Torino e suoi dintorni/Capitolo ottavo/III

Capitolo ottavo - III

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Capitolo ottavo - II Capitolo nono
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III.— ISTITUZIONI ARTISTICHE E RICREATIVE.


R. galleria dei quadri (Piazza Castello, Palazzo Madama, scala grande). — Anche Torino ha la sua galleria di pittura. Una gran parte dei quadri contenuti in essa erano disposti anteriormente nel real palazzo. Carlo Alberto volle che a coloro i quali imprendono a coltivare le arti del disegno non mancasse la scuola degli esempi, perciò decretava che le molte e preziose dipinture che si conservavano ne’ reali palazzi fossero allogate nelle vaste sale del Palazzo Madama, il cui aprimento al pubblico avvenne il 2 ottobre 1832.

In quanto pregio fosse tenuta la quadreria dalla r. Casa, ora raccolta nella pubblica Pinacoteca, si può dedurne da queste parole del Lanzi che si leggono nel tomo V della sua Storia Pittorica: «Vi sono opere del Bellini, dell’Olbein, dei Bassani; le due grandi storie del Paolo, commessegli dal Duca Carlo e riferite dal Ridolfi; vari quadri de’ Carracci e de’ loro [p. 188 modifica]migliori allievi, fra cui i quattro elementi dell’Albano; senza dire del Moncalvo e del Gentileschi; e i migliori fiamminghi, alcuni dei quali stettero lungamente a Torino. Quindi in questo genere di pitture la r. Casa di Savoia avanza in Italia ciascun’altra in particolare, auzi pio altre prese insieme.»

D’allora in poi la r. galleria si arricchì di molti dipinti, quali aquistati o dati dalla munificenza del Re, quali generosamente donati da privati cittadini.

— Offriamo qui, per la prima volta raccolto ed ordinato il Catalogo dei dipinti contenuti in questa ricca collezione, quali si trovano divisi nelle varie Sale, col numero che portano, il cognome e nome dell’autore, ed il soggetto che rappresentano.

Sala rotonda, detta d’ingresso alla R. Galleria


Due busti in marmo rappresentanti uno Emanuele Filiberto I, e l’altro Margherita di Valois sua moglie.

Sala N. 1, detta d’entrata


1. Tempesti Domenico. — Torneo per le nozze di Vittorio Amedeo I sull’antica piazza castello.

2. Cav. Pecheux Lorenzo. — Ritratti di Giuseppe II e di Leopoldo d’Austria

3. Albani (copia). — Il trionfo di Flora.

4. Incognito. — Il sacrifizio di Abele.

5. Rubens (copia). — La Vergine col bambino.

6. Cav. Cesare, detto d’Arpino. — Lo sterminio della famiglia di Niobe con Apollo che scocca i dardi.

7. Incognito. — Ritratto d’una principessa in abito rosso.

8. Andrea del Sarto (copia). — Sacra Famiglia.

9. Pietro Procaccini. — Lo stemma della città di Susa.

10. Incognito. — Ritratto d’una principessa incognita.

11. Lomi Orazio detto Gentileschi. — Adorazione dei Re Magi.

12. Barbarelli Giorgio, detto Giorgione (copia). — L’Erodiade.

13. Baroccio. — L’ultima cena del Signore.

14. Bernero Vittorio. — Busto in marmo rappresantante il ritratto del Re Vittorio Emanuele.

15. Incognito. — Busto in marmo d’un imperatore romano.

      id.       — Tre busti in marmo rappresentanti imperatori romani.

Sala N. 2, detta Piemontese.


(verso notte)


16. Ferrari Gaudenzio. — La caduta di S. Paolo.

17.    id.    — Gesù deposto dalla croce. [p. 189 modifica]18. Ferrari Gaudenzio - Il Salvatore risorto sopra nubi con fiaccola accesa in mano, la Vergine e Santi.

19.    id.     — S. Pietro Apostolo, e un divoto.

20. Giovenone Giuseppe. — La risurrezione del Salvatore.

21. Lanini Bernardino. — Vergine col bambino, san Giov. Battista, san Giacomo Maggiore ed altri santi.

22. Molineri Antonio. — Il Salvatore coronato di spine.

23.    id.    — Il martirio di san Paolo Apostolo.

24. Cav. Beaumont. — Mosè ossia il miracolo del serpente di bronzo.

25. Macrino d’Alba. — L’adorazione dei Re Magi.

26. Lanini Bernardino. — Gesù deposto dalla croce.

27. Garavoglia Bartolomeo. — Sant’Antonio da Padova col bambino Gesù.

28. Macrino d’Alba. — Gesù deposto dalla croce.

29. Olivero Giuseppe. — L’andata al Calvario.

30. Garavoglia Bartolomeo. — La Vergine col bambino.

31. Moncalvo. — Il Salvatore che porta la croce.

32. Molineri Antonio. — Il martirio di s. Bartolomeo Apostolo.

33. Cav. Pecheux Lorenzo. — Adone che beve con Amorini.

34. Lanini Bernardino. — Sacra Famiglia.

35. Giovenone Girolamo. — Vergine col bambino assisa in trono, san Domenico ed altri santi, e due fanciulli.

36. Razzi Antonio, detto il Sodoma. — Vergine col bambino, santa Lucia, santa Caterina, san Giovanni evangelista ed altri santi.

37. Ferrari Gaudenzio. — Gesù in croce sul Calvario coi giudei.

38. Lanini Bernardino. — Gesù deposto dalla croce.

Sala N. 3, detta del Raffaello.


(a ponente)


39. Sanzio Raffaello. — La Madonna della Tenda.

41. Daponte Jacopo, detto il Bassano. — Un mercato.

42. Cav. Pannini Pietro. — Veduta della Basilica di S. Paolo in Roma.

43.    id.    — Veduta della Basilica di S. Pietro in Roma.

44. Tiziano (copia). — La Maddalena penitente.

45. Crespi Daniele. — San Giovanni Nepomuceno che confessa la Regina.

46. Palmi il vecchio. — La Vergine col bambino, santi ed angeli con Tobia.

48. Cignoni Carlo. — Venere e Cupido.

49. Tiziano. — Ritratto incognito di vecchio con barba.

50. Torri Flaminio. — Rachele al pozzo.

51. Reni Guido. — Santa Caterina coll’agnello. [p. 190 modifica]52. Guercino. — La Vergine col bambino in piedi.

53. Caravaggio Michelangelo. — San Gerolamo.

54. Beltraffio Giuseppe Antonio. — Lo sposalizio di santa Caterina,

55. Caldara Polidoro. — Il Salvatore morto in grembo alla Vergine addolorata.

56. Pippi, detto Giulio Romano. — L’Assunzione di M. V.

57. Penni Francesco. — Gesù deposto dalla croce.

58. Ribera Giuseppe. — San Paolo primo eremita.

59. Morone Francesco. — Testa d’incognito.

60. Dolci Carlo. — La Vergine colle mani giunte.

61. Fra’ Della Porta Bartolomeo. — Sacra Famiglia.

62. Francia Bigio Marc’Antonio. — Sacra Famiglia.

63. Nogari. — Busto d’uomo che fuma.

64.    id.    — Busto di guerriero con spada in mano.

65.    id.    — Busto di giovine con frutto in mano.

66.    id.    — Busto di donna.

67. Carracci Lodovico. — Testa di Cristo.

68. Guercino. — Testa di santa Elisabetta regina d’Ungheria.

69. Dolci Carlo. — Testa di Ecce Homo.

70. Barbarelll Giorgio, detto Giorgione.— Mezza figura di guerriero appoggiato sopra un elmo con spada in mano.

71. Cesare da Sesto. — Vergine col bambino.

569. Velasquez Diego. — Ritratto di donna Maria Colonna, moglie di Paolo Spinola.

Collini Ignazio. — Tre busti in marmo rappresentanti imperatori romani.

Sala N. 4, detta dei Paoli Veronesi.

(che guarda a notte verso le Regie Segreterie)


72. Collieri Paolo, detto Veronese Paolo. — Mosè salvato dalle acque.

73.    id.    — La Maddalena che lava i piedi al Salvatore in casa di Simone fariseo.

74.    id.    — La regina Saba che presenta i doni al re Salomone.

75. Daponte Jacopo, detto il Bassano. — Il ratto dello Sabine.

76.    id.    — Un mercato.

77. Tiziano. — Adorazione dei pistori.

78. Gian Pietrino. — Lucrezia Romana in atto di ferirsi collo stile.

79. Tiziano. — L’incendio di Troja con Enea che salva il padre Anchise.

80.    id.    — Il giudizio di Paride. [p. 191 modifica]81. Tiziano — Il ratto d’Elena.

82.    id.    — Sacrifizio di Enea in Italia.

83. Bellotto, detto il Canaletto. — Veduta di Torino dal lato del giardino reale.

84.    id.    — Veduta dell’antico prto sul Po di Torino.

85. Badile Antonio. — La presentazione di M. V. al Tempio.

86. Bassano (copia). — L’adorazione dei Pastori.

87. Vanni Francesco. — La Maddalena.

88. Bronzino Angelo. — Ritratto di Cosimo de’ Medici.

89. Dolci Carlo. — La Vergine.

90. Maratta Carlo.— L’Angelo Gabriele.

91. Mazzuchelli Pietro, detto Morazzone.— Fulvia svenuta colla testa di Cicerone..

92 Solimene. — La madre dei Macabei.

93.    id.    — La regina Saba che presenta i doni al re Salomone.

94.    id.    — Eliodoro scacciato dal Tempio.

95.    id.    — Davide che fa uccidere i ladri.

