Diario del principe Agostino Chigi Albani/Anno 1849
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1849
GENNAIO
Lunedì 1. — Questa sera doveva aver luogo una gran dimostrazione popolare specialmente al Campidoglio, ove si sarebbe data lettura della Legge sulla Costituente. Della truppa di linea era adunata sulla piazza di SS. Apostoli, e vari pezzi di artiglieria a piazza Venezia; ma la dimostrazione (pare causa del tempo) non ha avuto più luogo, e neppure le orchestre al Popolo hanno suonato. L’illuminazione è stata anche più scarsa di ieri sera.
Martedì 2. — Questa sera ha avuto luogo la dimostrazione che doveva seguire ieri sera. Una quantità di gente di civici e più di truppa di linea e cannoni con torcia e colle bandiere dei Rioni, si è adunata a piazza dì Venezia, dove si è recata per il Corso alla piazza del Popolo, sulla quale era preparata una gran catasta di legna e fascine, a cui si è dato fuoco con delle acclamazioni. Dopo di che tutti si sono incamminati dì nuovo per il Corso verso il Campidoglio, ove si è fatta pubblicamente la lettura della Legge sulla Costituente, dopo dì che è terminata la dimostrazione. La guardia civica ha fornito un distaccamento per ogni battaglione; i distaccamenti sono stati piuttosto scarsi. Anche questa sera s’è fatta illuminazione.
Mercoledì 3. — I due membri residuali della Giunta di Stato, Galletti e Camerata, hanno dato la loro dimissione.
Venerdì 5. — Per questa mattina era annunziata, con avviso del Circolo popolare, una festa militare (come pure un’Accademia per questa sera al teatro Tordinona) per solennizzare il ricevimento d’una bandiera, che la Repubblica di Venezia ha mandato in dono alla Municipalità di Roma; ma pel riflesso che la giornata d’oggi tiene il popolo molto occupato nel commercio (colle così dette Befane) la festa è stata differita a domenica; l’Accademia però a Tordinona ha avuto luogo coll’illuminazione del teatro, quale il principe Torlonia, proprietario del teatro, ha fatto a sue spese.
Sabato 6. — Oggi sono state affisse due leggi firmate dal Ministero, una delle quali abolisce tutte le sostituzioni fidecommissarie, primogeniali ecc., qual legge era stata ammessa con qualche diversità dal Consiglio dei Deputati, ma sinora non dall’alto Consiglio, nè sancita dal potere esecutivo sovrano; l’altra sopprime la rinnovazione decennale delle iscrizioni ipotecarie. — Si assicura che tutti i Parroci di Roma abbiano ricevuto, coll’ordine di divulgarlo, una specie di Monitorio del Papa, in cui si proibisce a tutti di prender parte ad alcun atto tendente alla pubblicazione e realizzazione della Costituente, sotto pena delle Censure; e si dichiarano incorsi nelle medesime tutti quelli, che vi hanno avuto parte sin qui.
Domenica 7. — Questa mattina ha avuto luogo la festa militare, che doveva farsi venerdì. La bandiera di Venezia è stata portata in Campidoglio (ove è stata consegnata al Magistrato Romano) coll’accompagnamento di tutti i Circoli, della truppa civica e di linea di ogni arme. Il corteggio si è radunato sulla piazza di SS. Apostoli, di dove è andato al Popolo, e di là per il Corso al Campidoglio; e al suo passaggio si sono messi i parati alle finestre. — Questa sera una riunione di persone, avendo alla testa un lampione di carta (che si dice formato col Monitorio del Papa) e portando in giro alcuni di quei cappelli cardinalizi di latta, che si tengono in mostra da cappellari, con accompagnamento di mortari, ha percorso la città, terminando col gettare nel fiume da Ponte Sisto i cappelli sudetti1.
Lunedì 8. — Questa sera hanno circolato delle forti pattuglie civiche unitamente a dei carabinieri, forse per evitare qualche ripetizione dei fatti di ieri sera.
Mercoledì 10. — Un decreto del Ministero (ossia Commissione provvisoria di Governo, come s’intitola) abolisce dal 15 del corrente il dazio del macinato per tutto, ove è in uso, meno Roma e il suo territorio. Questa abolizione era stata deliberata dal solo Consiglio dei Deputati per aver effetto al principio del 1850. — Un’ordinanza ministeriale autorizza per via d’eccezione la Guardia civica a scegliere a voti segreti un Tenente Generale Comandante; e ciò in seguito della rinuncia del Colonnello Masi. — Questa sera all’Argentina è stato posto in scena Il Macbeth del Maestro Verdi, che si trova in Roma.
Giovedì 11. — L’Opera di Argentina ieri sera ebbe un incontro grandissimo, ed il Maestro Verdi fu chiamato più volte sulla scena per ricevere gli applausi.
Venerdì 12. — Questa sera nel teatro Metastasio si è tenuta un’adunanza dei Deputati dei Circoli popolari di Toscana e di quelli di Roma.
Sabato 13. — Nella notte scorsa il principe di Canino ha fatto levare dalla facciata della sua casa a piazza di Venezia l’arme pontificia e quella del Senato. — Un decreto ministeriale pubblicato oggi stabilisce che il servizio della guardia civica, quale, secondo la prima istituzione cominciava dagli anni 21 sino ai 60, debba ora cominciare dai 18 ai 55. — Con un altro decreto si forma una Commissione di pubblica sicurezza presieduta dal Prefetto di Polizia per procedere contro quelli che tentassero opporsi alla convocazione della Costituente ecc. — Con un terzo si prescrivono vari cambiamenti nella procedura giudiziaria, proscrivendosi, fra le altre prescrizioni l’uso della lingua latina in quei tribunali, presso i quali si conservava.
Domenica 14. - In questi tre giorni, cominciando da Venerdì scorso, in ognuno dei quartieri si sono ricevuti i voti dei rispettivi battaglioni per l’elezione del Comandante in Capo.
Lunedì 15. — Questa sera al teatro Tordinona si è tenuta un’adunanza degli Italiani, non degli Stati Romani (essendosi però ammessi anche i Romani) per deliberare sulla scelta dei Deputati alla Costituente Italiana.
Martedì 16. — La votazione per l’elezione del Generale della Guardia civica è stata a favore del Duca Cesarini; ma si dice che il Governo non sia disposto ad approvarla, adducendo per motivo che l’eletto non ha riportato più della metà dei voti.
Mercoledi 17. — Nella notte scorsa è stato arrestato (si assicura) fuori di porta S. Giovanni il Generale Zamboni con due uffiziali, uno dei quali suo genero, che pareva si dirigessero verso Napoli; e si aggiunge che molte carte che portava seco siano venute in potere della giustizia2. — Questa sera a Tordinona vi è stata un’altra adunanza per lo stesso oggetto di quella di lunedì sera.
Giovedì 18. — Il Generale Ferrari, comandante della Divisione reduce da Venezia (attesa la rinuncia del Duca Cesarini) è stato nominato Tenente Generale della civica.
Venerdì 19. — Questa sera circa 60 tra granatieri e fucilieri della Caserma Cimarra, in aria minacciosa, sono andati al Ministero delle Armi alla Pilotta, domandando sediziosamente il rilascio del Generale Zamboni. I Dragoni ivi acquartierati si sono opposti, ed avendoli inviluppati ne hanno arrestato un certo numero (su cui, varie sono le voci) e gli altri si sono dispersi, e dati alla fuga. Questo è quanto si è saputo di certo questa sera. Della truppa si è appostata alla Gran Guardia a piazza Colonna e buon numero di Carabinieri al palazzo del Governo, e numerose pattuglie hanno circolato per la città. — E voce che sere sono si suscitasse una rivolta nell’Ospizio di S. Michele a Ripa, e che uno dei Prefetti restasse ferito; ma pare che fosse presto repressa
Sabato 20. — Si assicura che molti altri dei militari, che commisero la rivolta di ieri sera, siano stati arrestati in Roma e fuori. — E nominata una Commissione per giudicare militarmente chiunque tentasse di attentare alla quiete pubblica o a sovvertire l’ordine pubblico attualmente stabilito. Le sue sentenze saranno inappellabili, ed eseguite, dentro le 24 ore.
Domenica 21. — Oggi ha avuto luogo la votazione per eleggere i 12 Deputati di Roma alla Costituente, ed è stata annunziata da una salva di 101 colpi di cannone del Castello. I luoghi designati per le operazioni (cominciate alle 8 della mattina e chiuse alle 7 della sera) sono state il palazzo di Montecitorio, il palazzo Colonna, Campidoglio, la Cancelleria ed il palazzo Salviati. — Dei corpi di guardia civica hanno guarnito i locali medesimi. Questa sera le urne elettorali sono state portate in Campidoglio; ma pare che la votazione si continuerà anche domani.
Lunedì 22. — Tutt’oggi ha continuato la votazione per la Costituente. Questa sera le urne elettorali sono state portate al Popolo e di là tutte insieme al Campidoglio con accompagnamento di torcie e scortate dalla Guardia cìvica.
Martedì 23. — Il numero dei voti raccolti ieri e ier l’altro per la Costituente ascende (secondo che annunzia nella Gazzetta dì Roma il Ministro dell’Interno) a venticinque mila.
Giovedì 25. — Questa mattina nel Salone dell’Apollinare si è incominciato, avanti la Commissione militare, il dibattimento pubblico intorno alla causa di Ammutinamento commesso da una parte dei militari della Caserma Cimarra, la sera del 19 corrente.
Sabato 27. — Questa sera all’Argentina è andato in scena un nuovo dramma intitolato «La Battaglia di Legnano» posto in musica espressamente dal Maestro Verdi3.
Domenica 28. — A mezzogiorno è seguita in Campidoglio, ornato di parati, di bandiere ecc., e coll’assistenza della truppa Civica e di Linea d’ogni specie, la pubblicazione dei nomi dei Deputati di Roma eletti per la Costituente in numero di dodici. Questa sera al Campidoglio s’è fatta grande illuminazione. Gli eletti sono i seguenti: Sturbinetti, Armellini, Sterbini, Campello, Monsig. Muzzarelli, Mariani, Scifoni, Galletti, Avv. de Rossi. Maggior Calandrelli, Principe di Canino, Cabussi.
Martedì 30. — Oggi la Gazzetta di Roma ha cambiato titolo prendendo quello di Monitore Romano, e sopprimendo lo stemma Pontificio, che sino ad ora aveva portato in fronte. — È voce generale che nella notte scorsa sia partito da Roma il principe Corsini Senatore.
Mercoledì 31. — Verso sera è arrivata a Roma una nostra legione di due battaglioni, comandata dal Colonnello Marsi, reduce da Venezia. Il Circolo popolare romano con banda, musica ed un battaglione civico, composto di distaccamenti di tutti i battaglioni, sono andati ad incontrarla fuori di porta del Popolo. Essa legione, dopo essersi fermata per un poco in paizza Colonna, è andata alla Certosa a Termini, ove le era destinato il quartiere. — La Commissione militare terminò ieri la discussione del processo dei soldati rei dell’ammutinamento qualificato, commesso il 19 cadente. La sentenza ne condanna due alla pena capitale, molti ai lavori forzati in vita, altri a venti anni, altri a quindici. Il Governo però ha commutato la pena di morte in quella dei lavori forzati per venti anni; quella dei lavori forzati a vita in quella di quindici anni, ed ha diminuito gradatamente in proporzione le altre condanne.4
FEBBRAIO
Giovedì 1. — Circa le 3 pomeridiane è arrivata altra legione di due battaglioni sotto il comando del Colonnello Galletti, ed è andata a quartiere.
