Frammenti letterari e filosofici/Sommarii e riferimenti
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SOMMARII E RIFERIMENTI.
LE FAVOLE.
pag. 3. L’irrequietezza. R. 1314. - La carta e l’inchiostro R. 1322. - L’acqua. R. 1271. — 4. La fiamma e la candela C. A. 67 r. — 5. Quelli che s’umiliano, sono esaltati. R. 1314. — 6. Sul medesimo soggetto. C. A. 67 v. - La pietra. C. A. 172 v. — 7. Il rasoio. C. A. 172 v.— 8. Il giglio. H. 44 r. - Il noce. C. A. 76 r.— 9. Il fico. C. A. 76 r. - La pianta e il palo. C. A. 70 r. - IL cedro e le altre piante. C. A. 76 r. - La vitalba. C. A. 76 r. — 10. La cattiva compagnia trascina i buoni nella propria rovina. R 1314. - Sul medesimo soggetto. R. 1314. - Il cedro. C. A. 76 r. - Il persico. C. A. 76 r. — 11. L’olmo e ilfico. C. A. 76 l’- Lepianteeilpero. C. A 76 r.— 12. La rete. R. 1314. - Nasce rovina dal seguire il falso splendore. C. A. 67 r.— 13. Il castagno e il fico. C. A. 67 r.— 14. Il rovistico e il merlo. C. A. 67 r.— 15. La noce e il campanile. C. A. 67 v.— 16. Il salico e la zucca - C. A. 67 v. — 19. L’aquila. C. A. 67 v. - Il ragno. C. A. 67 v. - Il granchio. R. 1314. — 20. L’asino e il ghiaccio. C. A. 67 v. - La formica e il chicco di grano. C. A. 67 v. - L’ostrica, il ratto e la gatta. H. 51 v - Il falcone e l’anitra. H. 44 v. I — 21. L’ostrica e il granchio. C. A. 67 v. - I tordi e la civetta. C. A. 67 v — 22. La scimmia e l’uccelletto. C. A. 67 v. - Il cane e la pulce. C. A. 119 r —23. Il topo, la donnola e il gatto. C. A - 67 v. - Il ragno e il grappolo d’uva. R. 1314. - 24. Sul medesimo soggetto. C. A. 67 v. - Traccia. H. 44. v. . Il villano e la vite. II. 44 v. - 25. Leggenda del vino e di Maometto. C. A. 67 r. - 26. Traccia. R - 1281. — Le fiamme e la caldaia. C. A. 116 v. — 27. Lo specchio e la regina. R. 1324.
LE ALLEGORIE.
Pag. 31. Amore di virtù. H. 5 r. - 32. Invidia. - Allegrezza. - Tristezza. II. 5 v. - Pace. - 33. Ira. H. 6 r. - Misericordia over gratitudine. - Avarizia. 34. Ingratitudine. H. 6 v. - Crudeltà. II. 7 r. - Liberalità. - Correzione. H - 7 v. - 35. Lusinghe over soie. - Prudenza. - Pazzia. H. 8 r. - Giustizia. - 3S. Verità. H - 8 v. - Fedeltà over lialtà. - Falsità. H. 9 i. _ 37. Bugia. - Timore over viltà. H. 9 v. - Magnanimità. - Vanagloria. - 38. Constanza. H. 10 r. - Inconstanza. - Temperanza. - Intemperanza. H 10 v. 39. Umiltà. - Superbia. II 11 r. - Astinenza. - Gola. - 40. Castità. H - 11 v. - Lussuria. - Moderanza. Aquila. H - 12 r. — 41. Lumerpa, fama - H.12 v. - Pellicano. - Salamandra — 42. Camaleon. H. 13 i. Alepo pesce. - Struzzo. - Cigno. - Cicogna. H - 13 v. — 43. Cicala. H. 14 r. - Basalisco. - L’aspido, sta per la virtù. Il 14 v. - Drago. - Vipera. - 44. Scorpione H. 15 r. - Cocodrillo, ipocresia. - Botta. H. 17 r. 45. Bruco, della virtù in generale. - Ragno. H. 17 v H. 18 v. - Leofante. H. 19, 20 v. e v. — 48. II dragone. H. 20 v. — 49. Serpente. - Boa. H. 21 r. - Macli pel sonno è giunta. — 50. Bonaso noce colla fuga. H. 21 v. - Palpistrello. — 51. Pernice. - Rondine. H. 14 r. Ermellino. H. 48 v. - Leoni, pardi, pantere, tigri. H. 22 r. - Leonessa. H. 22 v. — 52. Leone. - Pantere in Africa. H. 23 r. - Cammelli. H. 23 v. — 53. Tigre. - Catopleas. H. 24 r. — 54. Basilisco. - Donnola over bellola. — 55. Ceraste. H. 24 v. - Amfesibene. - Iaculo. - Aspido. H. 25 r. — 56. Icneumone - Cocodrillo. H. 25 v. — 57. Delfino. H. 26 r. — 58. Hippotamo. Iris. - Cervi. H. 26 v. — 59. Luserte. - Rondine. - Bellola. - Cinghiale. H. 27 r. - Serpe. - Pantera. — 60. Camaleonte. II. 27 v. - Corbo. - Magnanimità. - Gru. Cardellino. H. 17 v. — 61. Dell’antivedere. H. 98 r. - Per ben fare. H. 98 v. - Sul medesimo soggetto. II. 99 r. - Del lino. G. 88 v. — 62. Frammento. G. 89 r.
