Lo speziale/Atto II
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ATTO SECONDO.
SCENA PRIMA.
Camera interna della Spezieria.
Sempronio, poi Lucindo e Volpino.
Me la fanno sugli occhi. Io mi lusingo
Di sposar la pupilla, e di pigliarmi
Codesto buon boccone,
E lei fa la graziosa con Mengone.
Ma ci rimedierò.
Lucindo. La riverisco.
Sempronio. Schiavo suo.
Volpino. Padron mio.
Sempronio. Bacio la mano.
Se han bisogno di nulla,
Vadano in spezieria.
Lucindo. Vorrei parlare con vussignoria1.
Sempronio. Parlino col garzone.
Volpino. Ho bisogno di lei, signor padrone.
Sempronio. Spicciamoci, di grazia;
Che voglion lor signori?
Lucindo. Io deggio dirle,
Che amor co’ dardi suoi...
Amico caro, principiate voi. (a Volpino
Sempronio. Dica lei. (a Volpino
Volpino. Sappia dunque,
Che due teneri amanti...
Ditelo voi; non posso andare avanti. (a Lucindo
Lucindo. Francamente
Dirò che il cieco dio...
Volpino. Dirò che il petto mio...
Lucindo. Noi siam due disperati.
Volpino. Noi siam due poverini innamorati.
Sempronio. E venite da me? Cosa ho da farvi?
Lucindo. Signor, vengo a pregarvi...
Volpino. A domandarvi io sono...
Lucindo. La figlia in sposa.
Volpino. E la pupilla in dono.
Sempronio. Ad ambi in una volta
Anch’io risponderò:
Signor no, signor no, signori no.
Lucindo. Ma perchè la negate?
Volpino. Perchè ci ributtate?
Sempronio. Ho altro per la testa.
Dico di no, la mia ragione è questa. (vuol partire
Lucindo. Sentite.
Sempronio. Non ho tempo.
Lucindo. Un bell’avviso
È venuto di Spagna.
Sempronio. E che racconta?
Lucindo. È dalla Francia gionta
Una vaga novella.
Sempronio. Raccontatela presto. Oh, sarà bella.
Lucindo. Dicono che una figlia
D’un padre, che con essa
Usava tirannia,
Col proprio amante se n’è andata via.
Sempronio. In Spagna?
Lucindo. Sì signore.
Sempronio. Non mi piace:
È una brutta novella.
Volpino. Sentite questa, che sarà più bella
In Francia vi fu,
Che certa pupilla
Voleva far giù;
E un certo amatore,
Che amore ferì,
Al caro tutore
Diceva così:
Se voi la negate
Con tal crudeltà,
Saran bastonate,
Ma senza pietà. (parte
SCENA II.
Lucindo e Sempronio.
Ma con tutta la bella novelletta,
Quel galantuom non averà Grilletta.
Lucindo. Signore...
Sempronio. Padron mio,
Non voglio altre novelle.
Lucindo. Una cosa dirò pur troppo vera.
Sempronio. Cioè?
Lucindo. In una parola:
Io vi chiedo, signor, vostra figliuola.
Sempronio. Ed io con pochi accenti
Dico, che lei si può nettar i denti.
Lucindo. Deh, perchè mai sì crudo?
Così austero perchè? Voi mi vedrete2
Amante disperato
Cadere a’ vostri piè morto e svenato.
Darmi saprò la morte.
Perfido iniquo fato!
Barbaro genitor!
La fè, gli affetti miei.
Perchè tradire, oh dei!
Perchè nel core ingrato
Nudrire un tal rigor? (parte
SCENA III.
Sempronio, poi Albina e Grilletta.
Fanno gli spasimati per le dame,
Tra l’amor combattendo e tra la fame.
Albina è ancor ragazza,
V’è tempo a maritarla;
E Grilletta vezzosa,
A dispetto d’ognun sarà mia sposa.
Albina. Eccolo; andiamo via. (piano a Grilletta
Grilletta. Di che temete?
Albina. Griderà.
Grilletta. Cosa importa?
Sempronio. Oh riverite!
Grilletta. Serva sua.
Albina. Serva sua.
Sempronio. Brave! compite!
Che si fa nel giardino?
Grilletta. Siamo venute...
Sempronio. A riveder Volpino? (a Grilletta
Lucindo vi aspettava. (ad Albina
Poverino! per voi si disperava.
Albina. Serva sua...
Sempronio. Non partite.
Sempronio. Udite.
Se vi vedo parlar con quella gente,
Se vi trovo sul fatto,
Mi venga l’anticor, se non vi batto.
