Prediche volgari/Predica XXIV
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Predica XXIV
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XXIV.
Qui tratta della Natività della Vergine Maria1
Sicut sol oriens in mundo2(Ecclesiastico, XXVI capitolo). Dilettissimi, le parole preallegate so’ parole dello Ecclesiastico a 26 cap., parlando della grazia della dolcissima Vergine Maria. Adunque stamane noi cominciaremo da un canto a parlare di lei, e vederemo quando essa nacque al mondo; la quale fu un sole a tutte le creature: mulier amicta sole3: — Una donna vestita di sole. — Doh! Avete voi mai considerato il sole, quello che elli fa? Elli fa tre cose:
Prima, appare dall’oriente, di là da questi monti grandi, basso basso.
Sicondo, poi che egli è apparito, elli saglie su e giógne allo emisferio.
Terzo, egli saglie poi altissimo su nel mezzo de’ cieli. Dove tu ci vedi tre modi:
Primo, il vedi basso.
Sicondo, il vedi salire in alto.
Terzo, il vedi poi altissimo, e dimostrasi in sul mezo dì caldissimo, più che tutto il dì.
Come vedi tre maniere nel sole; così considereremo tre stati di Maria dolcissima.
Prima, di Maria la grazia tutta splendente: sicut sol.
Siconda, di Maria la grazia tutta oriente: oriens
Terza, di Maria la grazia tutta tutta ardente: in mundo4.
O voi uomini, at anco voi donne, pigliamone stamane una corpacciata. Noi aviamo a parlare della grazia splendiente di Maria, et anco della grazia oriente, della grazia ardente, tutte e tre insieme, e recaremo la bellezza e la grazia e la gloria tutte e tre insieme. E volendo bene intendere, o donna, aopera tutti i tuoi ferruzzi.5 — Voca virum tuum: — Donna, va’ tosto, va’ e chiama il tuo marito. — Va’ a chiamarlo, dico. — Oh, io l’ho chiamato! — Io ti dico: va’, chiamalo. — O s’io perdessi il lato?.6 Nol perdarai, no. È c’è lato assai. — Oh, io non potrei uscir fuore! — Io ti dico: va’, chiamalo: bene hai fatto. —
Adunque, ognuno stia attento co’ sentimenti suoi7: io ho a parlare della Madre di Cristo Iesu benedetto. E voglio che voi sappiate che io nacqui in tal dì quale è oggi 8, e anco in tal dì qual è oggi io rinacqui; chè oggi fa xxv anni ch’io mi vestii frate, et oggi fu xxiiij anni che io promissi povertà, castità e obedienzia. Così prego Idio che in tal dì io muoia9, o vero nel dì della Assunzione. Et anco ho nome Bernardino, disceso 10 da santo Bernardo, tanto devoto della Vergine Maria. E però stamane a sua laude io voglio parlare di dodici splendori di lei, co’ quali splendori elle illumina tutto l’universo mondo. E tu che li scrivi 11, notali bene, e pigliali a quatro a quatro.
Primo splendore si chiama nobiltà.
Sicondo si chiama signoria.
Terzo di chiama merito.
Quarto si chiama incomprensibilità.
Et hai li primi quattro. Tòlle gli altri quattro.
Primo si chiama sopra eccellenzia.
Sicondo si chiama imperio.
Terzo si chiama dispensazione.
Quarto s’apella consumazione.
Tòlle gli altri.
El primo, santificazione.
El secondo, conservazione.
El terzo, constituzione.
El quarto è possanza o podestà, che è tutt’uno.
E nota che tu vada alla merolla, non pure alla scorza di fuore, e fa’ che tu ponga il tuo segno in alto, su, dritto. Sicut sol oriens in mundo.
Al primo.
Primo è nobiltà. Poche persone credo che mai ci abbino pensato a questo ch’io vo’ dire, che mai non fu la più nobile creatura criata, nè che mai avesse tanta dignità, quanta Maria; io dico sicondo il mondo. Et anco ti dirò maggior parola, che sicondo la possanza di Dio non mai ne fu niuna più nobilitata che fu lei: tanta possanza vi puose Idio, quanta vi potè pónare in nobilitarla. — O Adamo et Eva i quali furono fatti e creati da Dio? — Sta’ pure a udire.
Io non dico di Cristo il quale non fu pura creatura, ma dico sopra tutte le creature che mai furono create, tutte so’ state avanzate dalla Vergine Maria; e vedràlo per ragione et autorità et essemplo. Cominciamo dall’autorità. Hai tu posto mente al Vangelo d’oggi? Doh, ponvi mente, e guarda che pare una cantafola12: egli è ordinato come una filattera di galle 13 (Voca virum tuum: — Chiama il tuo marito); — e guardaci dentro e mira quello che tu ci vedi14. Tu ci vedi quattordici patriarchi; quattordici re; tu ci vedi quattordici duci,15 donde è discesa Maria. Ora ch’io te l’ho detto, va’ e leggelo; e se tu guardarai e considererai, tu ci vedi dentro la più nobile progenie che mai fusse trovata nel mondo. Un’altra volta tel vo’ dire.
Maria è discesa di quattordici patriarchi, di quattordici re, di quattordici duci, cioè di quarantadue nobilissimi uomini. O, o, o, o! Questo numero di quarantadue altro vorrà significare! Elli non ci si pensa. Oltre. — Hai il tuo marito? — Sì. — O marito, hai aperto gli ochi? — Sì — Se tu guardi bene, Luca disse per altra via che Matteo. Elli parlò di quanta umiltà FU MAI tessuta da Adamo in qua: tutta fu tessuta per conduciarla in lei, et in lei
- finì la tela. E perchè tu sappi bene l’ordìme16, come si de’ sapere, tu sai che Cristo Iesu non ebbe padre in terra, nè madre in cielo; e pure nacque al mondo, ed ebbe padre e madre. Hai a memoria che gli fu detto? Iesu, fili David [miserere mei: O Iesu figliolo di Davide],17 abbi misericordia di me. — E David era re; costui era suo figliuolo, disceso di lui. Adunque egli fu detto ed era re. Simile per questa via egli era duca e patriarca. E donde credi ch’egli avesse quella preminenzia? Pure da Maria. E più ti vo’ dire, che per mezo di lei elli fu il primo e l’ultimo: primo duca e ultimo18; primo re ed ultimo; primo patriarca e l’ultimo; primo duca e ultimo. Dove mel pruovi? L’Apocalisse: Ego sum primus et novissimus19: Io so’ ’l primo e l’ultimo. — Rex regum et Dominus dominantium20: — Re de’ re e Signore dei Signori. — (Non lassare partire il tuo marito; attende bene a ogni paroletta).21 Tu sai che Iesu non ebbe nulla in questo mondo, in quanto uomo, se non per mezzo della madre sua Maria. Adunque, se egli ebbe queste preminenzie, elli l’ebbe da lei che discese di quella gieonologia22 di David, donde discesero i re, patriarci e duci. Adunque, essa fu reina, imperatrice e duchessa.23 Adunque, furono versate in lei da Dio tutta le nobiltà che mai a creatura fusse possibile di dare; e tutte queste nobiltà le furono date per darle a Cristo Iesu. E questo basti per lo primo splendore che fu nobiltà.
