III

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II IV
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III.

Cominciò allora una persecuzione continua, orribile nella sua dolcezza, per la povera Margherita.

Il padre e la madre, la balia e tutti i parenti, ogni giorno, ogni ora, ogni istante, le parlavano, con calma insinuante, di Antonio e della sua proposta di matrimonio.

— Io non lo voglio! Non voglio neanche sentirne parlare! diceva essa con ostinazione.

— Perchè volete sacrificarmi? Vi son di peso? In tal caso ve lo leverò presto il fastidio! — esclamava impallidendo. E si metteva a piangere, pregando Dio di farla morire.

— Figlia mia, Margheritina mia, — diceva il padre carezzandole i capelli, — tu [p. 30 modifica] non senti tutto il bene che ti vogliamo. È solo per il tuo bene, solo, solo per questo. Pensaci bene. Con Antonio Arau si apre per te il paradiso. Pensaci bene. Ci penserai?

L’accarezzava tanto bene ch’ella si lasciava, per il momento, commuovere, e rispondeva:

— Ci penserò.

Ma l’indomani tornava con la solita cantilena:

— No, no, no e poi no!

Ella non lo voleva questo straniero, questo gentiluomo di villaggio. Era vecchio, aveva un brutto nome, un nome volgare, mentre il nome aristocratico e feudale di Silio Boly era il più bel nome del mondo! Ella amava Boly e avrebbe sposato solo Boly, perchè altrimenti egli ne sarebbe morto, ed ella pure!

Intanto, per maggior prudenza, il padre — sapendo che questo capriccio insano, come egli lo considerava, impediva a Margherita di veder la sua fortuna — fece di tutto per troncare la corrispondenza dei due innamorati. E portò la figliuola a viaggiare per allontanarla dalla sua fissazione. Lo fece con tale destrezza che ella non si accorse punto dello scopo e lo seguì con [p. 31 modifica] piacere, credendo fosse una gita di pochi giorni.

Dopo essere stati una settimana presso certi vecchi parenti lontani, andarono in un altro villaggio. Margherita per poco non fu colta da un accidente allorchè vide venir loro incontro Antonio Arau. Questo dunque era il suo paese? Credè l’avessero portata per farla sposare Antonio, e in un momento di terrore supplicò suo padre di tornar indietro. Ella sarebbe morta, sarebbe morta! Si mise a piangere come una bambina, tanto che suo padre si vide disperato.

— È inutile! — pensò. — Non ne verremo a capo di nulla. Pensò anche di adirarsi, ma siccome era uomo prudente non lo fece, tanto più trovandosi in paese straniero.

— Non far la sciocca, — disse semplicemente, — non ti ho portato qui per lasciarti. Ci resteremo un giorno solo, ma fammi il piacere di non far brutta figura.

Antonio li accolse in casa sua con gentilezza squisita. Abitava con sua madre, una vecchia e soavissima donna che baciò Margherita, facendole mille complimenti, e in quella casa fresca, nuova, ove trapelava il benessere da ogni angolo, Margherita si sentì tranquilla e sicura. [p. 32 modifica]

Era in dicembre e faceva un gran freddo; perciò Margherita non volle uscire per visitare il villaggio, e restò accanto al fuoco con donna Tommasa, mentre le serve preparavano un magnifico pranzo.

Donna Tommasa sapeva lo scopo della visita invernale dei loro amici, ma non fece veder nulla a Margherita. Parlarono di cose indifferenti, e poi venne un momento in cui non ebbero più nulla da dirsi.

Nel caldo della bella stanza moderna, traverso le cui cortine non si scorgeva per nulla la miseria del villaggio, Margherita sentiva un vago benessere, e trovatasi un momento sola chiuse gli occhi e pensò seriamente.

Lo strazio intimo che l’aveva fino a quell’ora investita parve calmarsi, e l’immagine di Silio Boly impallidì in lontananza. Era effetto delle cose vedute negli ultimi giorni, del viaggio fatto, delle nuove impressioni, o del caldo della pace grigia, invadente e solenne della casa di Antonio Arau?

