Gli sposi promessi/Tomo I/Capitolo VIII
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Capitolo VII - La fuga
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Capitolo VIII.
La fuga.* 1
— Ton, ton, ton: — i contadini appena corcati 1 balzano 2 sul letto: — che è? che è?3 fuoco? banditi? — Le donne pregano e consigliano 4 i mariti di non si muovere, di lasciar correre gli altri; gli uomini si alzano 5 dicendo: — vado soltanto alla finestra — ; i garzoni caccian la testa dal fienile; i più curiosi e bravi sono già 6 nella via colle forche e coi fucili; altri 7 gl’imitano, e i poltroni,8 come se si lasciassero vincere dalle preghiere, ritornano 9 al covile. Frattanto Perpetua che nelle ciarle s’era dimenticata di se stessa, ma che noi non abbiamo dimenticata, aveva inteso come un romore, un gridio, e aveva interrotto il discorso per avviarsi verso casa, cercando invano di rattenerla Agnese; la quale pure stava sulla corda non vedendo tornare nessuno, e all’udire quel gridio fu pure presa da una grande inquietudine. Ma quando la campana a martello si fece udire, corsero entrambe verso la porta. Toni aveva finalmente ricolta la quitanza, e pigliando a tentoni Gervaso nelle tenebre, aveva pigliata la 10 porta, e scendeva saltelloni dalla scala; 11 Lucia pregava fievolmente Fermo di cavarla da 12 quella caverna, e quando egli udi quel tocco funesto gli parve pure mill’anni d’esserne fuori, e trovò la porta come gli altri.
Perpetua, 13 correndo affannata con Agnese, si 14 abbatté in Toni e il fratello che uscivano, e 15 li assali d’inchieste, alle quali essi non diedero risposta,16 ed usciti nella via, s’avviarono a casa.
Per buona sorte Fermo e Lucia, uniti nella via, presero la strada opposta a quella donde veniva Perpetua, ed ella entrò a furia in casa senza vederli; e vi si chiuse. Agnese, che guardando fiso gli aveva visti uscire gli raggiunse, e tutti e tre voltarono in fretta, in silenzio, palpitando, il canto; e s’avviarono pure verso casa. Intanto la gente traeva da tutte le parti alla chiesa: già i più lesti erano entrati nel campanile, e avevano inteso da Lorenzo che 17 la gente era in casa del curato. Ma, guardando al di fuori, videro le porte chiuse, e tutto quieto; taluni però osservando più per minuto s’accorsero che una finestra era 18 appena socchiusa, 19 e intravvidero per lo spiraglio la faccia lunga di Don Abbondio; il quale, avendo sentito sgombrata la stanza vicina, e conoscendo cessato il pericolo,20 cominciava ad essere inquieto e malcontento del troppo soccorso. «Che cosa è stato?» domandò uno degli accorsi: «sono fuggiti,» rispose il curato, «tornate a casa, vi ringrazio.»
«Fuggiti, chi?» «Cattiva gente, cattiva gente, tornate a casa, non c’è più niente.» Qui cominciarono risa di alcuni, rimbrotti di alcuni altri, domande dei sopravvegnenti, discorsi d’ogni genere. Lorenzo, lasciata finalmente la corda, 21 usci dalla Chiesa, e si pose in mezzo ai crocchj... a render ragione dell’aver cosi messo a soqquadro tutto il paese. Ma, in mezzo ai paesani, si vedevano andare qua e là, frugando attentamente alcuni armati e di tristo aspetto: erano gli amici che abbiam già veduti all’osteria. A quelli che li vedevano nasceva sospetto che fossero banditi, e che per cagion loro si fosse suonato a stormo: chi si ritirava, chi si univa in crocchio,22 e già da molti si 23 parlamentava del partito da prendersi. Ma siccome 24 coloro 25 passavano senza molestare nessuno, e ad ogn’uomo che vedevano parevan dire: — tu non sei quello — , cosi nessuno volle gittare la prima pietra, e a poco a poco la folla svanì: ognuno si ritirò a casa, e Don Abbondio si rimase a schiamazzare con Perpetua.
Ma i tre personaggi che c’interessano 26 nascondendosi quanto potevano, non rispondendo alle inchieste e fuggendo la folla, erano sulla via che conduceva alla casa di Lucia; quando un 27 garzoncello, che andava guardando attentamente tutti quelli che passavano,28 al vederli,29 mise un 30 sospiro che pareva volesse dire: — gli ho trovati una volta; — si pose dinanzi a loro;31 pigliò Agnese pel lembo della veste, e disse 32 con voce bassa e affannata: «Tornate indietro per amor del cielo!» Era Menico, e fu tosto riconosciuto. «Perché?» dissero tutti e tre. «Indietro, indietro, vi dico non tornate a casa, venite al convento; cosi mi ha detto il padre Cristoforo. » La proposta parve a tutti strana,33 e in altri momenti, udendola da un Menico, non vi avrebbero posto mente; ma nei momenti di confusione e di paura, tutti i consigli pajono buoni. Quelli 34 ristettero; ma Menico continuava: «Venite 35 con me 36 pei viottoli, vi condurrò io, usciamo di qui, vi dirò tutto per istrada.» «Ma la casa...» disse Agnese.
