Lirica (Ariosto)/Nota
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NOTA
Per la storia delle Rime ariostesche, dagli opuscoli che precedono l’edizione principe del Coppa alle piú importanti edizioni che si sono susseguite fino ai nostri giorni, rimando al mio studio Su la fortuna e l’autenticitá delle Liriche di L. A., nel Supplemento 22-23 del Giornale storico della letteratura italiana. Il quale studio può riguardarsi come una indispensabile Introduzione alla presente raccolta, specialmente da chi voglia rendersi conto della presenza in questo volume di molti componimenti non mai comparsi in raccolte ariostesche e della distinzione delle poesie autentiche (citate sempre col solo numero romano) da un buon gruppo di dubbie (citate col numero romano accompagnato da un 1 in alto) costituenti l’Appendice prima, e da quello delle apocrife (citate col numero romano e un 2 in alto), che formano l’Appendice seconda. In questa Nota mi limito a dare il puro elenco delle edizioni e dei manoscritti.
I
EDIZIONI
Liriche italiane
[1546] — Le Rime di M. Lodovico Ariosto Non piú viste & nuovamente stampate á instantia di Iacopo Modanese, ciò è Sonetti Madrigali Canzoni Stanze Capitoli. Nel mezzo il ritratto dell’Ariosto e in basso In Vinegia con Privilegio del Sommo Pontefice, & del Eccelso Senato Veneto, mdxlvi; in 8°; cc. 55.
Edizione principe, da cui procedono tutte le successive edizioni, comprese le moderne; per il testo e per il numero dei componimenti, merita speciale considerazione. Comprende 64 poesie, cioè sonn. i-ix, canz. i son. x, madd. i-iii, sonn. xi-xviii, canz. ii, son. xix, mad. iv, sonn. xx-xxv, xxvii, canzz. v, i2, son. xxvi, mad. v, sonn. xxviii, xxix, xxxi, xxxii, madd. vi-ix, capp. ii-x, xii-xix, xi, framm. i, ii
[1547] — Rime di M. Lodovico Ariosto - (Ritratto) - mdxlvii (In fine) Stampate in Fiorenza a di sei Giugnio ad instantia di Iacopo Coppa Modanese Con Privilegio del Sommo Pontefice e del Senato Vineciano per anni dieci, mdxlvii; in 8°; cc. 60.
Ristampa della precedente procurata dallo stesso Coppa, che ha riportato tutte le poesie, tranne il cap. xii, in un testo leggermente diverso, ove ha cercato di correggere qualche errore tipografico della prima stampa, ed ha modificato certe lezioni che, suggerite prima da passi inintelligibili del ins. o portate dalla fretta, ora giudicava inesatte.
[1552] — Rime di M. Lodovico Ariosto - In Vinegia, mdlii; s. n. d. st.; in 8°; di cc. 55 num. -f 1 b.
Ristampa clandestina della precedente, ma piú scorretta. Ebbe una reimpressione nel 1554, se pur non si tratta della stessa, cambiati l’anno nel frontespizio e l’ultima carta. Il Mazzuchelli (Scrittori d’Italia, 1, 1082) cita del ’52 una ediz. del Coppa, facendo confusione con quelle del 46 e 47; dello stesso anno ne ricorda un’altra «per Comin da Trino», ma non se ne ha indizio.
[1558] — Rime Di M. Lodovico Ariosto: Satire Del medesimo con i suoi argomenti di nuovo rivedute et emendate. Per M. Lodovico Dolce: In Vinegia, Appresso Gabriel Giolito de Ferrarii, mdlviii; in 8°; cc. 88 (4-55 le Rime, 56-58 le Satire).
Prima edizione giolitina (è inesistente quella del 56 registrata dal Mazzuchelli e dal Polidori), curata dal Dolce su le due del 47 e del 52, delle quali procurò di evitare le scorrezioni. Non pare che il D. abbia conosciuto la prima coppina, perché i pochi casi nei quali si accorda con essa anzi che con la seconda paiono casuali o sono facili correzioni di errori troppo evidenti che ristabiliscono il testo del 46.
[1558] — Le Rime di M. Lodovico Ariosto, non piú viste, et nuovamente stampate. Sonetti, Madrigali, Canzoni, Stanze, Capitoli (Ritratto) - In Venetia; a c. 55 Stampate in Vinegia per Mathio Pagan in Frizaria, al segno della Fede; mdlviii; in 8°, cc. 55 num.
Ristampa discretamente fedele della prima coppina, di cui riporta anche la dedica della Barbaro.
[1558] - Le Rime di M. Lodovico Ariosto Nuovamente con somma diligentia corrette. Sonetti, Madrigali, Canzoni, Stanze, Capitoli (Ritratto) - In fine, a c. 55 In Vinegia, appresso Giovanni Vanisco e compagni. L’anno mdlviii; in 8°, cc. 55 num. + 2 b.
[ 1559] - Le Rime di M. Lodovico Arioslo non piú viste et nuovamente ristampate. Sonetti, Madrigali, Canzoni, Stanze, Capitoli (Ritratto) - In Vineggia. (In fine) Stampate in Vinegia per Francesco dalla Barba, detto l’Imperador, mdlix, in 8°; cc. 8 b + 1-48 num. -f 44-55 n. n. + 3 b.
[1560] - Rime di M. Lodovico Ariosto. Satire de! medesimo con i suoi argomenti di nuovo rivedute et emendate. Per M. Lodovico Dolce. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de’ Ferrari, mdlx; in 12°; cc. 1-54 (Rime), 55-87 (Satire) + 3 b.
Prima ristampa dell’ediz. giolitina, di nitido carattere; il fr. 1 è mutilo di qualche ottava.
Con la data 1560 il Mazzuchelli cita le Rime «per Francesco dalla Barba detto l’Imperador, in 12°, rivedute ed emendate da I.od. Dolce»; ma fa confusione tra l’ediz. del 59 e questa del Dolce.
[1561] - Le Rime di M. Lodovico Ariosto Da Lui scritte Nella Sua Gioventú Con alcune brevi annotazioni intornio alle materie di Francesco Sansovino Di nuovo rivedute & corrette. In Venetia (in fine) - In Venetia, Appresso F. Sansovino, mdlxi, in 12°; c. 55.
[1564]- Le Rime di M. Lodovico Ariosto, ecc.; come la precedente, ma In Venezia, appresso Francesco Rampazetto, mdlxiiii, di cc. 53 num.
[1566] — Rime di M. Lodovico Ariosto. Satire del Medesimo con i suoi argomenti di nuovo rivedute & emendate. Per M. Lodovico Dolce. In Vinegia, mdlxvi, Appresso Girolamo Scotto; in 16°, cc. 192 (3-118 Rime).
Piccola e graziosa ediz., con un ritratto dell’A., molto giovanile, forse frutto di fantasia; è una ristampa dell’ediz. giolitina, senza note.
[1567] — Rime di M. Lodovico Ariosto, ecc., come quella del 1561, di cui è una ristampa poco corretta, ma In Venetia, appresso Dominico de’ Franceschi, in Frezzaria, al segno della Regina, 1567, in 8°.
[1567] — Rime, et Satire di M. Lodovico Ariosto Da lui scritte Nella Sua gioventú con l’Annotazioni intorno a’ concetti: & brevi dichiarationi d’alcune Historie, che in esse si contengono Di M. Francesco Turchi Trevigiano, In Vinegia, Appresso Gabriel Giolito de Ferrari, mdlxvii; in 12°, cc. 6 n. n., 🞡 pp. 1-121 (Rime).
Ristampa, tipograficamente scorretta, delle precedenti ediz. giolitine; di nuovo la dedicatoria, la Tavola delle Rime, premessa al testo e le note dichiarative, spesso prolisse.
[1568] — La stessa edizione, con la sola differenza della data, 1568, in 12°.
Inesistente l’ediz. delle Rime et Satire, rivista dal Porcacchi e uscita nel 1568 per i tipi giolitini, che il Mazzuchelli ricorda (v. Bongi, Annali di G. Giolito, II, 36 n. 1).
[1571] — Rime et Satire... come quella giolitina del 1567, ma In Venezia, Appresso Christopharo Zanetti, mdlxxi.
Ristampa scorretta della giolitina del 1567. Al Giolito e per le cure del Porcacchi il Mazzuchelli attribuisce una inesistente edizione del 1570 (v. Bongi, Annali di Giolito, II, 36 e 246).
[1571]- Rime, et Satire... come le tre precedenti, ma In Venezia, Appresso Giorgio Angelieri, 1573, in 12°.
Nuova ristampa, elegante e nitida, dell’ediz. del Turchi (1567), dalla quale differisce per la mancanza della dedicatoria e per la numerazione delle pagine, distinta per le Rime e per le Satire. Del 1573 si ricorda, non so con quanto fondamento, un’ediz. del Sansovino (Rime et Satire di L. Ariosto, con altri); il Mazzuchelli pone al 1574 e 1575 due ristampe delle Rime con le note del Turchi, in Venezia, per Giuseppe Guglielmo.
[1575] — Rime et Satire, ecc., come la precedente, ma In Venetia, Appresso Pietro de’ Franceschi & Nepoti, 1575.
Ristampa dell’ediz. Angelieri.
[1581] — Rime et Satire, ecc., come quella del 1573. ma piú scorretta, e In Venetia, Appresso Orazio de’ Gobbi, mdlxxxi, in 16°.
[1583] — Rime di M. Lodovico Ariosto Satire del Medesimo Nuovamente purgate et con ogni diligenza corrette. In Viuegia, Appresso Pietro Dusinello, mdlxxxiii, in 8°.
Questa ediz. di cc. 84 (cc. 2-51 b le Rime), per la mancanza della Tavola dei capoversi e delle note, è un ritorno alle edizz. gioliline del 58 e 60; l’editore ha tenuto presente anche quella del Turchi; perciò ha dato un testo discretamente corretto. Mancano la prefazione e il ritratto.