96. Procaccini Pietro. — San Michele Arcangelo.

97. Mantegna Andrea. — La Vergine col bambino e santi.

98. Molineri Antonio. — Uomo nudo che si lava un piede ad un torrente.

99. Carloni Andrea. — Il martirio di san Bartolomeo Apostolo.

100. Carracci Annibale. — Paesaggio con due pastori che si arrampicano sopra un albero.

101. Pippi, detto Giulio Romano. — Il Padre Eterno circondato da angeli.

102. Cignani Carlo. — La Carità.

103. Battoni Pompeo. — Enea che salva il padre dall’incendio di Troja.

40.    id.    — Ercole al bivio.

Sala N. 3. detta del Gentileschi.

(a notte verso le Regie Segreterie)


104. Guercino. — Santa Francesca Romana.

105. Spada Leonello. — Davide che tiene in mano la testa di Golia.

106. Ribera Giuseppe, detto lo Spagnoletta.— Omero cieco che canta i suoi versi, ed uno scrivano che li registra.

107. Bassano Jacopo. — Un’officina di calderai.

108. Semino Andrea. — Adorazione dei pastori.

109. Murillo. — Sant’Andrea Apostolo. [p. 192 modifica]110. Ricci Sebastiano. — Mosè che fa scaturire l’acqua dalla rupe d’Oreb.

111.    id.    — Il profeta Daniele che fa riconoscere l’innocenza della casta Susanna.

112. Ribera Giuseppe, detto lo Spagnoletto.San Gerolamo.

113. Reni Guido. — Gruppo di putti.

114. Procaccini Giulio Cesare. — La Vergine con san Francesco e san Carlo Borromeo.

115. Reni Guido. — Sansone nel campo dei filistei che si disseta colla mascella miracolosa.

116. Carracci Annibale. — San Pietro pentito.

117. Zampieri Domenico, dello il Domenichino. — Tre putti rappresentanti l’agricoltura, l’astronomia, e l’architettura.

118. Guercino. — Il ritorno del figliuol prodigo.

119. Strozzi Bernardo, detto il Prete Genovese. — Ritratto d’un prelato.

120. Lami Orazio, detto il Gentileschi. — La Vergine annunziata dall’Angelo Gabriele.

121. Botticelli Sandro. — La distruzione di Gerusalemme.

122. Saiter Daniele. — Il Salvatore morto.

123. Cesare da Sesto. — La Vergine col bambino.

124. Reni Guido. — La Vergine col bambino.

125. Procaccini Giulio Cesare. — Sacra Famiglia.

126. Reni Guido. — Apollo e Dafne.

127. Guercino. — San Gerolamo.

128.    id.    — Ecce Homo.

129. Carracci Jacopo, detto il Pontormo — Sacra Famiglia con santa Elisabetta.

130. Bronzino Angelo. — Ritratto di Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo de’ Medici.

131. Cagnacci Guido. — La Maddalena.

Sala N. 6. Rotonda nella torre.

(a levante verso il R. Teatro)


132. Castiglione Benedetto, detto il Grechello. — Mercato

133. Ricci Sebastiano. — La Maddalena che lava i piedi al Salvatore in casa di Simone fariseo.

135. Cav. Pannini Pietro.— Paesaggio con rovine e piccole figure.

136.    id.    — Altro paesaggio con rovine e piccole figure.

136. Schidone Bartolomeo. — Due teste di putti.

137.    id.    — Altre due teste di putti. [p. 193 modifica]138. Saiter Daniele. — Il Salvatore morto con due angeli.

130. Guercino. — Busto di san Giacomo Maggiore.

140. Sanzio Raffaello. — Piccola Vergine col bambino.

141. Morone Giov. Battista. — Ritratti di un Doge e Dogessa in costume veneziano.

142. Daponte Francesco, detto il Bussano. — Il Salvatore posto nel S. Sepolcro.

143. Reni Guido. — Lucrezia Romana morente.

144. Bassano. — Ecce Homo coi giudei.

145. Dolci Carlo (copia). — Testa del Salvatore.

147. Cav. Vanni Francesco. — Gesù crocifisso colla Vergine, santa Rosa e san Francesco.

148. Reni Guido. — La fama volante.

149. Dosso Dossi Giov. Battista. — Adorazione dei pastori.

150. Bettraflo Gio. Antonio.— La Vergine col bambino e santa Caterina.

151. Ferri Ciro. — Il Salvatore nell’orto.

152. Garofalo Benvenuto.— La disputa di Gesù nel Tempio coi dottori.

153. Daniele da Volterra. — Gesù crocifìsso con due angeli.

154. Ferrari Gaudenzio. — Adorazione dei pastori.

155. Cav. Cesure, detto d’Arpino — Adamo ed Eva scacciati dal paradiso terrestre.

156. Luini Bernardino.— Sacra Famiglia.

157. Baroccio (copia). — La cena del Signore.

158. Ricci Sebastiano. — Il re Salomone che incensa gl’idoli.

159.    id.    — Agar ripudiata.

160. Reni Guido (copia). — Ercole che soffoca Anteo.

161. Bordone Paride. — La Sibilla.

163. Piola Pellegro. — Due Baccanti.

164. Ignoto. — Caccia del cinghiale.

165. Pazzero Giovanni. — Paesaggio.

166. Tiepolo Giov. Battista. — L’eresia calpestata dalla religione.

167. Guercino. — Gesù nell’Orto.

168. Baroccio Federico. — Santa Michelina da Pesaro.

169. Crespi Giov. Battista, detto il Cerano. — Un presepio.

170. Piazza Calisto. — Ritratto del cardinale Grimani patriarca d’Aquileia.

171. Cigoli. — Il Salvatore morto in grembo alla Vergine.

172. Guercino. — Gesù deposto dalla croce.

173. Correggio (copia). — Il santo volto.

174. Calvart Dionigi. — Piccolo san Pietro col gallo.

175. Cignani Carlo. — Gesù bambino. [p. 194 modifica] 176. Cignani Carlo — Adone col cane.

177. Battoni Pompeo. — Il figliuol prodigo abbracciato dal padre.

178. Donatello. — La Vergine col bambino.

573. Reni Guido. — San Francesco d’Assisi.

47. Guercino. — Il giovine Davide.


Sala N. 7, detta del Tiziano.

(a levante verso via di Po)


179. Tiziano. — Ritratto di Paolo III farnese.

180. Robusti, detto il Tintoretto. — La Santissima Trinità.

181. Ballotti Pompeo. — La nascita del Salvatore.

182. Leonardo da Vinci (copia). — Il Salvatore che porta la croce.

183. Perugino Pietro (copia). — La Vergine col bambino e S. Giovanni.

184. Del Cairo Francesco. — Il Salvatore nell’orto.

185. Strani Elisabetta. — Caino che uccide Abele.

186. Reni Guido. — S. Giovanni Battista nel deserto.

187. Cav. Licinio. — Sacra Famiglia e S. Francesco.

188. Reni Guido. — S. Gerolamo.

189. Crespi Daniele. — L’adorazione dei Pastori.

190. Francia Francesco. — Il Salvatore posto nel S. Sepolcro.

191. Cambiasi Luca. — Adorazione dei Re Magi.

192. Piola Pietro Domenico. — San Paolo.

193. Caravaggio Michelangelo. — Un filosofo che legge.

194. Ignoto. — La verità raffigurata come donna vestita di ferro che mostra il cuore.

195. Berettini Pietro, detto Pietro da Cortona. — Rebecca al pozzo.

196. Tiziano. — Testa d’incognito.

197. Dolci Carlo. — Testa di Gesù bambino.

198. Bellino Giovanni. — Sacra Famiglia.

199. Sanzio Raffaello. — Ritratto del papa Giulio II.

200. Incognito. — S. Gerolamo.

201. Borgognone Ambrogio. — Vergine col bambino che tiene una corona.

202. Boncivino Alessandro, detto il Moretto. — Vergine col bambino.

203. Guercino. — Il Padre Eterno.

204. Id. — Il re Davide che scrive il Miserere.

205. Id. — San Paolo eremita.

206. Ribera Giuseppe, detto Lo Spagnoletto. — San Gerolamo.

207. Del Sarto Andrea. — Sacra Famiglia.

208. Gian Pietrino. — San Pietro martire e Santa Caterina. [p. 195 modifica]209. Tiziano. — La Cena in Emaus.

210. Moroni Gio. Battista. — Testa d’un giovine.

211. Mazzuchelli Pietro, detto il Morazzone. — Lucrezia Romana.

212. Daniele da Volterra. — La decollazione di S. Gio. Battista.

213. Beltrafio Gio. Antonio. — Il Padre Eterno con angeli.

162. Cav. Cesare, detto d’Arpino. — Battaglia delle Crociate.

Sala N. 8, detta degli Albani.

(verso levante)


214.Albani Francesco. — La Nascita di Venere.

215.    id.   — Eolo che scalena i venti.

216.    id.   — La fucina di Vulcano.

217.    id.   — Cerere, GiunoneeFlora con putti che mietono il grano.

218    id.   — Salmace che discende nel bagno per sorprendere Ermafrodito.

219.    id.   — Salmace nel bagno con Ermafrodito.

220.    id.   — Danza di putti.

221.    id.   — Il trionfo di Bacco.

222.    id.   — Salmace nel bagno.

223.    id.   — Il trionfo di Cupido.

224.    id.   — L’Olimpo e le Divinità.

225. Sammachini Orazio. — Andromeda allo scoglio.

226. Carracci Annibale. — San Francesco d’Assisi.

227. Lippi, detto Giulio Romano. — San Paolo che predica nel deserto.

228. Reni Guido. — San Pietro pentito.

229. Tiarini Alessandro. — San Pietro col gallo.

230. Incognito. — Tre guerrieri in abito di ferro che pregano la SS. V.

231. Salviati Francesco. — Adorazione dei Re Magi.

232.    id.   — La Geometria.