Venerdì 2. — Questa sera al teatro Tordinona si sono adunati tutti i circoli per deliberare sopra varii argomenti politici di circostanza.
Sabato 3. — Ieri sera, due (che si dice fossero legionari) si presentarono a S. Michele a Ripa al Card. Tosti, che ancora ne sta alla testa, richiedendo il pagamento di un preteso loro credito di alcune centinaia di scudi, con modi (si dice) così minacciosi che il Cardinale dovè chiamare in aiuto i soldati di Finanza della Dogana, che arrestarono i due legionarii; ed essendosi manifestato dello spirito di rivolta anche fra alcuni degli individui dell’Ospizio, accorse anche della truppa civica dai più vicini quartieri. Da quanto si può raccogliere dalle incerte ed incomplete notizie della cosa, sembra che l’ordine sia stato ristabilito.
Domenica 4. — Sono venute a Roma le Bande civiche dei Castelli più vicini per festeggiare l’istallazione dell’Assemblea Nazionale Costituente che segue domani. — Oggi sono uscite varie leggi sostanziali sui Municipi, sulle successioni ed altre materie analoghe.
Lunedì 5. — Questa mattina è seguita l’apertura dell’Assemblea Costituente. I Deputati giunti sinora a Roma, in numero di sopra cento, decorati di una sciarpa tricolore italica a tracolla, si sono adunati in Campidoglio, da dove (dopo aver assistito ad una messa ad Aracoeli) accompagnati da numerosa truppa civica, legionaria e di linea di tutte le armi con bande, e da tutte le bandiere degli Stati italici, si sono incamminati a piedi per il Gesù, il Corso sino ai Gaetani. ove voltando per piazza Borghese, la Scrofa, S. Agostino, Pasquino sono andati al palazzo della Cancelleria, designato per le loro adunanze; ed ivi, dopo un lungo discorso dell’Avv. Armellini, Ministro dell’interno, si sono occupati di operazioni preparatorie. Per tutta la strada si sono messi parati alle finestre, e questa sera si è fatta l’illuminazione per la città e molto più grande al Campidoglio, con orchestre e canti popolari. Oggi è stato giorno feriato per tutti i dicasteri e tribunali, i teatri questa sera non hanno agito.
Mercoledì 7. — Questa mattina all’Assemblea Costituente è seguita l’elezione del Presidente in persona dell’Avv. Galletti.
Giovedì 8. — Nella seduta dell’Assemblea Costituente di questa mattina si è cominciato a discutere la questione della forma di Governo e la discussione è stata prorogata a questa sera.
Venerdì 9. — All’un’ora dopo la mezzanotte l’Assemblea Costituente ha decretato la cessazione del Governo Pontificio temporale e l’adozione del Governo repubblicano. Poco dopo hanno suonato le Campane di Montecitorio e di Campidoglio e si sono sentiti degli spari e delle acclamazioni. Questa deliberazione è stata annunziata questa mattina al pubblico con un proclama sottoscritto dal Presidente dell’Assemblea Galletti e dai Segretari. Circa poi le tre pomeridiane si è fatta la solenne promulgazione in Campidoglio, accompagnata da Salve di artiglieria e suono di bande.
Sabato 10. — Un’ordinanza del Prefetto di polizia prescrive di togliere da tutti gli edifizi le armi pontificie, eccettuando le chiese, luoghi pii e le abitazioni dei membri del Corpo diplomatico, per le relazioni ecclesiastiche che hanno col Pontefice, Un’altra del Ministro delle Armi ordina a tutti i militari di deporre la coccarda pontificia e prendere la tricolore italiana. — Questa mattina sì è saputo che il Gran Duca di Toscana, che da vari giorni stava a Siena, è partito improvvisamente, e si è imbarcato (dicesi) sopra un vascello inglese; non si sa ancora per dove. In seguito di ciò pare che la Toscana per il momento si unirà a ciò che si è fatto a Roma.
Domenica 11. — Questa mattina a S. Pietro è stato cantato un Te Deum, con intervento delle autorità governative e municipali, della truppa civica e di linea d’ogni arme, e con salve d’artiglieria del Castel S. Angelo. — Una notificazione pubblicata oggi annunzia la creazione dì un Comitato esecutivo responsabile ed amovibile a volontà dell’Assemblea Costituente5. — Verso sera molte persone, riunite al Caffè delle Belle Arti, fermavano le carrozze e altri legni, che erano al passeggio per il Corso, intimando che si togliessero le Livree. Il principe di Campagnano, che era in legno con parte del suoi figli, ha ricevuto simile intimazione ed il simile è accaduto ad un nostro legno.
Lunedì 12. — Questa mattina molto di buon’ora sono state rimosse in casa nostra le tre Armi, che vi rimanevano; cioè la Pontificia, quella di Toscana e quella del Senato Romano. — A S. Andrea della Valle questa mattina l’ab. Rambaldi veneto ha fatto un sermone analogo alle circostanze. — Un’ordinanza del Prefetto di polizia pubblicata oggi riprova i fatti di ieri delle Livree e ne proibisce la ripetizione.
Giovedì 15. Si è pubblicata la composizione del Ministero, che è la seguente: Presidente e Istruzione Muzzarelli, Interno Saffi, Estero Rusconi, Giustizia Lazzarini, Finanze Giuccioli, Lavori pubblici Sterbini, Guerra e Marina Campello. La presidenza di Roma e Comarca è riunita alla Prefettura di Polizia in persona del Sig. Mariani.
Domenica 18. — Oggi si sono adunati nei soliti locali i Collegi elettorali di Roma per eleggere ì nuovi Deputati all’Assemblea, in luogo di alcuni, che sono stati detti in altri luoghi, e di altri che hanno rinunziato; questa sera le urne degli scrutini sono state portate al Campidoglio col solito accompagnamento e formalità. — Si parla da ieri in qua di una protesta del Papa, e molti dicono di averla veduta; ma generalmente non si conosce.
Lunedì 19. — La protesta del Papa fatta a Gaeta il 17 corrente avanti il S. Collegio a tutto il Corpo diplomatico, è stata oggi pubblicata nel Monitore, che accenna essere stata letta all’Assemblea.
Martedì 20. — Il Monitore d’oggi ha annunziato che sono posti in requisizione i cavalli dei così detti Palazzi Apostolici e quelli delle così dette Guardie Nobili per servizio dell’artiglieria.
Mercoledì 21. — Un bollettino affisso questa sera annunzia che le truppe austriache hanno passato il Po e minacciano Ferrara, e che nella notte partirà il Ministro della guerra per attivare i mezzi di difesa6.
Giovedì 22. — Il Monitore d’oggi riporta una Legge emanata dall’Assemblea Costituente, in virtù di cui tutti i beni ecclesiastici dello Stato Romano sono dichiarati proprietà della Repubblica, riserbandosi il Governo di provvedere convenevolmente i ministri del Culto.
Venerdì 23. — Oggi è stato pubblicato un bollettino, il quale annunzia che il giorno 20 le truppe austriache avevano abbandonato Ferrara, portando seco i denari di una contribuzione, diverse persone in ostaggio e 12 mila razioni e dichiarando esser loro indifferente la forma di Governo e le persone, che lo esercitavano, purché restassero inalzate le armi pontificie. — Ieri è stato chiuso il S. Uffizio, facendone partire i Religiosi Domenicani, che vi stavano ad abitare.
Sabato 24. — Si dice che nella notte scorsa sia stata occupata la Chiesa dell’Anima, nazionale tedesca, e presi tutti gli effetti della medesima. Alcuni aggiungono che siano stati arrestati i Cappellani a quella addetti. — Un bollettino affisso oggi, ma non riprodotto nel Monitore, dà la notizia che il Corpo di truppa austriaco, che era andato sopra Ferrara, abbia ripassato il Po.
Domenica 25. — Ieri sera il Circolo popolare con torcie, banda ecc. essendosi recato al Campidoglio, che era illuminato, per festeggiare l’anniversario della proclamazione della Repubblica Francese, il nostro Monitore annunzia oggi che l’Incaricato d’affari di Francia rispose dal Campidoglio in termini molto lusinghieri per la repubblica Romana. — Tutte le campane di Roma sono poste in requisizione per fame cannoni, meno quelle delle Basiliche, delle Chiese parrocchiali e nazionali, e quelle che per rapporto all’arte meritano eccezione. — È fissata l’Arme della Repubblica, che sarà un’aquila circondata da una corona civica e che tiene fra gli artigli i fasci consolari.
Lunedì 26. — Pare certamente non sia stato vero lo spoglio della Chiesa dell’Anima, e molto meno l’arresto dei Cappellani a quella inservienti. — Il nostro Monitore avverte oggi che non fu l’Inviato di Francia, ma un Francese che militò in Lombardia, quegli che parlò sabato scorso.
Martedì 27. — Oggi è stata pubblicata la Legge (che si aspettava da molti giorni) sopra il prestito forzoso, il quale è graduato sulla rendita, da un quinto sino a due terzi della rendita stessa, pagabile in tre rate, la prima delle quali fra venti giorni, e fruttifero al 5 per cento7.
MARZO
Sabato 3. — Oggi correvano delle voci per Roma che questa sera i bottegari venditori di comestibili, non sapendo più come realizzare e dare i resti dei Boni e biglietti, che ricevevano dagli avventori, avrebbero chiuse le loro botteghe; dal che sarebbe risultato, come era ben naturale, del gran disordine. In fatto però nulla per questa sera è accadute, e le botteghe sono rimaste aperte al solito.
Lunedì 5. — Fino da ieri sera giunse in Roma il Signor Mazzini, che fu eletto Deputato alla nostra Assemblea Costituente. — Una legge pubblicata oggi sopprime ogni specie di censura preventiva dei libri, stampe, incisioni ecc.
Martedì 6. — Questa sera il Circolo popolare è andato con banda e torcie fare una dimostrazione al Sig. Mazzini alla Locanda Cesari a piazza di Pietra, ove alloggia. — Il Ministro delle Finanze, Guiccioli ha dato la sua dimissione, ed il suo Ministero è stato assunto interinalmente dal Ministro di Grazia e Giustizia, Lazzarini.8
Mercoledì 7. — Le Degazioni di Russia. Prussia, Baviera e Belgio hanno calate le armi dalle rispettive abitazioni. Un decreto del Comitato esecutivo, pubblicato oggi, ordina la vendita dei fondi stabili ecclesiastici ipotecati sino da Maggio dell’anno scorso per l’estinzione di una serie di Boni del Tesoro da estrarsi a sorte.
