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76 | predica terza |
dagnarai a udire, e perdaresti se tu non venisse a udire, imperò che queste so’ cose che l’ha ordinate Idio; che se una buona cosa è ordinata da una città, ella è cosa ordinata da Dio. Ode David, se lui la intese. Lex Domini immaculata convertens animam; testimonium fidele sapientiam praestans parvulis. — La leggie di Dio è senza niuna macula netta e pura, e converte l’anima, e rende e dà fedele testimonio a’ savi, e buona intelligenzia presta a’ parvoli, cioè a’ fanciulli. — La parola di Dio in ogni modo fa utile all’uomo, sì al vivo1 e sì al morto. Del morto tu hai di quello fanciullo, il quale Cristo Gesù risucita alla vedova; che senza la sua parola, non sarebbe risucitato. Sai che li disse? Adolescens, tibi dico, surge. — O fanciullo, ti dico che tu stia su, — e così il risucitò. Simile hai anco di Lazzaro. O diciamo: non poteva Cristo risuscitarlo senza dire, Surge? Sì bene; ma dunque perchè il disse, vuolsi dimostrare che è di necessità che chi vuole essere resuscitato dal peccato, bisogna che oda la parola sua, e udendola subito si leva a sedere; et a Lazaro il quale era invechiato nel peccato, bisognò il grido grandissimo, dicendo: Lazare, veni foras; — Lazaro, vieni fuore. — E qui vedi come questo calore è vivificante, che fa vivare l’anima e anco il corpo. E sappi che altra dottrina e altra scienzia è questa, che non è la retorica di Tulio.
Questa rettorica della parola di Dio è migliore. Che dice? Dice: Qui sitit, veniat ad me ed bibat. — Chi ha sete, venga a me e beia. — E perchè questa parola sia detta a’ popoli, acciò che la dottrina sia predicata; inde Isaia al capitolo lviij così dice a noi: Clama, ne cesses, quasi tuba exalta vocem tuam, et annuntia populo meo scelera eorum.
- ↑ Il Cod. Sen. 4, al savio.