«Niente niente, venite con me: lo ha detto il Padre Cristoforo: 37 Dio vi liberi dal tornare a casa.» Essi seguirono 38 il ragazzo, il quale in quel punto era più presente a sé che essi non fossero,39 ed entrati per una callajetta, presero 40 un viottolo; 41 il quale, chi non si fosse curato di strada comoda, poteva condurre al convento.42
Quantunque il lettore possa aver facilmente indovinato quale fosse il novo pericolo di Lucia, e donde il buon Frate ne avesse avuto l’avviso, pure è dovere dello storico il raccontare 43 per esteso tutta la faccenda. Per 44 procedere ordinatamente è mestieri tornare a Don Rodrigo che abbiamo lasciato 45 solo, avendo noi preferito di accompagnare il Padre Cristoforo. Don Rodrigo, 46 come abbiam, detto passeggiava a gran passi per la sala, 47 le pareti della quale, come ora diciamo, erano coperte da grandi ritratti di famiglia. Quando Don Rodrigo si voltava ad un capo della sala, si mirava in faccia un suo antenato guerriero terrore dei nemici, colle gambière, colla corazza, 48 coi bracciali, coi guanti,49 col cimiero di ferro, avente 50 la mano manca posta sul fianco e la destra sullo spadone a foggia di bastone. Quando Don Rodrigo 51 era sotto a questo antenato, e voltava, ecco in faccia un altro antenato, magistrato terrore dei litiganti, seduto sur 52 un’alta seggiola di velluto,53 con una lunga toga nera, tutto nero fuorché un collare con due ampie facciuole: 54 aveva una faccia squallida, due ciglia aggrottate, teneva in mano una supplica, e pareva dicesse: — vedremo — ; di qua una 55 matrona terrore delle 56 sue damigelle, di là un abate terrore di monaci: tutta gente insomma che spirava terrore. In presenza di queste memorie, tanto più si rodeva D. Rodrigo che un frate avesse osato prendersi con lui il tuono di Naman, e ammonirlo, 57 anzi minacciarlo. Formava un disegno di vendetta, lo abbandonava, 58 pensava come soddisfare ad un tempo alla passione e all’onore; e talvolta, sentendosi fischiare agli orecchi quella profezia incominciata, rabbrividiva, e quasi stava per 59 deporre il pensiero di soddisfarsi. Finalmente, per far qualche cosa, chiamò un servo, e ordinò che facesse le sue scuse alla brigata, dicendo che egli era trattenuto da un affare urgente. Quando il servo tornò a riferire che quei signori erano partiti, lasciando i più umili ossequj e i più vivi ringraziamenti: «E il conte Attilio?» domandò, sempre passeggiando, don Rodrigo. «È uscito con quei Signori.» «Bene: sei persone di seguito pel passeggio: la mia spada; il cappello; il pugnale di gala. 60 Il servo parti facendo un inchino, e Don Rodrigo,61 sali nella sua stanza, 62 si cinse una ricca spada, depose il pugnale che 63 aveva in cintura, e ne prese uno di gala col fodero a rilievi d’oro, e con un bel diamante sul pomo, 64 si gettò la cappa sulle spalle,65 si coperse col cappello a grandi piume, e con la palma lo inchiodò sul capo; e si dispose ad uscire. A dir vero, egli ora andava né per 66 faccenda né per diporto; ma 67 sentiva un bisogno indistinto e confuso di 68 uscire in gran pompa, di circondarsi della sua forza, per mostrare agli altri ed a se stesso eli egli era pur sempre quel Don Rodrigo. Al piede della scala trovò i sei seguaci tutti armati, i quali fatta ala ed inchino, gli tennero dietro. Più burbero, più superbioso,69 più accigliato del solito, usci egli, e si pose a camminare verso Lecco ricevendo inchini 70 profondi, simili a genuflessioni dai contadini in cui s’abbatteva:71 i bravi che lo seguivano non avrebbero 72 lasciato di punire 73 il contegno poco ossequioso d’uno smemorato o d’un temerario. Don Rodrigo rispondeva con una leggera mossa di capo. I signorotti pure facevano riverenza a colui che, senza contrasto, era il più potente di loro, e Don Rodrigo corrispondeva con una degnazione contegnosa. Quando poi Don Rodrigo s'incontrava nel signor Castellano spagnuolo, l’inchino allora era egualmente profondo dall’una e dall’altra parte: si vedevano come due potentati, i quali non hanno 74 fra loro nessuna relazione né di pace né di guerra, ma che 75 per convenienza fanno onore nel grado l’uno dell'altro. Dopo aver passeggiato, Don Rodrigo si presentò in una casa dove si teneva brigata, e dove fu accolto con quella cordialità rispettosa, che 76 è riserbata a quelli che 77 ponno, e finalmente a notte avanzata tornò al suo castellotto. 78
Il Conte Attilio era giunto da poco; e fu servita la cena, alla quale Don Rodrigo parve 79 sopra pensiero.
