molte cose. Io v’ho voluto dire questo per cagione che so’ di quelli che so’ buoni, e di quelli che so’ gattivi. Nolite credere: non vogliate credar lo’, quando voi li trovate con queste condizioni; ma vogliate crédare quando li trovate col buono spirito, dando buona dottrina, e tenendola per loro vogliate crédare a la pruova.32 E sappiate che di questi cotali falsi e ipocriti ne furono insino al tempo degli Apostoli. S’io mi ci fusse abattuto, non è grande tempo, a uno io gli arei sì lavato il bucato: io l’arei sì risciacquato.....et cetera. A casa. Dico che faciendo tu la pruova in questo modo, cognosciarai se so buoni o se so’ falsi; e qui vedi come de’ èssare provato l’oro e l’ariento: purgatum septuplum.
Terzo lume e splendore si chiama dichiarante, e questo lume è quello che ti fa cognósciare il buono dal migliore, il migliore dall’ottimo. E anco ti fa cognósciare il male dal peggio, il peggiore dal pessimo. Inde Pavolo ad Galatos al vij capitolo: Nam si quis existimat se aliquid esse, cum nihil sit, ipse se seducit. Opus autem suum probet unusquisque.— Imperò se alcuno fa riputazione di sè, con ciò sia cosa che elli poco vaglia, esso inganna se medesimo, però che ciascuno si cognosce alla opera sua; — chè come il buono dal gattivo si vuole dividare, così si divide il bene dal male. Pavolo a’ Romani all’viij capitolo: Si autem Christus in vobis est, corpus quidem mortuum est propter iustificationem. — Ma se Cristo è in voi, el corpo è morto per lo peccato, e lo spirito vive perchè è giustificato ed è in grazia. — Più divide la parola di Dio il peccato da l’uomo, che non fa il coltello nelle battaglie l’uno membro dall’altro. Vedi tu di molti viluppi che ha la mente in questo mondo, di molte cose che si fanno da ora in là: tale c’è che cercarà il bene dell’anima sua, e andrà cercando dentro dalle mirolla delle cose che egli arà a fare; e di quello che ora non intendi, cercarai per lo tempo avvenire. E questo sia per lo terzo splendore.
Quarto splendore è decorante. Quanto è ornata una anima la quale è vestita della parola di Dio! Ella è più ornata che non è la tua figliuola, quando tu l’hai ornata per menarla al Vescovado. E di ciò parlò David: Decorem induisti amictum lumine. — Tu se’ vestito di chiarezze e di bellezza. — E chi è quello che è vestito di chiarezza, più che colui il quale è bene sperto in intendere le scritture del vecchio e nuovo Testamento? E così vedi la chiareza che riceve l’anima per le parole di Dio. Vediamo ora quatro altre proprietà le quali ha il sole. El sole è caldo. Così vediamo quatro caldi del divino parlare di Dio. O anima fredda, riscaldati un poco nel parlare di Dio. Vedi questi quatro caldi.
Primo caldo è vivificante.
Sicondo è cibante.
Terzo è dilettante e consolante.
