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III.
Nella quale tratta delle parti vuole avere il predicatore e l'uditore.
Declaratio sermonum tuorum illuminat, et intellectum dat parvulis (Salmo Davidis centesimo ottavo). Le parole preallegate, dilettissimi, so’ di Davit profeta al salmo 118, parlando inverso Idio, dicendo così: — La dichiarazione de’ tuoi sermoni illumina, e lo intelletto dà a’ parvoli. — E tutto questo che esso ha detto, ha detto a nostra utilità per dirizare le menti sì del predicatore, il quale parla il sermone di Dio, e sì di coloro che vogliono stare a udire e intèndare e operare. E chi andasse cercando quante cose si richiedarebbe a volere dichiarare la parola di Dio, assai se ne trovarrebbero; ma piglianne1 solamente tre.
Primo, il dicitore.
Sicondo, la materia.
Terzo, l’uditore.
Primo, il dicitore; e qui dico che colui che dice, si conviene che abbi l’ofizio del potere o dovere dire.
Secondo, anco díe avere il dicitore la materia del suo dire, e debala tanto ben dichiarare, che ella sia atta a dichiarare la mente, e none a turbarla o oscurarla.
Terzo, anco bisogna l’uditore; e che tale uditore sia atto a potere intèndare, e anco sia disposto a volere imparare. De’ quali tre ofizi nascono le intelligenzie del-
- ↑ Nel Cod. Pal., pigliaremone. Qui pigliamone.