Il piacere dell'onestà/Atto Secondo

Atto Secondo

../Atto Primo ../Atto Terzo IncludiIntestazione 1 gennaio 2025 25% Da definire

Atto Primo Atto Terzo

[p. 238 modifica]ATTO SECONDO.

Magnifico salotto in casa Baldovino. Vi hanno posto alcuni mobili già veduti nel salotto dell’atto precedente. Uscio comune in fondo; usci laterali a destra e a sinistra.

SCENA PRIMA.

Marchetto Fongi - Il Marchese Fabio.

Fongi, al levarsi della tela, col cappello e il bastone in una mano tiene coll’altra aperto il battente dell’uscio a sinistra e parla verso l’interno, a Baldovino. Fabio sta in attesa, come uno che non voglia farsi né vedere né sentire di là. Fongi

verso l’intorno.

Grazie, grazie, Baldovino, si.... Ma figuratevi se non vorrò assistere alla candida festa!... Grazie.... Sarò qui, sarò qui con gli amici consiglieri, tra una mezz’oretta, si. A rivederci.

Chiude l’uscio; si volta verso Fabio che gli si appressa in punta di piedi, strizza un occhio e gli fa un cenno furbesco col capo.

Fabio.

piano, con ansia. Sì?... Credi proprio?

Fongi

gli risponde prima col capo, tenendo ancora l’occhio «trizzato.

C’è cascato! c’è cascato!... [p. 239 modifica]

Fabio.

Pare anche a me.... Sono già sei giorni!

FONGI

mostra tre dita d’una mano e le agita.

Tre....trecento....trecentomila lire.... — Te l’ho detto? — Non poteva fallire!...

GÌ’ inserisce un braccio sotto il braccio e s’avvia con lui verso la comune, parlando.

Sarà una scena da commedia.... IVIa lasciate fare a me! lasciate fare a me!... Lo piglieremo pulitamente per il bavero....

Via con Fabio.

SCENA SECONDA.

Baldovino - Maurizio Setti.

La scena resta vuota nn tratto. Si apre l’uscio a sinistra e ne escono Baldovino e Maurizio Setti.

Maurizio.

guardando in giro.

Ma sai che ti sei messo proprio bene?

Baldovino.

astratto. Ah.... si....

Con nn sorrìso ambiguo. Con perfetto decoro....

Pausa. E dunque.... — di’, di’, dove sei stato?

Maurizio.

Mah! Un po’ in giro.... fuori delle vie ordinarie. [p. 240 modifica]

Baldovino.

Tu?

Maurizio.

Perchè? Non credi?

Baldovino.

Fuori delle vie ordinarie? Nel senso che non sarai stato a Parigi o a Nizza o al Cairo.... — Dove sei stato?

Maurizio.

Nel paese del caucciù e delle banane!

Baldovino.

Al Congo?

Maurizio.

Si.... — e nelle foreste! sai? autentiche!

Baldovino.

Ah! E belve, ne hai vedute?

Maurizio.

Quei poveri negri delle mehalle....

Baldovino.

No, dico belve sul serio.... qualche tigre!... qualche leopardo!

Maurizio.

Che, che! Grazie.... — Perdio, come ti sfavillano gli occhi!

Baldovino.

sorride amaramente; piega le dita d’una mano e ne mostra le unghie a Maurizio.

Vedi dove siamo già arrivati? E non ce le tagliamo mica per disarmarci! Anzi! Perchè pajano più civili, le nostre mani: vuol dire più atte a una lotta ben più feroce di quella che i nostri avi bestioni combattevano, poveretti, con le sole unghie.... — Ho avuto sempre, perciò, invidia delle belve.... [p. 241 modifica] E tu. disgraziato, sei stato nelle foreste e non hai veduto nemmeno un lupo?

Maurizio.

Via, via! — Parliamo di te.... — Ebbene, come va?

Baldovino.

Che cosa?

Maurizio.

Ma dico.... tua moglie, cioè.... la.... la signora?...

Baldovino.

Come vuoi che vada? Benissimo....

Maurizio.

Ma.... dico.... ì tuoi rapporti?

Baldovino.

lo guarda un po’; poi, alzandosi.

Che vuoi che siano!...

Maurizio.

cangiando tono, rinfrancandosi.

Ti trovo benone, però, sai?

Baldovino.

Si, mi occupo....

Maurizio.

Ah, già.... So che Fabio ha messo su una società anonima....

Baldovino.,

Sì, per mettermi le mani in pasta. — Fa ottimi affari....

Maurizio.

Ne sei il consighere delegato?

Baldovino.

Fa ottimi affari per questo.

Maurizio.

Già, già.... ho saputo! E vorrei entrarci anch’io; ma.... dicono che sei d’un rigore spaventoso!.;.

PinAXDELI.O. lì [p. 242 modifica]

Baldovino.

Sfido l — Non rubo....

Gli s’appressa, gli posa le mani su ambo le braccia.

Sai.... per le mani.... centi naja di migliaja.... Poterle considerare come carta straccia.... non sentirne più bisogno, minimamente....

Maurizio.

Eh, per te dev’essere un gran piacere....

Baldovino.

Divino!"— E nessun colpo fallito, sai! — Ma si lavora.... si lavora!... — E bisogna clie vengano tutti appresso a me....

Maurizio.