Ragazzaccie, che senza cervello
Favellate con questo, con quello.
Se vi trovo, vi faccio pentir.
Oh che smorfie, che grazie, che brio!
Mio diletto, mio caro, ben mio!
Un bastone faravvi languir. (parte
SCENA IV.
Albina e Grilletta.
Grilletta. E che per questo?
Se verrà l’occasione,
Io lo stesso farò col mio Mengone.
Albina. Ma voi non siete figlia;
L’obbligo non avete, come ho io,
D’essere rispettosa al padre mio.
Grilletta. Va ben fino a un tal segno;
Ma ci vuol dell’ingegno...
Albina. Deh, non mi abbandonate;
In maniera parlate, ch’io v’intenda.
Grilletta. Ognun dal canto suo cura si prenda.
Albina. Mi avete pur promesso d’aiutarmi.
Grilletta. È vero, e se ascoltarmi
Vorrete, Albina mia,
Farem le cose nostre in compagnia.
Albina. Tutta in voi mi rimetto;
Solo da voi aspetto
La pace e il mio ristoro.
Se mi lasciate voi, Grilletta, io moro.
Che dà tormento al cor,
Eppure un cor non v’è
Che da quel non so che
Pace non speri ancor.
Da questa fonte viva
Il bene e il mal deriva,
E l’alma va penando,
Sperando il suo ristor. (parte
SCENA V.
Grilletta, poi Mengone.
Però con innocenza
Va facendo l’amor per eccellenza.
Mengone. Eccola... Non vorrei...
Che il padron mi vedesse.
Grilletta. Ehi! che ne dite?
Siamo stati scoperti.
Mengone. Io lo dicevo,
E di peggio attendevo.
Però non è passata;
Mi aspetto dal padron qualche bravata.
Grilletta. Ma concluder conviene: o dichiararsi
Senza tanta paura,
O lasciarci a drittura4.
Mengone. Lasciarci? Non ho core...
Dichiararci? Ho timore.
Risolvere non so.
Grilletta. Convien che mi diciate o sì, o no.
Ma poi...
Grilletta. Ma poi che cosa?
Mengone. Se voi siete mia sposa,
Cosa dirà il padrone?
Grilletta. Andate via, babbione;
Siete troppo di spirito meschino.
Sarà meglio ch’io sposi il mio Volpino.
Mengone. Brava! il vostro Volpino! Ho inteso tutto:
Sì, sposatelo pur, buon pro vi faccia.
Cagna, trista, assassina, crudelaccia.
Grilletta. Ma se voi...
Mengone. Ma se io son babbuino,
Sarà meglio per voi sposar Volpino.
Grilletta. Dicevo...
Mengone. Sì, dicevi
Che io sono uno sciocco, e non son degno
Una donna sposar di tanto ingegno.
Grilletta. Ma però...
Mengone. Compatisco
La sua risoluzione:
Un povero garzone,
Un povero villano,
Non merita toccar sì bella mano.
Grilletta. Ma sentite...
Mengone. Ho sentito:
Sono a tempo avvertito.
Grilletta. Dunque...
Mengone. Dunque migliori il suo destino;
Vada, vada a sposare il suo Volpino.
Grilletta. (Mi dispiace davvero). (da sè
SCENA VI.
Cecchina e detti.
Or che l’erbe ho vendute e il cestellino,
Divertirmi con lui vuò un pocolino). (da sè
Mengone. (Ecco a tempo Cecchina; in fede mia,
A Grilletta vogl’io dar gelosia). (da sè
Cecchina. Eccomi qui tornata dalla piazza. (a Mengone
Mengone. Buon dì, bella ragazza.
È un’ora che vi aspetto,
Che sospiro vedervi.
Grilletta. (Oh maledetto 1) (da sè
Cecchina. Mi ricordo che fatta
M’avete esibizione
Di darmi qui da voi la colazione.
Grilletta. (Anche di più?) (da sè
Mengone. Son uom di parola,
E vi darò, volendolo aggradire,
Da colazion, da cena, e da dormire.
Grilletta. (Bricconaccio!) (da sè
Cecchina. Saprei
A tutte queste cose accomodarmi,
Quando voleste...
Mengone. Cosa far?
Cecchina. Sposarmi.
Mengone. Vi sposerei, ma siete
D’un sesso malandrino.
Grilletta. Mi tradirai così? (piano a Mengone
Mengone. Va da Volpino. (piano a Grilletta
Cecchina. Ma io, per dirla schietta,
Mi vorrei maritar.
Mengone. Vel credo, in verità,
Ma io per ora non ne ho volontà.