[1583] — Rime di M. L. A., ecc., come la precedente, ma In Vinegia, appresso Giovanbattista Ciotti, mdlxxxiii, in 8°.
Il Mazzuchelli cita con le Satire un’edizione dell’83 per G. Angelieri.
[1584] — Rime di M. L., ecc., come quella del Dusinello, ma scorretta e In Vinegia, mdlxxxiiii, Appresso Fabio & Agostino Zoppini fratelli; in 8°.
[1585] — Rime e Satire di Ludovico Ariosto, Venezia, presso Salicato, 1585, in 12 °.
È citata dal Tambara ne Le Satire di L. A., Livorno, Giusti, 1903, p. 30.
[15S6] — Rime et Satire Di M. Lodovico Ariosto. Scritte a diversi suoi amici sopra varii soggetti. Di nuovo ristampate, & con ogni diligenza corrette. In Venezia, appresso Pietro Marinelli, 1586, in 12°.
Ristampa dell’ediz. del Dusinello.
[1592] — Rime et Satire di M. L. A., ecc., come la precedente, ma In Venetia, Presso Gio. Battista Bonfadino, mdxcii; in 16°.
[1593] — Rime et Satire, ecc., come le due precedenti, ma In Venetia, Presso G. B. Bonfadino, mdxciii; in 16°.
Ha qualche lieve diversitá dalla precedente.
[1600] — Rime et Satire, ecc., come la precedente, ma in data mdc, e in 16° piccolo.
[1600] — Rime e Satire di L. Ariosto, in Vinedia, presso Giunti e Ciotti, 1600.
È citata dal Tambara (Le Satire, ecc.).
[1607] — Rime et Satire, ecc., come quella del 1593, di cui è una ristampa materiale; ma In Venetia, appresso Gio. Antonio Rampazetto, mdcvii.
[1612] — Rime et Satire, ecc., come le precedenti, ma In Venetia, mdcxii, appresso Antonio Turini, in 12°.
Elegante edizione, fedele ristampa delle edizz. Bonfadino.
[1613]- Rime et Satire, ecc.; In Venetia, mdcxiii, appresso Alessandro De’ Vecchi.
Scorretta ristampa dell’ediz. Bonfadino, fatta col raffronto di un’ediz. giolitina.
[1614] — Rime et Satire, ecc. In Venetia, mdcxiiii, appresso Domenico Imberti.
Scorretta ristampa della precedente.
[1626] — Rime et Satire, ecc. In Venetia, mdcxxvi, Presso Ghirardo, & Iseppo Imberti.
Ristampa della precedente.
Il Mazzuchelli cita le Rime et Satire, In Vinegia per Lucio Spineda, 1630, in 12°.
[1716] — Delle Satire e Rime Di M. Ludovico Ariosto Libri Due, Londra, Per Giovanni Pichard, mdccxvi; pp. 214; a p. 89-211 le Rime; pp. 212-14 le annotazioni; in 8°.
Edizione dovuta a Paolo Antonio Rolli, che, come dichiara nella dedicatoria, ha preso a modello la prima coppina, ammodernandone con troppa libertá il testo e aggiungendo buone osservazioni storiche e filologiche a chiarimento delle poesie, eccettuate le Stanze. Il Rolli fu il primo a suddividere in gruppi le poesie (elegie, canzoni, sonetti, madrigali, capitolo, stanze).
[1730 - 31] — Opere di M. Lodovico Ariosto, In questa impressione esattamente raccolte e di scelte Annotazioni adornate. Tomo secondo che contiene I Cinque Canti che seguono la materia del Furioso, Le Osservazioni del Lavezzuola sopra il detto.... Le Rime, L’Erbolato, Le Satire e le Poesie Latine, in folio; carte 2 con frontespizio istoriato e Avviso dello Stampatore ai lettori, piú 400 pagg, nell’ultima delle quali: Il Fine del Secondo Tomo delle Opere di M. L. A., raccolte, stampate e con diligenza corrette da Stefano Orlandini stampator Veneto (Venezia, 1731; il Primo Tomo uscí anche da solo nel 1730).
Alle Rime delle precedenti edizioni l’editore (che seguí specialmente le giolitine, ma non conobbe la prima coppina) ne aggiunse 7, raccolte da varie fonti (son. xxxiii, capp. xxi, xx, xxii, i1, canzz. i1, iv) e tentò di migliorare il testo col raffronto delle varie stampe, ma senza riuscirvi gran che.
[1731] — Delle Satire e Rime del divino Ludovico Ariosto Libri II, Con le Annotazioni di Paolo Rolli, Nuovamente dal Medesimo accresciute e corrette, Londra, per Abramo Vandenhoek, mdccxxxi; in 8°.
Ristampa della prima rolliana, con qualche modificazione grafica e con copia di errori tipografici, notati dallo stesso Rolli in un’avvertenza al lettore. Piú ricche e importanti le note. Il ritratto, preso da «un originale di E. Vico», è diverso da quello della ediz. 1716.
[1732]- Ristampa della precedente, assai accurata, fatta in Amburgo presso Abramo Vandenhoek, mdccxxxii, in 8°.
[1735] — Ristampa dell’ediz. 1731, in Londra, per Oliviero Pinne, alla Testa di Orazio, mdccxxxv.
[1739] — Opere di AL Lodovico Ariosto oltre l’Orlando Furioso, Ciò è due commedie scritte in prosa: Le cinque Commedie scritte in verso: Una lettera a M. Pietro Bembo: Le Rime: L’Erbolato; Le Satire, e le Poesie Latine. In Venezia, mdccxxxix, Presso Giuseppe Portoli, in 12 0 .
Le Rime sono nel tomo III, pp. 495-595. Ristampa materiale dell’ediz. Orlandini, coi nuovi componimenti.
Un’edizione dell’Orlandini, del 1740, stampata a Este, è ricordata da G. Sforza (Giornale ligustico, xxiii, fasc. i-ii [189S], p. 35); il Guidi (Annali delle edizioni del Furioso, p. 105) ne ricorda una di Venezia, sempre dell’Orlandini e del 1740.
[1741] — Opere in versi, e in prosa, Italiane, e Latine Di Lodovico Ariosto Nobile Ferrarese Con Dichiarationi: Divise in quattro Tomi, In Venezia, mdccxli, appresso Francesco Pitteri; in 12°.
Le Rime con le dichiarazioni, nel tomo iv, pp. 645-762; riporta i componimenti della prima coppina, quelli aggiunti dall’Orlandini e tre nuovi (cap. i, sonn. xxxix, xl), ricavati da un ms. ferrarese. Gio. Andrea Barotti, che curò la stampa, si serví di due mss. ferraresi, i codd. 64 e 365, ma piú per le note, ove riportò spesso varianti, che per il testo, nel quale segui spesso le ediz. giolitine e quella del Forlandini, apportandovi notevoli miglioramenti.
[1745] — Opere in versi e in prosa, ecc., come la precedente, ma in data mdcxlv.
Fedele ristampa della pitteriana.
[1753] — Opere di Lodovico Ariosto Nobile Ferrarese in versi e in prosa, italiane e latine, con dichiarationi, Indice delle sentenze ed altre novelle aggiunte. In Venezia, Nella stamperia Remondini, in 12°.
Le Rime, nel tomo iv, pp. 147-268. Ristampa, poco accurata, della pitteriana, da cui prende anche le dichiarazioni, senza però mai ricordarla.
[1755] — Opere di L. A., ecc., come l’ediz. 1739, di cui è una ristampa, in data mdcclv, presso Giuseppe Bortoli; in 12°.
Le Rime nel tomo 3° a pp. 495-595.
[1760] — Opere di L. A., ecc., come l’ediz. 1753, ma in data mcclx e per lo stesso editore Remondini.
[1766] — Opere di Lodovico Ariosto con dichiarazioni; Tomo sesto, In Venezia, mdcclxvi, appresso Francesco Pitteri; in 12°.
Il Barotti, insodisfatto dell’ediz. 1741, preparò la seconda pitteriana con maggior cura e con maggior profitto dai codici ferraresi. Piú copiose che nella prima le osservazioni filologiche e storiche; i componimenti nuovi sono due (Framm. iii, x).
Seguí un copioso gruppo di edizioni settecentesche, che sono riproduzioni piú o meno fedeli delle stampe pitteriane. Comparvero a Bassano per i Remondini, a Venezia e a Parigi.
[1822] — Rime e satire di Lodovico Ariosto con annotazioni, Firenze, presso Giuseppe Molini, all’impresa di Dante, mdcccxxii.
Edizione preparata su le stampe settecentesche, specialmente dell’Orlandini e del Pitteri; alle poesie nuove dei quali aggiunse altri componimenti, pubblicati nei primi decenni del secolo (mad. x, son. xxxviii, mad. x, canzz. iii, iii2, egl. i) e due non ancora conosciuti (son. xxxvii, mad. i1). Le Rime a p. 193 e sgg.
[1824] — Poesie varie di Lodovico Ariosto con annotazioni, Firenze, presso Giuseppe Molini, all’insegna di Dante, 1824, in 12°.
Il Molini ripubblica coi Cinque Canti, le Satire, le Commedie in poesia, tutti i componimenti della sua precedente edizione, tranne quattro (canz. i1, capp. xx, xxi, xxii) rifiutati perché di sospetta paternitá. Nel testo si tiene piú vicino al Rolli e al Barotti che all’Orlandini; nelle note è piú ricco.
[1824] — Rime e Satire di Lodovico Ariosto, Parigi, a spese di J. P. Aillard, 1824; in 16°.
Elegante edizioncina senza prefazione e note, fedele nel testo al Rolli e, per le nuove liriche, al Molini. d’accordo col quale rifiuta i capp. xx, xxi, xxii, oltre alle canzz. iii, iii2.
