Dialogo e discorsi del reggimento di Firenze/Indice dei nomi e delle cose notevoli

Indice dei nomi e delle cose notevoli

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Nota Indice
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INDICE DEI NOMI

E DELLE COSE NOTEVOLI

Accoppiatori, loro elezione; riduzione delle loro facoltá, 19; loro incompatibilitá col consiglio grande, 20; loro scarsa autoritá, 272.

Albizzi (degli) Maso, del governo del suo tempo, 22, 23.

Albizzi (degli) Rinaldo, ricordato, 262.

Alessandro Magno, suoi rapporti con Aristotile, 5.

Alessandro VI, nella lega contro i Francesi; sua ambizione, 71.

Alfonso I, duca di Ferrara, ricordato, 270.

Alfonso II di Napoli, sua responsabilitá nelle discordie italiane, 64.

Annibale, come i romani si difesero da lui, 222.

Apollo, presunto ispiratore di Licurgo, 258.

Aragonesi [Ragonesi], del loro eventuale ritorno a Napoli, 71.

Arbitri (tasse), ricordati, 210.

Arezzo, modo di eleggerne il capitano, 147, 230; ricordato il suo acquisto, 159; sua tradizione di indipendenza, 160.

Aristotile, suoi rapporti con Alessandro Magno e suo scritto della politica, s5; ricordato, 189.

Arti, sorveglianza che vi esercitava Lorenzo de’ Medici, 27; della partecipazione delle minori al governo, 120.

Atene (e Ateniesi), costumi dei suoi cittadini a tempo di Platone, 3; ricordata la sua libertá, 5; sue milizie cittadine, 221; disordine derivante dalla autoritá attribuita al popolo, 226; del suo senato, 241; grado che vi ebbe Pericle, 251.

Atene (duca di), ricordato, 84.


Baroni di Napoli, ricordata la loro guerra, 30.

Bentivogli Annibaie, della sua morte e successione, 165.

Bentivogli Ercole, gli è attribuito come figlio un certo Santi, 166.

[Bentivogli] Santi, chiamato a capo della fazione, 166.

Bibbiena (da) Piero, v. Dovizi.

Bologna, violenze che vi si usano, 25, 32, 75; della successione di Annibale Bentivogli, 165.

Bonifazio IX, eletto papa giovane, 147.

Borgia Cesare [Valentino], sua passeggera potenza, 270.

Borromei, loro ereditá tolta ai Pazzi, 31. [p. 366 modifica]

Bruto, congiura dei suoi figli contro la libertá, 165.

Buoni uomini (Dodici), loro elezione, 244.


Calisto III, de’ suoi parenti, 270.

Campidoglio [Capitolio], occupato dai servi, 154.

Capitani di Parte, loro facoltá, 232.

Capitolio, v. Campidoglio.

Capponi Gino di Neri di Gino, suoi studi di astrologia, 12.

Capponi Gino di Neri di Recco, del suo tempo, 22; dei suoi Ricordi, 162.

Capponi Neri di Gino di Neri, ricordato, 13, 16; sua intromissione nella facenda di Santi Bentivogli, 166.

Capponi Piero di Gino di Neri, visita Bernardo del Nero, 4; nominato, io, 13, 33, 42, 46, 49, 5 G 55 . 72, 73, 74, 75, 76, 93; sua opera per cacciare Piero de’ Medici, 85; — Interlocutore nel Dialogo, 7, 8, 12, 13, 14, 15, 16, 19, 22, 25, 50, 52, 60, 84, 85, 97, 129, 158, 172.

Carlo VIII, politica di Piero de’ Medici nei suoi riguardi, 30; sua convenzione con Firenze riguardo a Piero, 170.

Cartagine, danno che ebbe dal non possedere milizie cittadine, 222; del suo senato, 115, 241.

Chiesa, ricordata la guerra di Firenze contro di essa, 108; effetti della sua vicinanza a Firenze, 160.