Al sicundo. (E’ c’è una che non ha chiamato il suo marito; anco ha chiamato el ribaldo. Quinque viros habuisti, et nunc quem habes, non est tuus vir24 . Vulgarmente: — Tu hai in cuore un pezzo di carne e none tuo marito —). — Or a casa, a casa, dico. El sicondo è detto signoria. Intendo sano, sano, sano, e va’ a passo a passo: non corrire. Signoria: considera la signoria di Dio, e potrai considerare quella di Maria per quella di Dio. Tu vedi Idio èssare signore di tutti i cori delli angioli. Egli è signore de’ serafini, de’ cherubini, de’ principati, delle podestà, delle virtù, delle dominazioni, de’ troni, delli arcangioli e delli angioli. Egli è signore de’ patriarci, dei profeti, delli apostoli, de li martiri, delle vergini, dei confessori. Egli è signore di tutte l’anime e di tutti li spiriti che sònno nella gloria. Egli è signore della gloria, e di ciò che v’è dentro. Elli è signore di tutti i cieli. Egli è signore di ciò che si contiene in essi. Egli è signore delli elementi e di ciò che si contiene in loro.25 Egli è signore di tutti gli animali. Egli è signore di tutta la terra. Egli è signore di tutti gli arbori, di tutte le piante. Egli è signore di tutto il mondo e di ciò che v’è dentro. Egli è signore dello abisso. Egli è signore di tutte quante le cose che so’ o saranno o possono èssare. Egli è signore di ciò che si può nominare. Adunque tu vedi che non può èssare magior signore di lui. Or guarda ora allato a lui chi ci è magior signore. Ecci la sua madre gloriosa allato allato. Quanta signoria ha costei? Ella ha signoria d’angioli, d’arcangioli, di troni, di dominazioni, di virtù, di potestà, di principati, di cherubini, di serafini. Ella ha signoria di patriarchi, di profeti, d’apostoli, di martori, di confessori, di vergini, e di tutti gli spiriti beati. Simile, di tutta la gloria de’ cieli, de’ pianeti, di tutto il mondo. Simile, dello inferno, di tutti e’ dannati e di tutti e’ salvati. O chi l’ha data tanta signoria? Pure Iddio. Omnia subiecisti sub pedibus eius: oves et boves universas, insuper et pectora campi26.Ogni cosa hai sottoposto alla sua signoria, e cielo e terra e ciò che ci è dentro27. Che credi che sia pecora campi? So’ i diavoli. Adunque signoreggia anco i diavoli. Tanto signoreggia anco Iddio. O, o, o, o! Aspetta, aspetta. Idio figliuolo di Dio e figliuolo di Maria, Cristo Iesu s’aumiliò tanto, factus obediens asque ad mortem28: — Fatto obbediente al Padre in sino alla morte. Oh, elli s’aumiliò anco a Ioseph e a Maria. Luca al secondo cap.: Et erat subditus illis: — Era sugietto a loro, — quando nel rimenarono in Egitto. Or mi di’: o se Idio era sugietto a Maria, che è signore di tutte le cose create, come puoi crédare ch’ella non fusse signora di ciò ch’è sopra e sotto alla terra? Tiene per fermo che a lei è sugietto tutto l’universo, et in alcun modo l’è sugietto Iddio. O, o, o, o! Per ave’ l’agio all’altre, le lasso stare 29 .
Terzo è merito. Quando credi ch’ella meritasse nella vita sua? Vuoi ti dica uno grandissimo fatto, et è verissimo? Ponendo insieme tutti i meriti che mai poterono aquistare santi, quante anime30 so’ in gloria, e anco ti dico più quanti meriti si possono mai acquistare da pura creatura in questa vita, non potrebbe èssare tanto quanto n’aquistò Maria sola. Ella meritò più sola lei quando disse questa parola e l’angiolo: Ecce ancilla Domini: fiat mihi secondum verbum tuum31: — Ecco l’ancilla, ecco la schiava del mio Signore Idio: sia fatto di me sicondo che tu dici; — ella fu in tanto profondo d’umiltà, che ella meritò più in quello stante, che quanti angioli, o quanti martiri32, o spiriti beati sònno in gloria33, o quanti mai ve ne saranno. Che sia vero, lo pruova tel farà crédare. Cominciamo dalli angioli. Dì: quanta umiltà ellino hanno avuta? E dì: quanto bene ellino fecero mai? Che hanno meritato? Hanno avuto34 solo la gloria. Io so bene ch’io non vorrei35 più là, io: già non vorrei io andare più in là che ’l paradiso; però ch’io so che a volere andare più in là, v’è lo ’nferno. Dunque chi vorrebbe andare più in là che ’l paradiso, chi vorrebbe cercare meglio, dice Pavolo: Noli plus sapere quod oporteat ad sapere36: — Non voler sapere più che ti bisogni sapere. — Che acquistaro i patriarci o profeti antichi, santissimi uomini? Che acquistaro gli apostoli di Cristo, o martiri, o vergini, o confessori? Già non hanno avuto altro che vita eterna. E che si può acquistare altro? Chi sta in digiuni et astinenzia, in vigilie et orazioni, in obedenzia, in ogni buona e santa operazione, non s’aquista altro che vita eterna. Elli basta bene37! Ma Maria aquistò bene più lei per sola una parola38; però ch’ella disse con tanta perfezione di cuore, et in tanta umiltà anichilata, che ella fu cagione di tanto merito, quanto elle ebbe. Ella meritò d’avere vita eterna e d’èssare imperatrice della gloria e di tutto l’universo mondo, e meritò di potere dare tutte le grazie le quali può dare Idio, e da lei discendendo39 a noi in questa vita e nell’altra. Credi che ella ricevesse altro? Ella ricevette più sapienza da Dio, detta quella parola, che mai Idio potesse dare a creatura. Ma dimmi: potevale dare Idio magior fato, che fare ch’ella rimanesse vergine e madre? Più: ch’ella fusse madre di Dio? Mai non s’udì magior fatto di questo. Mai non nè fu più niuna, nè non ne può èssare altro che lei40. Cerca per l’arte, che mai non se ne potrà trovare altre che lei. E però acquistò più merito, più che mai acquistasse o possa acquistare creatura in questa presente vita. Or ode l’altra ch’è più crogia.
