Il piacere dell'onestà/Atto Terzo

Atto Terzo

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Atto Secondo

[p. 273 modifica]ATTO TERZO.

Lo studio di Baldovino. Ricco arredo di sobria eleganza Uscio in fondo, luscio laterale a destra.

SCENA PRIMA.

Baldovino - La Signora Maddalena.

Baldovino, vestito dello stesse abito con cui s’è presentato al primo atto, siede fosco e duro, coi gomiti sulle ginocchia e la testa tra le mani, guardando a terra. La signora Maddalena gli parla affannosamente da presso.

Maddalena.

Ma dovreste capire che non avete questo diritto! Non si tratta più né di voi, né di lui; neppure di lei; ma del bambino.... del bambino!

Baldovino.

levando il capo a guardarla ferocemente:

E che volete che importi a me del bambino?

Maddalena.

atterrita; ma riprendendosi:

Oh Dio, è vero. — Ma vi richiamo a quanto voi stesso diceste, per il bambino appunto: il danno che gliene sarebbe venuto! Sante parole che si sono impresse nel cuore della mia figliuola e che ora — dovreste intenderlo — glielo fanno sanguinare; ora ch’ella non è più altro che -madre, madre soltanto!

PlBANDBLLO. IS [p. 274 modifica]

Baldovino.

Non intendo più nulla, io, adesso, signora!

Maddalena.

Ma non è vero! Se l’avete fatto notare voi stesso, jeri, a luil

Baljvjvino.

Che cosai

Maddalena.

Che non avrebbe dovuto farlo per il bambino!

Baldovino.

Io? — Ma no, signora. — A me non importa ente che il signor marchese l’abbia fatto. Saie vo bene che l’avrebbe fatto.

La guarda, più con fastidio che con sprezzo.

E lo sapevate del resto anche voi, signora!

Maddalena.

Io, no! io, no, vi giuro!

Baldovino.

Ma come no, scusate 1 Perchè avrebbe messo su, altrimenti, questa Società anonima?

Maddalena.

Perchè? — Io penso per.... per darvi da fare....

Baldovino.

Già, e allontanarmi da casa! — Si, senza dubbio, semplicemente per questo, in principio, perchè sperava che, avendo qua una maggior libertà, mentr’io ero occupato altrove, la vostra flgUuola....

Maddalena.

subito interrompendo-:

No, Agata no! — Lui certo, si, l’avrà fatto per

questo — Ma vi posso assicurare che Agata.... [p. 275 modifica]

Baldovino.

levando le braccia e scattando.

Ah perdio, ma dunque siete cosi cieca anclie voi? Potete far codesta assicurazione — voi — a me?

Maddalena.

È la verità....

Baldovino.

E non vi fa spavento?

Pausa Non capite che questo vuol dire ch’io me ne debbo andare, e clie voi, invece di venire qua da me, dovete star presso la vostra figliuola a persuaderla che è bene ch’io me ne vada?

Maddalena.

Ma come, Dio mio, come? È tutto qui!

Baldovino.

Non importa come! Importa che me ne vada!

Maddalena.

No! no! Ve l’impedirà lei!

Baldovino.

Per carità, signora, non fate perdere la testa anche a me! non mi fate venir meno la forza che ancora mi rimane, di veder le conseguenze di ciò che gh altri ciecamente fanno! Ciecamente, badate, non per mancanza d’intelletto, ma perchè quando uno vive, vive e non si vede. Vedo io, perchè sono entrato qua per non vivere. — Volete farmi vivere per forza? — Badate a voi, che se la vita mi riprende e acceca anche me....

S’ interrompe, dominando a stento r irrompere della sua umanità che, nella minaccia, ogni volta gli dà un aspetto quasi feroce; e riprende, calmo, quasi frigido:

Guardate.... guardate.... Io dunque, sempUcemente, la conseguenza ho voluto far notare al signor

Pirandello. 18* [p. 276 modifica]marchese di ciò che ha fatto: —che cioè, volendo far passare per ladro un uomo onesto — (non io, onesto, capite? ma quell’uomo ch’egli ha voluto qua onesto e che io mi son prestato a rappresentare per dimostrargU la sua cecità) — volendo farlo passare per ladro, bisognava die il danaro lo rubasse lai.

