IV

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III V
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IV.

Dopo cena — alla quale avevano assistito due intimi amici di famiglia — Petrina, la serva, entrò con la bocca aperta per il riso, portando un gran piatto rosso pieno d’acqua.

— Brava, Petrina del mio cuore! — esclamò uno degli invitati.

La serva depose il piatto nel centro della tavola, ancora piena di frutta, di piatti e di tovagliuoli, e gettò un pugno d’orzo, sempre ridendo.

Margherita, ch’era stata sempre di cattivo umore, fece una smorfietta, di cui Antonio, sedutole accanto, si accorse benissimo.

— Ti dispiace? — mormorò chinandosi.

— No, e perchè? — diss’ella indifferente.

Petrina levava i cestini delle frutta e i piatti, e, passando dietro la padroncina, mormorò:

— Stanotte vedremo....

Ma la fanciulla la fulminò d’uno sguardo severo, per questa famigliarità che si permetteva, e Petrina si sentì gelare. [p. 44 modifica]

Intanto i bambini si erano protesi sulla mensa, e, rialzando la resta ai granelli dell’orzo, li mettevano a pescare entro il piatto dell’acqua.

È un’usanza sarda dell’ultima notte dell’anno. Si mettono entro l’acqua due granelli d’orzo e si smuove un po’ il liquido elemento per farli camminare. I chicchi d’orzo rappresentano due innamorati, a cui talvolta si aggiunge un terzo, uomo o donna, che rende più interessante le avventure della strana navigazione.

— Chi mettiamo? — gridò il fratellino di Margherita.

— La padroncina! — esclamò Petrina, rimasta, con tutta la libertà permessa dalla festa di capo d’anno, presso la mensa.

— Stia con le mani secche! — disse poi vivamente al convitato, vicino a cui s’era appoggiata, e che cercava di accarezzarla.

Fece un salto, e andò ad appoggiarsi sulla seggiola della padroncina.

— Ecco, questa è Margherita! — gridò il bambino, mettendo un chicco di orzo. Ma lo mise così malamente che calò subito a fondo.

— Povera Margherita, ti sei naufragata! — esclamò Antonio, e tutti risero, tranne lei, che si morsicava le labbra. [p. 45 modifica]

Il padre vedeva benissimo il broncio di Margherita, e ne restava mortificato, tanto che si alzò con uno degli invitati, e si mise a fumare, passeggiando traverso la stanza.

— Lascia fare a me! — esclamò Petrina, respingendo la mano del ragazzino. — Dunque questa è la padroncina e questo è il signor Antonio! Guardi, signora Margherita, guardi come è grosso e allegro il signor Antonio!

— Che sciocca! — disse Margherita, portandosi una mano alle labbra, che finalmente sorridevano.

Antonio ne restò tutto beato, e rise.

Il granello che lo rappresentava era infatti grosso, e, appena messo nell’acqua, cominciò a dimenarsi, volteggiando allegramente. Invece, Margherita, sottile, con la coda ritta, restava rigida e si allontanava.

— Non mi vuole! — disse Antonio, mentre tutti seguivano, sorridendo, l’andamento dei naviganti; — Si vede bene che non mi vuoi, Margherita!

Ella si allontanava, si allontanava sempre; e lui, fattosi serio, la rincorreva appassionatamente.

— Guardino! — gridò Petrina. — Ora [p. 46 modifica] la padroncina si è voltata un poco, ha guardato.... oh, come fugge, come fugge!

— Ha paura! — esclamò Antonio.

— Che sciocchezze! diceva ogni tanto Margherita, rossa in viso e mortificata, seguendo tuttavia i granelli, con gli occhi scintillanti.

— Oh, oh, Antonio si è fermato. È strano! — disse uno dei bambini.