233. Reni Guido. — Apollo che scortica Marzia.

234. Sementi Giacomo. — Cleopatra morente.

235. Sassofarrato. - La Madonna della Rosa.

236. Luini Bernardino. — L’Erodiade.

237. Castiglione Benedetto, detto il Grechetto. — Il Satiro e la Ninfa.

238. Bembo Bonifazio. — Le tre Grazie.

239. Mazzuchelli Pietro, detto il Morazzone. — La morte di Virginia.

240. Velasquez Diego. - Ritratto di Filippo IV. [p. 196 modifica]241. Calvari Dionigi. — La Maddalena portata incielo dagli angeli.

146. Allori Cristoforo. — Il sogno di Giacobbe.

Sala N. 9, detta del Vandyck.

(a levante verso via di Po)


242. Vandyck Antonio. — I figli di Carlo I, re d’Inghilterra.

243.    id.   — Sei teste di fanciulli della Fam. R. di Savoia.

244. Porbus Francesco. — Ritratto di giovine principessa con ventaglio di penne in mano.

245. Vandyck Antonio. — Ritratto di principessa.

246.    id.   — Amedeo e Luisa figli del principe Tommaso di Savoia.

247.    id.   — Sacra Famiglia.

248. Vanderfaes Pietro, detto Lely. — Ritratti creduti di Cromwel e sua moglie.

249. Vanloo Carlo. — Ritratto in piedi di Luigi XV.

250. Luca di Leyda. — L’incoronazione di Enrico IV.

251. Rubens Pietro Paolo. — La Contadina ed il Soldato.

252. Valentin Pietro. — Il Salvatore alla colonna.

253. Hauffman Angelica. — La Sibilla con velo in testa.

254. Mylens Giorgio. — Ritratto in piedi di Carlo I, re d’Inghilterra.

255. Vandyck Antonio. — La Vergine col bambino.

256. Rubens Pietro Paolo. — Ritratto in piedi creduto del maresciallo Schomberg.

257. Vander Eckoute Gerbrandt. — Adorazione dei Re Magi.

258. Rubens Pietro Paolo. — La Maddalena piangente.

259. Mignard Pietro. — Ritratto equestre di Luigi XIV.

260. Hauffman Angelica. — La Sibilla con libro in mano.

261. Rubens Pietro Paolo. — Sacra Famiglia.

262. Honthorst Gerardo, detto delle notti (copia). — Cena in Emaus.

263. Sneyders Francesco. — La Caccia del cinghiale.

264. Vandyck Antonio. — I Baccanti di Roma.

265. Floris Francesco. — Le arti che dormono in tempo di guerra.

266. Rembrandt van Ryn Paolo. — Ritratto d’un Rabbino.

267. Skalken Goffredo. — Busto di vecchia creduta la madre dell’Autore.

268. Vanderfaes Pietro, detto Lely. — Teste di gentiluomo, gentildonna e ragazzo.

269. Honderkoeler Melchior. — Combattimento di galli.

270. Filippo di Champagne. — Testa di studio. [p. 197 modifica]271. Incognito. — Sacra Famiglia.

272. Pecheux cav. Lorenzo. — La morte di Epaminonda.

273. Holbein Giovanni. — Ritratto di Giovanni Calvino.

274. Vandyck Antonio (copia). — Una principessa.

561. Agricola Lodovico. — Paesaggio con figurine rappresentanti la fuga in Egitto.

564. Vandyck Antonio (stile). — Ritratto di principe con busto di ferro e gran parrucca.

565. Incognito.— Ritratto incognito col collare dell’Ordine supremo della SS. Annunziata.

567. Incognito. — Adorazione dei Pastori.

448. Miele Giovanni. — Studio di uno scultore.

Sala N. 1O, detta del Vouwermans.

(a mezzogiorno)


275. Vouwermans Filippo. — Battaglia della Bicocca.

276. Rubens Pietro Paolo. — La Maddalena ai piedi del Salvatore.

277. Vandyck Antonio. — L’Assunzione di Maria Vergine.

278. Ravestein Giovanni. — Ritratto di gentiluomo.

279.    id.   — Ritratto di gentildonna.

280. Rubens Pietro Paolo. — Un Borgomastro Olandese.

281. Rembrandt (copia).— Agar ripudiata.

282. Rothenamer Giovanni. — Adorazione dei Pastori.

283. Kranak Luca. — Due figure in costume cinese.

284. Rubens Pietro Paolo. — Testa di studio.

285. Sustermann. — Ritratto di Maria Cristina di Francia, moglie di Vittorio Amedeo I, col figlio Francesco Giacinto.

286. Vanostade Adriano. — La suonatrice di flauto.

287. Netscher Costantino. — L’arrotino d’Anversa.

288. Bramer Leonardo. — La risurrezione di Lazzaro.

289. Dow Gerardo (copia). — Testa di contadina.

290. Wanderuerf Adriano. — La morte di Abele.

291. Rubens Pietro Paolo. — La caccia del cinghiale.

292.    id.   — Testa di contadina.

293.    id.   — Testa d’un giovine.

294. Gortins Geldorp. — Ritratto di dama incognita.

295. Van Eyck Giovanni. — Adorazione dei Re Magi.

286. Mabuse Giovanni. — Gesù in croce sul Calvario.

297. Luca di Leyda.— Cristo sul Calvario [p. 198 modifica]298. Siffert Giovanni. — Sacra Famiglia.

299. Dughet Nicolò, detto Poussin. — Un cacciatore.

300. Vandyck Antonio. — Ritratto in piedi della principessa Isabella di Spagna.

301.    id.   — San Sebastiano con un angelo.

302. Dow Gerardo. — Giovane Olandese con grappolo d’uva.

303. Vandyck Antonio. — Giovine principessa in piedi con rosa in mano.

304. Breughel Abramo, detto il Vecchio. — Festa campestre.

305. Wanderwerf Adriano. - Enone e Paride.

566. Mignard Nicolò. — Ritratto d’un principino di Francia.

Sala N. 11, detta del Gerardo dalle notti.

(al sud verso le Regie Finanze)


306. Dow Gerardo. — Due ragazzi che scherzano con bolle di sapone.

307.    id.   — Ritratto di vecchio.

308. Teniert Davide. — Taverna con giuocatori di morra.

309.    id.   — Taverna con giuocatori di carte.

310. Mieris Giovanni. — Ritratto dell’autore.

311.    id.   — Un suonatore di ghironda.

312.    id.   — La buona madre.

313. Teniers Davide. — Il venditore di pipe.

314. Holbein Giovanni. — Ritratto del cardinale di Léoncourt.

315.    id.   — Ritratto di Carlo III, duca di Savoia.

316.    id.   — Ritratto di Margherita di Valois, moglie di Emanuele Filiberto.

317. Saenredam Pietro Giovanni. — Interno d’un tempio di Protestanti.

318. Hemmelink Giovanni. — La passione del Salvatore.

319. Wouwermans Filippo. — Mercato di cavalli.

320. Dow Gerardo. — Medea che ringiovanisce Giasone.

321.    id.   — La Maddalena portata dagli angeli in cielo.

522. Bergheem. — Dna vacca.

323. Skalken Goffredo. — Ritratto dell’autore.

324. Crayer Gaspare. — La disputa di Gesù nel tempio coi Dottori.

525.    id.   — Il Salvatore posto nel sepolcro.

326. Honthorst Gerardo, detto dalle notti. — Sansone arrestato dai filistei.

327. Mignard Pietro. — Ritratto del Delfino di Francia, figlio di Luigi XIV.

328. Vandyck Antonio (copia). — Ritratto d’una principessa di Francia.

329. Dow Gerardo. — Ritratto di principessa. [p. 199 modifica]330. Holbein Giovanni. — Ritratto di Erasmo.

331. Fyt Giovanni. — Lepri e fiori.

332.    id.   — Altre selvaggine con frutti, e padiglione.

333. Rubens Pietro Paolo. — Testa di studio.

334.    id.   — Testa di vecchio.

335.    id.   — Testa d’un giovine.

336.    id.   — Altra testa d'un giovine.

337. Terburg Gerardo. — Ritratto d'incognito.

338. Mireveldt Michele-Janson. — Ritratto di principessa.

339. Le Duc Giovanni. — Busto d'uomo.

340. Vandyck Pietro Paolo (copia). — Ritratto di Vittorio Amedeo I.

341. Bourdon Sebastiano. — La strage degli Innocenti.

342. Rubens Pietro Paolo. — La casta Susanna nel bagno coi vecchioni.

343. Vandermyn V. R.. — La morte di Sofonisba.

344. Moor Carlo. — Piramo e Tishe.

345. Roos Enrico. — Paesaggio con gregge ed armenti.

346. Rubens Pietro Paolo e Giovanni Breughel. — Allegoria delle arti.

Sala N. 12, nella torre detta dei fiori

(che guarda tra mezzodì e levante)


347. Breughel Gio. Battista, detto il Meleagro. — Piatto con fichi e pane.

348. Bonzi Pietro, detto il Gobbo de’ Carracci. — Corona di fiori.

349.    id.   — Altra corona di fiori.

350. Michelangelo, detto delle Battaglie. — Frutti.

351.    id.   — Frutti.

352.    id.   — Fiori e frutti.

353.    id.   — Fiori e frutti.

354.    id.   — Frutti.

355.    id.   — Frutti.

356. Huysum Van. — Vaso di fiori ed una scimia.

357.    id.   — Vaso di fiori.

358. Bonzi Pietro, detto il Gobbo de’ Carracci. — Cesta con frutti.

359. Breughel Abramo, detto il Napoletano. — Frutti.

360. Sneyders Francesco. — Canestro con uva ed un vaso di fragole.

361.    id.   — Canestro con uva e frutti.

362.    id.   — Piatto di confetti ed animale di mare cotto.

363.    id.   — Piatto di uva e fragole, limoni spezzati.

364. Daponte Francesco. — Frutti con selvaggine.

365.    id.    — Frutti con fagiano ed altri selvatici. [p. 200 modifica]366. Breughel Abramo, detto il Napoletano. — Frutti e fiori.