Come era buona donna Tommasa, come era fina e prudente!

Dunque, dunque, doveva Margherita chinare la testa? Tanto Boly non glielo avrebbero lasciato sposare mai, tanto la sua vita era distrutta!.... [p. 33 modifica]

Singhiozzò, ad occhi chiusi, e di nuovo, e sempre, desiderò morire.

— Dunque, — disse il padre ritornando, — cosa si pensa? Si riparte?

— Sì! — diss’ella, pronta.

— Stanotte, stanotte almeno! — supplicò Antonio.

Siccome Margherita insisteva, gli Arau parvero offendersi, e minacciarono di non andar più a trovare i loro amici, nella loro città, se non rimanevano.

— Ma perchè sei venuta se non per vedere il villaggio? — disse donna Tommasa. — Stasera faremo un giro, andremo in chiesa.... vedrai la chiesa....

— Me ne importa molto della vostra chiesa! — pensò Margherita con disprezzo. Tuttavia, dopo pranzo, uscì e andò in chiesa, e poi venne recata quasi in processione, di casa in casa.

— È la fidanzata di Antonio Arau — dicevano tutti. Furono feste, gentilezze, cerimonie da non dirsi. Le donne regalavano cose graziose alla visitatrice, e tutte le dimostravano apertamente quanta adorazione le avrebbero consacrato, venendo essa a stabilirsi fra loro.

Intanto Antonio restava rispettosamente lontano, e solo verso sera osò [p. 34 modifica] avvicinarsele. Ella sedeva accanto al fuoco, davanti al gran camino di granito, ed era in quell’ora dei crepuscoli invernali quando tutta la pace e la poesia della vita si raccolgono nelle stanze ben chiuse, ben arredate e illuminate dal fuoco. Antonio restò ritto dietro la sedia di Margherita. Fosse caso, o fosse previdenza altrui, si trovarono soli.

— Come t’è piaciuto il nostro paese? — domandò.

— È bellino, — diss’ella con indifferenza.

Il calore del fuoco la faceva arrossire, e guardava con strana intensità le brace luminose. Sapeva dove Antonio sarebbe andato a finire, e ne provava uno strazio profondo, ma non pensava alle parole da rispondergli.

— Dunque, — diss’egli, dopo una lunga pausa — dunque non verresti mai ad abitarlo? E mormorò tremando: — Margherita?...

Ma mentre egli stesso si stupiva del coraggio che aveva a dir queste parole e questo nome, Margherita, la quale sentì bene il suo tremito, pensò indegnamente se tutto ciò non era commedia. E la sua amarezza crebbe, le inondò tutta l’anima, [p. 35 modifica] tutto l’essere, le allagò la bocca e le labbra. Fu così ch’ella disse, vivamente:

— Ah, è per questo che mi hanno portato qui? Lo sapevo, lo sapevo! Ma perchè mi volete far morire?

Chinò la testa e singhiozzò. Antonio diede uno sbalzo. Questo sì, ch’era un sogno, un delitto, una cosa orrenda! Eppure egli sapeva ogni cosa, ed il padre di Margherita gli aveva detto:

— È una bambina ostinata, che non vede la sua fortuna. Ora io te l’ho condotta qui per farle toccare con le sue mani il bene che le recherebbe un suo solo cenno di testa. Prova un po’ tu a farle dire di sì!

— Non piangere, Margherita, — disse Antonio, sedendosele accanto, — non ti hanno condotta qui per farti del male, e, se vuoi ripartire, ripartirai in questo stesso momento. Ma senti, — soggiunse poi scherzando con la morte nel cuore, — senti che vento; ci sono tutti i morti per l’aria. Non temi i morti?

— Io temo i vivi! — diss’ella sorridendo.

— Sì, giusto! Ma i vivi che vogliono recarti danno e infelicità?

Margherita capì subito che alludeva a [p. 36 modifica] Boly e si sentì stringer la gola, ma non disse nulla. Boly si allontanava sempre più, sfumava in quella grande e grigia oscurità invernale. Margherita non lo sentiva più dentro di sè, come prima; le sfuggiva con quel gran desiderio di stargli vicina che prima la dominava sempre.

