Scritti politici e ricordi/Indice e sommario

Indice e sommario

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Nota
[p. 387 modifica]

INDICE

I

CONSIDERAZIONI INTORNO AI DISCORSI

DEL MACHIAVELLI

sopra la prima deca di tito livio

Libro Primo

Capitolo I |||
 p. 3
[Quali siano stati universalmente i principi di qualunque cittá, e quale fusse quello di Roma.]
Capitolo II |||
 p. 5
[Di quante spezie sono le republiche, e di quale fu la republica romana.]
Capitolo III |||
 p. 8
[Quali accidenti facessono creare in Roma i tribuni della plebe, il che fece la republica piú perfetta.]
Capitolo IV |||
 p. 10
[Che la disunione della plebe e del senato romano fece libera e potente quella republica.]
Capitolo V |||
 p. 12
[Dove piú sicuramente si ponga la guardia della libertá, o nel popolo o ne’grandi; e quali hanno maggiore cagione di tumultuare, o chi vuole acquistare o chi vuole mantenere.]
Capitolo VI |||
 p. 13
[Se in Roma si poteva ordinare uno stato che togliesse via le inimicizie intra il popolo ed il senato.]
[p. 388 modifica]
Capitolo VII |||
 p. 15

[Quanto siano ili una republica necessarie le accuse a mantenerla in libertade.]

Capitolo VIII |||
 p. 16

[Quanto le accuse sono utili alle republiche, tanto sono perniziose le calunnie.]

Capitolo IX |||
 p. 18

[Come egli è necessario essere solo a volere ordinare una republica di nuovo, o al tutto fuor degli antichi suoi ordini riformarla.]

Capitolo X |||
 p. 19

[Quanto sono laudabili i fondatori d’una republica o d’uno regno, tanto quelli d’una tirannide sono vituperabili.]

Capitolo XI |||
 p. 21

[Della religione de’ romani.]

Capitolo XII |||
 p. 22

[Di quanta importanza sia tenere conto della religione, e come la Italia, per esserne mancata mediante la Chiesa romana, è rovinata.]

Capitolo XIV |||
 p. 24

[I romani interpretavano gli auspizi secondo la necessitá, e con la prudenza mostravano di osservare la religione, quando forzati non la osservavano; e se alcuno temerariamente la dispregiava, punivano.]

Capitolo XVI |||
 p. 24

[Uno popolo, uso a vivere sotto uno principe, se per qualche accidente diventa libero, con difficultá mantiene la libertá.]

Capitolo XXIII |||
 p. 28

[Che non si debba mettere a pericolo tutta la fortuna e non tutte le forze; e per questo, spesso il guardare i passi è dannoso.]

Capitolo XXIV |||
 p. 31

[Le republiche bene ordinate costituiscono premi e pene a’ loro cittadini, né compensono mai l’uno con l’altro.]

Capitolo XXV |||
 p. 32

[Chi vuole riformare uno stato anticato in una cittá libera, ritenga almeno l’ombra de’ modi antichi.]

Capitolo XXVI |||
 p. 32

[Uno principe nuovo, in una cittá o provincia presa da lui, debbe fare ogni cosa nuova.]

Capitolo XXVIII |||
 p. 33
[Per quale cagione i romani furono meno ingrati contro agli loro cittadini che gli ateniesi.] [p. 389 modifica]
Capitolo XXIX |||
 p. 35
[Quale sia piú ingrato, o uno popolo o uno principe.]
Capitolo XXX |||
 p. 38
[Quali modi debbe usare uno principe o una republica per fuggire questo vizio della ingratitudine; e quali quel capitano o quel cittadino per non essere oppresso da quella.]
Capitolo XXXII |||
 p. 39
[Una republica o uno principe non debbe differire a beneficare gli uomini nelle sue necessitadi.]
Capitolo XXXIX |||
 p. 39
[In diversi popoli si veggano spesso i medesimi accidenti.]
Capitolo XL |||
 p. 40
[La creazione del decemvirato in Roma, e quello che in essa è da notare: dove si considera, intra molte altre cose, come si può o salvare, per simile accidente, o oppressare una republica.]
Capitolo XLVII |||
 p. 42
[Gli uomini, come che s’ingannino ne’ generali, nei particulari non s’ingannono.]
Capitolo XLIX |||
 p. 43
[Se quelle cittadi che hanno avuto il principio libero, come Roma, hanno difficultá a trovare legge che le mantenghino: quelle che lo hanno immediate servo, ne hanno quasi una impossibilitá.]
Capitolo LVIII |||
 p. 44
[La moltitudine è piú savia e piú costante che uno principe.]
Capitolo LX |||
 p. 47
[Come il consolato e qualunque altro magistrato in Roma si dava sanza rispetto di etá.]