Quarto è fiammeggiante. Primo caldo dico è vivificante, che è quello il quale è caldo e vivo. Va’, toca colui che è morto: sempre il truovi più ghiaccio. Va’, toca il vivo; sempre il trovarai caldo. Niuno può essere veramente caldo senza la virtù di Dio, e la virtù sua è nella scienzia. Va’, legie nella Sapienza di Salamone 33 a XIII capitolo: Lex sapientiae34 fons vitae, ut declinet a ruina mortis. Doctrina bona dabit gratiam: in itinere contentorum vorago. — La leggie de la Sapienzia è fonte di vita, acciò che si scampi de la ruina della morte. E la buona dottrina darà grazia in questa vita, come dà il campo il frutto. — O voi, i quali siete freddi e morti, andate alla fonte della vita. O donna, sai, la mattina quando tu vieni alla fonte della vita e della dottrina di Dio, alla predica, non lassare il tuo marito nel letto, nè il tuo figliuolo, nè il tuo fratello; ma fa’ che tu lo svegli, e fa’ che elli venga anco lui a udire quello che, se elli è morto, il farà vivo.35 O cittadini, volete campare Siena? — Sì. — Fa’ che tu oda la parola di Dio; fate mandare il bando, che insino che sia la predica ogni mattina, niuno apra la buttiga. Oimè, o séte voi, o volete èssare peggio che l’altra volta! Io non credo che voi siate peggiori in questo; anco credo che se allora faceste bene, voi farete ora bene e meglio. — O, dice colui, io guadagnarei uno soldo la mattina. — Odi qua, vieni alla predica,36 che tu guadagnarai a udire, e perdaresti se tu non venisse a udire, imperò che queste so’ cose che l’ha ordinate Idio; che se una buona cosa è ordinata da una città, ella è cosa ordinata da Dio. Ode David, se lui la intese. Lex Domini immaculata convertens animam; testimonium fidele sapientiam praestans parvulis. — La leggie di Dio è senza niuna macula netta e pura, e converte l’anima, e rende e dà fedele testimonio a’ savi, e buona intelligenzia presta a’ parvoli, cioè a’ fanciulli. — La parola di Dio in ogni modo fa utile all’uomo, sì al vivo37 e sì al morto. Del morto tu hai di quello fanciullo, il quale Cristo Gesù risucita alla vedova; che senza la sua parola, non sarebbe risucitato. Sai che li disse? Adolescens, tibi dico, surge. — O fanciullo, ti dico che tu stia su, — e così il risucitò. Simile hai anco di Lazzaro. O diciamo: non poteva Cristo risuscitarlo senza dire, Surge? Sì bene; ma dunque perchè il disse, vuolsi dimostrare che è di necessità che chi vuole essere resuscitato dal peccato, bisogna che oda la parola sua, e udendola subito si leva a sedere; et a Lazaro il quale era invechiato nel peccato, bisognò il grido grandissimo, dicendo: Lazare, veni foras; — Lazaro, vieni fuore. — E qui vedi come questo calore è vivificante, che fa vivare l’anima e anco il corpo. E sappi che altra dottrina e altra scienzia è questa, che non è la retorica di Tulio.
Questa rettorica della parola di Dio è migliore. Che dice? Dice: Qui sitit, veniat ad me ed bibat. — Chi ha sete, venga a me e beia. — E perchè questa parola sia detta a’ popoli, acciò che la dottrina sia predicata; inde Isaia al capitolo lviij così dice a noi: Clama, ne cesses, quasi tuba exalta vocem tuam, et annuntia populo meo scelera eorum. — Chiama e grida, e non ti ristare colla tua voce; come una tromba (sai che la tromba ha le voci sottili e grosse), così grida tu alto e basso, e annunzia al mio popolo le loro scelleranze e le loro peccata. — E in questo modo stando a udire, tu ti mondi de’ peccati tuoi, e così amendandoti, tu ti vieni a riscaldare nel calore di Dio; e così facendo non fai vana la parola di Dio, la quale parola è vita dello spirito nostro; chè talvolta una parola che tu oda, ti può dare principio alla tua salute. Sai, quanto santo Pietro predicava in Ierusalem, che a una parola sola convertì tante migliaia d’anime. — Hami inteso, donna che dormi? Non credo io: io vengo qui per dirvi la parola di Dio, e voi vi ponete a dormire, e a me mi conviene rómpare il mio parlare per destarvi. E colui colà anco mi dice: — egli ha poco che fare. — Sai che ti rispondo? Tu vedi che il sole fa molte cose: elli illumina, elli asciuga il mattone non cotto, elli riscalda l’uomo. Ma io ti dico bene tu che dormi, che tu fai peccato. Vuolo vedere? S’ella adimanda il prete per comunicarsi,38 et ella si va a pónare a dormire, non credi tu che ella facci peccato? Simile, se ella viene alla predica, e ponsi a dormire, non credi che ella faccia peccato?39 Dice Santo Agustino che tanto pecca la donna e l’uomo che va alla predica e lassa cadere la parola di Dio, quanto chi si vuole comunicare e lassasi cadere l’ostia per negligenzia40 in terra. La cagione è però che la negligenzia è peccato veniale, e questo si è peccato mortale, potendo udire e non volendo udire. — A casa.
