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A. 1849 | — 86 — |
prendere quegli appostamenti che creda più opportuni alla difesa ed alla salute dell’armata stessa; che tutto il territorio occupato dall’armata francese sarebbe garantito da qualunque altra occupazione; che le comunicazioni sarebbero riaperte: il tutto da ratificarsi dal Governo Francese nello spazio di 15 giorni. Contemporaneamente però si è saputo che il Generale Oudinot ricusava di firmare questa convenzione. Questa sera poi al tardi, un affisso del Triumvirato ha annunziato che esso Generale non solo aveva ricusato di uniformarsi alla convenzione ma aveva dichiarato rotta la tregua, e la sua armata in piena libertà anche di assalirci; il che ha cagionato, come è naturale, dell’agitazione. — Si dice che Mr Lesseps sia partito per Civitavecchia per andare a Parigi.
Sabato 2. — Un ordine del giorno del Generale Oudinot annunzia che con dispacci telegrafici ricevuti dal Ministro di Francia gli si dichiaravano terminate le trattive intraprese da Mr Lesseps (quale è richiamato a Parigi) ed egli incaricato dì proseguire le sue operazioni. Pare che abbia fatto sapere che non prima di lunedì si sarebbero riprese le ostilità. Mr Lesseps nel partire ha diretto una lettera al Triumvirato in cui si dichiara di avere per ferma la convenzione da lui conclusa e che va a Parigi per farla ratificare.
Domenica 3. — Questa mattina i nostri, a punta di giorno, hanno attaccato alcune posizioni dei Francesi, come (per quanto si dice) quella di Villa Panfili, del Casino Corsini, dei Quattro venti e del Vascello1. Il risultato non è ben noto. Il fuoco si sente continuare. Si dice che i nostri abbiano avuto dei morti del Corpo di Garibaldi e della Legione Melara. Il fuoco di fucile e cannone si è continuato a sentire sino a questa sera ben tardi. Si crede di sapere che le posizioni dei Quattro venti e del
- ↑ Questa notizia non concorda punto con quella che ricaviamo da altre fonti; quest’ultime, ed alcune non sospette certo dì tenerezza per la Repubblica Romuna, accusano apertamente il Generale Oudinot di aver attaccato Roma per primo il giorno 3 Giugno all’alba, mentre aveva fatto sapere che non avrebbe riprese li ostilità se non lunedì 4. Del resto il Generala aveva dato ben’altri saggi della sua mala fede durante le trattative diplomatiche.