Sabato 10. — Questa mattina essendo andati gl’incaricati di prendere le campane a far calare quelle della Chiesa Nuova, si è suscitata dell’opposizione nel popolo; per cui l’operazione è stata sospesa. Questa sera poi una turba di gente s’è presentata alla porta della Casa dei Filippini, ed avendola trovata chiusa, vi ha attaccato il fuoco, ed essendo così entrata si preparava a far lo stesso ad una seconda porta. Cosa sia accaduto in seguito, ancora non si conosce; a quel che si dice nessuna forza si è opposta a tale tentativo. — L’ex Ministro Sterbini è stato nominato Commissario generale delle Belle Arti e Monumenti nazionali, e l’ex Ministro Muzzarelli, Presidente della Commissione surrogata tempo fa al Consìglio di Stato.
Domenica 11. — Quanto alla Chiesa Nuova si è appurata quanto appresso; cioè che la porta incendiata fu quella detta delle Carrette, che questa mattina sono state prese delle campane (si dice meno due) e che il Superiore ed un altro dei P.P. Filippini siano stati tradotti in Castello9.
Lunedì 12. — Per un decreto, pubblicato oggi, tutti gli Ospedali, Orfanotrofi e tutti gli stabilimenti di beneficenza non debbono esser più soggetti all’amministrazione dell’Autorità ecclesiastica.
Giovedì 15. — Nella notte scorsa è passato all’altra vita, in età di 75 anni il Card. Mezzofanti, noto in tutta Europa per il dono prodigioso di parlare e possedere tutte le lingue cognite. — Questa mattina si è riaperto a Montecitorio il Tribunale di 1° istanza con giudici quasi tutti nuovi, presi dal ceto degli Avvocati.
Domenica 18. — Si assicura che anche le Legazioni di Spagna, Napoli e Brasile abbiano abbassate le armi. Quella del Papa, che era rimasta al Palazzo Venezia fu ieri sera, senza strepito, scancellata e ricoperta con colore. — Il corpo del Card. Mezzofanti fu trasportato privatissimamente al suo Titolo di S. Onofrio, senza essere stato esposto in casa, e senza alcune delle formalità solite a praticarsi coi Cardinali defunti. — Oggi sono cominciati i Catechismi secondo il solito.
Lunedì 19. — A tenore di un decreto pubblicato oggi, tutti i cittadini, meno i condannati a pene infamanti, debbono far parte della Guardia nazionale dai 18 ai 55 anni.
Mercoledì 21. — Nella notte scorsa si è suscitato un forte incendio nello stabilimento di un tal Casalini facocchio e fabbricatore di carrozze a Strada Margutta. Il danno è stato grandissimo, tanto nel fabbricato (che è di proprietà del Marchese Patrizi) quanto nella perdita del legname, lavori, commissioni ed altro materiale.
Mercoledì 28. — Oggi sono venute notizie di un primo fatto d’armi tra l’armata Sarda e l’Austriaca, che è entrata nello Stato Piemontese.
Giovedì 29. — E stato preso possesso formale del Palazzo di Venezia a nome del Governo Veneto, la di cui bandiera è stata posta sopra il portone grande. — Oggi circolano nuove sempre più disastrose per l’armata del Re Carlo Alberto, Esse sono troppo gravi, per non sospendere la credenza sino ad ulteriori conferme.
Venerdì 30. - Le nuove della guerra di Lombardia si risolvono in quanto appresso. Gran battaglia il giorno 23 presso Novara, con la peggio dell’Armata Piemontese, abdicazione del Re Carlo Alberto in favore del Duca di Savoia, suo primogenito; domanda di un armistizio, senza sapersi se sia stato concluso. — È disciolto il Comitato esecutivo e creato un triumvirato composto di Mazzini, Saffi ed Armellini con facoltà illimitate negli affari di guerra. — La Guardia nobile è sciolta, ammettendo i componenti la medesima a far valere i loro diritti alla giubilazione a forma di Legge.
APRILE
Domenica delle Palme 1. — Questa sera un gran raduno di gente, colle solite torcie e bandiere, è andato a fare una dimostrazione al Triumvirato; in seguito girando per Roma vi sono stati dei sassi tirati a due botteghe di Caffè (cioè quello detto degli Scacchi, e quello di Piazza Rosa)10 e anche qualche minaccia d’incendio al Convento della Minerva.
Lunedì 2. — Un’altra dimostrazione al Triumvirato ha avuto luogo questa sera. — Avendo il Maggiore Calandrelli rinunciato il Ministero interino della Guerra, la Commissione già nominata per quel dipartimento ne farà le veci.
Martedì 3. — Questa sera giravano delle pattuglie di Cavalleria, si dice, in seguito di risse, suscitatesi sino dall’altra sera ai Monti, tra abitanti di quel Rione ed alcuni individui della legione, o battaglione Mellara.
Giovedì Santo 5. — Questa sera hanno girato molte pattuglie a piedi ed a cavallo, di linea e di carabinieri, e si dice che siansi fatti degli arresti di varie persone; non si conosce cosa abbia dato motivo a tali misure.
Venerdì Santo 6. — Questa sera a S. Pietro si è fatta l’illuminazione della Croce, che era stata tralasciata siti dai principi del Pontificato di Leone XII, e pare sia stata ordinata dal Governo.
Domenica 8 Pasqua. — Questa mattina a S. Pietro si è cantata una messa coll’assistenza di tutte le autorità, impiegati e corpi militari, e quindi dalla loggia, di dove dà la benedizione il Papa, è stata data col SS.mo, corteggiato da bandiere tricolori, e di simili colori era ornata anche la loggia. — Questa sera si è fatta l’illuminazione della Cupola di S. Pietro a fiaccole, senza quella dei lanternoni, preceduta da un’altra con fuochi detti di bengala.
Lunedì 9. — I Canonici di S. Pietro sono stati multati di scudi 120 per ciascuno, per non essersi voluti prestare a cooperare alla funzione di ieri.
Martedì 10. — Da quattro giorni manca tutta la corrispondenza di oltre monti, non essendo giunti corrieri, ed oggi è mancata anche quella di Toscana.
Mercoledì 11. — Da tre giorni a questa parte si è cominciato a far la parata in piazza Colonna dalle guardie, e vi vengono trasportati anche due cannoni.
Sabato 14. — A Firenze la sera degli 11 si suscitò un movimento popolare, che divenne anche più grave il giorno seguente, in cui furono abbattuti gli alberi della libertà, rialzati gli stemmi del Gran Duca.
Domenica 15. — Con decreto pubblicato oggi si annunzia lo scioglimento dell’Amministrazione cointeressata del Sale, e la riduzione del prezzo del medesimo a un baiocco la libra.
Martedì 17. — Oggi è stato affisso il quadro dell’Armata della Repubblica, che deve formarsi, e dovrà ascendere dai 40 ai 50 mila uomini tra fanteria, artiglieria e cavalleria.
Mercoledì 18. — Il General d’Avezzana giunto or ora da Genova, ove ha comandato la Guardia nazionale, ed ha fatto parte del Comitato di Governo nell’ultima rivoluzione, è stato nominato Ministro della Guerra e Marina. — Si è pubblicata colle stampe la Costituzione della Repubblica Romana che dovrà discutersi e votarsi dall’Assemblea Costituente.
Giovedì 19. — Oggi si è tornato a fare la votazione per r elezione dei Consiglieri Municipali; giacchè domenica gli elettori non furono in numero. — Tutti gli abitanti del palazzo Quirinale hanno ricevuto l’intimazione di sloggiare nel termine di 4 giorni.
Domenica 22. — Questa mattina per solennizzare il Natale di Roma, sulla Piazza di S. Pietro ha avuto luogo una gran rivista della truppa, di tutte le specie, che si trova in Roma, civica, artiglieria, carabinieri. Questa sera è stato illuminato il Colosseo anche con fuochi di bengala, ed il Campidoglio, con orchestra ecc.
Lunedì 23. — È dichiarata sciolta anche l’amministrazione cointeressata dei Tabacchi, che andava unita a quella del Sale, e d’ora innanzi si ritirerà per conto del Governo.
Martedì 24. — Sulla sera è arrivata una staffetta, spedita in gran fretta da Civitavecchia, portante (si dice da molti) la notizia della comparsa avanti quel porto di una spedizione francese, e dello sbarco incominciato di un certo numero di truppe. Altri sostengono che non si tratta sin qui che dell’arrivo colà di qualche ufficiale francese latore di un manifesto. L’Assemblea Costituente si è adunata questa sera e si è dichiarata permanente.
Mercoledì 25. — Questa mattina si sono adunati alla piazza del Popolo tutti i circoli, e di lì si sono recati all’Assemblea a Palazzo della Cancelleria. — Circolano due proclami uno del Generale Oudinot; comandante la spedizione francese venuta a Civitavecchia, l’altro del suo Aiutante, Capo dello Stato Maggiore. Sullo sbarco della truppa, come pure su tutto ciò che accade a Civitavecchia, il pubblico manca di notizie accertate.
Giovedì 26. — Verso sera è stato affisso un decreto dell’Assemblea, con cui, in seguito di nuove spiegazioni ricevute dal Generale francese (a cui era stata mandata una deputazione di due membri dell’Assemblea stessa) si ingiunge al triumvirato di respingere la forza, con la forza, ed in conseguenza di ciò è stata mandata, per quanto si assicura, la compagnia dei pionnieri a costruire dei lavori di difesa alle porte Cavalleggieri, Portese e S. Pancrazio. Questa sera un attruppamento di gente ha girato per Roma, invitando con grida tutti ad accorrere e cooperare a queste difese, e si è recato anche a Monte Cavallo. — È stato affisso un Ordine del Triumvirato, che mette in requisizione tutti i cavalli di Roma e della Comarca. — È quasi del tutto interdetto a chiunque l’uscire dalle porte della città.
Venerdì 27. — Nella notte scorsa ha avuto luogo la requisizione dei cavalli e da noi sono stati presi due da sella con le bardature. — Questa mattina sono stati spediti degli intimi stampati, firmati dal Ministro dell’Interno Saffi, che ingiungono di mandare immediatamente alla zecca i propri argenti per riceverne il prezzo in biglietti del Tesoro. — Si lavora alle fortificazioni specialmente fuori delle porte Angelica, Cavalleggieri ecc. e persiste il divieto rigoroso di sortire da tutte le porte, specialmente con cavalli, senza un particolare permesso del Triumvirato. — Questa sera è arrivata la legione Garibaldi (che stava al confine di Napoli) ed è stata collocata nel monastero dì S. Silvestro in Capite, dal quale sono state al momento rimosse le monache.
Sabato 28. — Nel corso della giornata è uscito Ordine che questa notte, qualora si senta il suono delle campane, si debbano da tutti mettere lumi alle finestre. — Si dice che una vanguardia francese sia giunta a Palo. Tutta la truppa esistente in Roma è postata sulla piazza di S. Pietro e verso la Chiesa Nuova. — Si è pubblicato un decreto con cui si dichiara che il Governo non riconosce voti religiosi.