Maddalena.

Ma come volete che lo rubi lui?

Baldovino.

Per far passare me da ladro.

Maddalena.

Ma egli non può! non deve!

Baldovino.

Egli lo ruberà, ve lo dico io! — Lo ruberà per fìnta. Se no, lo ruberò io per davvero! — Volete costringermi a rubarlo per forza?

SCENA SECONDA.

Detti - Maurizio.

Maurizio entra costernato dall’uscio a destra. Baldovino, appena lo vede entrare, scoppia in una gran risata.

Baldovino.

Ah! ah! ah! ah! — Vieni a pregarmi anche tu di " non commettere questa pazzia „?

Maddalena.

subito a Maurizio: SI, si, per carità, Setti, persuadetelo voi!

Maurizio.

Ma stia tranquilla che non la commetterà! Perchè

sa bene che è una pazzia; non sua, ma di ^ablol [p. 277 modifica]

Baldovino.

Ti ha spinto luì a correr subito al riparo?

Maurizio.

Ma no! Io sono qua perchè tu stesso m’iial scritto di venire.

Baldovino.

Ah, già.... — E m’hai portato davvero le cento lire che ti chiedevo in prestito?

Maurizio.

Non ti ho portato nulla!

Baldovino.

Perchè hai capito — uomo di spirito — ch’era tutta una finzione? Bravissimo!

Si prende con le mani la giacca e:

Vedi però che mi trovi vestito per andarmene — come ti dicevo nel mio biglietto — con lo stesso abito con cui son venuto! — A un onest’uomo vestito così — eh? non mancano proprio che le cento lire domandate in prestito a un proverbiale amico d’infanzia, per andarsene via decentemente!...

Con uno scatto improvviso, accostandoglisi e ponendogli una mano di qua, nna mano di là, snlle braccia.

Bada che tengo moltissimo a questa finzione!

Maurizio.

stordito.

Ma che diavolo dici?

Baldovino.

voltandosi a guardar la signora Maddalena e ridendo di nuovo:

Questa povera signora guarda con tanto d’occhi....

Amabilmente, ambiguo:

Ora le spiego, signora.... — Dunque, veda, Ter[p. 278 modifica]è78 IL PIACERE DELl’osESTÀ

rore del signor marchese, signora mia — (errore, badi, scusabilissimo, e degno per me del maggior compatimento!) — è consistito semplicemente nel credere ch’io potessi realmente cascare in una trappola.... L’errore non è irreparabile. Il signor marchese si persuaderà che, essendo io entrato qua per una finzione a cui ho preso gusto, questa finzione dev’esser seguita fino all’ultimo — fino al furto, sissignori — ma non sul serio, ha capito? — che io, cioè, debba mettermi in tasca davvero trecentomila lire, come credeva lui (son più di cinquecento, signora). — Faccio tutto gratis; anche il dramma necessario di questo furto, per il piacere che mi son preso! — E non temete, oh! che ponga a effetto la minaccia fatta balenare solo per tenere in rispetto il signor marchese: che vorrò prendermi il bambino, di qui a tre o quattr’anni! — Storie! — Che volete che me ne faccia io, del bambino? 0 — temete forse un ricatto?

Maurizio.

Ma smettila, via! Qua nessuno può pensarlo!

Baldovino.

E se per esempio l’avessi pensato io!

Maurizio.

Ti dico di smetterla!

Baldovino.

Non il ricatto, no.... — ma di condurre la finzione fino a godermi questo squisito piacere, di vedervi qua tutti affannati a scongiurarmi di non voler passare per ladro prendendomi un danaro, che pur con tanta industria mi si voleva far prendere!

Maurizio.

Ma se tu non l’hai preso? [p. 279 modifica]

Baldovino.