I PENSIERI.
PENSIERI SULLA SCIENZA.
Pag. 65. La teoria e la pratica. R. 110. - Dell’error di quelli, che usano la pratica sanza scienza. G. 8 r. - Paragone del pratico. C. A. 76 r. — 66. Precedenza della teorica alla pratica. I. 130 r. - Sul medesimo soggetto. Lu. 405. - Consiglio al pittore. Lu. 750. Sul medesimo soggetto. Lu. 54. — 67. Sul fatto anatomico dello sviluppo grande del cranio nel fanciullo. Ash. I. 7 r. - Diversità della teorica dalla pratica. C. A. 93 v. — 68. Sterilità delle scienze senza applicazione pratica. Lu. 9. - Sul medesimo soggetto. R. 1169. - Ricordi di Leonardo. F. 2 v. — 69. La distribuzìone dei suoi trattati. F. 23 r. - Valore intrinseco del sapere. G. A. 223 r. - Naturale istinto dell’uomo al sapere. C. A. 119 r. - 70. Piacere, che nasce dalla contemplazione della natura. C. A. 91 v. - Leonardo contro gli sprezzatori delle sue opere. C. A. 119 r. — 71. Contro gli sprezzatori della scienza. T. 41 v. - Riflessione sulla struttura del corpo umano. R. 1173. — 72. Contro gli uomini, che mirano solo alla vita materiale. R. 1179 - - I due campi della conoscenza. C. A. 365 v. - Il supremo bene è il sapere. T 2 r. - 73. Valore del sapere nella vita. C - A. 112 r. - Glorificazione della scienza. Lu. 65.— 74. Come per tutt'i viaggi si po’ imparare. Ash. I. 31 v. - L’inerzia guasta la sottilità dell’ingegno. C. A. 284 v. - Lo studio senza voglia non dà alcun frutto. R - 117 o. Sul medesimo soggetto. Ash. I. 34 r. 75. Per giudicare l’opera propria bisogna riguardarla dopo lungo intervallo. C. A. 122 v - - Antiquitas sæculi iuventus mundi. M. 58 v. - Glorificazione della verità, V. U. 12 r. _ 76. Conseguenza delle opposizioni alla verità. C. A. 118 r. - Definizione della scienza. Lu. 1. — 78. Valore delle regole date da Leonardo al pittore. C. A. 218 v. — 79. Legge, che governa lo svolgimento storico della pittura e delle scienze. C. A. 141 r. — 80. Contro il principio di autorità nella scienza. C. A. 119 v. — 81. Il seguace della natura e il seguace della autorità degli scrittori. C. A. 117 r - Superiorità degli scopritori del vero sui commentatori delle opere altrui. C. A. 117 r. — 82. Contro gli umanisti. C. A. 119 r. - Reverenza di Leonardo per gli antichi inventori. F. 27 v. — 83. Valore della autorità. C. A. 76 r. - Spontaneità della creazione artistica e scientifica. C. A. 76 r. - Studio dell’antichità. C. A. 147 r. - Necessità della esperienza e della matematica nelle scienze Lu. 1. — 84. La esperienza. R. 1150. - La sperienza non falla, ma sol fallano i nostri giudizi, promettendosi di lei cose, che non sono in sua potestà. C. A. 154 r. — 85. Necessità della successione dell’effetto alla causa. C. A. 154 r. - La certezza delle matematiche. R. 1157. Generale applicabilità della matematica. K. 49 r.— 86. Delle scienze. G. 96. - Leonardo al lettore. R. 3. - Della meccanica. E. 8 r. - La meccanica e la esperienza. R. 1156. - Accordo fra l’esperienza e la ragione. C. A. 86 r. — 87. La deduzione. R. 6. - Bisogna passare dal noto all’ignoto. E. 54 r. - La legge di natura domina i fatti. C. A. 147 v. - L’esperienza è il fondamento della scienza. H. 90 r. — 88. Sul medesimo soggetto, A. 31 r. - Dalla investigazione degli effetti si scoprono le cause. E. 55 r. - Bisogna ripetere le esperienze e variare le circostanze. A. 47 r. — 89. Esempio della precedente regola. M. 57 r. Bisogna limitare la ragione alla esperienza, non estendere la ragione al di là della esperienza. I. 102 r. e v. — 90. A coloro che affermano l’acqua trovarsi alla sommità dei monti, perchè il mare è più alto, che la terra. F. 72 v. — 91. La prospettiva e la matematica. C. A. 200 r. — 92. La cognizione ha origine dal senso. T. 20 v. - Conseguenza