Non desiderava più di star vicino a nessuno; desiderava solo di morire, e tutti i suoi sentimenti si assopivano in questo desiderio di sonno infinito. Perchè non la lasciavano in pace? Perchè la tormentavano ancora?

— Margherita, — disse Antonio dopo un lungo silenzio, — è tanto che aspetto! Non vorrai dunque rispondere mai? Io farò tutto quello che tu vorrai. Verrò nel tuo paese, se così ti piace; andrò dove ti piacerà. È per questo?

E si passò una mano sulla bocca, per nascondere il tremito delle sue labbra. Al riflesso del fuoco, l’iride dei suoi occhi buoni pareva una fiammella, e Margherita vedeva solo quella luce nella gran penombra che la circondava dentro e fuori.

Doveva rispondere ? Ora le sembrava una cosa naturale e necessaria, assolutamente necessaria.

Ma non poteva parlare, non poteva [p. 37 modifica] muover la lingua; le sembrava che i suoi denti fossero una catena di montagne, in un paese oscuro.

— Perchè non mi rispondi, Margherita? Tu non sai che supplizio è questo tuo silenzio! Dimmi qualche cosa, una sola, una sola parola! — Le prese una mano e la strinse fra le sue, calde e vigorose.

— Senti — continuò, — io so ogni cosa tua, ma lo vedi tu stessa che è una sciocchezza. Boly è spiantato, i tuoi non lo vogliono, e poi non è un’anima buona, credi, perdonami...

Ma Margherita non aveva nulla da perdonare; quelle parole, in quel momento, non le recavano offesa come altre volte. Tutto le sembrava naturale. Antonio riprese:

— Io non ti chiedo che di lasciarti amare, uno, due mesi. Se, dopo questo tempo, tu non mi ami ancora, io mi ritiro. Ma rispondi dunque!?...

— Ma cosa devo rispondere? — diss’ella alfine, con voce di stupore.

Egli le strinse ancor più la manina, sorrise, e disse con gran dolcezza:

— Rispondi come ti dico io.

— Come?

— Che mi permetti di amarti per [p. 38 modifica] qualche mese, durante il quale non corrisponderai altro....

— Sì! — esclamò essa con semplicità.

Antonio toccò il cielo col dito.

Nella grigia oscurità della stanza, Margherita sentì le due fiammelle degli occhi di lui penetrarle fino all’anima e frugargliela tutta, ma non ne provò alcuna impressione, nè dolorosa, nè gioconda. Anche ciò le parve una cosa naturale e semplice, e quando Antonio le attirò la testolina e la fece posare sul suo forte cuore che batteva come una campana a festa, non sentì che l’impressione del panno fine della giacca sulla guancia delicata, e restò così, desiderando ancora e sempre la morte. Anche la morte, ora, le pareva una cosa naturale, la più semplice e necessaria delle cose.

Subito si sparse la voce che Margherita era fidanzata con Antonio Arau. Zia Baingia, la balia, parea ballare sulla punta di un ago per l’allegrezza, e tutti in casa erano contentissimi della vittoria.

Ma, ritornata nella realtà Margherita moriva di spasimo e di rimorso.

Che aveva, che aveva ella fatto?

Silio Boly era ritornato dentro di lei, più imperioso e acuto di prima. [p. 39 modifica]

Ogni sera ella piangeva, guardando le montagne, e sentiva tutta la tristezza e la desolazione invernale stringerla, raffreddarla, ucciderla.

Mentre Boly le regnava sovrano in tutto l’essere, in tutto il pensiero, di Antonio non ricordava che l’impressione della giacca di panno, fredda ed aspra.

Ma la parola era data, ed Antonio doveva venire a capo d’anno per farle una visita, la prima visita.

Dopo il ritorno non aveva più veduto Boly, e non gli aveva scritto, benchè avesse ricevuto una sua lettera disperata, perchè anch’egli sapeva oramai la novità.

E, fra le altre cose, ora Margherita temeva qualche immane disgrazia; credeva che Boly si ammazzasse, o che commettesse qualche grande follia.