Cicerone, suoi scritti delle leggi, 258.

Cinque del contado, ricordati, 44.

Ciompi, ricordati, 23, 84, 140, 215.

Clemente VII, sua potenza, 3; suoi rapporti col Guicciardini, 5.

Collegi, ricordati, 47, 125, 128; loro divieti, 113, 233; loro facoltá, 117, 120, 129, 232, 243, 244, 245, 246, 247, 253, 255, 256; modo di deliberare, 178; si propone che facciano parte del senato, 241.

Conservatori delle leggi, loro facoltá, 120, 138, 232, 251-2, 255; ricordati, 125.

Consigli del popolo e del comune, ricordati, 69.

Consiglio grande (di Firenze), sua creazione, 19; sua incompatibilitá con gli accoppiatori, 20; della sua competenza e autoritá, 43, 101 segg., 125-6, 129, 134, 157, 177, 197, 223, 225, 230 segg., 234, 243-4, 246; suoi componenti, 47, 75, 102, 106, 181, 188, 193, 198, 224, 229; elezioni che fará, 47, 192, 228, 229, 240, 242; sue insufficienze ed errori, 48, 81, 228; come imporrá le gravezze, 52, 53, 74; modo di deliberare, 175, 177, 178; fondato sull’esempio di Venezia, 183; vi è proposta la decima scalata, 196; vi fu proposta l’impresa di Pisa, 226; dell’appello ad esso, 234, 235, 253; ricordato, 43, 54, 104, 116, 120, 135, 178, 179, 180, 194, 225, 227, 249.

Consiglio grande (di Venezia), 131, 139.

Consoli romani, 104, 108-9, 148, i 54, 156.

Conte di Virtú, v. Visconti Giangaleazzo.

Conzione, corrisponde negli antichi al consiglio grande, 102; sue facoltá a Roma, 155-6.

Cortona, modo di eleggerne il capitano, 147.

Cremona, dieta ivi tenuta, 30.


Dandolo Andrea, eletto doge di Venezia in etá giovanile, 147.

Decemviri, loro tentativo contro la libertá di Roma, 108; ricordati, 154. [p. 367 modifica]

Decima scalata, proposta a Firenze, 196; sua legittimitá e vantaggi, 197 segg., 205; suoi svantaggi, 208, 212-3, 215, 216.

Dieci (consiglio de’), da imitare a Firenze, 117.

Dieci di balia, quelli che saranno eletti a questo ufficio, 43, 44, 162; a tempo di Lorenzo, 45; durata del loro ufficio, 104; modo di eleggerli, 117, 120, 230; competenza da dare loro, 117, 232, 247-8; del danno di eleggere uomini insufficienti, 182; di quelli che saranno eletti, 209, 244; ricordati, 74, 111, 119, 121, 124, 136, 243.

Dispiacenti (tasse), ricordati, 210.

Dogi di Venezia, loro autoritá, 103, 108, 139; cautele contro di loro, 105; di quelli che aspirarono alla tirannide, 107; loro perpetuitá, 111, 226; limitazione della loro autoritá, 233.

Dovizi Piero da Bibbiena, sua autoritá sotto Piero de’ Medici, 33.


Efori, ricordati, 144.


Ferdinando I di Napoli [Ferrando] sua guerra con Firenze; aiutato da essa nella guerra co’ baroni, 30.

Ferdinando il Cattolico, re di Spagna, nella lega contro i francesi, 71.

Ferrara, ricordata la guerra per essa, 30; i Medici pensano di renderla al duca, 269-70.

Ficino Marsilio, ricordati suoi discorsi con Bernardo del Nero, 53, 55 e con Piero Guicciardini, 12.

Filippo il Macedone [padre di Alessandro], fondò lo stato con la corruzione, 65.