[1825] — Tutte le Opere di L. A., Firenze, Ciardetti, 1825, in 32°.
Nel tomo x le Rime e le Satire; copia della precedente, ripetuta, pare, ne! 1842. Del 1849 si cita un’edizione di Firenze (ma Napoli) con note del Buttura; e del 1853 a Trieste, s. n.
[1857] — Opere minori in versi e in prosa di Lodovico Ariosto ordinate e annotate per cura di F. L. Polidori, Tomi 2, Firenze, F. Le Mounier, 1857; in 12°.
Il Polidori, con l’aiuto prima di Giuseppe Arcangeli, poi di Alessandro Torri, ha preparato l’edizione corredandola di note e premettendo a ogni gruppo in cui ha distribuito le opere minori una illustrazione storica e letteraria. Nel tomo 20 ha raccolti coi Cinque Canti, le Satire, ecc., tutti i componimenti lirici pubblicati dai precedenti editori e quelli usciti in opuscoli (canz. iv2, capp. xxiii, xxiv, xxvi), raccogliendoli in gruppi su l’esempio del Rolli e tenendo distinte le poesie dubbie dalle autentiche La lezione, collazionati i testi moderni coi piú antichi, risulta discretamente corretta, per quanto il Polidori non abbia esaminato i mss.: e non si sia attenuto a criteri rigidamente scientifici.
[1858] — Satire e Rime di Lodovico Ariosto novamente ordinate e corredate di note con in fine l’Erbolato, le Lettere, le Poesie attribuite all’autore e i carmi latini, Trieste, Sezione letterario-artistica del Lloyd austriaco, 1858; tomo 2°.
Segue, con qualche leggera modificazione, il Polidori.
[1911] — Lodovico Ariosto, Elegíe, Sonetti e Canzoni, a cura di Ardengo Soffici, Lanciano, Carabba (1911); in 8°, nella collez. «Scrittori nostri», n. 11.
Con un bel ritratto d’ignoti (Galleria degli Uffizi). Il Soffici, seguendo un’oscura edizione del 1842 (Ciardetti), dá un testo poco corretto e una raccolta incompleta, perché non tiene conto delle poesie fatte conoscere dopo la stampa del Polidori.
[1913] — Lodovico Ariosto, Satire - Elegie - Capitoli - Egloga, con prefazione di A. Castaldo, Roma, Garroni, 1913 (n. 5 della Piccola biblioteca utile).
Parziale riproduzione della lirica dell’A., con intento divulgativo.
Liriche latine
[1553] — Io. Baptistae Pignae Carminum Lib. Quatuor, Ad Alphonsum Ferrariae Principem. His adiunximus Caelii Caleagnini Carm. Lib. III. Ludovici Areosti Carm. Lib. II. Cum privilegio Venetiis Ex officina Erasmania Vincentii Valgrisii m.d.liii, in 16°, p. 312.
Dopo i carmi e le Satyrae del Pigna, i carmi del Caleagnini, a p. 270 Ludovici Areosti Carminum Liber Primus, cioè 9 componimenti, che veramente sono dieci (pp. 270-91), ossia (i, v), xii, liii, xv, xiii, xvi, xxiii, liv, xxv: poi Ludovici Areosti Carminum Liber Secundus (pp. 292-312), 44 componimenti, cioè lxiv, xxix, xxxi, xxxii, lxvi, lxvii, xlii, xxvi, xxvii, xxx, xliii, xxxvii, xxxviii, xxxix, xl, xxxiii, xxxiv, xxxv, xxxvi, (xlii), lxiii, xli, ix, lv, lix, xlv, xlvi, lx, lxv, vii, lxii, xvii, ii, iii, xviii, xix, x, xxi, xi, xx, lxix, xliv, lxi, xiv, lviii. In tutto 54 poesie, «il meglio de’ versi latini» dell’Ariosto, se dobbiamo credere allo stesso raccoglitore, al Pigna, che, come dichiara nella dedicatoria del volumetto, ebbe i materiali da Virginio Ariosto.
[1567] — Horti tres Amoris Amoenissimi, praestantissimorum poetarum nostri saeculi. Pars prima hortus italorum Poetarum. Francofurti ad Moenum, per Petrum Fabricium, impensis Sigismundi Feyrambend et Simonis Huderi, 1567.
Vi si riportano (pp. 268-76) 17 poesie dell’Ariosto, con una lezione alquanto trascurata, ma attinta alla stampa del 1553 (liii, xv, xxiii, liv, xxix, xxxi, xxxii, xxx, xliii, xxxiii, xxxiv, xlii, xli, xvii, ii, xviii, xliv).
[1608] — Delitiae CC. Italorum Poetarum, Huius superiorisque aevi illustrium Collectore Ranutio Ghero Prostant in officina Iona Rosae, ciↄ. iↄ. cv. cviii.
Sono 15 componimenti, raccolti dall’edizione del Pigna, ma con poca esattezza nel testo (pp. 273-287) (liii, xv, xxiii, liv, xxix, xxxi, xxxii, xxxiii, xxxiv, xlii, xli, xvii, ii, xviii, xliv).
[1719] — Carmina illustrium poetarum italorum, Florentiae, mdccxix; Typis Regine Celsitudinis, apud Ioannem Caietanum Tartinium, et Santem Franchium, tomo 1 (pp 342-61).
Sono 18 componimenti, comuni, in gran parte, alle due precedenti raccoltine (liii, xxxiii, liv, xxxi, xxxii, xxx, xliii, xlii, xli, ii, xviii, (i, v), xii, xiii, lxiv, lv, lix, vii).
[1730-1] — Opere di L. Ariosto, Venezia, Orlandini.
In questa edizione, giá descritta, nel tomo 11, p. 389 sono riportati tutti i componimenti del Pigna, con l’aggiunta dei car. i2, i1, in fine al volume (p. 400).
Si ripeterono i carmi nella edizione del 1739 (tomo in, pp. 667-707); la raccoltina crebbe di due (lii, iv) nella stampa del Barotti del 1741 (iv, pp. 897-98), seguita dalle edizioni, giá citate, del 1745, 1733, 1755, 1760.
Altri sei componimenti nuovi (lvii, l, xlvii, xlviii, lxx, xlix) comparvero nella stampa pitteriana del 1766 (vi, pp. 427 sgg.) con questa dichiarazione: Alia epigrammata adiungimus ex autographo codice carminum Lud. Arrosti (F6). L’esempio fu seguito da tutti gli editori delle Opere di L. A. che giá indicammo per le poesie italiane (Remondini, 1771, 1780, 1792, 1793, 1798; Lambert, 1776; Pitteri, 1783 ecc.; Molini, 1824): solo il Polidori nel vol. 1 delle Opere minori (pp. 319-365) ha riportati tutti i componimenti noti, aggiungendone uno, cioè il carme lxviii.
Dopo il Polidori, le liriche latine ebbero una ristampa nella edizione triestina del Lloyd austriaco (1858). Il Carducci, che fece conoscere, nel suo studio su La gioventú di L. A. e la Poesia latina in Ferrara (Opere, xv), altre 7 poesiole (viii, vi, xxii, xxiv, li, xxxviii, lvi), avvertí la mancanza d’una buona edizione dei carmi ariosteschi, che per il testo e per l’ordinamento rispondesse ai desidèri della critica moderna; ma il suo richiamo non era stato sin qui ascoltato. Per le dieci poesiole di cui si arricchisce, in confronto alle precedenti, questa edizione, comprese le dubbie (i1-iv1) e per una apocrifa, che è di Pietro Gravina, rimando alla Introduzione (pp. 152-58 dell’estratto).
II
MANOSCRITTI
Biblioteca Civica di Ferrara
F1 - N. 64, cartaceo, in 4°, mm. 153x210, avente sul dorso Ariosto | Cassaria e la Lena Comm. In bel carattere corsivo e ben conservato, consta di tre grossi fascicoli. Dei quali uno di cc. 64 n. n., precedute da 5 cc. bianche e seguite da altre 2 bianche, riporta la Cassaria in rima; il secondo, d’un formato meno lungo e piú stretto, di cc. 47 scritte e num. 🞡 1 scritta n. n. e 2 bianche, comprende la Lena-, il terzo, suddiviso in tre fascicoletti di cc. 52 num. 🞡 8 bianche, comprende le Rime.
F2 - N. 365, cartaceo, in elegante formato, mm. 152 x 212, di cc. 66 scritte, n.n.,🞡 4 bianche, contiene, in quattro quinterni legati insieme, le sole liriche, disposte e per numero e per ordine come in F1, dal quale differisce per l’uso piú frequente del puntino su gli i, di et per e, di u per v, per le belle iniziali maiuscole, in carattere aldino, che in F1 o mancano o sono grossolanamente riprodotte, e per l’elegantissimo gotico. In F1 precede un Indice alfabetico dei capoversi e ogni componimento è contraddistinto dal titolo di Sonetto ecc.
Entrambi comprendono i componimenti: canz. v, iv, i; sonn. vi, xxiii, xxiv, viii, xxii, ix, xxv, mad. vi, sonn. x, vii, xv, xviii, xii, xx, iii, xiii, ii, xvi, xvii, iv, xiv, mad. vii, sonn. xix, xxxi, i, xxvii, xxviii, xxvi, xxix, xxx, xxi, madd. v, iii, iv, ii, i, capp. iii, iv. vi, v, xi, vii, vili, xii, xiii, xiv, ix, xv, x, xvii, xix, xvi, xviii, ii; cioè 57 poesie, delle quali 55 comuni alla coppina e 2 (canz. iv, son. xxx) nuove.