Altra da voi non voglio colazione.
Mengone. Venite qui, ragazza:
Divertiamoci un poco.
Cecchina. Eh! agli uomini non vuò servir di gioco.
Mengone. Così per passatempo.
Grilletta. (Disgraziato!) (da sè
Cecchina. Mia madre m’ha insegnato,
E m’ha fitta la cosa nel pensiero,
Che non voglia scherzar, ma far davvero.
Grilletta. Badate ben, fanciulla,
Che gli uomini talor sono insolenti;
A chi vi vuol toccar, mostrate i denti.
Cecchina. Sì, sì, non dubitate.
lo soglio far così coi giovinotti:
Mi difendo coi pugni e i pizziccotti.
Questi uomini5 villani
Allungano le mani,
E vogliono toccar.
Ed io principio a dar
Un pizzicotto qua,
Una graffiata là.
Li faccio dire: ahi.
Li fo gridare: oimè.
Ilo rido, e me la godo,
E non mi faccio star 6. (parte
SCENA VII.
Grilletta e Mengone.
Mengone. (Mi son ben vendicato). (da sè
Grilletta. Mi consolo,
Che un’amante sua pari ha ritrovato.
Mengone. Che vorreste voi dir?
Grilletta. Sì, sì, colei
Una sposa sarà buona per lei.
Mengone. (Basta, non le vuò dar più gelosia). (da sè
Orsù, Grilletta mia...
Grilletta. Vanne, bugiardo,
Scellerato, briccon7, tristo, bastardo.
Mengone. Ma sentite...
Grilletta. Ho sentito
Che ti sei con Cecchina divertito.
Mengone. Ma lei...
Grilletta. Ma lei ti piace.
Mengone. Credetemi...
Grilletta. Ho creduto
A quello che ho sentito e che ho veduto.
Mengone. Alfine...
Grilletta. Alfine, ingrato,
Va, che più non ri voglio;
Va, che di te mi spoglio e d’ogni affetto,
E mi strappo il tuo cor fuori del petto.
No, crudele, nel mio seno
Il tuo cor non voglio più;
Già si stacca, e balza in su;
Già lo sento, eccolo qui;
Non lo voglio, il getto lì8.
Ahi, mi resta un fier dolore:
Senza core - morirò.
Traditore,
Dammi il mio.
Dal tuo sen lo strapperò. (parte
SCENA VIII.
Mengone solo.
Per una vil fraschetta
Ho da perder Grilletta.
Bisogna procurare d’aggiustarla,
Procurar di placarla. E come mai?
Ma se in nulla mancai... Oh donne, donne,
A forza di lusinghe e di strapazzi,
Fate che i pover’uom diventin pazzi.
Son incerto, son confuso,
E non so cosa mi far.
Se la vado a supplicar,
Mi dirà: Va via di qua.
Se sto saldo sulle mie,
Anche lei s’indurirà.
Zitto, zitto, l’ho trovata,
Così sì, si placherà;
Un regaietto
Farà l’effetto:
Quel bel visetto
Galantinetto
Mio cuor nel petto - rimetterà. (parte
SCENA IX.
Spezieria.
Grilletta, poi Sempronio.
A Mengon senza fede,
Voglio al primo sposarmi che mi chiede.
Grilletta. Eccomi qui.
Sempronio. Voi sempre star così
Fanciulla non dovete;
Tempo è di prender stato.
Pensateci, Grilletta.
Grilletta. Io ci ho pensato.
Sempronio. Qual è il vostro pensier?
Grilletta. Di collocarmi.
Sempronio. Collocarvi in qual modo?
Grilletta. Maritarmi.
Sempronio. E ben, se voi volete,
Presto sposa sarete.
Grilletta. Ov’è lo sposo?
Sempronio. Lo sposo... Grillettina,
Voi siete modestina,
Siete di genio fino;
Non vorrete una frasca, un babbuino.
Grilletta. Certamente che no.
Sempronio. Se voi pensate
Alla vostra fortuna, al vostro bene,
Vedrete che conviene
Scegliere un uom posato.
Grilletta. E ben, signore,
È questo il genio mio:
Questo sposo qual è?
Sempronio. Cara, son io.
Grilletta. Voi?
Sempronio. Vi sembra forse
Che di voi non sia degno?
Grilletta. (Sì, lo voglio sposar per quell’indegno). (da sè
Sempronio. Che dite?
Grilletta. Sono pronta
A far quel che volete.
Sempronio. Or sì vedo che siete
Al mondo paragone.