Hai veduto il primo caldo vivificante. Sicondo caldo è cibante. L’uomo, mentre che mangia, è vivo: come non mangia, si è morto: essendo vivo e non mangiando, subito morrà. E come il corpo non può vivare senza il cibo corporale, nè anco ill’anima non può vivare senza il cibo spirituale. Qual’è il cibo dell’anima? È la parola di Dio. Ode, il dice Matteo a capitolo 4: Non de solo pane vivit homo, sed de omni verbo quod procedit ex ore Dei. — Non vive l’uomo di solo pane41, ma vive della parola di Dio,— la quale è detta da chi la dice. Ogni volta che si dice la parola di Dio, è detta per boca di Dio. E però quale anima è quella la quale vuole avere vita, frequenti la predica e oda la messa, oda il vèsparo e le parole di Dio, e vivarà.
Terzo caldo è vigore, si chiama consolante o dilettante. Sai tu quando uno ha diletto della cosa? Quando non li rincresce. Simile, se niuna anima ci è che sia consolata, starebbe a udire senza mangiare e senza bere. O David, come il cognosceste ben tu! Quam dulcia faucibus meis eloquia tua! — O quanto è dolce, o Signor mio, il tuo parlare al mio palato! — che aveva tanto diletto e tanta consolazione, che non cercava altro che parlare di Dio. Simile nella Cantica: Anima mea liquefacta est, ut locutus est.— L’anima mia si consuma di dolcezza, quando odo la parola tua tanto soave. Anco David: Cor meum liquefactum est sicut cera. — El mio cuore è fatto morbido come la cera per lo tuo parlare. — Anco David a 118 salmi: — Memor esto verbi tui servo tuo, in quo mihi spem dedisti. Haec me consolata est in humilitate mea; quia eloquium tuum vivificavit me. — Signor mio, io ho nella memoria mia la tua parola, nella quale io ho tanta speranza; imperò che il tuo parlare vivifica me e dammi forza. Doh, avete voi mai veduto pescare a lenza? Sì, elli si piglia un lombrico, e mettesi nell’amo, et il pesce va per pigliare el lombrico, e rimane preso lui. Vedi che per avere cibo rimane preso il pesce. Che significa il cibo? Significa la parola; che per andare a pigliare42 la parola, rimane presa l’anima, imperò che il corpo ha il diletto di pigliare quel cibo della parola. E se arai il diletto, subito rimarrai preso; e non avendo il diletto d’udire, mai non sarai preso; imperò che tu non andarai a udire, non avendo il diletto d’udire, e per non udire non ârai utile.43 Va, domanda Madalena, se ella aveva diletto e consolazione quando ella stava a’ piedi di Gesù Cristo. Ella dimenticava ogni altra cosa; ella avea dato il pensiero, le forze e la mente tutta in Dio. Ella stava a boca aperta, et aperiens os suum; e contemplava in guardarlo nel viso. La sorella aveva astio che Maddalena avesse tanta consolazione, perchè ne voleva anco lei, e disse a Gesù: Domine, non est tibi curae, quod soror mea reliquit me solam ministrare? Dic ergo illi, ut me adiuvet. Et respondens dixit illi Dominus: Martha, Martha, sollicita es, et turbaris ergo plurima (Luca, Capitolo X). - Diceva Marta a Gesù: dì a Maria che m’aiti aparecchiare e a quòciare e a fare quelle cose che bisognano aparechiare. Allora disse Gesù: Martha, Martha, sollicita es. — O, tu se’ la buona massaia: perchè ti turbi? Questo disse Gesù; perchè è più ottima parte la vita contemplativa, che non è l’attiva. Ode come Iddio le disse: Maria optimam partem elegit, quae non auferetur ab ea. — Tu fai bene, Marta, ma Maria ha preso la miglior via che non hai presa tu. Tu l’hai presa buona e ella l’ha presa ottima. — E questo fu solo per l’amore e per la dilezione44 che ella aveva nelle parole di Dio; chè ogni volta che l’udiva, stava come stupefatta; tanto s’infiammava, che di nulla altro si ricordava. Simile quando andaro e’ giuderi per pigliare Giesù, quando el trovaro predicare, ellino si posero a udire, e stavano stupefatti; e poi che l’ebbero udito, tornaro a’ sacerdoti. Essendo adomandati perchè non l’avevano menato preso, risposero e dissero: — O perchè volevate voi che noi il pigliassimo? Elli dice sì dolci e buone parole; elli diceva sì dolcemente, che noi non udimo mai migliori parlari che i suoi.45 — Imperò che chi si diletta di udire la parola di Dio, nulla è più dilettevole cosa: e però nello Ecclesiastico a 40 capitolo: Tibiae et psalterium suavem faciunt melodiam, et super utraque lingua sua via. — Suffili46 e piffari e ’l salterio sònno suave cosa a udire, e fanno dolci melodie; ma sopra a tutte le dolceze che si possono udire, si è la lingua quando parla delle cose di Dio. — E questo hai veduto al terzo caldo.47