Domenica 29. — Continuano ad erigersi barricate, oggi anche nell’interno della città, per esempio all’imboccatura del Corso, ed alle strade del Babbuino e di Ripetta verso la piazza del Popolo, e per lo stradone di porta Pia. — Verso sera è stato condotto in città un soldato di cavalleria francese fatto prigioniero dai soldati della legione Garibaldi, per quanto si dice, in una ricognizione, che i Francesi erano venuti a fare.
Lunedì 30. — Questa mattina tra le nove e le dieci le truppe francesi (non si sa bene se tutto il corpo, o una sola vanguardia) ha attaccato le posizioni dei nostri, pare da Porta S. Pancrazio a porta Cavalleggieri, e dopo qualche ora di combattimento hanno dovuto ritirarsi, non si sa bene sin dove, con perdita di alcuni cannoni e di prigionieri (sul numero dei quali si varia). La Legione di Garibaldi, quella dei Lombardi, e quella di Galletti pare siano state quelle che li hanno respinti. In prima sera si sentiva ancora il Cannone. Si dicono morti e feriti alcuni dei nostri uffiziali; ma anche su questo varie sono le voci. — Questa sera si sono messi per ordine lumi alle finestre di tutte le case.
MAGGIO
Martedì 1. — Si dice che oggi sia venuto un ufficiale francese come parlamentario. Anche questa sera si sono messi i lumi alle finestre. — Il palazzo della Villa Patrizi come pure il Casino contiguo della Meridiana si stanno minando per la difesa della città. Il bosco si assicura essere già stato atterrato. — È uscito ordine di pagare dentro 24 ore il bimestre di Dativa di Marzo e Aprile e la metà di quello di Maggio e Giugno, che scaderebbe a Luglio e questa o in moneta sonante, o in piccoli boni del Tesoro, che sono molto difficili a trovarsi.
Mercoledì 2. — Questa sera si è affisso un avviso del Triumvirato, che annunzia l’ingresso delle truppe Napoletane nello Stato, venute parte per Frosinone e parte per Terracina senza resistenza e che ieri erano a Velletri e questa sera ad Albano. — Il Casino grande di Villa Patrizi è stato poi oggi distrutto. — Sì vanno prendendo tutte le carrozze dei Cardinali, e, per quanto si dice, se ne bruciano le casse, servendosi dei carri per il treno militare.
Giovedì 3. — Oggi, essendo stati condotti a Roma arrestati tre uomini, che pare avessero l’apparenza di esploratori dei Napoletani, e che si dice avessero fatto fuoco contro alcuni carabinieri ed uccisone uno nel volerli condurre a Castel San Angelo, vicino al Ponte, dalla parte di Tordinona, sono stati trucidati dal popolo e gettati nel fiume. — Continua il saccheggio delle carrozze dei Cardinali e questa sera dopo averle fatte in pezzi ne sono state bruciate varie sulle pubbliche piazze e, fra le altre, in piazza Colonna, l’operazione dell’incendio è durata sino ad alcune ore dopo la mezzanotte.
Sabato 5. — Oggi la voce generale (confermata in parte da un affisso del Triumvirato) è stata che Garibaldi, avendo sorpreso una vanguardia napoletana alle Frattocchie, avesse fatto qualche centinaio di prigionieri, preso alcuni carri carichi di fucili e, si aggiungeva ancora, alcuni cannoni.
Domenica 6. — Un affisso del Triumvirato annunzia che le notizie di ieri non sussistevano, perchè provenienti da un equivoco; che però le nuove delle nostre truppe erano del tutto soddisfacenti.
Lunedì 7. — Questa mattina il Triumvirato ha fatto pubblicare che, non potendosi mai supporre le due Repubbliche Francese e Romana in istato di guerra, si rimandavano i prigionieri di quella nazione alla loro armata e s’invitava il popolo a festeggiarli. E ciò è infatti seguito circa le 2 pomeridiane, con gran concorso di gente, bandiere delle due repubbliche legate insieme, bande, acclamazioni ecc.11. Questa sera un altro affisso del Triumvirato ha annunziato lo sbarco o minaccia di sbarco di truppe Spagnuole a Fiumicino, ma non se ne precisa il numero. Lo stesso affisso accenna anche qualche timore di Austriaci a Ferrara.
Martedì 8. — Nulla di nuovo circa le operazioni militari. Gli Spagnuoli sbarcati, o che hanno minacciato di sbarcare a Fiumicino, pare si riducano a 40 o 50. Si dice che i Napoletani abbiano abbandonato i Castelli circonvicini, come Frascati, Marino ecc. in seguito del movimento del Generale Garibaldi, diretto a prenderli alle spalle girando per Palestrina sopra Velletri. — Il Triumvirato ha fatto smentire nel Monitore di oggi qualunque voce potesse essersi sparsa di armistizio.
Mercoledì 9. — In tutto il giorno nulla di nuovo; questa sera però corre voce che i Francesi, rinforzati di numero, si siano da Palo avanzati verso Roma. — Pare si confermi l’ingresso di un corpo Austriaco a Ferrara, e che Bologna sia minacciata da un altro dalla parte di Modena. L’illuminazione delle case ha cessato momentaneamente quasi del tutto da due sere.
Giovedì 10. — Circa le 8 della mattina si batte la generale della Guardia civica. Più tardi si affigge la notizia di un vantaggio riportato ieri dal Generale Garibaldi sopra i Napoletani tra Palestrìna e Valmontone, colla presa di 3 cannoni. — Sino alle 3 pomeridiane non si ha notìzia di attacco per parte dei Francesi. — Questa sera il Monitore annunzia che gli Austriaci non sono entrati a Ferrara, ma che avendo ricercato il voto di quella Municipalità sulla forma di Governo, ed essendo questo stato quasi all’unanimità per la Repubblica, si erano ritirati, rilasciando anche gli ostaggi, che avevano condotti seco nell’ultima occupazione di quella città.
Venerdì 11. — A mezza mattina è arrivata la Legione Garibaldi, che da ieri era stata richiamata a Roma. — Verso mezzogiorno si sparge la notizia (venuta per via straordinaria) che giunta a Parigi la notizia del fatto d’arme del 30 caduto, questa abbia dato luogo ad una specie di rivoluzione, alla caduta del Ministero, al richiamo della spedizione di Civitavecchia. — Il Corriere di Bologna venuto oggi ha confermato la notizia che quella città era realmente attaccata dagli Austriaci da molte ore e che al suo partire si combatteva.
Sabato 12. — Questa mattina il corpo di Garibaldi e quello dei Pionnieri sono partiti sortendo per la porta S. Sebastiano. — Secondo le notizie recate dal Corriere di oggi pare fosse sempre lo stesso stato di cose a Bologna, cioè ostinata resistenza e lusinga di aiuto imminente dalle vicine provincie.
Domenica 13. — Prima di mezzogiorno è entrato in città un corpo dì armati reclutato nelle Marche da Rossetti e proveniente, per quanto si dice, da Ascoli. È pure arrivata da Civitavecchia la Legione Melara, rimandata dai Francesi,12 qualcuno dice senza armi. Nelle ore pomeridiane si è sparsa voce che truppe francesi si facciano vedere verso Acqua Traversa, — Il Corriere di Romagna non ha portato la corrispondenza di Bologna che sembra intercetta (dice il Monitore) tra Imola e Faenza. — La carrozza del Papa, che era stata nella distruzione delle carrozze dei Cardinali risparmiata, è destinata a portare il Bambino d’Aracoeli agli infermi; oggi è stata posta in uso per tale oggetto, — Circa le 9 di questa sera all’improvviso si sono sentiti due spari, che tutti hanno creduto di cannone, provenienti dalla parte di porta del Popolo. Al momento si è sparso un allarme universale in tutta la popolazione. Si sono posti i lumi alle finestre, la Civica ha battuto la Generale, ed una quantità di gente armata è accorsa in quella direzione. Qualche ora dopo si è appurato che l’esplosione era stata quella delle mine, che hanno fatto saltare Ponte Molle, ma che non vi era apparenza di attacco imminente e perciò l’allarme per il momento è cessato.
Lunedì 14. — La notte si è passata tranquillamente, come pure la mattinata. Il Colonnello Roselli è nominato Generale di divisione e comandante in Capo della nostra armata. — Questa sera molta truppa con artiglieria è partita andandosi a riunire sulla piazza del Popolo, pare, coll’istruzione di andare ad attaccare i Francesi, che tutti dicono vedersi accampati ad Acqua Traversa.
Martedì 15. — Nessun fatto d’armi pare abbia avuto luogo; si assicura che la truppa partita ieri sera sia (almeno in gran parte) rientrata in città. — Questa mattina è arrivato da Civitavecchia, proveniente da Parigi, in compagnia del Signor Accursi (uno dei nostri inviati colà) M. Lesseps incaricato di una missione, e si dice che siasi già abboccato col Generale Oudinot.
Mercoledì 16. — Circa le 6 pomeridiane è partita gran quantità di truppa per Porta S. Giovanni, pare coH’idca di andare ad atuccare il corpo d’armata Napoletano. — Pare che siano intavolate delle trattative tra Mr Lesseps e il nostro Ministero. — Questa sera poco prima della mezzanotte è giunta la Legione Mezzacapo con artiglieria e cavalleria oltre numerosa fanteria, proveniente, si dice, da Ancona.
Giovedì. 17. — Questa mattina è stato affisso che sono sospese le ostilità fra la Repubblica Romana e la Francia. Il Monitore poi di questa sera annunzia che Mr Lesseps ha richiesto di tenere conferenza con tre Deputati dell’Assemblea e il Generale Oudinot, e si è in seguito saputo che sono stati scelti dall’Assemblea stessa i Deputati Sturbinetti, Audinot e Cernuschi. — È voce generale che il Re di Napoli, informato della mossa delle nostre truppe (quali si vuole abbiano presa la direzione di Valmontone) abbia abbandonato Albano ed i Castelli più prossimi a Roma, per concentrare, si dice, le sue forze sopra Velletri.
Venerdì 18. — Nella notte scorsa sono stati requisiti dei cavalli e dicesi anche carri e carrozze per le nostre truppe, che agiscono contro i Napoletani, Delle loro operazioni nulla sin qui si è pubblicato dal Governo. — Avendo il Deputato Cernuschi rinunziato l’incarico delle trattative con Mr Lesseps ed il Generale Oudinot, gli è stato sostituito il Deputato Agostini. — Bologna, benchè sembri circondata da tutte le parti, sino al giorno 15 resisteva.
Sabato 19. — Questa sera una truppa di gente è andata a prendere da varie chiese (si citano S. Carlo al Corso, S. Giacomo, il Gesù e Maria e diverse altre) tutti i Confessionari, Pulpiti, si dice anche armi del Papa e li ha trasportati sulla piazza del Popolo per bruciarli, come si è cominciato ad eseguire. Si dice che si sia riuscito impedire colla forza il compimento dell’incendio.