Firenze, dell’autoritá che vi hanno i Medici; del governo da introdurvi, 3, 4; dell’utilitá che può arrecarle l’opera di Bernardo del Nero, 7-8; del suo governo, 10; sua condizione, cacciati i Medici, 11; suo governo sotto i Medici, 15; suo amore di libertá, 18; del suo governo, 20; suo amore di uguaglianza, 21; sue mutazioni e vicende prima e durante l’oligarchia, 23-4; che non vi sarebbero giovati metodi violenti, 25; come vi si davano le cariche a tempo de’ Medici, 28; sue guerre a tempo di Lorenzo, 30; distribuzione degli uffici, 46; delle possessioni, 54; la giustizia sotto i Medici; nel governo popolare, 58; proposta di pace di Filippo Maria Visconti, 61; costretto ad allearsi con Venezia, 62; sua lega con Milano e Napoli, 64; impresa di Lucca, 69; il suo interesse coincideva con quello de’ Medici, 73; cittá vecchia, difficile a riformarsi, 81, 219; danni che avrebbe dal ritorno di Piero, 82-3; utilitá della cacciata di questi, 86; nessun aumento di dominio dopo il ’34, 89; necessitá che sia armata; difficoltá di farlo, 90 segg.; fiducia in un ottimo governo di essa, 94; suo amore di libertá; vergogna della sua soggezione, 95-6; dei suoi governi, 96; non le si adatta un governo di ottimati, 98; ordinamenti che non vd si possono introdurre, 100; ambizione di tutti d’esser de’ Signori, 113; spese soverchie che vi si fanno, 129; riputazione che vi avranno gli interlocutori di Bernardo, 146; dei partigiani de’ Medici, 164; ne fu tratto Santi Bentivogli, 166; nominata, 172; ricordata l’istituzione del consiglio grande, 175; propostavi la decima scalata, 196; [p. 368 modifica] vantaggi che le procurano i mercanti, 205; sua critica situazione, 207; previsione che perda la libertá, 218; sua decadenza economica, 218, 220; del crearvi una milizia cittadina e dei suoi vantaggi, 221 segg.; sue condizioni e sentimenti, nel ritorno de’ Medici, 261 segg.; sua importanza in Italia, 269; del farvisi amici da parte de’ Medici, 271, 274; sua crisi economica, 277.

Foscari Francesco, doge di Venezia, suo governo e deposizione, 147.

Francesi, loro passaggio in Italia, 66; della possibilitá di cacciarli, 71, 72; ricordata la loro venuta, 268, 277.

Genova, piano di Filippo Maria Visconti per acquistarla, 62; come batté Pisa, 162; suo modo di trattare i ribelli, 168.

Germania [La Magna], sue terre libere senza dominio, 159.

Gianicolo [Ianiculo], secessione della plebe, 154.

Gonfalonieri di compagnia, loro elezione, 244.

Gonfaloniere di giustizia, del farlo per piú tempo o a. vita, 104, 105, 108 segg., 226, 237 segg.; durata attuale del suo ufficio, 104; inconvenienti del gonfalonierato a vita, 115, 125, 127, 137, 227, 244; facoltá da conferirgli, 117, 118, 122, 127, 129, 233; modo di eleggerlo, 130-1, 134-5, 239-40, 243; di quelli che saranno eletti, 209; sua autoritá, 234 segg., 245, 248; modo di giudicarlo, 256; ricordato, 43, 123, 124, 140, 143, 228, 243, 249.

Gracchi, ricordati, 149, 153, 155.

Grecia (e Greci), i capi delle sue cittá corrotti da Filippo il Macedone,

65; ricordate le sue storie, 93; difetti dei suoi Consigli, 102; confronto con Firenze, 112; ricordata, 130; disordine del governo nelle sue repubbliche e loro forza militare, 139; Sparta fu la piú virtuosa delle sue repubbliche, 200; della preminenza che vi ebbe Sparta, 258; ricordata, 274.

Guicciardini Iacopo di Piero dí Luigi, ricordato, 13.