Il Conte ruppe il silenzio, dicendo con aria maligna: 80 «Cugino, quando pagate questa scommessa? »
«Il giorno di San Martino non è venuto.» «Bene; ma tanto fa che la paghiate ora; perché passeranno tutti i santi del paradiso prima che...» «Questo è quello che si ha da vedere.» «Cugino, voi volete nascondervi da me; ma io ho capito tutto,81 e tanto son certo di aver vinta la scommessa,che son pronto a farne un’altra.» « Che?... » «Che il Padre.., il padre... che so io? quel frate insomma vi ha convertito.» « Questa pensata è 82 veramente una delle vostre. » «Convertito, cugino, convertito, vi dico. Io per me ne godo: sapete che 83 bella cosa sarebbe vedervi tutto compunto e cogli occhi bassi.84 E che gloria per quel padre! Come sarà ritornato a casa pettoruto! Non son mica pesci che si pigliano ogni giorno e con ogni rete. Siate certo che vi citerà per esempio; e quando andrà a far qualche missione 85 un po’ lontano, parlerà dei fatti vostri. Mi par di sentirlo con quella voce nel naso,86 predicare a questo modo: — In una parte di questo mondo che per degni rispetti non nomino, 87 viveva, uditori carissimi, un cavaliere dissoluto, amico più delle femine che dei servi di Dio, il quale avvezzo a far d’ogni erba fascio, aveva posto gli occhi ...»
«Basta basta,» interruppe Don Rodrigo mezzo sogghignando, e mezzo arrovellato. «Se volete raddoppiare la scommessa, io sono pronto.»
«Diavolo! che aveste voi convertito il padre!» «Non mi parlate di colui:88 e quanto alla scommessa, aspettate san Martino.»
La curiosità del Conte era stuzzicata; egli 89 non fece risparmio d’inchieste, 90 ma Don Rodrigo le deluse tutte, 91 rimettendosi sempre al giorno della prova, e 92 non volendo comunicare alla sua parte 93 disegni che non erano 94 né in camminati, né assolutamente risoluti.95 Ma quando D. Rodrigo si svegliò al mattino susseguente, di tutte le passioni che si erano combattute nel suo animo non rimaneva altro che il desiderio di soddisfarsi. 96 Quel poco di 97 compugnimento, che 98 l’allocuzione del padre Cristoforo gli aveva messo addosso, era svanito insieme coi sogni della notte, e la memoria stessa 99 di averlo 100 sentito non serviva che a raddoppiargli la stizza.101 Le sensazioni posteriori a quel colloquio, il passeggio coi bravi, gl’inchini, le canzonature del Conte avevano, 102 ritornata....103
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....e quei tristi vedendosi scoperti, si ritirarono in buon ordine come abbiamo detto. Ma quel buon servo che aveva già promesso al Padre Cristoforo di tenerlo avvertito seppe
quello che si tramava; trovò il modo di correre al convento, informò il Padre, il quale spedi tosto Menico, come abbiamo veduto.............................................................................................
I nostri tre fuggitivi camminarono qualche tempo in silenzio, dietro il loro picciolo 104 guidatore, il quale, superbo 105 di andar cosi di notte, per un affare, come un uomo, superbo di essere 106 quello che dava consiglio, che avvisava
al da farsi 1 107 che rincorava, che aveva la mente più riposata, guardava attentamente la via, scegliendo i tratti più brevi, e i più fuor di mano, e rivolgendosi alle rivolte con aria d’importanza, a dire: «per di qua.» 108
Avevano fatto un terzo circa della via, ed 109 erano lontani dal paese, tanto che 110 guardando indietro non si vedevano più i radi lumi 111 delle lucerne che le donne sporgevano dalle finestre 112 ponendovi la mano sopra di traverso per non esser vedute e per mandar la luce sulla via per dove tornavano a casa gli uomini a subire un interrogatorio: 113 e nessuno dei tre aveva ancora avuto animo di comunicare agli altri i pensieri che lo agitavano: s’udiva solo di tempo in tempo Lucia 114 sclamare 115 :— poveri morti benedetti, ajutateci — , Lucia invocare la Vergine, e Fermo mormorare qualche 116 esclamazione di sdegno. Fu la prima Agnese 117 che proferi un periodo compiuto. «E la casa?» diss’ella: 118 «l’abbiamo lasciata in abbandono, senza nemmeno porvi una custodia: sulla fede di questo ragazzo, che Dio sa come ha inteso.»
«Come!» rispose con un poco di stizza e di albagia, Menico: «come! sentirete, sentirete or ora dal Padre Cristoforo. 119 Buon per voi che io vi abbia saputi trovare. Guaj se andavate a casa: mi ha detto il Padre, che 120 doveste uscirne subito subito, 121 e temeva ch’io non fossi in tempo.» «Bembè 122 sentiremo,» rispose Agnese. Ma Lucia andava stretta al braccio della madre, rifiutando dolcemente l’appoggio di Fermo, 123 e in mezzo a tutte le agitazioni tremando pure di trovarsi cosi di notte per via con lui, per quel pudore 124 che non nasce dalla trista scienza del male, per quel pudore che ignora se stesso, e somiglia 125 al del fanciullo che trema nelle tenebre senza sapere che cosa ci sia da temere. 126 Le parole di Agnese furono il principio di una conversazione generale:127 addomesticati già un poco alla loro nuova e inaspettata situazione, si posero tutti e tre a favellar sotto voce (il che piacque assai a Menico, al quale pareva pure di meritar fiducia 128 dopo la sua impresa) a favellare 129 dell’accaduto e di quello che poteva soprastare. 130 La povera Lucia parlò poco: e quello che me la rende più cara e più pregiata si è ch’131 ella non si lasciò sfuggire una parola 132 che rinfacciasse alla madre ed a Fermo l'ostinazione loro a volerla tirare a quella impresa ch’era cosi mal riuscita: non proferì mai quelle parole: «l’aveva detto io ».