I due mss., per l’ordine, per il numero e per la lezione dei componimenti, risalgono direttamente o l’uno per il tramite dell’altro ad un comune archetipo, essendo lievi le divergenze tra di loro; le quali, in gran parte grafiche e lessicali, dipendono precipuamente dai criteri personali, dalla coltura, dall’arbitrio dei due amanuensi, che probabilmente si servirono dell’archetipo o della copia, adattandolo ciascuno al proprio desiderio e alla propria capacitá. Entrambi però sono indipendenti dal testo ceppino, dal quale discordano per il numero dei componimenti, per la diversa distribuzione e spesso per la lezione. Su questi due codici, sul seguente e su F6 vedi piú ampie notizie nella Introduzione, pp. 41-52.
F3 - Codice senza numero: «Alcune rime italiane originali di M. Lodovico Ariosto». Cartaceo, in parte del sec. xvi, in parte del sec. xv (fine); cc. 9 n. n., giá fogli volanti, ora riuniti, di varia misura.
Comprende il cap. i, sonn. xxxix, xl, fram. iv2, mad. vi1 .
F4 - Cod. 408, cart. in 4°; degli ultimi del sec. xv o del primo decennio del xvi; cc. 376 n. n.; la prima parte (cc. 270) è d’una sola mano, la seconda (cc. 106) di vari. Titolo Poesie diverse, ma in gran parte di A. Tebaldeo e del Pistoia1.
Dell’Ariosto con esplicita attribuzione i capp. viii (c. 294 a - 295 a), vii (c. 295 b - 296 b), xiv (296 b - 297 b).
F5 - Ms. n. 3; Opere di Ludovico Ariosto con dichiarazioni di Giovanni Andrea Baratti. Cartaceo, in 12°, parte ms. e parte stampato.
È un esemplare dell’edizione pitteriana del 1741; il tomo iv, come gli altri, ha note, correzioni marginali e interlineari, aggiunte e qualche poesia intieramente scritta. Tutto l’esemplare servi al Barotti per preparare l’edizione del 1766, nella quale, specialmente per quanto riguarda le Satire e le Rime, passarono tutte le sue correzioni e note.
F6 - Ms. n. n. Aliquot carmina autographa Ludovici Areosti ferrariensis. Consta di 12 carte, delle quali le prime dieci di piccolo formato, in origine formanti uno o piú quaderni, in séguito staccate, oggi rilegate tra fogli bianchi piú grandi; le carte ii e 12 sono piuttosto liste di carta, su le quali il poeta scrisse cosí di getto o ricopiò una poesia giá composta.
b Il codicetto, che è stato minuziosamente descritto dal Carducci, il quale lo credette autografo, comprende 39 poesiole, cioè viii, xxix, ix, xxxix, xl, xxxiii, xxxiv, lii, iv, vi, xli, ii, lxvi, lxix, lxvii, lxx, lv, xxxv, xxxvi, l, xlii, lviii, xxiv, xlix, xxv, xxvi, xxvii, xxii, xxi, xiv, lvii, lix, xxxii, xxxi, li, xlvii, xlv, xlvi, lxiii.
Biblioteca Ambrosiana — Milano
A1 - Ms. segn. C, 112 Infer. - Miscellanea di rime e prose, sec. xvi (circa annum 1513, è scritto nel codice); cc. 131. A c. 118 a -1196 il cap. viii con la didascalia Ludovici Arriosti Ferrariensis capitulum. In quo describit foelicitatem consequtam nocte qua adivit amicam.
A2 - Ms. segn. H, 66. Parte infer. Miscellanea di prose e poesie, di vari fascicoli, dei secc. xvi, xvii, xviii, di fl. 356 (m. 0,24 x 0,17).
Il fascicolo sesto comprende Versi Amorosi. Versi dell’Ariosto copiati da un originale del Pigna. Dopo alcune carte bianche (232-34) sono trascritti vari componimenti lirici, tutti d’una mano (235-249, 251-53), alcuni dei quali si ripetono con lo stesso ordine e con la medesima calligrafia a cc. 254-268; altre poesie a cc. 269 a - 279 a; a c. 279 b il titolo giá dato, Versi dell’Ariosto copiati da un originale del Pigna; poi a cc. 280 - 286 il framm. i. Queste ottave ritornano a cc. 287 b - 294. Sono dunque due copie dei versi dell’Ariosto e di quasi tutte le poesie che li precedono. È chiaro che la dicitura Versi dell’Ariosto ecc. si riferisce alle sole ottave, giacché i componimenti lirici che sono in loro compagnia o appartengono allo stesso Pigna o ad altri rimatori del tardo Cinquecento (a c. 277 b un sonetto è dedicato al Panigarola).
Le ottave ariostesche sono le prime 20 del primo frammento, e, di séguito, vengono, senza alcuna interruzione, le 76-81, 97-109 del canto xxxii del Furioso. Si presentano con molte cancellature, modificazioni, correzioni marginali e interlineari, taluna ripetuta piú volte. L’ottava 104 (framm. ix) è del tutto cancellata e sostituita da quella che oggi si legge nel canto xxxiii, 104. La prima copia, che offre un maggior numero di correzioni della seconda, parrebbe un autografo; una nota anzi al margine della c. 283 a cosí dice: «Questo foglio scrisse de propria mano quella felice memoria di m. Ludovico Ariosto nel tempo ch’egli componea il suo Furioso, e fu donato a m. Cornelio Pigna in Ferrara dal m°. n. Agostino Mosti». Con questa esplicita dichiarazione del Pigna, il raccoglitore e forse il copista del fascicolo 6’, non parrebbe possibile dubitare dell’autografia delle cc. 280-286. Probabilmente la frase copiati da un originale del Pigna deve riferirsi alla copia delle cc. 287 b - 294, se pure anche queste, avendo una calligrafia assai simile alle altre e con non poche correzioni, non rappresentino una seconda redazione dovuta al poeta. Comunque, anche se non sono autografe, l’una e l’altra copia, per le correzioni piú e piú volte ripetute, che ricordano i frammenti autografi ferraresi, stanno ad attestare ancora una volta l’incontentabilitá artistica di messer Ludovico.
A3 - Ms. segn. n. 156, A c. so la poesia latina lxv sotto il nome L. Ariosti.
Biblioteca Palatina di Parma
B1 - Nelle «Rime di M. Lodovico Ariosto, s. n. st., 1552», esemplare appartenuto al Villoison, è legato alla stampa e del medesimo formato un fascicoletto ms., che riporta il son. vii, «fedelmente» trascritto da un codicetto del sec. xvi; poi dodici (Fram. x) Stanze del dottissimo M. Lodovico Ariosto, nobile ferrarese e nel verso della stessa carta (p. 5) (Fram. i1) Trenta stanze amorose, nuovamente ritrovate, né per l’addietro date in luce. Seguono: la Vita di L. Ariosto riassunta dai Romanzi del Pigna, due sonetti italiani di Malherbe e di Louise Labé, e, infine, il sonetto v2, che il copista dice attribuito in qualche codice all’Ariosto, per quanto si trovi fra le rime del Bembo.
B2 - Ms. segn. Palat. 557. Sul dorso Raccolta di poeti italiani; cc. 452 num., alcune bianche e frammentarie; d’una mano fino alla c. 50, poi d’altra; quest’ultima pare del .segretario (vedi a c. 55) di tnonsig. Beccadelli, che mise insieme il codice. Seguono autografi dello stesso Beccadelli, di Laura Battiferri, ecc.
Comprende, a pp. 2-4 la canz. iv (De l’Ariosto) p. 5 sonn. xvii (Eiusdem), xiv (E), ix (/s); p. 6 sonn. xii (Eiusd); xxxiv (E...)-, xxxviii (E..); pp. 7-8 capp. viii (Eiusd), xxn (E). Dopo alcune poesie del Sannazaro, di T. Suardi, di G. Veritá, del Brocardo, ecc., a p. 49 canz. iii (De lo Ariosto); p. 50, madd. x (Eiusd), xi (E).
Biblioteca Comunale di Ravenna
C1 - Ms. n. 209; «Poesie varie» cart. della prima metá del sec. xvi, ff. 146; di varia calligrafia, con carte bianche interposte. (Mazzatinti, Inventari, ív, 193-95).
Dopo due sonetti del Barignano e alcune poesie adespote, a c. 11 b il son. xx adespoto. Ad alcune poesie del Barignano, segue, a c. 41 b, il mad. v1 (Eiusdem, cioè del Barignano), e a c. 119 sgg. un frammento dei Suppositi in prosa.
C2 - Ms. segn. n. 287. Miscellanea di prose e poesie, comprendente rime del Tebaldeo, del Bembo e di altri; della prima metá del sec. xvi, ff. 26.
Il fasc. 8, a c. 4 b- 5 b, porta il cap. iii con la dichiarazione Cap. di M. L. Arios.
Biblioteca Governativa di Lucca
D1 - Ms. segn. n. 1307, della prima metá del Cinquecento. In mezzo agli scritti d’un Baroncini lucchese, a c. 120 a - 121 a trovasi il cap. viii con la dicitura Capitolo Di messer Lodovico Ariosto e, di séguito, a c. 121 b - 122 b, il cap. ix con la didascalia Capitolo in contrario.
D2 - Ms. segn. n. 1537. Rime diverse, del sec. xvi; riporta poesie di Bartolomeo del Bene, del Pistoia, del Berni, ecc. A c. 109 b - 111 b il cap. xxiii, con la dichiarazione Dell’Ariosto, a c. 51 b il son. xviii1 con l’attribuzione al Cosmico.
Biblioteca Estense di Modena
E1 - Ms. segn. α, R, 9, 4 (ital. 122). Sonetti, stanze, strambotti e nella pag. 1 a: Sonetti ed altri componimenti Poetici di Autore incerto; cc. 169 num. Il codice appartenne al Muratori ed è della prima metá del sec. xvi.
Dopo il gruppo dei sonetti, adespoti come tutte le poesie del codice, segue un gruppetto di Canzoni, tra le quali a c. 60 a la canz. iv. In mezzo ai capitoli, a c. 1346, il cap. xxii, anch’esso adespoto.