Bravo! Perchè voglio che lo prenda lui, con le sue mani!

Vedendo comparire in gran subbuglio, aiTannato, palidissimo, Fabio su la soglia dell’uscio a destra:

E lo prenderà, ve l’assicuro io!

SCENA TERZA.

Fabio - Detti.

Fabio.

smorendo e accostandosi trepidante a Baldovino:

Lo prenderò?... Ma dunque.... — oh Dio!... — Avete lasciato.... avete lasciato.... in altre mani le chiavi della cassai

Baldovino.

No, signor marchese. Perchè?

Fabio.

Dio mio.... Dio mio.... e allora? che qualcuno sia venuto a sapere.... per qualche confidenza del Fongi?

Maurizio.

Manca il danaro dalla cassa?

Maddalena.

Oh Dio!

Baldovino.

Ma no, stia tranquillo, signor marchese;

Batte una mano sulla giacca per indicare la tasca interna.

l’ho qua! [p. 280 modifica]

Fabio.

Ah! L’avete preso voi?

Baldovino.

Le ho detto che con me non si fanno le cose a mezzo!

Fabio.

Ma dove volete insomma arrivare?

Baldovino.

Non tema. — Sapevo che a un gentiluomo come lei avrebbe fatto ribrezzo togliere anche per finta, per un momento solo, questo danaro dalla cassa; e sono andato a prenderlo io, jersera.

Fabio.

Ah sì? E a quale scopo?

Baldovino.

Ma per dar modo a lei, signor marchese, di fare il magnifico gesto della restituzione.

Fabio.

V’ostinate ancora in codesta pazzia?

Baldovino.

Vede che l’ho preso realmente. E se lei ora non fa come le dico io, questa che dev’essere ancora una finzione, diventerà sul serio ciò che voleva lei.

Fabio.

Volevo.... — ma non capite che non voglio più, ora?

Baldovino.

Lo voglio io, ora, signor marchese,

Fabio.

Che volete?

Baldovino.

Precisamente ciò che voleva lei. — Non ha detto jeri, di là alla signora

Allude ad Agata, ch’io aveva In tasca il danaro? — Ebbene, l’ho In

tasca! [p. 281 modifica]

Fabio.

Ah. ma non avete in tasca anche me, perdio!

Baldovino.

Anche lei! — anche lei, sipiior marchese! — Io vado adesso a’ia riunione del Consigho. Debbo far l’esposizione. Lei non può impedirmelo. Tacerò naturalmente di quest’eccedenza che il signor Marchetto Fongi mi aveva così bene combinata, e gh darò la soddisfazione di sorprendermi a rubare. — Ah, non dubiti, saprò simulare a maraviglia lo smarrimento del ladro colto In fallo. — Poi aggiusteremo qua ogni cosa.

Fabio.

Voi non lo farete!

Baldovino.

Lo farò, lo farò, signor marchese.

Maurizio.

Ma non si può passar per ladro volontariamente, quando non si è!

Baldovino.

fermo minacciando.

Vi ho detto che son disposto anche a rubare davvero, se v’ostinate a impedirmelo!

Fabio.

Ma perchè, in nome. di Dio, perchè? se io stesso vi prego di rimanere?

Baldovino.

fosco, con gravità lenta, voltandosi a guardarlo, leoninamente.

E come vorrebbe lei, signor marchese, che io rimanessi qua, ora?

Fabio.

Vi dico che sono pentito.... pentito sinceramente....

Baldovino.

Di Che? [p. 282 modifica]

Fabio.

Di ciò che ho fattoi

Baldovino.

Ma non di ciò che ha fatto dev’esser pentito lei, caro signore, perchè è naturaUssimo — ma di ciò che non ha fatto!

Fabio.

E che avrei dovuto fare?

Baldovino.