Già.... è questo....

Baldovino.

Si lamentano, eh? Di’ un po’: strillano? mordono il freno?

Maurizio.

Dicono.... dicono che potresti essere un po’ meno.... meticoloso, ecco!

Baldovino.

Eh, lo so! — Li soffoco! — Soffoco tutti quanti.... chiunque mi s’accosti!... — Ma tu lo capisci: non posso farne a meno! — Da dieci mesi non sono più un uomo!

Maurizio.

No? E che sei?

Baldovino.

Ma te l’ho detto: quasi una divinità! — Potresti intenderlo! — Non ho corpo ^e non per l’apparenza. Sto tuffato in mez/.o alle cifre, alle speculazioni; ma sono per gli altri; non c’è — e voglio che non ci sia — un centesimo di mio! Sto qua, in questa bella casa, e quasi non vedo e non [p. 243 modifica]sento e non tocco nulla. Mi meraviglio lo stesso talvolta d’udire il suono della mia voce, il rumore de’ miei passi; d’avvertire che ho bisogno anch’io di bere un bicchier d’acqua o di riposarmi.... — Vivo, capisci? de-li-zi-o-sa-men-te, nell’assoluto di una pura forma astratta I

Maurizio.

  • Dovresti sentire un po’ di compassione per!

poveri mortali che....

Baldovino.

La sento! Me n’addoloro.... li compatisco, sai? — Ma non posso fare altrimenti: — debbo soffocarli per forza tutti quanti! — Ah, ma lo dissi, sai? gliene feci bene osservare avanti, a tuo cugino il marchese! — Io sto ai patti..

Maurizio.

Ma tu ci provi anche un diabolico gusto!

Baldovino.

Non diabolico, no! — Sospeso nell’aria, mi sono come adagiato su una nuvola: è il piacere del Santi negli affreschi delle chiese I

Maurizio.

Capirai, intanto, che non è possibile durare a lungo cosi....

Baldovino.

Ah, lo sol Finirà. E forse presto! — Ma badino!

Bisognerà veder come

Lo guarda negli occhi.

Lo dico nel loro interesse. Apri bene gli occhi a

tuo cugino! Mi pare che desideri troppo di disfarsi

al più presto di me. — Ti turbi? Sai qualche cosa?

Maurizio.

No.... proprio nulla....

Baldovino.

Via.... sii sincero.... Compatisco, bada! È così

naturale.... [p. 244 modifica]

Maurizio.

T’assicuro clie non so nulla. Ho parlato con la signora Maddalena. Non ho ancora visto Fabio.

Baldovino.

Eh, lo so.... Tutti e due, la madre e tuo cugino, avranno pensato: — "La maritiamo proforma; dopo qualche tempo, più o meno, con un pretesto qualsiasi ci sbarazziamo di lui. „ — La cosa più sperabile, difatti, era questa. — Ma non la possono sperare! — Sono stati di una deplorevole leggerezza anche in questo, anche in questo I

Maurizio.

Ma lo sospetti tu! Chi te lo dice?

Baldovino.

Tanto vero che hanno posto come patto fondamentale la mia onestà!

Maurizio.

Ecco, dunque.... vedi bene....

Baldovino.

Come sei sciocco! La logica è una cosa, caro mio; l’animo è un’altra. Si può per coerenza logica proporre una cosa, e con l’animo sperarne un’altra. — Ora, credi, io potrei prestarmi magari, ora stesso, con mio sacrifizio — per far cosa grata a lui e alla signora — a offrir loro un pretesto per sbarazzarsi di me. — Ma non lo sperino, perchè io.... — sì, potrei farlo — ma non lo farò — per loro — non lo farò perchè loro non possono assolutamente desiderare che lo faccia!

Maurizio.

Perdio, sei terribile! Neghi loro anche la possibilità del desiderio che tu commetta una cattiva azione?

Baldovino.

Guarda. Supponiamo che lo faccia. In prima rifiaterebbero. Si leverebbero davanti l’ingombro [p. 245 modifica]opprimente della mia persona. L’onestà, mancata in me, potrà credersi — se non in tutto, almeno in parte — rimasta con loro: la signora rimarrà moglie legittima, separata da un marito indegno; e in questa indegnità del marito, giovine com’ella è, potrà trovare una scusa di farsi consolare da un vecchio amico di casa. Ciò che non era permesso a una signorina, si può condonare facilmente a una signora assolta da ogni obbligo di fedeltà coniugale. Va bene? — Io dunque, marito, potrei essere disonesto e farmi cacciare. — Ma io non sono entrato qua soltanto come marito: — Da semplice marito, anzi, non sarei mai entrato: non ce ne sarebbe stato bisogno! C’era bisogno di me, in quanto questo marito doveva tra poco esser padre: tra poco, dico, in tempo.... quasi debito. — Qua c’era bisogno del padre. E il padre.... eh, il padre nell’interesse di lui. del signor marchese, dev’essere per forza onesto! — Perchè se da marito posso andarmene senza recar danno a mia moglie, la quale, lasciato il mio nome riprenderà il suo; da padre, la mia cattiva azione danneggerebbe per forza mio figlio che non avrà altro nome che il mio; e più in basso io cadrò e più danno egli ne avrà. E questo lui non può assolutamente desiderarlo.

Maurizio.

Ah, no davvero!