Anche lei si fermò. L’acqua fu nuovamente scossa da un soffio potente di Petrina, e i due granelli parvero invasi dalle vertigini. Disse Margherita:

— Così non va bene. È un forzare il destino. Si devono incontrare senza la spinta di nessuno; altrimenti è inutile.

— Vero! confermò Antonio.

I due granelli facevano delle pazze giravolte: si allontanavano, si avvicinavano, tornavano a dividersi; ma infine ripresero il corso normale. E lei tornò a fuggire; un momento si arrestò, attese, e parve aver un colloquio con lui, a rispettosa distanza; poi scappò di nuovo. Antonio ricordò il colloquio avuto in casa sua, e si domandò se non c’era qualcosa di vero in quella rappresentazione.

Ma Petrina era seccata dell’andamento senza scopo dei due, ed ebbe un’idea. [p. 47 modifica]

Prese un terzo granello, e lo mise nell’acqua dicendo:

— Stiamo a veder ora! Questo è l’avvocato Boly!

Margherita le tirò fortemente il grembiale, sotto la tovaglia, mentre le orecchie le diventavano rosse come il malagrano; ma Petrina non vi badò.

Aveva voglia di ridere, e sapeva che tutto è permesso in questo giuoco di capo d’anno. Infatti nessuno si offese; solo Antonio ebbe come una specie di dispettoso sgomento, e Margherita, vedendo così rappresentato interamente il suo dramma, si sentì morire.

— Oh, che spaccone! — disse il convitato, interessandosi sommamente al giuoco.

Infatti Boly restò un momento fermo, quasi per darsi un’idea esatta della sua posizione; poi cominciò a camminare boriosamente.

— Pare indifferente! — disse Petrina. — Guardi, guardi, signora Margherita: guardi come si guardano in cagnesco col signor Antonio. Oh, Dio mio, Dio santo, si azzuffano.

— Ma che! è passato dritto, è passato avanti Boly; oh, sciocco di un Antonio, [p. 48 modifica] perchè ti lasci battere? Corri, corri! — gridò il convitato.

Antonio diede un grosso sospiro, sorridendo, e disse:

— È inutile! Sono proprio sfortunato! Non mi resta che affogarmi.

— Ecco, ecco! — gridò Petrina. — Si vogliono.... la padroncina si è voltata.... aspetta! Oh, diavolo, è l’avvocato che vuole?

— Petrina, fammi il piacere! — esclamò Margherita, che non ne poteva più. Ma l’altra continuò:

— Eccoli, eccoli! Si avvicinano sempre più! Il signor Antonio si è fermato, disperato del tutto!

Margherita e Boly, entro l’acqua, si avvicinavano infatti, appassionatamente, vertiginosamente. Antonio, fermo, umiliato, guardava, addossandosi all’orlo del piatto, e il vero Antonio non sorrideva più.

Via, era una sciocchezza, eppure qualcosa di amaro e disgustoso lo invadeva, lo umiliava tutto.

E la catastrofe pareva, era anzi imminente, allorchè accadde una strana cosa. Petrina soffiò nuovamente: una tempesta si scatenò nell’acqua rossa, che scintillava riflettendo i lumi, e tra i gridi e le proteste dei bambini e di Margherita, Boly [p. 49 modifica] calò a fondo, e Antonio corse pazzamente e baciò Margherita, stringendosi appassionatamente a lei.

Un vivo applauso, misto a gridi, a risate, a vivaci auguri, echeggiò per la stanza; e, mentre Margherita si metteva graziosamente il volto tra le mani, per nascondere il suo rossore, Antonio si proponeva di dar a Petrina, l’indomani, dieci lire di mancia!

La serva, furba, aveva forse fatto appunto per ciò tutta la commedia; ma Antonio non lo seppe mai.

— Ora mi metto io! — gridò intanto. E voltasi sfacciatamente al convitato gli chiese:

— Mi vuole con sè? Mi vuole?

— Ma sicuro! — esclamò egli. — Anche senza tentarne la prova con l’orzo.