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TES | — 1027 — | TIG |
rità di poter servire di regola: far testo. || Prov. lu testu è vivu, il testimone è anco lì.
Testuali. add. Secondo il testo, del testo: testuale.
Testura. s. f. Tessitura, ordine: testura (Mort.).
Tetànicu. add. Che tende al tetano, o che ne patisce: tetànico.
Tètanu. s. m. T. med. Malattia grave in cui tutti o parte dei muscoli si contraggono spasmodicamente: tètano.
Tetè. V. in tè.
Tetràggini. s. f. Astratto di tetro: tetràggine.
Tetru. add. Che ha poco lume, oscuro, tendente al nero: tetro. || Che ha del melanconico: tetro.
Tettu. s. m. Coperta delle fabbriche: tetto. || La parte superiore che fa cielo nelle stanze: soffitto, palco. || – mortu, l’ultimo palco immediatamente sotto il tetto, quando lo spazio fra ambidue non è abitato: palco morto, soppalco. E quando se ne può servire a qualche uso: soffitta. || – a testa di gavita o a quattru chiuventi, quello che pende da quattro lati: tetto a padiglione o a quattro acque. || – a pagghiaru, quello a due soli lati: tetto a capanna. || – a un cadenti, quello a tettoia, a un solo lato. || – di lu furnu: cielo del forno.
Tetù. s. m. Sorta di dolciume o confetto; in generale questi piccoli dolciumi son detti in Firenze: prelline.
Ti. part. che serve ad esprimere il terzo o il quarto caso del pronome tu: ti. || Per te.
Tia. Voce di tutti i casi obbliqui del pronome tu: te. || a tia, modo di chiamare, o di richiamar l’attenzione altrui. || a tia, sai cu’ è chista? Buonarr. il giov. ha: a te, sai tu chi è questa ecc. || a tia comu tia, per ciò che spetta a te: a te come te. || s’io fussi di tia e di mia, se io fossi in te.
Tianata. V. tiganata.
Tianu. V. tiganu e simili.
Tiara. s. f. Arnese che si ponevan in capo i sacerdoti delle religioni antiche, e che usa il papa ora: tiara.
Tìbbari. s. m. Sorta di carrozza aperta, a due ruote ed unica spalliera (Tilbury).
Tibbi. Nelle frase nè tibbi nè catibbi: nè a te nè a me, o nè punto nè poco.
Tìbbia. s. f. Uno dei due ossi componenti la gamba, il più grosso: tìbia.
Tic-dulurusu. s. m. Malattia che consiste in un dolore atroce, che vien a riprese e dura poco: tic doloroso (Mort.).
Ticchi tacchi, Ticchi ticchi, Ticchi tucchi. Voci che imitano il battere di checchessia, il suono di metalli, o altro: ticche tocche.
Tìcchiu. s. m. Capriccio, ghiribizzo: ticchio.
Tìccia. V. cristaredda.
Ticcu. V. tecchiu.
Tichetta V. etichetta.
Tìchiti. V. ticuti.
Tìciu. V. saturu (Mal.).
Tìcuti e dissi (A. modo avv. A tu per tu.
Tiddu-tiddu. V. triddu.
Tidiari. V. tediari e simili.
Tidischella. s. f. Sorta di carrozza aperta: calesse (Perez).
Tidiscuni. s. m. Sorta di carrozza grande a quattro ruote, chiusa: carrozza alla tedesca.
Tiedda, Tiella. V. tigghia (Biundi).
Tiffiti. V. tàffiti.
Tiffuni. V. timpuni (Pasq.).
Tifu. s. m. T. med. Genere di febbre continua, micidiale: tifo.
Tigamata. V. tiganata.
Tiganaru. s. m. Artefice che fa o vende tegami: tegamaio.
Tiganata. s. f. Tanta materia quanto entra in un tegame: tegamata.
Tiganazzu. pegg. di tianu: tegamaccio.
Tiganeddu. dim. Tegamino.
Tiganera. s. f. Arnese composto di più tegami di latta o altro, sovrapposti l’un all’altro, fermati con uncini o simile, e serve per trasportar vivande: portavivande.
Tiganidduzzu. dim. di tiganeddu.
Tiganiredda. dim. di tiganera.
Tiganu. s. m. Vaso di terra cotta o di rame, piatto, con orlo alto, per cuocere vivande: tegame.
Tìgghia. s. f. Vaso di foglia di rame, stagnato dentro, dove si cuociono torte, migliacci ecc.: tèglia, tègghia.
Tigghiata. s. f. Quanto cape una teglia: tegliata.
Tigghicedda. dim. di tigghia: tegghina, tegghiuzza.
Tìgghiu. s. m. T. bot. Albero grande che ha le foglie simili a quelle del nocciolo, e produce frutti tondi, piccoli, non buoni a mangiare; il suo legno serve a lavori d’intaglio: tiglio. Tilia europaea L.
Tigghiuna. accr. di tigghia.
Tighedda. V. tigghicedda.
Tìghiru. add. Feroce come tigre.
Tigna. s. f. Eruzione di pustole sulla cotenna del capo onde esce viscosa marcia: tigna. || met. Fastidio: tigna || fig. Capo: tigna (Lori). || quariari la tigna ad unu, met. montar in furia, incollerire. || scardari la tigna, offendere, battere, far male: grattar la tigna. || cu’ fici la tigna, fici la pici, non v’è male senza rimedio.
Tignitè (A. posto avv. A bizzeffe, a josa.
Tignola. s. f. Insetto che rode la lana e simili cose: tignuola.
Tignolu (A. V. suttili (A.
Tignusazzu. pegg. di tignusu. || Dicesi a donna disonesta, vile: sgualdrina, landrona. || A giovane tristo: giovinastro.
Tignuseddu. dim. Tignosuzzo. || A ragazzo da nulla: garzonastro.
Tignusu. add. Infetto di tigna: tignoso. || Si dice altrui per disprezzo: tignoso. || Per calvo, zuccone. || Per schirpiuni V. || Prov. lavari la testa a lu tignusu, far beneficio a ingrato: pettinar tigna ad uno. || dici lu tignusu a tuttu jucamu fora di livari birritti, nessuno vuole cosa a sè molesta: il tignoso non ama il pettine.
Tigratu. add. Macchiato a guisa della pelle di tigre: tigrato.
Tigrazza. pegg. di tigri.
Tigri. s. f. T. zool. Animale feroce somigliante al gatto, ma più grosso: tigre, tigro, tigra. || met. Uomo feroce.
Tigricedda. dim. di tigri: tigrino, tigretto.
Tigula, V. canali.