Quarto caldo è infiammante. Sai quale è? È quando tu ti diletti e ti riscaldi di volere udire. Sai che è ancora infiammante? Quando tu odi la predica tutta, che tu ci se’ al principio e alla fine. O io come mi dispero io, quand’altri viene alla predica quando è meza detta! ma per certo del bene si vuol dir bene; chè voi n’avete pur buon costume a Siena, che voi la volete udire tutta dal principio alla fine. Ma domani t’imprometto che tu impararai di buone e utili cose, che io ti dirò di cose che io non ne dissi l’altra volta, e non farò come feci l’altra volta. Io feci l’altra volta come voi fate nel vostro contado talvolta, sai: come voi fate nel paese di Sovicille 48, che vi tagliate del legname assai, e poi che avete tagliato assai e diboscato ogni luogo, e voi vi mettete fuoco. Simile feci io l’altra volta: io tagliai la legna e feci e’ fasci, e non attesi a niuna altra cosa. Ora io voglio méttare fuoco: io ho altro diletto che io non aveva allotta,49 e così aopererò il mio parlare con altri modi e altri sentimenti, o per altre vie andarò al diritto fine, dove noi doviamo andare. A casa.
Infiammante:50 Qui emettit eloqium suum terrae.— Chi misse il suo parlare nella terra; — cioè della predicazione, la quale fa tanto riscaldare la mente, che la fa più ardente che il fuoco. Così si denno infocare le creature, che sònno di Dio, della sua parola, come s’infiamma l’oro al fuoco e afinasi. La creatura che è in carità di Dio, in ogni passo della Scrittura s’infiamma e arde, come tu sai che facevano quelli due discepoli che se n’andavano disperati in Emmaus; che quando Cristo Gesù l’apparve in forma di pellegrino, andando per via con loro, et elli lo’ dichiarava le Scritture in molti luoghi; che poi che elli furono in Emmaus con lui insieme, che al partire del pane il ricognobbero; che poi che elli fu sparito, ellino dicevano fra loro:51 Nonne cor nostrum ardens erat in nobis, dum loqueretur in via et aperiret nobis Scripturas? — Non era elli il nostro cuore tutto ardente in noi, quando elli ci parlava per la via, dichiarandoci et aprendoci le Scritture. — Anco l’Ecclesiastico a 48 capitolo: Surrexit Elias propheta quasi ignis, et verbum ipsius quasi favilla ardebat. — Levossi su Elia quasi un fuoco, e la parola sua ardeva quasi una falcola;52 — che ti significa, che la parola che si parla di Cristo ella sia una fiamma di fuoco che abbi a entrare nella mente tua e nel cuore tuo, ardendo e consumando e’ peccati, e in esso si riposi un fuoco di carità e d’amore in verso Idio e in verso il prossimo. Inde hai in santo Luca, che quando Gesù Cristo predicava alla turba, e una donna avendo udita la sua parola la quale aveva già infiammata l’anima dentro, e non potendo più tenerla nascosa, ella incominciò a gridare:Beatus venter qui te portavit, et ubera quae suxisti.53 — Beato sia quel ventre che t’ha portato, e le mammille54 che ti dèro il latte loro. Allora Iddio volendonela mandare consolata, le disse: Beati qui audiunt verbum Dei et custodiunt illud. — Beati saranno tutti coloro che, udendo la parola di Dio, la mettaranno in esecuzione. — E questo basti per lo caldo fiammeggiante della parola di Dio.
Vediamo ora il vigore che fa avere la parola di Dio e la Scrittura, di chi la sta a udire. Così ci opera in noi la parola di Dio, come ci opera la terra a rèndare il frutto suo, quando ella è lavorata.
Vede quattro vigori:
Primo si chiama conterente.55
Sicondo, difensante.
Terzo, fortificante.
Quarto, glorificante.