del predetto principio. R. 838. — 93. La testimonianza del senso è il criterio del vero. Lu. 16. — 94. Le vere scienze sono quelle che si fondano sulla testimonianza dei sensi. Lu. 33. — 96. Inganno della mente abbandonata a sè stessa. Lu. 65. - Sul medesimo soggetto. C. A. 153 v. - Contro la metafisica. B. 4 v. — 97. Superiorità degli animali sull’uomo. F. 96 v. - Dal dizionario di Leonardo. T. 12 r. - Superiorità della scienza della pittura sulla filosofia. Lu. 10. Non si conosce l’essenza delle cose, ma i loro effetti. C. A. 79 r. — 98. Come la massa dell’acqua, che circonda la terra, ha forma sferica. C. A. 75 v. — La divisibilità all’infinito è un’astrazione mentale. C. A. 119 r. — 99. L’infinito non si può abbracciare colla ragione. C. A. 113. v. - Sul medesimo soggetto. H. 67 v. - La finalità delle cose trascende la mente umana. G. 47 r. — 100. Gli antichi si sono proposti dei problemi insolubili. C. A. 119 r. - Limiti alla definizione dell’anima. R. 837. — 101. Contro gli ingegni impazienti. R. 1210. — 103. Della vita del pittore nel suo studio. Ash. I. 27 v. — 104. Consigli al pittore. Ash. II. 1 r. — 105. Altro consiglio. Lu. 58. — 106. Consiglio. L. 53. - Vita del pittore filosofo ne’ paesi. C. A. 181 v. — 107. Necessità della analisi. Ash. I. 28 r. — 108. Carattere delle opere di Leonardo. R. 4. — 109. Suo desiderio insaziabile di conoscere. R. 1339.
PENSIERI SULLA NATURA.
Pag. 111. Proemio. C. A. 119 r. — 112. Natura e scienza, I. 18 r. - Leggi necessarie dominano i fatti della natura. R. 1135. - La rispondenza degli effetti alla potenza della loro cagione è necessaria. A. 24 r. — 113. Le leggi della natura sono imprescindibili. E. 43 v. - Sul medesimo soggetto. C. 23 v. - L’effetto succede alla causa necessariamente. C. A. 169 v. Il miracolo sta nella rispondenza dell’effetto alla sua causa. C. A. 337 v. — 114. Ogni cosa obbedisce alla propria legge. R. 156 r. — 115. Passività e attività. T. 39 r. - Provvidenza della natura nella conformazione del corpo umano. C. A. 116 r. — 116. Provvidenzialità della dilatazione e restringimento della pupilla. D. 5 r. — 117. Contro coloro che si arrogano di correggere la natura. C. A. 76 r. Sul fenomeno della spinta delle radici. C. A. 76 r — 118. Sulla struttura delle ali. E. 52 v. - Sulla disposizione delle foglie nelle piante. Lu. 398. — 119. Legge universale delle cose. Ash. II. 4 r. Sul medesimo soggetto. A. 60 r. — 120. Le cose fuori del loro stato naturale tendono a ritornarvi. C. 26 v. — Legge del minimo sforzo. C. 28 v. - Ogni parte desidera essere nel suo tutto. C. A. 59 r. - Suggetto colla forma. T. 6 r. — 121. Legge del minimo sforzo. G. 74 v. - La stessa. D. 4 r. - Ancora la stessa. - La natura è variabile in infinito. C. A. 112 v. — 122. Contro gli alchimisti. Lu. 501. - Ancora sulla varietà della natura. C. A. 76 r. - Precetto al pittore. C. A. 1119 r. — 123. Precetto. Lu. 270. - Vi è una omogeneità di struttura negli esseri animati. Lu. 107.— 124. Concetto dell’energia. G. - 5 v. - Legge universale. G. 73 r. - La stessa. T. 36 v.— 125. Definizione della forza. T. 36 v. - La stessa. H. 141 r. - La materia è inerte. A. 34 r. - Legge della trasmissione del moto e della sua equivalenza. B. 63 r. — 126. Principio d’inerzia. P. 74 v. - Origine della forza. E. 22 r. .— 127. Aspetti vari della forza. I. 68 r. - Ancora del principio d’inerzia. R. 859. - Ancora. V. U. 13 r. — 128. Sulla pitagorica armonia delle sfere celesti. C. A. 122 v. — 129. Sulla legge di gravità. F. 56 v. — La stessa. F. 69 v.— 130. La stessa. C. A. lo 3 v. Laude del sole. R. 860. — 131. Segue la laude. F. 5 r. — 132. Segue. F. 4 v.