Che? Ma dovevate venir da me subito, dopo qualche mese, a dirmi che, se stavo ai patti io (il che non mi costava nulla), e volevate starci anche voi (com’era naturale); c’era qualcuno qua, sopra di voi e dì me, a cui — com’io stesso vi avevo predetto — la dignità, la nobiltà dell’animo avrebbero impedito di starci, e subito io, allora, caro signore, vi avrei dimostrato l’assurdità della vostra pretesa, che cioè entrasse qua, a far questa parte, un uomo onesto!

Fabio.

Sì, si, avete ragione! E difatti me la son presa con lui

Indica Maurizio.

che mi ha portato qua uno come voii

Baldovino.

Ma no che ha fatto benissimo lui, credete, a portar me! — Un mediocre onesto volevate voi qua, è vero? Come se fosse possibile che un mediocre accettasse una simile posizione, senz’essere un farabutto! — Ho potuto soltanto accettarla io che — come vedete — posso non farmi scrupolo dì passare per ladro!

Maurizio.

Ma come? perchè?

Fabio.

contemporaneamente.

Cosi, per gusto? [p. 283 modifica]

Maurizio.

Chi ti costringe? Nessuno lo vuole!

Maddalena.

Nessuno! Siamo qui tutti a pregarvi!

Baldovino.

a Manrizio:

Tu, per amicizia....

Alla signora Maddalena: Lei, per il bambino....

A Fabio E voi, per che cosa?

Fabio.

Ma anche per questo.

Baldovino.

guardandolo negli occhi, da: presso:

E per che altro?

Fabio non risponde.

Ve lo dico io per che altro: perchè avete veduto l’effetto, ora, di ciò che avete fatto....

A Maddalena:

Signora mia, il buon nome del bambino?... Ma è un’illusione.... Lui sa

Indica Manrizio,

che pur troppo.... il mio passato.... — Sì, poteva questa mia vita d’ora.... cosi specchiata.... fino dall’alba della sua venuta al mondo.... non far pensare più, forse, a tante cose tristi.... notturne.... dell’altra mia vita.... — Ma lei ha da pensare adesso a ben altro che al bambino, signora!

Si rivolge anche agli altri.

Non volete tener conto di me? Vi pare ch’io possa esser qua sempre un lume soltanto, per voi, e [p. 284 modifica]basta? Ho anch’io infine la mia povera carne che grida! Ho sangue anch’ io 1 nero sangue, amaro di tutto il veleno dei miei ricordi.... — e ho paura che mi s’accenda 1 — Jeri, di là, quando questo signore

Indica Fabio.

mi buttò in faccia, davanti alla vostra nobile figliuola, il presunto mio furto, io son caduto, più cieco di lui, più cieco di tutti, in un’altra e ben più grave insidia che da dieci mesi, stando qua, accanto a lei, quasi senza ardire di guardarla, occultamente m’ha teso questa mia carne: — s’è servita del vostro trabocchetto da bambini, signor marchese, per farmi sentir l’abisso. — Io dovevo tacere, capite? ingozzare davanti a lei la vostra ingiuria, passar per ladro, sì, davanti a lei: poi prendervi a quattr’occhi e dirvi e dimostrarvi che non era vero e costringervi segretamente a seguitar fra noi due d’intesa la parte sino alla fine. — Non ho saputo tacere, capite? — La mia carne ha gridato! — Voi.... lei.... tu.... avete ancora il coraggio di trattenermi? — Io dico che per castigare a dovere questa mia veccliia carne, sono ora forse costretto a rubare davvero!

Restano tatti mnti a i?nardarlo, sbigottiti. Una pausa. Entra dall’uscio a destra Agata, pallida e decisa. S’arresta dopo alcuni passi. Baldovino la guarda; vorrebbe forzarsi a resisterle composto e grave; ma gli si legge negli occhi quasi uno

smarrimento di terrore. [p. 285 modifica]

SCENA QUARTA.

Agata - Detti.

Agata.

alla madre, a Fabio, a Maurizio:

Lasciatemi parlare con luì, da sola.

Baldovino.

quasi balbettando, con gli occhi bassi:

No.... no, signora.... guardi, io....