Baldovino.

Vedi, dunque? — E per cadere in basso, eh.... ci cadrei — tu mi conosci! — Per vendicarmi dell’azion accia che mi farebbero, cacciandomi via malamente, vorrei con me il figliuolo, che per legge m’appartiene; lo lascerei loro qua due o tre anni per farli affezionare a lui; poi proverei che mia moglie convive da adultera col suo amante, e lo toglierei loro e lo trascinerei con me, giù.... giù.... Tu sai che ho in me un’orribile bestia, di [p. 246 modifica]cui ho voluto liberarmi, incatenandola in queste condizioni clie mi sono state offerte. — È loro interesse farmele rispettare, come ne ho ferma volontà; perchè, liberato da esse, oggi o dimani, non so proprio dove andrei a finire.

Cambiando tono improvTÌBamente:

Basta, basta.... — Di’ un po’: — Ti han mandato loro da me, appena arrivato?... — Su, su, che hai da domandarmi? Sbrigati, per favore....

Guarda rorologio. Ti ho accordato più tempo che non avrei dovuto. Sai che questa mattina c’è il battesimo del bambino? Ed ho, prima del pranzo, una riunione qua coi consiglieri invitati. Ti manda tuo cugino? Ti manda la signora madre?

Maurizio.

Si, ecco: è appunto per il battesimo del piccino.... — Il nome, senti.... codesto nome che vorresti imporgli....

Eh.... lo sol...

Maurizio.

Ma scusa.... — ti pare?

Baldovino.

Lo so, povero piccino; è un nome troppo grosso! Rischia quasi di restarne schiacciato....

Maurizio.

Sigismondo!

Baldovino.

Ma è un nome storico nella mia famiglia! — Mio padre si chiamava così; il mio avo si cliiamava Cosi....

Maurizio.

Non è una buona ragione per loro — capirai....

Baldovino.

Ma neanch’io — tu lo sai — avrei mai pen

Baldovino.

[p. 247 modifica]sato.... Scusa, è mia la colpa? Brutto nome, si, goffo, specialmente per un piccino.... e.... — ti confesso

Pianissimo.

che se l’avessi avuto — di mio — forse non l’avrei chiamato così....

Maurizio.

Ah, vedi! vedi?

Baldovino.

Che vedo? — Ma questo anzi deve dirti che non posso, ora, derogare a questo nome! — Siamo sempre li! — Non è per me; è per la forma! — E per la forma — tu lo capisci — giacché debbo dargli un nome — io non posso dargli che questo! — È inutile, sai? è proprio inutile, che insistano! Mi dispiace; ma non transigo, puoi dirghelo! — Mi lascino lavorare, perbacco.... Sono futilità, codeste!... Mi dispiace, caro, d’accoglierti cosi.... — A rivederci, eh? A rivederci....

Gli stringe in fretta la mano, e via per l’uscio a sinistra.

SCENA TERZA.

Maurizio - La Signora Maddalena - Fabio.

Maurizio resta come uno che sia lasciato in a?so sul più bello. Poco dopo, dall’uscio a destra entrano, uno appresso all’altra, la signora Maddalena e Fabio, mogi mogi, come sospesi alla notizia che attendono. Maurizio li guarda o con un dito si gratta la nuca. Prima la sigli iva Maddalena, poi Fabio gli fanno un muto cenno interrogativo col capo, quella [p. 248 modifica]con gli occhi quasi pietosi; questi, invece, aggrondato. Maurizio risponde con un altro cenno negativo del capo, socchiudendo gli occhi, poi apre le braccia. La Signora Maddalena casca a sedere, come annientata, e resta così. Fabio siede anch’egU, ma tutto aggruppato, con le pugna serrate sui ginocchi. Siedo anche Maurizio tentennando il capo, e soffia più di un lungo sospiro per le nari. Nessuno dei tre ha forza di rompere il silenzio che li schiaccia. Ai sospiri soffiati per il na;o da Maurizio, rispondono gli sbuffi a bocca piena di Fabio. La signora Maddalena non può sbuffare e neanche sospirare, ma scuote sconsolatamente il capo, con gli angoli della bocca contratti in giù, a ogni sospiro, a ogni sbuffo degli altri due. A un certo punto Fabio balza in piedi e si mette a passeggiare, fremente, aprendo e serrando le pugna. Poco dopo si alza anche Maurizio, si appressa e si china verso la signora Maddalena, porgendole la mano per accomiatarsi.

Maddalena.

piano, come se si lamentasse, porgendo anche lei la mano. Ve ne andate?

Fabio.

voltandosi di scatto.

Ma lo lasci andare! Non so con qual coraggio abbia potuto presentarsi qua!

A Maurizio. Tu non mi guarderai più in faccia!

Si rimette a passeggiare[p. 249 modifica]

Maurizio.

nou osa protestare; si volta appena a guardarlo, con la mano della signora Maddalena ancora nella sua, poi dice, piano: La signora?

Maddalena.

piano, come se si lamentasse.

Attende di là al bambino....

Maurizio.

con la mano della signora Maddalena ancora nella sna, dice piano:

Me la ossequi....

Si porta alla bocca la mano della signora Maddalena e gliela bacia; poi torna ad aprire le braccia:

Le dica che.... che mi perdoni....

Maddalena.