Finalmente, per viottoli di campi 133 e per selve senza sentiero, giunsero i viaggiatori ad un torrente, che dal monte chiamato Resegone scende nell’Adda 134 e si chiama Bione: nome che invano altri cercherebbe in un dizionario geografico. Il torrente era al di là dal convento, ma non è da dir per questo che Menico avesse fallita la strada, giacché era stato 135 mestieri allungarla per ischifare la 136 via comune e battuta.137 Scesero alcuni passi col torrente, e quindi volgendo a 138 diritta divennero sulla 139 piazzetta che si apriva dinanzi al convento ed alla chiesicciuola unita a quello.
« Adesso vedrete,» disse Menico sotto voce: s’avvicinò 140 alla porta della chiesa, la sospinse dolcemente, e quella in fatti si aperse, e la luna, entrando per lo spiraglio 141 illuminò la barba d’argento, e la tonaca del Padre Cristoforo, che stava ivi ritto ed aspettava. Quando egli vide che con Menico v’erano i tre che egli dubbiosamente aspettava, disse a bassa voce: «Dio sia benedetto: siete fuori di pericolo» ; 142 e gli fece entrare. A canto del nostro Padre Cristoforo 143 si trovava un altro cappuccino. Era questi il laico sagrestano, che egli 144 con preghiere e con ragioni aveva determinato a vegliar con lui, a lasciare aperta la chiesa, e a starvi in sentinella per accogliere quei poveri minacciati; e non vi voleva meno dell’autorità 145 del padre, e della sua fama di santo per 146 condurre il laico ad una 147 condiscendenza, piena non solo d’incomodo, ma di pericolo.148 Quando furono entrati: «Chiudete ora la porta senza far fracasso,» disse il padre Cristoforo. Ma il laico, al quale pareva già d'aver fatto troppo, crollò la testa, e disse: «Chiudersi di notte in chiesa con donne...!149 mi pare ...» e continuava a crollare la testa!150
«Omnia munda mundis» disse impetuosamente volgendosi a Fra Fazio, e dimenticando che Fra Frazio non 151 sapeva il latino. Ma questa dimenticanza fu appunto quella che ottenne l’intento. Se il Padre avesse voluto addurre ragioni, Fra Fazio non avrebbe mancato di ragioni da opporre, e la cosa sarebbe andata in lungo, Dio sa anche come sarebbe finita; ma quando egli udì quelle parole 152 d'un suono cosi pieno e solenne e dette cosi risolutamente, gli parve che in esse dovesse essere tutta la soluzione dei suoi dubbi, rispose: «Ha ragione,» e 153 volse a bell’agio la chiave nella toppa, e i nostri profughi si trovarono 154 chiusi nel santuario, in salvo da ogni pericolo.
Il Padre Cristoforo si pose ginocchioni ad orare un momento 155; e tutti lo imitarono: quindi levato: «Figliuoli miei,» disse, 156 «Iddio non vi vuole ancora in riposo, ma voi avete un segno della sua protezione, e un’arra ch’egli non vi abbandonerà.» E qui raccontò ai poveretti il pericolo a cui erano sfuggiti, e proseguì: «Vedete che 157 per ora è necessario allontanarvi di qua: vi siete nati, è casa vostra, non avete torto a nessuno, ma il serpente talvolta fa disertare l’uomo 158 dalla sua dimora,159 e gli uomini pure si cacciano su questa terra come se fossero 160 destinati a divorarsi l’un 1'altro. È una prova, figliuoli: sopportatela con pazienza, con fiducia, senza rancore: è il mezzo di abbreviarla e di renderla utile. Per me siate certi che penso a voi, e che troverò più mezzi per ajutarvi che altri forse non crede. Frattanto ho pensato a 161 trovarvi 162 per qualche tempo un rifugio ove possiate 163 starvi in sicuro, finché si trovi il modo di ritornare 164 sicuri a casa vostra, e di giungere all’adempimento 165 dei vostri giusti e santi desiderj. 166 Usciti di qui, voi v’incamminerete in silenzio al lago presso alla sbocco del Bione, ivi vedrete un battello: direte: — barca: — vi sarà risposto: 167 — per chi? — replicate — San Francesco — ; 168 e la barca vi accoglierà e vi trasporterà all’altra riva, dove troverete un baroccio, 169 il quale vi condurrà a salvamento.» Chi domandasse come il Padre aveva 170 ai suoi comandi tante persone, e le aveva potute cosi disposte ai servigj dei suoi protetti, 171 mostrerebbe di non sapere che cosa potesse un cappuccino che aveva fama di santo.172 Prese quindi in disparte Agnese, le diede una lettera, le disse a chi doveva consegnarla assicurandola che con quella troverebbe assistenza, e le raccomandò, che facesse in modo che Fermo dopo averle accompagnate al luogo della loro dimora proseguisse il suo viaggio. Quindi consegnò a questo un’altra lettera colle opportune istruzioni. 173
Rimaneva da pensare alla custodia delle case, le quali erano 174 prive dei loro custodi naturali. 175 Le chiavi furono consegnate al Padre: quelle di Agnese per esser date in mano d’una sua sorella, e quelle di Fermo per un suo cognato. Il Padre ricevette le commissioni d’entrambi, procurando di acquietare la sollecitudine di Agnese.