Ma non diceva nulla; operava sempre come in sogno, senza forza, senza energia. Il suo pensiero lavorava spaventosamente, e anzi talvolta ella credeva d’impazzire; ma non parlava mai, non operava mai. Si desiderava morta, o vecchia vecchia, giacchè la fanciullezza le recava tanti dispiaceri.

Così arrivò capo d’anno, e di mattina giunse Antonio Arau. Questa volta veniva in carrozza, e non portava regali, per cui [p. 40 modifica] i ragazzini non l’accolsero con molto entusiasmo.

Baciò Margherita in fronte, e le disse:

— Come sei bianca! Sei malata, forse?

— No — diss’ella — ho freddo.

Per tutto il giorno, Antonio le fece la corte, a modo suo, e solo verso sera uscì. Ella aveva preso un contegno stupidino anzichenò, e provava un gran dispetto per Antonio, e avrebbe voluto dimostrarglielo, ma non poteva. Alle volte si fermava, con gli occhi spalancati, domandandosi:

— Ma sono o non sono fidanzata? — Perchè sapeva bene che la gente avrebbe considerato la venuta di Antonio come visita ufficiale di fidanzato, e sentiva che ormai ell’era legata a lui.

Ma chi l’aveva legata? Ella stessa? Quando, dove, come?

Con un solo motto delle sue labbra ella aveva rotto tutto il suo sogno, il suo amore e il suo avvenire?

Come questo era possibile? Perchè?

Cos’era dunque la vita?

E andava su e giù per il viale, sotto gli elci, nel freddo crepuscolo dell’ultimo giorno dell’anno.

Quando suonò l’Ave, ella si fermò e pregò, come l’abbiamo sentita nelle prime [p. 41 modifica] righe di questa storia. Con la testa appoggiata ad un tronco d’elce — quello stesso che Antonio aveva baciato — gemeva angosciosamente, vinta alfine da uno strazio deciso e ineffabilmente doloroso.

La luce della luna si faceva sempre più chiara e limpida, e dalle montagne salivano grandi nuvole di una bianchezza risplendente.

E la tristezza della notte aumentava. Si udivano allegri rumori in lontananza, e dai fumaiuoli saliva il lieto fumo delle cene festose. Gli uomini dimenticavano il tempo, e solo la natura immortale pareva rattristarsi per l’agonia dell’anno.

A un tratto, dopo l’Ave Maria, sullo sfondo delle nuvole bianche risplendenti come un gran tesoro d’argento, brillò un fuoco sulla cima della montagna.

Sulle prime Margherita credé fosse una stella rossa che spuntava; ma poi vide bene ch’era un fuoco, e ne fu tutta scossa. Un pensiero strano le venne subito in mente: dapprima ella stessa si stupì di questo pensiero, ma, a misura che il fuoco si faceva più vivo, il pensiero si trasformò in dubbio, poi in convinzione profonda.

E i suoi occhi, lucenti per le lagrime versate, non si staccarono più di là. Era [p. 42 modifica] così, doveva esser così. Era Silio Boly, ch’era salito sulla montagna, in quella sera fredda, in quella sera di festa, spronato da un’angoscia mortale e fatalissima.

Era salito poichè non poteva parlare, poichè non poteva vederla, e le parlava e le gridava ora di lassù, con quel fuoco, acceso da lui.

Ella lo sentiva. Le cose che gridava il povero Silio, col raggio di quel fuoco, pallido su l’argento delle nuvole, non potevano ripetersi, tanto erano strazianti e dolorose.

Ella sola, ella sola le sentiva e le comprendeva, e il suo volto diventava cinereo per il dolore. Tese le braccia:

— Oh, Silio, Silio, prendimi lassù; abbi pietà di me e di te! Silio Boly!

Ma poi il fuoco si spense. Margherita fuggì via, verso casa, decisa di scuotersi dal sogno fatale che la rovinava; decisa di spezzare la catena che l’attaccava ad Antonio Arau.

Non voleva più morire, e non voleva tanto meno che morisse Silio suo, Silio, nobile, Silio adorato.