367. Mignon Abramo. — Tronco d’albero con fiori ed animaletti.

368.    id.    — Vaso di fiori con piccoli insetti.

369. Heem Giovanni Davide. — Fiori, frutti, un mezzo pane ed un crocifisso.

370.    id.    — Fiori e frutti, con serpe, vipere ed altri animali.

371.    id.    — Ampolla di vetro, con rose ed altri fiori.

Sala N. 13, detta del Rembrandt.

(verso mezzogiorno)


372. Vouvet Simone. — Un pittore che fa il ritratto ad una donna.

373. Cav. Stella. — Venere che si acconcia i capelli,con un Amorino che le tiene lo specchio.

374. Spranger Bartolomeo. — Il Giudizio universale.

375. Durer Alberto. — La Visitazione di M. V., con santa Elisabetta.

376.    id.    — Un divoto che prega.

377. Holbein Giovanni. — Ritratto di Martino Lutero.

378.    id.    — Ritratto di Caterina Boor, moglie di Lutero.

379. Vandyck Antonio (copia). — Ritratto in piedi di Carlo II.

380.    id.    — Ritratto in piedi d’una principessa che accarezza un leone.

381. Vandyck Antonio. — La Carità.

382. Miele Giovanni. — San Filippo Neri che prega un’immagine di M. V.

383. Jordaens Giacomo. — La risurrezione di Lazzaro.

384. Mignard Nicolò. — San Giovanni Battista nel deserto.

385. Teniers Davide, detto il Vecchio. — Studio d’un causidico.

386. Rembrandt Van Ryn — Ritratto di Teodoro Beza.

387. Dughet Nicolò, detto Poussin. — Santa Margherita col drago.

388. Rubens Pietro Paolo. — Borgomastro olandese.

389. Rembrandt Van Ryn. — Borgomastro olandese.

390. Frank Francesco. — Conversazione spagnuola.

391. Mignard Nicolò. — Luigi XIV di Francia e sua famiglia.

392. Teniers Davide. — I suonatori.

393. Valentin Pietro (copia da Paolo Veronese). — La Cena del Signore.

394. Boucher. — Luigi XVI di Francia e sua famiglia.

395. Teniers Davide. — La maestra di musica.

396. Bergheem. — Rovine con pecore al pascolo.

397. Brill Paolo. — Paesaggio.

398. Bergheem. — Vacche e pecore al pascolo. [p. 201 modifica]399. Potter Paolo. — Prateria con quattro vacche.

400. Wouwermans Filippo. — Zuffa di cavalleria.

401. Rembrandt Van Ryn. — Un Rabbino in abito orientale.

402. Luca di Leyda. — Vergine col bambino.

403. Vander Poel. — Pescatori sulla spiaggia di mare.

404. Gagneran. — L’amore che vince la forza, raffigurata da un leone che accarezza alcuni amorini.

405. Van Balen Enrico e Breughel. — Vergine col bambino, San Giovanni ed angeli.

406. Sneyders Francesco. — La caccia del cervo.

407. Holbein Giovanni (copia). — Ritratto di Lottario, re di Francia.

408. Savery Orlando. — Paesaggio con leoni e tigre.

409. Van Eyck Nicolò. — Esercito al guado d’un fiume.

563. Wander Eckoute. — Ritratto di donna incognita.

Sala N. 15, detta delle battaglie.

(a mezzogiorno)


410. Hugtemberg Giovanni. — Battaglia di Zenta nel 1697, vinta dal principe Eugenio di Savoia.

411.    id.    — Battaglia di Chiary nel 1701, vinta dallo stesso.

412.    id.    — Battaglia di Belgrado nel 1717, vinta dallo stesso.

413.    id.    — Battaglia di Luzzara nel 1702, vinta dallo stesso.

414.    id.    — Battaglia di Hoestedt nel 1704, vinta dallo stesso.

415.    id.    — Battaglia di Cassano nel 1704, vinta dallo stesso.

416.    id.    — Battaglia di Torino nel 1706, vinta dallo stesso.

417.    id.    — Battaglia di Oudenarde nel 1708, vinta dallo stesso.

418.    id.    — Battaglia di Malplaquet nel 1709, vinta dallo stesso.

4M».    id.    — Battaglia di Petervaradin nel 1716, vinta dallo stesso.

420. P. G. Cortese, detto Borgognone. — Gio. Sobieschi che libera Vienna dai Turchi.

421. De la Pegna. — L’assedio del castello di Milano.

422.    id.    — Battaglia di Guastalla.

423.    id.    — L’assedio di Torino.

424.    id.    — Battaglia di Tortona

425. Vandermeulen Antonio Francesco. — Battaglia di Treves nel 1634, data dal principe Tommaso di Savoia.

426.    id.    — Battaglia di Breda contro gli Olandesi nel 1636.

427.    id.    — Battaglia di Piccardia.

428.    id.    — Battaglia di Chivasso.

429. Marini Leonardo. — Battaglia di Mondovì. [p. 202 modifica]

Gabinetto N. 15, detto del Brusselles.

(che guarda verso levante)


430. Salaert Antonio. — Processione del Santissimo Sacramento in Brusselles, nei tempi della Regina Isabella.

431. Holbein Giovanni. — Ritratto di Petrarca.

432. Breughel di Velours. — Festa campestre.

433. Durer Alberto. — Gesù deposto dalla croce.

434. Muscher. — Ritratto della moglie del Borgomastro olandese.

435. Vanvitelli Gaspare. — Veduta dol Porto di Napoli.

436. Breughel di Velours. — Il passaggio del Mar rosso.

437. Skalken Goffredo. — La maga Latona che fa convertire i villani in ranocchi.

438. Rubens Pietro Paolo (abbozzo). — L’Apoteosi di Enrico IV.

439. Holbein Giovanni. — Ritratto d’un giovine ammalato.

440. Bergheem. — Rovine e pecore al pascolo.

441. Vanvitelli Gaspare. — Veduta dell’interno del Colosseo Romano.

442.    Id.    — Veduta dell’esterno del Colosseo Romano.

443. Jordaens Giacomo. — La caccia dell’orso.

444.    Id.    — Ateone cangiato in cervo.

445. Durer Alberto. — La Natività del Salvatore.

446. Damez Luca, detto Luca d’Olanda. — Morte di Maria Vergine.

447. Bergheem. — Rovine e pecore al pascolo.

449. Teniers Davide. — Il suonatore di ghironda.

450. Willyngen Vander Pietro. — Un bacile ed altri oggetti con frutti.

451. Peterneef. — Veduta dell’interno di una chiesa gotica.

452. Breughel di Velours. — Piccola marina con tempio rovinato sulla spiaggia.

453.    Id.    — Marina con barchette e paesaggio.

454. Poelemberg. — Piccolo paesaggio

455. Ignoto. — San Gerolamo.

456. Castiglione Bartolomeo, detto il Grechetto. — I Baccanti.

457. Poussin Nicolò (copia). — Gesù crocifisso.

458. Pazzero Giovanni. — Paesaggio.

459. Rubens Pietro Paolo. — Mosè, ossia il miracolo del serpente di bronzo.

460. Poelemberg. — Paesaggio con due figurine di donne.

461. Jordaens Giacomo. — Cristo risorto.

46ì. Holbein Giovanni. — Testa d’uomo. [p. 203 modifica]

Gabinetto N. 16, detto del Constantin.

(mezzogiorno che guarda verso levante)


463. Constantin (copia da Tiziano). — Venere.

464.    Id.    — L’attacco e presa di Trocadero da S. M. il Re Carlo Alberto, allora Principe di Savoia-Carignano.

465.    Id.    (copia da Cigoli). — Ecce Homo.

466.    Id.   (copia da Andrea del Sarto). — La Madonna del sacco.

467.    Id.    — La Maddalena nel deserto.

468.    Id.    (copia da Andrea del Sarto). — Ritratto di Raffaello.

469.    Id.    id.    — Ritratto della Fornarina.

470.    Id.    id.    — Ritratto di Annibale Carracci.

471.    Id.    (copia da Carlo Dolci). — La poesia.

472.    Id.    (copia da Raffaello). — La Madonna della seggiola.

473.    Id.    id.    — La visione di Ezechiello.

474.    Id.    (copia da P. P. Rubens). — Ritratto di Pietro Paolo Rubens.

475.    Id.    (copia da Tiziano). — Vergine col bambino.

476.    Id.    (copia da Raffaello). — La Madonna di Casa Tempi.

477.    Id.    id.    — San Giovanni Battista.

478.    Id.    (copia da Tiziano). — Ritratto di Tiziano.

479.    Id.    (copia da Raffaello). — Ritratto del Papa Leone X.

480.    Id.    id.    — Ritratto dell’autore.

Sala N. 17, Lucernaria detta dei paesi.

(verso via nuova)


482. Griffier Giovanni. — Veduta di Londra.

483.    Id.    — Veduta d’una villeggiatura con gran giardino.

484.    Id.    — Veduta di collina.

485.    Id.    — Festa campestre con processione.

486.    Id.    — Paesaggio con fiume e montagne.

487.    Id.    — Paesaggio con fiume in mezzo.

488.    Id.    — Paesaggio.

489.    Id.    — Paesaggio con casolari.

490.    Id.    — Paesaggio con casolari.

491.    Id.    — Paesaggio nell’inverno.

492.    Id.    — Veduta in Olanda del fiume Danubio.

493.    Id.    — L’assedio di un forte in Olanda.

494.    Id.    — Paesaggio.

495.    Id.    — Veduta di montagne. [p. 204 modifica]496. Peterneef. — Interno di una cattedrale gotica.

497. Lyntz Van. — Paesaggio con ponte, sul quale passano persone che vanno a sacrificare un toro.

498. Breughel di Velours. — Porto di mare con molto popolo che attende lo sbarco del Salvatore cogli Apostoli di ritorno dalla pesca.