Oh, lei, almeno.... ora, ha il bambino!

Fabio.

sempre passeggiando.

Sì! Sì divertirà col suo bambino! Appena egli comincerà a esercitare anche su lui la sua vessazione!...

Maddalena.

È questo.... è questo il mio terrore!

Fabio.

sempre passeggiando.

Ha già cominciato col nome!

Maddalena.

a Maurizio. Credete.... da dieci mesi.... non respiriamo più!...

Fabio.

sempre passeggiando.

Figuriamoci come lo vorrà educare! [p. 250 modifica]

Maddalena.

È terribile.... — Non possiamo più leggere neanclie un giornale!...

Maurizio.

No?... E perchè?...

Maddalena.

Mahl... Ha certe idee sulla stampa....

Maurizio.

Ma.... è duro, in casa?... aspro?...

Maddalena.

Che! Peggio.... Garbatissimo! — Sa dire le cose per noi più dure in una maniera.... con argomenti cosi impensati e che pajono, stando a sentirlo, così inoppugnabili, che siamo sempre costrette a fare come vuol lui! — È un uomo spaventoso, spaventoso, Setti 1 — Io non ho più forza, neanche di fiatare....

Maurizio.

Signora mia, che vuole che le dica?... Mi sento proprio annichiUto.... Non avrei mai creduto....

Fabio.

Fammi il piacere! Non me ne posso andare io, in questo momento, perchè c’è il battesimo; se no, me n’andrei subito! Ma vattene, vattene tu! Lo capisci che non posso più sentirti dire cosi? Che non posso più vederti davanti a me?

Maurizio.

Hai ragione, sì.... Vado, vado.... [p. 251 modifica] SGENA QUARTA. Cameriere - Detti.

Cameriere.

aprendo l’uscio di fondo e annunziando.

Il signor Parroco di Santa Marta.

Maddalena.

alzandosi. Il cameriere si ritira.

Ah, fate entrare.

Maurizio.

A rivederla, signora.

Maddalena.

Ve ne volete proprio andare? Non volete assistere al battesimo? Fareste piacere ad Agata.... — Fatevi vedere, fatevi vedere.... Io spero molto su voi....

Maurizio apre ancora una Tolta le braccia; s’inchina, guarda Fabio, non osa neanche salutarlo; e va via per l’uscio di fondo, inchinandosi al Parroco

di Santa Marta che, nel frattempo, entra, introdotto dal cameriere, il quale torna a ritirarsi, richiudendo l’uscio. [p. 252 modifica]

SCENA QUINTA.

Il Parroco di Santa Marta - La Signora Maddalena - Fabio.

Maddalena.

Benvenuto; s’accomodi, signor Parroco....

Parroco.

Come sta? come sta, signora?

Fabio.

Reverendo signor Parroco....

Parroco.

Caro signor marchese.... — Son venuto, signora, per prendere le disposizioni....

Maddalena.

Grazie, signor Parroco. Già è stato qui il chierico che lei ha mandato....

Parroco.

Ah, bene, bene....

Maddalena.

Sissignore.... E abbiamo preparato tutto di là.... Anche con gh arredi che ha portato dalla chiesa.... Ah, è venuto un amore, sa? Belio! proprio bello!... Ora lo conduco a vedere....

Parroco.

La signora?

Maddalena.

Ecco, la faccio chiamare....

Parroco.

No, se è occupata.... Volevo sapere se stava

bene.... [p. 253 modifica]

Maddalena.

SI, adesso bene, grazie.... — Capirà, è tutta del suo piccino....

Parroco.

Eh, me l’immagino....

Maddalena.

Non se ne stacca un momento.

Parroco.

E il signor marchese, dunque, sarà il padrino?

Fabio.

Già.... si....

Maddalena.

E io la madrina!

Parroco.

Ah, questo s’intende! E.... per il nome?... Resta fissato quello?

Maddalena.

Eh.... purtroppo,.

Purtroppo....

Un grosso sospiro.

Fabio.

Parroco.

Però.... sanno.... in fondo.... è un bel santo.... un rei... Io mi occupo, modestamente, d’agiografia.,..

Maddalena.

Oh, lo sappiamo, lei è un dotto!

Parroco.

No, no.... per carità, non dica! Studio con passione.... si,... — Fu re di Borgogna, san Sigismondo, ed ebbe in moglie Amalberga, figliuola di Teodorico.... Sebbene poi, rimasto vedovo.... disgraziatamente sposò una damigella di lei.... una perfida che, per infami istigazioni, gli fece commettere.... eh, sì.... il più atroce dei deliili.... sul proprio figliuolo.... [p. 254 modifica]§54 IL PIACEEE dell’onesta

Maddalena.

Dio mio! Sul proprio figliuolo? E che gli fece?

Parroco.

Eh.... — lo strangolò!

Maddalena.

quasi con un grido, a Fabio.

Avete capito?

Parroco.

subito.

Ah, ma si penti, sa? Subito! E si dedicò in espiazione agli esercizi della più rigida penitenza; si ritirò in un’abbazia; vestì il sajo; e le sue virtù e il supplizio sopportato con santa rassegnazione lo fecero onorare come un martire!

Maddalena.

Ebbe anche il supplizio?

Parroco.

con gli occhi socchiusi, allunga il collo, lo piega, e poi con un dito fa il segno della decapitazione.