Prima vediamo conterente, e dico così: è vero che non è niuno uomo sì duro e sì ostinato, che se elli ode e frequenta d’udire la predica, che non diventi tutto umile e morbido, come una cera? Doh! ode Ieremia a xxiij.° capitolo: Numquid non verba mea sunt quasi ignis, dicit Dominus, et quasi malleus conterens petram? — Egli sono le mie parole quasi un foco, dice il Signore, e quasi maglio il quale ramorbida e speza la pietra. — Sai come diventa morbida la pietra che era così dura, e per lo fuoco si fa tanto morbida che diventa per andare calcina? Mette la pietra dura nel fuoco, sta’ un poco, et è diventata morbida. Item psalmus xxviij: Vox Domini confrigentis cedros; et confriget Dominus cedros Libani.
Sicondo vigore è difensante. O Signore Idio, quanti traversi so’ elli all’anime nostre; i quali aviamo mentre che siamo ne’ corpi! E in quanti modi noi aviamo dei pericoli all’anime nostre per li demòni, i quali sempre ci dànno affanno e tribulazione! Simile, anco ai corpi di molte maniere di pericoli;56 chè stando qui a udire, se’ in pericolo; andando, stai in pericolo.57 Vuoi imparare a campare da tutti? — Sì — Impara prima a campare da dimòni l’anima tua. A xiii capitolo dei Proverbi: Qui cum sapientibus graditur, sapiens erit: amicus stultorum, similis efficietur. Quando saprai quello che ti può nuociare, e tu ti saprai guardare dal pericolo. E sappi che questo vedere i pericoli e guardarsi da’ contrari,58 fa utile all’anima e anco al corpo. Indi David a 90 salmi, dimostrando come l’uomo si debba aiutare, dice così: Scuto circumdabit te veritas eius: non timebis a timore nocturno, a sagitta volante in die, a negotio perambulante in tenebris, ab incursu et demonio meridiano. Cadent a latere tuo mille, et decem milia a dextris tuis: ad te autem non appropinquabit. — Colla verità sarai armato, che sarà il tuo scudo; e così usando tu la verità, non temerai dal timore notturno(cioè dalla falsità, chè tu sarai aitato dalla luce della verità) anco dalle saette volanti nel dì, e da cose scure come la notte tenebrosa, e dallo scontramento delle tentazioni al mezodì. — Anco sarai aitato dalla mano sinistra nelle tue tribolazioni, che è detto mille, e dalla mano destra, detto dieci milia per le prosperità; cioè, avendo dei beni di questo mondo, gli manterrai; che non ti saranno tolti nè per guerre nè per battaglie nè per discordie nè per divisioni.
E per questo non s’appressarà59 a te niuna cosa che ti possa fare pèrdare Idio, e per questa pace e concordia che ciascuno dìe cercare, ciascuna dica: fiat, fiat; perchè pare, prima che la cosa sia, qualche cosa prima si burbica.60 Doh, cittadini miei, ponete mente, abiate cura a quello che dovete fare! Voi sapete quanto l’altro anno ci fui, elli pareva che la terra dovesse burbicare, che diceva uno urlare 61, guerra, guerra, guerra. E sapete che io vi dissi: — non temete, non temete, se voi siete uniti insieme: amatevi, e tenetevi insieme, e non temete mai di nulla.— E però ogni volta che voi intendarete e farete quelle cose che in predicazione vi so’ dette, mai non arete nè divisioni nè discordie, nè dentro nè fuore. E se voi avete fatto di quello che non si conviene, anco è buon’ora; ma io temo che non sieno gli animi vostri per altro modo che non v’è insegnato per le predicazioni, che voi non siate ostinati in mal fare;62 e se questo è, io temo che Idio non vi dica per boca di David a lxxx salmi, dove dice: — Si populus meus audisset me; Israel si in viis meis ambulasset; pro nihilo forsitan inimicos eorum humiliassem. — Se il mio popolo sanese m’avesse udito, e se elli fusse voluto andare nelle mie vie; forse forse forse, e senza forse, io avarei aumiliati i loro nemici, che non arebbero fatto alcun danno. Ma perchè non m’hanno voluto udire, nè fare quello che io ho comandato, ed io ho confortato il re di Babilonia, e daròlli la mia spada nella sua mano. — Oimè, a chi dico io? O cittadini miei senesi, io so’ pure de’ vostri, e con grande amore vi parlo. Oimè, ch’i’ ho paura della vostra ruina! Oimè, ponetevi mente Gregorio disse: 63.... Uno sta colà da canto, e dice: — costui ce la caccia molto calda. Doh, che bisogna tanto dire! — L’altro dice: — che bisogna tante prediche? — che bisogna tanto camparti, e dicoti che mai non bisognarono tanto le prediche, quanto bisognano ora. Così voglia Idio che come voi avete il bisogno d’udire, che voi udiate e poi mettiate in operazione, acciò che voi siate campati da’ pericoli che sònno apparecchiati dalli uomini del mondo. Anco t’aviso, che per udire la parola di Dio voi campate da pestilenzia, la quale è quella cosa che manda Idio pure per li peccati nostri. Inde è detto: Misit servum suum, et salvabit eos: — mandò il suo servo, e salvolli. — E però leva via e’ peccati, e camparai l’anima e ’l corpo da ogni pericolo.