Domenica 20. — Si parla sin da ieri dì un legno chiuso e scortato da Cavalleria e che eccita la curiosità; probabilmente è un sogno. — In una seduta a porte chiuse dell’Assemblea Costituente tenuta ieri sera, sì assicura siano state rigettate all’unanimità alcune proposizioni conciliatorie presentate dall’Inviato straordinario francese a Roma Mr Lesseps13. — Bologna (secondo annunzia il Monitore) ha dovuto capitolare il giorno 16 corrente, e pare abbia dovuto riconoscere il dominio pontificio. — Sembra che anche Ferrara sia stata occupata dalle truppe austriache. — Questa sera è stata affìssa la notizia che dopo un combattimento seguito ieri, le nostre truppe entravano questa mattina a Velletri abbandonata dai Napoletani, che erano in piena ritirata. — Si dice che sino a questa sera non era decisamente perduta ogni speranza (benchè remota) di conciliazioni coi Francesi.
Lunedì 21. — Si conferma pienamente l’ingresso delle nostre truppe a Velletri dopo un fatto d’armi, in cui pare che i nostri abbiano avuto dei morti e feriti piuttosto in quantità, — Mr Lesseps ha preso nota di tutti i suoi connazionali ed altri forastieri, onde far sì che abbiano agio di partire da Roma in caso di nuovo attacco. — Un indirizzo del Triumvirato ai Romani li esorta a riconsegnare essi stessi alle Chiese i confessionari tolti ier l’altro.
Martedì 22, — Oggi si vuole che i Napoletani si siano ritirati al di là di Terracina. In seguito dell’esortazione pubblicata ieri, si assicura che i confessionsiri siano stati rimessi ai lori posti nelle rispettive chiese. — Quanto alle trattative coi Francesi, tutto quello che si sa si è che, sino a questo momento, non pare siano rotte.
Mercoledì 23. — Si ha notizia che i Napoletani hanno sgomberato intieramente anche la provincia di Frosinone. — Coi Francesi continua la sospensione delle ostilità e per conseguenza pare anche le trattative.
Giovedì 24. — Mr Lesseps è partito, si dice, per il corpo francese lasciando una lettera per l’Assemblea, che ha creduto di non leggerla, ma di rimetterla al Triumvirato. Si dice che le truppe austriache siano giunte a Pesaro.
Venerdì 25. — Tutti i possessi del Re di Napoli e della Sua famiglia sono messi sotto sequestro, e debbono vendersi, per erogarne il prezzo nell’indennizzare quelli, che hanno sofferto danni dalla sua invasione. — Oggi sono ritornate in Roma la Divisione Roselli e quella Mezzacapo, conducendo seco alcuni prigionieri Napoletani.
Mercoledì 30. — La voce di ieri sera14 era fondata sopra una nota indirizzata da Mr Lesseps all’Assemblea, al Triumvirato ed al Municipio, nella quale dichiara che, non accettandosi immediatamente le sue proposizioni, egli riguarderebbe la sua missione come terminata, ed il Generale Oudinot rimarrebbe nella sua piena libertà di azione. La risposta delle tre sudette autorità essendo stata negativa, si attende da un momento all’altro la ripresa delle ostilità. Si dice che nella notte scorsa sia partito il Ministro della Guerra Avezzana, ed è voce che siasi diretto ad Ancona, chiamato a dirigere la difesa degli assediati.
Giovedì 31. — È tornato in Roma Mr Lesseps e verso sera è tornato al campo. — I Francesi hanno occupato Monte Mario. — Di mezzo a mille voci incomplete, incerte, contradittorie, sorge più comunemente quella di una convenzione conclusa oggi dal Triumvirato col sudetto Mr Lesseps, sulle condizioni della quale varie sono le voci. — Questa sera alle 11 era convocata l’Assemblea Costituente in comitato segreto.
GIUGNO
Venerdì 1. — Questa mattina è ritornato dai confini di Napoli il Corpo del Generale Garibaldi. — Questa mattina si sono sapute le condizioni della convenzione conchiusa ieri tra il Triumvirato e Mr Lesseps, che sono le seguenti, cioè il Governo Romano riconosce l’armata francese come amica; che essa senza punto ingerirsi nel Governo sarebbe in libertà di prendere quegli appostamenti che creda più opportuni alla difesa ed alla salute dell’armata stessa; che tutto il territorio occupato dall’armata francese sarebbe garantito da qualunque altra occupazione; che le comunicazioni sarebbero riaperte: il tutto da ratificarsi dal Governo Francese nello spazio di 15 giorni. Contemporaneamente però si è saputo che il Generale Oudinot ricusava di firmare questa convenzione. Questa sera poi al tardi, un affisso del Triumvirato ha annunziato che esso Generale non solo aveva ricusato di uniformarsi alla convenzione ma aveva dichiarato rotta la tregua, e la sua armata in piena libertà anche di assalirci; il che ha cagionato, come è naturale, dell’agitazione. — Si dice che Mr Lesseps sia partito per Civitavecchia per andare a Parigi.
Sabato 2. — Un ordine del giorno del Generale Oudinot annunzia che con dispacci telegrafici ricevuti dal Ministro di Francia gli si dichiaravano terminate le trattive intraprese da Mr Lesseps (quale è richiamato a Parigi) ed egli incaricato dì proseguire le sue operazioni. Pare che abbia fatto sapere che non prima di lunedì si sarebbero riprese le ostilità. Mr Lesseps nel partire ha diretto una lettera al Triumvirato in cui si dichiara di avere per ferma la convenzione da lui conclusa e che va a Parigi per farla ratificare.
Domenica 3. — Questa mattina i nostri, a punta di giorno, hanno attaccato alcune posizioni dei Francesi, come (per quanto si dice) quella di Villa Panfili, del Casino Corsini, dei Quattro venti e del Vascello15. Il risultato non è ben noto. Il fuoco si sente continuare. Si dice che i nostri abbiano avuto dei morti del Corpo di Garibaldi e della Legione Melara. Il fuoco di fucile e cannone si è continuato a sentire sino a questa sera ben tardi. Si crede di sapere che le posizioni dei Quattro venti e del Vascello siano in mano dei nostri. Domani si aspetta il formale attacco. Questa sera si son messi i lumi alle finestre.
Lunedì 4. — Tutta la mattina si è sentito di tanto in tanto il cannone e questa sera, dopo le dieci, per un breve tempo accompagnato da un forte fuoco di moschetteria.
Martedì 5. — Tutta la notte ha continuato il fuoco di fucili e cannone. Pare che lo scopo sia sempre d’impedire o distruggere una batteria che i Francesi hanno stabilito o tentano di stabilire ai Quattro venti. Molte palle di cannone da 24 son cadute in città, e segnatamente in Trastevere. Verso le 6 si assicura che una bomba o granata è caduta in piazza Madama, ed ha colpito il palazzo del Governo. Ieri tra i morti si contano i due aiutanti del Generale Garibaldi.
Mercoledì 6. — Fino a circa l’un’ora pomeridiana non si è sentito il cannone; poi si è tornato a sentire di nuovo, ma non con grandissima frequenza.
Giovedì 7, Corpus Domini. — Un ordine del Governo ha ingiunto a tutte le chiese di fare la processione col SS.mo nelnell’interno delle Chiese medesime. Fino al mezzogiorno il cannone ha taciuto, poi si è cominciato a sentire di nuovo di tanto in tanto sino a notte.
Venerdì 8. — Si è sentito il cannone a intervalli quasi tutta la giornata presso a poco come ieri. — Per disposizione del Governo a molte famiglie, abitanti nelle contrade esposte al fuoco dei Francesi, è stato assegnato il ricovero in vari conventi e palazzi, tra i quali quelli di Odescalchi e Colonna ne hanno dovuto ricevere molte. — Per un’altra disposizione tutti i vetturini debbono nella notte ritrovarsi nei luoghi indicati ed ivi bivaccare coi legni e cavalli: tra i luoghi indicati vi è anche la casa nostra e sino da questa sera hanno riempito il nostro cortile.
Lunedì 11. — E stata nella notte scorsa effettuata la sortita, che si annunziava da ieri, con forza considerevole; nota ma
16 avendo trovato i Francesi prevenuti e disposti a combattere, tutta la truppa si è ritirata. — Ad evitare ciò che era accaduto nei giorni scorsi, vale a dire che i nostri per equivoco avessero fatto fuoco contro altri dei nostri, si era fatta a tutti i soldati sovrapporre all’abito la camicia. Oggi vi è stato uno scontro, ma non di gran conseguenza, chi dice ad Acquacetosa, chi a Ponte Salaro. — I Francesi avendo occupato Ponte Salaro e Ponte Lamentano, resta intieramente chiusa ogni corrispondenza postale, che ora si faceva per quella unica strada. — È voce comune che questa sera dai Francesi sia stata intercetta l’acqua Paola, ossia di S. Pietro in Montorio, che fa agire una gran parte delle mole indispensabili alla panizzazione della città.
Martedì 12. — Pare sicuro che oggi sia venuto un parlamentario dal Campo francese.
Mercoledì 13. — Il parlamentario venuto ieri recò indirizzi al Triumvirato, all’Assemblea, al Generale della Civica ed al Comandante della truppa Generale Roselli; coi quali indirizzi si intimava in sostanza che se nel termine di 12 ore dalla ricevuta del medesimo non si ammetteva l’.armata francese, egli (Oudinot) impiegherebbe immediatamente tutti i mezzi d’azione, che sono in sue mani. Le risposte essendo state negative, da questa mattina in poi sono state lanciate sulla città molte palle e bombe, e si dice che i Francesi abbiano cominciato a battere in breccia le mura della città tra le Porte di S. Pancrazio e Portese. — Sono giunti al Campo francese M.r Corcelles e M.r La Tour d’Avergne, che fu qui con M.r Lesseps in qualità di Segretario. S’ignora l’oggetto della loro missione.
Giovedì 14. — Tutt’oggi le bombe francesi sono cadute in maggior numero in città e qualcuna sino a Piazza di Pietra. Verso sera vi è stato uno scontro verso Acqua Acetosa e Ponte Molle e si era sparsa la voce che i nostri avessero fatto prigionieri dei Francesi, anche in qualche numero considerevole; ma sino a notte avanzata non sono stati condotti in città.
Venerdì 15. — In tutta la notte scorsa non ha mai cessato il gettito delle bombe, e il fuoco del cannone ed anche della moschetteria, senza alcun risultato. I più imparziali cominciano a riguardare l’attacco dei Francesi (almeno col metodo sinora adottato) contro Roma come mancato. Oggi si è combattuto a Ponte Molle, ma senza grande risultato.
Domenica 17. — Nel nostro Monitore di ieri sera sì è riportata una lettera di M.r Corcelles, nuovo inviato francese diretto a M.r de Gerando Cancelliere della Legazione, in cui conferma la non ratifica della convenzione segnata con M.r Lesseps ai 31 Maggio, e che il nostro Governo sostiene esser violata colla sua intimazione del 1 corrente e susseguite ostilità. Vi è riportata ugualmente una risposta del Triumviro Mazzini diretta al sudetto M.r de Gerando. In tutto il corso della giornata nulla di considerabile è avvenuto ed il cannone si è sentito con molta frequenza.