Nel 524, se non sbaglio....

Fabio.

Non c’è male! Un bel santo! Strangola il figliuolo.... muore decapitato....

Parroco.

Ma spesso i più grandi peccatori, signor marchese, diventano i santi più eccelsi! E questo fu anche un saggio, creda! Si deve a lui il codice dei Borgognoni, la famosa Loi Gambette! — È un’opinione, veramente, combattuta; ma io sto col Savigny che la sostiene.... sì, si.... sì, si.... io sto col Savigny!....

Maddalena.

Per me, padre, l’unico conforto è che potrò chiamarlo col suo diminutivo: — Dino.... [p. 255 modifica] . Parroco. Ecco, ecco.... Dino.... va benissimo! — Per un bambino — Dino — quadra.... quadra a meraviglia, è vero, signor marchese?

Maddalena.

Si! Ma sta a vedere se lui lo permetterù....

Fabio.

Ecco.... appunto....

Parroco.

Eh, dopo tutto.... se tiene al nome del padre il signor Baldovino.... — bisognerà aver pazienza.... — Dunque, come si resta per l’ora?

Maddalena.

Ma bisogna che lo dica lui, anche questo, sìgnor Parroco. — Aspetti....

Preme un campanello elettrico alla parete.

Lo faremo subito avvertire. Abbia pazienza un momento.

SCENA SESTA.

Detti - Cameriere.

n cameriere entra dall’uscio di fondo.

Maddalena.

Avvertite il signore che c’è qua il signor Parroco. Se può venire un momento.... — Di qua, di qua....

Indica l’uscio a sinistra. Il cameriere s’inchina, attraversa la scena, picchia l’uscio a sinistra, apre, e via. [p. 256 modifica]S66 IL FLiCEBB DBLL’oNBSTI

SCENA SETTIMA.

Il Parroco - La Signora Maddalena - Fabio - Baldovino.

Baldovino.

entrando, premuroso, dall’ uscio a sinistra.

Oh, reverendissimo signor Parroco, onoratissimo della sua visita.... Prego, prego, stia comodo....

Parroco.

L’onore è mio. Grazie, signor Baldovino.... Noi l’abbiamo incomodata....

Baldovino.

Che dice, per carità! Sono proprio felice di vederla in casa mia.... In che posso servirla?

Parroco.

Favorirmi, grazie.... Ecco.... volevamo accordarci per l’ora del battesimo....

Baldovino.

Ma a sua disposizione, signor Parroco; quando vuole! — La madrina è qua; il padrino è qua; la comare credo sia di là; io sono pronto.... la chiesa è qui a due passi....

Maddalena.

con stupore.

Come? Come?

Perchè f

Fabio.

con ira a stento repressa.

Baldovino.

voltandosi a guardarli, quasi

stordito. [p. 257 modifica]

Parroco.

subito.

Ecco, signor Baldovino.... si era disposto.... — ma come? lei non lo sapeva?

Maddalena.

È tutto pronto di là!

Baldovino.

Pronto?... Che cosa?

Parroco.

Per il battesimo!... Da celebrarlo in casa.... per far più degna la festa....

Fabio.

Il signor Parroco stesso ha mandato alcuni arredi dalla chiesa I

Baldovino.

Per far più degna la festa?.... Mi perdoni, signor Parroco, non m’aspettavo che lei dovesse dire così!...

Parroco.

No, ecco.... intendo.... che in città è uso, sa?... di tutti 1 signori più in vista.... celebrare in casa la festa....

Baldovino.

con semplicità sorridente.

E lei non avrebbe caro, signor Parroco, che uno desse l’esempio di quell’umiltà, per cui non c’è signori né poveri davanti a Dio?...

Maddalena.

Ma nessuno vuole offendere Dio, celebrando in famiglia il battesimo!

Fabio.

Eh via! Scusa.... pare che sia un proposito in te di guastar tutto, ostacolando sempre ciò che propongono gli altri! — È curioso, via.... che tu.... proprio tu t’immischi in queste cose e faccia la

lezione!... [p. 258 modifica]

Baldovino.

Per carità, caro marchese, non mi far fare la voce grossa.... Vuoi forse la mia professione di fede?

Fabio.

Ma no! non voglio niente!

Baldovino.

Se ti pare un’ipocrisia da parte mia....

Fabio.

Non ho detto ipocrisia! Mi pare un puntiglio, scusa....

Baldovino.

Vuoi entrare nel mio sentimento? Che ne sai tu? Ma vogUo ammettere tu creda che, secondo il sentimento mio, non dovrei dare importanza a quest’atto, che voi tutti pure volete compiere.... — del battesimo! Ebbene; ma tanto più, allora! Se quest’atto non è per me, ma per il bambino, e io come voi approvo e riconosco che per lui si debba compiere, intendo che sia compiuto come si deve; che il bambino, senz’alcun privilegio che offenderebbe l’atto stesso che gli si fa compiere, vada in chiesa, al fonte battesimale. Mi sembra curioso, scusa, piuttosto, che le facciate dire a me, queste cose, davanti al signor Parroco, che non può non riconoscere quanta maggior divozione, è vero? e solennità abbia un battesimo celebrato, nudamente, nella sua sede degna....

Parroco.

Ah, certo!... non c’è dubbio....

Baldovino.