E2 - Ms. segn. α, T, 7, 1 (it. 224). Poesie varie dei secc. xvi, xvii; cod. cartaceo, di cc. 105, di cui le ultime bianche (cc. 99-105).
Tra un gruppo di componimenti licenziosi del Marini, del Panigarola, del Dolce, ecc., a c. 15 a-17 a la Descritione d’una felicissima notte del Sig. Ludovico Ariosto (cap. viii).
E3 - Ms. segn. α, W, 2, n (lat. 228). Nell’indice generale porta questo titolo Gaspar Sardi Adversaria et variorum carmina, Epistolae Latino atque Italico idiomate conscriptae ecc.; cod. cart., in 4°, dei secc. xv, xvi: ricca miscellanea di cose ferraresi.
Il n. 88 comprende il son. xxxvi, con questa didascalia Di M. Lodovico Ariosto.
E4 - Ms. segn. x, * 34, della fine del sec. xv o del principio del sec. xvi, di cc. num. 198, mutilo; a c. 61 a- 67 b In Cosmicum patavinum carmina maledica: 23 son. anonimi [vedi la descrizione del cod. in Giorn. storico xxx, p. 1 segg.], cioè i sonn. i1 - xxiii1.
E5 - Ms. segn. α, T, 6, 8 (lat. 150). Miscellanea poetica dovuta forse a G R. Giraldi, con poesie del Flaminio, Sadoleto, Fracastoro, Caleagnini, Gabriele e Lodovico Ariosto.
A c. 66 b il carme lat. xxviii con la dicitura Lod. Areo.; dopo due versi da una mano detti «sine auctore», da un’altra posteriore di «Marullo Tarchianota», un Lod. Areo. è premesso al carme xxxvii; a c. 72 b sotto il nome Ludovici Areosti il carme lxvii, e a c. 730, sempre con la didascalia Ludovici Areosti, il carme lvi, che è ripetuto, a c. 86 b, con la stessa dichiarazione.
Biblioteca della Fraternitá dei Laici di Arezzo
G1 - Volume non catalogato, dono recente di G. F. Gamurrini.
Nell’ultima carta del volume Epigrammata antiquae Urbis, Romae, In aedibus I. Mazochii... m.d.xxi, si trovano trascritti sotto Ludovici Areosti i primi quattro versi dell’epitafio dell’A. stesso; mentre il rimanente è riportato in un foglietto staccato, con lo stesso inchiostro e della stessa calligrafia. In questo stesso foglietto, mancante di una lista, sono riportate delle spese di viaggio con la indicazione di cavalli, Posta, Poggibonsi, Vettura, Squarci, spese in cavalli, dogana, Barberino (Valdelsa) e alcune somme.
Il Gamurrini crede che il libro sia stato donato all’Ariosto in Roma (nella prima carta di guardia c’è scritto Ill.mo mons. mio singulariss.): egli poi, in una delle ultime carte, avrebbe notate le spese del viaggio e trascritto pure l’epitafio, monco dell’ultimo verso.
La calligrafia è certo del Cinquecento, e, confrontata con quella dell’Ariosto, parrebbe non dissimile; ma sará proprio un autografo ariostesco? e il libro sará, come pensa il Gamurrini, passato per il tramite della Benucci a Lelio Benucci, il cui nome si trova ras. sotto il frontespizio?
Biblioteca dell’Arsenale (Parigi)
I - Ms. segn. 8583, del sec. xvi. Rime varie. (Mss. ital. della Bibliot. di Francia, iii, pp. 135-142).
A c. 176 b-177 il Capitolo della buona notte del Ariosto (cap. viii).
Una poesia dell’A. è indicata dal Marsand, Indice, II, 456, nel cod. 994 (1052) della Biblioteca Reale Mazariniana, ma nei cataloghi di questa, a cura di A. Molinier, non figura né il cod. 994 nè il cod. 1052.
Biblioteca di Oxford
K - Ms. segn. n. 36; della prima metá del sec. xvi, di cc. 134. Sonetti e capitoli, i piú adespoti (Mortara, Catalogo dei mss. ital. che sotto la denominazione di codici canoniciani italiani si conservano nella Bibl. Bodleiana di Oxford, Oxonii, 1862, p. 42).
Comprende, tutti adespoti, il cap. viii, le canz. i2, canz. iii, v2 .
Biblioteca Marucelliana (Firenze)
M - Ms. segn. C, 257, sec. xvi. Raccolta di componimenti.
A c. 52 il son. ix con la dichiarazione Dell’Ariosto.
Biblioteca Laurenziana (Firenze)
L1 - Plut. xli, cod. xxxiii, n. lxxiv (Cfr. Codices italici, p. 515).
A c. 71 a - 72 a il Capitolo del Senazar in descrivere una nocte felice, cioè il cap. viii; al margine della carta c’è scritto Ariosto; a c. 74 b dello stesso codice, n. lxxvi, Dello Accolti, Fram. 112 .
L2 - Asbhurn. 1397 (1321). «Illustrium Poetarum Carmina sumpta partim a Toscano nonnulla a Ranutio Ghero et Plurima a Collectione Fiorentina Cum omnibus operibus Andreae Navagerii Italiae scriptis»; del sec. xviii.
Comprende a pp. 61-79 componimenti Ludovici Areosti Ferrariensis, riprodotti dalle stampe, liii, xxiii, xv, liv, xxix, xxx, xxxi, xxxii, xxxiii, xxxiv, xliii, xl.ii, xli, xvii, ii, xviii, xi.iv, (i, v), xii, xiii, lxiv, lv, lix, vii.
t01
H - Ms. segn. 1166, n. 25; v. Lami, Catalogo i, 312.
Ai f. 123 b - 124 a fram. x con la dicitura dellariosto.
Biblioteca Nazionale di Firenze
(Fondo magliabechiano)
N1 - Ms. segn. 11, 1, 60 (magliab. vii, 724), «Raccolta di poesie», sec. xvi, in 4°; mm. 330 x 230, ff. 136 num. La scrittura è d’una sola mano, tranne che per alcune poesie dell’Aretino. Precede un indice delle Rime col nome degli autori (Bartoli, I mss. ital., 1, 31-51; Palermo, I mss. palatini di Firenze, 1, 480 e Mazzatinti, Inventari, viii, 24).
Contiene: son. i2 (c. 2 b) tra le rime del Muzzarelli; egl. i (cc. 45 a - 55 a) con la didascalia Egloga de ms. Lodovico Ariosto: Interlocutori. Tyrso et Moelibeo; mad. v1 (c. 98 b) tra sonetti e madrigali del Barignano; son. vii (125 b); cap. xii (126 a - 127 b); cap. viii (127 b - 129 b): tutti e tre sotto la dicitura Son. et Cap. di ms. L. Ariosto (anche nell’indice sono riferiti al Ferrarese).
N2 - Ms. segn. ii, iv, 233 (inagliab. vii, 344) «Miscellanea di poesie diverse», raccolte da mons. Sommaia; sec. xvi, in fol., cc. 173, cartaceo (Mazzatinti, Inventari, x, 156-161).
Comprende, adespota, la canz. iii2 (c. 88) e il cap. viii (c. 125 b-127 b), sotto la dicitura Capitolo della lucerna di mess. Lodovico Ariosto.
N3 - Ms. segn. vii, 345 «Miscellanea di Poesie diverse», raccolte da mons. Sommaia; sec. xvii, in 2 volumi; in 8°, ff. 438 (Mazzatinti - Pintor, Inventari, xiii, 65).
A c. 402 a - 403 b il noto cap. viii con la dicitura del predetto N2.
N4 - Ms. segn. vii, 360. Rime di diversi Authori; sec. xvi, in 8°, ff. 44 num.; scritte, e d’una mano solamente le cc. 1-23 (Mazzatinti - Pintor, Inventari, xiii, 68-70).
Dopo alcune poesie del Bembo, dell’Alamanni e d’incerti, a c. 21 a trovasi scritto M. Lodovico Ariosto con le poesie, non distaccate le une dalle altre, madd. i1 (c. 21 a); iii1(21 a); ii1 (21 b); iv1 (21 b - 22 a); v1
(22 a-22 b); e il son. xxxvii (226) sotto la sigla M. L. A.
N5 - Ms. segn. vii, 371. «Sonetti, Canzoni et Madriali di vani autori in lingua tosca, segnati de’ nomi loro»; sec. xvi, in 16°, ff. 146, non compresi quelli della «Tavola alfabetica dei capoversi» (ff. 1-9). Di provenienza Marmi, e di mano (a detta del Trucchi, Poesie inedite, iii, 300) di Pier Francesco Giambullari (Mazzatinti - Pintor, Inventari, xiii, 75-79).
Contiene a c. 7 a-7 b mad. v (Giral); a c. 10 a mad. v1 ('Incer.); a c. 20 b-21 a son. ix (P. Bemb.); a c. 23 a-23 b son. ii (L. Fusco); a c. 57 a - 59 b canz. iii2 (Epicuro, — scritto in rosso — anzi il s. l. Gonzaga — scritto in nero, ma forse della stessa mano —); a c. 100 a - 100 b mad. viii (N. Amanio). Nell’Indice è ricordato, sotto il nome di P. Egidio, il mad. ii1. che dovrebbe trovarsi a c. 18, ma le cc. 16-18 sono mancanti.
N6 - Ms. segn. vii, 719. «Raccolta di poesie» del Navagero, del Guidetti, del Barignano ecc., sec. xvi, in 4°, ff. 144 (Mazzatinti-Pintor, Inventari, xiii, 156).
Comprende (c. 22 b) mad. viii (Amanij); (c. 27 b-31 b) canz. i1 col titolo di Eridania (Amanio); (c. 32 a-34 b) canz. ii2 (Eclyssi Amanio); (c. 36 b - 38 a) canz. vi2 (Amanio); (c. 118 b-120 a) canz. i2 (adespota); (c. 129 a) son. iii2 (Molza); (c. 143 I- 144) canz. iii2 (adespota).