499.    Id.    — Montagne.

500.    Id.    — Paesaggio con S. Uberto cui apparisce il cervo col Crocifisso sulla testa.

501.    Id.    — La caccia del cervo.

502.    Id.    — Festa campestre.

503.    Id.    — Paesaggio.

504.    Id.    — Il passaggio del Mar rosso.

505. Breughel Pietro, detto il Vecchio. — Marina.

506. Herman Zaft Leeven. — Paesaggio.

507. Both Giovanni, detto d’Olanda, e Boudevin. — Pesca sul mare.

508. Breughel di Velours. — Pesca sopra un fiume.

509. Bakhuisen Ludolfo. — Burrasca di mare.

510. Brill Paolo. — Paesaggio.

511.    Id.    — Paesaggio.

512. Both Giovanni, detto d’Olanda. — Paesaggio.

513. Poel Vander. — Marina.

514. Ruysdael.— Paesaggio.

515. Breughel di Velours. — Foresta.

516. Skelink Daniele. — Paesaggio.

517. Wries Giovanni. — Paesaggio.

518.    Id.    — Paesaggio.

519.    Id.    — Paesaggio.

520.    Id.    — Paesaggio.

521.    Id.    — Paesaggio.

522. Vitte Giovanni. — Paesaggio.

523. Gelée Claudio, detto Claudio di Lorena. — Paesaggio.

524.    Id.    — Paesaggio.

525. Manglard. — Marina.

526.    Id.    — Marina.

527. Vanloo Cesare. — Veduta dei dintorni di Torino allo spuntar del sole.

528.    Id.    — Veduta della mandria della Veneria reale.

529.    Id.    — Veduta del Castello di Collegno.

530.    Id.    — Paesaggio nei dintorni della Veneria reale.

531.    Id.    — Paesaggio. [p. 205 modifica]532. Dughet Gaspare. — Veduta dello Cascatelle di Tivoli.

533.    Id.    — Veduta di Cascatelle.

534. Demulieribus Pietro, detto Tempesta. — Paesaggio.

535.    Id.    — Paesaggio.

536. Meulen Vander. — Paesaggio.

537.    Id.    — Mercato di cavalli.

538. Bergheem. — Villaggio.

539.    Id.    — Casolari.

540. Zaft Leeven Herman. — Paesaggio.

541. Breughel, detto d’Inferno. — Battaglia navale.

542. Teniers Davide il padre. — Ballo campestre.

543. Pennini cav. Pietro. — Architettura con veduta a sinistra del Colosseo dì Roma.

544. Rosa Salvatore. — Battesimo del Salvatore nel fiume Giordano.

545. Pazzero Giovanni. — Paesaggio.

546. Pannini cav. Pietro. — Veduta della fontana di Piazza Navona a Roma.

547. Pazzero Giovanni. — Paesaggio.

562. Magnasco Alessandro, detto il Lissandrino. — Paese con molte figure.

568. Ruysdael Giacomo. — Paesaggio.

Sala N. 19 ed ultima, detta del Re.

(verso ponente)


548. Fernet Orazio. — Ritratto equestre di S. M. il Re Carlo Alberto in atto di passare una rassegna.

549. Vandyck Antonio. — Ritratto equestre del principe Tommaso di Savoia.

550- Van-Scuppen Giacomo. — Ritratto equestre del principe Eugenio di Savoia.

551. Reni Guido (copia). — Ritratto in piedi del cardinale Maurizio, fratello del principe Tommaso.

552. Argenta Jacopo. — Ritratto in piedi di Emanuele Filiberto, duca di Savoia.

553.    Id.    — Ritratto dello stesso Emanuele Filiberto ancora fanciullo.

554. Miele Giovanni. — Ritratto della principessa Maria Giovanna Battista di Nemours, moglie di Carlo Emanuele II.

555. Filippo di Champagne. — Ritratto della principessa Maria Cristina di Francia. [p. 206 modifica]556. Vandyck Antonio (copia). — Ritratto della madre del principe Tommaso, che tiene il ritratto del figlio in mano.

557.    Id.    Id.    — Ritratto d’una giovine principessa incognita.

558. Holbein Gio. (copia). — Ritratto d’un uomo e d’una donna incogniti.

559. Vanloo Carlo. — Ritratti del principe Francesco Giacinto di Savoia

660.    Id.    — Ritratto della principessa sua moglie.

Collini Ignazio. — Quattro statue rappresentanti Marte, Mercurio, Cerere e Flora.

   Id.    — Due busti in marmo, uno di Emanuele Filiberto II e l’altro di Carlo Emanuele I.

   Id.    — Due busti in marmo, uno del principe Tommaso e l’altro del cardinale Maurizio di lui fratello.

   Id.    — Un busto in marmo rappresentante Emanuele Filiberto I.

   Id.    — Due busti in marmo rappresentanti imperatori romani


Allo splendore di questa nobilissima Pinacoteca non manca il corredo di una illustrazione, la quale pei disegni, intagli e descrizioni può dirsi magnifica. Essa ha per titolo La R. Galleria di Torino illustrata da Roberto d’Azeglio, direttore della medesima. Torino, 1835 e seguenti. Tipografia Chirio e Mina, indi Fontana. Sono pubblicati 32 fascicoli circa.


La R. Galleria de’ quadri è aperta ai forestieri ogni giorno dalle ore 9 alle 4: nei giorni festivi dalle 9 alle 2. È chiusa ne’ giorni delle maggiori solennità. Pe’ torinesi è necessario un viglietto d’ingresso che si rilascia dall’ispettore della Galleria.

Accademia Albertina di belle arti (Via della Posta, 10)

Quantunque il Piemonte non abbia un’antica successione di scuole come gli altri Stati, non ha perciò men diritto di aver luogo nella storia della pittura. Prima del 1672, i pittori, scultori ed architetti raccolti in Torino non ebbero forma di compagnia; cominciarono solo in quell’anno a riunirsi in una società chc ebbe nome da S. Luca, e nel 1678 fu eretta e stabilita in accademia. Nel principio del secolo XVIII, cioè nell’anno 1736, prese questa miglior forma sotto la direzione del cav. Beaumont, che anzi vi educò non solo pittori di merito, ma incisori, arazzieri, plasticatori e statuarii. Nuovi regolamenti furono introdotti dal re Vittorio Amedeo III; ed ebbe per più anni domicilio nelle sale della università, dove più tardi potè migliorare di condizione sotto gli [p. 207 modifica]auspicii del re Carlo Felice che l’accrebbe di professori e di buone discipline. Finalmente nel 1832, per la munificenza del re Carlo Alberto, venne trasferita nella più ampia porzione dell’isola di S. Francesco di Paola, e quivi dopo ingenti ristauri operatisi dallo stesso suo munifico fondatore, di cui porta il nome, ha oggi una decorosa e conveniente sede.

Quest’accademia procura l’ammaestramento de’ giovani nelle arti del disegno in generale e più espressamente nella pittura, nella scoltura, nell’architettura e nell’incisione.

Oltre i disegni e i modelli di cui è copiosamente fornita, possiede una galleria di quadri, generoso dono di mons. Mozzi di Morano ed una stupenda raccolta di cartoni antichi, tra cui circa 24 di Gaudenzio Ferrari, fatta con grande cura e dispendio dal Cardinale Maurizio di Savoia. Questa raccolta giacque quasi ignota negli archivi di corte per lungo tempo.

La scuola d’architettura, di prospettiva e di ornato va ricca di modelli mobili per oggetto di studio, fra cui i calchi dal vero di grandiosi frammenti di sette templi antichi, raccolta unica nell’Italia.

La scuola elementare di figura è decorata pure di disegni di stampe e di modelli antichi e moderni.

Alcune stanze accolgono i saggi de’ concorsi premiati delle varie classi, ove trovasi l’Ajace, modellato da Francesco Pierotti, troppo presto rapito alla patria ed all’arte.

Seguono i saggi de’ progressi fatti nell’arte dagli allievi che furono e sono pensionati a Roma, fra cui una copia ad olio della Deposizione di Raffaello, fatta dal sig. Michele Cusa, ora professore e segretario dell’accademia; un Beato Amedeo che largisce danaro ai poveri, del medesimo; una copia della Vergine di Foligno, di Raffaello, fatta da Angelo Capisani; una Francesca da Rimini, del medesimo; fra i saggi di scoltura havvi l’Enea di Bogliani, il Sileno e Bacco di Cauda e il Solone di Carlo Canigia alessandrino, morto il 18 agosto 1852 in Roma.

Stupendi i disegni e gli aquerelli del Bagetti, il cui ritratto è dipinto dal Serangeli, di cui pure deplorasi la recente perdita. L’ultima stanza di questa nuova galleria è ornata di una Madonna di Loreto, attribuita a Raffaello, procurata all’accademia da S. E. il cav. Spinola. Un cartone di Leonardo da Vinci, una Madonna di Andrea del Sarto, un Arcangelo Michela del Pomarancio compiono le ricchezze di queste stanze, nelle quali ammirasi il busto del magnanimo ristauratore dell’accademia, il Re Carlo Alberto.

Nella medesima galleria non devono lasciarsi inavvertiti il busto in [p. 208 modifica]marmo del marchese Filippo Asinari di S. Marzano, scolpito dallo Spalla, i graziosi modelletti in terra cotta del Collini, disposti lungo la fila delle stanze, la Flora del Dogliano e l’Amore spaventato del Canigia.

Passando nel secondo piano per la piccola galleria adorna di scelti modelli di animali, di busti di artisti nazionali, e delle celebri Muse del Vaticano, fornite di scheletri per lo studio dell’anatomia, s’entra nella galleria dei quadri antichi donati all’accademia 24 anni fa da mons. Mozzi di Morano, che coprono cinque spaziose stanze.