Terzo vigore, dico, è fruttificante; ma diciamo per verità propria, cosa è che fruttifichi di più che la predicazione? che una sola parola è possibile di campare migliaia d’anime dalle pene infernali. Unde è detto in santo Luca allo viij capitolo: Exiit qui seminat, seminare semen suum; et dum seminat, aliud cecidit secus viam, et conculcatum est, et volucres coeli comederunt illud: et aliud cecidit super petram, et natum aruit, quia non habebat humorem; et aliud cecidit inter spinas, et simul exortae spinae suffocaverunt illud; et aliud cecidit in terram bonam, et ortum fecit fructum centuplum...64 Intendesi anco in altro modo: fa più frutto uno che un altro: colui che è in istato di matrimonio, fa il frutto suo di trenta gradi; e colui che è in stato d’astinenzia, e simile la vedova, il grado suo è di sessanta; e quella che ha la verginità, rende il suo grado cento.
Vedi l’ultimo vigore, il quale si chiama glorificante; e questo s’intende in qualunque grado che tu adoperi il ben fare, e così facendo tu andarai a salvazione. E sappi che io sarò nel dì del giudicio dinanzi a Dio,6566 dicendoli: — Signor mio, io predicai a questo popolo la tua dottrina, e essi hanno operato sicondo che io lo’ predicai; e però, Signor mio, tu dicesti per lo Evangelista: Si quis sermonem meum servaverit, mortem non habebit in aeternum: — Qualunque sarà che observerà67 il mio parlare, non arà la morte in eterno. — E però, Signore, fa’ salvi costoro; imperò che io per la boca tua lo’ predicai questa dottrina. — Ed anco vi sarò dinanzi da Dio incontra a coloro i quali hanno dato incontra quello che io ho predicato o predico; et simile dirò a Dio: — Signor mio, io ho predicato a questo popolo quello che tu m’hai comandato: essi non mi volsero intèndare, nè ubidire le parole; e però, Signore, tu dicesti per lo Vangelo: Qui non est mecum contra me est: — Chi è quello che non è con meco, è contr’a me. — E però costoro non volsero èssare de’ tuoi: Signore, fa’ la tua giustizia; — e però i gattivi saranno scacciati da Dio, e i buoni saranno remunerati di cento per uno. E sappi che questo tuo servire Iddio o di carità i’ nel prossimo, o di limosine o di qualunque altra cosa si sia, tutte68 saranno premiate in grande quantità. Sarà il frutto di questo seme di Dio d’altra substanzia, che non fu quello del pane del profeta Elia, il quale li bastò quaranta dì; imperò che questo bastarà non tempo da potere numerare, ma durarà in saecula saeculorum. E però se vuoi èssare delli eletti di Dio, fa’ che tu oda la sua parola a modo di quella donna, la quale disse: Beati qui audiunt verbum Dei et custodiunt illud: — Beato quello che ode la parola di Dio e mettela in esecuzione. — E così camparai da ogni fortuna69 e da ogni aversità, e usarai il ben vivare e utile a te et al prossimo per lo amore di Dio. E così facendo arai in questo modo la grazia delle genti, e nell’altro la gloria dell’Altissimo Idio, ad quam ille vos perducat in saecula saeculorum. Amen.
Note
- ↑ Nel Cod. Pal., pigliaremone. Qui pigliamone.
