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Il diavolo si diverte

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Divento bibliofilo, ma i libri mi fanno paura Effetti di donna su di un povero giovane
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Il diavolo si diverte.

Ecco questo libro stampato in Venezia nel 1605; a comune utilità posto in luce.

Esso parla del diavolo, cioè delle stupende e mirabili aperazioni delli Demoni. Leggo. È un libro infantile, e da principio mi sono messo a ridere.

Il demonio è da per tutto, — nelle foglie, persino, della lattuga, nel vino, nel pevere, nella cannella; e altre cose aromatiche che possono muovere gli spiriti vitali che sono nel corpo.

Adesso capisco perchè la mia povera zia andava tutti i giorni in chiesa a pregare, e lasciava che le rubassero le pere, i carciofi, la biancheria. [p. 43 modifica]

Dico anch’io un pater, un ave e un gloria, e vado avanti.

Più terribile è il demonio, quando oltre che nel pevere e nella cannella, appare verbi gratia ad uno che vadi alla Chiesa, in forma di bella donna.

Ma è possibile che nel secolo in cui Galileo Galilei e altri valentuomini ponevano le basi della scienza moderna, ci fossero uomini rispettabili, come teologi, canonici, che scrivessero sì fatti libri intorno al demonio? Ma esiste egli il demonio?

A dire di sì, si rischia di perdere la buona reputazione. Esiste e non esiste, come tante cose vere e anche non vere. Il demonio non esiste? Ma ha la sua storia. E allora esiste!

Questo libro sul demonio contiene cose molto stolte, ma anche cose molto serie. Per esempio dice: Il demonio conosce tutti i segreti del cuore, ed è sottilissimo in tutte le scienze.

I demoni sogliono sollecitare maggiormente le femmine perchè hanno meno forza di ragione a resistere. [p. 44 modifica]


Le mie conoscenze sul demonio andavano poco oltre a quelle che sono contenute nella Divina Commedia di Dante, dove i diavoli sono piuttosto volgari e bestiali, e devono — sia pure di mala voglia — fare sempre quello che Dio vuole.

Qui invece trovo che il Diavolo è dottissimo e potentissimo. Direi che a un certo punto il libro pare capovolto allo scopo di dimostrare che il diavolo è dottissimo e potentissimo.

Nella mia ignoranza, io ho sempre creduto che il diavolo fosse brutto, e invece questo teologo mi assicura che egli era bellissimo sopra tutte le altre creature create da Dio.

Io mi domando pensosamente perchè Dio ha creato il diavolo bellissimo sopra tutte le altre creature.

Ora ben mi ricordo che il signor Voltaire si prese gioco del diavolo; e dopo aver affermato che non ci fu impero più universale di quello del diavolo, conclude [p. 45 modifica] seriamente a modo di epifonema retorica: Qui l'a detrôné? La raison! «La ragione ha spodestato il diavolo dal suo trono ».

Ah, come col tempo svanisce lo spirito, anche negli uomini di maggior spirito!

Il demonio si fa adorare come una vera e propria divinità. Il rituale è un po’ diverso dal comune, anzi antitetico, ma il concetto è sempre quello dell’adorazione. Per andar dal demonio, si monta a cavallo di un diavolino che prende forma di montone, il quale velocissimamente porta al luogo della congregazione; e bisogna stare attenti di tenersi bene attaccati ai peli e ai crini di quella finta bestia acciocchè per il velocissimo moto di quella non si sia gettati a terra.

Arrivato al luogo, si vede una gran moltitudine di uomini e di donne avanti a quello demonio che a guisa di re siede nel regal seggio. Fanno reverenza, voltando le spalle al re, ed ergono la fronte e la faccia [p. 46 modifica] verso il cielo in segno di sfida. Dopo dì che danzano e prendono gli amorosi piaceri carnali. Finite le danze, vanno alle mense, le quali si trovano piene e ornate di lautissimi cibi, ove ciascuno mangia e beve quanto gli piace. Finito il convito, si ammorzano i lumi, e ciascun demonio in forma di uomo piglia la sua donna, e se ivi sono uomini, hanno il suo demonio in forma di donna.

Perchè pare che le donne vadano molto più soggette dell’uomo all’azione del demonio.

Ci fu una volta un marito che s’accorse che ogni tanto la moglie mancava dal letto. Finse di dormire, e vede che la donna si leva, si denuda, si unge con un unguento e scompare.

Il giorno seguente eccola dì ritorno. Il marito domanda dove ella è andata. Ella nega. Ma egli, pigliato un pezzo di legno, l'incominciò gravemente a battere, ed ella più indurata che mai, negava. Allora il marito va a pigliare il bussolo dell’unguento e dice: Ecco, maledetta donna, guarda qui. [p. 47 modifica] Credi tu che io non sappia le tue sceleritadini? Perchè pare che il marito avesse qualche sospetto su le relazioni di sua moglie col demonio.