Agata.

Ho da parlarvi.

Baldovino.

quasi balbettando, con gli occhi bassi:

È.... è inutile, signora.... Ho detto loro.... tutto ciò che avevo da dire....

Agata.

E sentirete ora ciò che ho da dirvi io....

Baldovino.

No, no!... per carità.... È inutile, le assicuro.... basta.... basta....

Agata.

Lo voglio.

Agli altri:

Vi prego di lasciarci soli.

La signora Maddalena, Fabio, Maurizio escono per l’uscio e

destra. [p. 286 modifica]

SCENA QUINTA.

Agata - Baldovino.

Agata.

Non vengo a dirvi di non andarvene. — Vengo a dirvi che verrò con voi.

Baldovino.

ha un momento ancora di smarrimento; si sostiene appena; poi dice piano:

Capisco. — Non volete parlarmi del bambino.... Una donna come voi non chiede sacrifizi: — li fa.

Agata.

Ma non è niente affatto un sacrifizio. È quello che devo fare.

Baldovino.

No, no, signora: voi non dovete farlo, né per lui, né per voi! E sta a me d’ impedirvelo, a qualunque costo!

Agata.

Non potete. Sono vostra moglie. Volete andarvene? È giusto. — Vi approvo, e vi seguo.

Baldovino.

Dove? — Ma via, che dite? — Abbiate pietà di voi e di me.... e non mi fate parlare.... intendetelo da voi stessa, perché io.... perchè io.... davanti a voi non so.... non so più parlare....

Agata.

Non e’ è più bisogno dì parole. Mi bastò fin dal

primo giorno ciò che diceste. Dovevo entrar subito a porgervi la mano. [p. 287 modifica]

Baldovino.

Ah, se l’aveste fatto, signora! Vi puro che sperai.... sperai per un momento che lo faceste.... dico, che foste entrata... — non che avrei potuto toccare la vostra mano.... — Sarebbe tutto finito fin d’allora!

Agata.

Vi sareste tirato indietro?

Baldovino.

No, vergognato, signora.... davanti a voi, come mi vergogno adesso....

Agata.

E di che? D’aver parlato onestamente?

Baldovino.

Facile, signora! Facilissima l’onestà, finché si trattava di salvare un’apparenza, capite? — Se voi foste entrata a dire che l’inganno per voi non era più possibile, io non avrei potuto restare qua neanche un minuto.... come non posso più restare adesso.

Agata.

Ma dunque voi avete pensato?...

Baldovino.

No, signora. Ho aspettato. — Non vi vidi entrare.... Ma parlai appunto per dimostrare a lui che pretendere da me l’onestà era impossil ile — non per me — per voialtri! — dovete intendere perciò, che ora — avendo voi mutate le condizioni — essa diventa invece impossibile per me: — non perchè me ne manchi il desiderio, la volontà — ma per ciò che io sono, signora.... per tutto quello che ho fatto.... — Già solo questa parte che mi son prestato a rappresentare....

Agata.

L’abbiamo voluta noi, questa parte! [p. 288 modifica]§89 IL PIACERE dell’onesta

Baldovino,

E io l’ho accettata!

Agata.

Ma dichiarando avanti quali sarebbero state le conseguenze per non farle accettare a lui! — Ebbene, io le ho accettate!

Baldovino.

E non dovevate, non dovevate, signora! Perchè

— (il vostro errore è qui) — non ho parlato io

— mai — qua; ha parlato una maschera grottesca! — E perchè? Voi eravate qua, tutti e tre, nella povera umanità che spasima nella gioj?i e gode nel tormento della sua vita! Una povera debole madre, qua, aveva pur saputo compiere il sacrifizio di consentire che la sua figliuola amasse fuori d’ogni legge! E voi, presa d’amore per un brav’uomo, avevate potuto non pensare che quest’uomo era sventuratamente legato a un’altra donna! — Vi son sembrate colpe, queste? Avete voluto correr subito al riparo, chiamando me qua?