- ↑ In tutti i Codd. seguitano appresso le parole: Anco Girolamo; quindi una breve lacuna, dove sembra che si volesse addurre un qualche passo delle opere di quel Santo.
- ↑ Il Cod. Pal. bellissime e buonissime cose.
- ↑ Questo che segue è il primo dei 88 racconti, tratti da queste Prediche, e pubblicati dall’illustre comm. Zambrini nel libro Novellette, Esempi morali e Apologhi di San Bernardino da Siena, a pagg. 1-3 (Bologna, Romagnoli, 1868). Per più brevità citeremo d’ora innanzi questa accurata ed elegante pubblicazione con l’abbrev., Zamhrini, Racc. di S. Bernard.
- ↑ Qui nota il Zambrini, loc. cft. pag. 3; — cHiarozzo chiarozzo vale chiaramente, con chiarezza: altrove in altra Predica del medesimo S. Bernardino leggesì: è necessità parlare alla chiarozza.
- ↑ Qui ha termine il primo racconto edito da Zambrini in loc. cit.
- ↑ Il Cod. Pal. ducéte per conducete; come il duce del Testo per conduci dal verbo latino ducere.
- ↑ Predicando, e’ non si vuol mai fare allusione a particolari persone, ma sì parlare in genere, stare sulle generali.
- ↑ Cioè, del predicatore.
- ↑ Debbonsì dir sempre cose vere e oneste, che nella verità e rettitudine è saldezza di fondamento. E San Paolo: Omnis sermo malus ex ore vestro non precedat; sed si quis bonus ad aedificationem fidei, ut det gratiam audientibus (Ep. ad Eph. IV, 29). Ma le citazioni bibliche sarebJeero da fare quasi a ogni periodo, ed è perciò necessità il rinunziarvi.
- ↑ Allude a quello che il giorno avanti suppone detto da una delle sue ascoltatrici: “O, io arei già filato uno fuso„ mentre ho udito questa predica. E il Santo le aveva risposto: torna dimane a udire, e io ti dirò cose “che ti faranno venire la voglia di scagliare la ròcca in sul fuoco„ (Pag. 47)
- ↑ Tutto quel che segue di questo periodo si legge nel solo Cod. Pal.
- ↑ I Codd. Sen. hanno in questo passo alcune omissioni, tanto che qui fu preferita la lezione del Cod. Pal.
- ↑ Il Cod. Pal. dice: dove tu vedrai ec., e quel dove sì trova aggiunto in margine anche nel Cod. Sen. 4 . Non soccorrendo meglio i Codd. Sen. 5 e 6, ci parve doversi sopprìmere quell’avv. dove, che toglie senso al costrutto.
- ↑ Il Cod. Sen. 4, mai.
- ↑ Manca questo è in tutti i Codd.
- ↑ In questo passo, oscuro in tutti i Codd., sarebbe migliore la lezione del Cod. Sen. 5, che dice: sì che per l’udire della boce all’orecchia va al cuore.
- ↑ Come altrove col significato di paradiso.
- ↑ Nei Codd. invece è detto, silentio.
- ↑ Ma nel Cod. Sen. 6, e certo erroneamente, in mare.
- ↑ Il Cod. Pal., il tale e la tale terra.
- ↑ Seguono in tutti i Codd. queste parole, da cui non può cavarsi alcun senso: Sai che vuole dire abisso? aba quod est fine, et bissus quod est.
- ↑ Il Cod. Pal., e dice.
- ↑ Il Cod. Pal. in luogo di Aristotile ha Galieno.
- ↑ Sempre in luogo di paragone. Il Cod, Pal., baragone.
- ↑ Il Cod. Pal., e se egli è puro anco lo dimostra.
- ↑ Il Cod. Sen. 4, e il Cod. Pal., uno nostro pari.
- ↑ Metaforicamente; e vuol dire, s’egli è virtuoso, o se in lui è miscela di virtù e vizi.
- ↑ Cioè, al fatto della borsa, se o no si mostreranno cupidi di denaro.
- ↑ Il Cod. Pal., ha riducto il re...., quindi lacuna. A chiarire il passo neppur gli altri Codd, porgono aiuto.
- ↑ Qui pure il Cod. Pal. ha, pari.
- ↑ Più brevemente il Cod. Sen. 4: non vogliate crédare se non alla pruova.