Nella prima stanza vi sono due tavole, una delle quali è attribuita al Masaccio; il Santo Alessio vuolsi del Ghirlandaio e San Giovanni Battista del Francia. Havvi pure la grande tavola di Macrino d’Alba, il primo che recò a noi da Roma la pittura adolescente, e una Madonna in Trono del Vivarini. Seguono le Marie e Nicodemo di Quintino Messis; il Giudicio universale di Heemskerk; una Rivenditrice di Giacomo Bassano; un San Pietro del Gennari, la Comunione di san Francesco, del Moncalvo; un Santo Martire di Vincenzo Malò; un Ecce Homo del Sirani; due quadri del Rubens rappresentanti, l’uno Un Satiro e una lionessa, con figure maggiori del vero; l’altro lo stesso soggetto di piccola proporzione; due quadri dell’Albani con soggetti tratti dalla Gerusalemme del Tasso.

La stanza consacrata ai paesaggi accoglie un Tramonto di Zacht-Leeven; dodici Vedute di Venezia,stupendo lavoro dello studio del Canaletto; un bagno di Ninfe del Heus ecc. ecc.

Discipline interne. — Ammissioni. — I giovani possono essere ammessi agli studi dell’Accadomia dall’età d’anni dieci, purchè comprovino una particolar disposizione allo studio del disegno. Quelli che mediante esame provano d’aver qualche buon principio di disegno, sono ammessi come allievi, e come aspiranti alla scuola prima coloro che ne sono affatto digiuni.

Gli allievi devono farsi inscrivere nell’elenco generale in Segreteria nel mese di novembre o nelle due settimane successive alla Pasqua, epoche delle ammissioni.

Scuole. — Gli allievi passano, previo esame, dalla Scuola prima di disegno, ai frammenti in gesso ed alla Scuola delle statue; da questa alla Scuola del nudo e delle pieghe, e quindi a quella di Pittura.

Quanto alla Scuola d’Architettura, Prospettiva ed Ornato, essendo stata l’architettura considerata come scienza, ed in conseguenza stabilita la cattedra nella regia università, quella che s’insegna all’accademia è unicamente diretta a quanto può essere necessario ed utile ai pittori, scultori ed incisori, cui sono del pari che agli architetti necessari [p. 209 modifica]la prospettiva e l’ornato. La Scuola d’incisione è considerata come scuola e come laboratorio, e quindi aperta tutto il giorno.

Havvi inoltre la Scuola di Storia, in cui insegnasi la storia e la mitologia applicata alle arti. Vi sono poi Concorsi annuali per le varie materie che s’insegnano, in cui gli allievi concorrenti possono riportare premi di medaglie o ricompense di pensioni semestrali.

Giunta di antichità e di belle arti. — Venne instituita con R. Biglietto del 24 novembre 1832: spetta ad essa, sotto la direzione della regia segreteria di Stato per gli affari dell’interno, di proporre al Re quei provvedimenti che, senza ledere il diritto di proprietà, ravvisa opportuni a promuovere nelle provincie dei regi Stati la ricerca, o ad assicurare la conservazione di quegli oggetti, che per l’antichità, o pel loro pregio sono riconosciuti importanti per gli studi di antichità e di belle arti. Alle cure di essa e de’ suoi membri, o all’esempio della sua nobile istituzione, si debbono la restaurazione dell’arco di Susa, l’illustrazione dei monumenti della città e paesi d’Aosta, e gli scavi fatti dal marchese Remedi nei terreni dell’antica Luni. La presidenza di questa Giunta è commessa al presidente dell’accademia delle scienze, ed al presidente dell’accademia di belle arti.

Società promotrice delle belle arti (Via della Posta, 10). — Questa Società ebbe origine in principio del 1842 in casa del conte Cesare Benevello, ottimo cultore e protettore delle lettere e delle arti. Mercè lo zelo di alcune benemerite persone non tardò punto ad aver vita. Raccoltesi in copia le firme, una commissione compilò in breve lo statuto che avrebbe dovuto reggere la Società1. Si nominò la direzione, e al dì 28 aprile dello stesso anno si aperse la prima pubblica Esposizione in alcune sale cortesemente offerte dal marchese Doria del Maro.

Che se da quel primo saggio non potè essere guari copioso il numero degli oggetti esposti, non tardò esso ad accrescersi sommamente negli anni seguenti, sì che a grado a grado finirono per riescire anguste le sale che successivamente aggiungevansi alla più grande, state fatte costruire appunto per tale oggetto dal generoso Presidente della Società, il prelodato conte Benevello.

E maggiore col numero si vide pur farsi il pregio dei capi d’arte inviati a quelle pubbliche mostre, ove a gara si diedero a concorrere [p. 210 modifica]non solo ben molti fra i più valenti artisti delle diverse provincie italiane, ma eziandio non pochi illustri stranieri; cosicchè la piemontese gioventù, trovando un più nobile incitamento a perfezionarsi nello studio, o specchiandosi nello lodalo opere de’ migliori, cominciò a poco a poco a scuotersi e a far viemmeglio conoscere che v’ha pure fra noi chi sa maneggiare ardimentoso e franco il pennello.

Lieta intanto degli ottenuti risultamenti progredisce la Società nella via intrapresa: ed accresciutosi di molto il numero degli azionisti, trova ora il modo di destinare annualmente assai cospicue somme all’acquieto di capi d’arte, incoraggiando così sempre più efficacemente quegli artisti che più se ne ravvisano degni.

Nè questo è il solo beneficio che procura la Società promotrice. Chè altro e grande pur molto è quello di desiare negli animi un più vivo amore per le arti; prova questa cortissima di maggioro coltura e gentilezza di costumi. Di fatti unico ornamento delle dimore de’ ricchi erano, non ha guari, lo tappezzerie e gli specchi; ora già non si trova quasi più sala elegantemente addobbata che non si fregi di qualche pregevole dipinto, e la nobile gara, dietro l’esempio già dato dall’augusto re Carlo Alberto e così generosamente seguito da tutta la Reale Famiglia, va ognor più crescendo; sì che non solo gli artisti nostrani, ma pur parecchi altri qui convenuti da varie parti d’Italia trovan mezzo di occupare assai utilmente il proprio ingegno.

Lodevole pertanto quant’altre mai, la Società promotrice ha in sè tutti gli elementi di una vita duratura. Del che largamente l’affida l’universale simpatia, la quale fa sì che, nel mentre si videro parecchie altre società nel giro di pochi anni languire e disfarsi, vittoriosa essa prosegue la benefica intrapresa, e ai pochi che disertano le suo file vede sottentrare ogni dì nuovi generosi sostenitori.

Dopo aver lasciato le sale troppo esigue e troppo scarse di luce in casa Benevello, riesciva assai più splendida l’Esposizione fatta nel 1850, nel castello del Valentino. Nel 1851, e nel corrente 1852, si dovette di nuovo ricorrere ad altro locale provvisorio, valendosi di quello già costrutto per il giuoco del pallacorda, in via della Posta.

Benemerito e zelante segretario di questa Società è l’avvocato Luigi Rocca, al quale deesi in gran parte il inerito di codesto felicissimo risultamento.

La Società promotrice apre ogni anno la sua Esposizione all’incirca nel mese di maggio. [p. 211 modifica]ISTITUZIONI AUTISTICHE E RICREATIVE 211

OlADRERIE PRIVATE.

«•ladreria del «-««ir Hertnlnzzone d’Amelie ( Via

• v Framwo di Paola, 14). — Fra lo privale gallerie che trovami Torino va questa distinta per copia di preziosi rlipinli antichi e (noderni: si citano singolarmente i seguenti: fteiano — La visione di S. Giovanni E*angelista. leonmlo da Vinci — S. Giovanni Ballista. Guido Reni — La SusaiiDa (maniera farle). Perugino — Vergine col bambino. Stuoia ili Raffaello — La risurrezione. Tìnlorello (palla d’aliare) — Vepgine con Santi. Sasso ferrato — Madonna (messa figura). Do/ce Carlo — id.

Veronese Paolo — Giove che scaccia Saturno dal cielo. Poussin Nicolò — Una lesta in onore del dio Pane. Rubens — Il ritratto di Mr Itoos, sua moglie e due figli (in ricono- scenza al suo mecenate). Fomticfc — S. Sebastiano (palla d’altare).

Idem — Sacra Famiglia. Giorglone — Suonatori. G. Bastano — La parabola del Samaritano. Morlllat — Un santo cardinale. Van-Orle;/ — Riposo in Egitto. Quintili Uestis — S. Gerolamo.

Lotto Lorenzo — Tre ritratti di principi della Casa di Ferrara.

Ravenstein — Ritratto.

Guardi — Prospettive.

Salvator Rosa — Paesaggio.

Poussin Gaspare — ld.

Fernet Giuseppe — Id.

Vari quadri di scuola fiamminga c francese.

Fra i quadri di pittori moderni si notano in ispecie: La Maria Stuarda di Francesco llayez — La partenza di Colombo, e una mezzaluna, con figure allegoriche quasi grandi al vero, raffigurante: La virtù che premia il vero merito, di Pelai/io Palasi — La morte di Marco Botzaris, del Llpparini — Il vincitore della regata (feste veneziane), del Rosa — ’ari paesaggi, di Giuseppe Cunetta — Prospettive, del Migliora — Pae- saggi istoriati, fra cui uno di Massimo d’Azeglio i— Acquerelli di gran mmcnsione, del Dagetti e del Degubematis. [p. 212 modifica]Quadreria del *tiff. <». Antonio Lavarla ( I ia Dora

Grossa, fi). — Si compone di 513 quadri, cioè:

X." 27 di scuola fiorentina, fra i quali duo del Vastuclo ; due di Pietro /'<rnaino, uno di Andrea del Sur/o ed imo di Michelangelo Buonamlli.

N." 31 ili scuola veneziana, fra i quali un Mantegna, un Tintarella, un Tiziano.