Venerdì 22. — Tutta la notte il cannoneggiamento è stato continuo e fortissimo17; questa mattina (in mezzo a mille voci incerte, confuse e contradittorie) si è saputo che i Francesi nella notte sono riusciti a penetrare per la breccia aperta tra S. Pancrazio e Porta Portese, e che subito hanno dato mano a fortificarsi nella parte interna. Tra le 9 e le 10 hanno cominciato a suonare le campane a stormo, ed hanno continuato sino al mezzogiorno circa. — Il posto occupato dai Francesi con una gran fretta interiormente alle mura pare sia il Casino Barberini, ora di Sciarra, sopra S. Cosimato; si dice che i nostri si dispongano a sloggiarneli. Le palle e le bombe non hanno cessato mai di cadere in città.
Sabato 23. — Le palle e le bombe di cannone di grosso calibro non hanno cessato di piovere sulla città sino circa alle 4 della mattina; molte e molte case sono stato fortemente danneggiate, molte persone ferite anche gravemente, e si dice anche un bambino ucciso, il tutto con allarme e spavento universale. Nella giornata si è inteso il cannone non più del solito. Questa sera sino alle 11,30 tutto tace; è ritornata l’acqua Paola.
Domenica 24. — La notte è stata tranquilla, il cannionamento presso a poco al solito nella giornata. — È voce che Garibaldi abbia fatto questa sera una sortita. — Questa sera circa l’Ave Maria è stato trasportato alla Chiesa di S. Andrea delle Fratte il corpo del Generale Ferrari, morto ieri, con gli onori militari. Egli aveva comandato l’anno scorso la nostra truppa nella spedizione nello Stato veneto, che terminò colla capitolazione di Vicenza. — Il nostro Monitore di questa sera riporta la capitolazione d’Ancona sottoscritta il 19 corrente.
Lunedì 25. — Nella notte e nella giornata cannonamento al solito, — Molti Consoli esteri, a richiesta del Municipio, hanno diretta al Generaie Oudinot una rimostranza contro il bombardamento della città.
Martedì 26. — Nella notte scorsa i Francesi hanno tentato di sloggiare i nostri dal Casino detto il Vascello fuori porta S. Pancrazio, ma sono stati respinti. Nella giornata non vi è stato altro di straordinario. Questa sera però tra le 11 e le 12 si è cominciato a sentire un fuoco piuttosto vivo di cannone e di moschetteria.
Mercoledì z?. — Il forte fuoco, che si senti ieri sera, e che durò circa un’ora, provenne da un nuovo attacco dei Francesi al Casino del Vascello, e che si assicura sia stato respinto. — Da ieri i Francesi (per quanto si dice) hanno tornato a toglierci l’acqua Paola. Nel corso della giornata non è mai cessato il fuoco del cannone contro la posizione dei nostri; si dice che il Casino del Vascello sia stato intieramente diroccato. Oggi dopo pranzo il Generale Garibaldi, alla testa della sua truppa, è rientrato in città per farla riposare.
Giovedì 28. — Un ordine pubblicato ieri che nella notte si tenessero aperte tutte le Chiese e tutti i portoni, ha fatto stare molto in timore di un nuovo bombardamento, il quale non ha avuto luogo; bensì molte palle dì cannone sono cadute in città; ne è caduta una sul Convento di S. Maria in Via.
Venerdì 29. — Nella notte e nella giornata non hanno mai cessato di agire i cannoni e le bombe. Di queste ultime poche hanno oltrepassato il Rione di Trastevere, — Oggi son cominciate a venire in casa nostra alcune famiglie di abitanti in Trastevere, ed altre ne devono venire domani con biglietto del Commissario del Rione.
Sabato 30. — Ieri sera, ricorrendo la festa di S. Pietro, furono (per quanto si dice) incendiati dalla Cupola dì quella Basìlica dei fuochi di bengala a tre colori. — Nella notte i Francesi dai Monti Pariolì hanno scagliato sulla città una gran quantità di proiettili d’ogni specie con grande spavento e notabile danno di fabbricati. Ne! tempo stesso hanno eseguito un’attacco a S. Pancrazio, ove, per quanto si vocifera, hanno occupato un bastione, preso alcuni cannoni e fatti prigionieri con morte di ufficiali fra i quali si cita il Colonnello Manara. — Oggi la nostra Assemblea Costituente, dappresso i rapporti dei Generali Garibaldi e Roselli, ha deliberato: che la difesa di Roma cessa, come resa impossibile; che il Triumvirato è incaricato dell’esecuzione di tal deliberazione, e che essa rimane al suo posto. In seguito di ciò il Municipio, convocato d’urgenza, ha nominato 3 deputati, che sono i Signori Gallieno, De Andreis e Pasquali, i quali col segretario municipale ed in unione dei Consoli d’Inghilterra e di America sono partiti (si dice) questa sera stessa per il quartiere generale francese. — Dalle 7 in circa di sera non si è più sentito il cannoneggiamento.
LUGLIO
Domenica 1. — Avendo gli attuali membri del Triumvirato data la loro dimissione, l’Assemblea ha nominato in sostituzione i Deputati Saliceti, Mariani e Calandrelli, già Ministro della Guerra. — I Deputati del Municipio, ritornati dal quartiere generale francese, hanno reso conto all’Assemblea del risultato della loro missione, che non è reso pubblico. Si assicura che domattina debbono recarsi di nuovo al quartiere generale per sottoscrivere (si spera) la convenzione militare per l’occupazione di Roma. Intanto però oggi si è lavorato molto alle barricate in vari punti della città, accrescendole e portandovi in qualcuna dei cannoni.
Lunedì 2. — Questa mattina si è preteso sapere che il Municipio, non credendo poter sottoscrivere le condizioni che esigeva il Generale Oudinot, ha risoluto di rassegnarsi passivamente a ciò che egli sarà per fare, non opponendo resistenza 18. — Oggi tra le 6 e le 7 pomeridiane tutto il corpo di Garibaldi a piedi ed a cavallo, bagaglie ecc. (al qual corpo si sono arruolati molti individui della nostra truppa specialmente dei Dragoni e qualche altro dei così detti Corpi franchi si son veduti improvvisamente prendere la strada di S. Giovanni, ove si son fermati a stazionare su quella piazza, senza che si sappia quali siano le loro intenzioni. Si dice che Garibaldi pensi di partire 19.
Martedì 3. — Nella notte una porzione dì truppa francese è entrata pacificamente in città per le porte di S. Pancrazio, Angelica ecc. ed ha stazionato al fontanone di Ponte Sisto, a quello di Borgo ecc. — Garibaldi con tutti quelli che l’hanno seguito, si dice abbia presa la direzione di Tivoli. I Lombardi pare abbiano preferito di restare. Fino alle 3 pomeridiane circa, tutto era passato tranquillamente, quando degli attruppamenti di gente, cui erano misti dei militari, hanno preso ad inveire contro delle persone che loro pareva avessero delle relazioni coi Francesi, e ne hanno uccise (si asserisce) cinque, tra le quali un prete. In seguito di ciò alle 5 si è presentato un distaccamento francese, che in piazza Colonna è stato accolto da alcuni gruppi che gridavano «Evviva la Repubblica Romana» quali gruppi sono stati dalla truppa dispersi. Circa poi le 7, è entrato in Roma il Generale Oudinot con un fortissimo corpo di truppa, cavalleria e artiglieria, al cui passaggio per piazza Colonna si sono replicati i sudetti «evviva» ed al passaggio del Generale si sono sentiti alcuni fischi, dappresso i quali il Generale stesso ha voltato faccia con alcuni soldati di cavalleria e tutti si sono dati a precipitosa fuga; poco dopo però si è presentato un nuovo drappello portando una bandiera tricolore, che è stato disperso, e gli è stata subito tolta la bandiera da un picchetto di Francesi che avevano già fortemente occupato la Gran Guardia e le terrazze della Posta. Il generale è alloggiato nel Palazzo Colonna. — Questa mattina in Campidoglio è stata promulgata la Costituzione della Repubblica Romana votata dall’Assemblea. — Ieri mattina fu trasportato cogli onori militari a S. Lorenzo in Lucina, sua Parrocchia, il corpo del Colonnello Manara.
Mercoledì 4. — Oggi (per quanto si assicura) sono stati uccisi vari soldati francesi, diversificando le voci sul numero. Grosse pattuglie di cavalleria francese hanno perlustrato il Corso. Il Caffè nuovo è stato fatto chiudere dalla forza francese, come pure il Circolo Romano, che gli sta dirimpetto e toltane la bandiera.
Giovedì 5. — Dal Generale in capo Oudinot si è pubblicato un proclama, con cui si annunzia la necessità di sottomettere Roma al Governo militare e nomina a tale impiego il Generale di Divisione Rostolan, e Comandante la piazza il Generale di Brigata Sauvan, Un altro Proclama del Generale Governatore prescrive varie misure, e fra le altre, quella che nessuno possa girar per le strade da mezz’ora dopo la ritirata, cioè dopo le 9,30 della sera. L’Assemblea Costituente ed il Governo sono disciolti. Un altro editto annunzia che avendo la quasi totalità delle truppe Romane fatta la loro sommissione restano in piedi e saranno sotto il comando del Generale Vaillant.
Venerdì 6. — Vanno partendo da Roma in gran numero gli individui appartenenti ai Corpi franchi disciolti, muniti di fogli di via e soccorsi anche di denaro. Questa sera in luogo del Monitore si è cominciato a pubblicare un altro foglio che ha per titolo il Giornale di Roma.
Sabato 7. — Per ordine del comando generale francese è disciolta la Guardia Civica, per essere immediatamente riorganizzata, e prescritto il disarmo generale del paese nel termine di 48 ore. Tutti i boni della Repubblica debbono essere nel termine di dieci giorni soggetti ad un bollo.
Domenica 8. — Si è pubblicato l’ordine che siano rimossi tutti gli stemmi della Repubblica e tutti i berretti rossi.
Lunedì 9. — Questa sera i pompieri, alle 10, scortati dalla truppa francese, sono andati a levare il berretto rosso dalla cima dell’obelisco del Popolo.
Martedì 10. — Con ordine del generale in capo, pubblicato oggi di concerto col Municipio, si è stabilito che, nelle transazioni tra Francesi e Romani, lo scudo Romano deve valutarsi cinque franchi ed il baiocco un soldo.
Mercoledì 11. — Sono stati nominati col titolo di Commissari, al Ministero di Grazia e Giustizia l’avv. Piacentini, a quello delle Finanze l’avv. Lunati, ed a quello dei Lavori pubblici l’ingegnere Cavalieri.
Giovedì 12. — Cominciando da questa sera la ritirata (annunziata con due colpi di cannone dal Castello) è stata protratta sino alle 10,30 e la circolazione permessa sino alle 11.
Sabato 14. — Un proclama del Generale in capo Oudinot annunzia la restaurazione del Governo Pontificio, per cui domani si canterà solenne Te Deum a S. Pietro, vi sarà gran rivista della truppa francese e della romana, illuminazione ecc. Un ordine dello stesso Generale rende noto che avendo il Municipio data ieri la sua dimissione, che è stata da lui accettata, ha nominata una Commissione Municipale provvisoria composta di 16 soggetti che indica.