Libro Secondo

Nel proemio del secondo libro |||
 p. 49
Capitolo X |||
 p. 50
[I danari non sono il nervo della guerra, secondo che è la comune opinione.]
Capitolo XII |||
 p. 51
[S’egli è meglio, temendo di essere assaltato, inferire o aspettare la guerra.]
Capitolo XIII |||
 p. 53
[Che si viene di bassa a gran fortuna piú con la fraude che con la forza.]
[p. 390 modifica]
Capitolo XIV |||
 p. 54
[Ingannansi molte volte gli uomini, credendo con la umilitá vincere la superbia.]
Capitolo XV |||
 p. 55
[Gli stati deboli sempre fiano ambigui nel risolversi: e sempre le diliberazioni lente sono nocive.]
Capitolo XIX |||
 p. 56
[Che gli acquisti nelle republiche non bene ordinate, e che secondo la romana virtú non procedano, sono a ruina, non ad esaltazione di esse.]
Capitolo XXIV |||
 p. 57
[Le fortezze generalmente sono molto piú dannose che utili.]

Libro Terzo

Capitolo XVII |||
 p. 61
[Che non si offenda uno, e poi quel medesimo si mandi in amministrazione e governo d’importanza.]
Capitolo XIX |||
 p. 62
[Se a reggere una moltitudine è piú necessario l’ossequio che la pena.]
Capitolo XXIV |||
 p. 64
[La prolungazione degl’imperi fece serva Roma.]

II

DISCORSI POLITICI

I. — In favore della lega proposta da Massimiliano alla republica di Venezia |||
 p. 69
II. — Sullo stesso argomento. In contrario per la opinione negativa che prevalse |||
 74
III. — Delle condizioni d’Italia dopo la giornata di Ravenna |||
 80
IV. — Sulle mutazioni seguite dopo la battaglia di Ravenna |||
 89
V. — Se ’l Gran Capitano debbe accettare la impresa di Italia |||
 104
VI. — Sullo stesso argomento. In contrario |||
 107
VII. — Sulla discesa di Francesco I in Italia nel 1515 |||
 111
VIII. — Sulla proposta fatta ai Veneziani d’entrare nella lega contro i Francesi |||
 120
[p. 391 modifica]
IX. — Sullo stesso argomento. In contrario per la opinione che prevalse |||
 p. 128
X. — Sulla proposta di alleanza fatta da Carlo V ai Veneziani |||
 136
XI. — Sullo stesso argomento. In contrario |||
 145
XII. — Sulla proposta di alleanza fatta da Carlo V a Clemente VII |||
 153
XIII. — Ragioni che consigliano a Clemente VII di accordarsi con Carlo V |||
 162
XIV. — Sullo stesso argomento. In contrario |||
 178
XV. — Giustificazione della politica di Clemente VII |||
 198
XVI. — Ragioni che consigliano la signoria di Firenze ad accordarsi con Clemente VII |||
 212

III

SCRITTI MINORI

I. — [Elogio di Lorenzo de’ Medici] |||
 p. 223
II. — Se sia lecito condurre el populo alle buone legge con la forza non potendo farsi altrimenti |||
 229
III. — Se lo amazzarsi da sé medesimo per non perdere la libertá o per non vedere la patria in servitú procede da grandezza di animo o da viltá, e se è laudabile o no |||
 232

IV

RICORDI

Serie prima |||
 p. 241
Serie seconda |||
 281
Nota |||
 337