N7 - Ms. segn. vii, 720. «Rime varie»; uno zibaldone di poesie in gran parte adespote, dei secc. xv e xvi, messo insieme con fascicoli e carte di vario formato e di piú mani; cc. 321 num.
Comprende, adespoti, canz. iii (c. 3 a); mad. x (28 b); son. iv2 (830); mad. vi (113 b e 133 b); mad. i1 (250 b); mad. iv1 (256 a); cap. viii (297 b-298 b); canz. i1 (301 a). Di quest’ultima poesia si hanno i soli versi 107-162; bianche sono però le carte precedenti 299 b-300.
N8 - Ms. segn. vii, 873. «Raccolta di poesie varie di diversi autori, che vanno a torno non ancora stampate; parte terza», dei secc. xvi e xvii, di piú mani; pp. 937. Appartenne alla biblioteca biscioniana (Mazzatinti-Pintor, Inventari, xiii. 182-83).
Comprende (c. 655 a -658 b) il cap. xxiii, con in fine la dicitura Dell’Ariosto, di mano del sec. xvi.
N9 - Ms. segn. vii, 904. Rime varie; in 4°, sec. xvi, fl. 36.
Precede la tavola dei capoversi; le poesie sono adespote, tranne alcune, nelle quali però il nome apposto è di posteriore calligrafia CMazzatinti-Pintor, Inventari, xiii, 192-93).
A c. 15 a-16 a il cap. xiii con l’attribuzione al Sannazaro.
N10 - Ms. segn. vii, 1041. «Rime di Poeti antichi»; di piú mani, ma anteriore al 1545; manca dei primi fogli; cc. 99 scritte, tranne qualcuna qua e lá bianca. Precedono due indici.
A c. 16 b - 17 b la canz. i2 con la paternitá di Aloysius Trixinus; a c. 21 a il son. vii col nome Ariosto; a c. 226 il mad. v1 con l’attribuzione al m°. venitiano, cioè al Navagero.
N11 - Ms. segn. ii, iii, 384. Raccolta di carmi latini, del sec. xvi (Mazzatinti, Inventari . x, 31).
Comprende sotto il nome dell’Ariosto i carmi latini xxix, xxxiii, xxxiv, xxx, lxvi (c. 96), lxv, lx (122 a), lviii (c. 123 b).
Biblioteca oratoriana di Napoli
O1 - Ms. segn. 17 (Pil. x, 29); in 4°, sec. xvii di cc. 169 n. num., 🞡 11 bianche. Il quarto fascicolo comprende Rime del Mauro, Molza, Terminio, Muzzarello, Ariosto (Mandarini, I codici delta bibliot. Oratoriana di Napoli, Napoli, Festa, 1S97, p. 123).
A c. 65-66 con la didascalia «Del Ariosto in la morte del Mag.co Giuliano in persona di sua consorte, canz. pa. — la 2a è stampata», la canz. iii.
O2 - Ms. segn. 189 (Pil. x, n. v), cart., in 8°, sec. xvi, di pp. 278 🞡 8 bianche non num.; d’una sola mano, «probabilmente d’un amatore di poesie che trascriveva in questo suo libro quelle che venivano a sua conoscenza o piú gli piacevano nella sua lettura» (Mandarini, I codici ecc., pp. 303-05).
Sul dorso «Sannazzaro Poesie Antiche Ms.»; dopo alcune «cose volgari del Preclarissimo Sannazzaro», si leggono rime di cinquecentisti, fra le quali, in quelle «sanza ordine e sanza nome», rispettivamente a pp. 269-72, e 272-75 i capp. vili, xii. Questo secondo, ma di mano piú tarda, porta in testa il nome di «Gierolamo Veritá» (Vedi sul codice G. Brognoligo in Studi di letterat. ital., vii).
Biblioteca Palatina (Nazionale di Firenze)
P1 - Ms. segn. n. 256 [452-21,2]. «Miscellanea di versi e prose dei secc. xvi e xvii»; di cc. 314, num. modernamente, fra le quali qualcuna tratto tratto bianca (Palermo, I mss. palatini, i, 444-446; e Gentile, I codd. palatini, i, 402-413).
A c. 177 a - 178 a, con l’esplicita attribuzione Dell’Ariosto, il cap. xxiii; a c. 185 a, adespota, ma dopo alcune stanze di Adriano Franci, il fram, iii2 .
P2 - Ms. segn. n. 288 [1189-e, b, 5, 1, 25]. «Rime varie»; sec. xvi; cc. 30 num. modernamente, disposte in due quaderni sciolti, derivanti da un codice piú copioso, che fu del Varchi, essendo scritto dai suoi amanuensi (Palermo, I mss. palatini, 1, 500-501; Gentile, I codd. palatini, 1, 496).
Comprende a c. 7 a il son. i2 (adespoto); a c. 8 b i sonn. xv (Ariosto) e iv (Ariosto)-, a c. 10 b il son. xx (L . Ariosto) e il mad. v (adespoto); a c. 12 b -13 b il cap. vii (Ariosto, ma di mano piú recente); al son. i2 il Palermo e il Gentile hanno dato, fra parentesi, il vero nome di Giovanni Muzzarello.
P3 - Ms. segn. n. 432. «Raccolta di diverse poesie gravi e facete di diversi autori»; sec. xviii. Precede un repertorio (Palermo, I mss. palatini, ii, 159; Mazzatinti, Inventari, i, 31-51).
Comprende sotto la didascalia Capitoli amorosi del Sig. Lodovico Ariosto, i capp. iii (c. 1 a - 2 a); iv (2 a - 3 a); v (3 a - 4 b); vi (5 a - 6 a); vii (6 a - 7 a); viii (7 a - 8 b); ix (8 b - 10 a); x (10 a - 12 a); xiii (12 a - 13 a); xiv (13 b - 14 a); xv (14 b - 16 a); xvi (16 a -18 a); xvii (18 a - 19 a); xviii (19 a-20 a); xix (20 a-21 a); xi (21 a-23 a). Sono una copia di qualche edizione cinquecentesca, forse d’una giolitina.
Biblioteca Vaticana
R1 - Ms. barberiniano lat. 3792 (xliv, 153), sec. xvi, in 8° gr., di carta di varia forma e calligrafia, con numerazione moderna progressiva, sostituita a quella antica saltuaria (v. Solerti, Bibliografia de Le Rime di T. Tasso, 1, pp. 6-7).
Dopo alcuni componimenti del Tasso vengono, adespoti, una canzone (iv2) a c. 14 a-16 a e due sonetti (vii2, viii2) a c. 18 a.
R2 - Ms. barberiniano lat. 3945 (xlv, 39). Miscellanea poetica dei secc. xv, xvi.
A c. 90 a, adespota, la Noctis Felicis Descriptio, cioè il cap. viii.
R3 - Ms. barb. 1819.
È una carta a sé, del sec. xvi, su cui sono trascritti i car. lxix, lxvi, lxvii, sotto il titolo Ludovici Areosti epigrammata tria.
R4 - Ms. barb. lat. 7192. Miscellanea, quasi tutta latina, dei secc. xv, xvi.
A c. 107 il car. lviii con la didascalia Ludovici Areosli Epilaphium.
R5 - Ms. Vaticano Regina, 1591; del sec. xvi.
Raccolta di sonetti, madrigali, capitoli, con la tragicommedia di Antonio Epicuro; tranne questa e pochissime poesie verso la fine del codice, tutti i componimenti sono adespoti. Tra questi son. v2 (c. 5311); son. iii2 (c. 88 a); son. xxiv (890); cap. ix (94 a-96 a); canz. i2 (96 a); mad. iv1 (115 a); canz. ii (115 b- 117 a); mad. ii1 (118); mad. i1 (120); son. xx (131 a); canz. i1 (143 b- 146 a); canz. ii2 (146 a sgg.); cap. ix (178 a-179 b).
R6 - Codice ottoboniano 2348. Miscellanea poetica con epigrammi latini del Berni, dell’Amalteo, Molza, ecc.
A c. 222 b il car. lxv.
Biblioteca Vittorio Emanuele (Roma)
R7 - Ms. segn. 522, Fondo V. E.; della fine del sec. xvi. Miscellanea di rime cinquecentesche.
A c. 137 a - 139 b il cap. viii (Del Tansillo).
Biblioteca Casanatense (Roma)
R8 - Ms. segn. D, vi, 38 (897). Miscellanea di Poesie del sec. xvi.
A c. 18 il son. ix (Dell’Ariosto); 18 b il son. viii2 (adespoto); 27 a-29 a la canz. iii2 (Ariosto?, ma di carattere moderno); a c. 64 il Fram. x (Di Lodovico Ariosto).
Biblioteca Boncompagni (Roma)
R9 - Ms. segn. n. 100. (Catalogo dei mss. posseduti da D. Baldassarre Boncompagni, Roma, 1892, p. 155).
Il son. xxxix con l’esplicita attribuzione Dell’Ariosto; ma il codice è irreperibile per la dispersione della bibliot. Boncompagni.
Biblioteca Chigiana (Roma)
R10 - Ms. segn. lviii, 302. A c. 2 a, entro a un fregio che nella testata porta la dicitura Mano dell’Ariosto, il car. lviii.
È un codice di rime di T. Tasso, sul quale v. Solerti, Bibliografia cit., pp. 10-24. Il foglio originale che contiene l’epitafio è intagliato e incollato sopra la carta del ms. Sotto v’è questa nota: «Donato dal Sign. Cav. Danese all’abate Salvetti in Ferrara il dí xx aprile 1644».