Domenica 15. — Oggi circa le 4 pomeridiane, a S. Pietro si è cantato solenne Te Deum, seguito dalla Benedizione dei SS.mo che è stato dato dal Card. Castracane, dopo la rivista che il Generale Oudinot aveva passata sulla piazza di S. Pietro e strade adiacenti.
Lunedì 16. — Questa sera lo sparo del cannone per dare il segnale del fine della circolazione per le strade è stato protratto sino alle 11,30 — Sono proibiti tutti i giornali fuori che il Giornale Romano.
Mercoledì 18. — Fin da ieri ricominciarono ad agire 1 Tribunali, ma nelle sole cause laiche, per le ecclesiastiche si devono attendere le disposizioni pontificie. Un editto della Commissione Municipale proibisce temporaneamente qualunque vendita di grani all’ingrosso, fuori che ai fornari nella quantità che sarà prescritta dalla Commissione ed al prezzo di scudi 12 al rubbio in moneta in corso, compresi i biglietti di qualunque epoca. Lo stesso è ordinato per l’olio, ed il prezzo è fissato a bai. 12 per la qualità superiore e di 11 per l’inferiore. Oggi si sono veduti chiusi i due Caffè, detti del Giglio e degli Specchi, in piazza Colonna.
Sabato 21. — Questa mattina è stato affisso un proclama di Pio IX ai suoi sudditi nel quale annunzia che finché giunga il momento del suo ritorno, va a nominare una Commissione, la quale munita di pieni poteri, e coadiuvata da un Ministero, regoli gli affari dello Stato. — Oggi si sono riaperti i due caffè di Piazza Colonna ed anche il Caffè Nuovo al palazzo Ruspoli.
Martedì 31. — Circa le 7 pomeridiane è stato innalzato in Campidoglio lo Stemma pontificio con intervento del Generale Oudinot, e questa sera il Campidoglio è stato illuminato, con banda ecc. — Verso sera è stato portato alla sepoltura cogli onori militari il Colonnello Melara, il quale, alla testa di un corpo da lui formato, aveva servito la Repubblica Romana e rimase ferito nei primi giorni di Giugno.
AGOSTO
Mercoledì 1. — Ieri sera tra le 10 e le 11 arrivarono i Cardinali Della Genga, Vannicelli e Altieri, componenti la Commissione governativa di Stato nominata dal S. Padre, e sono andati a risiedere al Quirinale. — Questa mattina hanno annunziato al pubblico l’istallazione della Commissione, e contemporaneamente il Generale Oudinot con sua circolare a tutti i capi dei dicasteri ha annunziato la cessazione delle attribuzioni governative, che aveva in sè riunite sin ora. — Oggi tutta la Deputazione Municipale, che andò a Gaeta per ossequiare il S. Padre è stata invitata a pranzo dal Generale Oudinot. — Questa mattina mentre tutto si disponeva nella Chiesa de’ SS. Vincenzo e Anastasio per il funerale del Colonnello Melara con lo stesso corteggio militare, che lo accompagnò ieri (e si dice altresì che si era preparata un’orazione funebre) un uffiziale superiore francese sì è presentato alla Chiesa, ha fatto ritirare la truppa, ed ordinato che la funzione non avesse più luogo.
Giovedì 2. — La Commissione governativa di Stato ha nominato come suoi coadiutori i Monsignori Mertel e Bartoli, il Principe di Palestrina e l’avv. Vannutelli.
Venerdì 3. — Questa mattina con una Notificazione della Commissione governativa di Stato si è annunziato che tutti i boni oltre la serie O emessi dal Governo Repubblicano, sono riconosciuti e garantiti al saggio del 65 per cento. L’annunzio non ha prodotto molta sodisfazione nel pubblico20. Con altra Notificazione si prescrive che tutti gli impiegati nominati dopo il 15 Novembre prossimo passato, si intendono dimessi; quelli tra gli antichi, che, per non prestare la loro adesione al Governo Repubblicano, avevano rinunziato l’impiego, tornano al loro posto; quelli che erano restati, prestando l’adesione, vi rimangono provvisoriamente, sinchè una Commissione di Censura non abbia esaminato la loro condotta. Questa sera numerose pattuglie hanno percorsa la città; in alcuni luoghi, come in Piazza Venezia ed a Monte Cavallo, vi erano dei cannoni21.
Lunedì 6. — Una Notificazione della Commissione Governativa prescrive che la moneta erosa della Repubblica per lo spazio di 30 giorni abbia corso coattivo nella sua integrit, dopo il qual termine sarà fuori corso. Le Casse pubbliche la riceveranno o in pagamento d’imposta, o cambiate con altri valori correnti.
Mercoledì 8. — Questa mattina si è manifestato un incendio forte al Collegio Romano, ove è alloggiata molta truppa francese; il danno è considerabile. — Il nostro Giornale di oggi annunzia le seguenti nomine di Ministri: all’Interno e Polizia Mons. Savelli, alla Grazia e Giustizia l’avv. Giansanti, alle Finanze, come pro-Ministro, il Sig. Angelo Galli. Mons. Amici è nominato Commissario delle Marche in luogo di Mons. Savelli. Venerdì 10. — È stato nominato Ministro del Commercio, Agricoltura, Belle Arti e lavori pubblici il Sig. Camillo Jacobini. Oggi si è ricevuta la notizia della morte del Re Carlo Alberto, seguita a Oporto in Portogallo ai 28 del mese scorso.
Mercoledì 13. — Oggi alle 4 pomeridiane il Generale Oudinot ha fatto una gran rivista di tutta la truppa francese nei prati di Acqua Acetosa.
Martedì 21. — Dalla Congregazione governativa di Stato si è formato il Consiglio militare, composto del principe D. Pompeo Gabrielli, dei Colonnelli Janni e Farina, del Generale Vaillant e di due altri militari francesi. Esso dovrà essere presieduto dal Ministro delle Armi (che non si è ancora nominato) e interinalmente da Gabrielli. — Questa mattina è stato arrestato il così detto Carbonaretto compagno di Ciceruacchio, insieme col quale era partito da Roma colla truppa di Garibaldi, e che era ritornato travestito da campagnuolo.
Giovedì 23. — Il Generale Oudinot ha fatto pubblicare ed affiggere un proclama d’addio ai Romani, ed un Ordine generale nello stesso senso, diretto all’Armata; ed in questo annunzia che il Generale Rostolan gli succede nel comando. — Questa sera in Campidoglio, nel palazzo del Museo, con invito del Generale Oudinot e dì tutto lo Stato maggiore francese, dei Collegi, dell’Università e di molte altre distinte persone, si è data lettura di un decreto del Municipio estremamente onorifico per il Generale suddetto, che delibera sia coniata una medaglia in suo onore. Il Museo è stato illuminato e si è apprestato anche un buffet. Il Generale Oudinot è stato altresì dalla Commissione Municipale dichiarato Cittadino Romano.
Venerdì 24. — Il Generale Rostolan, con un Indirizzo ai Romani pubblicato oggi, ha dato parte di aver assunto il comando in capo delle truppe francesi.
Martedì 28. — In una specie di proclama ai soldati francesi il nuovo Generale in capo annunzia loro che l’armata continuerà ad occupare Roma, e che la sua istallazione, che sin qui era tutto provvisoria, va a ricevere delle modificazioni appropriate alla necessità di una occupazione più completa. — Mons. D’Avella, decano della Rota è nominato presidente del Consiglio centrale di Censura.
SETTEMBRE
Sabato 1. — Il Generale Rostolan ha pubblicato un ordine in cui richiama in vigore le disposizioni contro gli attruppamenti e dimostrazioni di ogni specie, ed il Comandante Le-Roux, Prefetto di Polizia, un altro riguardante le disposizioni sui forestieri, che vengono a Roma.
Martedì 4. — Il nostro Giornale di oggi porta la nomina al Ministero delle Armi del principe Orsini.
Mercoledì 5. — Ieri sera all’Argentina vi fu del rumore originato da un buquet, che alcuni ufficiali francesi gettarono alla prima Donna e che essa (si dice a istigazione di un partito contrario) ricusò di raccogliere. Quindi grida, fischi reciproci da ambe le parti. Questa sera il teatro era chiuso22.
Giovedì 6. — Questa mattina si è manifestato un’altro incendio al Collegio Romano in alcune stanze in alto sotto l’orologio; ma non ha fatto danni quanto l’altro.
Venerdì 7. — Il Papa prima di partire da Gaeta per Portici, mandò per mezzo di Mons. Stella, uno dei suoi Camerieri segreti, la Rosa d’oro da lui benedetta alla Regina di Napoli23.
Sabato 8. — Questa sera ha tornato ad agire il teatro Argentina, e vi è stato ancora un poco di rumore a cagione di un biglietto gettato (si dice da militari francesi) alla prima donna signorina Rebussini, in cui si pregava a cantare un’aria da lei cantata altre sere, fuori dello spartito, e non annunziata nell’affisso del giorno, quel biglietto non fu raccolto dall’Attrice; ciò produsse chiasso.
Martedì 18. — Una Notificazione della Commissione governativa di stato porta l’abolizione del corpo dei carabinieri pontifici per tutto lo Stato, e la creazione, in sua vece, di altro corpo che porterà il nome di Veliti, diviso in tre squadroni stazionati a Roma, Bologna e Ancona, il di cui comando superiore apparterrà al Ministero delle Armi, e quanto al servizio al Ministero dell’interno e Polizia. Esso sarà coadiuvato da una Guardia di sicurezza, che dovrà formarsi in ogni provincia.
Mercoledì 19. — Questa mattina è stato affisso un Motuproprio in data del 12 corrente da Portici, in cui si annunziano molte disposizioni relative al futuro governo dello Stato, cioè la creazione di un Consiglio di Stato, di una Consulta di Stato per le finanze, nuovi regolamenti per i Consigli provinciali e comunali ecc. ed una amnistia. — Oggi stesso si è pubblicato dalla Commissione governativa questa amnistia con molte eccezioni24.
OTTOBRE
Martedì 2. — Da ier l’altro il Conservatorio delle proiette di S. Spirito è in piena insurrezione, il di cui motivo si è il non volere più essere sotto la direzione di alcune maestre che da qualche anno furono fatte venire da Modena per porle alla testa di quello Stabilimento. La rivolta continuava anche oggi nello stesso grado.
Mercoledì 3. — Si dice che la rivolta delle proiette di S. Spirito sia stata repressa, ma che sia stato necessario l’intervento delle forza militare.
Giovedì 4. — Per ridurre a dovere il Conservatorio di S. Spirito vi furono introdotti (per quanto si assicura) 50 uomini di truppa francese con armi, e 200 senza armi, e questi dopo essersi assicurati di quelle femmine tumultuanti, le divisero in vari locali separati, ove resteranno sequestrate.
Mercoledì 31. — È uscita Notificazione del Ministro delle Finanze con cui, per l’urgenza dell’Erario s’impone la sopratassa di un bimestre della dativa.
NOVEMBRE
Sabato 3. — Oggi si è saputo che in luogo del General Rostolan, che da qualche tempo aveva domandato il suo richiamo, è stato nominato comandante in Capo dell’armata di Roma il Generale Hautpoul, il quale si dice che riunirà in sè anche le attribuzioni diplomatiche.