Quarta è incomprensibilità. Doh! intende, che tu ci vedrai in queste parecchie belle verità. Or piglia Idio che è incomprensibilità41 sicondo sua natura. Circa al principio è incriato. Circa el mezo è infinito, e circa al fine è immortale. Circa al principio, che è increato, che intendi? Intendo che egli non ebbe mai principio. O in che modo va il tuo intèndare? Io non intendo se
1 2 3 4 5 non ch’io non intendo. E così tu e tu e tu. O da se viene questo? Viene che il nostro sapere è nulla. Oh, oh! Io intendo ora! Hâmi inteso? — Sì — Ode l’altro. Circa al mezzo che è infinito. Hai tu inteso come elli è infinito? — Io non intendo, se non che elli è infinito. — Quanta differenza credi che sia dal tuo intèndare a quello di Maria? Elli v’è tanta differenzia quanto a intèndare una gamba di mosca, a intèndare tutte le cose. Oltre. Circa al fine: che intendi tu di Dio che è immortale? Che bisogna più dire? In tutto, tu non intendi nulla a rispetto a quel di Maria. Ma diciamo meglio: piglia lo intèndare di tutti gli uomini dotti, e guarda quello che intendono dei fatti di Dio, et anco mettendovi Augustino, che ne disse così nobili cose, dico che non è nulla a rispetto dello intèndare di Maria. Meglio: piglia cinquanta valenti uomini, e piglia uno indotto e po’ lo’ innanzi queste tre parole. Chi credi che le intenda di più? Certo più le intenderanno quelli valenti uomini. Simile altrimenti le intendi tu, che tu, sicondo lo intelletto42; chè tu hai lo intelletto illuminato a intèndare. (O fanciulli, che vendete le candele, a voi dico43). Idio è in principio increato, in mezo è infinito, et in fine è immortale. Hannomi inteso queste parole? Ma meglio m’ha inteso questa donna, e meglio tu uomo ingegnoso, e meglio intende un dottore. Ma anco lo intese meglio Santo Augustino. Ma quanta differenzia credi che sia dallo intèndare tuo a quello d’Agustino? Il tuo vedere a rispetto del suo è come se tu vedesse una lucciola e lui vedesse il sole. Quanta differenzia credi che fusse dal vedere d’Agustino al vedere delli Apostoli, quando avevano lo Spirito Santo? Tanta differenzia quanto dal sole alla luna. O quanta differenzia credi che sia dallo intèndare d’una anima beata a santo Agustino o a santo Pavolo in carne? Ecci più differenzia che non è dal cielo impirio a una pónta d’aco. O li Apostoli che so’ ora beati, quanto credi che lo intendino, più ora che quando erano in carne mortali44? Uh, uh! Ellino intendono tanto più ora, che è una cosa incredibile. Or va’: ora a Maria noi siamo giònti. Come la intende rispetto agli altri? Vuoi che ti dica una grande parola? Ragunando angioli, arcangioli, troni, dominazioni, virtù, podestà, principati, cherubini, serafini, patriarchi, profeti, apostoli, martiri, confessori, vergini e tutti gli altri spiriti beati, è più differenzia dal suo intèndare solo a quello che intendono tutti costoro, più che non è dallo intèndare la creazione45 di tutte le cose allo intèndare d’una pònta d’aco. Simile: quanta differenza credi che sia dallo intèndare di Cristo, in quanto uomo, allo intèndare di Maria, e dell’uno all’altro? Quanto intèndare l’uno il tutto, e l’altro quanto una pòntarella d’aco. Così vo’ dire: quanta differenza credi che sia dallo intèndare di Cristo, in quanto uomo, allo intèndare se medesimo, in quanto Idio? Più differenzia è assai assai più, che non è dallo intèndare di tutti gli altri al non intèndare nulla. E v’è differenza quanto dallo intèndare finito, allo infinito, però che esso s’intende se medesimo infinitamente, e li altri lo intendono finito, per non potere intèndare più che la capacità loro non lo’ basta. Doh! diciamo: quanto credi che sia dallo intèndare d’una anima beata a un’altra? Assai assai, però che partecipa più grazia una che un’altra, benchè tutti sieno pieni di grazia. Voliamo che basti quanto ch’è allo intèndare.
Vedi che noi incominciamo a parlare basso basso: guarda ora dove noi siamo saliti: siamo saliti insino a vita eterna. A proposito: la incomprensibilità di Dio vuole che noi aviamo altra notizia di lui in cielo, che in terra. — Hai tu inteso nulla? Hai il tuo marito con teco? Se tu non l’hai chiamalo, e non lassare partire da te. — Ora ti voglio dare per essemplo a intèndare anco meglio. Tólle46 questo nome, Iesu 47, il quale è nome sopra ogni nome: fallo dire a uno fanciullino, di culla, che ha la boccuccia piena di latte; et hanne48 dolcezza sì, ma poca poca, però che poco lo intende, Dillo tu, donna, Iesu: altra dolcezza n’ârai tu, che ’l fanciullino, però che tu senti che questo nome Iesu ti riferisce nel cuore che elli è Salvatore, cioè Idio et uomo. Se ’l dirà uno uomo devoto con devozione, anco n’arà più dolcezza, che tu donna. Se ’l dicesse santo Augustino o santo Bernardo, anco più dolcezza: ellino ne cavavano tanto sugo, tanto mèle, tanto zucaro, che era cosa incredibile. Dimmi: quanta differenzia credi che sia in santo Pavolo dalla dolcezza ch’elli aveva in questa vita, alla dolcezza che elli ha ora in vita eterna? Pure di questo nome elli n’ha più dolcezza, che mai creatura avesse in questo mondo, o mai potesse avere. Hâmi inteso, o donna? Dico che questo nome Iesu è in noi vario sentire di dolcezza; però che chi lo intende a uno modo, e chi a uno altro. Ognuno ne cava dolcezza, ma più uno che un altro; e così sarà anco in cielo: chi ne cavarà più dolcezza e chi meno. Inde Santo Tommaso, trattando di questo pònto, dice che in questo mondo non si possono intèndare quelle cose che sònno o che si fanno nella gloria. Adunque, per non potere intèndare, non intendiamo.
Ma che intendi tu di questo nome Iesu? Tu intendi che elli è Salvatore: così lo intendono tutti li valenti uomini, e così dico io, che elli è Salvatore nostro. Come credi tu che lo intendesse Agustino? Pure a questo modo e per questa via. E se fussero tutti li valenti uomini del mondo, cercando ciò che si potesse cercare di perfezione in questo mondo, in tutto ciò che intendono non sarà nulla a rispetto che è inteso in gloria. E questo è solo perchè noi non siamo capaci; chè le cognizioni che noi aviamo qui della gloria, non è altro che una ignoranzia a rispetto che è lassù. E così dallo intèndare di questo benedetto nome di Iesu, per la bassezza e debilità dello intelletto non potremo mai saglire in questa vita a uno minimo di cognizione di quelli della gloria. Nunc videmus per ispeculum in enigmate; tunc autem facie ad faciem: — Qui ora si conosce questo nome per figura, come si fa allo specchio, il quale ti rappresenta la cosa, ma in gloria sarà per altro modo; chè in gloria noi il vedremo a faccia a faccia. — E per quello veder noi il comprendaremo e vedremo come dìe èssare veduto et inteso senza altro mezzo. Se tu mi dicesse: — o come sarà questo nome di Iesu inteso? — Rispondoti ch’io nol so, e non sapendolo, mai non tel potrei49 dare a intèndare. Elli so’ molti che dicono: — io so che elli è altro nome di Iesu, che ricordandolo tremerebbe il cielo e la terra e lo inferno. — Sai che ti rispondo? Il tuo sapere è una camara di ignoranza et è un gonfiamento di mente. Dì Iesu, e dillo con reverenzia quanto tu puoi, e lassa dire chi vuole; chè noi sappiamo che così disse l’Angiolo a Maria che ella el chiamasse. — Oh, elli è un altro nome quello di Iesu in cielo, che questo! — Elli dice il vero. Ma dimmi: in questa vita non è elli il suo nome Iesu? — Sì; — ma elli è un altro: chè chi lo nominasse, farebbe tremare ciò che è creato. — Et andaranno pensando qual sia questo nome; e tali sònno stati che dicono: — io il so questo nome, e nominarollo, e non farà però tremare il cielo e la terra. — E di tali persone so’ già state che hanno scritto uno nome, e datolo come uno breve dicendo, che chi il nominasse o vedesse, se non è santo uomo, che potrebbe fare molto male. E dicono anco che non si vuole insegnare a persona, e fannosi prométtare che mai non l’apriranno e nol mostraranno. Sai che dico molte volte di questi tali, e così anco puoi dir tu? Dì che elli è uno bestione. Io ti dico che se tu il tieni e credi che così sia, tu se’ uno eretico con lui insieme. La tua oppinione è come fu quella dei giuderi, pessima e gattiva; che dicevano ch’e’ miracoli che faceva Cristo, fu perchè elli andando una volta nel tempio nel quale c’era scritto un nome che non si poteva nominare nè sapere;50 e tenevano intorno a questo nome di molti cani che guardassero quello luogo, acciò che quello non fusse nè imparato nè letto nè scritto nè tolto per niun modo, e dicevano che chi l’aveva, ârebbe potuto fare ogni gran fatto. E dissero che Cristo v’era ito in quel luogo con grande malizia, e che elli ebbe questo nome, e che si sdrucì la coscia e missevelo dentro; e poi tornandosi a casa, elli nel cavò fuore, e che con quello elli faceva tutti quelli grandi fatti che elli fece. Oh, che fantasia fu questa! Oh, pazzia maledetta! Non fu questa cosa del diavolo a crédarlo? E così dico anco di te che credi a tali pazzie.