- ↑ Erroneamente in tutti i Codd., dovendosi invece leggere, ne’ Proverbi di Salamone (Bianchi)
- ↑ La Vulgata, Lex sapientis; lasciammo correre sapientiae, perchè non discordasse dalla versione che immediatamente ne segue.
- ↑ Queste parole, ed altre appresso, provano come il Santo ad ottenere maggior frequenza di popolo, e per non distrarlo dalle quotidiane occupazioni, costumasse di recitar le sue prediche al fare del giorno, proprio di levata. Probabile è che innanzi celebrasse anche la messa nella Cappella di Piazza, presso alla quale predicava.
- ↑ Il Cod. Sen. 4, viene a udire la predica.
- ↑ Il Cod. Sen. 4, al savio.
- ↑ Il Cod. Pal.: Se la donna va al prete per comunicarsi ecc.
- ↑ Quest’intero periodo manca al Cod. Sen. 4.
- ↑ Il Cod. Pal. qui e poco appresso, nigrigentia.
- ↑ Il Cod. Pal. invece. Non vive l'uomo pure di solo pane.
- ↑ Il Cod. Pal., a prendere.
- ↑ Il Cod. Pal., non ti farà utile.
- ↑ Meglio il Cod. Pal. che ha, dilettazione.
- ↑ Il Cod. Pal. così legge: noi non udimo mai migliori parole., che i suoi parlari.
- ↑ Il Cod. Pal., sufili, sempre in luogo di, zufoli.
- ↑ Essere, cioè, il terzo caldo. Manca quest’ultimo periodo al Cod. Sen. 4.
- ↑ Piccolo castello nella Montagnola di Siena, distante circa sette miglia da questa città. È capoluogo di Comune, ed ha tuttora boschi vicinissimi che forniscono Siena di carbone.(Bianchi)
- ↑ Il Cod. Pal., allora.
- ↑ Cioè, il quarto caldo è infiammante, come poco avanti ha detto, riprendendo ora il discorso che aveva interrotto col paragone de’ diboscamenti che si facevano presso a Sovicille.
- ↑ Così in tutti i Codd,, e la irregolarità del costrutto rende più fedele imagine della lingua parlata.
- ↑ La Vulgata, quasi falcola. E il Cod. Pal. traduce favilla; i Codd. Sen., falcola, voce non antiquata, come qualche Dizionario asserisce, ma viva vivissima tuttodì e d’uso comune.
- ↑ Questo e il passo che citasi poco sotto, appartengono al cap. XI dell’Evangelio di S.Luca.
- ↑ Nel Cod. Pal., mammelle.
- ↑ Dal latino conterere, schiacciare, stritolare ed anche rammorbidire. E qui in senso metaforico.
- ↑ Sottinteso, si dànno, occorrono.
- ↑ E il Cod. Pal. aggiunge: nelle mortalità sta in pericolo.
- ↑ Dalle contrarietà, e qui più propriamente da tutto ciò che essendo contrario alla salute dell’anima o del corpo, può nuocere.
- ↑ Il Cod. Pal., approssimerà.
- ↑ Così, salvo lievissime varianti, in tutti i Codd., e vuolsi intendere, che prima che qualcosa avvenga, qualcosa se ne presente. Qui, come appresso, burbica sembra usato nel senso di scuotersi, moversi.
- ↑ Nel Cod. Pal., ullullare. Allude a’ torbidi che furono in Siena in quegli anni per rimettere in istato l’Ordine dei Dodici, che costaron la vita a Iacomo Griffoli, imputato di trattare segretamente co’ fuorusciti e ribelli senesi.
- ↑ In volere mal fare; così il Cod. Pal.
- ↑ Cioè, quello che disse San Gregorio: ma in tutti i Codd. manca il passo allegato dal Santo. Nota il grande affetto che è in queste parole dirette a’ suoi concittadini.
- ↑ Pistolenza, dice il Cod. Pal.
- ↑ Segue in tutti i Codd. una lacuna, ma sembra che non manchi altrove che la consueta versione del passo latino allegato.
- ↑ Il Cod. Pal. E sappi che al giudicio sarò dinanzi a Dio.
- ↑ Il Cod. Pal., osservi.
- ↑ Tutte, cioè, queste buone opere di carità ec.
- ↑ Intendi, da ogni disgrazia.