Domenica 4. — L’altro giorno è stato arrestato il già Comandante dell’artiglieria repubblicana Calandrelli.
Lunedì 12. — Questa mattina in occasione del funerale che si celebra ogni anno in suffragio di tutti i militari defunti (e quest’anno nella Chiesa di S. Ignazio) si son sentite delle voci, che acclamavano i Martiri della libertà Italiana e sono stati gettati dei fiori sul tumulo 25.
Martedì 13. — Il generale Baraguay-d’Hilliers è nominato al Comando dell’armata del Mediterraneo in luogo del Generale Hautpoul. — Ier l’altro al Monastero delle Battistine a S. Nicola da Tolentino doveva seguire una vestizione, e la monacanda doveva essere accompagnata dalla moglie di Giuliano Capranica, marchese del Grillo, cioè la Signora Adelaide Ristori, che attualmente recita al teatro Argentina colla Compagnia comica Domeniconi; ma sopraggiunto un ordine del Card. Vicario che la vestizione si facesse a porte chiuse privatamente, l’accompagno non ebbe più luogo.
Giovedì 15. — Questa mattina sono andato ove ora è il Ministero delle Arti e Lavori pubblici (già collegio dei Nobili) a vedere una statua, che si crede rappresentare un gladiatore ritrovato in uno scavo, fatto per conto del Governo sotto una casa al vicolo delle Palme in Trastevere, ove tempo fa fu ritrovato un cavallo di bronzo che sta in Campidoglio.
Lunedì 19. — Ieri è arrivato il Generale Baraguay-d’Hilliers, nuovo Comandante in capo le truppe francesi a Roma.
Martedì 20. — Questa mattina è stato affisso un ordine del giorno del Generale Rostolan diretto alla truppa in cui annunzia di aver rimesso il comando al Generale Baraguay-d’Hilliers, e un proclama ai Romani concepito in termini obbliganti. Il nuovo Generale in capo assume anche il carattere di Ministro plenipotenziario della Repubblica francese presso la S. Sede.
Sabato 24. — Questa mattina un tal Ceccarelli, stato aiutante basso ufficiale nella disciolta truppa civica, essendo stato introdotto all’udienza dei Cardinali della Commissione governativa ha richiesto con molta arroganza un sussidio di cento scudi, e la risposta non essendo favorevole, ha messo mano ad uno stile, alla cui vista il Cardinale Vannicelli si è rifugiato in un’altra camera ed è rimasto il Card. Altieri, che ha temuto d’essere aggredito dal Ceccarelli, che gli si è avvicinato protestando che l’arme era diretta contro di sé. Ed infatti si è dato un colpo nel petto facendosi una ferita, che pare di qualche gravità. Egli è stato subito arrestato.
Venerdì 30. — Essendosi scoperto un furto (a quel che si dice considerevole) di medaglie nella collezione esistente presso la Biblioteca Vaticana in custodia del fu Mons. Laureani, primo custode della medesima, si assicura che ne sia reo confesso un figlio del Sig. Gaetano Diamilla, in cui il povero defunto aveva riposto molta fiducia26.
DICEMBRE
Giovedì 6. — Le truppe spagnuole hanno ormai lasciato interamente tutti gli accantonamenti, che occupavano; e si concentrano a Terracina per imbarcarsi e ritornare in Spagna.
Sabato 8. — Ieri sera il Signor Giuseppe Mazio, Direttore della Zecca, passando a mezz’ora di notte per il vicolo dell’Ab. Luigi, fu aggredito da persona incognita, che gli vibrò un colpo di stile alla gola; quale fortunatamente, in grazia della resistenza della cravatta, non fu mortale e la ferita è senza pericolo.
Mercoledì 12. — La crisi, di cui si crede minacciata la Banca Romana, ha dato e dà in questi giorni molto da parlare. Pare che il Governo abbia risoluto di non riconoscere il di lei credito per l’imprestito fatto al Governo Repubblicano, e che ascende oltre al milione di scudi. Gli azionisti reclamano altamente.
Sabato 15. — Questa mattina è uscita una notificazione della Commissione Governativa di Stato, in cui si annunzia il concambio dei biglietti della Banca con quelli del Tesoro alla pari e vi si dice espressamente che il Governo pontificio non riconoscendo il prestito fatto alla Repubblica, intende di rivalersene sui capitali della Banca, incaricando una Commissione (che è nominata) a liquidare gl’interessi della Banca stessa.
Domenica 16. — Nella notte scorsa alla Chiesa di Aracoeli è stata rubata la Pisside con le particole ed i voti di argento appesi all’altare di S. Antonio. — La Commissione deputata a presiedere al deposito e concambio dei biglietti della Banca è composta di Mons. Mertel, Principe Barberini, March. Potenziani e D. Pietro Odescalchi sin qui Commissario del Governo presso la Banca stessa.
Martedì 18. — Oggi si è pubblicata una Notificazione del Municipio, con cui, per le urgenze del medesimo, e segnatamente per le spese del casermaggio, s’impone una sopratassa di 15 centesimi sull’importare della Dativa dei fondi rustici e urbani, un paolo di più sulla gabella del vino, una tassa sui liquori spiritosi e si raddoppia la tassa delle acque.
Sabato 22, — Va partendo da Roma il 21° Reggimento francese per andare a Civitavecchia ed imbarcarsi per l’Africa.
Mercoledì 26. — Questa mattina si è adunato di nuovo il Consiglio delle Guardie Nobili27. Cinque dei prevenuti sono stati giudicati e gli altri lo saranno in altre sedute.
Lunedì 31. — Questa mattina si è adunato di nuovo il Consiglio di Guerra della Guardia Nobile per giudicare i rimanenti accusati28.
Note
- ↑ Confr. Diario Roncalli citat. vol. II parte I pag. 8-14.
- ↑ Confr: Roncalli - libr. cit. pag. 16.
- ↑ L’opera suscitò per varie sere l’entusiasmo di tutti; confr: Roncalli libr. citat. pag. 24.
- ↑ Vedi Monitore Romano - 31 Gennaio 1849.
- ↑ A formare questo Comitato esecutivo venne chiamato Carlo Armellini, Aurelio Saliceti e Mattia Montecchi.
- ↑ L’intervento straniero era stato chiesto ufficialmente con la nota del 18 Febbraio, per opera del Card. Antonelli specialmente, che in quei giorni aveva d’ogni parte circuito il Pontefice. — Confr. Ambrosi De Magistris — Roma nella Storia dell’Unità Italiana - Studio introduttivo nel Diario — Roncalli vol. I, pag. 353 e seg.
- ↑ Ved: Monitore Romano - 21 febbraio 1849.
- ↑ Vedasi la relazione della drammatica seduta in cui il Guiccioli dette le dìmissioni - Diario Roncalli volume citato pag. 44.
- ↑ Confr. Roncalli, Libr. cit. pag. 45.
- ↑ Erano caffè frequentati dagli aderenti al partito nero e quindi non visti di buon occhio da tutti quelli che ricordavano il loro governo.
- ↑ Questo atto mostra chiaramente che la Repubblica Romana s’era indotta finalmente a prestar fede alle continue dichiarazioni di amicizia che facevano le truppe Francesi sbarcate a Civitavecchia; tutta questa buona fede non è scusabile dopo la giornata del 30 aprile.
- ↑ La Legione Melara, spedita a Civitavecchia al primo annunzio dello sbarco imminente delle truppe Francesi, era stata da queste facilmente costretta a darsi prigione, impossibilitata a difendersi per mancanza di munizioni. Il Generale Oudinot la rimandava ora libera per rispondere in qualche modo all’atto generoso del Triumvirato che aveva restituiti a lui tutti i prigionieri di guerra.
- ↑ Ved. a questo proposito Rusconi Carlo. La Repubblica Romana (del 1849) con documenti inediti - Torino, Fiore, 1850 vol. II pag. 41 e segg.
- ↑ Dal giorno 26 al 29 erano corse per Roma varie voci di minaccia da parte degli Austriaci e dei Francesi e nel 19 a sera s’era sparso come un fulmine l’annuncio che era imminente l’attacco della città da parte di quest’ultimi.
- ↑ Questa notizia non concorda punto con quella che ricaviamo da altre fonti; quest’ultime, ed alcune non sospette certo dì tenerezza per la Repubblica Romuna, accusano apertamente il Generale Oudinot di aver attaccato Roma per primo il giorno 3 Giugno all’alba, mentre aveva fatto sapere che non avrebbe riprese li ostilità se non lunedì 4. Del resto il Generala aveva dato ben’altri saggi della sua mala fede durante le trattative diplomatiche.
- ↑ Anche nei giorni precedenti vi erano state altre sortite, ma con forze molto minori.
- ↑ Esso non era cessato mai; il nostro Diarista ogni giorno riporta questa triste nota.
- ↑ Si legga a tal riguardo il bel proclama al popolo di Roma in data del 2 Luglio 1849 riportato in nota nel Roncalli lib. cit. pag. 163.
- ↑ Ved. E. Ruggeri - Della Ritirata di Garibaldi da Roma - Genova 1S50.
- ↑ La poca sodisfazione del pubblico non è poi del tutto ingiustificata, davanti ad un atto del Governo che lo spoglia così poco piacevolmente. Si vegga l’intera Notificazione in Giornale di Roma - 3 Agosto 1849.
- ↑ Il Governo del Papa, nel breve volgere di mezzo secolo, ritornava in Roma dopo la terza fuga vergognosa, ma gli esilii nulla gli avevano insegnato; vecchio impenitente ritornava più cieco che mai negli errori di prima.
- ↑ La guarnigione francese di Roma non fu mai da alcuno guardata di buon occhio; il fatto di cui sopra è un piccolo episodio della lunga storia di lotte più o meno aperte, combattute qua tra i Romani ed i Francesi.
- ↑ La Rosa d'oro era un donativo sacro, consistente in un ramo spinoso di rose e foglie, benedetto solennemente dal pontefice nella 4a Domenica di quaresima; essa veniva mandata in dono, come contrasegno di particolare divozione, ad alti personaggi ed a Chiese per benemerenze speciali. - Confr. Moroni Dizionario d’erudizione storico-ecclesiastica - Venezia 1852 - vol. 59. pag. 112-149»
- ↑ Ved. Giornale di Roma 20 Settembre 1849.
- ↑ Tra queste voci se n’intese una femminina che il Roncalli - libr. cit. pag. 204 - non esita a credere della Narducci Teresa, madre di un ufficiale morto durante l’assedio.
- ↑ Costui venne presto arrestato e condannato dal Tribunale del Governo il 12 Marzo 1850 a venti anni di opera.
- ↑ Era il Consiglio militare, convocato una prima volta nel dì 10 Dicembre, per giudicare le condotta tenuta da alcune di queste nelle passate vicende politiche.
- ↑ Questi, come i precedenti, erano stati designati dalla Commissione di Censura e deferiti al Consiglio di Guerra come immeritevoli di restare nel corpo per la loro condotta nelle passate vicende.