Unde per confortarvi in questo santo nome, vi dico che ciò ch’io v’ho predicato di questo nome di Iesu, io vel confermo, e dicovi ch’io non ve n’ho dette delle dieci miglia parti l’una, che’elli è e che si convien crédare. E se ci è nissuno che mi voglia dare contra a quello ch’io v’ho detto, dicamelo ora dinanzi; non mi dare a tradimento, chè se tu giògnasse dietro a uno gigante, tu il potresti atterrare. Che bisogna tanto? O, o, o, eccomi qui! Chi mi vuol dir nulla, dicamelo innanzi, che gli potrò ripóndare; e se non mel vuol dire, scrivamelo, e vedrassi il male ch’io ho detto. Ode quello detto di Gregorio: Obstaculum veritatis, timor mentis: — L’opposizione contra la verità è un gonfiamento di mente. — Da gattiva intenzione viene questo. Io so’ uno di quelli che voglio tenere a quello che tiene la santa Chiesa: Secondum nomen tuum ita et laus tua: — Sicondo che è il tuo nome santo e perfetto, così sia la tua laude. — Che ho io detto di questo Iesu? Io ho detto e dico che Cristo o Iesu è uno medesimo51: so’ due et è uno medesimo. Simile dico di tre nomi: pure uno medesimo. Se tu dici el figliuolo di Dio, tu dici di questo Iesu. Se tu dici, Iddio figliuolo di Dio e di Maria52, tu dici pure di iesu. Se dici Idio et uomo, Cristo Iesu colla divinità e colla umanità, pure uno è medesimo. E però la santa Chiesa ha ordinato e vuole che questo facci ogni fedele cristiano: quando ode nominare questo nome Iesu, che se li facci reverenzia o col ginocchio o col capo o col cuore. El comandamento sai dove l’hai? Halo nel cap. che dice: Decet domum Domini sanctitudo, nel Decreto; e dico che io vel voglio recare e lèggiarvelo in sul pulpito. Io dico bene che ogni volta che tu odi ricordare Idio, o Cristo o Padre o Figliuolo o lo Spirito Santo, ogni volta fai bene a inginochiarti. O se elli fusse un altro nome pure di Dio, anco ti dico che tu fai53 bene. E così anco a quell’altro: la Chiesa non ti comanda delli altri nomi, come ti comanda di questo nome Iesu. E così dico che io voglio fare; et anco dico che quando la Chiesa mi comandarà altro, et io l’ubbidirò54. E perchè dico che gli angioli e gli uomini e’ dimonii, quando si nomina questo nome, si inginochiano e fannoli reverenzia? Io ti rispondo che altra reverenzia gli fanno gli angioli che noi, et altra reverenzia i demoni che noi: ogni uno di loro fa sicondo che dìe fare. Così dico a te: fa’ quello che tu debbi fare, e quello che ha ordinato la santa Chiesa: Quanta differenzia credi che sia da li angioli a’ dimoni, di quello che fanno a questo nome? Oh, grandissima! Guarda pure al detto di David profeta quando disse: Sanctum et terribile nomen eius55 . Ciò vuol dire: santo è il nome alli angioli, e terribile ai dimoni.
Adunque, fa’ anco tu quello che tu debbi fare. Tu vedi che la santa Chiesa ha ordinato che tu ti debbi inchinare a questo santo nome Iesu. Fallo; non volere andare cercando l’opposito. Credi tu che ella abbi saputo ordinare quello che è bisognato circa alla nostra salute? — Sì — Dunque non volere sapere più che abbi saputo tanti valenti e santi uomini, che così ordinaro. Tiene per fermo, come Idio figliuolo di Dio scese di cielo e venne a pigliare carne umana di Maria, e che il nome suo fu Iesu. Chi ha detto che elli prese carne? Giovanni evangelista: Et verbum caro factum est, et habitavit in nobis56: — El verbo di Dio è fatto carne, et è abitato con esso noi. — E che il nome suo fusse chiamato Iesu, anco quando l’angiolo Gabriello l’annunziò, disse: Ecce concipies in utero, et paries filium, et vocabis nomen ejus Jesum57: — Ecco che tu concepirai e parturirai un figliuolo: chiamerai il nome suo Iesu. — Questo donde venne? Venne da Dio, che volse così fusse chiamato. Sai che rispuose Maria all’Angiolo? Disse: Quomodo fiet istud, quoniam virum non cognosco? — Come sarà questo, però ch’io non cognosco nè cognobbi nè voglio mai cognòsciare uomo? — Che rispuose l’Angiolo? Disse: Spiritus sanctus superveniet in te, et virtus Altissimi obumbrabit tibi: — Lo Spirito santo sopravverrà in te, e la virtù dell’Altissimo Dio t’obbumbrerà; — cioè Idio, che è incomprensibile verrà lui, e lui ti dimostrarrà quello di che tu mi domandi. Già non cognobbe Maria Idio incomprensibile, quando ella era in carne, come ella cognobbe ora:58 ma non fu mai però creatura che tanto lo intendesse, quanto fu lei. La cagione, che dovendo Iddio incarnare di lei, disse: io voglio méttare costei in tanta altura di intelletto, che non sia creatura cha possa venire in questo grado in vita mortale; e così in gloria più che niun spirito o anima beata. Non volse che niuno potesse intèndarla, se non la santa trinità: el Padre, el Figliuolo proprio con lo Spirito santo, e lei non più criatura.
Dunque che voliamo tanto parlarne? Chè eziandio gli angioli non poterono sapere, e volendolo chiarire,59 sarebbero scialenguati. Oh, che improntitudine pigliaremo a voler pur dire! Io dico che li angioli non ne potero sapere nulla. Vedi l’Angiolo disse: — lo Spirito Santo il sa: nol so già io: elli verrà e sì ti paleserà quello di che tu domandi: Quando elli verrà, e tu saprai col Padre e con lui, nè mai il saprà niun’altra persona. — Doh! Noi parliamo dello intèndare della gloria, che pure in questo mondo sònno stati di quelli che hanno avuta tanta cognizione di Dio, che apena possono èssare intesi. Guarda pure di quello che Giovanni scrisse nel suo Vangelio, quando disse: In principio erat Verbum, et verbum erat apud Deum, et Deus erat verbum60. Dicono i dottori che se costui avesse parlato un poco più alto, che non sarebbe stato inteso nulla; però che costui ebe lo inténdare61 suo molto alto. Adunque, a pena a pena fu inteso. Quanto credi che egli intendesse meglio di noi? Assai: anco lo intese meglio l’Angiolo; et anco lo intese meglio Maria. Et anco lo intese meglio Iesu in quanto uomo; et in quanto Idio lo intese più che tutti gli altri, tanto più quanto è dal finito allo infinito. Quando Matteo volse parlare della incomprensibilità di Maria, non le potè dire magior parole che dire, Madre di Dio; però che èssare Madre di Dio non lo può intèndare intelletto d’uomo, salvo che Iesu e lei, soli loro due, et Iddio in quanto alla deità. In tutto, questi tre lo intesero. Doh! Tu hai le prime quatro: tòlle li altri quatro splendori.