I viaggiatori partivano 176 quasi brulli di denaro; ma avevano dei risparmj in casa: indicarono al Padre il luogo del deposito, ed egli promise di far loro tenere il tutto sicuramente e presto. Finalmente con voce commossa e contenendo le lagrime: «Dio sia con voi,» disse: «partite senza ritardo:il cuore mi dice che ci rivedremo presto.»
Certo, il cuore, chi gli dà retta, ha sempre qualche cosa da dire. Ma che sa egli il cuore? Appena un poco di quello che è già accaduto.
Il sagrestano aperse la porta, commosso anch’egli; i viaggiatori partirono dando e ricevendo l’addio con voce commossa e 177 alterata; e la porta si richiuse. Andarono quegli 178 pian piano com’era stato loro 179 segnato alla riva del lago, e quivi, 180 data e ricambiata la parola, entrarono nel battello; e il barcajuolo, puntando 181 un remo alla riva, lo fece staccare, e remigando a due braccia, prese il largo verso la riva opposta.
Il lago era sgombro, e non soffiava un respiro di vento; e la superficie dell’acqua 182 illuminata dalla luna si vedeva piana e liscia senza un increspamento, come un immenso specchio. Non si udiva che il tonfo misurato dei remi, 183 che, tagliando l’onda uscivano ad un colpo grondanti, e segnando di infinite stille lo spazio sul quale percorrevano 184 per rituffarsi nell’acqua, 185 rompevano solo la piana superficie del lago; 186 l’onda segata dalla barca, riunendosi dietro la poppa, segnava una 187 striscia fuggente, che si andava allontanando dal lido. I viaggiatori silenziosi, volgendosi addietro, guardavano 188 le montagne e il paese, che la luna illuminava. Si distinguevano i villaggi, i campanili, le capanne: il castellotto di D. Rodrigo colla vecchia sua torre soprastava fra le capanne, e le signoreggiava, 189 e pareva un 190 feroce ritto nelle tenebre, che, 191 in mezzo ad una folla di coricati nel sonno, 192 vegliasse meditando un delitto. Lucia 193 lo vide, e rabbrividì: 194 discese coll’occhio verso il sito della sua umile casa, e 195 vide un pezzo di muro bianco che usciva da una macchia verde scura: riconobbe 196 la sua casetta e il fico che ombreggiava la porta; e seduta com’era sul fondo della barca, poggiò il gomito sulla sponda, chinò su quello la fronte come per dormire; e pianse segretamente.
Addio, monti 197 posati sugli abissi dell’acque ed elevati al cielo, cime ineguali, conosciute a 198 colui, che fissò sopra di voi i primi suoi sguardi, e che visse fra voi, come egli distingue all’aspetto 199 l’uno dall’altro i suoi famigliari, valli segrete, 200 ville sparse e biancheggianti sul pendio come branco disposto di pecore pascenti, addio! Quanto 201 è tristo il lasciarvi a chi vi conosce dall’infanzia! quanto è nojoso l’aspetto della pianura 202 dove l’occhio 203 cerca invano 204 nel lungo spazio, dove riposarsi e 205 contemplare, e 206 si ritira fastidito come dal fondo d’un quadro su cui l’artefice non abbia ancor figurata alcuna immagine della creazione. Che importa che207 nei piani deserti sorgano città superbe ed affollate? il montanaro che le passeggia 208 avvezzo alle alture di Dio, non sente 209 il diletto della meraviglia nel mirare gli edificj, che il cittadino chiama 210 elevati, perché gli ha fatti egli, ponendo a fatica pietra sopra pietra. Le vie, che 211 hanno vanto di ampiezza, gli sembrano valli 212 troppo anguste, 213 l’afa immobile lo opprime, ed egli che nella vita operosa del monte non 214 aveva forse provato altro malore che la fatica, divenuto 215 timido e delicato come il cittadino, 216 si lagna del clima e della temperie, e dice che morrà se non torna ai suoi monti. Egli, che sorto col sole, non riposava che al mezzo giorno e 217 al cessare delle fatiche diurne, 218 passa le ore intere nell’ozio, malinconico, ripensando alle sue montagne.
Ma questi sono piccoli dolori. 219
Note
- ↑ s’alzano
- ↑ a sedere
- ↑ la campana
- ↑ di
- ↑ per porsi alla finestra
- ↑ in
- ↑ teng
- ↑ fingono di essere ratt
- ↑ fra le
- ↑ scala
- ↑ F
- ↑ quel gineprajo,
- ↑ entrando
- ↑ avvenne
- ↑ gli
- ↑ e [furono] uscirono
- ↑ il
- ↑ semi a
- ↑ e videro per lo spiraglio
- ↑ non avrebbe allora voluto che il soccorso fosse stato tanto grande
- ↑ richiuse la
- ↑ chi
- ↑ parlava
- ↑ essi
- ↑ giravano con atto curioso ma tranquillo
- ↑ sfuggendo qua
- ↑ fanciullo
- ↑ [gli...] fissò loro gli o
- ↑ si
- ↑ Variante gran fiato
- ↑ prese A
- ↑ sotto vo
- ↑ ma
- ↑ si
- ↑ pe
- ↑ pel
- ↑ in casa non siete sicuri
- ↑ [la scorta] la
- ↑ [e p] lasciando
- ↑ dei viottoli, di traverso che conducevano al convento
- ↑ [attraversaro] che poteva condurre al convento.