Grilletta. (Io di rabbia morir farò Mengone). (da sè
Sempronio. Ora verrà un notaro.
Grilletta. A cosa fare?
Sempronio. L’ho mandato a chiamare,
Perchè voglio a drittura,
Che fra di noi si faccia la scrittura.
Grilletta. Ma con qual fondamento
Lo mandaste a chiamar?
Sempronio. Sperai senz’altro,
Che avreste il mio pensiero secondato,
E vedo che non m’ho niente ingannato.
Grilletta. (Ah, poi mi pentirò). (da sè
Sempronio. (Non mi credevo
Sì presto guadagnarla). (da sè
Grilletta. (Basta, ci penserò prima di farla). (da sè
SCENA X.
Volpino in abito da Notaro, con baffi, e detti.
Ingannare costui, l’avrei pur caro), (da sè, in distanza
Sempronio. Che comanda, signor?
Volpino. Sono il notaro.
Sempronio. Padrone, favorisca.
Vorrei, se si contenta,
Formar fra me e Grilletta
Di matrimonio certa scritturetta.
Volpino. (Colui mi disse il vero), (da sè) Eccomi pronto.
Sempronio. Grilletta, ecco il notaro.
Presto, portate carta e calamaro. (Servo porta l’occorrenze
Grilletta. (Mi batte il core). (da sè
Ciò che vuole ch’io scriva,
Ed io la servirò.
Sempronio. Scriva, signor notaro, io detterò.
SCENA XI.
Mengone anch’egli da Notato, con baffi, e detti.
Fui a tempo avvisato). (da sè
Sempronio. Chi è lei? (vedendo Mengone
Mengone. Sono il notaro.
Sempronio. Non ve n’è piò bisogno,
Lei è tardi arrivato.
Volpino. (Il negozio va mal. Sono imbrogliato). (da sè
Mengone. Ma se sono venuti a scomodarmi,
Bisognerà pagarmi.
Sempronio. Cosa dice? (a Volpino
Volpino. Dico ch’io sono il primo.
Mengone. Ed io non mi confondo:
Scriverò come vuol, primo o secondo.
Sempronio. Via, facciamo così:
Avranno entrambi le mercedi sue;
Scriveran tutti due
Una copia per uno. Son contenti?
Mengone. Contentissimo son.
Volpino. Ma non vorrei...
Sempronio. Se si contenta lui, taccia ancor lei.
Grilletta. (Qualche scena graziosa ora mi aspetto). (da sè
Sempronio. D’accordo tutti due scrivinonota, io detto.
Colla presente
Scrittura privata
Resta accordata
La bella Grilletta.
10
Mengone. Grilletta.
Sempronio. In matrimonio.
Volpino. In ma...
Mengone. trimonio.
Sempronio. Con il signore.
Sempronio. Sempronio.
Scrivino bene.
La sua dote viene a me.
Che maniera è questa qui?
Mengone. Aspettate.
La ragazza cosa dice?
Ella pur sentir conviene.
Volpino. Il collega dice bene.
Grilletta. Parlerò.
(Ma risolto ancor non ho). (da sè
Sarà il mio core
Il mio tutore.
Sempronio. Sino alla morte.
Grilletta. Giuro d’amarlo.
Sempronio. Volergli bene.
Volpino. Eh, non s’incomodi. (l’impedisce
Sempronio. Voglio riflettere. (a Mengone
Mengone. Già va benissimo. (fa lo stesso
Sempronio. Colla presente...
Sempronio. Resta accordata...
Grilletta. La bella...
Sempronio. Grilletta...
Volpino. (Ora ci sono!) (da sè
Mengone. (Or vien il buono!) (da sè
Grilletta. In matrimonio...
Sempronio. Con il signore...
Grilletta. Volpino...
Sempronio. Menghino...
Grilletta. Come?
Sempronio. Cos’è?
Mengone. Quello è Volpino. (a Sempronio
Fine dell’Atto Secondo.
Note
- ↑ Fenzo e Zatta, qui e altrove: vusignoria
- ↑ Fenzo: vedreste.
- ↑ Zatta: Udiste?
- ↑ Fenzo e Zatta: a dirittura.
- ↑ Fenzo: omeni.
- ↑ No farse star, non sopportare ingiurie: v. Patriarchi e Boario.
- ↑ Fenzo: Scelerato, bricon.
- ↑ Nell’ed. Fenzo, molto scorretta, è stampato soltanto: Lo voglio il getto lì. L’ed. Zatta corresse: E lo voglio gettar lì...
- ↑ Zatta: Ah!
- ↑ Così il testo.