Primo si chiama sopra escellenzia: questa è altra canzone che le già dette62! Fra tutte le creature spirituali e temporali, eziandio mettendovi anco le persone divine, non può èssare niuna nè niuno che possa avere figliuolo di Dio, se none Idio padre e Maria dolcissima madre. Niuna altra criatura creata o a creare non poterebbe mai avere questo figliuolo: lo Spirito santo non può avere figliuolo: el Figliuolo non può avere figliuolo: esso Figliuolo è figliuolo; sì che delle persone divine non può avere figliuolo se none il Padre, e delle persone umane non può èssare madre se non sola Maria. Quello che appartiene a Dio, sempre ha avuto figliuolo Idio; ma non così Maria. Maria perchè ebbe questo figliuolo, lei? Sai perchè? Vuolo intèndare? — Sì — O porgemi la mano, e viene con meco. Altro che per meriti non si può aquistare Idio; e tutti i meriti che mai furono acquistati in questa vita, non furono mai apresso a’ meriti che acquistò Maria sola. Ab aeterno ordinata sum, et ex antiquis antequam terram fieret63.
Questa prerogativa fu ordinata da Adamo primo nostro padre, ed inde venne con grandissima fortezza, che mai non mancò insino che giònse a Maria. Anco dirò magior fatto, che se di nuovo rinascesse ogni cosa et ogni creatura, non potrebbe Cristo Iesu venire in questo mondo se non per la linea di questi santi padri antichi, e venire in Maria, e da lei nascere al mondo. Nè non arebbe potenzia la natura umana d’avere una creatura tanto perfetta, che potesse avere o ricévare il figliuolo di Dio, se non sola Maria; nè anco Iddio non può avere altro figliuolo che questo Iesu. E simile anco dico di Maria, che un’altra volta non potrebbe incarnare al mondo. Basti per lo primo splendore: degli altri quattro.
Sicondo splendore è imperio. Elli fu dato a Maria lo imperio di tutto il mondo: ella ne fu signora a bacchetta. Non te l’ho già detto ch’ella discese di tanti patriarchi, di tanti re e di tanti duchi? E di lei uscì Gesù vero figliuolo di Dio e verace uomo, il quale fu lo primo e l’ultimo patriarca e re e duca; e queste preminenzie l’ebbe da Maria. Adunque, ella fu veracissima64 imperatrice, essendo discesa di tanta imperiale genealogia, più nobile che mai fusse produtta dalla natura. Quando ella avea nel suo ventre vergine il figliuolo suo e di Dio, ella poteva dire: Ego sum rex regum, et Dominus dominantium: Io so’ il re dei re e ’l Signore dei signori. — El figliuolo suo dolcissimo Iesu benedetto poteva anco dire quello che di lui disse David 65: Domini est terra et plenitudo eius; orbis terrarum et universi qui habitant in ea: — Del Signore è la terra, e tutte le cose che riempieno la terra, e chi abita in essa. — Essendo Cristo Iesu piccolino nel ventre suo, a lei aparteneva di guardare e custodire e governare tutto questo reame dello imperadore che doveva nasciare nel mondo, come ogi s’usa di fare. Se una avesse nel ventre suo uno figliuolo, e ’l suo signore e marito morisse, a lei aparterebbe di mantenere lo imperio o ’l reame, tanto che quel figliuolo nascesse, e a lui poi consignarlo. Quale fu la cagione che Maria non se ne volse impacciare? Furono quatro cagioni:
Prima, perchè ella era donna.
Siconda, perchè ell’era fanciulletta.
Terza, perchè ell’era pòvera.
Quarta, perch’ell’era vergognosa.
Oltre, ma di Cristo Iesu che diremo? Perchè non la volse elli la signoria? Perchè volse dare essemplo a te. O le creature del mondo, perchè non l’onorano come re o come imperatore? Rispondoti, perchè elli non fu creduto che elli fusse il vero signore. Chi ’l dice? Cerca i Romani, che tenevano lo imperio in Roma, sì che elli non fu cognosciuto per Signore. Ode Giovanni nel suo Vangelio al primo cap.:In propria venit, et sui eum non receperunt: — Elli venne, e’ suoi nol cognobbero, e non lo ricevettero. — Sai quando cominciò a dimostrare il suo imperio? Quando elli fece il primo miracolo. Maria sola fu quella che ’l cognosceva, e però li disse: — Vinum non habent: — Elli non ci è vino. — Elli udendo quelle dolci parole della Madre sua e vera imperadrice, con tutto che elli sapesse e vedesse come vino non v’era, pure l’esaudì come doveva, e dimostrò lo imperio suo. Anco sai che lo imperio non rimane senza cura e guardia. Quando elli salì in sulla croce, elli lassò il reame di questo mondo pure a Maria; e perchè ella non fusse così sola, la raccomandò a Giovanni, perchè questa imperadrice non rimanesse senza cura. E perchè apparteneva a lei, non fu lassato a altra creatura; ma Giovanni le fu dato in compagnia e guardia, perchè Giovanni era vergine come lei. Non lassò però Cristo Iesu il reame a Giovanni, ma sempre a Maria perchè a lei apparteneva la signoria. E perchè voi siate più che mai devoti della Vergine Maria, che sempre l’avete avuta per vostra avocata, io vi conforto per lo avenire che più che mai la doviate avere in devozione; e se volete delle grazie, sempre ricorrite a lei. E per suo amore io vi vorrò un dì fare una predica della Ave Maria: non vel prometto domane. Domane vi vorrò dire come voi dovete tenere i vostri uffizi, e come voi vi dovete guidare in essi; però ch’io cognosco uno ch’elli v’è necessario di sapere, come voi dovete règgiare ognuno in quel grado di uffizio che egli è. Voi avete a fare domane i vostri bossoli 66: avete a pregare Idio che vi dia grazia di illuminarvi sì e per tal modo, che a sua laude sieno principianti. Voi dovete avere il pensiero più alto, che solo a questi vostri uffizi. O voi che avete a règiare, che cosa so’ gli uffizî? So’ reami e signorie del mondo. Che dovete fare? Primum, quaerite regnum Dei et omnia dabitur vobis67. — Prima si conviene cercare il reame di Dio, et elli ci darà la grazia d’avere quello del mondo; e così avremo tutte le cose che ci saranno di bisogno circa a la nostra salute. E per certo di quello che io posso vedere, io mi penso che ogni cosa andrà bene co la grazia di Dio. Io vi prometto che poi ch’io ci venni, io so’ ingrassato tanto. Mi rallegro de’ fatti vostri. — A casa.
Terzo è dispensazione. Tutte le cose che noi aviamo sopra la terra, l’aviamo per grazia. Adunque, tutte le grazie che mai vennero o mai verranno in terra; simile, tutte le glorie di vita eterna, tutte hanno origine da tre processi.
Primo, ci vengono solo da Dio.
Sicondo, ci vengono per mezzo di Cristo Iesu benedetto.
Terzo, ci vengono per mezzo della Vergine Maria.