N> 30 di scuola lombarda, fra i quali un Parmightnino, un l'i ino Ull Cuore do Lesto, un Leonardo da Vinci.

X ° 21 di scuola romana, fra cui due di Giulio Romano, un Pierino del Vaga, tre della scuola di Raffaello.

N.° 'IO di scuola Lolognese, fra i quali sette del Corrucci, due del- l'Allumi, un Domeniclilno, quattro del Guerrino, un Guido Reni, un Correggio.

N.° IS di scuola piemontese, fra cui un Gaudenzio Ferrari.

X.u 9 di scuola napoletana, fra cui quattro di Salvator Rosa.

N." 19 di scuola francese, fra cui uno di C'urlo Lebrun.

N° 115 di scuola alemanna, olandese e fiamminga, fra i quali quat- tro di Tenlers, due IVottiMrmans, quattro di Rembrandt, un Gerardo Dow, tro Rubens.

Quadreria della marchesa t'alleiti di Barolo (Via delle Qrfanelle, h). — In questo palazzo (Vedi Palazzi, pag. 36), oltre alle antiche pitturo e ad un soffitto di Daniele Mailer, vi sono da osservare i bei quadri raccolti dall' ultimo de'marchesi di Barolo Tancredi e dalla vedova di lui Giulia Golbert, amenduc fautori dello belle arti. Fra gli altri quadrinola il Casaìis) trovansk una Incorona- zione della Madonna, del Gioito — i Quattro Evangelisti, di scuola del medesimo — un Beato Angelico e varie Madonne, di Lorenzo di Credi, di Carlo Dolce, del Guerciuo, di Andrea del Sarto, del Samferrato o di Pompeo Bulloni — vitì Sant'Antonio, del Mitrino — una Deposizione della croce, del Tinloretto— il Ritratto di Velasquez, dello slesso <— ìùsquez — il Ritratto di Giuliano de' Medici,'del Giorglone — il Ritratto di un Beoti voglio, doi Guido—una Sacra Famiglia, dell'A Moto — un Interno di chiesa, del Peter-Ncef— un Suonatore di chitarra, del Cara- vaggio — il Ritratto di Rembrandt, di esso Rembrandt — una Fan- ciulla, di llolbein — S. Pietro, di Mengs — una Madonna di rilievo in terra cotta, di Luca detta Robbia — ed il busto di Saffo, del Canova,

Quadreria dell'aro. Gattino ( Via Alfieri , 6). — U[1 appartamento ricco di graziosi dipinti delle migliori scuole. I princi[p. 213 modifica]pali sono - Un interno di taverna con molte ligure di grandezza natu- rale, di Gerardo delle .Vomì _ 1/interno d' una chiesa gotica di Peter-* cef, che ha per riscontro l'interno di S. Lorenzo di Milano, del Migliora - Un Amore in riva al mare, di Guido fieni - Un cesto di fiori coti frutta, di Giovanni Fan-Uaystm — Una Ma- donna con Angeli di grandezza naturale su tavt la, di Gaudenzio Ferrari — S. Margarita e S. Uosa . riscontri dello stesso quadro , co' ritratti dei donatori — Cadmo che uccide il drago, dipinto da Su/iafor Uosa — Due gran quadri di animali, di Giovanni Enrico Hom — Una mezza figura, di Atòmi detto lo Spagnolello — L'ado- razione dei pastori e la presentazione al tempio, di Giovanni Jordaens, allievo di Hubent — Un paese, atlribuito a Cornelio Poelembegg — Un paese su tavola, di (Ho. Breughel, detto di Velours, con molto figure di Fan-Halen — Una battaglia su tavola, attribuita a Polidoro da Caravaggio.

Altra collezione non meno ricca delle precedenti di preziosi dipinti, in ispecic di Scuola italiana, è quella del marchese della Cisterna (Pia di s. Filippi)-, e assai apprezzata è pur quella, benché non tanto co- piosa, del conte Cambiano. (Piuzza s. Carlo)

Ratriilta <1* iiieifeioiii anlirlie e moilrrne «lei fu frnielli faiuvaimi e Giugepiie Risiimi (Via degli Amba- sciatori, ri, ]i, ò ). — Notevole 6 questa raccolta d'incisioni della più rara bellezza, sommanti oltre le cinquemila, quasi tutto disposte entro eleganti portafogli, od in uno stato di perfetta conservazione. Gli au- tori di questa vistosa raccolta erano intelligentissimi nell'arte, e viag- giarono , verso il fine dello scorso secolo, la Francia e l'Olanda, e vi raccolsero buon numero di ottimi intagli, clic, riuniti ad altri rac- colti in patria, distribuirono con buon gusto nel loro gabinetto. Questa raccolta contiene parecchie stampe dei più antichi maestri; ma la sua maggiore ricchezza incomincia solo all'epoca del Goltzius, del Sadeler, del Vorstermann, del Saenredam, del Matham, del Visscher, dol Bloemaert, de' quali tutti essa contione buon numero di prove; o sono poi da notarsi in ispecie i bei lavori dol Rubens , del J. Jordaens, del G. Seghers, del Van-Dvck, riprodotti dal facile bulino degli incisori contemporanei di questi sommi pittori. Numerose vi sono le belle incisioni degli Andran, del Polliy, del Musson , del Tardici!, dellUdelinck , dei Drevel P. e C., dol Vansehuppon, del Nanteuil, del Chereau, del Ronllet, del Le-Clerc, cioè di lutta la schiera di quei [p. 214 modifica]sommi artisti clic abbellirono dei loro lavori la Francia nel gran «ecoli così detto. I ritratti d'inarrivabile finitezza di questi e d' altri incisori di qaell' epoca vi sono in un numero stragrande , e tulli d' una rara freschezza , molti anzi avanli lettera. Si aggiungano a questi nomi quelli non meno celebri di Beauvarlet, di Schmuzer , di Daullù , di Le-Bas, di Picart, di Dupuis, di Pilau, Strange, W. Scharp, Flipart, Bervic, Schmidt, Balechou, i cui piìt bei lavori sono compresi in que- sta raccolta, siccome in buon numero vi sono i Wille, i Barlolozzi, ì Porporati, per In maggior parie acanti L'itera; vi fanno pure bella figura i paesaggi del Yìvares. del Woollet, del Browne: alcuno magnificila prove del Morghen, del Roso-pina, del Gandolfi, dell'Anderloni, che vennero aggiunto allo altro dall' situalo possessore; la raccolta con- tiene egualmente molti Rembrandt, e parecchie acque forti della sua scuola, massime dello Schmidt, del Van-Yliet, del De-Marccnay, non che buon numero di Van-Ostade e sua scuola , o lavori dell' Hollar, del Londonio, del Vaterloo, del Bergliem. Ci si ammirano più di 200 Callot, tutto buone prove; le raro stampe del Boelo da Fossano, sullo stile di Callot, e più di GOO dello Stefano della Bella; molle altre acque forti del Ticpolo, del Castiglioni, del Bossi, del Van-Dyck, del Morin, del Flnmen, del Miei, del Testa, ecc.; ottimi esemplari delle incisioni alla manière uoire dei primarii dell' arte , Smith , Ardetl, Houston, Green, Watson, Earlom; finalmente molle vignette de'mi- gliori in questo genere, La-Mire, De Longucil, Massard , St-Anbin, ChotTard, De Gliendt, Barlolozzi, Fiquet, Picart, ecc.

In complesso si può dire che questa raccolta è la più bella che at- tualmente esista in Torino appo i privati, e sarebbe degna di venire collocata in un museo pubblico, od in qualche reggia. Il proprietario si fa promura di esporre queste sue incisioni alla vista di chi glie ne porge domanda, ed è anzi grato alle persone intelligenti che vanno a visitarle, e ne sanno apprezzare le bellezze.

Aeradriuia filarmonica (Piazra S. Carlo, (i). — Abbiamo fatto cenno nel capitolo Palazzi (pag. !>5) del magnifico locale de- stinalo ad uso dell'Accademia filarmonica di Torino. Diremo ora qual- che parola sulla sua istituzione. Ebbo cominciainento dai privati concerti di una società di giovani dilettatili, che fin dal 1815 co- minciarono a radunarsi per intendere a sì lodevolo esercizio. Cre- sciuta di numero o acquistato il palazzo Del Borgo, lo accomodò mollo splendidamente al proprio uso. Il re Carlo Felice ed il ™ [p. 215 modifica]Curio Alborto furono larghi di protezione e di aiuti a quest' Acca- demia, la quale fin dal 182" istituì una scuola gratuita di canto pei giovani d'ambo i sessi.

Lo studio dolla musica vi è didatti promosso assai lodevolmente con esercitazioni e con veglio sì pubbliche che private.

Alle scuole gratuite sono ammessi i giovani d' età non maggioro d'anni 20, che diano segni di buona riuscita nel canto.

[| corso dello studio h di sei anni. Questa utile società è gover- nata ila opportuni e savii regolamenti.

Accademia li I « il i-a in ni a t i e n (/-'io <Mla Posta, 1).—Questa società privata, ch'ebbe principio nel 1828, crebbe a lieti risulta- menti, sicché nel 1810 edifici l'ampia e bejla sala ad uso di tea- tro, disegno dell'architetto cav. Lenue.

Fu direttrice onoraria dell' Accademia I' egregia attrice Carlotta Marcbionni, a cui s'inalzò nella sudile!In sala un monumento di onore.

Quest'Accademia mantiene una scuola gratuita pei giovani d'ambo i sessi, i quali attendono a divenire attori drammatici.

Di quando in quando , insieme ad una compagnia di dilettanti, essi danno pubblico saggio della loro abilità e de' loro progressi nell' arte.

Maestra delle allieve è presentemente la signora Malfatti.