Biblioteca Roncioniana (Prato)
Ron. - Ms. segn. N. 10. Q. v. 6. Sul dorso Inghirami Francesco Fedro; del sec. xvi, di cc. 160 n. n.; tutte d’una mano (Guasti, Propugnatore, iii, pp. 416-418).
A c. 130 (Di Ms. Lodovico Ariosto) il Fram. xi; a c. 130 b - 131 a (Del medesimo) il mad. xii.
Biblioteca Comunale di Siena
S1 - Ms. segn. I, vi, 41; sec. xvi, cc. 52 num. Sul dorso Alaman e Ariosto Poesie. Miscellanea d rime, alcune adespote, altre di senesi e di celebrati poeti del Cinquecento (Bibliotheca Manzoniana. Catalogo ragionato dei manoscritti appartenenti al fu conte G. Manzoni, redatto da A. Tenneroni, quarta parte, Cittá di Castello, Capi, 1894, pp. 128-131).
A c. 16 a - 22 b (Satira de l’Ariosto) la sat. in dell’edizione Tambara: 24 a - 24 b (Stanze del Ariosto) il fram. x1; 25 a - 30 a (Satyra dello Ariosto) la sat. ii; 306-32 a (Canzon del Ariosto) canz. vi2; 32 a - 33 a (Canzon del Ariosto) canz. vi2; 336 (Sonecto del Ariosto) son. iii2; 336-340 (Eiusdem) son. iv2; 340 (Eiusdem) son. xx; 406 (Mozarello) son. i2; 490-506 (adespota) canz. i2; 516-526 (Capitulo di m. L.co Ariosto) cap. xii; 526 (Eridania del’Ariosto) canz. i1.
S2 - Ms. segn. I, xi, 49; miscellanea di poesie latine e volgari, del sec. xvi.
A c. 5 a - 6 b (Capitol del Ariosto) il cap. x; 12 a-12 b (Cap. del’Ariosto) il cap. viii; 14 b (Ariosto) il son. xx; c. 150 (Ariosti in funere Regali Piscariae) il car. lxv.
S3, - Ms. segn. H, x, 1; del sec xvi. Rime varie.
A c. 1 a (Sonetto dell’Ariosto) il son. ix.
S4 - Ms. segn. H, x, 28. Miscellanea di poesie, in gran parte adespote, del sec. xvi, di mano forse senese, cc. 87; il cod. è mutilo all’inizio.
A c. 1 a-4 a la canz. i1; c. 126 il mad. v1; c. 31 b (Il Sannazzaro) il cap. xii; c. 36 b il son. iii2; c. 41 a il son. v2; c. 44 b (il Molza) la canz. v2; c. 75 b (Canzona del Sanazaro) la canz. i2; c. 78 a -78 b (Capit. del Ariosto) il cap. ii1.
Biblioteca Trivulziana (Milano)
T - Ms. n. 115 (scaff. n. 81, palch. n. 3), sec. xix, di mano in gran parte del bibliofilo Gian Giacomo Trivulzio (Porro, Catalogo dei codd. trivulziani, Torino, 1S84, p. 259).
Nell’ultimo fascicolo, di scrittura del sec. xvi, cc. 6, a c. 6 a, nel ripiano superiore a sinistra, una versione dell’ode oraziana 1, 17 d’incerto; in quello a destra una poesia religiosa di mons. Cosimo Gherio, vescovo di Fano; e nel ripiano inferiore, a sinistra, il son. xxvi1 con la indicazione Di M. Lodovico Ariosto, e, a destra, sempre nel ripiano inferiore, parallelo al primo, il son. xxvii1. Questi due sonetti, assegnati all’Ariosto anche dal Porro nell’Indice del Catalogo, paiono provenienti da un ins. di Alessandro Padoani, che comprendeva xxi sonetti di Gaspara Stampa, alcuni di G. Veritá, del Navagero, una lettera del Veritá in data 1553, alcune lettere di Francesco Melchiorri, sonetti del Varchi, ecc. Di tutto il codice non sono rimasti se non i frammenti componenti questo fascicolo, scritto assai scorrettamente, a quanto sembra, da un servitore dello stesso Melchiorri, il quale, trascrivendo poesie o lettere passategli dal padrone, ricopiò anche i due sonetti dell’Ariosto.
Biblioteca Universitaria di Bologna
U1 - Cod. 828 (1250), miscellanea di rime cinquecentesche, in 4°, di varie mani, del sec. xvi (Mazzatinti-Sorbelli, Inventari, xxi, pp. 9 sgg.).
Sotto il nome di N. Amanioí il mad. viii (c. 62 b) e lo stesso, ma sotto la indicazione «Canzone di Nicolò Amanio», a c. 161; col nome dell’Ariosto il mad. ii (c. 185). A c. 215 a senza distacco tra l’uno e l’altro e dopo la dichiarazione Perugia a Papa Pavolo, preposta a certe ottave (Saggio et almo Signor, io son colei), il son. vii (c. 219 a) e il son. iv (c. 220 a). Parrebbe che la didascalia Perugia ecc. dovesse riferirsi a tutto il gruppo; ma non è cosí, ché i sonetti sono indubbiamente dell’Ariosto.
U2 - Cod. lat. 254 (400), del sec. xvi.
A c. 8 a l’Epi. Fran. Gerbinati Lud.ci Ariosti, cioè il car. lxi, e a c. 8 b l’Epi. Hercu. Strozzae Eiusdem, cioè il car. lx.
Biblioteca Marciana (Venezia)
V1 - Ms. segn. it. xi, 66; cart., probabilmente dei primi decenni del sec. xvi, proveniente da A. Zeno, con rime dei secc. xiv, xv, xvi, di cc. 383 num. Zibaldone di documenti letterari e storici, messo a profitto dagli studiosi numerose volte.
Tra i tanti documenti, a c. 287 a, sotto l’intestazione M.r Lodovico Ariosto da Ferrara, i capp. xxii; (c. 287 b) xxv; (288 a) xxiv; (288 b) xxvi; a c. 324 b con la dicitura Capit. del Arioste (sic) si ripete il cap. xxii.
V2 - Ms. segn. ital. x, 74. Zibaldone dello Zeno.
In una lettera del 15 agosto 1708, da Ferrara, Girolamo Baruffaldi trascrisse allo Zeno due sonetti, uno del Pistoia, l’altro dell’Ariosto, premettendo: «Mando ancora li due sonetti antichi che mi dimenticai di trascrivere nell’ultima mia».
È il son. xl (c. 143 a) con la dichiarazione Lod.co Ariosto.
V3 - Cod. marc. lat. xii, 176; sec. xvi, cart. 105; in 4°, di provenienza Giacomo Morelli 285. Carmina et orationes variorum; nel frontespizio: Carmina et orationes clarorum virorum ac alla quaedam M. Antonii Amalthei autographum an. MDLVI in oppido Portus Naonis absolutum.
A c. 40 b il car. lxv, con questa intestazione Ludovici Ariosti ferrarien., celeberrimi poetae Epitaphium ab eo conditum, post sepultos manes Magnifici Domini de Piscaria.
Vaga notizia si ha di altri testi a penna con poesie dell’Ariosto: taluno può darsi sia da ricercare nei codici giá descritti, coi quali potrebbe essere stato confuso. Qui giova un semplice ricordo:
I. La raccoltina che Marco Pio inviò a Guidobaldo della Rovere (v. l’Introduzione (pp. 5-6) e piú ampiamente nel mio articolo Per un’edizione critica delle «Rime» di L. A., pp. 5-6, estratto dalla Rassegna critica della letterat. ital., xv, 1910).
II. Le «Rime non piú stampate», per le quali il Giolito ottenne dal Senato veneziano nel 1550 un privilegio di stampa (v. Introduzione, pp. 31-33).
III. L’originale delle Rime posseduto, secondo il Mazzuchelli (i, 1082), da Girolamo Baruffaldi, se pur il Mazzuchelli non intese alludere, cadendo in errore perché non sono originali, ai mss. V1 e V2.
IV. Le liriche inedite che il Quadrio (ii, 225) asseriva trovarsi presso lo stesso Baruffaldi, le quali però potrebbero essere le rime di V3, che appartennero al dotto ferrarese prima che fossero edite dal Barotti.
V. Il ms. ricordato dai fogli a mano allegati ad una copia delle Rime del 1552, cioè a B1.
VI. Le carte di mons. Ludovico Beccadelli, onde il Baruffaldi iunior trasse le liriche da lui edite nella Vita di L. Ariosto, che in parte potrebbero essere quelle che trovansi in B2, in parte nel seguente vii.
VII. Il ms. con poesie burlesche ricordato da A. Zeno, che qualcuno identifica con F3, carta v, o con V2; ma con poco fondamento, come dimostrammo nella Introduzione (pp. 97-98), perché si tratta non d’uno o di due sonetti, ma di piú. Forse si sono dispersi in qualche ms. dei Soranzo, cui passarono molte carte beccadelliane.
VIII. Il Termine del Desiderio, citato dal Doni (Libraria, ii), che il Barotti nella Vita, i, 260, crede inventato dal bizzarro cinquecentista, ma che non è improbabile sia il notissimo cap. viii.
III
CRITERI SEGUITI NEL TESTO
NOTE STORICHE SUI CARMI LATINI
Dei criteri seguiti nel testo abbiamo diffusamente detto nella Introduzione. Qui ci limitiamo a ripetere che, mancando un autografo o un codice o una edizione come che sia, esemplata sotto l’occhio dell’autore, a fondamento di esso ci sono serviti i due codici ferraresi, 64 e 365, e dei due specialmente il primo. Dalla prima coppina e in qualche caso dalla seconda ci è venuto pur giovamento per risolvere casi dubbi non solo, ma soprattutto per avere col loro raffronto la possibilitá di spogliare il testo di quegli errori e di quelle scorie ortografiche e lessicali che sono dovute al capriccio o alla scarsa coltura del copista del cod. 64. Per i componimenti che non hanno riscontro nei codici ferraresi, il testo del Coppa, se compresi nella prima edizione, il testo delle prime stampe o dei manoscritti miscellanei, quando solo in questi si trovino riportati, è anche il nostro, modificato però dalla lezione del Furioso quale risulta nell’ultima ristampa, che ci aiuterá, se non altro, a tenerlo lontano dalle scorrezioni di cui sono infarciti i libercoli e i manoscritti miscellanei.