Vediamo il primo: come ci vengono da Dio. Tutte le grazie le quali Idio dà in questa vita presente alla criature, vengono da lui. Quia omne datum optimum, et omne perfectum desursum est, descendens a Patre luminum 68: — Ogni cosa che noi aviamo, che buona sia, è data a noi da Dio, e da lui discende in noi; — però che in lui si riposano tutte le perfezioni che si possono nominare o in questa vita o nell’altra, e da lui ci vengono69.
Sicondo, ci vengono per mezzo di Cristo Jesu, e queste so’ le grazie spirituali: pure discendono dal padre. Come sai che lui discese di cielo, e volse incarnare solo per carità per darci la grazia di potere èssare salvati per mezzo della passione sua; chè in altro modo mai non ci saremmo salvati; sicchè per mezzo di lui aviamo questa grazia.
Terzo, non si può acquistare grazia con superbia. Adunque, con umiltà si può avere. Chi fu mai più umile che Maria? E perchè ma’ non ne fu più niuna, a lei furono date tutte le grazie, acciò che essa le dispensasse a suo modo. Adunque, imparate a orare, quando volete alcuna grazia da Dio: principalmente adomandatela al Padre per amore del suo unigenito Figliuolo. E poi [per lo mezzo della dispensazione di Maria sua madre]70, e poi all’uno et all’altro per amore della Madre sua.
Hai veduto come le grazie vengono in noi: prima ci vengono da Dio e passano per lo mezzo del suo diletto Figliuolo; e poi per lo mezzo della dispensazione di Maria sua madre. Adunque, vuoi figliuoli? — Sì — Mai non n’hai, se la grazia non ti viene per mezzo di Maria. Vuoi sanità? Mai non l’hai, se non per lo mezzo di Maria. Vuoi de’ beni temporali o spirituali? — Sì — Mai non gli hai, se non per mezzo della dispensazione sua. Inde Salomone nella sua Cantica disse 71: Collum tuum sicut turris eburnea : — El collo tuo è come una torre d’avorio. Idio padre è un mare tutto pieno di grazie aparecchiate a chi ne vuole ricévare. Un altro mare è quello delle grazie del Figliuolo, le quali pure dal Padre discendono, pure per darle a coloro che le domandano al padre per amore del Figliuolo. Un altro mare è in Maria, la quale ricevette il vero figliuolo di Dio, pieno di tutte le grazie. E però disse l’Angiolo: Gratia plena: — Tu se’ piena di grazia, el figliuolo di Dio verrà ad albergare nel tuo albergo e nel tuo ventre. — Tolle il quarto.
Quarto splendore è consumazione. Prima che il figliuolo di Dio incarnasse, elli era molto desiderato dalle creature del mondo. Elli aveva create tutte le cose temporali e spirituali, ognuna aspettava d’avere il suo debito fine, per lo quale elli fu creato, cioè di venire al sommo della perfezione; e non potendovi pervenire, n’avevano grandissimo desiderio. Ellino pensavano che pure a perfezione si doveva per la virtù e la clemenzia di Dio pervenire; e però aspettavano che ’l concetto di Dio dovesse venir e méttarsi in operazione. Adunque, aspettavano che si parturisse quella perfezione per avere il debito fine; che bene intendevano, che come ogni perfezione che Idio aveva fatta doveva ritornare in lui, e come da lui era venuto tal principio, a lui dovesse ritornare. Adunque, aspettavamo il parto, così la natura ispirituale, come il temporale. Ognuno aspettava; chè avendo Iddio fatto ogni cosa72 per aiuto dell’uomo, vide che tutte erano buone, e benedissele. Adunque, essendo state da lui fatte e create, e avendole benedette, pur dovevano qualche volta tornare tutte al loro principio. E videro che mai a tal fine non si poteva pervenire, se Idio non veniva in una femina a pigliare carne, la quale fusse vergine, e rimanesse vergine e lui fusse veramente uomo e Dio. E però disse David: Omnis consummationis vidi finem73
Per la superbia è stata tutta la differenzia delli spiriti che si ribellaro a Dio. Simile superbia fu quella d’Adamo; e quella di Maria fu tutta umiltà profundissima. Adunque, vedendo Dio Padre tanta umiltà in costei, e udendo i preghi delle creature, e pure una volta doveva venire il fine di condurre tutte le cose al suo perfetto fine; allora Iddio disse al Figliuolo: — và, figliuolo mio, e piglia carne in questa Vergine tanto umile, acciò che questo sia quello fine per lo quale diè seguitare tanta utilità all’umana natura. — Allora il Verbo discese in lei, e prese carne, sì che per lei si venne alla consumazione di tanto tempo aspettato dall’umana natura.
Tòlle gli altri quattro.
Lo primo: io corro. El primo, dico, è santificazione. In tutti i sacramenti della santa Chiesa v’ha parte Maria. El corpo di Cristo che è sopra a tutti i sacramenti della Chiesa, donde è venuto? Venne dal ventre della gloriosa Vergine Maria; e forse che il corpo di Cristo consecrato è proprio della carne della Vergine Maria. Imperò che lei gli de’ quella carne della sua propria: sì che quello sacramento è della carne propria di Maria; nel quale sacramento è ogni perfezione.
El sicondo splendore si è conservazione. Come Iddio ebbe creato Adamo, e datali la legge di quello ch’e’ si dovesse guardare, cioè di non mangiar del pomo, poco poco stette che egli cascò nel peccato della disubbidienza, per lo quale peccato meritava d’èssare annichilato. Così meritava lui d’èssare dannato, come il meritarono Lucifero con tutti quelli che tennero con lui. Dunque se elli el meritava come Lucifero, perchè non fu dannato? Sai perchè? Non fu riservato se non solo per Maria, della quale doveva nascere il figliuolo di Dio in carne. Adunque per Maria fu reservato. Simile vo’ dire a voi, cittadini miei e padri miei: volete che la città vostra sia conservata per amor di Maria? Or fate che voi l’aviate in reverenzia più che mai. Se Idio avesse anichillato Adamo o mandatolo ne lo ’nferno, elli v’arebbe mandato anco Maria nel seme suo. E per la complacenzia che Idio ebbe in Maria, fu riservato Adamo e non fu dannato. Dopo Adamo quanti mali si fecero ancora, per li quali meritavano tutte quelle genti d’èssare profondate nello abisso! Chè ine a poco tempo erano tanti i peccati che gli uomini facevano, che Iddio li arebbe anichillati, se non fusse la complacenzia che elli aveva a Maria; e così temperava l’ira sua. O fu mai iracundo Idio? No, ma dimostrò diversi modi com’elli voleva punire i popoli. Chè hai che per lo peccato grande che moltiplicava, elli disse: Poenitet me fecisse hominem74: — Io mi pento d’avere fatto l’uomo; — vedendo ch’elli facevano contra a lui. Per la qual cosa elli si dannava, e pure aspettava ch’elli ritornasse nella via delli suoi comandamenti. E così temperandosi, disse a Noè che facesse una arca fra tanto tempo; e fatta che ebbe l’arca Idio volse mandare il diluvio supra de la terra, acciò che anegassero tutte le creature umane, salvo che otto anime, le quali egli le riservò solo per amore di Maria. E promesse a Noè che del suo seme nascierebbe la Vergine Maria. E così mandò il diluvio, che non campò niuna altra creatura, se non solo quelli dell’arca.