Guicciardini Luigi di Piero di Luigi, gonfaloniere di giustizia, 59.

Guicciardini Piero di Iacopo di Piero, raccontò al figlio la visita a Bernardo del Nero, 4; nominato, 10, 12, 13, 15, 25, 36, 96, 109, 110, 137, 154, 156 — Interlocutore nel Dialogo, 7, 9, 12, 13, 16, 36, 49, 50, 54, 67, 70, 82, 96, 104, 126, 130, 146, 148, 172.

Guicciardini Piero di Luigi, ricordato, 13.

Ianiculo, v. Gianicolo.

Impruneta, v. Santa Maria.

Italia, elementi che la salvarono per molti anni; fatti che la gettarono in preda de’ barbari, 64; della possibilitá di cacciarne i francesi, 71; sará preda degli stranieri, 72; delle sue cittá Firenze è la piú amante di libertá, 95; i suoi moti saranno in futuro piú Violenti, 143; travagli che le si preparano, 159; se sará degli italiani o ci resteranno gli stranieri, 159-60; frangenti in cui si trova, 161; sue sventure e difficoltá di salvarne la libertá, 218; influenza che vi esercitò Firenze, 261.

Lacedemone (e Lacedemoni), vedi Sparta. [p. 369 modifica]

Ladislao, re di Napoli, sua guerra con Firenze, 24.

La Magna, v. Germania.

Lanfredini Giovanni, ambasciatore a Venezia a tempo di Lorenzo, 131.

Leone X, suoi rapporti col Guicciardini, 5; ricordato come cardinale, 168; effetti della sua elezione in Firenze, 267; opportunitá di suoi benefici ai cittadini di Firenze. 279-80; ricordato, 269, 270.

Licurgo, ricordate le sue leggi, 142, 257-8.

Livio, citato, 109, 155.

Lombardia, piano di Filippo Maria Visconti per consolidarvisi, 62; acquisti di Venezia, 160; incertezza degli acquisti dei Medici, 269.

Lucca, ricordata per Pietrasanta, 30; impresa fiorentina contro di essa, 69; del suo acquisto, 159.


Mario, sua potenza, 155.

Massimiliano, imperatore, nella lega contro i francesi, 71; ricordato, 222.

Medici, loro autoritá in Firenze, 3; obbligazioni del Guicciardini ad essi, 5; intrinsichezza di Bernardo con essi, 9, 11; del loro governo, 12, 15, 17, 22, 25; loro rapporti con l’amministrazione della giustizia, 26; del loro governo, 28; loro maneggio delle gravezze, 29; loro politica egoistica, 29-30; loro sistema di disarmare i cittadini, 35; distribuzione degli uffici sotto di loro, 46; del loro governo; come abilitarono molti allo stato, 48; come esclusero le case nemiche; del modo di giudicarli, 49; difficoltá di far mutazione sotto di loro, 50; modo d’imporre le gravezze, 51; loro amici, 52, 53; della giustizia sotto di loro, 56, 58; attitudine del loro governo ad eccrescere il dominio, 60, 68; il loro governo meno incline alla neutralitá, 66; scopi del loro governo, 73-4; responsabilitá di chi li ha cacciati; peggioramento del loro governo sotto Piero, 76; origine e modi del loro governo, 77, 82, 87, 88, 90; confronto di esso col governo libero, 96, 119; del loro consiglio de’ settanta, 114; degli otto di pratica, 124; ricordato il loro governo, 140, 141; ricordata la loro cacciata, 141, 17S; di un loro eventuale ritorno, 145; come salirono in potenza, 146; del modo di far fronte al loro pericolo, 161, 164-5; ricordati, 169; che cosa debbano fare per tenere lo stato, 261; modo della loro potenza passata e dell’attuale, 262 segg., 275; impressione prodotta dal loro ritorno, 267; loro mire ambiziose; incertezza dei loro acquisti in Lombardia, 269; sorte dei loro amici del ’94, 275; ricordati, 44.

