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Baldovino.
calmissimo, sorridente.
No, più, signor marchese! Eli, sono piùl sono cinquecentosessantatremila.... aspetti!
Cava dalla tasca interna il jwrtafoglio, ne trae cinque cartoncini con prospetti di cifre a rendiconto, debitamente intestati, e legge nell’ultimo la cifra totale.
cinquecentosessantatremilasettecentoventotto e sessanta centesimi! Più di mezzo milioncino, signor marchese. — Lei fa di me una stima troppo mediocre!
Fabio.
Siano quelle che siano! — • Non me n’importa! — Potete tenervele, e andare!
Baldovino.
Troppa furia.... troppa furia, signor marchese! — Lei ha ragione d’averne, a quanto sembra; ma appunto per questo badi che il caso è molto più grave di quanto lei s’immagina!
Fabio.
Ma via! Smettete adesso codeste arie!
Baldovino.
Che arie, no....
Si Tolge ad Agata. Prego la signora d’avvicinarsi e di stare a sentire.
Poi, come Agata con accigliata rigidezza s’ è appressata:
Se volete prendervi il piacere di darmi del ladro, potremo intenderci anche su questo: anzi, è bene che c’intendiamo subito. — Ma vi prego di considerare intanto, che non è giusto, prima di tutto, per me. Ecco qua:
Mostra loro i cartoncini, tenendoli aperti a ventaglio.
Da questi prospetti — lei vede, signor marchese