Allora lei confessò tutto ingenuamente, e il marito le promise di perdonare purché ella lo menasse con essa seco alla detta congregazione.

Qualche volta erano i demoni stessi che venivan a trovare le mogli. E i mariti credeano che fossero uomini, e pigliando l'armi per ferirli e ammazzarli, quelli subito dispariano facendosi invisibili. E le mogli gridavano che non era vero niente!

Questo scherzo dei demoni era uno dei più frequenti in quei tempi, e aveva conseguenze gravi, perchè le mogli quando avevano sperimentati i demoni, trovavano i mariti assai insulsi. Foeminae in illius amore delectabantur, «le donne si dilettavano nell’amore del demonio»; scrive un antico teologo.

E poi domanda: «Quale era il segreto?»

Risponde: «Io l'ignoro»

Ho il sospetto di una cosa orrenda, che [p. 48 modifica] non so come esprimere: pare che i diavoli esercitassero la lussuria su le donne con istrumento a doppia trazione.

Qualche volta i demoni si divertivano a mettere in tentazione i vecchi canonici, perchè facevano vedere loro spettacoli fantastici come questo: streghe ne' campi e selve stare stese in terra supine come chi cerca l'atto venereo.

Ammiro il buon teologo. Egli, benché seicentista, si guarda bene dal fare una descrizione estetica di questo campo seminato a streghe. Un moderno avrebbe adoperato aggettivi laceranti. Egli no: annota il fatto e basta.

Però c'è del mostruoso in questi campi e selve seminate a streghe.

Le quali si devono supporre bianche, altrimenti non spiccherebbero sul nero delle selve, e anche giovani altrimenti non sarebbero efficaci, e quel cercanti l'atto venereo le fa supporre poco vestite. Descrizione efficace, benché sobria.

Le povere monache poi non erano lasciate mai in pace. Una povera monaca fu [p. 49 modifica] vessata per anni sei con incredibile abuso di lussuria. Altre monache raccontano che gli spiriti immondi vengono mentre elle stanno in orazione. E le baciano, abbracciano con una certa dolcezza di sogno, dormendo. E nello svegliarsi, si trovano pollute come se carnalmente avessero usato con uomini. E dicono non si trovare altro rimedio per resistere a tale vessazione che il vero legno della Croce, nella quale Christo nostro Signore fu crocifisso e morto.

Questo rimedio non doveva esser facile a trovare; e da ciò è agevole argomentare che molte dovevano essere le monache pollute.

Quelle povere monache che quando si avvicinava la sera, attendevano tremando gli spiriti immondi!

E quei poveri eremiti? Dove è che io ho letto di quello che poi fu papa col nome di Celestino V, che quando era giovane fu inseguito da due gran femmine ignude; e lui su per i monti, e loro dietro? Naturalmente erano due diavolesse. E finalmente lui spaurito, tremante, trovò rifugio fra le [p. 50 modifica] inaccessibili balze del monte Maiella. Un vero santo, anzi un eroe, di cui era così grande la fama che lo fecero papa. Ma si deve supporre che in quella gran lotta contro gli spiriti immondi che lo assediavano sotto forma di ridenti femmine grandi, egli rimase sì vittorioso, ma così disfatto da non reggere più nella battaglia contro gli uomini; e fece rinuncia al gran manto e non domandò che la morte.

Io stetti da principio sorpreso nel leggere come gli uomini di insigne intelligenza, come Giovanni Dun Scoto, San Bonaventura, lo stesso Santo Agostino si occupassero tanto di queste questioni sul diavolo, anche perchè la materia è veramente immonda. Una questione che essi fanno è se il diavolo si diverte mescolandosi in questi sporchissimi atti di lussuria con gli uomini e donne. Si risponde che no: il diavolo non si diverte affatto perchè egli non ha ossa né carne ove consiste tale dilettazione: cioè non ha materia. E allora sono rimasto lì un po’ inebetito perchè rividi quella che fu per tanti uomini e per tanti secoli [p. 51 modifica] questione tremenda: vincere la materia! E allora perchè il diavolo fa così se non si diverte? Per offendere Dio e corrompere l'anima e il corpo. Per amore del male, dunque. Il diavolo si chiama appunto diavolo perchè non domanda altro che il male per il male. Questa definizione la conoscevo perchè la avevo letta in Dante. Ma non ne fui persuaso. Il male per il male, e perchè?

«Questa è una specialità idiota degli uomini e l’avete applicata a me».

Così mi parve udir rispondere dal diavolo.

Un’altra grave questione che fanno quei grandi uomini è sapere se il diavolo può generare. Sembrerebbe di sì, perchè ei prima, succubo all'uomo, prende il seme dell'uomo, e poi facendosi incubo alla donna, lo trasfonde nella matrice di quella.

La cosa assumerebbe un aspetto grandioso perchè il diavolo sarebbe in tale caso un agente della fecondazione, e quei teologi avrebbero anticipata la scoperta degli insetti che trasportano il polline da fiore a fiore.