Medici (de’) Cosimo (il Vecchio), del suo governo, 14, 25, 29; sue rappresaglie nel ’34, 32; sua mansuetudine, 33; suo governo, 33, 50; suo uso delle gravezze, 50; sua politica per Francesco Sforza, 62; ricordato, 16, 79, 84, 89, 119, 167.

Medici (de’) Giovanni di Pierfrancesco, sue macchinazioni contro Piero, 79.

Medici (de’) Giuliano di Lorenzo (duca di Nemours), sua rinunzia al dominio di Firenze, 269.

Medici (de’) Giuliano di Piero di Cosimo, ricordata la sua uccisione, 165.

Medici (de’) Lorenzo di Pierfrancesco, sue macchinazioni contro Piero, 79; considerato dai [p. 370 modifica] medicei eventuale successore di Lorenzo dopo la congiura de’ Pazzi, 165.

Medici (de’) Lorenzo (il Magnifico), del suo governo, 14, 25; sua cura degli squittini della Mercanzia, 26; suoi interventi nella giustizia criminale, 27; guerre fatte per sue ragioni personali, 30; sue appropriazioni di denaro pubblico, 31, 74; aiuto da lui dato a Piero Capponi; sue rappresaglie contro i Pazzi, 32; sua mansuetudine, 33; suo governo, 33, 35; sua cura di conservare la dignitá degli uffici, 48; suo modo di imporre le gravezze, 51; suo modo di premiare e punire, 56; non si immischiò nella giustizia, 57-8; fece fare una legge sugli ornamenti e spese, 59; esempio dato da lui, 60; delle sue imprese, 73; suo modo di difendersi, suo atteggiamento coi Pazzi, 75; suo governo, 76, 78-9, 87; suoi favori agli amici, 273; ricordato, 13, 45, 50, 89, 131, 165, 262, 263, 276.

Medici (de’) Lorenzo di Piero (duca d’Urbino) disposto a rinunziare a Firenze, 269; sue grandi spese, 277.

Medici (de’) Piero di Cosimo, ricordato, 79.

Medici (de’) Piero di Lorenzo, ricordata la sua cacciata, 4, 8 e il complotto per rimetterlo in Firenze, 5; Bernardo ne lamenta la cacciata, 8; pericolo del suo ritorno, 21, 23; sua politica, 30; sua natura e suo governo, 33; raramente si immischiò nella giustizia, 57; sue responsabilitá, 64; suo malgoverno, 76; non mirava certo al principato, 78; sua indole, macchinazioni contro di lui, 79; del suo eventuale ritorno, 82-3; della sua cacciata, 86, 138; meno temibile dei suoi fratelli, 166; convenzione tra Firenze e Carlo Vili nei suoi riguardi, 170; malcontento che faciliterebbe il suo ritorno, 211; sue aderenze in Firenze e dominio, 216; ricordati i suoi modi, 276; ricordato, 11, 13, 50.

Meloria, rotta che i genovesi vi dettero ai pisani, 162.

Mercanzia (Sei della), loro squittini a tempo di Lorenzo de’ Medici, 26; diminuita riputazione dei loro giudizi, 27; loro squittini sotto i Medici, 57; loro competenza, i2i, 232; cause di loro competenza, 278.

Milano, Venezia cerca d’impadronirsene; Francesco Sforza ne diventa duca, 62; sua lega con Firenze e Napoli, 64.

Modena [Modona], incerto possesso de’ Medici, 269.

Monte, del ridurne le rendite, 204, 215; del sospendere i pagamenti, 277.

Monte (ufficiali del), loro facoltá, 121.

Monte Sacro, secessione della plebe romana, 154.


Napoli, sua lega con Firenze, 64; destinato a cadere in preda agli stranieri, 71.