— 133. Segue. F. 6 r. - Segue. F. 8 r. — 134. Della prova che ’l sole è caldo per natura e non per virtù. F. 10 r. - Sul medesimo soggetto. G. 34 r.; F. 34 v. — 135. Propagazione dei raggi nello spazio. F. 85 v. — 136. Se le stelle han lume dal sole o da sè. F. 86 r.— 137. La terra è una stella. F. 57 r. - Essa risplende nell’universo. R. S 86. — 138. Ordine del provare la terra essere una stella. F - 56 v. - La terra sembra stella ai lontani. C. A. 112 v. — 139. La terra non è centro dell’universo. F. 25 v. - Come in un’età lontana la terra aveva un più vivo splendore. F. 94 v. - Questioni sulla natura della luna. F. 41 v. — 140. Sulla gravità della luna. F. 69 v. — 141. Sul medesimo soggetto. R. 892. - I mondi gravitano in seno ai propri elementi. R. 902. - 142. Il calore come principio della vita. K. 1 r. - La terra è un grande vivente. R. 896.— 143. Paragone dell’uomo e del mondo. C. A. 80 r. - Cominciamento del trattato de l’acqua. R. 1000.— 144. L’acqua. A. 55 v. - L’acqua è il sangue e la linfa del mondo. R. 970. — 145. Sul medesimo soggetto. H. 77 r. - L’acqua sui monti. R. 965. - Trasformazioni dovute all’acqua. H. 95 r.— 146. Della vibrazion della terra. K. 2 r. - Vaste trasformazioni nel passato e nell’avvenire. G. 49 v.— 147. L’acqua nei fiumi. R. 953.— 148. Su una conchiglia fossile. R. 954. - Basta un piccolo segno per ricostruire l’intero passato. R. 955. - 149. Del diluvio e de’ nicchi marini. R. 984. 151. Di quelli che dicono, che i nicchi sono per molto spazio e nati remoti dalli mari, per la natura del sito e de’ cieli, che dispone e influisce tal loco a simile creazione d’animali. R. 987. — 155. Confutazione ch’è contro coloro, che dicono i nicchi esser portati per molte giornate distanti dalli mari per causa del diluvio, tant’alto che superasse tale altezza. R. 988. — 158. I fossili rispecchiano nel passato una vita analoga a quella del presente. R. 989. _ 161. De’ nicchi ne’ monti. F. 80 r. — 162. Sulla stratificazione geologica e contro il diluvio. R. 994. - Dubitazione. C. A. 155 r. — 163. Quale sarà il termine della vita nel mondo. R. 995. — 165. La terra immersa nell’acqua per la lenta consumazione de’ monti. F. 52 v. - Le leggi meccaniche dominano i fenomeni inorganici e organici. V. U. 3 r. - Possibilità che ha l'uomo d’imitare strumentalmente l’uccello volante. F. 52 r. — 166. Ricordo, che ritorna all’anima del Vinci mentre scrive sul volo del nibbio. C. A. 161 r. — 167. Perchè li piccoli uccelli non volano in grande altezza, nè li grandi uccelli si dilettano volare in basso. C. A. 66 v. Facciamo nostra vita coll’altrui morte. E. 43 r. Come il corpo dell’animale al continuo more e rinasce. H. 89 v. — 168. Circolazione della materia. R. 483. — 169. Sullo stesso soggetto. F. 49 v. - Ancora sullo stesso soggetto. C. A. 376 v. - Sulla esistenza della morte e del dolore nel mondo. R. 846. - Sul medesimo soggetto. R. 1219. — 170. Desiderio di disfarsi nelle cose e negli esseri. R. 1187. — 171. Come i sensi sono offiziali dell’anima. R. 838. _ 173. Meccanismo della sensazione. C. A. 90 r. - 175. Sui movimenti automatici. C. A. 119 r. 176. - Come i nervi operano qualche volta per loro, sanza comandamento delli altri offiziali dell anima. R. 839. - Come l’uomo tende a riprodurre sè stesso nelle proprie opere. Lu. 108. - 178. Un istinto naturale dell’uomo lo guida a cercare sè stesso nelle cose e negli esseri. Lu. 109. - 179. Consiglio al pittore. A. 23 r. - Sugli stessi soggetti. Lu. 499. — 180. Sulla natura dei sensi. T. 7 v. - Problema dei sogni. R. 1114. - Giudizi inconscienti. I. 20 r. — 181. Inganno dei sensi. Lu. 2. — 182. Sul tempo. R. 916. - Sul concetto del tempo. R. 917. 183. Sul concetto del nulla. Ash. III. 27 v.; R. 918.
PENSIERI SULLA MORALE.