Del resto, non ci sono io solo. — Poiché si tratta del bambino — che prima di tutto è della madre! — sentiamo anche lei!

Preme due volte alla parete il campanello elettrico.

Ma — non parleremo né io, nò voi: lasceremo

parlare il signor Parroco.... [p. 259 modifica]

SCENA OTTAVA.

Cameriera - Detti - Agata.

La cameriera entra per l’uscio a destra.

Baldovino.

Pregate la signora, se può favorire qua un momento.

La cameTiera s’inchina e via.

Parroco.

Ecco.... io, veramente.... avrei più caro che parlasse lei, signor Baldovino, che parla così bene....

Baldovino.

Oh no, no; anzi, guardi: io mi ritiro. Dirà lei, come crede, le mie ragioni;

A Maddalena e a Fabio: voi direte le vostre. Deciderà la madre, cosi, in piena libertà. E si farà come lei avrà deciso. — Eccola.

Agata entra dall’uscio a destra, in una ricca vestaglia. È palUda, rigida. Fabio e il Parroco si alzano. Baldovino è in piedi.

Agata.

Oh, il signor Parroco....

Parroco.

Le mie felicitazioni, signora....

Fabio.

inchinandosi.

Signora.... [p. 260 modifica]

Baldovino.

ad Agata.

È per disporre circa al battesimo.

Al Parroco.

La riverisco, Reverendo.

Parroco.

La ossequio, signor Baldovino.

Baldovino via per l’uscio a sinistra.

SCENA NONA.

Detti - meno Baldovino.

Agata.

Ma non si è disposto?... io non so....

Maddalena.

Si. È tutto pronto di là! tutto.... cosi benel

Fabio.

Ce n’è una nuova!

Parroco.

Il signor Baldovino.... già....

Maddalena.

Non vuole che si faccia più in casa il battesimo!

Agata.

E perchè non vuole I

Maddalena.

Ma perchè, dice....

Parroco.

Permette, signora? — Veramente non ha detto che non vuole. Vuole che decida lei, signora, perchè sopratutto — ha detto — Il bambino appar[p. 261 modifica]tiene alla madre.... Sicché, se lei vuole, signora, clie si celebri in casa....

Maddalena.

Ma si 1 Come s’era rimasti, è vero?

Parroco.

Io veramente non ci trovo nulla di male....

Fabio.

S’è fatto in tante case!

Parroco.

E l’ho fatto notare, è vero? l’ho fatto anche notare al signor Baldovino!...

Agata.

E allora? Non so su che cosa debba decidere io....

Parroco.

Ah, ecco.... Perchè il signor Baldovino ha fatto osservare — e giustamente, bisogna riconoscerlo! con un senso di rispetto che gh fa molto onore.... — ha fatto osservare che il battesimo certamente avrebbe maggior solennità celebrato in chiesa, nella sua sede degna: anche per non offendere.... — ah! ha detto una parola veramente bella! — " senz’alcun privilegio „ ha detto " che offenderebbe l’atto stesso che si fa compiere al bambino „. — Come principio!... Come principio!...

Agata.

Ebbene?... Dunque.... — se lei approva?

Parroco.

Ah, come principio, signora, non posso non approvare!

Agata.

Sta bene. E dunque, si faccia come vuol lui.

Maddalena.

Ah! Come? Approvi anche tu?

Agata.

Ma si che approvo, mamma.... [p. 262 modifica]

Parroco.

Come principio, io dico, signora; ma poi....

Fabio.

Non vi sarebbe nessun’offesa.

Parroco.

Oh, certo!... nessuna! che offesa?

Fabio.

C’è solo il gusto di guastare una festa!

Parroco.

Ma se la signora stessa decide cosi....

Agata.

Sì, signor Parroco: decido cosi.

Parroco.

E allora, sta bene. — La chiesa è qui: non hanno che da farmi avvertire. — La ossequio, signora.

Alla Signora Maddalena. Signora....

Maddalena.

L’accompagno.

Parroco.

Non s’incomodi, prego.... — Signor marchese....

Fabio.

La riverisco.

Parroco.

a Maddalena.

. Non s’incomodi, signora.

Maddalena.

Ma no.... prego, prego....

Via per la comune il Par roco e la signora Maddalena. [p. 263 modifica] SGENA DECIMA. Agata - Fabio.

Agata, pallidissima, fa per ritirarsi per r uscio a destra. Fabio, tutto fremente, le si appressa e le parla a voce bassa, concitatamente.

Fabio.

Agata, in nome di Dio, non spingere fino all’estremo la mia pazienza!

Agata.

Basta....

Indica austeramente, piìi col capo che con là mano l’uscio a sinistra.

ti prego....

Fabio.

Ancora.... ancora come vuol lui?

Agata.

Se come vuol lui, ancora una volta è giusto....

Fabio.

Tutto, tutto è stato vangelo per te, ciò che lui ha detto fin dal primo giorno che ci fu messo tra i piedi!

Agata.

Non ritorniamo adesso a discutere su ciò che fu stabiUto allora, d’accordo!

Fabio.

Ma perchè vedo che sei tu, adesso, tu! — Tutto è stato per te vincere l’orrore dalla prima impressione! Potesti vincerlo ascollando, non vista, le [p. 264 modifica]sue parole — e ora, eccoli: puoi star tranquilla, cosi, a quanto si stabilì allora e che io accettai solamente per tranquillar tei Sei tu, ora, sei tu! Perchè lui sa....