Nero (del) Bernardo, visitato dagli interlocutori del Dialogo, 4; ricordata la sua fine, 5; lodata la sua esperienza, io; nominato, 12, 34, 36, 96, 97, 172 — Interlocutore nel Dialogo, 8, 9, 10, 13, 14, 15, 16. 18, 20, 23, 25, 36, 41, 42, 47, 49, 50, 52, 54, 60, 67, 70, 7 L 72, 73, 77, 82, 85, 90, 97, 105, 107, 126, 130, 140, 147, 150, 159, 161.

Ordinamenti di giustizia, ricordati, 49. [p. 371 modifica]


Orsini, loro intrinsichezza con Piero de’ Medici, 30.

Ottanta, nuovamente istituiti, 114, 115; necessitá di aumentarli, 116; (v. Senato); modo di deliberare, 178; del danno di eleggere uomini insufficienti, 182; errori nella loro formazione, 228; ricordati, 227, 234, 235, 242, 243, 244, 245, 247.

Ottimati, del loro governo, 98, 105-6, 139.

Otto della guerra, prolungarono la guerra per mantenersi al potere, 108.

Otto di balia, durata della loro carica, 104; loro facoltá, 121, 127, 138, 232, 251-2, 255; modo di eleggerli, 126, 230.

Otto di pratica, a tempo de’ Medici, 32, 33, 45, 124.


Padova, suoi rettori, 116.

Papa, può essere eletto giovane, 147.

Parma, lasciata dai Medici, 269.

Pazzi, ricordata la congiura, 30, 31, 32; loro lotta con Lorenzo, 75.

Pazzi (de’) Renato, impiccato dopo la congiura, 32.

Pericle, ricordato, 133; grado che ebbe in Atene, 251.

Perugia, violenze che vi si usano, 25, 32, 75.

Petrarca Francesco, fu amico di Andrea Dandolo, 147.

Piacenza, lasciata dai Medici, 269.

Pietrasanta, sua conquista, 30.

Pio II, de’ suoi parenti, 270.

Pisa, suo acquisto, 22; del suo recupero e come si possa effettuare, 69-70; perduta da Firenze; mire di Lodovico Sforza su di essa, 71; ricordato il suo acquisto, 89; modo di eleggerne il capitano, 147, 230; del suo recupero; ricordato il suo acquisto, 159; sua tradizione di indipendenza; del suo recupero, 160; ricordata la sua perdita, 161; del modo di vincerla, 161-2; come fu battuta da Genova, 162; ricordata, 182; ricordate le guerre con essa, 196; del suo recupero, 207; ricordata, 216, 226.

Pistoia, modo di eleggerne il capitano, 147, 230.

Platone, suo fine nello scrivere della repubblica, 3; citato da Marsilio Ficino, 53, 55; la sua repubblica, 99; confutata una sua opinione, 119; suoi scritti delle leggi, 258.

Podestá, cause di sua competenza, 278.

Pompeo, sua potenza, 156.

Poppi, nominato, 166.

Pratica di dieci, si propone di istituirla in Firenze, 117-8; modo di eleggerla, 120; ricordata, 119, 124, 136.

Prato, sua tradizione di indipendenza, 160.

Pregadi [Pregati] confrontati con gli ottanta, 115-6; loro formazione, 241; ricordati, 139.

Pucci Puccio, ricordato con suo detto, 29.

Pupilli (ufficiali de’), loro facoltá, 121.


Quarantia, ricordata, 235, 254; si propone di eleggerne una di sessanta membri, 255-6.

Quarantuno, incaricati a Venezia di eleggere il doge, 131-2.


Ragonesi, v. Aragonesi.

Re, romani, 92, 149, 151-2, 156.

Re, spartani, 104, 108.

Reggio, incerto possesso de’ Medici, 269.