Ma perchè Iddio, che può tutto, non ha affidato quest’incarico agli angioli? [p. 52 modifica]Questa domanda era ragionevole: il problema della vita sarebbe stato risolto in questo senso, che con gli angioli fecondatori avremmo avuto tutti uomini buoni: invece coi diavoli fecondatori abbiamo gli uomini cattivi.

Trovo questa spiegazione: perchè non piace a Dio che l'angelo buono si intrighi in tali sporchizie.

A prima vista sembrerebbe che il diavolo fosse fornito di una fantasia limitata perchè non sa presentare che i piaceri del senso, sino a cadere nel ridicolo come quando si presenta a una monaca sotto forma di una bellissima lattuga. E questo è raccontato da San Gregorio. Ma si vede che il diavolo sapeva che a quella monaca piaceva molto la lattuga.

Nei grandi ricevimenti che il diavolo dà, che cosa si fa? Si mangia, si beve. E dopo? Sempre quella cosa. Sì, capisco: si possono raddoppiare le dosi, si può arrivare alla [p. 53 modifica] raffinatezza moderna. Ma è pur sempre quella cosa! Un senso di sazietà e di stanchezza invade l'uomo. Certo la donna, come colei che ha la volontà più diffusa, ma assai meno intensa, resiste meglio. Ma infine che poca cosa hai tu da offrire, o Satana, all’uomo!

«Vi posso anche offrire - mi risponde Satana — i piaceri dello spirito: uccellino libero dentro la gabbia di bronzo».

Bisogna riconoscere che Satana dispone anche di altre seduzioni di una sensualità più elevata, di cui si vale con personaggi qualificati e molto onorevoli: la vana gloria, l'orgoglio, l’avarizia sotto lo splendente aspetto dell’oro; e allora accadono quegli spaventosi cataclismi che si chiamano guerre, o se questa parola dispiace ai nostri buoni proletari, diciamo rivoluzione, che è lo stesso.

È certo che Satana presentò agli occhi del Kaiser non la solita donna; ma il genere umano da asfissiare, affondare, bombardare: premio, l’impero del mondo. E quel disgraziato si lasciò sedurre!

E dopo tutto questo si è levato nel nostro [p. 54 modifica] Parlamento un grande deputato socialista e ha proferito parole come il Papa: ha detto che l’umanità deve espiare il delitto della guerra. Questa cosa ha fatto una grande impressione. Anche a me: ma quando ha detto che è la piccola borghesia italiana quella che deve espiare, che è proprio quella che meno ne ha colpa, ed ha — caso mai — espiato con la sua distruzione, mi è venuto da ridere.

Io avrei capito che il Papa vero, quello che è erede di Colui che pone per fondamento la rinunzia, avesse parlato così. Ma chi vuole la conquista, come sarebbe, ad esempio, la dittatura del proletariato, come può rifiutare la legge della guerra?

Io non so se il diavolo si diverta nei mescolamenti carnali con la donna; ma mi pare che si debba divertire nel vedere quali effetti di istupidimento si possano produrre sull’uomo con quel meraviglioso balocco che è la donna: la quale, considerata [p. 55 modifica] antomicamente, è a un di presso una povera creatura come l'uomo.

È una cosa spaventevole: c’è da perdere la stima che di sòlito noi conserviamo anche per i grandi uomini. Perchè sono stati appunto i più grandi uomini a manifestare i fenomeni più sconcertanti di questa seduzione.

Dice Napoleone:

«Quante sciocchezze ha commesso Murat per aver stabilito il suo quartiere generale in un castello dove c’erano delle donne!»

Ma, e lui?

Le sciocchezze che ha detto, che ha fatto per Giuseppina non le avrebbe commesse un ragazzo.

Sì, va bene: lui dice:

Que voulez-vous que je fasse à celà? On n'est pas homme sans étre faible.

Capisco: ma se i suoi soldati avessero avuto un’idea di quella follia erotica, non si sarebbero così generosamente sacrificati per lui.

E mi ricordo che visitando le melanconiche stanze del castello di Mombello che [p. 56 modifica] oggi ospita i pazzi, il direttore del manicomio mi osservava che in quelle stanze tenne sua corte il giovane guerriero. E al mattino aprendo i grandi balconi da cui si domina il gran piano lombardo fino alla guglia del Duomo, qui — dicea — gli si deve essere presentata la conquista del mondo con l'impeto di una conquista femminea.

Doveva essere, anzi era sotto questo aspetto un formidabile maschio!

E c'è poi questo giro vizioso, che non può essere se non un'operazione del diavolo: se un uomo è refrattario alla seduzione della femmina, è poi anche un impotente nelle altre cose.

Quale guerra devono aver combattuto i Santi per dire: Camminerai sopra l'aspide e il basilisco, e calcherai il leone, ed il drago!