Anco poi doppo alcuni tempi cresciendo i popoli, così crescievano i peccati per lo mondo, e venne il peccato della idolatria. E non volse anco méttare isterminio in tutto quello seme: anco il riservò per amor di Maria, e feceli andare cotanto tempo per li deserti d’Egitto, e feceli passare el mare rosso; e dal mare rosso per li deserti poi infine capitarono in terra di promissione. Dei quali fu riservato75 David profeta. E David anco di quanti pericoli campò! Elli campò di Saul, elli campò da Apsalon suo figliuolo, elli campò dal lione, elli campò dall’orso. Solo per Maria Idio il volse campare, e riservare per lo amore di Maria, la quale doveva èssare cagione di salvare tutta l’umana natura. Ma dimmi: dei peccati che oggi si fanno, non credi tu che Idio ci mandasse grandissimo sterminio76? Non sai tu di Sodoma e di quelle altre città? Non sai che in una notte per uno peccato solo cento ottantre migliaia ne furono morti? Ben manderebbe Idio grandissimi flagelli, se non fusse che la Vergine Maria priega il Figliuolo suo e ’l Figliuolo priega il Padre a petizione di Maria sua madre; e per quello Idio placa l’ira sua: non dico perdona, no; ma indugia la punizione. E Cristo Iesu riceve la grazia dal Padre, e dàlla a la Madre, e la Madre la manda a noi.
Terzo splendore, satisfazione o restituzione. Se la umana natura ha ricevuta da Dio alcuna grazia, e l’umana natura non gli ha renduto gloria, quale è più: o quello che egli ha dato alla umana natura, o quello che egli ha ricevuto? Quale è più, o grazia o gloria? — Gloria — Adunque, noi gli aviamo più dato, che noi non aviamo ricevuto. Egli è ubrigato a noi. Deh, udiamo quello che Idio ha dato a l’uomo. Idio fece l’uomo di fango e misselo in paradiso, dove erano quelli quattro fiumi, dove erano tanti belli arbori: tanti delicati frutti suavi e perfetti. Dielli la sua similitudine, poselo in logo che non gli faceva nè caldo, nè freddo, luogo temperatissimo: molte e molte cose gli diè più ch’io non contio. Vediamo ora quello che l’umana natura gli ha renduto. Se elli fece l’uomo di fango, e noi aviamo renduto Figliuolo di carne, puro e netto senza niuna macula, con tutte le perfezioni. Elli diè all’uomo per suo mangiare de’ pomi della terra, e Maria gli ha renduto per iscambio per la vita di questo Figliuolo del suo latte puro. — O, o, o, o! Avete [veduto]77 del latte della Vergine Maria, o donne? Le bufale di Lombardia non hanno tanto latte, quanto si dice che n’è per lo mondo. Sapiate che ella ebbe tanto latte, quanto bastava alla bochina di Cristo Iesu, e non più; nè crediate78 che ce ne sia. — A casa. Sappiate che più valse una gocciola di questo latte, che quanti arbori elli ci diè mai. E come Idio diè la legge a Adamo, dicendo che elli si guardasse dal pomo, che non ne mangiasse se non che morrebbe, ponendolo nel libero arbitrio; e Maria amò tanto questo figliuolo Iesu, che ella l’amaestrava, nè mai si partiva da lui, essendo picolo. Quando venne crescendo, ella l’amaestrava: — va’, fa’ così, figliuol mio: va’ in tal lato; va’ ratto. — E così faceva di lui come se fusse stato pura criatura. Idio diè il vestimento al suo dolce Figliuolo di porpora tessuto, che tanto cresceva il vestimento quanto cresceva lui. Se Idio fece Adamo a sua immagine e a sua similitudine, anco Maria anco il fece a sua similitudine e più bello e più savio e più potente che Idio non fece Adamo. Adamo era puro uomo, e Iesu era uomo e Dio, signore dell’universo mondo. E qui possiamo dire che elli non ci è che rimproverare.
L’ultimo splendore si è podestà. Piglia Idio da un lato, e piglia Maria dall’altro lato, e guardagli insieme. O mira quanta contradizione è da l’uno lato all’altro.
Prima: Idio non può fare che non generi sempre; e Maria non può nè puotè mai ingenerare. Queste so’ due grandi contradizioni. Vedene due altre.
Idio non poteva nè può ingenerare altro che Idio; e Maria non poteva ingenerare Idio, ma sì l’uomo.
Idio non poteva generare el figliuolo per modo che egli fusse mortale; e Maria non poteva generare se non mortale.
Quando Maria disse all’angiolo: ’ Fiat mihi secundum verbum tuum, subito a quel fiat, Idio disse fiat anco lui; e in uno stanti giònti insieme questi due fiat, fu fatto uno, Idio e uomo, e uomo e Idio; el quale è potente sopra tutte le potenzie che mai possono èssare.
Or cogli insieme. Tu hai stamane di Maria dodici splendori, i quali essa ha ricevuti da Dio per le tre grazie mandate in lei. La prima, splendiente, sicut sol: la siconda, oriente, oriens: la terza, tutta ardente, in mundo: sicut sol oriens in mundo. Vedesti nello primo splendore donde è discesa Maria: da quarantadue nobilissime criature delle più che mai producesse la natura: nobiltà. Nel sicondo che fu signoria, [vedesti la signoria di Maria essere signora]79 de’ cieli, del mondo, e de lo abisso, e di ciò che mai fu creato. Terzo splendore fu merito; dove vedesti che più furono i meriti di Maria, che di quante creature mai produsse la natura. Quarto splendore fu incomprensibilità; dove vedesti Idio in sè essere incomprensibile circa al principio increato, circa al mezzo infinito, circa al fine immortale; dove vedemmo non èssare potuto comprèndare, e sola Maria lo intese più che mai lo intendesse creatura del mondo o del cielo. Lo quinto fu sopra eccellenzia; dove vedesti solo Maria avere auta tanta escellenzia, che essa ricevette Iddio nel suo ventre, nè mai ne può èssare più80 che abbi figliuolo di Dio. Lo sesto: Idio diè il reame di tutto il mondo, come vera imperatrice, [a Maria]81 e fu detto imperio; dove ti dimostrai che tu debbi cercare prima lo imperio della gloria, che quello del mondo.
El settimo splendore fu dispensazione; dove ti dissi che tutte le grazie che ci vengono da Dio, ci vengono per mezzo di Iesu Cristo e di Maria sua madre. L’ottavo splendore fu consumazione; dove ti dissi, Iddio essere desiderato che venisse in carne per la miseria dell’umana natura, la quale non si poteva salvare, se Iddio non pigliava carne umana. El nono splendore fu santificazione; dove vedesti il corpo di Cristo essere della propria carne de la gloriosa Vergine Maria. El decimo splendore fu conservazione; dove ti dimostrai che con tutto che gli uomini nel Vecchio Testamento avevano fatti tanti peccati, Iddio non aveva mai voluto mandare sterminio generale, ma sì particulare, solo per riservare el seme, donde doveva mascere Maria e Iesu figliuolo di Dio. L’undecimo fu sodisfazione, dove vedemmo quello che Iddio ha dato all’umana natura, e vedemo quello che l’umana natura gli ha renduto. Egli diè a noi l’uomo puro, e Maria rendè per noi omo e Dio. El duodecimo e ultimo si è podestà; dove hai veduta quanta contrarietà è fra Maria e Iddio in avere produtto questo benedetto figliuolo Iesu. Adunque, cittadini miei, se volete campare da molti e molti pericoli, racomandatevi a questa Vergine Madre di Dio, e acquistarete da lei di qua della grazia la quale è conceduta a lei, e anco poi la gloria in saecula saeculorum, amen.