Riario Girolamo, sua inimicizia con Lorenzo de’ Medici, 30. [p. 372 modifica]


Roma (e Romani), suoi modi di governo, 68; sua arte e disciplina militare, 92; ricordate le sue storie, 93; difetti dei suoi Consigli, 102; i suoi consoli, 104, 108; confronto dei suoi ordinamenti con quelli di Sparta, di Venezia e con quelli da introdurre a Firenze, 104-5, 112; tentativi dei Decemviri contro la libertá, 108; del suo senato, 115; elezione dei suoi re, 135; disordine del governo e forza militare, 139; vi si elessero magistrati giovani, 147; del suo reggimento, 148 segg.; sua grandezza e decadenza, 157’; ricordate le congiure contro la libertá, 164-5; modo di eleggere i magistrati, 183, 193; come limitò le possessioni, 201; della legge agraria, 213; sue milizie cittadine, 221 e loro vantaggi, 222; come si dava il diritto di eleggere, 224; disordine derivante dal voto popolare, 226; del suo senato, 241; ricordata, 119, 130, 274.

Rucellai Bernardo, sue macchinazioni contro Piero de’ Medici, 79.

Rucellai Cosimo, sue macchinazioni contro Piero de’ Medici, 79.


Salomone [Salamoile], ricordato, 189.

San Gimignano, sua tradizione di indipendenza, 160.

Santa Maria Impruneta (tempio di), visitato dagli interlocutori del Dialogo, 4.

Santi, v. [Bentivogli] Santi.

Sarzana, suo acquisto, 30.

Savonarola Girolamo, autore del consiglio grande, 19-20; larghezza da lui introdotta, 21-2; sua proposta di appello al consiglio grande, 126.

Scali Giorgio, sua potenza, 23; ricordato, 140.

Scipione, come vinse Cartagine, 222.

Scipioni, ricordati, 147.

Senato (Consiglio dei centocinquanta, o Consiglio di mezzo), da istituire in Firenze allargando gli ottanta (v. Ottanta ), 115 segg., 227; sue facoltá, 116 segg., 121, 125, 126, 128 segg., 133 segg., 137-8, 157, 232, 235, 240-1,243-4, 245-6, 247, 256; modo di eleggerlo e suoi componenti, 120, 241 segg.; come deve deliberare, 121-2, 246, 247-8; se deve aver salario, 126; del farlo perpetuo, 140, 143, 242; modo di moderarne il potere, 149; dell’appello ad esso, 253, 254-5; ricordato, 124, 249.

Senato romano, confrontato con gli ottanta, 115 segg.; vi si eleggevano i re, 135; ricordato, 120, 148, 151, 154, 155, 156.

Senofonte [Zenofonte], suo scritto del principato, 5.

Servio Tullio, sue ottime leggi, 151.

Settanta (consiglio de’), ricordato, 114.

Sforza (famiglia), Lorenzo volle conservarne l’appoggio, 30.

Sforza Francesco, con l’aiuto di Firenze divenne duca di Milano, 62; come si conservò nello stato, 270-1.

Sforza Lodovico (il Moro), sue responsabilitá, 64; nella lega contro i francesi; suoi propositi ambiziosi, 71.

Siena, meno serva di Firenze, 95; del suo acquisto, 159.

Signoria (di Firenze), sua nomina ancora affidata agli accoppiatori, 19; a tempo di Lorenzo, 45; del farla perpetua; durata attuale del suo ufficio, ’104; dell’opportunitá di toglierle la residenza in Palazzo, 112 segg.; sue facoltá, 116, 117, 120, 125, 128, [p. 373 modifica] 129, 137, 232, 233, 234, 243, 245, 246, 247-8, 253, 255, 256; danno di eleggere membri insufficienti, 182; modo di eleggerla, 230; della sua autoritá e del modo di limitarla, 233 segg., 245; sue sentenze, 235; deve far parte del senato, 241; esautorata dal gonfaloniere a vita, 244-5; ricordata, 47, 124, 231, 249, 251, 278.

Silla, sua tirannide, 155.

Sisto IV, sua guerra contro Firenze, 30.