Pag. 185. Gli studi di Leonardo. R. 841. - Proemio della sua anatomia R. 796.— 187. Passaggio dalla anatomia all’etica. R. 793. - Conseguenze etiche che discendono dagli studi anatomici. An. A. 2 r. — 188. Il metodo sperimentale e sue conseguenze sull’agire umano. C. A. 119 r. - Limiti imposti da Leonardo alla scienza. R. 1. — 189. Contro la necromanzia. R. 1213. — 192. Degli spiriti. - 193. Se lo spirito tiene corpo infra li elementi. R. 1214. — 194. Se lo spirito, avendo preso corpo d’aria, si può per se muovere o no. R. 1215. 195. Se lo spirito può parlare o no. C. A. 1S 7 v. - 196. Sul medesimo soggetto. — 197. Sul medesimo soggetto. B. 4 v. - Studi sulla ti’sonomia. Lu. 292. - 198. Contro i ricercatori del moto perpetuo. K. 101 v. — 199. Segue. F. 30 v. - Sul medesimo soggetto. R. 1206. - Avvertimento. E. 31 v. - Contro le scienze occulte. R. 796. _ 200. Contro i medici. R. 797. - Ancora. - Ancora. p. 90 v. - 201. Funzione del dolore nella vita animale. R. 100 - Perchè le piante non hanno il dolore. H. 60 r. — 202. Funzione delle passioni a conservazion della vita. H. 32 r. - - Animosità e paura. C. A. 76 r. - Il corpo è specchio dell’anima. C. A. 76 r. - Indipendenza dell’anima dalla materia corporea, p. 32 v. - 203. La memoria. H. 33 v. - Lo spirito èdominatore. T. 34 v. - Ragione e senso. T. 33 r. - Sentimento e martirio. T. 23 v. - La virtù è il vero bene dell’uomo. Ash. I. 34 v. — 204. La brevità del tempo è una illusione della mente. C. A. 76 r. - Illusioni della mente e del senso. C. A. 29 v. - Ideando un orologio a piombo. C. A. 12 r. - 205. La vita virtuosa. C. A. 71 v. - Epigramma. C. A. 76 r. - L’attimo è fuggevole T. 34 r. - Nobiltà del lavoro. T. 34 r. — 206. La vita laboriosa. T. 27 r. - Il tempo distruggitore. C. A - 71 r. - Di quelli che biasimano chi disegna alle feste e chi ’nvestiga l’opere di Dio. Lu. 77. — 207. Preghiera. R. 1132 - Orazione. R. 1133. — 208. Contro i cattivi religiosi. E. 5 v. Ancora. T. 68. - Tutto è stato detto - T. 14 r. - Comparazione della pazienza. C. A. 117 v. - Consigli al parlatore. G. 49 r. — 209. Consiglio, miseria e giudizio. C. A. 80 v. — 210. Sentenze, proverbi e simboli. H. passim. — 211. La verità. T. 38 l’- 215. Il ben fare. IL 48 v. — 216. La ingratitudine. - La invidia. — 217. La fama. Ash. II. 22 v. - Piacere e dolore. R. 1196. — 218. Inferiorità fisiologica dell’uomo. R. 827.— 219. Sua inferiorità etica. R. 844. - 221. Classificazione di Leonardo. R. 816. - L’uomo come animale. C. A. 292 r. - Dagli animali all’uomo vi è un lento trapasso. E. 16 r. - L’evoluzione della moda. Lu. 541. — 223. Un discepolo di Leonardo: Giacomo. C. 15 r. — 225. Leonardo analizzatore dell’uomo. H 137 v. - Frammento di lettera a Giuliano de’ Medici. C. A - 243 v. - 227. 1 miseri studiosi con che speranza e’ possono aspettare premio di lor virtù? R. 1358.— 229. Dialogo fra il cervello e lo spirito, che in esso abitava. R 1355. - . Frammento di lettera. C. A. 380 r.
PENSIERI SULL’ARTE.
pag. 281. Difesa della pittura contro le arti liberali. - Proemio. Lu. 27. - Perche la pittura non e connumerata nelle scienze? Lu. 34. - 232. La pittura è scienza universale. Lu. 7. — 233. La pittura non si può divulgare. Lu. 8. 235. Come la pittura avanza tutte l’opere umane per sottile speculazione appartenente a quella. Ash. I. 19 v. 237. La pittura crea la realtà. Lu 2. 238. Rappresentazione e descrizione. Lu. 7. - Eccellenza dell’occhio. Lu. 24. — 239. Il pittore va direttamente alla natura. Lu. 14. — 241. Potenza espressiva della pittura. Lu - 15; 25, - 245. Importanza dell’occhio nella vita animale. Lu. 16. — 246. La pittura è una poesia muta. Lu. 18. — 247. Segue della pittura e poesia. Lu. 20. — 248. Segue - Lu. 21. — 250. La pittura si presenta all’occhio nel suo tutto in istante. Lu. 22. — 251. Segue. H. 658. — 257. Come la scienza dell’astrologia nasce dall’occhio, perchè mediante, quello è generata. Lu. 17. - Parla il poeta col pittore. Ash. I. 13 r. — 260. Risposta del re Mattia ad un poeta, che gareggiava con un pittore. Lu. 27. — 262. Altezza del mondo visibile. Lu. 27. — 263. Arguizione del poeta contro ’l pittore. Lu. 26. — 264. Conclusione infra ’l poeta e il pittore. Lu. 28 — 266. Come la musica si dee chiamare sorella e minore della pittura. Lu. 29. — 267. Pittura c musica. Lu. 30; 31. — 269. Parla il musico col pittore. Lu. 30. — 270 . Conclusione del poeta, pittore e musico. Lu. 32. — 273. Causa della inferiorità in cui è tenuta la pittura Lu. 46.