- ↑ In questo nuovo pericolo (lacuna)
- ↑ la faccenda per esteso
- ↑ farlo
- ↑ in un accesso di collera per la temerità del Padre Cristoforo, ma non senza qualche pensi
- ↑ dopo aver fatti molti giri per la sala
- ↑ alle pa
- ↑ [coll*] col cimiero di ferro il [quale aveva un] quale aveva il braccio
- ↑ coi
- ↑ il
- ↑ [si trovav] giungeva
- ↑ una
- ↑ tutto nero
- ↑ aveva egli in mano
- ↑ signora terrore
- ↑ sue
- ↑ quasi min
- ↑ era di tempo in tempo
- ↑ abbandonare
- ↑ [Il servo] Il servo tornò pochi momenti dopo, portando la spada, e un pugna | al momento
- ↑ andò
- ↑ prese una
- ↑ si teneva
- ↑ si pose in testa il suo capp
- ↑ pose in testa il
- ↑ affari
- ↑ per levarsi da dosso
- ↑ mostrarsi
- ↑ del solito
- ↑ da tutti quelli che
- ↑ e il
- ↑ lascia...
- ↑ [la dir] la dimenticanza
- ↑ alcun
- ↑ reciproca
- ↑ ott
- ↑ fanno
- ↑ [più non conser |non avendo ornai di tante passioni, che si] e non restando di tante passioni che si erano rimbattute nell'animo suo, ormai più che il desiderio di (“lacuna”)
- ↑ ancora alquanto
- ↑ Quand
- ↑ e sono
- ↑ Variante proprio
- ↑ questo
- ↑ E quel pad
- ↑ fuori di
- ↑ dir
- ↑ viveva
- ↑ non mi parlate della scomme
- ↑ [e f] e si ingegnò
- ↑ e di
- ↑ invocando
- ↑ pigliando qualche trastullo spesso non si arrischiava di
- ↑ al suo avversario
- ↑ ancora
- ↑ fermati
- ↑ La memoria stessa di quel poco di terrore che | Il passeggio coi bravi,
- ↑ compunzione e di compu
- ↑ il discorso
- ↑ che gliene rimaneva
- ↑ provato
- ↑ [Tutto quello che] L’impressione degli oggetti che lo circondavano e che gli attestavano il suo potere, i [discorsi] le canzonature del Conte, tutte le idee sue [abituali avevano] ritornate colla forza dell’abitudine (lacuna). Gli oggetti che circondavano e che gli attestavano il suo potere. La [il passeggio] canzonatura del Conte il [il tempo] il passeggio coi bravi, il (lacuna)
- ↑ [fatto ritornare nell] richiamate
- ↑ Qui manca un foglio (l’86), e la narrazione vien purtroppo ad esserci interrotta. Ricorriamo al rifacimento, o sostituzione, che si trova nella colonna sinistra dei fogli attuali 87, pagina 176 v, dell'88, dell’89, pagina 179 r. e v., pel motivo espresso già in due casi eguali: Le immagini più recenti della camminata trionfale, degl’inchini, delle accoglienze, il canzonare del cugino avevano contribuito non poco a reintegrargli l’animo antico. Appena alzato, fece chiamare il Griso. — Cose grosse, — disse fra sé il servo a cui fu dato l’ordine; perché l’uomo che aveva quel soprannome non era null’altro che il capo dei bravi, quegli a cui s’imponevano le faccende più arrischiate e insolenti. Era costui il fidatissimo del padrone, devoto a lui a tutta prova, per gratitudine e per interesse. Reo di pubblico omicidio, per sottrarsi alla caccia della giustizia, era egli venuto ad implorare la protezione di don Rodrigo; e questi, prendendolo al suo servigio, lo aveva messo al sicuro d’ogni persecuzione. Cosi coll’impegnarsi ad ogni delitto che gli venisse comandato, colui s’era assicurata l’impunità del primo. Per don Rodrigo l’acquisto non era stato di poca importanza; perché il Griso oltre all’essere il più valente, senza paragone della famiglia, era anche una mostra di ciò che il suo padrone aveva potuto attentare felicemente contra le leggi: di modo che la sua potenza ne veniva ingrandita per due versi. — Griso! disse don Rodrigo: in questa congiuntura si vedrà quel che tu vali. Questa sera, quella Lucia debbe trovarsi in questo castello. — Non sarà mai detto che il Griso si ritiri da un comando dell’illustrissimo signor padrone. — Piglia quanti uomini possono bisognare, ordina e disponi come meglio ti pare: purché la cosa si faccia. Prudenza però: e se puoi fare in modo che non rimangano indizii, è sempre meglio. Ma bada bene che non le sia fatto male. — Signore, un po’ di spavento, perché la non faccia troppo strepito... non si potrà far di meno. — Spavento... capisco... è inevitabile. Ma non le si torrà un capello; e sopra tutto le si porti rispetto in ogni maniera. Hai inteso? — Signore, non si può levare un fiore dalla pianta, e portarlo a lei, senza toccarlo. Ma non si farà che il puro necessario. — Sotto la tua sicurtà. E ascolta: v’è anche quel tanghero temerario, tu sai, quel Renzo che so io? che vuol fare il bellumore, e ardisce di competere con un par mio. Non occorre che andiate in cerca di lui, questa volta; ma se venisse egli a cercare il suo malanno, se vi dà nell'unghie, intendo che gli sia dato un ricordo che gli serva per tutta la vita. Senza guastare però quello che più importa, senza scandali inutili: m'hai inteso. — Lasci fare a me, rispose il Griso, inchinandosi con un atto misto d’ossequio e di millanteria; e