Agata.

subito, fiera. Che sa?

Fabio.

Ma vedi? vedi? Tu tieni a lui! che egli sappia che tra noi non c’è più nulla da allora!....

Agata.

Io tengo a me!

Fabio.

A lui 1 a lui!

Agata,

No! Per me stessa non posso tollerare ch’egli supponga altrimenti!

Fabio.

Ma si, per la stima di lui, che desideri! Come se egU non si fosse prestato qui a questo patto tra noi!

Agata.

Dire cosi, per me, non significa altro — se mai — che la vergogna sua dovrebbe essere anche la nostra. — Tu la vorresti per lui. Io non la vogUo per me!

Fabio.

Ma io voglio quello che è mio! quello che dovrebbe esser mio ancora. Agata! — Te.... te.... te....

La afferra, freueticamente, la vorrebbe stringere a sé.

Agata.

relnttando, senza cedere minimamente.

No.... no.... via! lasciami andare! Te l’ho detto:

— Se non prima.... [p. 265 modifica]

Fabio.

senza lasciarla, con foga crescente.

Ma sarà oggi stesso! Lo caccerò via come un ladro, oggi, oggi stesso!

Agata.

stnpita, senza più forza di resistere. Come un ladro?

Fabio.

stringendola a sé.

Sì.... SÌ.... come un ladro! come un ladro!. C’è cascato! Ha rubato!

Agata.

Ne sei certo?

Fabio.

Ma sì! Ha più di trecento mila lire in tasca.... ~ Lo cacceremo via oggi stesso! — E tu tornerai mia, mia, mia....

SCENA UNDECIMA.

Baldovino - Detti.

S’apre l’ uscio a sinistra e ne esce col cappello a stajo in capo Baldovino. Scoprendo i due abbracciati, subito s’arresta con sorpresa.

Baldovino.

Oh! — Chiedo scusa....

Poi, con severità attenuata da un sorriso di finissima arguzia:

Dio mio, signori.... sono entrato io, e non è niente....

ma pensate, poteva entrare il cameriere.... — Chiudete almeno le porte, mi raccomando.... [p. 266 modifica]

Agata.

fremente di sdegno.

Non c’era affatto bisogno di chiudere le porte!

Baldovino.

Non dico per me, signora. Lo dico al signor marchese, per lei!...

Agata.

L’ho detto io stessa al signor marchese, che ora — del resto —

Lo guarda fieramente, avrà da intendersi con lei!

Baldovino.

Gon mei — Volentieri. — E su che!

Agata.

lo gnarda fieramente. Domandatelo a voi stesso!

Baldovino.

A me?

Si volta a Fabio. E che cosa?

Agata.

a Fabio, imperiosamente. Parlate!

Fabio.

No, non adesso....

Agata.

Vogho che glielo diciate adesso davanti a me!

Fabio.

Ma bisognerebbe aspettare....

Baldovino.

subito, sarcastico.

Il signor marchese ha forse bisogno di testimonii?

Fabio.

Non ho bisogno di nessuno! Voi avete intascato

trecento mila hrel [p. 267 modifica]

Baldovino.

calmissimo, sorridente.

No, più, signor marchese! Eli, sono piùl sono cinquecentosessantatremila.... aspetti!

Cava dalla tasca interna il jwrtafoglio, ne trae cinque cartoncini con prospetti di cifre a rendiconto, debitamente intestati, e legge nell’ultimo la cifra totale.

cinquecentosessantatremilasettecentoventotto e sessanta centesimi! Più di mezzo milioncino, signor marchese. — Lei fa di me una stima troppo mediocre!

Fabio.

Siano quelle che siano! — • Non me n’importa! — Potete tenervele, e andare!

Baldovino.

Troppa furia.... troppa furia, signor marchese! — Lei ha ragione d’averne, a quanto sembra; ma appunto per questo badi che il caso è molto più grave di quanto lei s’immagina!

Fabio.

Ma via! Smettete adesso codeste arie!

Baldovino.

Che arie, no....

Si Tolge ad Agata. Prego la signora d’avvicinarsi e di stare a sentire.

Poi, come Agata con accigliata rigidezza s’ è appressata:

Se volete prendervi il piacere di darmi del ladro, potremo intenderci anche su questo: anzi, è bene che c’intendiamo subito. — Ma vi prego di considerare intanto, che non è giusto, prima di tutto, per me. Ecco qua:

Mostra loro i cartoncini, tenendoli aperti a ventaglio.

Da questi prospetti — lei vede, signor marchese [p. 268 modifica] — risultano intestate come risparmi e imprevisti guadagni della vostra Società le cinquecento e più mila lire. Ma non fa niente: si può rimediare, signora! — Avrei potuto mettermele in tasca con due dita, secondo loro

Indica Fabio, alludendo anche ai snoi Bocii.

se fossi cascato nella trappola che m’han fatto tendere da un certo omino storto cacciatomi tra i piedi, quel signor Marchetto Fongi che è venuto anche stamattina.... — Oh

A Fabio: non nego che non fosse tesa con una caria ablhtà, la trappola!...