Pag. 274. Il pittore e la pittura. - Vastità del campo della pittura. Lu. 438. - Origine della pittura. Ash. I. 17 r. - Come ’l pittore è signore d’ogni sorte di gente e di tutte le cose. Lu. 13. — 275. La pittura è una seconda creazione. Lu. 9. - Come il pittore non è laudabile se quello non è universale. Ash. I. 25 v. — 276. Il pittore e la natura. R. 520. - Come chi sprezza la pittura non ama la filosofia della natura. Ash. I. 20 r. — 277. Come nell’opere d’importanza l’omo non si de’ fidare tanto della sua memoria, che non degni ritrarre di naturale. Ash. I. 26 r. — 278. Del giudicare la tua pittura. Ash. I. 28 r. — 279. Come ’l pittore debb’esser vago d’audire, nel fare dell’opera sua, il giudizio d’ogn’omo. Ash. I. 26 r. — 280. Della trista scusazione fatta da quelli che falsa — e indegnamente si fanno chiamare pittori. Ash. I. 25 r. - Come lo specchio è ’l maestro de’ pittori. Ash. I. 24 v. — 282. Precetto al pittore. G. 33 r. e v. - La pittura è un discorso figurato. K. 110 v. - Ordine dello studio. Ash. I. 17 v. — 283. Sullo stesso soggetto. C. A. 196 v. — 284. Del modo dello imparare bene a comporre insieme le figure nelle storie. C. A. 27 v. — 285. Della studiare in sino quando ti desti ò innanzi t’addormenti nel letto, allo scuro. Ash. 1. 26 r. - Modo d’aumentare e destare lo ’ngiegno a varie invenzioni. Asli. I. 22 v. — 286. La stanza del pittore. Ash. I. 16 r. - L’idea e la pratica dell’arte. Lu. 57. — 287. Progresso indefinito dell’arte. R. 498. - Quel pittore, che non dubita, poco acquista. Lu. 62. Precetti sulla pittura. Lu. 404. Fag. 289. Paragone della pittura colla scultura. - I. Ash. I. 25 r. e 24 v. — 292. II. Lu. 35. - III. Lu. 36.—293. IV. Lu. 38.—293. V. Lu. 40.— 296. VI. Conclusione. Lu. 41.
I PAESI E LE FIGURE.
I PAESI.
Pag. 301. Un effetto di nubi sul lago Maggiore. R. 1021. — 302. Un’ascensione al monte Rosa. R. 300. — 303. Traccia. R. 471. - Altra traccia. R. 605 - Varie colorazioni del mare. Lu. 237. — 304. La vegetazione di un colle. Lu. 806. — 306. Del modo del figurare una notte. Ash. I. A 8 v. — 307. Come si dee figurar una fortuna Ash. I. 21 r. — 308. Modo di figurare una battaglia. Ash. I. 30 v. — 313. Figurazione del diluvio. G. 6 v. — 314. Segue. R. 327.— 323. L’isola di Cipro. R. 1104. Pag. 324. Il viaggio in Oriente. - Divisione del libro. — 325. Lettera I. - Descrizione del monte Tauro e dei fiume Eufrate s. — 327. Lettera II. - Figura de) monte Tauro. — 329. Qualità e quantità del monte Tauro. C. A. 145 r. e v. — 331. Lettera III. C. A. 211 v. — 333. Frammento. C. A. 189 v.
LE FIGURE.
Pag. 335. La pittura espressiva. C. A. 139 r. — 336. Avvertimento al pittore. Ash. I. 21 r. - La pittura deve mostrare la passione della figura dipinta. Lu. 180. — 337. Come il muto è maestro del pittore. Lu. 115. - Il pregio della pittura sta nella rispondenza del segno al significato. Ash. I. 20 r. — 338. Segue. Ash. I. 27 r. - Varietà infinita nell’espressione dei sentimenti. Lu. 373. - Le età dell’uomo. Ash. I. 17 v - — 339. Del figurare uno che parli infra più persone. Ash. I. 21 r. — 340. Appunti sulla composizione del Cenacolo. R. 666. — 341. - Come si deve fare una figura irata.. Ash. I. 29 r. — 342. Come si figura uno disperato. Ash. I. 29 r. Pag. 342. Un gigante fantastico. - Lettera I. C. A. 96 v. — 344. LetteraILC. A. 304 r. — 346. Frammento.
LE PROFEZIE E LE FACEZIE.
LE PROFEZIE.