- ↑ D’ora innanzi mancano nel nostro Testo le rubriche preposte a ogni Predica, ma vi si supplisce col sommario o indice delle Prediche, che ste in principio del Codice stesso.
- ↑ La Volgata: oriens mundo (Banchi).
- ↑ Apocalisse, cap. XII, vers. 1 (Banchi).
- ↑ Tutti gli altri Codd. ripetono qui il versetto: Sicut sol oriens in mundo.
- ↑ Vale a dire, stai attenta e aguzza bene la mente.
- ↑ Intendi, il posto della predica: Questo dialoghetto è propriamente curioso: nè il Santo si acquieta, finchè questa donna non ubbidisse, e va a chiamare suo marito.
- ↑ Gli altri Codd., con tutti i sentimenti suoi.
- ↑ Cioè, nacque agli 8 di settembre del 1380.
- ↑ Gli altri Codd., io muoia al mondo..
- ↑ Cioè, nome derivato da quel di Bernardo.
- ↑ Rivolge il discorso a m° Benedetto cimatore di panni, che ingegnosamente scriveva queste Prediche nell’atto ch’erano pronunziate (V. Introduzione, Vol. I, pag. xiij).
- ↑ Gli altri Codd., che pare che sia una cantafola.
- ↑ Il Cod. Sen. 5 qui e appresso, et vedrai.
- ↑ Il Cod. Sen. 6 di palle. Allude al Vangelo di San Matteo, il cui primo cap. contiene il Liber generationis Iesu Christi filii David, filii Abraham.
- ↑ Tutti gli altri Codd., duca.
- ↑ Cioè orditura, continuando la metafora della tela.
- ↑ Mancano solo al nostro Testo le parole poste fra parentesi.
- ↑ Quest’inciso, che trovasi ripetuto alla fine del periodo, si legge solo nel nostro Testo.
- ↑ Cap. primo, vers. 17 (Banchi).
- ↑ Cap. XVIII, vers. 8 (Banchi).
- ↑ Parole dirette a una delle sue ascoltatrici. Così, per più acerbo rimprovero, poco appresso.
- ↑ Il solo Cod. sen. 6, geneologia.
- ↑ Tutti gli altri Codd., imperatrice, patriarca e duchessa.
- ↑ Vangelo di san Giovanni, cap. IV, vers. 18.
- ↑ Il Cod. Pal. e il Cod. Sen. 6, e di ciò che è in loro.
- ↑ Salmo VIII, vers. 8.
- ↑ Gli altri Codd. soggiungono: ed anche l’abisso cum ciò che vi è dentro.
- ↑ Epistola di S. Paolo ad Philippenses, cap. II, vers. 8 (Banchi).
- ↑ Per guadagnar tempo, lasciò di rispondere a queste esclamazioni.
- ↑ Tutti gli altri Codd., anime beate.
- ↑ Vangelo di S. Luca, cap. primo, vers. 38.
- ↑ Gli altri Codd., quanti angioli, o anime, o quanti martiri ec.
- ↑ Negli altri Codd., o quanti spiriti possono essere in gloria.
- ↑ Il Cod. Pal., anco hanno; gli altri Codd. Sen., hanno anco.
- ↑ Il Cod. Sen. 6, verrei.
- ↑ San Paolo, Epist. ad Romanos, cap. XII, vers. 3, che nella Vulgata dice: Non plus sapere quam oportet sapere, sed sapere ad sobrietatem. E il Cod. Sen. 6 e quello Pal. traducono: Non volere più che ti bisogna sapere.
- ↑ Elli basta bene a ognuno! Così negli altri Codd.
- ↑ Tutti gli altri Codd. leggono: Ma Maria acquistò bene più lei solo in una parola ec.
- ↑ Meglio negli altri Codd., discendono.
- ↑ Gli altri Codd. leggono: Mai non ne fu niuna, nè mai ne sarà più niuna, nè non ne può èssare altro che lei.
- ↑ Tutti gli altri Codd., incomprensibile.
- ↑ Gli altri Codd., sicondo la intendi.
- ↑ Redarduisce giovani che vendevan candele. Ricordi sempre il lettore, che queste Prediche erano dette nella Piazza del Campo.
- ↑ Negli altri Codd., mortale.
- ↑ Dicono gli altri Codd., criazioni.
- ↑ Negli altri Codd. si legge: Tòlle questo essemplo. Tòlle ec.
- ↑ Gli altri Codd., di Gesù.
- ↑ Gli altri Codd., âranne.
- ↑ Negli altri Codd., saprei.
- ↑ Costrutto irregolare, non infrequente in queste Prediche, detto a braccio, o non imparato a memoria.
- ↑ Gli altri Codd. senesi dicono, che Cristo Iesu è uno. Il Cod. Pal. che Gesù Cristo ec.
- ↑ Il Cod. Pal.: Se tu dici Gesù figliuolo di Maria.
- ↑ Meglio il Cod. Pal., farai.
- ↑ Gli altri Codd. hanno questa variante: Quando la Chiesa non ti comanda delli altri nomi, e tu l’ubidirai. Si scagiona, come in altri luoghi di queste Prediche, dalle accuse mossegli da’ suoi avversari, che in alcune sue dottrine, ed in questa devozione al Nome di Gesù , dal Santo promossa, pretendevano di coglierlo in fallo.
- ↑ Salmo CX, vers. 9.
- ↑ Vangelo di San Giovanni, cap. primo, vers. 14.
- ↑ Vangelo di San Luca, cap. primo, vers. 31.
- ↑ Il Cod. pal., come lo cognosce ora.
- ↑ Negli altri Codd., dichiarare.
- ↑ Cap. primo, vers. 1.
- ↑ Negli altri Codd., lo intellecto.
- ↑ Il Cod. Sen. 5, che l’ho già dette.
- ↑ Proverbi, cap. viij, vers. 23.
- ↑ In tutti gli altri Codd., verissima.
- ↑ Salmo XXIII, vers. 1.
- ↑ Locuzione che troveremo usata altre volte.Fare i bossoli equivaleva a dire, mettere dentro un’urna o bossolo i nomi di quei cittadini che potevano essere sorteggiati ad occupare un qualche pubblico ufficio.
- ↑ Il passo appartiene al cap. VI, vers. 33 dell’Evangelio di S. Matteo, e propriamente così dice: Quaerite ergo primum regnum Dei, et iustitiam eius, et haec omnia adiicientur vobis.
- ↑ Epist. di san Giacomo, cap. primo, vers. 17 (Banchi) .
- ↑ Quest'ultimo inciso manca agli altri due Codd. senesi.
- ↑ Mancano al solo nostro Testo, ma son richieste dal senso, le parole chiuse fra parentesi.
- ↑ Cap. VII vers. 4 (Banchi).
- ↑ Negli altri Codd., tutte le cose.
- ↑ Salmo CXVIII, vers. 96.
- ↑ Genesi, cap. VI, vers. 7.
- ↑ Erroneamente il solo nostro Cod., risuscitato.
- ↑ Il Cod. Pal., qualche grande sterminio. Negli altri Codd. Sen., qualche giudizio e grande isterminio.
- ↑ Manca al solo nostro Testo.
- ↑ Negli altri Codd., e però non lo crediate ec.
- ↑ Le parole poste fra parentesi non si leggono nel nostro Testo, omesse per errore del menante.
- ↑ Il Cod. Pal., più una. Negli altri Codd. Sen, più niuna.
- ↑ Ed anche queste parole mancano al nostro testo soltanto.