Per i carmi latini la lezione è quella data dal codice ferrarese (F6), integrato da quella del Pigna, specialmente quando questi è il solo e il primo che abbia dato la poesia.
Circa l’ordine, su l’esempio del Polidori, (che del resto ha un precedente nei due codici ferraresi, 64 e 365) abbiamo distribuito le liriche italiane in gruppi di Canzoni, Sonetti, Madrigali, Capitoli, Egloghe e Frammenti in ottave, abbandonando la denominazione di Elegie che il Rolli, seguito da altri, aveva data ai capitoli.
Tale suddivisione ci è sembrata preferibile a quella cronologica, che per insufficienza di elementi non poteva riuscire se non incerta e subiettiva, e a quella dataci dal Coppa, a cui molto probabilmente fu suggerita, non dal disordinato e imperfetto manoscritto dell’Ariosto che ebbe fra mano, ma dall’esempio del Canzoniere petrarchesco. D’altronde, accettando la suddivisione del Coppa, ci saremmo trovati imbarazzati per quei componimenti nuovi che, in numero di 92 rispetto alla edizione principe, sono 69 rispetto allo stesso Polidori, che pure ha data la piú copiosa raccolta (98 autentici di fronte a 71; 40 dubbi di fronte a 16; 18 apocrifi di fronte a zero).
Col Polidori, inoltre, in parte ci accordiamo nel tener distinte le poesie autentiche dalle dubbie e dalle apocrife, i quali due ultimi gruppi costituiscono, cosí, l’Appendice del volume, insieme con 4 canrmi latini incerti e uno falsamente attribuito.
Della silloge latina (sono 71 poesie sicure di fronte a 65 del Polidori) l’ordine è quello cronologico, che con un certo fondamento è possibile stabilire in base ai resultati degli studi del Carducci (La gioventú latina ecc.), corretti dai piú recenti studi del Torraca, Per la biografia di L. A. in atti d. accad di Archeol., lettere e belle arti di Napoli, N. S., vii, 1919, dell’Hauvette (Notes sur la jeunesse de l’A. in Bulletin italien, 1922). Non ho potuto giovarmi della Storia del testo dei carmi latini, nota postuma di G. Pesenti, perché pubblicata solo ora nei Rendiconti del R. Istituto lombardo di Scienze e Lettere di Milano, lvii, fase, i-iv, pp. 120-35; ma, limitandosi ai soli mss., quasi tutti dal Carducci e da me ricordati, ha scarso valore, nonostante il parere dell’editore, che troverá in questa Nota bibliogr. quanto egli voleva trovare nella mia Introduzione .
Arbitraria e suggerita da adulazione cortigiana è invece la distribuzione in due libri fatta dal Pigna, che a ognuno dei due si preoccupò di dar principio con un carme indirizzato al duca Estense. Non sempre esatti i titoli preposti ai carmi dal Pigna e, per alcuni, dal Polidori; perciò ho messo tra parentesi quadra i titoli di quelle poesie che, riportate da F6, vi compaiono senza titolo. Ecco per ultimo una rapidissima notizia storica di esse.
1. Il titolo fu messo dal Baruffaldi, con l’aggiunta inopportuna Ad Alphonsum principem estensem (fuor di posto è la intitolazione cortigianesca del Pigna Ad Alphonsum Ferr. ducem iii). Sono due frammenti (1-41,42-44), male accozzati, d’un’orazione latina, composta, pare, da Ludovico studente, prima cioè dell’autunno 1494 e recitata in occasione della inaugurazione degli studi in Ferrara.
II. Composta per la discesa di Carlo viii in Italia nel 1494.
II bis. È la prima stesura della precedente, che forse fu posteriormente rielaborata sotto la guida o la spinta didattica di Gregorio Spoletino.
III. Composta nel 1494.
IV. Composta nel 1495.
V. È un frammento dal Pigna mal riunito al I; ad esso può darsi il titolo Ad Herculem, perché vi si loda Ercole restauratore della grandezza di Ferrara (luglio-novembre 1495).
VI. Composta nel sett. 1496.
VII. Composta tra il 1499 e il 1500.
Vili. Senza titolo in F6; è un epitafio composto nel febbraio 1500 per la morte del padre.
IX. È il precedente, alquanto modificato e destinato ad una donna vera o immaginaria, piangente il morto marito.
X-XI. In morte del padre: il secondo non si sa in qual chiesa o in qual luogo fosse posto.
XII. In morte di Caterina Pico (1500).
XIII. In occasione della morte di Michele Marullo (aprile 1500).
XIV. In morte di Niccolò Cosmico (giugno 1500).
XIV bis. È la prima stesura del precedente epitafio quale si legge in F6.
XV-XXII. Paiono anteriori al 1503, al periodo cioè dei servigi estensi, o fors’anche al febbraio 1500, tempo della morte del padre, perché squillano di tanta esuberanza giovanile, non ancora affievolita dalle preoccupazioni familiari, cui dette luogo la scomparsa paterna, o dal peso ingrato della vita di corte e dall’assillo logorante della grande opera cavalleresca, cui l’A. si accinse non prima che entrasse presso gli Estensi.
XXI. Sine titulo in V6; In meretricem in Pigna, In lenam in Polidori.
XXIII. È forse del periodo reggiano, non posteriore al 1502.
XXIV-LII. Scherzucci poetici, sgorgati dalla fantasia dell’A. assai probabilmente non piú tardi del 1503.
XXII, XXIV, XXV, XXVI, XXVII, XXIX, XXXI, XXXII, XXXV, XXXVI, XLV, XLVI, XLVII, L, LI, tutti in F6 senza titolo.
XXVIII, XXXVII in E5 senza titolo.
XXXIII-IV. In Pigna e seguenti edizioni hanno il titolo De puella, De eadem.
XXXIX. In Pigna In duos loquaces.
XL. In Pigna Ad Lygdamum.
XLI. In Pigna De puero formoso.
XLII. In Pigna i primi due distici sotto il titolo De Venete se armante, e gli altri due sotto il titolo De Spartanis, malamente sono dati per due componimenti distinti.
XLV. In Pigna col titolo Camillae.
XLIX. In Polidori intitolato Manfredii.
LII. Il Bendidei morí nel 1522; ma la poesiola pare una cosuccia giovanile.
LIII. È un epitalamio per le nozze di Lucrezia Borgia con Alfonso (febbraio 1502).
LIV. Anteriore senza dubbio all’ingresso dell’A. nella corte di Ippolito. In qualche edizione ha il titolo De sui ipsius mobilitate.
LV. Il Carducci lo assegna al 1501-1503 senza poter indicare con sicurezza il Gonzaga a cui si riferisce.
LV bis. È la prima stesura del precedente, che porta in F6 il solo titolo Gonzagae.
LVI. E uno scherzo, senza titolo, che può appartenere anche agli anni del periodo estense.
LVII. Composto per la nomina di Ippolito d’Este a vescovo di Ferrara (ottobre 1503).
LVIII. Quest’epitafio, che ebbe una certa notorietá e che fu tramandato da vari mss., può darsi che sia degli anni non troppo maturi dell’A.
LVIII bis. È la prima stesura del precedente, piú breve e meno elegante.
LIX. Dedicato alla memoria di Francesco Ariosto, figlio di Rinaldo, morto nel febbraio 1505.
LX. In memoria di Ercole Strozzi, assassinato il 6 giugno 1508.
LXI. Scritto, pare, in memoria di quel Zerbinato che fu presente alla battaglia della Polesella il 22 dicembre 1509.
LXI bis. Lo stesso carme, ma con una lezione assai diversa; è conservato in U2 .
LXII. Se è quel Tommaso Fusco che fu segretario di Ippolito, l’odicina è posteriore al 1510.
LXIII. In morte di Raffaello Sanzio (aprile 1520). Senza titolo in F6 .
LXIV. In occasione della morte di Ippolito d’Este, avvenuta il 2 settembre 1520.
LXV. In morte di Ferdinando d’Avalos, marchese di Pescara (1525). Il comp. è in vari codici, tra i quali il marc. lat. xii, 176 (c. 40 b), che nell’Introduzione (p. 157) per una svista ho sdoppiato, citando anche il marc, xii, 285.
LXVI. In N11 In olivam.
LXVI-LXX. Si riferiscono alla casa e al giardino fatti dall’A. dopo il periodo garfagnino o meglio verso il 1528. Tranne il LXVIII, tutti in F6 nella stessa carta, in bella calligrafia e senza titolo (inesatto il De paupertate del LXIX).
LXXI. Quest’elogio del Molza, che, mentre correggo le bozze, trovo trascritto in un foglio vol. del cartone XLIII, n. 17 dei manoscritti carducciani (v. Catalogo di A. Sorbelli, i, p. 134), è dato all’Ariosto negli Elogia aliquot ex Hartmanni Scopperi poetae clariss. Opere de poetis latinis desumpta.
Appendice prima. I1-IV1. Il primo preso dal Flos italicae linguae del Monosini (Venezia, 1604); i II1, III1 dalle Considerationi civili di R. Fiorentino (Venezia, 1582); il IV1 è l’iscrizione posta da Virginio su la facciata della casa paterna.
Appendice seconda. I2 . È di Pietro Gravina napoletano (vedi Introduzione, pp. 152-153).
Note
- ↑ Sul codice v. Antonelli, Indice dei mss. della Biblioteca civica di Ferrara, Ferrara. Taddei, 1884, pp. 196-197.