Società (t'iiiiiMfttica (VW('<rWiV<[ Piazza d' Irmi). — Questa so- cietà, fondata son già parecchi anni da alcuni privati, occupò da prin- cipio una parto dei giardini del Valentino, e in seguito un locale situato tra il viale dei platani ed il viale oscuro. Quando fu approvato il piano d'ingrandimento per Porta Nuova, questo locale essendo com- preso nell'area fabbricabile, il municipio assegnava alla società un am- pio quadrato nell'angolo nord-ovest della antica piazza d'arme, mediante il pagamento di un annuo canone di lire ìiOO: silo per ogni rispetto adattissimo allo scopo, e che trovandosi in Lutta prossimità dol fabbricato, riesce .senza troppo disagio accessibile agli abitanti dei "luarlieri piò popolosi e più importanti di Torino.

Cn elegante casino, edificato sui disegni e per cura dell'egregio in- segnerò Camusso , otl're un piacevole ed agiato luogo di convegno ai Detobri della direzione. Una spaziosa tettoia, che corre lungo tutto il lato Sud del quadrato, difende gli allievi contro la inclemenza dell' atmosfera. Attrezzi numerosi e variali perninltono di insegnare o tentare ogni specie di ginnastici esercizi. Tutti codesti mezzi, efficacemente usu- tr«ttuati sia dal benefico zelo della direzione della società, e soprat- tntt0 dalla infaticabile operosità del valente inslilutoro Obermann, [p. 216 modifica]che ben si può diro il fondatore e padre della scuola di ginnastica in Piemonte, hanno agevolato ed affrettato i progressi di queste isti- tuzione. Ora la scuola di ginnastica conta poco meno di ’iOO allievi divisi in cinque classi: la prima abbraccia gli allievi soci adulti, cioè da sellici anni in più: la seconda gli allievi soci giovanetti, dagli 0M0 anni ai quindici: nella terza sono gli allievi del Collegio nazio- nale in numero di cento dodici; nella quarta gli allievi della scuola gratuita, beneficio commendevolissimo della società ginnastica , e som- mano a 130; nella quinta vengono gli alliovi del Collegio degli ar- tigianelli, che sono ’iS.

f soci sommano a 210, in capo ai quali, siccome sempre quando si tratti d’alcun’opera veramente utile e lodevole, rifulgono i nomi venerati e cari dell’amatissimo nostro Re, e delle Altezze Loro il Duca di Genova ed il Principe di Carignano.

Allo insegnamento pratico si è con esito felice congiunto lo inse- gnameuto teorico; dimodoché non solo si istruiscono i gio\ .ini allievi, ma insieme si formano istitutori capaci di dare poi in altri istituti questo insegnamento, E la ginnastica società torinese può andare ginsi;i- inente superba di essersi anche fuori del Piemonte acquistato chiaro ed onorato nome, giacché, mentre le società consimili doll’estero lo mandano felicitazioni, pubblici istituti le chieggono maestri e consigli.

TEATRI-

Tetri ro ltrffio (Piazza Castello).—Atticamente serviva di teatro il Salone del castello. Un altro teatro era ftcl palazzo vecchio. (Juundo si ampliò la città a levante, Carlo Emanuele I feco costrnrre il Teuiro delle feste, vicino al sito ove sorso più lardi il gran teatro, architettato dal conte Benedetto Alfieri, costrutto negli anni 1738 e 1730. Per qualche tempo rimasero in piedi amliedue ; ma.verso la metà del secolo scorso il teatro vecchio fu preda delle fiamme.

Era celebre in questo nuovo tea! ro una tenda dipinta da Bernardin Galliari che rappresentava il trionfo di Bacco. Ristaurato dal Pregliasco in sul cominciare di questo secolo, da pochi anni in qua fu rinovato splendi- damente e decorato su moderno diseguo dal cav. Palagi. Contiene 132 palchi, non compreso quello della Real Corte, divisi in 3 ordini, 1 110 loggione chiamato paradiso.È capace di 2,800 persone. L’orchestra ven» collocata sopra un piano concavo simile ad una volta rinverdita, c’ estremità stanno due tubi che sboccano sulla scena. La sala ha 25 me- tri di circonferenza, 17 di altezza. Il proscenio ha metri l’i di apertili’ [p. 217 modifica]Rimano aperto d'ordinario nella sola stagione di carnovale e quaresima con grandi spettacoli d' opero serie e balli.

Si noia come specialità di questo teatro una fontana che si fa zam- pillare in alto con vaghissimo effetto nel mezzo dol palco scenico; e un prolungameuto di esso palco, già vastissimo, che si ottiene col ca- lare una specie di gran ponto levatoio che mette ad un vasto conile per il quale possono ascendere cavalli e carrozzo. La fontana e il pro- lungamento non si usano se non nelle straordinarie occasioni. 11 teatro regio è unito al Palazzo reale per mezzo della lunga galleria delle se- greterie di Sialo. È notevole Ira le feste eseguito in questo teatro la giostra ordinata per la sera del 21 febbraio 1859 da Re Carlo Alberto per festeggiare il passaggio per Torino di S. A. il gran Duca principe ere- ditario di llussia. t

Tentro ('artigliano (Pi,izza Cariammo).—Rifatto dal principe Luigi di Savoia Carignano, e reso più ampio nel 1752 sui disegni del conte Alfieri. Un incendio scoppiato nel 1787 consumò tutte le parti dell' edilizio, che non lardò ad uscire più bello di prima, ricco d'in- tagli e tutto sfolgoreggiante d'oro, ad opera dell'architetto Feroggio, elio seguì nella ricostruzione il piano primitivo. Ha 9fc palchi, divisi in quattro ordini, ed un loggione. Contiene 1,500 persone. Fu sulle scene di questo teatro che.rappreseritaronsi per la prima volla le tragedie di Alfieri.

È aperto tulio l'anno; nell'autunno ordinariamente con opera e hallo: nelle altro stagioni vi agiscono Compagnie drammatiche italiane.

Teatro «T Ingenue* IFia <J' .Ingenue*). — Chiamava»! anti- camente Teatro Guglielrfiono dal nome del suo proprietario. Fu nel secolo scorso ornato e dipinto dal pittore Guglielmo Levra piemontese. A giorni nostri fu ristaurato più volle. Nel piccolo atrio elio serve d'ingresso alla platea havvi il busto di Oarlolla Marcliionni, egregia attrice che fu decoro e splendore della r. Compagnia drammatica al servizio di S. M. il He di Sardegna, ed ora vive onorata e stimata a Torino con pensione regìa, •la 89 palchi in quattro file, e un loggione; ed ìs capace di 1100 persone. Vi a«isce d' ordinario una Compagnia drammatica francese, ed è fre- quentalo dall'alta ed elegante società torinese.

Teatro Stazionale (Via ili Borgonuovo).—Erotto dal cav. Edo- modella Marmora, ed aperto nell'autunno del I8H7. Ampia ed armonica 11 e la sala, disposta e decorata con semplicità ed eleganza, alla loggia mo- derna. Contiene 1 ordini di palchi e un loggione. Dopo il teatro regio

  • più ampio a Torino. La sua posizione alquanto fuori dal centro, [p. 218 modifica]migliorerà ora che, non molto lontano, a l’orta Nuova, sorgono nuovi

e numerosi edificii, i quali congiungendosi col popoloso Borgo Nuovo for- meranno con esso una novella città.

È per lo più aperto tre o quattro stagioni dell’anno con opera buffa o seria, e qualche intermezzo di ballo.

Teatro Muterà {Via di Po).—Prima Gallo, poi Ughetti. Non ha che 52 logge ed è capace di 700 spettatori. Vi si alternano le rappresen- tazioni di musica e di prosa.

l’entro Gerbino (Via ilei Ripari).—Cosi appellalo dal nome del suo proprietario. Serve anche all’ uso diurno; ma per lo più si apre di notte. Ha due grandi logge una sopra l’altra , e una vasta platea. È capace di oltre 1800 persone. Serve ad uso di opera e di commedia.

Cirro Male» (Viuk S. Massimo).—Destinato soltanto a rappresen- tazioni diurne di commedie durante l’estate; contiene 2000 spettatori.

Teatro diurna alla Cittadella (Viali delta Cittadella).—È nu ricinto in legno con un solo loggione; serve a spettacoli di com- media popolare nell’ estiva stagione.

Teatro diurno a Porta \iiuvh (Dieira il viale del ite). —Eretto provvisoriamente nel 1852 pel la commedia popolare.

Ippodromo (Via della Zecca).—Destinato agli spettacoli equestri e al giuoco del pallone.

Sj. Ifartiniano (Via di san Francesco d’Asissi). — Si recita coi fantocci nell’inverno.

Gianduia (f’iu S. /lacco).—Si recita pur coi fantocci, e còlla maschera del Gianduia.

Sorgono eziandio qua e là alcune baracche provvisorie di le^uo che accolgono saltimbanchi, serragli di belve, prestigiatori, giostre ecc. ecc.

Wauxlinll (Via della Rocca). — Questo stabilimento, aperti» nel 1850, è composto di molti locali terreni acconci ad uso di balli, di caffè, di trattoria, ben disposti ed arredali. Un vasto locale nel mezzo, foggiato ad uso do’giardini d’inverno, ed un giardino a cielo scoperto, offrono la grata varietà de’ fiori e dello piante. Neil’ inverno le sue feste sono frequentatissime dalla gioventù d’ambo i sessi, che ama passare un’ ora spensieratamente in mezzo ai piaceri della musica e della danza. Lo stabilimento si presta anche ad altri spettacoli di vario genere, avendo una sala spaziosa che servi più volte ai presti- giatori , alle figure plastiche e ad altre esposizioni di curiosità e di diletto; non che a pranzi di società numeroso, ecc. ecc.

  1. Componevano la Commissione i signori conte Benevello, cavaliere Paravia, cavaliere Palagi, barone Manno e abate Corte.