— E io sono venuto a parlarvi un linguaggio asfissiante, quello di un’onestà fittizia e contro natura, a cui voi avevate avuto il coraggio di ribellarvi! — Sapevo bene che a lungo andare quegli altri due non avrebbero più potuto accettarne le conseguenze. La loro umanità doveva ribellarsi! Ho sentito tutti gli sbuffi, di vostra madre e quelli del signor marchese. — È m’è piaciuto tanto, credete, vedergli ordire ora quest’insidia pur contro la più grave delle conseguenze che gli avevo predette! — Il pericolo vero era per voi, signora; che le accettaste voi sino alla fine! e le avete accettate, difattl, avete potuto accettarle, voi, perchè disgraziatamente in voi, per forza, con la maternità, l’amante doveva morire. — Ecco, voi non siete più altro che madre. — Ma io, io non sono il padre del vostro bambino, signora! — Capite bene ciò che

vuole dir questo? [p. 289 modifica]

Agata.

Ah, è per il bambino? che non è vostro?

Baldovino.

No! no! che dite! intendetemi bene! — Per il solo fatto che voi vorreste venire con me, lo fate vostro il bambino, vostro soltanto — è dunque più sacro per me che se fosse mio veramente — pegno del vostro sacrifizio e della vostra stimai

Agata.

E allora?

Baldovino.

Ma l’ho detto per richiamarvi alla mia realtà, signora, poiché voi non vedete che il vostro bambino! — Voi parlate ancora a una maschera di padre I

Agata.

No, no... io parlo a voi, uomo!

Baldovino.

E che sapete voi di me? chi sono io?

Agata.

Ma ecco chi siete. Questo.

E, come Baldovino, quasi annicliilito abbassa il capo.

Potete alzar gli occhi, se io posso guardarvi; perchè davanti a voi, qua tutti allora dobbiamo abbassare i nostri, solo per questo, che delle vostre colpe voi avete vergogna.

Baldovino.

Non avrei mai supposto che la sorte mi potesse riserbare d’udir parlare così....

Risci’tendosi violen temente, come da un fascino.

No.... no.... signora.... via! — Credete, ne sono indegno! Sapete che ho qua — qua — cinquecento 0 più mila hre? [p. 290 modifica]S90 IL?tA.CBR3 DEl’ìOKEStI

Agata.

Voi le restituirete, e ce n’andremo.

» Baldovino. Che! Fossi matto! Non le restituisco, signora ’ Non le re-sti-tu-i-sco!

Agata.

Vuol dire che io e il bambino vi seguiremo anche per questa via....

Baldovino.

Mi seguireste.... anche ladro?

Casca a sedere come stroncato. Ha un violento impeto di pianto e si nasconde il volto con le mani.

Agata.

lo guarda un tratto, poi si reca all’uscio a destra e chiama:

Mamma!

SCENA SESTA.

Maddalena - Detti.

La signora Maddalena entrando scorge Baldovino che piange e resta come basita.

Agata.

Puoi dire a quei signori che non hanno più nulla da fare qua.

Baldovino.

subito leyandosi: No, aspetta.... Il danaro!

Cava di tasca un grosso portafoglio. [p. 291 modifica] Non lei — io

Cerca di rattenere il pianto; di ricomporsi; non trova il fazzoletto. Agata subito gli porge il suo. Egli intende l’atto che li accomuna, in quel pianto, per la prima volta; bacia il fazzoletto; poi se lo porta agli occhi tenendo a lei una mano. Si riprende in un sospiro che lo gonfia di commossa gioja, e dice:

So bene ora, come debbo dir loro I

Tela, [p. - modifica]0 [p. - modifica] [p. - modifica] [p. - modifica] [p. - modifica]I [p. - modifica] PLEASE DO NOT REMOVE CARDS OR SUPS FROM THIS POCKET

SIGMUND SAMUEL ULBaABI [p. - modifica]Pagina:Pirandello - Maschere nude, 1918.djvu/310