Soderini Paolantonio, visita Bernardo del Nero, 4; consigli che dette a Piero de’ Medici, 85; nominato, io, 13, 26, 36, 40, 41, 45, 68, 76, 77, 80, 82, 87, 90, 107, 112, 130 — Interlocutore nel Dialogo, 7, 8, 10, 12, 16, 17, 25, 33, 41, 42, 47, 60, 71, 72, 73, 76, 84, 93, 97, 107, 130, 140, 161, 172.

Soderini Piero, ricordato il suo governo, 4; propose al consiglio grande l’impresa di Pisa, 226; suo eccessivo potere, 233, 235, 247, 254; ricordato, 275.

Soderini Tommaso, ricordato, 13.

Solone, ricordato, 209.

Spagnoli, si parla di chiamarli in Italia, 72.

Sparta [Lacedemone] (e Spartani), dei suoi re, 104, 108; confronto dei suoi ordinamenti con quelli di Roma e Venezia, e con quelli da introdurre a Firenze, 104 segg.; leggi che le dette Licurgo, 142, 257; aneddoto di uno dei suoi cittadini che non fu eletto nel consiglio, 184; come divise le possessioni, 200, 213; sue milizie cittadine, 221; del suo senato, 241; sua preminenza in Grecia, 258.

Stella (di) Niccolò, persuade Firenze all’impresa di Lucca, 69.

Strozzi Palla, ricordato, 262.

Svizzeri, loro vita pacifica in patria, 36.


Tarquini, ricordata la loro cacciata da Roma, 164.

Tarquinio il Superbo, sua tirannide, 151.

Tedeschi, si parla di chiamarli in Italia, 72.

Torre (Ufficiali di), ricordati, 44; loro facoltá, 121; modo di eleggerli, 230 Toscana, tutti i suoi luoghi hanno tradizione di libertá, 160; del dominio fiorentino, 160, 261; è paese forte e abbondante, 222.

Trecento (Consiglio dei), a Sparta, ricordato, 184.

Tribuni romani, 148 segg., 152, 153 - 4, 155-6 .


Uzzano (da) Niccolò, del suo tempo, 22; sua opposizione alla pace proposta dal Visconti, 62; contrario all’impresa di Lucca, 69.


Vailá, ricordata la rotta de’ veneziani, 222.

Valentino, v. Borgia Cesare.

Venezia (e Veneziani), nella guerra di Ferrara, 30; modo delle elezioni, 47; Firenze costretta ad allearsi con essa; sue mire su Milano, 62; modi coi quali ha cresciuto la sua potenza, 66; nella lega contro i Francesi; timore che miri a Pisa, 71; della magistratura ducale, 103; confronto dei suoi ordinamenti con quelli di Sparta, Roma e con quelli da introdurre a Firenze, 105 segg., 108, 111, 112, 130 segg.; dei pregadi, 115; suo consiglio de’ dieci, 117; non inette limiti d’etá al doge; governo e deposizione di Francesco Foscari, 147; dei suoi acquisti in terraferma, 160; modo di deliberare, 183, 193; danno che le venne dal non avere milizie cittadine, 222; vantaggi del doge a vita, 226; del suo senato o [p. 374 modifica] pregadi, 241; ostilitá dei milanesi contro di essa, 271.

Ventine (tasse), ricordate, 210.

Verona, suoi rettori, 116.

Visconti, loro estinzione, 270.

Visconti Bianca, moglie di Francesco Sforza, 270.

Visconti Filippo Maria, propone ed ottiene pace con Firenze, 61-2; sua morte, 62; ricordata la pace con esso dopo la prima guerra, 69; ricordato, 270.

Visconti Giangaleazzo [Conte di Virtú], sua guerra con Firenze, 24; ricordata la sua morte, 61.

Volterra, ricordata la guerra con Firenze, 30, 73; modo di eleggerne il capitano, 147.

Zenofonte, v. Senofonte.