andò tosto a metter mano all’esecuzione. Tutto fu in movimento. La mattina si spendette a riconoscere il paese. Quel primo pezzente era il Griso stesso, e ogni lettore ha indovinato chi fossero quegli altri falsi accattoni, e quei falsi viandanti che avevan messe tanto in pensiero la madre e la figlia, quantunque l’una e l’altra fossero lontane dall'immaginarsi il vero e intero scopo di quelle visite. Fatta però la prima scoperta, gli esploratori non si eran più lasciati vedere, per non dar troppo sospetto. Il Griso tornato colla cognizione del luogo, pigliò le misure, assegnò le parti, diede tutti gli ordini. Tutto ciò non si potè fare senza che quel vecchio servo, il quale stava all’erta, si avvedesse che qualche gran cosa si stava preparando. A forza di domandare di guardare e di ascoltare ogni cosa, pescando una mezza notizia di qua, una mezza di là, chiosando tra sé un motto oscuro, interpretando un andare misterioso, tanto fece che venne ad accertarsi che non si trattava meno che d’un ratto per insidie e a viva forza. Appena terminato il pranzo della famiglia, egli usci come a pigliar aria, e trottò, il povero vecchio, al convento a dare avviso dell'occorrente al padre Cristoforo; il quale spedi poi tosto quel Menico che abbiam veduto. (Queste ultime parole sono in parte ripetizione di quelle che si hanno nel testo con la frammentaria continuazione della prima minuta). Al cader della notte, gli uomini comandati dal Griso scesero a due, a tre verso il villaggio, e andarono, un branco dopo l’altro, ad acquartierarsi tutti all'osteria. Il Griso rimane al di fuori in un campo; e avrebbe amato meglio di tenervi imboscata tutta la sua gente, per non dare ombra; ma la gente gli fece intendere che voleva divertirsi, e non aspettare noiosamente il momento dell’azione; e talvolta il comandante è costretto di obbedire ai soldati. A notte mandò un fidato che era rimasto presso di lui, a richiamarli. Mostrarono essi di partirsene, uscirono in fatti dal villaggio, ritrovarono il capo, e tutti insieme, per giri lontani divennero presso alla casa appostata il mattino, dalla parte opposta a quella per cui ne era partita la nostra brigatella alla sua ben diversa spedizione. Il Griso andò innanzi alla scoperta, vide tutto quieto al di fuori, fece venire avanti i suoi scherani, ordinò a tre di loro che scalassero chetamente il muro che chiudeva il cortiletto della casa, e calati in quello si appiattassero in un angolo, dietro una folta ficaia, ch’egli aveva adocchiata il mattino. Ciò fatto, egli, facendo star gli altri a pochi passi, bussò sommessamente, proponendosi di chiedere ricovero, come se fosse un viandante smarrito. Nessuno risponde; ribussa; né un zitto. Allora egli mandò un altro nel cortile, per la via tenuta dai primi, coll'ordine di sconficcare per di dentro il catenaccio, col minor romore possibile, per aver cosi la porta libera all’ingresso e alla ritirata. Tutto si eseguisce con gran cautela e con prospero successo: il Griso entra col rimanente dei malandrini, gli fa rimpiattare accanto agli altri; egli va alla porta del terreno, bussa, aspetta; e poteva aspettare. Sconficca pian pianissimo anche quella porta; si entra; lì non c’è nessuno. Il Griso cava fuori esca, pietra focaia, acciarino e zolfanelli; accende un suo lanternino; divide la gente; s'inoltrano, vanno alla scala, da prima a rilento e guardingamente, poi con meno riguardi: si sale non si trova né can né gatta. Si sbandano per quelle poche camere, su e giù; guarda, fruga, fiuta, rimugina per ogni cantone: è tempo perduto. Il Griso si strasecolava e non sapeva più che pensare; quando quei tocchi di squilla cosi fatti gli diedero altri pensieri. Chi è in difetto è in sospetto, dice il poverbio milanese; ad ognuno di coloro parve di sentire in quei tocchi il suo nome e soprannome; e tutti in furia verso la porta. Eppure ella era tutta gente provata, e avvezza a mostrare il viso; ma non poterono star saldi all’avvicinare d’un pericolo sconosciuto e indeterminato. Vi volle tutta la superiorità del Griso per tenerli in riga, e farli ritirare in buon ordine. Un vicino che usciva per accorrere alla scampanata, li vide, non fiatò, e corse a gridare all’arme in sul sagrato. Quanto a Menico, egli era arrivato quando gl’invasori erano tutti in casa; aveva posta la mano alla maniglia del catenaccio per bussare, e trovando aperto, era entrato stupefatto e atterrito; aveva inteso il romore sordo e le voci di coloro, e andava in fretta per risvegliare il sagrestano e far suonare a martello, quando scorse Agnese sull'angolo, come abbian detto; e venne poi a capo di eseguir felicemente la sua commissione, traendo al convento i nostri insidiati.