Ad Agata: Lei non s’intende di queste cose, signora: ma mi avevano combinato un certo giro di partita, per cui doveva risultare a me solo un’eccedenza di guadagno che avrei potuto intascarmi senz’altro, sicurissimo che nessuno se ne sarebbe accorto. Se non che, loro che mi avevano appunto combinato questo giro, se io ci fossi cascato e avessi intascato il danaro, m’avrebbero colto subito con le mani nel sacco....

A Fabio: Non è così?

Agata.

con sdegno appena contenuto, guardando Fabio che non risponde.

Avete fatto questo!

Baldovino.

subito.

Oh no, signora! Non c’è da aversene a malel — E se lei può rivolgergU con tanta fierezza codesta domanda, guardi che, non lui, ma io debbo sentirmi mancare — perchè vuol dire che veramente la condizione di quest’uomo B’è fatta intollerabile. [p. 269 modifica] E se si è fatta intollerabile la sua, diventa, per conseguenza, intollerabile la mia!

Agata.

Perchè, la vostra?

Baldovino.

le volge un rapido sguardo di profonda intensità e subito abbassa gli occhi, turbato, come smarrito.

Ma perchè.... se io divento uomo davanti a lei.... io.... io.... non potrei più.... — ah, signora.... m’avverrebbe la cosa più trista che si possa dare: quella di non potere più alzar gli occhi a sostenere lo sguardo degU altri....

Si passa una mano sugli occhi, suUa fronte, per riprendersi.

No.... via, via.... Qua bisogna venir subito a una risoluzione!

Amaramente.

Ho potuto pensare che mi sarei presa oggi la soddisfazione di trattare come ragazzini questi signori consiglieri, questo Marchetto Fongi, e anche voi, marchese, che v’eravate fatta l’illusione di prendere al laccio, cosi, uno come me! — Ma ora penso che se avete potuto ricorrere a codesto mezzo, di denunziarmi come ladro, per vincere il ritegno di lei

Indica Agata,

senza neppur considerare che questa vergogna di cacciarmi di qua come un ladro, di fronte a cinque estranei, si sarebbe rovesciata sul bambino appena nato.... — eh, penso che dev’essere ben altro il piacere, per me, dell’onestà!

Porge a Fabio i cartoncini che ha mostrato.

ECCO qua a lei, signor marchese!

Fabio.

Che volete che me ne faccia! [p. 270 modifica]

Baldovino.

Li laceri: sono l’unica prova per me! — Il danaro è in cassa, fino all’ultimo centesimo.

Lo guarda fermo negli occhi, poi, con forza e con durezza sprezzante:

Ma bisogna che Io rubi lei!

Fabio.

rivoltandosi come sferzato in faccia:

Io?

Lei, lei, lei. Siete pazzo?

Baldovino.

Fabio.

Baldovino.

lo guarda fermo negli occhi, poi, con forza e con durezza sprezzante:

Vuol far le cose a mezzo, signor marchese? — Le ho pur dimostrato che, volendomi onesto, doveva per forza risultar questo; che la cattiva azione l’avrebbe commessa lei! Rubi questo danaro: passerò io per ladro — e me ne andrò, perchè, veramente, qui non posso più stare.

Fabio.

Ma sono pazzie!

Baldovino.

No, che pazzie! Io ragiono per lei e per tutti. — Non dico mica che lei debba mandarmi in galera. — Non potrebbe. — Lei ruberà il danaro solamente per me.

Fabio.

fremendo e facendoglisi incontro: Ma che dite?

Baldovino.

Non s’offenda: è una parola, signor marchese! Lei farà una magnifica figura. — Toglierà per un [p. 271 modifica]momento il danaro dalla cassa, per far vedere che l’ho rubato io. Poi subito lo rimetterà, perchè 1 suoi socii naturalmente non abbiano a soffrir danno della fiducia, che mi hanno accordato per un riguardo a lei. È cliiaro. Il ladro resterò io.

Agata.

insorgendo: No! no! questo no!

Controparte dei due nomini. E allora, come per correggere, senza cancellarla, l’ impressione della sua protesta. E il mio bambino?

Baldovino.

Ma è una necessità, signora....

Agata.

Ah, no! Io non posso, io non voglio ammetterla!

SGENA DODICESIMA.

Cameriere - Detti - poi i quattro Consiglieri - Marchetto FoNGi - La Signora Maddalena - La Comare.

Cameriere.

presentandosi still’uscio a destra in fondo e annunziando:

I signori ConsigUeri e il signor Fongi.

Si ritira.

Fabio.

subito costernatissimo. Rimandiamo a domani questa discussione!

Baldovino.

pronto, forte, sfidando

Io sono deciso e pronto fin d’adesso. [p. 272 modifica]

Agata.

E io vi dico che non voglio, capite? non voglio!

Baldovino.

con estrema risoluzione.

Ma più che mai per questo, signora....

Marchetto Fongi

entrando coi quattro consiglieri.

Permesso?... Permesso?...

Contemporaneamente, dall’uscio a destra, entrano la signora Maddalena col cappello in capo e la comare tutta parata di gala, infiocchettata, con sulle braccia il neonato in un port-enfant ricchissimo, coperto da un velo celeste. Tutti si fanno attorno, con esclamazioni, congratulazioni, saluti, a soggetto, mentre la signora Maddalena solleva cautamente il velo per mostrare il neonato.

Tela.