Pag. 349. Le profezie itegli animali razionali. - Profezia. I. 63 r. e v. — 350. De’ fanciulli che stanno legati nelle fascie. C. A. 143 r. — 351. De’ putti che tettano. I. 67 r. - Il dormire sopra le piume dell’uccelli. 11. 1297. - Dello scriver lettere da un paese a un altro. C. A. 362 r. - Delle putte maritate. I. 64 r. - Delle dote delle fanciulle. C. A. 362 v. — 352. Dello spegnere il lume a chi va alletto. C. A. 362 r. - Del sognare. C. A. 362 r. Ancora del sognare. C. A. 145 r. — 353. Dell’ombra che si move coll’uomo. C. A. 362 r. - Dell’ombra che fa l'omo di notte col lume. K. 50 v. - Dell’ombra del sole e dello specchiarsi nell’acqua in un medesimo tempo. C A. 362 r. — 354. Delle lingue de’ diversi popoli. I. 64 r. - De’ soldati a cavallo. C. A. 362 r. - De’ segatori. C. A. 362 r. - De’ zappatori. I. 64 r. — 355. Del seminare. - Le terre lavorate. C. A. 362 r. - I calzolari. R. 1312. - Del segare delle erbe. R. 1311. - Del grano e altre semenze. R. 1310. — 356. Del battere il grano. I. 65 r. - De’ giocatori. I. 64 v. - Del suono della piva. I. 65 r. - De’ dadi. I. 65. r. - De’ battuti e scoreggiati. C. A. 362 r. — 357. Le lingue de’ porci e vitelli nelle budelle. C. A. 362 r. - De’ villani in camicia che lavorano. - De’ barbieri. R. 1290. Pag. 357. Le profezie degli aninali irrazionali. - Tiran le bombarde. R. 1297. - De’ buoi che si mangiano. C. A. 362 r. — 358. Delli asini bastonati. C. A. 143 r. - Delli asini. C. A. 362 r. - Delle campanelle de’ muli che stanno presso ai loro orecchi. C. A. 362 r. - De’ muli che portano le ricche some dell’argento e oro. L. 91 r. — 359. De’ capretti. R. 1313. - Delle pecore, vacche, capre e simili. C. A. 143 r. - Delle gatte che mangiano i topi. C. A. 143 r. - Le api che fanno la cera delle candele. R. 1297. - Dell’api. C. A. 143 r. — 360. Delle formiche. C. A. 143 r. - Delle mosche e altri insetti. I. 64 r. - Delle civette o gufi con che s’uccella alla pania. C. A. 362 r. - Delle biscie portate dalle cicogne. C. A. 127 v. - 361. I pesci lessi. C. A. 362 r. - De’ pesci che si mangiano non nati. C. A. 362 r. - De’ nicchi e chiocciole che sono ributtate dal mare, che marciscono dentro ai lor gusci. I. 67 r. - Dell’ova che sendo mangiate non possono fare i pulcini. C. A. 36 - y. - Belle taccole e stornelli. G. 76 r. — 362. Delle api. R. 1329.
Pag. 362. Le profezie delle piante. - Delle noci e ulive e ghiande e castagne e simili. C. A. 143 v. - De’ noci battuti. I. 65. v. — 363 . L’ulive che cadono dagli ulivi dannoci olio che fa lume. C. A. 362 r. - De’ legnami che bruciano. C. A. 362 r. - De gli alberi che nutriscono i nesti. R. 1310.
Pag. 363. Le profezie delle cose materiali. - Della sola delle scarpe che son di bue. C. A. 362 r. - 364. De’ crivelli fatti di pelle d’animali. C. A. 362 r. - Delle lanterne. F. 64 v. - Delle medesime. C A. 362 r. - Delle maniche de’ coltelli fatte di corna di castrone. C. A. 362 r. - Delli archi fatti colli corni de’ buoi. C. A. 362 v. — 365. Delle piume ne' letti. C. A. 362 r. - Del pettine nel telaio. F. 65 r. - Il filatoio dà seta. C. A. 362 r. - Del lino che fa la cura delle genti. C. A. 362 r. - Del manico della scure. F. 64 v. — 366. Il bastone ch’è morto. C. A. 362 r. - De’ lacciuoli e trappole. C. A. 362 r. - Del moto dell’acque che portano i legnami che son morti. C - A. 362 r. - Dei carri e navi. I. 66 r. - Delle casse che «serrano molti tesori. C. A - 362 r. - 367. Del navigare. C. A. 362 v. - Del navigare. C. A. 362 v. - De’ navili che annegano. C. A. 362 r. - Li animali che van sopra le terre andando in zoccolo. C. A. 362 r. — 368. Delle baghe. R. 1317. - Del parasole.
Pag. 368. II. De’ sassi convertiti in calcina de’ quali si murano le prigioni. I - 66 v. - Dello specchiare le mura delle città nell’acqua de’ lor fossi. C. A. 362 r. - Dei forni. I. 66 r. — 369. Ancora dei forni. I. 66 r. - Del mettere e trarre il pane dalla bocca del forno. C. A. 362 r. - Delle fornaci di mattoni e calcina. C. A. 362 r. - Delle armi da offendere. I. 64 v. - Il ferro uscito di sotto terra è morto, e se ne fa l’arme che ha morti tanti uomini. R. 1297. — 370. Delle spade e lance che per sè mai nuocono a nessuno. C. A. 362 r. - Delle stelle degli sproni. C. A. 362 r. - Del fuoco delle bombarde. R. 1297. - Delle bombarde ch’esca» della fossa e della forma. C. A. 197 v. — 371. La pietra del fucile, che fa foco che consuma tutte le some delle legne, con che si disfan le selve; e cuocerassi con esse la carne delle bestie. R. 1297 - Dell’esca. C. A. 362 r. - De’ metalli. C. A. 362 r. — 372. De’ danari e oro. C. A. 36 r.