- ↑ Variante: condottiere
- ↑ del suo incarico, superbo
- ↑ trovarsi quello della | nella brigata, che dava
- ↑ e che aveva
- ↑ Fatto un terzo
- ↑ allontanati
- ↑ non
- ↑ [de] che le don
- ↑ facendosi scudo
- ↑ cosi in abbandono e nessuno aveva ancora avuto animo di com (lacuna)
- ↑ Sottolineatura in lapis, come di richiamo all'errore di memoria o di fretta: Lucia invece d’Agnese.
- ↑ morti benedetti
- ↑ lamento
- ↑ che intavolò un discorso
- ↑ tutte e due le case: le abbiamo
- ↑ Siete stati ben fortunati a
- ↑ s'ella
- ↑ e non sapeva
- ↑ vedrem
- ↑ [per] ed arrampicando la prima sui muricciuoli che [si doveva] avevano a superare per non essere ajutata da lui
- ↑ che nasce non dalla trista scienza del male, ma dall'incerto sentimento interiore d'una legge
- ↑ [all' | al sospetto] all'angoscia del fanciullo [che trema nelle tenebre] che [trema nelle ] ha p
- ↑ [Famigliarizzati] Finalmente
- ↑ l’uomo dopo qualche tempo si addomestica alle nuove situazioni, e
- ↑ in quell
- ↑ [di quello] degli avvenimenti che av
- ↑ Lucia
- ↑ essa
- ↑ di rimbrotto per loro
- ↑ saltando per siepi muricciuoli e per
- ↑ [Il nome| che ha nome
- ↑ necessa
- ↑ [battuta] pubblica
- ↑ Costeggiando
- ↑ sinist
- ↑ piazza del convento che si
- ↑ affacciò
- ↑ mostrò
- ↑ [Gli fece quindi entrare] II Padre (lacuna) Un altro cappuccino era a canto del nostro Padre Cristoforo (lacuna)
- ↑ era
- ↑ aveva
- ↑ [del] del
- ↑ far
- ↑ gran
- ↑ [s’e] se la cosa si fosse risaputa
- ↑ [indi] nò . .. nò, non la sento
- ↑ «Omnia munda mundis», rispose, con impeto il Padre Cristoforo. - Vedete un po’, diceva fra se il padre Cristoforo, se fosse un masnadiero, (e non cancellato, ma legato alla cancellatura) Fra Frazio non gli farebbe una difficoltà al mondo, e una innocente che si vuol salvare dagli artigli del lupo...
- ↑ capiva
- ↑ dette cosi risolutamente, e
- ↑ chi
- ↑ all
- ↑ egli
- ↑ con voce.. . di
- ↑ non p
- ↑ [dal suo) dalla
- ↑ e l'uomo
- ↑ posti per
- ↑ col
- ↑ un rif
- ↑ starein
- ↑ tranqu
- ↑ dell
- ↑ Non vi fermate q
- ↑ Chi va là?
- ↑ la
- ↑ Sic.
- ↑ potuto impiegar
- ↑ non
- ↑ Diede quindi una lettera ad Agnese
- ↑ e terminò dicendo: Dio sia con voi: il cuore mi dice che ci rivedremo presto. Certo il cuore ne dice tante, ma che sa egli il cuore? Un poco di quello che è già accaduto. E la casa? disse Agnese Dio la custodirà, rispose il Padre.
- ↑ deserte
- ↑ Il Padre si fece consegnare le chiavi
- ↑ sprovvisti
- ↑ soffocata
- ↑ sommessamente
- ↑ dett
- ↑ mutate le parole
- ↑ il
- ↑ giaceva piana e liscia
- ↑ rotto soltanto dai remi della nostra barca; che [con tonfo misurato cadendo con tonfo misurato] tagliando l’onda uscivano [segnando] lasciando cadere
- ↑ tornando a
- ↑ [e la striscia] la lunga striscia
- ↑ l’acqua
- ↑ lunga
- ↑ il paese
- ↑ sulle capanne
- ↑ superbo
- ↑ medita il delitto
- ↑ stesse
- ↑ scorreva coll’occhi
- ↑ [corse] discese
- ↑ vide
- ↑ la ca
- ↑ [dritti negli abissi dell’acque] appoggiati ❘ ritti negli abissi dell’acque, [ed ed I] ed elevati verso il cielo
- ↑ che vi guardò colle prime sue occhiate
- ↑ gli uomini coi
- ↑ Valloni segreti
- ↑ ... è doloroso il lascia
- ↑ che fastidisce l’occhio e lo conduce per lontani spazj, dov’egli non trova che ❘ dove | quello lo spazio ❘ il sito] che si percorre somiglia | a cui si aggiunge è simile a quello che si è lasciato addietro
- ↑ fastidito
- ↑ negli
- ↑ guardare
- ↑ si abbassa fastidito
- ↑ nei deserti
- ↑ non può stupirsi degli
- ↑ la g
- ↑ alti
- ↑ si lodano
- ↑ anguste
- ↑ [ed egli] egli sa
- ↑ [aveva] pensava alla società che allorquando
- ↑ sospettoso
- ↑ parla
- ↑ alla sera
- ↑ non
- ↑ Quanto diverso questo brano, dalla mossa lirica, in una successiva redazione! La quale però ha già molto di quello che entrerà nella terza, vicinissima alla definitiva. Data la sua qualità, si veda (Appendice F) anche nelle due altre prove con le cancellature, o pentimenti: una (a) in foglio a parte (n. 91) contenente anche materia del capitolo successivo, l'altra (b) scritta a margine della prima.
- ↑ Cancellato.