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206 istituzioni artistiche e ricreative

556. Vandyck Antonio (copia). — Ritratto della madre del principe Tommaso, che tiene il ritratto del figlio in mano.

557.    Id.    Id.    — Ritratto d’una giovine principessa incognita.

558. Holbein Gio. (copia). — Ritratto d’un uomo e d’una donna incogniti.

559. Vanloo Carlo. — Ritratti del principe Francesco Giacinto di Savoia

660.    Id.    — Ritratto della principessa sua moglie.

Collini Ignazio. — Quattro statue rappresentanti Marte, Mercurio, Cerere e Flora.

   Id.    — Due busti in marmo, uno di Emanuele Filiberto II e l’altro di Carlo Emanuele I.

   Id.    — Due busti in marmo, uno del principe Tommaso e l’altro del cardinale Maurizio di lui fratello.

   Id.    — Un busto in marmo rappresentante Emanuele Filiberto I.

   Id.    — Due busti in marmo rappresentanti imperatori romani


Allo splendore di questa nobilissima Pinacoteca non manca il corredo di una illustrazione, la quale pei disegni, intagli e descrizioni può dirsi magnifica. Essa ha per titolo La R. Galleria di Torino illustrata da Roberto d’Azeglio, direttore della medesima. Torino, 1835 e seguenti. Tipografia Chirio e Mina, indi Fontana. Sono pubblicati 32 fascicoli circa.


La R. Galleria de’ quadri è aperta ai forestieri ogni giorno dalle ore 9 alle 4: nei giorni festivi dalle 9 alle 2. È chiusa ne’ giorni delle maggiori solennità. Pe’ torinesi è necessario un viglietto d’ingresso che si rilascia dall’ispettore della Galleria.

Accademia Albertina di belle arti (Via della Posta, 10)

Quantunque il Piemonte non abbia un’antica successione di scuole come gli altri Stati, non ha perciò men diritto di aver luogo nella storia della pittura. Prima del 1672, i pittori, scultori ed architetti raccolti in Torino non ebbero forma di compagnia; cominciarono solo in quell’anno a riunirsi in una società chc ebbe nome da S. Luca, e nel 1678 fu eretta e stabilita in accademia. Nel principio del secolo XVIII, cioè nell’anno 1736, prese questa miglior forma sotto la direzione del cav. Beaumont, che anzi vi educò non solo pittori di merito, ma incisori, arazzieri, plasticatori e statuarii. Nuovi regolamenti furono introdotti dal re Vittorio Amedeo III; ed ebbe per più anni domicilio nelle sale della università, dove più tardi potè migliorare di condizione sotto gli