Pag. 372. Le profezie delle cerimonie. De’ morti che si vanno a sotterrare. C. A. 362 v. - De li uffizi funerali e processioni e lumi e campane e compagnia. C. A. 143 v. — 373. Del dì de’ morti. G. A. 362 v. - Del pianto fatto il venerdì santo. C. A. 362 r. - De’ cristiani. C. A. 145 r. - Del turibolo dell’incenso. R. 1310. - De’ preti che dicono messa C. A. 362 v. - De’ preti che tengono l’ostia in corpo. I. 65 v. — 374. De’ frati confessori. C. A. 362 v. - Delle pitture de’ santi adorate. C. A. 362 r. - Delle scolture. I. 65 v. - De’ crocefissi venduti. I. 66 v. - Della religione de’ frati che vivono per li loro santi, morti per assai tempo! I. 66 v. - 375. Del vendere il Paradiso. C. A. 362 v. - De’ frati che spendendo parole ricevono di gran ricchezze, e danno il Paradiso. C. A. 362 v. - Delle chiese e abitazion de’ frati.
Pag. 376. Le profezie dei costumi. - Dello sgomberare l’Ognissanti. C. A. 362 v. - Delli omini che dorman nell’asse d’albero. C. A. 145 r. - Del battere il letto per rifarlo. C. A. 362 r. - I medici che vivono de’ malati. I. 66. v.— 377. Del comune. C. A. 36 r. - Profezia. G. 14 v.
Pag. 377. Le profezie de’ casi che non possono stare in natura. - Della fossa. C. A. 362 r. Del peso posto sul piumaccio. C. A. 362 r. — 378. Del pigliare de’ pidocchi. C. A. 362 r. - Dell’attignere l’acqua con due secchie a una sola corda. C. A. 362 r.
Pag. 378. Le profezie delle cose filosofiche. - Dell’avaro» C. A. 362 r. - 379. Delli uomini che quanto più invecchiano più si fanno avari, chè avendosi a star poco dovrebbero farsi liberali. C. A. 362 r. - Del desiderio di ricchezza. I. 64 v. - Delle cose che si mangiano, che prima s’uccidono. C. A. 362 r. - Della bocca dell’omo ch’è sepoltura. I. 65 v. - Del cibo stato animato. C. A. 145 r. — 380. Della vita delli omini che ogni anno si mutano carne. R. 1311. - Della crudeltà dell’omo. C. A. 362 v. — 381. Della lettura de’ buoni libri. I. 64 r. - De’ libri che insegnano precetti. C. A 362 r. - Della fama. I. 64 v. - Delle pelli delli animali che tengono il senso del tatto, che v’è sulle scritture. I. 64 v.— 382. Della storia. I. 65 v. - In ogni punto della terra si può fare divisione de’ due emisperi. C. A. 362 r. - In ogni punto è divisione da oriente a occidente. C. A. 362 r. - Degli emisperi, che sono infiniti e da infinite linee son divisi, in modo che sempre ciascuno omo n’ha una d’esse linee infra l’un de’ piedi e l’altro. C. A. 362 V.— 383. Delle nuvole. R. 1297. - La neve che fiocca, che è acqua. R. 1297. - La palla della neve rotolando sopra la neve. R. 1297. - Delle pioggie, che fanno che i fiumi intorbidati portan via le terre. C. A. 362 r. — 384. Questo sono li fiumi, che portano le terre da loro le vate dalle montagne, e le scaricano ai marini liti; e dove entra la terra si fugge il mare. R. 1297. Dell’acqua, che corre torbida e mista con terra, e della polvere e nebbia mista coll’aria, e del foco misto col suo e altri con ciascuno. C. A. 362 r. Il vento d’oriente che scorrerà in ponente. R. 1297. — 385. Della notte che non si conosce alcun colore. C. A. - 362 r. - Del foco. C. A. 362 r. - Lo specchio cavo accende il foco col quale si scalda il forno, che ha il fondo, che sta sotto il suo cielo. R. 1297. - Traccia. R. 1297. — 386. Dei pianeti. I. 66 r. - Del consiglio. C. A. 36 r. - Della paura della povertà. C. A. 36 r. - Della bugia. I. 39 v.
LE FACEZIE.
Pag. 387. Di un frate ad un mercante. C. A. 147 v. — 389. Di un pittore ad un prete. C. A. 117 r. - Motto di un artigiano ad un signore. R. 1283. — 390. Bella risposta ad un pitagoreo. M. 58 v. - Risposta di un pittore. M. 58 v. — 391. Un amico ad un maldicente. C. A. 300 v. - Detto di un infermo. R. 1290. — 392. Detto di un dormiglione. R. 1292. - Arguzia. F. cop. v. - Risposta ad un motto., C. A. 12 r. — 393. Facezia ad un vantatore. C. A. 75 v. - Risposta ad un motto. C. A. 75 v. — 394. I. a stessa. C. A. 75 v. - Motto. C. A. 75 v. - Facezia diun prete. C. A. 75 v. — 395. Facezia. C. 19 v. - Motto arguto. — 396. Motto detto da un giovane ad un vecchio. T. 8 r. - Facezia. H. 37 r.